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  1. giancarlone

    DEVOZIONALI SANTUARI LOMBARDI E TRIVENETO

    INVITO GLI AMICI LAMONETIANI A CONDIVIDERE LE PROPRIE MEDAGLIE DI SANTUARI, SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DELLA FONTE di CARAVAGGIO (BG) E' il santuario più noto e frequentato della Lombardia. Nel 1432 la Vergine appare a Giannetta Varoli di 32 anni, le prevedeva la tranquillità famigliare e diede incarico di portare un messaggio di pace ai governanti che la guerra imperversava fra gli stati vicini e anche fra le Chiese d' Oriente e di Occidente, e invitandoli a costruire una cappella sul luogo dell'apparizione. Sul luogo scaturì una fonte mai vista prima da nessuno che scorre ancora oggi. Filippo Maria Visconti fece costruire una chiesa cosacrata nel 1451, in seguito fu ampliata e ricostruita per volere di San Carlo Borromeo su disegni di Pellegrino Tibaldi. Per maggiore informazioni e foto vedi: https://it.wikipedia.org/wiki/Santuario_di_Santa_Maria_del_Fonte_presso_Caravaggio La prima medaglia settecentesca, quando CARAVAGIO si scriveva con una G sola.
  2. giancarlone

    MILANO e dintorni MEDAGLIE dal 400....

    Grossa medaglia, bronzo mm. 99,5 - Fusione , ribulinata nei capelli e colletto, credo epoca 1500 circa, (purtroppo non trovo la documentazione che avevo trent'anni fà) GIAN GALEAZZO VISCONTI 1° DUCA DI MILANO
  3. giancarlone

    S. CARLO BORROMEO

    Siamo ancora nell'atmosfera dei festeggiamenti per il quarto centenario dalla canonizzazione di S. CARLO BORROMEO avvenuta nel 1610, e approfitto della ricorrenza per presentare una serie di medaglie a Lui dedicate. I fratelli Gnecchi nel volume del 1910 in occasione del 3° centenario hanno commentato molte medaglie e di questa medaglia scrivono così: Questa è certamente una delle prime medaglie, forse la prima per Carlo Borromeo. Lo rappresenta all'età di 25 anni, vale a dire nel 1563, l'anno stesso nel quale, il nostro Santo gia da due anni Cardinale passava, a ' 4 di giugno, dall'ordine de' diaconi a quello dei preti. .......Difatti San Carlo divenne effettivamente prete a' 15 agosto 1563. La medaglia è molto interessante anche pel fatto che porta il nome dell'autore: Gio. Ant. Rossi milanese. A Roma fu incisore della zecca papale ed eseguì monete e medaglie per Pio IV, Pio V e Gregorio XIII. E' curioso che di questa bella medaglia non si conosca che questo unico esemplare conservato nell' Imperial Regio Gabinetto Numismatico di Vienna. Diritto/ CAROLUS . BORROMEUS . MEDIOL . S(anctae) . R(omanae) . E(cclesiae) . PBR(Presbiter) . CAR . AN(nnum) . AG(ens) XXV Diametro mm 70
  4. dabbene

