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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 28/03/2020 in tutte le aree

  1. Buongiorno a tutta la sezione. È da un po di tempo che ho abbandonato la ricerca di Piastre. Sia per l'elevato prezzo di d'acquisto, anche delle annate più comuni.... Che della reperibilità dei pezzi mancanti. Ho deciso di dedicarmi ai piccoli nominali, gli spiccioli in rame di Ferdinando IV. Trovo molto stimolante la ricerca e lo studio dei conii. .... E poi a vederli tutti nei vassoi sono uno spettacolo! Stamattina li ho messi insieme per farveli vedere e farvi provare la stessa emozione che ho provato io. ? Un caro saluto, Rocco.
    8 punti
  2. Forse di antiche origini enotrie (XI sec. A.C.) , dalla fine dell'Impero Romano in occidente, Rossano diventa centro importante dei domini in Italia dell'Impero di oriente essendovi anche la sede dello stratego di Bisanzio : e bizantina, la città resterà fino al 1059 quando diverrà parte del ducato di Puglia e Calabria costruito dal normanno Roberto il Guiscardo, conquistando la Calabria bizantina . Nella cattedrale cittadina, intitolata a Maria Santissima Achiropita, viene portato, forse attorno al 640 o più tardi ad inizio VIII sec., probabilmente da monaci greci da Antiochia di Siria, il codice purpureo, opera attribuita al V-VI sec. composta da 188 fogli di pergamena appunto di colore rossiccio, con 15 miniature : ritrovato casualmente nella sacrestia nel 1879, è un rarissimo, superbo evangeliario (mancano 2 Vangeli) manoscritto in greco con scrittura onciale ad inchostro in oro e argento, tra pochissimi altri manoscritti assimilabili pervenutici . Nei presunti tempi di arrivo in Italia di questo prezioso documento, erano forse circolanti solidi d'oro bizantini quali ad esempio quelli di Eraclio II (610-641) con leggende ancora in latino, o quelli più tardi di Costantino V (741-775) con leggende ora in greco .
    6 punti
  3. Ciao Paolo, Ottima idea per la copertina del mio studio ? condivido la foto della famigliola: Tutto il rame di Ferdinando IV.
    4 punti
  4. Quello riportato da @apollonia è un discorso che può essere condiviso in parte (almeno secondo il mio giudizio), perché: 1- l'idea che i parlamentari si decurtino una parte del proprio stipendio ( non proprio misero) per l'acquisto di materiale sanitario sia giusta o al meno degna di essere presentata; 2- il bombardamento costante per l'elemosinare soldi, pur essendo per un giusto fine, è un po' assurdo, con tutti i soldi che già lo stato riceve dalle nostre tasse .... Cosa dobbiamo fare ancora: politici iniziate a fare qualcosa pure voi dal momento che siete ben pagati, e non demandate tutto sulle spalle dei cittadini; 3- la denuncia dell'aumento degli stipendi dei politici è altrettanto condivisibile, soprattutto in un momento di crisi; 4- ed anche la frustrazione dei cittadini sulla troppa burocrazia per accedere agli aiuti/sovvenzioni/bonus non credo sia sbagliata. Non condivido però la lamentela sulle multe salate per i trasgressori: diciamocelo con franchezza in Italia se non si usa il pugno di ferro sono pochi coloro che rispetterebbero la legge da soli, perché siamo un popolo di furbi che vogliono sempre trarre vantaggio da ogni situazione e pensano sempre di poter evitare il proprio dovere o i propri obblighi civili. Mi domando come si può pensare di fare in gruppo delle gite al mare, o delle partite di calcetto, o andare a sciare, o scappare in massa dalle città del nord . Quando c'è stata la fuga di notizie sul primo provvedimento limitativo, decine di migliaia di persone hanno preso d'assalto i treni diretti al sud.... e nessuno ha pagato per questo. In un altro Paese i treni sarebbero stati bloccati e rispediti al nord con tutti i passeggeri (e come minimo multati) mentre coloro che hanno spifferaro la notizia sarebbero processati per divulgazione di un segreto di stato e i Mass media che lo hanno diffuso sarebbero ugualmente multati. Basta con lo stupido buonismo e con lo sciocco immobilismo: questi errori politici hanno costato vite umane , per non parlare del dolore delle persone (e per i più veniali anche tanti ma tanti soldi).
