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  1. giancarlone

    MADONNA DI LORETO o LAURETANE

    Inizio questa discussione sulle medaglie della MADONNA DI LORETO che sono molto diffuse, in modo di radunare tante varianti, pertanto invito gli amici a postare le loro medaglie naturalmente in tema. Nel volumetto di FLORIANO GRIMALDI MOSTRA DI MEDAGLIE LAURETANE del 1977, elenca le principali raffigurazioni a parere degli storici e sono: a) La riproduzione della Madonna con il Bambino; b) La Madonna con il Bambino sotto un baldacchino o una nicchia; c) Il trasporto del baldacchino con la Madonna e il Bambino effettuato dagli angeli; d) Il volo della S. Casa sorretta dagli angeli, con sopra la Madonna e il Bambino, talora con fondo di paese e di mare; e) Il triplice volo della S. Casa, posta successivamente in tre diverse parti del territorio resanatese. prima medaglia, inizio 800
  2. Per completare uno studio bibliografico sono alla ricerca dell'articolo firmato da Libero Paci su "Storia di Macerata" vol.V, 1977. pp.393-410. Attualmente mi risulta presente solo in biblioteche del centro e sud, difficilmente raggiungibili dal sottoscritto. Se qualcuno è disposto a fornirmene scansione o copia fotografica può rispondere qui o contattarmi per m.p. Ringrazio anticipatamente chiunque vorrà aiutarmi Mario
  3. Segnalo agli appassionati di monetazione marchigiana e a tutti gli appassionati e curiosi numismatici l'imminente pubblicazione da parte di Nomisma della monografia sulla zecca di Fermo. L'opera, curata da Lorenzo Bellesia, rappresenta la terza tappa di una collana che l'autore, in seguito ad approfonditi studi, ha deciso di dedicare alla monetazione marchigiana con importanti aggiustamenti ed un severo lavoro di lima; il volume in oggetto porta in copertina il n°3 (il n°1 è stato dedicato a Recanati, il n°2 a Camerino)... e il n°4 ?? 🤐.. In questo volume viene rianalizzata l'intera monetazione di Fermo e la relativa documentazione disponibile con un'importante revisione del Corpus. Il volume è composto di 98 pagine, sarà ordinabile entro un paio di settimane sul sito Nomisma al prezzo di 50 euro e sarà disponibile a Verona sul banco di Nomisma. allego immagine della copertina Mario
  4. Trovano un tempio, marmi pregiati, case e strade. I primi scavi danno ragione al professore che con Google Earth aveva visto un quartiere romano sepolto nelle Marche Straordinari i primi risultati dei saggi di scavo condotti nel grande prato marchigiano di Falerio Piceno nel quale, un professore dell’Università di Bologna, aveva individuato la presenza di articolate strutture utilizzando il semplice programma di Google Earth, a disposizione di tutti sul web. Gli scavi di saggio condotti, per conto della Soprintendenza, dallo stesso professor Storchi hanno permesso, in questi giorni, di portare alla luce una porzione di tempio romano con abside e pavimentazione in marmi pregiati, una strada romana del primo secolo – che era il decumano, la via principale della città che la percorreva da est a ovest – e domus. E siamo solo agli inizi. Tra le primissime immagini delle evidenze di scavo, quelle scattate da Marco Ramadori dell’associazione