    DENARI DI PAVIA

    Cosa mi porta a iniziare questa discussione è la stessa che ha portato un anno fa a iniziare denari di Lucca,discussione seguitissima alla quale tuttora partecipo e che continua a stupire con tanti spunti e tanti punti interrogativi ;perchè Pavia,per tanti motivi ,per i rapporti tra le due monetazioni molto contigue quella pavese e lucchese,perchè moneta molto diffusa dal 900 in avanti ,perchè di fatto moneta ufficiale del Regnum Italicum,moneta diffusa nel nord Italia,nell'Europa del Nord ,a Roma ,anche nel Sud della penisola,quindi moneta di riferimento. In teoria potremmo,se ritenete,se vi piace analizzare tutto il periodo che va dall'800 fino a Federico II cioè fino al 1250;in pratica adesso vorrei iniziare ad analizzare il periodo di questa monetazione ,quella degli imperatori ottoniani ,che impegna un periodo temporale di circa 120 anni;una premessa mi è d'obbligo,sono solo un semplice appassionato di questa monetazione,come lo sono di quella di Lucca o di Milano,un collezionista che cerca di imparare e mi piacerebbe farlo insieme a voi; so anche che nel forum ci sono importanti studiosi di questa monetazione ,se vorranno darci una mano ,illuminarci,personalmente gliene sarò grato;da parte mia oltre la passione,posso impegnarmi a postare alcuni esempi di denari in mio possesso per permettere l'inizio e la continuazione della discussione stessa. Ma iniziamo con un denaro e subito un problema ,è un Ottone I e Ottone II;perchè inizio da questo ?Qui è in atto una discussione che si è aperta con i recenti studi di Saccocci sulla classica cronologia del periodo ottoniano. Facciamo il punto sul CNI,sul Brambilla,sul Mir abbiamo questa cronologia: Ottone I imperatore-962-973-con Augustus al rovescio Ottone I imperatore ed Ottone II re-962-967 con Otto Pius Rex al rovescio Ottone II imperatore -973-983-con Inclita Civitas al rovescio Ottone III imperatore -983-1002-monete con H Tercius e varianti e con Imperator o Civitas Gloriosa al rovescio Cosa fa il Saccocci con il suo studio "il Ripostiglio Galli Tassi di Lucca" cambia questa cronologia ,poi vedremo il perchè,in questa: Ottone I Imperatore e Ottone II re-962-967 con Otto pius Rex Ottone I imperatore e Ottone II Imperatore-967-973 con Imperator/Imperator Ottone II Imp.-973-983 con Imperator/Augustus Minorità di Ottone III Imp.-983-996 con Imp/Inclita Civitas Ottone III Imp.-dopo il 996-con Tercius-Civitas Glorio Ottone III Imp.-post 996-1002 con Tercius-/Imperator I cambiamenti proposti dal Saccocci non sono di poco conto,perchè tutto questo? Cercherò di esssere breve,poi eventualmente approfondiremo:la cronologia v iene cambiata in base ai ritrovamenti e alla cronologia dei ripostigli,in particolare nel ritrovamento di Galli Tassi di Lucca e in altri con datazione precedente al 973 si trovano solo monete del tipo Otto Pius e invece l'assenza del tipo Augustus per cui risulterebbe la prima emissione degli Ottoni quella con Otto Pius riconducibile al tipo Ottone I Imperatore e Ottone II re;in queste considerazioni il Saccocci non prende in considerazione aspetti stilistici,nè varianti,ma si basa solo su aspetti storici e sui ritrovamenti reali avvenuti e certi. Il tutto non è in contrasto con gli aspetti di abbassamento ponderali sulle varie tipologie monetali rispetto agli studi precedenti ma anzi rispetterebbe una certa riduzione dei pesi per cui abbiamo: Pius Rex circa 1,25 g. Augustus circa 1,13 g. Civitas Gloriosa circa 1,21 . Tercius circa 1,21 g. Vorrei sentire il vostro parere intanto su queste nuove teorie e poi posterei finalmente questo bel ottone I e II di g.1,12 e diametro 17 mm. Nell'analisi di questi denari verranno fuori ,se vorremo vederli bene insieme tanti interessanti variabili dalle legende,il cerchio perlinato,il puntino in mezzo a Otto in alcuni casi,un triangolino in altri,la forma differente delle lettere e così via...