    4 punti
  5. Che il virus si sia manifestato per primo in Cina è un fatto, così come lo è che i cinesi ce ne hanno messo di tempo prima di accorgersi della sua pericolosità e comunicarla al mondo (e sicuramente, un po', ci hanno anche marciato). Ma non abbiamo forse fatto lo stesso anche noi? Ricordate quel politico, non senza seguito, che quando si sono manifestati i primi focolai e sono state istituite le prime zone rosse nel lodigiano, chiedeva di riaprire subito tutto? E gli inglesi? Leggete questo articolo https://www.repubblica.it/esteri/2020/03/28/news/londra_l_attacco_di_lancet_al_governo_johnson_un_ritardo_scandaloso_abbiamo_perso_tempo_in_maniera_criminale_-252544633/?ref=RHPPLF-BH-I251578299-C8-P1-S4.2-T1 E Trump? E gli italiani che l'ultima domenica in cui era permesso uscire (ma il virus e la sua pericolosità erano già conclamati anche da noi) hanno affollato spiagge e piste da sci? Forse dovremmo chiedere i danni a tutti, o forse a nessuno, è andata così, e non è questo il momento di cercare delle responsabilità che porterebbero, inevitabilmente e solo, a uno scaricabarile. petronius
    3 punti
  6. Il RIC volume X ne classifica uno al n. 1546, zecca di Lione, se non erro Ecco grazie a @poemenius
    3 punti
  7. Ciao Rocco, ricostruisco la tua giornata: stamattina sei sceso in cantina e hai preso il paiolo enorme dove tieni le monete ( come il mio ) quindi, dopo averle delicatamente rimestate, le hai versate sul tuo tavolo di cucina, con grande gioia di tua moglie (!) e di tutti Noi. E' andata così vero ? O no ? Ciao un Abbraccio telematico, Beppe
    3 punti
  8. Ciao a tutti, come "Numero 1" posso considerare questo testone di Pio IV (1559-1565), che è effettivamente il primo in assoluto ad essere entrato nella mia collezione di testoni papali, quella che ritengo la collezione della mia maturità numismatica. Non è quindi la prima in assoluto, per la quale bisogna andare al 1997, quando acquistai da un numismatico della mia zona una coppiola composta da un 10 lire "Biga" del 1927 e un 5 lire "Fecondità" del 1936, che in seguito cedetti insieme a tutta la raccolta del Regno che avevo messo assieme. Michele
    3 punti
  9. Caro Rocco, nella tua foto hai dimenticato la Cornucopia... avrebbe dato un tocco in più alle monete! ? A parte gli scherzi, è un colpo d'occhio fantastico. Ognuno di noi privilegia una Raccolta e magari un tipo monetale. Io sono un "completista" che è una brutta mania, in quanto puoi perdere i "freni inibitori". Quindi mi sono dato un budget annuo dal quale non transigere. Devo dire che le monete che mi piacciono di più sono quelle di "grosso modulo" e su questo sono in sintonia con @motoreavapore. Noto che per le date Comuni i prezzi delle Piastre di Ferdinando negli ultimi anni siano scese di valore. Una Piastra 1856-57 in qSPL la porti a casa con 50-60 Euro, cosa che non capita con Scudi Sabaudi o di altre Zecche Preunitarie. Certo le date R2-R3 esempio 1837 e 1849 te le fanno pagare e molto. Ti ho coinvolto nella mia ricerca sul 1837 che poi non è andata a buon fine, ma meglio così, le due monete trovate non mi convincevano. Però io sono un "tappabuchi" e tu sei uno Studioso, quindi devo ancora arrivare al tuo livello. Ci sarebbero altre cose da dire ma mi fermo qui. Vi Saluto con una frase del nuovo Re delle Due Calabrie, Cetto Laqualunque: " ...into culu al Coronavirus !!! " ( film che vi consiglio per tirarvi sul il morale ) Ciao Amici, Beppe
    3 punti
  10. Ecco delle foto nuove...non sono il massimo ma al momento non riesco a far di meglio...saluti intanto
    3 punti
  11. Grazie, @domenico.mura, un elemento che mi incuriosisce parecchio di questi esemplari del II tipo è il rovescio pressoché identico a quello del 5 reali maltagliati di Filippo III. Secondo una mia ipotesi, direi ancora tutta da dimostrare e convalidare, è che le due tipologie da 10 reali (Mir 41 e 43) attribuite a Filippo II fossero in realtà utilizzate durante tutto il regno di Filippo III (1598-1621) e probabilmente anche nella prima parte di Filippo IV (quindi, circa 1621-1641), ossia fino agli anni Quaranta del XVII secolo, quando iniziò a battere la propria monetazione, ovverosia fino al 1641 (primo millesimo relativo ai 5 e 10 reali maltagliati). Tale riutilizzo di coni è stato già ampiamente dimostrato dall'esemplare del I tipo, che definirei maltagliato regolare, postato in precedenza da @marmo87 e potrebbe estendersi anche alla seconda tipologia già marginalmente riadattata, osservando solo i rovesci, al gusto estetico rozzo e sommario di Filippo III. Solo ulteriori esemplari con tracce relative al precedente conio spagnolo o altri indizi di Filippo II su Filippo III o viceversa potrebbero dare un'immagine più chiara a tale intricata pagina di storia monetaria.