Viarum, benemerito sodalizio che promuove la conoscenza storica legata al cammino su antichi sentieri. Il saggio si scavo porta in evidenza una struttura absidata con pavimentazione in marmi pregiati @ Foto Marco Ramadori, Viarum La trincea dello scavo di saggio porta alla luce il basolato del decumano @ Foto: Marco Ramadori, Viarum Come dicevamo, basta un computer e un po’ di occhio allenato per vedere ciò che è nascosto dal terreno. Lo studioso dell’Università di Bologna, Paolo Storchi, mesi fa aveva individuato, attraverso le immagini satellitari messe a disposizione di tutti i navigatori di internet sul sito Google earth, un quartiere romano, in un campo coltivato, nel territorio comunale di Falerone, in provincia di Fermo, nelle Marche. Siamo nella zona di una cittadina romana, chiamata Falerio Picenus. Il sito archeologico della città antica di Falerio Picenus è nella frazione Piane di Falerone, sulla sinistra del fiume Tenna; si trova a circa 2 km dall’odierno centro di Falerone in provincia di Fermo. Il parco archeologico è formato principalmente dall’area urbana dell’antica città di Falerio Picenus, integrata dalle attigue aree cimiteriali e dalle ville suburbane. L’intera area, per una estensione di circa 30 ettari, può sommariamente essere divisa in due parti: la prima, centrale, per buona parte intaccata dalla edificazione avvenuta dagli anni settanta in poi; la seconda, verso est e verso settentrione, sostanzialmente non urbanizzata, quasi totalmente coltivata, e dunque idonea ad interventi di ricerca e valorizzazione. L’intera estensione, praticamente pianeggiante, si sviluppa lungo la Strada Statale 210, con la superficie principale del lato nord sullo stesso asse viario. Il teatro si presenta ancora oggi come un monumentale edificio ( qui sopra, nella parta arte della foto, alla nostra sinistra) che, seppure saccheggiato nella sua decorazione, si staglia ancora isolato in mezzo alla campagna, all’ombra di un querceto, al termine di un breve vialetto. È uno dei teatri romani meglio conservati delle Marche e viene tuttora utilizzato in estate per numerose rappresentazioni. Attualmente sono conservati e recentemente restaurati il primo e il secondo ordine delle gradinate (media e ima cavea), parte dell’edificio scenico, il prospetto del proscenio a nicchie circolari e rettangolari, alternate alla base del muro del frontescena. Secondo i canoni allora correnti, la colonia era imperniata su due assi ortogonali: il cardo, in direzione nord-sud e coincidente con l’attuale via del Pozzo ed il decumanus che univa il Teatro all’Anfiteatro da est a ovest. Da queste due strade principali si ripartivano quelle secondarie che costituivano la struttura dell’insediamento urbano. La città doveva avere sicuramente una notevole consistenza, se si pensa che il suo perimetro si snodava per circa due miglia, senza considerare le aree esterne dedicate ai sepolcreti. https://www.stilearte.it/trovano-un-tempio-marmi-pregiati-case-e-strade-i-primi-saggi-di-scavo-danno-ragione-al-professore-che-con-google-earth-aveva-identificato-un-quartiere-romano-sepolto-nelle-marche/ @Vel Satiespenso che questo sia di tuo gradimento!
  5. ARES III