  5. Buongiorno, segnalo la pubblicazione della mia monografia dal titolo "Le monete milanesi di Carlo V". L'Opera tratta ed illustra tutte le emissioni caroline coniate dalla zecca di Milano, fornendo inoltre tutti gli approfondimenti necessari per avere una visione multidisciplinare della materia. Trovano uno spazio dedicato anche le figure dei Maestri incisori, le suggestive medaglie monetiformi, un'enigmatica tessera e quelle emissioni oggi non reperite o rifuse ancor prima di entrare in circolazione. Non potevano certo mancare un repertorio delle principali vendite pubbliche aventi significativi nuclei della monetazione trattata, l'illustrazione delle affascinanti falsificazioni d'epoca e qualche piccola "rivoluzione" (con solide basi documentarie!) come quella riguardante la catalogazione dello scudo "dei Giganti". I materiali monetari sono ordinati secondo un'inedita impostazione cronologica, creando così una vera e propria narrazione di queste prestigiose emissioni tanto apprezzate sia dai numismatici sia dagli storici dell'arte. L'acquisto dell'Opera è possibile unicamente presso le principali librerie online, Amazon ed ovviamente il sito dell'Editore. Prezzo di copertina: 49,90 € ISBN 9791221498295 141 pagine Immagini a colori Copertina rigida Pagine in carta patinata da 130g/m2 Formato 17x24 cm Buona lettura Antonio Rimoldi
  6. Spuntano statue dal terreno. Quattro giganti di pietra scoperti per caso a Rocca Brivio Durante alcuni lavori un volontario è “inciampato” in una testa: partiti gli scavi, poi lo stupore. Si tratta dei telamoni, figure maschili di 2 metri e mezzo. "Ma è presto per fare valutazioni". Spuntano statue dal terreno. Quattro giganti di pietra scoperti per caso a Rocca Brivio Dal passato di Rocca Brivio riemergono quattro giganti di pietra. Insolita scoperta, quella fatta dall’associazione Roccabrivio nel giardino dell’omonima villa seicentesca, a San Giuliano. Durante lo svolgimento di alcuni lavori di manutenzione del verde, i volontari si sono imbattuti in quattro imponenti statue, che erano sepolte nel terreno e sono state così riportate alla luce. Uno dei volontari è “inciampato” nella testa di una delle statue, semi-sporgente dal terreno; a quel punto, è bastato scavare un po’ per far affiorare tutti i manufatti. Si tratta dei cosiddetti "telamoni", ossia figure maschili di grandi dimensioni (quelle ritrovate in Rocca sono alte due metri e mezzo) solitamente usate come elementi di sostegno architettonico, o anche solo come abbellimento. Con ogni probabilità, un tempo queste opere facevano parte dell’arredo dell’edificio. "È presto per fare delle valutazioni, ma queste statue potrebbero avere qualche secolo di vita", azzarda il presidente dell’associazione Luigi Ventura, secondo il quale i quattro giganti "potrebbero essere arrivati a Rocca Brivio insieme alla scultura denominata “Il Venerdì Santo”, negli anni Sessanta e Settanta, ossia durante la gestione dell’ordine religioso dei Servi di Maria, che ai tempi era proprietario dell’edificio. Di certo questo straordinario ritrovamento aggiunge ulteriore fascino e mistero al patrimonio storico della Rocca". La scoperta è stata subito segnalata agli enti competenti, prima di tutto la Rocca Brivio Sforza srl, società pubblica proprietaria dello stabile. Del fatto è stato informato anche il sindaco di San Giuliano Marco Segala. Ora si tratterà di "avviare gli adempimenti necessari al recupero e alla conservazione delle statue", osserva Ventura, "e di capire se queste opere possano avere un reale valore storico-architettonico". Bisognerà inoltre fare una valutazione sul loro stato di conservazione, considerando che sono rimaste sepolte nella terra presumibilmente per decenni. "Una scoperta che aggiunge un capitolo intrigante alla storia di Rocca Brivio - conclude il presidente - sottolineando l’impegno costante della nostra associazione nel preservare e valorizzare il tessuto storico della comunità". Da anni l’associazione Roccabrivio svolge un’importante attività di cura e presidio dell’antico maniero seicentesco, dove i volontari eseguono pulizie e manutenzioni pressoché quotidiane. L’associazione è attiva anche nel promuovere, all’interno della Rocca, eventi culturali e di aggregazione. Il rinvenimento delle statue, a maggior ragione, testimonia gli sforzi compiuti dai volontari per cercare di valorizzare e far conoscere l’immobile. San Giuliano non è nuova ai ritrovamenti storico-archeologici. Nel 2017 le campagne di Sesto Ulteriano hanno restituito il coperchio di un antico sarcofago risalente al terzo secolo dopo Cristo. A fare l’inusuale scoperta è stato un attivista dell’associazione Italia Nostra. Anche in questo caso, del fatto è stato interessato il Comune. Una volta restaurato, il reperto verrà esposto allo Spaziocultura di piazza Vittoria. https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/spuntano-statue-dal-terreno-quattro-giganti-di-pietra-scoperti-per-caso-a-rocca-brivio-4ebfb44e