    3 punti
  12. Eccoci di nuovo qui! Quest'oggi concluderemo il grande capitolo riguardante i talleri di convenzione. La scorsa volta avevamo descritto quello di prima tipologia. Passerei, dunque, alla seconda tipologia, la quale differisce dalla precedente unicamente per il dritto. Al posto dell'elaborato stemma reale, in questo caso troviamo il busto laureato del giovane Girolamo. Un'altra differenza, se vogliamo, riguarda gli anni di coniazione (dal 1810 al 1813) e, di conseguenza, la minore rarità di questa tipologia rispetto alla precedente. Il bordo, il peso, la purezza dell'argento e il disegno del rovescio, invece, sono tutti elementi che rimangono inalterati. Soffermiamoci un attimo sul volto di Girolamo. Per quanto riguarda la raffigurazione del sovrano, abbiamo 3 varianti: testa grande (non riportata in diversi cataloghi), testa media (la cosiddetta 2° tipologia), testa piccola (la 3° tipologia). Come detto, non mi trovo d'accordo con questa classificazione, anche perché, come potete voi stessi constatare, risulta essere incompleta. Personalmente, considero queste come 3 varianti di un'unica tipologia di tallero, ovvero quella con busto del sovrano al dritto e legenda “X eine feine mark” al rovescio. Di seguito potrete apprezzare le immagini delle 3 varianti (dalla grande alla piccola). La terza ed ultima tipologia (la 4° per i cataloghi) corrisponde, infine, al cosiddetto tallero della benedizione dei campi minerari di Mansfelder (situati in Sassonia). Di questa esistono due varianti: testa grande e testa piccola (niente taglia media questa volta ). Come potete osservare, ciò che cambia rispetto alle due tipologie precedenti è il rovescio. Qui, infatti, troviamo la scritta “Seegen des Mansfelder bergbaues”, che può essere tradotta in “Benedetti i campi minerari di Mansfelder”. Come ricorderete, non è la prima volta che incontriamo una moneta westphaliana a tema “minerario” (si rimanda al 6 ducati in oro del 1811). Ciò sottolinea la grande importanza strategica di questo settore nell'economia del regno. Tornando al nostro tallero, in basso, sotto la C maiuscola della zecca di Cassel, possiamo notare una piccola scritta: “10 st. eine mark f.”, la quale corrisponde in linea di massima a quella già incontrata nelle tipologie precedenti. Il significato di fondo resta sempre il medesimo. Nonostante non si abbia un dato certo riguardante il numero di pezzi coniati, è meno rara del tallero con lo stemma (coniato in 5 esemplari) ma più difficile da trovare del tallero di 2° tipologia. Tendenzialmente, inoltre, la variante con la testa piccola è più rara di quella grande. Perfetto! Per oggi abbiamo finito. Alla prossima e buona giornata a tutti voi
    3 punti
  13. La mia Piastra del 1843, giudicata da Becker qSPL da un Listino del lontano Ottobre 1998. Giudicate voi se la conservazione è corretta. Per me non lo è
    3 punti
  14. Un Grano a cui tengo particolarmente è questo 1790 del Coppola.
    3 punti
  15. Posto una moneta considerata dal Ric R5 e della quale non sono riuscito a trovare foto da nessuna parte, la conservazione purtroppo è quella che è. A qualche collezionista del periodo penso possa far piacere......... I dati sono i seguenti: 0,85 g. Licinio Quarto di follis Roma Ric VII 17 R5
    2 punti
  16. Buonasera a tutti, in questi giorni in cui siamo costretti a stare in casa per il nostro bene, ognuno di noi avrà avuto e avrà tanto tempo per riflettere, mi auguro non sempre e solo riflessioni tristi, ma anche qualcosa di bello, magari di quanto eravamo più piccoli, a cosa ci dava gioia, cosa ci piaceva, io per esempio andavo pazzo per i fumetti, in particolare facevo scorpacciate di Topolino, immaginavo cosa potesse provare Paperon de Paperoni quando si tuffava e nuotava tra le sue monete.. ? In effetti riflettendoci, quanti di noi hanno un rapporto così con le monete, io ogni tanto le sparpaglio sul tavolo della cucina e mi raccolgo in profonda ammirazione, quasi mi ci tufferei sopra. Ma la cosa che più mi piaceva e continua a piacermi era il suo Amore e senso di protezione per la mitica N°1. Quanti di noi hanno una moneta (non necessariamente la prima ad essere entrata in collezione) che amano particolarmente, al punto da innalzarla al rango di N°1? Credo tanti se non tutti. Stasera Ripropongo una delle mie monete, già passata nel Forum, ma questa sera in veste speciale, la mia N°1 Bronzetto con Testa di Athena con Elmo Corinzio e al Rovescio Galletto con Astro e Etnico Suesano 260 circa A.C. Il cartellino personalizzato che l'accompagna mi è stato donato dal Fratello Lamonetiano @Rocco68 che ringrazio pubblicamente. Mi farebbe piacere che condivideste le vostre Numero 1. Saluti Alberto
    2 punti
  17. Questa serie comprende tre denari: Il primo, monotematico, presenta Roma, volta a sinistra su entrambe le facce: http://numismatica-c.../moneta/R-G11/1 Il secondo, monotematico, presenta Saturno su entrambe le facce: http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G11/3 Il terzo, combinazione dei precedenti, presenta su una faccia Roma sull’altra Saturno: http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G11/2
    2 punti
  18. Moneta molto interessante. L'accuratezza delle scritte intervallate da globetti, la perlinatura accurata, la forma compatibile della testa coi denari di Enrico, penso possa escludere il falso d'epoca. Il dubbio potrebbe venire solo se si osservasse il rovescio, a causa del cattivo stato di conservazione. Detto ciò, se la moneta è stata battuta a nome di Costanza con il figlio Federico la data non può essere antecedente al 1197. Non credo che i Siciliani avrebbero battuto una moneta del genere con Enrico ancora in vita. Enrico muore il 28 settembre del 1197 mentre Costanza morirà un anno dopo il 27 novembre del 1198. Per cui penso che questa moneta è stata battuta in questo lasso di tempo, del resto esiste anche un raro tarì a nome di Costanza e Federico dello stesso periodo che fu battuto nella zecca di Amalfi.
    2 punti
  19. Se ci aiutano ci mettono sotto scacco, se non ci aiutano è perché vogliono metterci in difficoltà cioè sotto scacco. Il mondo è bello perché avariato non vario
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  20. Questa la versione a 16 raggi (da una vecchia asta di Lanz)
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  21. Comunque è più leggibile. Grazie Andrea... Arka Diligite iustitiam P.S. in questo periodo una moneta così intrigante è di grande aiuto per passare il tempo...
