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VENETICA pareri


palpi62

Risposte migliori

Supporter

Buonasera, chiedo un parere agli esperti, esiste questa moneta in bronzo?

Grazie

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peso e diametro?

potrebbe benissimo essere una veneta a bassissimo contenuto d'argento aggredita e corrosa.

mi par di ricordare che nel Pautasso si facesse riferimento di sicuro a esemplari suberati, ma non ricordo se in relazione alle venete o ad altre settentrionali. quando torno a casa, se ho 10 minuti libri, verifico

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confermo che è possibile trovare esemplari veneti così sviliti in argento da sembrare praticamente di bronzo. Resta ancora da capire bene se vi fosse solo un'argentatura superficiale o se invece fosse fatta un'operazione di blanching su una lega di bronzo a basso contenuto di Ag

Bellissimo esemplare tra l'altro...

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Supporter

@@grigioviola@@etrusco grazie per i vostri interventi, peso gr. 3,17 diametro mm. 16

Se riesco la compro per togliere i dubbi sul materiale.

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Pautasso scrive:

"Le monete preromane dell'Italia Settentrionale", p. 93:

Così avviene anche per le dramme padane che, iniziate con titolo di poco inferiore alla dramma massaliota, gradualmente peggiorano fino a diventare (nei tardi esemplari del tipo "Rikoi") di lega così bassa da assumere tutto l'aspetto della moneta di bronzo.

In merito alla composizione della lega riporta le sole analisi note (fino ad allora) notando come dal contenuto di argento pari a 500,7 millesimi del tipo 6 si passi a 435 millesimi con il tipo 9a (tesoretto di Manerbio). Contemporaneamente, al calare dell'argento nella composizione della lega salgono sia il rame che, soprattutto, stagno e piombo.

Affronta poi la questione dei suberati:

"Le monete preromane dell'Italia Settentrionale", p. 95:

[...] Anche la monetazione padana non resta immune dalle emissioni suberate. E' probabile che, specie nel periodo in cui più intensa era l'alterazione monetaria romana, si sia verificato un afflusso di denari suberati nelle regioni cisalpine, tra popolazioni cui erano poco note le caratteristiche dell'alterazione e che queste, dalla esperienza subitane, abbiano appreso il procedimento.

tra i rintrovamenti citati:

- esemplare tipo "Rikoi" di Palazzo Pignano

- esemplare del tipo 8b alla stipe Baratella di Este (PD)

- alcuni esemplari del tipo 9A e uno del tipo 9C nel copioso ripostiglio di Manerbio (BS)

Il tipo 8b è della medesima area di emissione della tua, che - dovessi classificarla - mi sembra riconducibile al tipo 8c.

La lega del tuo esemplare credo abbia un bassissimo tenore di argento il che, suppongo, porta a pensare che in origine fosse caratterizzata da un mero imbiancamento superficiale.

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...è una bella dracma venetica, presente in gran parte dei musei dell'area triveneta.

Forse Padova era l'area di produzione di questo tipo, ma non è escluso che ci fossero altre "zecche itineranti" su tutta l'area da Este ad Altino (mancano dati certi) e molte sono le varianti. - Vedi Pautasso. e Lanz

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Grazie per i pareri, ma visto quello che era successo ad un utente del forum con le Celtiche, ho deciso di non puntarla, non si sa mai. ;)

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...è una bella dracma venetica, presente in gran parte dei musei dell'area triveneta.

Forse Padova era l'area di produzione di questo tipo, ma non è escluso che ci fossero altre "zecche itineranti" su tutta l'area da Este ad Altino (mancano dati certi) e molte sono le varianti. - Vedi Pautasso. e Lanz

confermo che Pautasso indica Padova quale area di produzione.

a mio avviso, trattandosi di moneta in uso alle popolazioni venetiche, ritengo maggiormente probabile la presenza di più centri di produzione radicati nel territorio con scambio di maestranze (un compromesso tra una zecca itinerante e un'officina di produzione locale) e quindi sottoposte a una sorta di controllo globale.

Este, Altino e Padova sono centri probabili. Su Este (e Altino) ci metterei quasi la mano sul fuoco vista l'importanza dei centri in questione e alla ricchezza di ritrovamenti in situ.

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Grazie per i pareri, ma visto quello che era successo ad un utente del forum con le Celtiche, ho deciso di non puntarla, non si sa mai. ;)

in via prudenziale, nel dubbio hai fatto bene.

ma se si trattava di un venditore ufficiale non avresti comunque avuto nulla da temere. il caso sollevato su altre celtiche era più particolare (monete similari messe in vendita ripetutamente da un medesimo venditore per un periodo limitato e ristretto nel tempo) nonostante anche lì credo abbiano gran poco da temere i collezionisti loro malgrado coinvolti (se non, al peggio, la perdita delle monete... ma anche qua la vedo dura).

le dracme venetiche sono alquanto comuni e spesso e volentieri saltano fuori in varie aste e presso vari venditori professionali. girano le collezioni da secoli e l'equivalenza dracma italica = fresca di scavo è un'equivalenza che non può e non deve valere in senso assoluto... altrimenti è estendibile verso qualsiasi tipologia di moneta.

credo che il caso in questione sia stato mosso da precisi elementi molto circostanziati.

piena fiducia nell'operato delle forze dell'ordine.

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