  7. Cremona Statuetta etrusca in bronzo ritrovata in un campo di Grontardo Il consigliere Bolsi: «La conferma è arrivata dal direttore del museo archeologico di Cremona, Marina Volontè, e dai suoi colleghi» La statuetta riovata e una veduta aereadi Grontardo GRONTARDO - Tracce della civiltà etrusca tra i campi attorno a Grontardo. La scoperta è avvenuta tempo fa grazie al ritrovamento di una statuetta di bronzo, rinvenuta in modo casuale da un cittadino che ha poi contattato il consigliere di maggioranza e responsabile della biblioteca di Grontardo Manuel Bolsi per l’identificazione del manufatto, risultato autentico e attribuibile all’antica popolazione italica che ebbe epicentro nell’odierna Toscana. Dall’antica Etruria, nel periodo di massima espansione, i ‘rasènna’ (come loro stessi si definivano, ndr) arrivarono a occupare territori del nord e centro Italia, basti pensare alla fondazione di Felsina, l’odierna Bologna, nel VI secolo a.c., la principale città dell’Etruria padana. L’offerente etrusco, la piccola statua in bronzo trovata a Grontardo «Sono stato contattato qualche tempo fa da un compaesano – spiega lo stesso Bolsi - che ha per caso intravisto questo piccolo oggetto, alto circa 9 centimetri, in un campo attorno al nostro paese. Una volta a casa l’onesto cittadino, che vuole rimanere anonimo, ha capito che si trattava di un oggetto particolare per forma, dimensione e materiale». E così è partita la procedura che ha portato ad identificare la statuetta come un reperto dei culti religiosi della civiltà etrusca. «Quando mi è stata portata la statuetta ho capito che poteva appartenere alla civiltà etrusca e la conferma è arrivata dal direttore del museo archeologico di Cremona, Marina Volontè, e dai suoi colleghi». L’oggetto è stato identificato come ‘l’offerente’, tipico dell’arte votiva della religione etrusca risalente al secondo o terzo secolo avanti Cristo. «Tutti i passaggi sono stati fatti secondo legge e dopo aver contattato il museo archeologico abbiamo interpellato anche la Sopraintendenza che, nella persona del funzionario competente per il nostro territorio Nicoletta Cecchini, ci ha permesso di tenere il manufatto in zona per poi consegnarlo al museo di Cremona dove troverà definitiva collocazione a breve». La scoperta, decisamente interessante, ha portato con sé anche altri quesiti riguardanti la provenienza della statuetta o il modo in cui è arrivata nel luogo del ritrovamento. Manuel Bosi «L’offerente, così come viene chiamata questa figura, è tipico della religiosità etrusca e dei riti che venivano compiuti. Ce ne sono centinaia esposte nei musei etruschi, il più famoso è a Bologna. Ma nel nostro territorio è davvero singolare. È stata ritrovata in un campo arato in una zona che corrisponde al confine di una centuria romana della prima centuriazione, ovvero quella del secondo secolo avanti Cristo che ospitò centinaia di coloni latini del centro Italia reimpiantati in queste zone. L’ ipotesi più accreditata, e che spero trovi conferma, è che sia traccia di questo passaggio anche perché sappiamo che gli etruschi si spinsero fino a Mantova nella loro espansione». Si tratterebbe dunque di un vero e proprio ritrovamento archeologico e non certo di un oggetto rubato e buttato nel campo. «Mi sento di scartare quest’ultima ipotesi anche perché, in caso, sarebbe stato più semplice, viste le dimensioni, piazzarla in qualche mercatino. E se fosse stato rubato l’avremmo certamente saputo. Credo invece che questo fatto possa essere interessante e soprattutto possa solleticare la curiosità degli addetti ai lavori per una ricerca storiografica più approfondita». Ovviamente bocche cucite sul luogo del ritrovamento, per evitare che curiosi o cacciatori di reperti arrivino a frotte magari muniti di metal detector. Sarà interessante capire se vi saranno ulteriori sviluppi, quantomeno per verificare se il piccolo bronzo non sia solo un ritrovamento occasionale ma faccia parte di un sito etrusco tutto ancora da scoprire. https://www.laprovinciacr.it/news/cronaca/428686/statuetta-etrusca-in-bronzo-ritrovata-in-un-campo-di-grontardo.html
