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Panorama Numismatico ottobre 2016


Risposte migliori

Segnalo l'uscita del n. 321 di Panorama Numismatico

questo il sommario

  • Curiosità numismatiche – Pag. 5
  • Roberto Diegi, Galla Placidia. Una imperatrice ancora poco conosciuta – Pag. 9
  • Giovanni Longo, Una rara moneta del canavese ritrovata. Il grosso dei conti di San Martino – Pag. 15
  • Giovanni B. Vigna, Michele Chimienti, Guglielmo Cassanelli, Incisori di conii monetari nella Bologna del XIX secolo. Un bolognese prestato a Milano: Luigi Manfredini – Pag. 23
  • Pierluigi Canoro, Note su due varianti inedite di follari salernitani – Pag. 34
  • Claudio Cassanelli, Cesare I d’Este. Contraffazione ad imitazione della moneta polacca dreigroscher o artilucco  – Pag. 37
  • Alberto Castellotti, Un galeone per l’isola che non c’è – Pag. 41
  • Fabio Robotti, La medaglia per l’ultima cavalcata del Possesso nella Roma Pontificia – Pag.  43
  • Giovanni Ardimento, Le prime emissioni della Banca Nazionale del Regno: problemi tecnici, monetari e finanziari – Pag. 50
  • Notizie dal mondo numismatico – Pag.  53
  • Recensioni – Pag. 55
  • Emissioni numismatiche 2015 – Pag. 56
  • Numismatica 2016 – Pag. 61
  • Mostre e Convegni – Pag. 62
  • Aste in agenda – Pag. 63

Copertina_n321.jpg

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  • 2 settimane dopo...
Supporter

Buona serata

Arrivato e letto alcuni articoli nel mio percorso in metropolitana casa - ufficio e viceversa.

Molto interessante il grosso "COMES" raccontato da Giovanni Longo; non ne conoscevo l'esistenza .... sapevo dei tipi di Chivasso a nome di Teodoro e Giovanni Paleologo, riportati dal volume di Gamberini - parte III - de "Le imitazioni e le contraffazioni monetarie del mondo".

Bravo ad averne scritto. Complimenti!

Mi è piaciuto anche l'articolo di Alberto Castellotti; peccato per la foto poco chiara della galeazza sul ducatone. Indubbiamente è una galeazza "bastarda" (più grande e più invelata delle galee normali) e con 3 fanali di poppa, come quelle che imbarcavano l'ammiraglio.

Vero che Mantova non ha il mare .... eppure anche i Gonzaga hanno partecipato alla battaglia di Lepanto, certamente non con imbarcazioni proprie, ma "ospiti" su imbarcazioni di altri Stati.

saluti

luciano

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Certamente interessante lo scritto di Alberto Castellotti, una bella narrazione su una moneta rarissima e probabilmente poco nota ai non cultori di numismatica mantovana.  I magnifici Gonzaga ancora una volta trovano  modo di esaltarsi attraverso la loro affascinante simbologia anche nel momento conclusivo del potere del ramo di Mantova e dell inizio della definitiva decadenza  con i duchi di Rethel.

Modificato da vannilo
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Supporter

Buon pomeriggio

Letto anche l'articolo di Vigna, Chimienti e Cassanelli. Una vera manna per gli appassionati di monetazione bolognese e non solo ..... avere chi, con passione e professionalità, si va a leggere ciò che si trova negli archivi (non per tutti accessibili) e lo riporta divulgando con semplicità e completezza è meritorio.

Se poi ci scappano informazioni che interessano anche altre monetazioni (in questo caso quella milanese), ben venga.

Comlimenti.

Molto interessante anche l'articolo di Fabio Robotti "La medaglia per l'ultima cavalcata del possesso nella Roma pontificia". Mi piace leggere questi racconti; uno spaccato di consuetudini che coinvolgevano l'intera popolazione, con tutto il corollario denso di significati come in questo caso, sia religiosi, sia storici.

A Roma si parlava di "cavalcata" e a Venezia di "andate"; la prima era unica e specifica per l'intronizzazione del Papa, quindi per un evento soprattutto religioso (oltre che politico), le seconde - giacché erano più d'una nel corso dell'anno - erano fatte a piedi e soprattutto erano laiche (oltre che religiose).

saluti

luciano 

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Finalmente oggi è arrivata la mia copia, giusto in tempo o avrei dovuto aspettare il prossimo mese per poter commentare gli articoli.

Da una veloce visione come sempre tutto molto interessante, mentre sfogliavo la rivista a pag. 53 mi ha colpito una notizia sicuramente passata in sordina ai più, il fatto che la Zecca Olandese di Utrecht sia fallita e quindi sia posta in vendita dallo Stato, a causa di una commessa del Cilena rifiutata da questo stato dopo che la Zecca aveva coniato i tondelli difettosi.