    Scoperte romane a Fano

    Un edificio pubblico romano con marmi pregiati scoperto durante lavori edilizi nelle Marche Nuova importante scoperta archeologica nelle Marche. In occasione di alcuni lavori edili in centro a Fano, in via Vitruvio, sono emersi resti relativi a un edificio pubblico, di epoca romana, collocato in affaccio al Foro cittadino. Lo comunica la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ancona, Pesaro Urbino, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Uno degli ambienti portati alla luce durante lavori edilizi nel centro storico @ Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ancona, Pesaro Urbino, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata “Si tratta di un complesso costituito da almeno 5 ambienti, i cui muri, conservati in alzato per circa 2 metri, hanno lo spessore di 5 piedi romani (1,50 metri) e sono rivestiti in malta di calce e lastre di marmo. – prosegue la Soprintendenza – Sono state parzialmente messe in luce anche le relative pavimentazioni, che sono in marmi d’importazione, di colore verde e rosato, probabilmente cipollino verde e pavonazzetto”. Tutto il complesso, databile a circa 2000 anni fa, è stato interessato – prosegue la Soprintendenza marchigiana – almeno da due ulteriori fasi di vita in epoca medievale, di cui sono state ritrovate alcune tracce: strutture murarie, focolari, frammenti di ceramica invetriata. Fra i materiali recuperati, vi è anche un frammento di iscrizione su marmo che riporta su due righe le lettere V e I e conserva ancora tracce della “rubricatura”, ovvero la colorazione in rosso dei solchi delle lettere incise. (nella foto qui sotto) Il frammento marmoreo con lettere incise @ Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ancona, Pesaro Urbino, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata La cronologia e la funzione del complesso sono al momento in corso di studio e di definizione da parte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ancona e Pesaro Urbino. Fano è oggi un Comune di circa 60mila abitanti, di Pesaro e Urbino nelle Marche. Sorse come un centro piceno, ma si sviluppò con i Romani. Il toponimo è legato a Fanum Fortunae, nome che rimanda al “Tempio della Fortuna”, forse eretto a testimonianza della temporalmente lontana battaglia del Metauro. Nel 207 a.C. le legioni romane sbaragliarono qui l’esercito del generale cartaginese Asdrubale, uccidendone il condottiero che intendeva ricongiungersi al fratello Annibale. La conquista della cittadina avvenne nel 49 a.C da parte di Gaio Giulio Cesare, che diede così inizio alla Guerra Civile contro Pompeo. Augusto dotò l’insediamento di mura di cinta (ancora parzialmente visibili), elevando l’insediamento allo stato di colonia romana col nome di Colonia Julia Fanestris. https://www.stilearte.it/un-edificio-pubblico-romano-con-marmi-pregiati-scoperto-durante-lavori-edilizi-nelle-marche/ Ti piace questo sito? ARCHEOLOGIA, NOTIZIE, SCAVI, SCOPERTE ARCHEOLOGIA / Fano, riemergono i resti di un edificio pubblico di epoca romana Il complesso, costituito da almeno 5 ambienti, è stato riportato alla luce in via Vitruvio, nel centro di Fano. Le pavimentazioni, di epoca romana, sono in marmi d’importazione di colore verde e rosato; trovato anche il frammento di un’iscrizione. L’edificio fu utilizzato anche in epoca medievale. Continua a leggere ARCHEOLOGIA / Fano, riemergono i resti… Redazione Nuove scoperte a Fano (PU). In occasione di alcuni lavori edili in centro cittadino sono emersi dei resti relativi a un edificio pubblico di epoca romana, collocato in affaccio al foro cittadino nell’attuale via Vitruvio. A renderlo noto è la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ancona e Pesaro Urbino con un post su Facebook. Si tratta di un complesso, spiega la Soprintendenza marchigiana, costituito da almeno 5 ambienti, i cui muri, conservati in alzato per circa 2 metri, hanno lo spessore di 5 piedi romani (1,50 metri) e sono rivestiti in malta di calce e lastre di marmo. Sono state parzialmente messe in luce anche le relative pavimentazioni, che sono in marmi d’importazione, di colore verde e rosato, probabilmente cipollino verde e pavonazzetto. La pavimentazione dell’edificio (foto: ©SABAP AN PU) Tutto il complesso, databile a circa 2000 anni fa, è stato interessato almeno da due ulteriori fasi di vita in epoca medievale, di cui sono state ritrovate alcune tracce: strutture murarie, focolari, frammenti di ceramica invetriata. Il frammento di iscrizione (foto: ©SABAP AN PU) Fra i materiali recuperati, vi è anche un frammento di iscrizione su marmo che riporta su due righe le lettere V e I e conserva ancora tracce della “rubricatura”, ovvero la colorazione in rosso dei solchi delle lettere incise. La cronologia e la funzione del complesso sono al momento in corso di studio e di definizione da parte della stessa SABAP per le Province di Ancona e Pesaro Urbino. Fonte: SABAP per le Province di Ancona e Pesaro Urbino. https://storiearcheostorie.com/2023/03/08/archeologia-fano-riemergono-i-resti-di-un-edificio-pubblico-di-epoca-romana/
  6. Segnalo agli appassionati di monetazione marchigiana e a tutti gli appassionati e curiosi numismatici la recentissima pubblicazione da parte di Nomisma della monografia sulla zecca di Camerino. L'opera, curata da Lorenzo Bellesia, rappresenta la seconda tappa di una collana che l'autore, in seguito ad approfonditi studi, ha deciso di dedicare alla monetazione marchigiana; il volume infatti porta in copertina il n°2 (il n°1 è stato dedicato a Recanati)... e il n°3 è già in fase di redazione... In questo volume viene rianalizzata l'intera monetazione di Camerino e la relativa documentazione disponibile. Il volume è composto di 203 pagine, ordinabile al prezzo di 80 euro, sarà disponibile a Riccione sul banco di Nomisma. allego immagine della copertina Buona lettura estiva Mario
  7. scacchi