  8. Nel segno della divulgazione, di una facile partecipazione, di un maggior coinvolgimento inizio questa discussione con lo scopo di indurvi a esporvi nel dire quale può essere la moneta, ma se volete anche le monete simbolo, quelle che ritenete le più rappresentative per iconografia e messaggio della zecca di Milano. Amplierei a qualunque moneta della zecca di Milano e dalla Milano romana alla chiusura della zecca. Mi piacerebbe oltre a postare una immagine che potete prendere anche dal web che però mi motivaste la vostra scelta. Vediamo gli orientamenti come uno splendido album che ci scorre davanti e presumo molte belle monete. Credo ci voglia anche questo per far partecipare, leggere, divulgare....con tranquillità e rilassatezza ....a volte la paura di scrivere c'è, vediamo di superarla insieme, qui vediamo solo belle monete simbolo. Inizio io uno con una moneta che credo rappresenti in modo splendido Milano, con la rappresentazione di 3 Santi, San Gervasio e San Protasio in coppia al diritto e Sant'Ambrogio da solo al rovescio. Simboli della cristianità e della tradizione popolare i primi due, il terzo anch'esso cristiano ma nel tempo simbolo dell'identità e della città. C'è molta Milano sia al dritto che al rovescio coi Santi, che nelle legende, a Enrico VII rimane la legenda in verticale al diritto, un piccolo promo per dire ci sono anch'io in tutta questa " milanesità ". La moneta è un grosso tornese di Enrico VII di Lussemburgo con periodo di emissione 1312 - 1313, moneta in argento, rara e anche molto costosa. Ne vediamo due, una meglio dell'altra, una da Varesi 70, l'altra da NAC 44.
  9. Buongiorno, allego foto di questa 5 LIRE 1815 di Maria Luigia, patina gradevole, gradito parere su stato di conservazione rarità e valutazione sul mercato.
  10. 1802 LUIGI SACCO (1769-1836) Medico. Medico chirurgo, studiò all'Università di Pavia, si laureò in Medicina, Chirurgia e Filosofia. Medaglia omaggio dei Bolognesi per l'introduzione della VACCINAZIONE. Bronzo, mm. 56 - Autore Petronio Tadolini. rif. LE MEDAGLIE "MEDICHE" DELLA COLLEZIONE LUIGI BELLONI n. 46 TURRICCHIA IL VENTENNIO NAPOLEONICO IN ITALIA ATTRAVERSO LE MEDAGLIE n. 306
  11. Buon giorno a tutti, sono fresco di questo forum che ho trovato per caso, volevo vedere se la particolarità da me evidenziata è così strana oppure normale. Mi riferisco alla numerazione consequenziale delle banconote contenute in una mazzetta, ovvero non partono mai dal n. xxx1 ma da un numero che come ho scoperto è solo il primo dopo l'ultimo della mazzetta precedente. Be e allora direte voi, la questione è che l'ultimo numero ultimo della mazzetta precedente non era 100 ma calcolato era 111, perché la numerazione in mazzetta è data da multipli di 9 dalla prima alla nona banconota, mentre la decima prende numero con + 18. il fatto che non partono mai con il n. 1 è perché eventuali refusi di stampa che vengono eliminati, vengono sostituiti con i primi il sequenza successiva. Per una maggior chiarezza allego un foglio di calcolo tratto da una mazzetta Numerazione € 10.pdf
  12. Prendendo spunto dalla nuova catalogazione, fatta dal Toffanin nel nuovo MIR, per le parpagliole della " PROVIDENTIA " attribuite a Filippo IIII, volevo aprire una discussione per avvalorare questa tesi e approfondirne gli aspetti con l' aiuto di tutti. Partendo dal fatto che già lo studio del 1991 di Anna Pia Dalle Vegre/ Eugenio Vajna dava una catalogazione più mirata alle parpagliole della provvidenza ( catalogate Tipo VI ) a differenza della catalogazione del Crippa, che tutte quelle che al R hanno le volute dello scudo concave sono di filippo III ( Crippa 20/F e 20/G ), andiamo ad analizzare perchè questa tipologia di parpagliola la si può attribuire a Filippo IIII ( MIR 371/1 e 371/2 ). Al Dritto questa parpagliola presenta lo scudo con le volute concave ed al suo interno le aquile hanno le ali spiegate. La legenda è la solita MEDIO LANI.D Nel Rovescio troviamo quelle particolarità del conio che la fanno attribuire a Filippo IIII, la legenda è sempre interrotta dalla testa della provvidenza: PROVI DENTIA All' inizio/fine della legenda possiamo trovare delle stelline o pallini. *PROVI DENTIA* .PROVI DENTIA. All' esergo al posto della data possiamo trovare: * quadrifoglio * . quadrifoglio . Il quadrifoglio può essere pieno o vuoto. Le stelline hanno fatto la loro comparsa nei conii sotto Filippo IIII nel 1657 con la coniazione dei filippi e mezzi filippi e nel 1630 nelle quadruple in oro ( per