    2 punti
  22. Carissimi tutti, era da un po' di tempo che volevo aprire questa discussione per parlarvi di un altro hoard inglese di monete medievali. Il presto è quello per presentarvi il nuovo penny entrato in collezione :) Il Knaresborough Priory hoard è stato rinvenuto nel 1805 ed è quindi uno dei più antichi esempi di ritrovamenti. Knaresborough è oggi una cittadina del North Yorkshire con una popolazione di circa 14000 persone; già citata nel Domesday Book del 1086 , a partire del secolo successivo conobbe un importante sviluppo economico grazie alla presenza di un mercato cittadino che attraeva i commercianti della regione. Nei pressi della cittadina venne costruito inoltre un importante castello di cui ancora oggi sono visibili le rovine dopo che venne distrutto nel 1648 a seguito della decisione del parlamento di rendere inagibili i castelli reali. Al ripostiglio è stato dedicato uno studio di R.H.M. Dolley e H.E. Pagan nel 1963 che è stato pubblicato nel BNJ dello stesso anno dal titolo "An early nineteenth-century discovery of Edward pennies at Knaresborough Priory". Nell'articolo viene proposta come data ultima di deposizione del ripostiglio quella del 1328, sebbene non si possa essere del tutto certi in quanto delle circa 1600 monete che componevano il ripostiglio in origine ne sono state studiate "solamente" 1037. Ad eccezione di un solo esemplare, queste monete vennero analizzate dal British Museum nel 1963 per poi essere disperse sul mercato antiquario londinese. Purtroppo non si hanno informazioni sul contenitore originale del ripostiglio. La composizione del hoard può essere riassunta come segue: Inghilterra 1012 pz. (999 inglesi e 13 della zecca di Berwick ) Scozia 1 pz Monete Continentali 14 pz Imitazioni 9 pz in particolare per le emissioni inglesi si riporta la tabella con la classificazione per zecche e classi La moneta proveniente da questo ripostiglio è la seguente: Si tratta di un penny di Edoardo I, appartenente alla classe 4c e coniato nella zecca vescovile di Durham fra il 1282 ed il 1289 ca. Questo esemplare proviene dalla collezione di J.J. North ( che lo acquistò da Spink nel 1964 ) ed è pubblicato al numero 242 tavola 10 del volume 39 del SCBI che raccoglie la collezione dello stesso collezionista e studioso inglese.
    2 punti
  23. Il dritto della Piastra meglio conservata che ho in Collezione.
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  24. Buon pomeriggio è una E con gli angoli appiattiti come dice gennydbmoney basta guardare il pezzo postato da Litra68 la E di Ferdinan non chiusa completamente a formare una B.
    2 punti
  25. Prendendo spunto dalla recente discussione di @Illyricum65 sulla propaganda imperiale e rovesci cavallereschi c'è da dire che in passato si è parlato più volte della cavalleria da battaglia romana, un’unità stazionata a Mediolanum che i più conoscono per le coniazioni di Aureolo a nome di Postumo. IMP POSTVMVS AVG, busto radiato drappeggiato e corazzato rivolto destra; FIDES EQVIT , la Fides seduta a sinistra tiene una patera e una insegna, all'esergo P. Aureolo difatti sembra essere stato comandante di questa grande e duttile unità che durante il conflitto tra Gallieno e Postumo defezionò passando sotto quest’ultimo, un cambio di schieramento in realtà non così insolito che interessò anche la LEGIO X e LEGIO II passate anche loro con Postumo. Già prima della defezione di Aureolo, l’impero Gallico aveva comunque già formato una sua unità di cavalleria da battaglia a Lugdunum e che si suppone fosse stata formata nel 260 al momento della secessione. Questa unitá rimase certamente attiva fino al 271 d.C. come testimoniato dalla serie legionaria di Vittorino ma non si esclude che rimase in forza anche con la riconquista dell’impero delle Gallie da parte di Aureliano. Mentre sembra che diversi rovesci siano riconducibili in generale alla cavalleria romana come la VIRTVS e l’iconografia di Marte, EQVITES è stata una legenda usata nel tempo con parsimonia e probabilmente relativa solo a questa specifica unità di cavalleria da battaglia, una legenda che compare quindi inizialmente nel 268 d.C. con Postumo e poi successivamente nel 276-278 d.C con le coniazioni di Probo. IMP C M AVR PROBVS P F AVG, busto radiato in abiti consolari con scettro rivolto destra; VIRTVS PROBI AVG, Marte elmetto avanza a destra con lancia e trofeo, all'esergo XXIS. Difficile dire se Probo sia stato mai al comando di questa unità che solitamente era alle dipendenze di un Magister Equitvm, ma non vi è dubbio che vi sia stato un legame forte che non solo lo ha portato a emissioni con rovesci dedicati a questa unità, ma a inserire un codice segreto sugli antoniniani emessi da Ticinum dalla settima alla decima emissione e nella ottava emissione di Roma. Il codice era formato dalla sequenza di lettere ordinate per officina di emissione, sequenza che forma la parola AEQVITI con le lettere presenti all’esergo per la zecca di Roma composta al momento da 7 officine, e la parola AEQVIT o EQVITI prendendo le lettere nei campi per le emissioni di Ticinum composta da 6 officine. Prendendo a esempio la nona emissione di Pavia quindi avremo i seguenti rovesci ordinati per officina: CONCORD MILIT E PXXI PROVIDENT AVG Q SXXI SALVS AVG V TXXI MARTI PACIF I QXXI PAX AVGVSTI T VXII SECVRIT PERP I VIXII Il fatto che ogni officina abbia coniato solo ed unicamente un tipo di rovescio ha portato all’affascinante supposizione che queste coniazioni fossero destinate al pagamento di un reparto specifico di questa unità di cavalleria da battaglia dove ogni officina ne aveva in carico il pagamento, così la prima e la seconda gli amministrativi, la terza l’unità medica e