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Traiano Decio e la Dacia


Legio II Italica

Risposte migliori

Negli ultimi anni di permanenza della Dacia come provincia dell’ Impero romano , la Dacia venne celebrata nelle emissioni monetali di Traiano Decio come Dacia e Dacia Felix , al pari della natia Pannonia dove erano invece rappresentate le due Pannonie Inferiore e Superiore ; fu infatti il primo Imperatore di provenienza dall’ area illirica , seppur di origine italica .
Il punto e’ capire per quale motivo Traiano Decio abbia emesso due monete celebranti la Dacia con due legende diverse , la risposta la puo’ dare soltanto la storia recente di questa ultima ed estrema provincia romana . Precedentemente ed anche sotto il principato di Filippo , la Dacia venne ripetutamente saccheggiata da Goti e Carpi in quanto truppe stanziate in questa regione furono utilizzate da Gordiano III per la sua campagna militare contro i Persiani , indebolendo in tal modo i confini di questa regione ; infatti al tempo di Filippo la Dacia subi’ importanti saccheggi da parte dei Carpi tanto che molti residenti in Dacia si rifugiarono in Mesia , Filippo cerco’ di rimettere in sesto la provincia ma senza reintegrare nuove forze militari , fu anche aperta una nuova zecca provinciale nell’ antica capitale dei Daci a Sarmizegetusa che rimase aperta per circa un decennio ,
emettendo monete con la legenda Provincia Dacia ; fu questo momento l’ ultimo periodo felice e prospero della Dacia .
Con l’ avvento all’ impero di Traiano Decio , questi continuo’ l’ opera di ricostruzione della provincia e risalgono a questo breve periodo felice , le due emissioni della Dacia e della Dacia Felix , infatti poco dopo ripresero le invasioni di Goti e Carpi in Mesia e in Dacia tanto che i provinciali di Dacia in seguito ai restauri apportati , nominarono Decio “Restitutor Daciarum”; finche si giunse alla battaglia di Abritto dove Traiano Decio e suo figlio Erennio Etrusco , trovarono la morte nel 251 .
Nelle due monete vediamo la rappresentazione femminile della Dacia con abito romano , in una mentre regge una insegna militare , mentre nell’altra moneta regge un vessillo con testa di lupo , il Draco dei Daci , che venne poi adottato come insegna anche dall’ esercito romano .
Insomma da Dacia rappresentava anche in questo pericoloso periodo una importante provincia per Roma e fino all’ ultimo fu difesa , aiutata e ricostruita ; anche Aureliano prima dell’ abbandono definitivo emise una rara moneta emessa dalla zecca di Mediolanum con la Dacia Felix , a riprova che l’ Impero tento’ fino all’ ultimo di conservare questa provincia traianea .
Sotto le due monete di Traiano Decio , quella di Aureliano e la moneta provinciale emessa a Sarmizegetusa da Filippo , con i simboli delle due Legioni li’ stanziate : la V Macedonica con il simbolo dell’ Aquila e la XIII Gemina con il simbolo del Leone , in esergo AN . II = (anno secondo) .

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Molto interessante ricordare che fu trovato a Roma nel 1621 un enorme e bellissimo sarcofago senza iscrizione , che e’ chiamato : "Sarcofago Grande Ludovisi" per distinguerlo da un’ altro “piccolo” ma di altro periodo storico . Questo “grande” è un sarcofago romano del III secolo conservato attualmente a Palazzo Altemps a Roma . È purtroppo mancante del coperchio , infatti si conserva soltanto la cassa , mentre il coperchio , fu esposto a Magonza sotto il fascismo e andò distrutto sotto i bombardamenti in Germania nel 1945 : vi erano raffigurate scene di barbari sottomessi e una figura femminile in busto ; il sarcofago e’ alto 1,53 metri, lungo 2,73 metri e profondo 1,37 metri .
Si tratta di una delle opere della scultura romana più famose e controverse , proveniente da una tomba trovata presso la Porta Tiburtina delle mura aureliane e scoperta nell’ anno 1621.
La cassa trattata ad altorilievo è decorata da una grandiosa scena di battaglia tra Romani e barbari probabilmente Goti o Carpi a giudicare dall' abbigliamento . Tutta la superficie è animata da un groviglio di figure , un accatastarsi di guerrieri , tra i quali spicca al centro la figura dal generale a cavallo con un braccio alzato che fa intendere l’ incitamento alla battaglia in corso . Il personaggio è ritratto in maniera precisa con la testa barbuta ed espressiva , con un segno di croce a "X" sulla fronte , che sembra essere un riconoscimento all' iniziazione mitraica , questo ha permesso di identificarlo con uno dei figli di Traiano Decio , Ostiliano , del quale si conoscono altri due ritratti con lo stesso segno di iniziazione e con tratti somatici simili , oppure più probabilmente e' il figlio maggiore Erennio Etrusco che morì in battaglia insieme al padre ad Abrittus contro i Goti di Cniva nell’ anno 251 .