poi continuare, per i filippi, con Carlo II sotto la reggenza della madre ). Il quadrifoglio ha fatto la sua comparsa nel R come inizio leggenda nella parpagliola di Filippo IIII con il busto (MIR 372 moneta R/3 e difficilmente reperibile in buone condizioni). La provvidenza è raffigurata molto più grande che nelle altre parpagliole. Le lettere delle leggende al Dritto e al Rovescio sono grandi ( come quelle della parpagliola con busto e dei quattrini ). Tutto questo coniato in un flan molto grezzo e quasi mai rotondo, dove le leggende al Dritto e al Rovescio, di conseguenza, sono quasi mai sono complete. Anche il peso di questa tipologia di parpagliola è molto basso oscillando tra gr. 1,42 a gr. 2,42. Il peso di riferimento all' epoca doveva essere gr. 2,74.
  13. l'Italia non è fatta solo di famosissimi siti (Pompei, Paestum,...) o grandi città d'arte, vere eccellenze ma è anzi costituita da una maggioranza diffusissima di luoghi storici, archeologici e d'arte considerati da alcuni (molti?) minori. Questi luoghi pur non avendo una grande fama credo che meritino di essere comunque conosciuti. Questa settimana sono ripartiti gli scavi archeologici dell’Università degli studi di Bergamo al Castrum de Malenco / Castello di Caspoggio! Si tratta del principale centro fortificato della Valmalenco, nel cuore delle Alpi centrali a pochi chilometri dal confine italo-svizzero, un tempo residenza fortificata dei Capitanei di Sondrio tra XIII e XIV secolo. Quest’anno è stata avviata la collaborazione con il Preclab – Laboratorio di Preistoria, Protostoria ed Ecologia Preistorica, guidato da Umberto Tecchiati, per approfondire il contesto dell’età del bronzo individuato nel 2021 sotto il castello medievale. Parallelamente continueranno le indagini nell’area sommitale del castello, dalla quale non mancano già le prime sorprese. Si potranno presto seguire gli aggiornamenti della campagna 2023 sul diario di scavo che trovate a questo link Castrum de Malenco ha restituito negli ultimi 2 anni numerose vestigia dell’antico castello medievale. Sarà possibile confrontarsi con gli archeologi al lavoro e seguire apposite visite guidate da parte dei membri dello staff dell’Università degli Studi di Bergamo Il castello, situato su un poggio sopraelevato, è citato nelle fonti documentarie per la prima ed unica volta nel 1373, di proprietà della famiglia dei Capitanei di Sondrio, i fondatori di Castello Masegra. Una scalinata e i resti di un portale tardomedievale scoperti sotto le pietre crollate di un castello lombardo Veduta aerea dei ruderi del castello della Valmalenco @ Archeologia della Valtellina Medievale I conci che componevano un portale, un bassorilievo con motivi vegetali e una scalinata sono stati portati alla luce tra le rovine di un castello in provincia di Sondrio, nel territorio di Caspoggio, un comune alpino di 1338 abitanti, in alta Lombardia, a circa 5 chilometri in linea d’aria dal confine con la Svizzera. Il paese si trova a 1098 metri sul livello del mare, in Valmalenco, nelle Alpi centrali. La scalinata @ Archeologia della Valtellina Medievale La scoperta delle ore scorse è frutto di un ricerca che vede impegnati, da qualche anno, gli archeologi dell’Università di Bergamo. “Nel corso delle indagini 2021, a ridosso del limite sud del colle dove sorge il Castrum de Malenco, è stata aperta un’area di scavo dove alcune anomalie georadar indicavano la presenza di strutture sepolte. È stato così riportato alla luce il muro di cinta del castello. – spiegano i ricercatori – afferma il gruppo Archeologia della Valtellina Medievale – All’esterno vi era ancora il suo crollo, dal quale sono stati recuperati buona parte dei conci di un portale tardo medievale e un bassorilievo con un motivo a tralci di vite. Sotto il crollo è stata ritrovata una scalinata monumentale in pietra, probabilmente pertinente all’ultima fase di ricostruzione del fortilizio prima del suo abbandono. Ma queste sono solo le ultime fasi, nei prossimi post vi racconteremo il resto della storia di questo castello emersa dagli strati di terreno”. I conci del portale @ Archeologia della Valtellina Medievale Il bassorilievo con motivi vegetali @ Archeologia della Valtellina Medievale https://www.stilearte.it/una-scalinata-e-i-resti-di-un-portale-tardomedievale-scoperti-sotto-le-pietre-crollate-di-un-castello-lombardo/
  14. pepengi