    peso monetale

    salve questo piccolo oggetto mm 10,5 - 11,5 pesa gr. 3.1, credo in bronzo; presenta la figura di un " imperatore che tiene nella destra un globo crucifero e sulla sinistra uno scetro, il retro si presenta liscio e senza altri segni identificativi: un peso monetale? ne ho visto uno moltosimile in vendita in un asta come peso da identificare, non ho trovato altri riferimenti. Ringrazio in anticipo per ogni aiuto, commento o stimolo di ricerca. Cordialita Mirco
  8. scacchi

    giovanni sforza Pesaro

    Salve ringrazio chiunque voglia esprimere un commento a questa "anomalia" anellino cuneo, spina? in °CO° la moneta è un grosso battuto per Giovanni Sforza durante la sua reggenza di Pesaro 13 novembre 1489 - 1500 e 1503 - 1510 per quanto in alcuni punti la legenda sia poco visibile credo che sia questa: STEMMA°IO°S°DEARA °CO°COTI°PISAV°D °S°M°ORA°PRO°N° il peso è di: 1,5 grammi diametro 20\21 mm cordialità Mirco
  9. Segnalo agli appassionati di monetazione marchigiana e a tutti gli appassionati e curiosi numismatici la recentissima pubblicazione da parte di Nomisma della monografia sulla zecca di Recanati. Nell'opera, curata da Lorenzo Bellesia, viene rianalizzata l'intera monetazione di Recanati e la relativa documentazione disponibile. Allego immagine della copertina ed estratto descrittivo. A distanza di quasi un secolo dalla pubblicazione del CNI XIII, Marche, e di due secoli dallo studio di Monaldo Leopardi, sarà sicuramente molto interessante leggere le considerazioni e le conclusioni dell'autore con cui voglio complimentarmi. Estratto dalla presentazione: 80 pagine, completamente a colori Formato 21 x 29,7 cm (A4) Copertina rigida Nomisma Editore - Gennaio 2023 Le monete di Recanati furono classificate per la prima volta nel 1822 da Monaldo Leopardi, il padre del celebre poeta Giacomo. Ora appare un’opera che riconsidera l’intera monetazione recanatese ordinandola cronologicamente dalla prima emissione da collocarsi con precisione, grazie ai documenti, al 1450, per proseguire sporadicamente per il resto del secolo. La monetazione di Recanati si colloca quindi nel contesto della ricchissima monetazione marchigiana del XV secolo insieme ad Ancona, Camerino, Fermo, Macerata ed Ascoli. L’opera di Lorenzo Bellesia riconsidera l’intera materia ripercorrendo anche tutta la precedente letteratura. Buona lettura Mario
  10. salve mi chiedevo che lettera fosse quella che precede il nome di Pandolfo e se fosse censita una simile variante, sempre che di variante si tratti. leggo: croce - due anellini°° - D?B? ° PANDULFUS °° cordialità Mirco
  11. sankio78