le restanti i cavalieri stessi. In realtà, per quanto affascinante possa essere, quanto supposto da Sanchez non può trovare riscontro, nel 282 d.C. sia la zecca di Roma che Ticinum emettevano entrambe il codice sui loro radiati, ma soprattutto ci troviamo una quantità di monete decisamente elevata per essere destinata solo a un’unità di cavalleria. Le coniazioni dedicate alla cavalleria di Probo vengono emesse in Italia dalla zecca di Ticinum e Roma, e successivamente dalla zecca di Lugdunum. Come detto in precedenza la VIRTVS e l’iconografia di Marte vengono solitamente associati alla cavalleria, la legenda VIRTVS PROBI AVG appare su diversi rovesci, alcuni di questi sicuramente in relazione a successi militari conseguiti da questa unità sul confine renano e sono rappresentati da Probo a cavallo al galoppo che travolge e talvolta trafigge un nemico oppure un trofeo d’armi o appunto Marte. IMP C M AVR PROBVS P AVG, busto elmato radiato e corazzato con lancia e scudo rivolto a sinistra.VIRTVS PROBI AVG, l'imperatore a cavallo al galoppo verso destra travolge un nemico, all'esergo KA(gamma). IMP C M AVR PROBVS P F AVG, busto radiato in abiti consolari con scettro con aquila rivolto a sinistra.VIRTVS PROBI AVG, l’imperatore a cavallo al galoppo verso sinistra travolge un nemico, all’esergo XXIVI. IMP C M AVR PROBVS P F AVG, busto radiato in abiti consolari con scettro con aquila rivolto a sinistra.VIRTVS PROBI AVG, Trofeod'armi, ai lati due prigionieri legati, all’esergo XXIV. Un’altra iconografia è rappresentata dall’ADVENTVS, quindi il ritorno dell’imperatore dalla campagna militare, in questo caso l’imperatore è a cavallo andante verso sinistra con ai piedi un prigioniero e sempre la legenda VIRTVS PROBI AVG, qualcuno a ipotizzato il rientro a Roma di Probo al comando della cavalleria da battaglia, ma in realtà si celebra il rientro dell'imperatore dopo le campagne militari. IMP C M AVR PROBVS AVG, busto radiato, elmato e corazzato con lancia .VIRTVS PROBI AVG, l’imperatore a cavallo verso sinistra, davanti se un prigioniero legato, all’esergo KA(delta). Al diritto anche Postumo e Gallieno in precedenza sono stati talvolta raffigurati elmati e corazzati, il primo con legenda VIRTVS POSTVMI AVG, medesima iconografia adottata poi da Probo con la legenda VIRTVS PROBI AVG. Probo però più dei predecessori viene largamente raffigurato elmato, per molti un chiaro riferimento a Marte, ma mentre Bastien interpreta questi busti elmati come un nuovo simbolo di sovranità imperiale, Methi lo associa come dicevamo prima proprio a Marte il cui culto era popolare tra i mercenari e tra i giovani militari. VIRTVS PROBI AVG, busto radiato, elmato e corazzato con lancia e scudo visto da dietro. CONCORD MILIT, l’imperatore a sinistra stringe la mano alla Concordia, all’esergo PXXT. Tornando al tema principale quindi possiamo dedurre che EQVITI è una tematica propagandistica che celebrava la cavalleria da battaglia, VIRTVS PROBI invece celebra la difesa delle frontiere e i successi sul confine renano come testimoniano anche le emissioni di Postumo e Gallieno i quali entrambi ne celebrarono anche loro le vittorie. VIRTVS POSTVMI AVG, busto elmato, corazzato con lancia e scudo rivolto a destra. HERC DEVSONIENSI, Ercole stante a destra reggente una mazza nella mano destra e la pelle leonina nella sinistra. buona giornata
    2 punti
  26. 4 - Una particolare moneta, commemorativa dell'inizio del regno di James Brooke. Premetto subito che, in questo caso, le immagini della moneta provengono dal web e non dalla mia collezione personale, poichè si tratta di un esemplare molto raro. Questo anomalo taglio da 1 keping, fu emesso nel 1841, per commemorare l'ascesa al trono di James Brooke. Gli esemplari, furono coniati da una piccola officina privata di Birmingham, la "Messrs Smith & Wright", sia in rame che in ottone. Al rovescio venne utilizzato il conio di un token, con la data islamica 1831, già adoperato in precedenza dai mercanti di Singapore. In realtà, la data da tenere in considerazione è quella presente al diritto, 24 settembre 1841, che è unanimamente riconosciuta come quella in cui, a Brooke, venne conferito, dal Sultano del Brunei, il titolo di Rajah di Sarawak. - La moneta ha un peso di 1,75 grammi ed un diametro di 21,5 mm. D : al diritto, In alto è raffigurato un tasso, che come abbiamo già visto è presente anche nello stemma nazionale di Sarawak; al centro le lettere J.B. - le iniziali di James Brooke - ed in basso la data "Sept. 24 1841"; R : al rovescio troviamo, in caratteri islamici, l'indicazione del valore (1 Keping) con in basso la data (1831);
    2 punti
  27. Dal l'indispensabile Paolucci Mi scuso per la qualità delle immagini, ho fatto del mio meglio [emoji20][emoji6]
    2 punti
  28. Aggiungo, tornando al Sarcofago Ludovisi, che il condottiero presenta un particolare curioso. Sulla fronte compare una croce ad X che viene spiegata con l'iniziazione al Dio Mitra. E ciò mi rimanda alla mente con la X della Virtus Exerc costantiniana ... un rebus che mi appassiona e che non trova soluzione. Tornando al rilievo, si tratta dalle ipotesi formulate di Ostiliano o di suo fratello Erennio Etrusco. E in effetti il ritratto richiama le fattezze di Ostiliano (anche qui con la X sulla fronte). Quale sia dei due fratelli, i germani raffigurati (nel registro inferiore) sarebbero Goti. Infine, la parte posteriore delle figure è ricavata a trapano. Ciao Illyricum
    2 punti
  29. Buonasera a tutti, posto il primo dei miei 9 cavalli millesimo 1790. Magliocca 324 Torre Lati Curvi. Scusate per le foto un po' scure. Saluti Alberto
    2 punti
  30. un esemplare davvero strepitoso @Philippus IX , complimenti!