    anello-sigillo religioso

    Buongiorno qualcuno sarebbe in grado di identificare questo anello-sigillo (credo religioso) in bronzo? sembra vecchiotto. Grazie a tutti e complimenti come sempre! Filippo
  15. Per par condicio ora devo mettere anche le mie monete medievali di Pavia, la mia città d’adozione. Pegione (Grosso) di Gian Galeazzo II Visconti 1359-78.
  16. giancarlone

    MONZA qualche medaglia del territorio

    Inizio questa discussione invitando gli amici ad aiutarmi nel descrivere le varie medaglie. 1856 D/ MARIA SINE LABE ORIGINALI CONCEPTA - in esergo ORA PRO NOBIS R/ AVGVSTISSIMI SACRAMENTI SODALITAS ADLECTA - al centro OSTENSORIO, sotto MODOETIAE / AD S. GERARDI / MDCCCLVI Bronzo argentato, mm.37x45 - Rif. MARTINI MEDAGLIE DEVOZIONALI CATTOLICHE MODERNE E CONTEMPORANEE (1846-1978) n. 5512
  17. Ciao ragazzi! Ecco la moneta che ho vinto con il concorso del cordusio! Bella vero? Volevo chiedervi un parere sulle condizioni..io l'avevo valutata sul qMB/MB..voi cosa dite?
  18. palpi62

    PAVIA simpatica medaglia

    Buongiorno, vi posto una simpatica medaglia di PAVIA in vendita sulla baia, speriamo che l'amico Apollonia ci sappia dire qualcosa in più. Grazie
  19. folleperifolles

    Brescia: denaro sottopeso o obolo?