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Considerando che nella prima risposta ho citato il "Sarcofago Ludovisi"  "Grande" , mi sembra corretto spiegare perché questo aggettivo di "Grande" ;  cio' fa supporre che ne esista una "Piccolo" , come in effetti e' . Lo cito anche se non entra nel tema del post , giusto per curiosita' .

 

Il Sarcofago "Piccolo Ludovisi" è un sarcofago romano della fine del II secolo conservato anche questo come il “Grande” a palazzo Altemps a Roma , entrambi erano di proprieta’ del cardinale Ludovico Ludovisi degli inizi del XVII secolo , da qui’ deriva il nome dei due Sarcofagi . Prima del suo restauro , il sarcofago era stato come tatnti altri reperti del genere , la vasca di una fontana come si puo' vedere dalla presenza di un foro praticato nella parte sinistra .
La cassa ad altorilievo , è decorata da una grandiosa scena di battaglia tra Romani e barbari , forse i Sarmati Iazigi o Quadi Marcomanni , anche a causa della datazione del Sarcofago stabilita dagli archeologi . Il personaggio principale della scena è ritratto con uniforme militare e con elmo , la testa è purtroppo rovinata . Il personaggio raffigurato , probabile proprietario del sarcofago , potrebbe essere uno dei tanti Comes , Legati imperiali , che accompagnarono Marco Aurelio durante le guerre contro i barbari dell' Est europeo lungo le frontiere danubiane , in modo simile al sarcofago di Portonaccio che abbiamo visto in un precedente post .

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  • 7 anni dopo...
Supporter

Buongiorno, l’acquisto della mia primissima moneta, appena pochi giorni fa, un antoniniano di Traiano Decio con Dacia (RIC 12b secondo quanto indicatomi), mi ha portato a cercare immagini di reperti e tracce della vita dell’imperatore e della sua famiglia (famiglia che cercherò di “riunificare” con antoniniani della moglie Erennia Etruscilla e dei due figli Erennio Etrusco e Ostiliano).

Ho trovato di grande interesse e utilità le informazioni offerte in questa discussione e sperando di fare cose utile aggiungo le immagini di:

1) Un cippo (CIL XIII, 9123) conservato nel Wetterau-Museum, che attesta la nomina di Erennio e di suo fratello Ostiliano al rango di Cesari.

2) L'itinerario di Cniva e degli scontri fino al decisivo scontro di Abrittus.

3)  Un’immagine  del campo di battaglia della battaglia di Abrittus nella valle del fiume Beli Lom.

4) Reperti provenienti dal luogo della battaglia

5)   Un’immagine della rievocazione realizzata nel 2021, in occasione dei 1770 anni dalla battaglia.

6)  Immagini dell’attuale area archeologica sul sito della fortezza romana di Abrittus.

A presto

Lucius LX

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Benvenuto.

Complimenti , hai intrapreso la via più soddisfacente,non il mero possesso della moneta ma anche la ricerca della conoscenza,vero arricchimento del  collezionista.

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E' una "tragedia storica" che nella Storia Augusta siano andate perse le Vite di tanti Imperatori , opera che sarebbe dovuta essere il logico proseguimento delle Vite dei dodici Cesari di Svetonio , in primis Nerva e Traiano , poi la grande lacuna da Filippo l' Arabo fino a Volusiano , quasi 10 anni cruciali e in piena crisi dell' Impero romano . Perdita con tutta probabilita' casuale , ma si sospetta anche , voluta . 

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