    2 punti
  31. Ecco il secondo grosso. Comune di Padova Engelmar von Villanders (1323-1328) Grosso aquilino (1325-1328) D/ + (trifoglio) PADVA (rosetta grande) REGIA, aquila stante ad ali spiegate con la testa rivolta a destra R/ CI - VI - TA (anello) - S (trifoglio - scudetto con le armi di Villanders - trifoglio), grande croce patente intersecante la legenda e un cerchio di perline Rif.: Passera 70; CNI VI, 4 Grosso molto simile a quello già illustrato in precedenza di Walsee, ma con piccole differenze. Il grande fiore che divide la legenda del dritto, usato da Villanders e da Pfannberg. La cosa è importante quando lo scudetto risulta impossibile da leggere. In presenza di questo fiore viene escluso il Walsee e quindi ci troviamo di fronte a uno dei due nomi più rari. Seconda cosa che distingue Villanders da Walsee è l'anello dopo la TA del rovescio. La differenza più importante è lo scudetto. Infatti lo stemma di Villanders è fasciato - increspato d'argento e di rosso. Lo stemma è anche l'unica differenza tra il grosso di Villanders e quello, estremamente raro, di Pfannberg, il cui stemma è a losanghe (vedi la tabella postata poco più sopra da @ak72). L'epoca di coniazione dei grossi aquilini di Padova coincide con le lotte sostenute con Cangrande della Scala. Era con questo denaro che i padovani pagavano le truppe imperiali poste a difesa della città. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  32. difficile scegliere la n 1, per un motivo o per un'altro ce ne sarebbe più di una da meritare il primo posto... ad esempio potrebbe starci una della serie cinquantenario, visto che è la mia serie preferita... oppure anche 2 lire re eletto mi piace tantissimo, diciamo sono queste le monete che guardo e riguardo con più frequenza... però un po a sorpresa al primo posto ci metto una outsider ?.. visto che mi piacciono tutte.. scelgo questa.. un 50 centesimi 1889, anche questa molto bella per i suoi fondi speculari... ma, a differenza delle altre, porta con se un un'insegnamento... il venditore mi disse che l'acquisto' da un un'anziano signore che dovette vendere a malincuore per raggiunti limiti di età... da qui la conclusione.. il collezionista è un custode del tempo che un giorno dovrà trasmettere questo incarico a qualcun'altro.. ?
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  33. Come sempre il buon Alberto (alias @Litra68) propone delle discussioni che trovo molto stimolanti. Perciò non posso far altro che dare anch'io il mio piccolo contributo. Per quanto mi riguarda, trovo difficoltà nel definire in modo inequivocabile la mia numero 1. Ciò deriva dal fatto che, nel mio percorso numismatico, ho vissuto una serie di evoluzioni radicali. Anni fa collezionavo gli euro (prima solo da circolazione, poi anche acquistati) ma francamente non ricordo minimamente quale sia stata la prima moneta... Forse, partendo come base dalle monete già presenti nel mio "salvadanaio", potrei dire di non averla mai avuta una N°1 degli euro. In ogni caso, dopo circa 5 anni, mi stufai per una serie di motivazioni di quell'ambito collezionistico e lo abbandonai. Fortunatamente, però, non persi la passione che ormai mi legava alle monete. Una sera di novembre, passeggiando insieme ai miei genitori per le vie del centro di Bologna, notai nella vetrina di un noto negoziante una moneta "speciale". Si trattava di un 40 franchi del 1812 di Napoleone. Fu amore a prima vista! A quel tempo non sapevo che si vendessero monete del genere e mi sembrava la cosa più bella del mondo. Ero sempre stato un grande ammiratore del condottiero dal bicorno nero e vederlo ritratto su di una moneta d'oro in una posa così imperiale e solenne mi mandava letteralmente in brodo di giuggiole. Iniziò, allora, la mia seconda fase, un periodo "travagliato" di rapida formazione, esperienza diretta e, soprattutto, acquisti compulsivi dettati dalla frenesia di comprare nuove monete. Come già spiegato in altre occasioni, questi acquisti non riuscivano però a darmi piena soddisfazione. Mancava sempre qualcosa; le monete peccavano spesso e volentieri di "difetti" che mal digerivo... Fu così che, presa coscienza della situazione, con non poche difficoltà, diedi inizio ad una seconda "rivoluzione": mi disfai progressivamente di gran parte delle monete acquistate, in modo tale da avere a disposizione una somma di denaro da poter impiegare in acquisti più ponderati. L'obiettivo era (ed è tuttora) quello di creare una collezione basata su pochi pezzi ma in alta conservazione. La prima moneta di questa terza ed ultima fase è un 20 franchi del 1811 zecca di Parigi. Ci sarebbe una storia simpatica da raccontare su questa moneta. Dovete sapere che si è trattato di un acquisto tutto sommato casuale. Questo