Una Zecca storica che chiude i battenti dopo 450 anni di attività, oltre a questo la Zecca Olandese coniava monetazione attuale in Euro per se e per altri stati facenti parte dell'Eurozona, quindi le monete Olandesi dovranno molto probabilmente essere coniate in altri stati, creando delle emissioni Olandesi con dei segni di Zecca di altri stati, come ora accade per le monete Greche del 2002, o come le Commemorative di Malta e del Lussemburgo.

Mi spiace che una Zecca chiuda, perché rimane sempre un patrimonio del proprio Stato come le monete che sono state coniate nel tempo dalla stessa, credo che un pezzo di storia dell'Olanda si stia perdendo e con esso un pezzo di storia dell'Europa.

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Finita la lettura di questo numero, Bello il primo articolo che apre la rivista con una panoramica sugli errori nelle monete, come si evince dalla moneta da 50 Pesos del Cile, tutto il mondo è paese, infatti le tre tipologie di monete con l'errore e con la variante firma incisore e non, mi fanno tornare alla mente quello che accadeva con le lire coniate dalla nostra Zecca a Roma, le innumerevoli monete che sono catalogate nel volume dell'Attardi.

Galla Placida, mi è piaciuto molto l'articolo anche perché di recente ho avuto la possibilità di visitare Ravenna ed insieme ai meravigliosi mosaici della Basilica di San Vitale ho visto anche il mausoleo di questa Imperatrice e posso garantire che entrambe lasciano senza fiato per la loro bellezza, oltre a questo a vicino alla basilica vi è il Museo Archeologico con una bellissima esposizione di monete medievali (il ripostiglio di via Luca Longhi a Ravenna) una splendida collezione che merita di essere vista.

La moneta ritrovata dei Conti di San Martino ci insegna che in numismatica la parola fine non è mai scritta e che le scoperte sono sempre dietro l'angolo.

L'articolo su Luigi Manfredini apre una splendida pagina di storia oltre che una visione di un gran numero di monete, per il fatto che in quegli anni erano talmente veloci i cambiamenti politici ed anche le monete cambiavano altrettanto velocemente, questo argomento si collega molto bene al recente volume pubblicato da un utente del sito.

L'articolo dedicato alle medaglie mi ha fatto conoscere un altra usanza che ancora oggi i Papi continuano a mantenere, il possesso della Basilica di San Giovanni in Laterano, ovviamente con come in passato con la cavalcata che attraversava tutta Roma ma in maniera più sobria, ma comunque rispettando questa antica tradizione.

Le banconote della Banca Nazionale del Regno, le prime emissioni e i problemi tecnici, con le banconote fatte stampare negli USA.

Un complimento a tutta la redazione e a tutti gli autori di articoli e delle rubriche.

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  • ADMIN
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Interessante l'articolo sul Manfredini. Significativa la segnalazione sul contenzioso economico in merito alle incisioni delle lire e zecchini del giuramento. Anzi mi piacerebbe saperne di piú. Nell'Archivio di Stato a Parma è infatti conservata lettera simile del Manfredini che si lamenta come lui, il Salvirch e altre maestranze non fossero ancora state retribuite per i lavori inerenti alle monete di Parma.

Non sono del tutto d'accordo con gli autori in merito al confronto tra il busto sulle 5 lire di Maria Luigia e quelle di Napoleone. Gli autori sono chiaramente differenti in quanto sebbene il Manfredini sia autore del dritto, il busto di Maria Luigia ricalca di fatto l'opera del Santarelli e già appariva praticamente identico sulle medaglie dell'ingresso e per il ponte sul taro nel 1818.

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3 ore fa, incuso dice:

Interessante l'articolo sul Manfredini. Significativa la segnalazione sul contenzioso economico in merito alle incisioni delle lire e zecchini del giuramento. Anzi mi piacerebbe saperne di piú. Nell'Archivio di Stato a Parma è infatti conservata lettera simile del Manfredini che si lamenta come lui, il Salvirch e altre maestranze non fossero ancora state retribuite per i lavori inerenti alle monete di Parma.

...

Ti allego la parte della documentazione di archivio Milanese che Arnaldo Turricchia riporta nel suo volume sulle medaglie del Manfredini, relativamente al contenzioso economico del Manfredini. Si tratta di note che riportano la trascrizione delle pressochè integrale lettere su tale oggetto.

Turricchia1.jpg

Turricchia2.jpg

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  • ADMIN
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Interessante, grazie! In effetti nella petizione presentata a Parma sottolineano bene che il lavoro era totalmente estraneo ai loro doveri d'ufficio. Però questa vicenda non so come sia finita...

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@incuso

Più complesso il discorso relativamente all'incisione del conio di Maria Luigia. Questi i fatti:

- La moneta venne incisa e coniata a Milano e non a Parma, lo attestano la melograna e la lampada al D/, simbolo rispettivamente di mastro di zecca (chi, non mi è noto) ed incisore (Manfredini).

- Elvira Eliza Clain-Stefanelli nel suo libro "Italian coin engravers since 1800" attribuisce l'incisione al Manfredini.

- Anche L. Forrer nel III volume del suo Dizionario dei Medaglisti e Incisori (1907) attribuisce la serie monetale di Parma (M. Luigia) a Manfredini.