    Devozionale scritta RANCOR

    Buonasera mi aiutate a classificare questa devozionale. Sul primo lato leggo rancor sul retro non vedo lettere anche per le pessime condizioni. Grazie fin da ora .
  12. gigio58

    orientato medaglia o moneta

    rovistando tra i miei gettoni ne ho trovato uno che girandolo il telefono rimane dritto come si definisce orientato a medaglia o moneta
  13. Salve a tutti. Trovandomi alle prese con una moneta di una zecca che esula dal mio solito campo di ricerca, volevo sottoporre questo esemplare ai lettori più esperti di me ai quali mi rivolgo gentilmente per una più corretta e precisa classificazione dello stesso. Si tratta di un grosso in argento della zecca di Pesaro a nome di Giovanni Sforza (1489-1500 e 1503-1510) dal peso di 2,20 g. e con un diametro di 25 mm circa. L'interpunzione delle legende è costituita da anelletti. D/ (armetta di Pesaro) . IO . S. DE ARA . COTI . PISAVR . D . Stemma inquartato al 1° di aquila ad ali spiegate, nel 2° e 3° di Aragona-Napoli e nel 4° di leone rampante con cotogno. R/ S . M . ORA . . PRO . N. PE . La Vergine coronata, velata e nimbata, assisa di fronte in trono, tiene in braccio il Bambino nimbato e benedicente. La legenda di R/ così strutturata sembra mancare in tutti i repertori di settore (CNI XIII e Cavicchi 2009). L'esemplare che sembra avvicinarsi di più potrebbe essere CNI XIII, p. 448, n. 34, il quale, però, riporta al R/ la legenda . S . M. ORA . . PRO . N . . Quale riferimento adottare, dunque? Si tratta di una variante ancora presumibilmente inedita? Grazie a tutti per l'attenzione.
  14. ARES III

    Tombe romane ad Urbania

    Come sempre in Italia basta scavare e trovi qualcosa di bello e/o interessante, sicuramente molto antico...... Archeologia: scoperte sepolture I-II sec. d.C. a Urbania 4 tombe romane di epoca imperiale, necropoli 'birituale' Scoperte delle sepolture romane a Urbania (Pesaro Urbino), in località Muraglione, nel corso di lavori di scavo per la posa di un collettore fognario da parte di Marche Multiservizi. Le sepolture di età romana costituiscono un piccolo gruppo di quattro tombe, forse da collegare a una fattoria romana per lo sfruttamento agrario del territorio, databili ai primi secoli dell'età imperiale (I-II secolo d.C.). A darne notizia è la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Marche nord. La zona del ritrovamento era già nota per altri rinvenimenti romani negli anni '80, oltre che per il recupero di alcune epigrafi funerarie già nel XVI secolo. Le sepolture rinvenute si presentano in parte danneggiate dalla costruzione di alcune strutture ottocentesche, forse connesse al vecchio tracciato della ferrovia, ma l'attento scavo archeologico ha permesso di scoprire una notevole varietà nei rituali funerari. Si tratta infatti di una necropoli "birituale", con alcuni defunti deposti inumati ed altri cremati, viene spiegato dalla Soprintendenza. Che aggiunge: "Le tombe sono realizzate con tegole, tavelle e coppi, formando delle vere e proprie casse". È ben conservato un caso di bustum, una fossa rettangolare predisposta per la cremazione diretta del defunto sulla pira, con le pareti scottate e arrossate dal fuoco, nella quale è stata poicostruita la cassetta di tegole e coppi, con anche la creazione di un "canale libatorio" utilizzando un'anfora capovolta e segata. "Questa particolare struttura era utilizzata durante i riti delle profusiones, le offerte o libagioni che potevano rappresentare il pasto simbolico per il defunto, e che venivano fatte colare direttamente all'interno della sepoltura attraverso questo canale", raccontano ancora gli esperti. Strutture e rituali molto simili sono state rinvenute anche a Urbino, al bivio di Croce dei Missionari nell'attuale zona della rotatoria del Consorzio, durante gli scavi degli anni '70 e del 2005. I reperti sono stati messi in sicurezza e prelevati con tutte le cautele del caso e sono attualmente custoditi nei depositi del Palazzo Ducale di Urbania. (ANSA). https://www.ansa.it/canale_viaggiart/it/regione/marche/2021/12/26/archeologia-scoperte-sepolture-i-ii-sec.-d.c.-a-urbania_6a079bd2-a221-4279-afa1-ffa6a523dc4d.html
  15. Con riferimento a quanto in oggetto, per aggiornare i miei archivi, ricerco copia della pagina del catalogo Baranowski 1933 L. 2 - e possibilmente esito. Si tratta di un quattrino di Ancona appena passato in asta Bertolami 108 lotto 635 (https://auctions.bertolamifinearts.com/it/lot/115402/ancona-monetazione-del-xv-sec-quattrino-mi-/), che mi risulta dovrebbe essere passato nel suddetto catalogo Baranowski (non vorrei sbagliare). Grazie in anticipo a chi mi vorrà aiutare.
  16. http://www.circolocastellani.org/numismatica-romana/index al link sopra è visibile la collezione di medagliette votive recentemente esposta a Fano da Circolo castellani.
  17. RobertoPennica