    Buongiorno a tutti, condivido con voi un piccolo dubbio sull'identificazione di una moneta del comune di Brescia... Qualche anno fa mi sono aggiudicato in asta questa moneta, identificata dal venditore come un denaro del tipo MIR 108, il più comune della monetazione bresciana. Si tratta di un esemplare in condizioni non eccelse, ma mi aveva attirato per il peso di 0,28 g, piuttosto basso per la tipologia e più vicino a quello del mezzo denaro. Mi chiedevo se, anche considerando la mancanza di metallo sul bordo, ci sarebbero i margini per ritenere che possa essere un obolo... voi cosa ne pensate? Ex Inasta 93, 992 peso 0,28 g
  20. Sperando di fare cosa gradita segnalo agli appassionati di monetazione gonzaghesca e a tutti gli appassionati e curiosi numismatici la recentissima pubblicazione da parte di Nomisma della monografia sulla monetazione di Castiglione delle Stiviere. In questa corposa monografia, curata da Lorenzo Bellesia, viene rianalizzata l'intera monetazione di Castiglione e la relativa documentazione disponibile. Allego immagine della copertina. Nell'opera, che ho avuto il privilegio di leggere in anteprima, vengono presentati esemplari inediti ed immagini fino ad oggi non disponibili. L'autore propone anche nuove classificazioni e collocazioni cronologiche, elaborate procedendo ad un'analisi critica della bibliografia precedente, che ha sempre assunto in modo acritico (totalmente o quasi) le classificazioni proposte dal CNI. Un'opera che penso non possa mancare nelle biblioteche dei numerosi appassionati di monetazione gonzaghesca, lombarda ed imitativa. Buona lettura Mario
  21. Dalla interessante discussione sui QUARTARI di Genova, coinvolto dal denaro della REPUBBLICA AMBROSIANA, approfitto per postare qualche AMBROSINO seguendo la cronologia data dal recente studio di LORENZO BELLESIA apparso su CRONACA NUMISMATICA n.256 del novembre 2010. Tipo 1 si caratterizza per le scritte in verticale sul rovescio, ai lati di S. AMBROGIO. BELLESIA ne illustra 16 esemplari. Argento, gr.2,89
  22. Ciao amici del forum e degli Stati Preunitari, sperando di fare cosa gradita, vi propongo un video di "approfondimento" dedicato al Regno Lombardo-Veneto Ho messo la parola "approfondimento" tra virgolette in quanto può essere considerato tale per un pubblico che si sta avvicinando a questa monetazione: il video vuole proporre una panoramica della monetazione e della storia del periodo in oggetto, senza particolari pretese. Molte delle monete presenti nel video le ho comprate o scambiate con utenti del forum, magari qualcuno riconoscerà qualche tondello Spero che questo video possa far appassionare qualcuno al Regno Lombardo-Veneto come mi sono appassionato io.
  23. giancarlone

    MILANO ESPOSIZIONI 1871-1881-1894 e seguenti

    La prima esposizione di MILANO è del 1871, denominata ESPOSIZIONE INDUSTRIALE, dedicata a prodotti tessili, alimentari e alle più avanzate tecniche meccaniche e di edilizia. Localizzata nel salone appena restaurato dei GIARDINI PUBBLICI, con apertura il 2 settembre e chiusura il 2 ottobre. Vi furono 1190 espositori con la presenza di 90 mila visitatori. Bronzo, mm. 43,5
  24. Che ve ne pare? potrebbe considerersi FDC?
  25. Ho sempre avuto un debole per la monetazione milanese di Maria Teresa, abbiamo visto diverse monete in particolare della vecchia monetazione, della nuova un po' meno. Oggi vorrei parlare di una moneta che non ricorre molto, definita almeno R/2 sia da Crippa che dal MIR MILANO ed è il 5 soldi o quarto di lira, moneta coniata con Maria Teresa a Milano negli anni 1778 -1779 - 1780. Moneta d'argento che continuerà ad essere coniata con Giuseppe II successivamente, ha il classico schema di riportare lo scudo ornato con l'immancabile biscia al diritto e al rovescio il valore entro corona formata da rami di lauro e di palma. Moneta che io definirei nei tratti, essenziale, semplice, che richiama l'autorità emittente ma anche col giusto ricordo della città di Milano e il suo simbolo, il biscione. Vediamone una in dettaglio : D/ M . THER . D . G . R . I . H . B . R . A . A . D . MED . scudo ornato di biscia e sormontato da corona imperiale R/ 5 SOLDI su due righe entro corona formata da rami di lauro e palma legati da nastro, in esergo la data 1780 Argento, peso da 1, 44 a 1, 56 gr. , diametro 18 mm., rarità R/2 Riferimenti : Crippa 42 D, MIR 439/4, CNI 142 Per il momento vediamo questa moneta, poi se vorrete, si potrà aggiungere altro, o altre monete anche da aste.
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