- del Santarelli scrive il Forrer (vol. V, p. 335): "Santarelli worked for some time at the Milanese Mint, and from there was sent to Parma as Engraver to the Mint of that city. By him are said to be the dies for the coinage of Felix and Eliza for Lucca and Piombino (1805-1814) and Marie Louise for Parma,1815 (after Manfredini's models), but the accuracy of this statement I cannot substantiate.". Pone dunque la possibilità di un'opera di collaborazione, ed anzi attribuisce al Manfredini i modelli del ritratto. Lo stile è quello delle medaglie anzinominate, che furono comunque coniate successivamente (tra il 1816 e il 1821) al 5 Lire (si noti, ovviamente, la diversità dei rilievi che presuppone l'utilizzo di punzoni diversi).

In definitiva è chiaro come Santarelli abbia rivestito un qualche ruolo in tutto ciò, tuttavia subalterno al Manfredini almeno per quanto riguarda la monetazione (il simbolo in basso al D/, la lampada ad olio, è indiscutibilemte riferito a quest'ultimo in qualità di incisore o capo-incisore).

N.B. Immagino che nella petizione di Manfredini per Parma si faccia riferimento proprio a questa monetazione: sono esplicitate le tipologie per le quali si richiede la retribuzione? Solo oro e argento o anche rame?

 

Modificato da Giov60
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  • ADMIN
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Mah, credo anche io che l'opera sia di Manfredini. Però lo stile è quello del Santarelli e deriva da un suo modello in cera inizialmente usato per la medaglia dell'ingresso e quella del Taro (entrambe del 1818).

zz.jpg

 

Sulle medaglie (sicuramente coniate a Milano, ma i cui punzoni forse furono preparati a Firenze) fu riportato in maniera assai fedele. La testina presente sulle monete (prodotte dal 1819) personalmente credo sia una rivisitazione di questo modello e, come dicevo, non dubito sia opera di Manfredini.

x2.jpgzz2.jpg

 

Però dato il modello non penso abbia potuto distanziarsene piú di un tanto ;)

Ok sono stato prolisso ma spero di esser stato chiaro.

 

 

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@incuso

Avevo modificato il mio messaggio (ahi ... ahi ...) e questo può essere passato inosservato. Chiedevo: "Immagino che nella petizione di Manfredini per Parma si faccia riferimento proprio a questa monetazione: sono esplicitate le tipologie per le quali si richiede la retribuzione? Solo oro e argento o anche rame?"

Infine una sottolineatura che davo per scontata: la monetazione di M. Luigia vede come prima data il 1815. Ciò non significa, chiaramente, che sia stata coniata in quell'anno, probabilmente in periodo successivo, però è probabile sia antecedente ai modelli e conii delle medaglie del Santarelli.

MariaLuigia.jpg

Modificato da Giov60
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  • ADMIN
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No, è certo che l'opera del Santarelli sia antecedente. Il progetto sia della monetazione che delle medaglie nasca con il Ducato e anzi praticamente prima se diamo fede al Manfredini stesso.  La prima medaglia del Santarelli è del 1818 mentre le monete vengono battute inizialmente a fine 1819 (la zecca da ufficialmente la disponibilità a giugno 1819 ancora ad ottobre 1819 si fanno modifiche ai disegni). 

Della petizione non ho la data. Possibile che non l'abbia fotografata in quanto sul retro (ma improbabile). 
 

Cita

 

Sino dall'anno 1815 d'ordine verbale del fu sig. conte barone Isimbardi in allore direttore dell'I.R. Zecca, e d'intelligenza col sig. cons. (?)Metz, intrapresero i sottoscritti l'incisione di tutte le matrici, Ponzoni, e conii per la monetazione del GranDucato di Parma, Piacenza e G.

...

Trascorsi due anni e piú da quando i sottoscritti avevano compito...

 

I due anni sarebbero quindi 1821 (consistente con il contenuto del faldone 1817-1821).

A proposito, c'è la firma del Salvirch, conferma ragionevole che il rovescio sia il suo.

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Sempre a Ravenna nel Museo Archeologico che si trova accanto alla Basilica di San Vitale oltre a dei splendidi mosaici, le statue, i dipinti ecc. ecc. si trova anche una bellissima collezione numismatica, "Il tesoro di Via Luca Longhi a Ravenna" che consiglio di andare a vedere a chiunque si trovi li di passaggio.

Una foto della sala con le teche dove sono conservate le monete.

SAM_3524.JPG

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A proposito di cieli blu di V sec. vorrei segnalare una chicca poco conosciuta, Santa Maria della Croce di Casaranello a Casarano in Puglia. la scoprii per caso anni fa durante le ferie estive,

Fu una rivelazione, un'epifania,non dico che sia al pari del mausoleo di Galla Placidia del battistero di Albenga,ma sicuramente è una delle testimonianze musive tardoantiche più importanti d'Italia.

Consiglio vivamente una visita a chi dovesse ,per sua fortuna,trovarsi a viaggiare per le Puglie.

Saluti.

ADELCHI.

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