    Aiuto riconoscimento votiva

    Salve, qualcuno mi aiuta a identificarla?
  18. Buonasera, provando a cercare nel CNI il tipo preciso di questo picciolo di Camerino, non sono riuscito a trovarne uno con le stesse caratteristiche. Può essere che non sia stato listato ? Peso: 0,5 g Diametro: 15mm Al dritto: D . CAMERENO con la croce al centro Al rovescio: DE . CAMERENO con lo stemma di Camerino
  19. Buonasera, possiedo questa medaglia coniata in occasione del centenario della morte di Giacomo Leopardi. Osservando sul catalogo del sito (vedasi collegamenti), ho notato che il peso riportato, per questa medaglia in bronzo è di 112,42 g. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME61Q/118 - https://numismatica-italiana.lamoneta.it/passaggi/W-ME61Q/118-1 La mia invece ne pesa 118. Mi chiedo se la differenza di 6 g circa, indichi che si tratti di una variante, di un falso, oppure un riconio postumo. Il diametro è di 60 mm. Ringrazio in anticipo chi mi saprà rispondere.
  20. Sirolo: scoperta tomba gentilizia di età picena Il ritrovamento è avvenuto durante recenti indagini di archeologia preventiva eseguite dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, in accordo con l'Amministrazione comunale Importante scoperta archeologica a Sirolo dove è stata rinvenuta una nuova tomba gentilizia di età picena, risalente al VI sec. A.C. Il ritrovamento è avvenuto durante recenti indagini di archeologia preventiva eseguite dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, in accordo con il Comune di Sirolo. Dirette dall’archeologo dott. Stefano Finocchi e condotte dalla cooperativa ArcheoLAB, sono state effettuate in un terreno di proprietà comunale, non distante dalla necropoli “dei Pini” e dalla Tomba della Regina, per verificare eventuali interferenze di natura archeologica, in vista di un cambiamento di destinazione d’uso del terreno. Gli scavi hanno portato alla luce una sepoltura a inumazione della seconda metà del VI sec. a.C. circa che ospita un guerriero armato di elmo, lancia, spada lunga, pugnale con fodero e ascia, sepolto assieme a un ricco corredo ceramico e bronzeo, oltre alle caratteristiche fibule (in bronzo, ambra e osso) collocate sul petto. La presenza di almeno due spiedi e di alcuni altri strumenti in ferro (creagra ed alari) per la cottura delle carni, sono importanti riferimenti per la pratica del banchetto. «La tomba è a inumazione in fossa rettangolare, il defunto è deposto in posizione rannicchiata sul fianco destro e l’ampio corredo di accompagnamento è disposto oltre i piedi, dove è raccolta la maggior parte dei reperti ceramici – spiega la Soprintendenza -. Dalla disposizione delle fibule possiamo ipotizzare che il defunto fosse avvolto da una veste e poi deposto all’interno della cassa al di sopra di uno strato di ghiaia, probabilmente marina: rituale questo non esclusivo dell’area del Conero e che caratterizza l’età picena fin dai momenti iniziali». A testimoniare lo stato di prestigio del defunto sono alcuni particolari oggetti bronzei quali ad esempio una brocca del tipo