marengo, infatti, proviene da un'asta americana risalente al gennaio dello scorso anno. In realtà, però, stavo seguendo l'asta per un'altra moneta: uno stupendo quarto di franco anno 13. Purtroppo, il quarto di franco l'ho conteso il più possibile con un altro offerente ma, giunto alla soglia dei 1.000 dollari, ho dovuto cedere. Sconfitto e amareggiato volevo, comunque, vedere come procedeva il resto dei lotti "napoleonici". Giunti al gruppo dei 20 franchi ho assistito ad una lotta feroce per tutti quei lotti che presentavano un punto in più di grading, mentre gli altri venivano quasi ignorati. Come saprete, il mercato americano è fatto così... Non riuscivo, tuttavia, a capacitarmene: anche le monete con il numerino più basso erano stupende. Perché bistrattarle in tal modo, pagandole la metà? Mi sembrava (e lo penso tuttora) un'assurdità! Decisi, così quasi per gioco di fare un'offerta su uno dei marenghi di "serie B" (quello che mi sembrava messo meglio), sicuro che qualcuno avrebbe comunque rilanciato. E, invece, accadde l'impensabile: 1, 2, 3... Aggiudicato! Inizialmente rimasi interdetto... Non mi sarei mai aspettato che una moneta del genere venisse venduta ad un prezzo così basso: solo 550 dollari (che coi diritti diventavano 660). I 20 franchi col punticino in più superavano agevolmente i 1000 euro e, confrontandoli col mio, la differenza era minima; forse addirittura inesistente in certi casi... Ad ogni modo, non mi sono mai pentito dell'acquisto, anzi! Vedendola in mano devo dire che è veramente bella e credo valga pienamente i soldi spesi ? Di seguito vi mostro la foto scattata dalla casa d'aste. Buona serata a tutti e buon proseguimento con la splendida discussione ?
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  34. Perchè dovremmo rifiutare gli aiuti russi e cinesi? Penso che qualsiasi forma di aiuto è benvenuta e che è sempre positivo avere il dialogo con importanti Paesi sul piano internazionale, come sono la Cina e Russia. Si vede poi come ci aiutano gli "alleati" europei, tedeschi e company si oppongono alla emissione degli eurobond...
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  35. @Philippus IX stupenda moneta per la tipologia. Complimenti.
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  36. Chiaramente al rovescio non troviamo il 1831 a caratteri islamici (١٨٣١) ma il suo corrispondente secondo il calendario islamico: Egira 1247 ۱۲۴۷ Volevo solo far notare che per il numero 4 della data islamica è stato utilizzato un carattere in uso prevalentemente in Persia ۴ anziché il classico ٤
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  37. Su questo, pur, mi pare di capire, nella differenza di opinioni politiche, non posso che concordare. petronius
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  38. Bellissimo. Sono davvero unici i codici rubri, mi viene in mente il Salterio di Angilberga (sì, quella che ha emesso monete!) ora a Piacenza.
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  39. @Franzo si bravo il testo citato è quello Appartiene alla serie delle Sylloge of coins of the British Isles https://www.fitzmuseum.cam.ac.uk/dept/coins/projects/scbi/ Per quanto riguarda il significato di classe 4c : Nel 1279 Edoardo I attua una riforma monetaria senza precedenti nella storia inglese .. al penny, fino ad ora unico nominale in circolazione, viene inoltre introdotto il groat , l'halfpenny ed il farthing ... Viene inoltre modificata la raffigurazione stessa del penny : questa rimarrà presso che invariata fino ai primi anni di regno del nipote Edoardo III per un totale di circa 60 anni. I numismatici pertanto hanno cercato di suddividere tutte queste emissioni estremamente simili in differenti classi e sottoclassi al fine di poter stabilire un possibile ordine cronologico delle stesse sulla base di documenti d'epoca e della composizione dei conii. Molto spesso distinguere con precisione l'esatta classe risulta piuttosto difficile vista la somiglianza fra di esse. Qui puoi trovare una buona base di partenza https://www.ukdfd.co.uk/pages/edwardian-Pennies/Edwardian Pennies P1.htm
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  40. Come per le Piastre Sebeto; nelle altre monete lo stemma è al rovescio, ma essendo in quelle Piastre associato al nome e ai titoli del Sovrano, fa ufficialmente da dritto (anche se c'è chi dice che, rappresentando il Sebeto il Re, si può intender per dritto anche la parte figurata della moneta). Tecnicamente su questi tornesi il nome del Re è con la cornucopia, per cui, pur essendo questa di solito parte dei rovesci (come lo stemma nelle Sebeto), è nominalmente il dritto della moneta; secondo me, quindi, dicendo cornucopia/ara, quantomeno non sbagliamo. Siete d'accordo?
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  41. Ciao! Tutto molto interessante; grazie per avermi insegnato cose nuove. saluti luciano
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  42. Simonluca Perfetto, La prova del metallo. L'esperienza di Vincenzo Porzio nella zecca di Napoli (1555-1587)
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  43. Discussioni su questa emissione: http://www.lamoneta.it/topic/59677-l-appuleius-saturninus/ http://www.lamoneta.it/topic/119122-un-rivoluzionario-del-100-ac/ http://www.lamoneta.it/topic/133549-denario-gens-appuleia-lucio-apuleio-saturnino/ Sulla raffigurazione di Roma volta a sinistra, vedasi http://www.lamoneta.it/topic/99414-semisse-fuso-romatesta-femminile/
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  44. Ben ritrovati, appassionati del regno di Westphalia! Dopo aver terminato nella scorsa puntata gli ori, quest'oggi ci spostiamo agli argenti. In particolare, nel corso di questo primo episodio inizieremo la trattazione del cosiddetto tallero di convenzione, moneta cardine di tutto il sistema pre-decimale. I cataloghi classici riportano 4 tipologie di tallero. In realtà, però, come vedremo bene, si tratta di una classificazione incompleta. Difatti, sarebbe più corretto parlare di 3 grandi tipologie che, al loro interno, racchiudono alcune sotto-varianti. Ma facciamo un passo alla volta, partendo dai dati tecnici. Il tallero è una moneta in argento 833,33 millesimi dal peso di 28,06 grammi. Tutte le varie tipologie e sottocategorie di questa moneta vennero coniate a Cassel, ovvero nella stessa zecca che si occupava, insieme a Parigi, della produzione dei franchi. Oltre al peso, al metallo e al luogo di coniazione, come ultima caratteristica comune, possiamo dire che il bordo si presenta sempre caratterizzato da una specie di decorazione floreale. Partiamo, ora, dalla prima tipologia. Questa venne coniata nel 1810, ufficialmente in soli 5 pezzi. Si tratta di una moneta oltre che estremamente rara anche particolarmente elaborata. Al dritto troviamo il pomposo scudo della casata reale, eseguito in un modo ancor più complesso di quello osservato per il 5 e 10 talleri in oro. Di collari ne abbiamo adesso due anziché uno: quello a sinistra con i cavalli rampanti di Westphalia, mentre quello a destra recante la Legion d'onore. Come ulteriore elemento aggiuntivo, possiamo notare lo scettro e la mano della giustizia, simboli del potere regale francese fin dai tempi di Carlo Magno. Al rovescio troviamo, invece, una scritta alquanto strana: “X eine feine mark”, che letteralmente significherebbe “10 unità di marco puro”. Personalmente, ci ho messo un po' ad interpretare il reale significato di tale dicitura. Cercherò di spiegarvela nel modo più chiaro possibile, anche se premetto che non sarà così semplice da capire. Il marco è un'unità di peso usata in Germania fin dal medioevo per misurare i metalli preziosi e le monete. Nel corso dei secoli, ogni città tedesca creò la propria variante di marco, con “leggere” variazioni nel peso. Nel XVI secolo ottenne, tuttavia, una posizione predominante il cosiddetto marco di Colonia, il quale venne usato come base per tutta la monetazione del Sacro romano impero. Il tutto venne, quindi, uniformato usando come punto riferimento proprio questo peso, corrispondente a 233,856 grammi (tenetelo bene a mente). Torniamo ora al nostro bel tallero di Westphalia. Questo, come detto, è fatto in argento 833,33 millesimi e pesa 28,06 grammi. Cosa vuol dire, allora, quella bizzarra scritta? Semplicemente che questa moneta corrispondeva ad 1/10 di marco puro in argento. Difatti, possiamo anche calcolarlo assieme: 28,06 grammi x 0,83333... (purezza) x 10 (numero di talleri necessari per avere un marco) = 233,856 grammi! Capisco che, magari, non sia molto chiaro. Se avete dei dubbi, chiedete pure che provo a rispiegarvelo in altri termini. Si tratta, come potrete capire, di un sistema di misurazione pre-decimale in largo uso nella Germania del tempo. Ovvio che per noi sia qualcosa di assurdamente complicato ma, nel 1800, erano abituati così. Dopotutto, anche questo è il bello della numismatica: ci permette di assaporare tradizioni, usi e logiche tipiche di secoli fa e che ormai sono andate perdute. Bene! Per oggi, se siete d'accordo, mi fermerei qui. Mi sembra di aver scritto già abbastanza... La prossima volta ci occuperemo delle altre due tipologie. Fortunatamente, di questa prima non ci sono sotto-varianti da analizzare. Qui di seguito vi lascio un'immagine di questa rarissima e costosissima moneta. Fu aggiudicata lo scorso anno per la modica cifra di 32.000 euro (senza contare i diritti d'asta al 23%).
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  45. Concordo con una valutazione personale forse migliore di BB. Posto la mia per confronto. Tracce di rigatura?
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  46. Prossimamente mi dedicherò al capitolo riguardante il variegato mondo delle monete pre-decimali. Prima di iniziarlo, però, mi piacerebbe molto fare una piccola “pausa riflessiva” con voi e sentire le vostre impressioni, domande, curiosità ed opinioni su questa prima parte, anche per incentivare l’interattività della discussione. Che ne pensate?
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  47. cari amici condivido con voi questo AE4 che, assente dalle tavole del RIC X, è un nuovo tassello nel mio database immagini… e ora anche nel vostro l'AE4 di Costantino III è quasi un fantasma, tutte le altre monete note e citate non sono mai state pubblicate e quelle provenienti da aste anni '20/'30 erano incluse in lotti non fotografati nei cataloghi….. quindi per quanto si possa cercare, altre immagini ad oggi non se ne trovano ma questa, dal tesoretto di Argelliers mi pare decisamente chiara, benché la zecca sia impossibile da determinare (problema già noto in tutte le pubblicazioni che citano l'AE4 in questione) quindi Costantino III - AE4 - RIC X 1546 - 10 mm, 0,60 g. DN CONSTA (NTINVS PF AVG) (VICTORI) A AVGG(G) Lione o Arles saluti Alain
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  48. A questo link potete scaricare un file compresso con la raccolta completa. http://www.socnumit.org/doc/NumismaticaScienzeAffini.zip
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