rodio, con orlo trilobato (forse a produzione etrusca) e connessa al consumo del vino, o la cista a cordoni perfettamente conservata. Il reperto più affascinante e che più degli altri rappresenta lo status e la magnificenza del personaggio è uno sgabello pieghevole portatile realizzato con elementi e sottili aste di ferro con terminazione a borchie di bronzo inserite entro un disco d’avorio, che reggevano il piano di seduta originariamente in stoffa o cuoio. «Nel mondo etrusco (e poi anche romano) lo sgabello è simbolo di alte cariche pubbliche nella vita politica della città: la presenza di questo oggetto in questa ricca deposizione potrebbe far ipotizzare che il defunto possa aver ricoperto una carica pubblica/politica nell’ambito della comunità picena di età arcaica di Sirolo/Numana- riferisce ancor la Soprintendenza-. Questa nuova e importante scoperta è frutto della proficua collaborazione tra la Soprintendenza e l’Amministrazione comunale, che già nei mesi scorsi si era concretizzata nel sostegno logistico ed economico alle nuove ricerche avviate nella necropoli “dei Pini” dalla Soprintendenza delle Marche, assieme all’Università di Bologna». https://www.centropagina.it/attualita/sirolo-scoperta-tomba-gentilizia-di-eta-picena/
  21. Ciao a tutti, oggi sono andato a caccia in un mercatino e abbastanza sconsolato, visto che non avevo trovato nulla di particolarmente interessante, ero quasi sul punto di andarmene. Poi però su un banco è saltata fuori questa medaglia d'argento di grosso modulo (4 cm) e 25,28 g di peso di produzione Stefano Johnson come visibile dalle iniziali S.J. "Comm. Provinciale Granaria Ascoli Piceno , 1929 - VII" Da quello che leggo sul nostro catalogo fu coniata in occasione della Battaglia del grano durante il fascismo. Riferimento: Casolari VII-8 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME61G/13 Qualcuno che ha questo libro può gentilmente aggiungere altri dati o magari postarmi direttamente la parte del libro che la riguarda? Personalmente è la prima volta che la vedo, voi siete a conoscenza di passaggi in asta o indici di rarità? @fabio22 help! Saluti Simone
  22. Mercs90

    Valutazione Banconote

    Salve sono nuovo in questo forum. Ho trovato queste vecchie banconote da mio nonno e volevo gentilmente sapere se potessero valere qualcosa. Grazie a tutti.
  23. Ciao a tutti, Vi presento il mio primo acquisto sulla famiglia della Rovere. Che ve ne pare? 16 mm 0,6 g
  24. http://www.circolocastellani.org/numismatica-romana/ultimi-studi-sulla-zecca-di-fano Per chi fosse interessato: ho pubblicato la nuova edizione revisionata e a colori de "La Zecca di Fano"
  25. ciao a tutti. una ventina d'anni fa ho visto in un mercatino una medaglietta devozionale del '600 o '700 dedicata alla chiesa della Madonna del Ponte (Metauro) di Fano. (o S. Maria del Ponte). Ho fatto la sciocchezza di non acquistarla e da allora ho il chiodo fisso di ritrovarla, almeno in foto. Ricordo che all'esergo aveva la scritta FANO. qualcuno ne sa qualcosa? grezie
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