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  1. Vel Saties

    Lo statere di Carataco

    1. Statere in oro di Carataco, unico esemplare conosciuto, coniato nel 40-41 d.C. circa a Calleva (Silchester, Hants). Trovato vicino a Newbury, Berks., il 10 novembre 2019. In vendita il 15 novembre 2020, stima £ 30.000. Da quando è stata annunciata la scoperta dell’unico statere d’oro conosciuto di Carataco («Coin News», giugno-luglio 2020) sono state sollevate molte discussioni in ambito accademico. Che questa moneta susciti così tanto interesse non sorprende. Carataco è sempre stato un personaggio noto. In vita era celebre come combattente per la libertà. Per otto anni resistette all’invasione romana della Gran Bretagna a partire dal 43 d.C. Per otto anni fu l’uomo più ricercato dell’Impero romano, braccato senza sosta, di combattimento in combattimento, di fortezza in fortezza, sulle montagne del Galles, finché non fu tradito e consegnato ai Romani nel 51 d.C. da Cartimandua, regina dei Briganti dello Yorkshire, a cui era ricorso per chiedere aiuto. Quando fu portato a Roma in ceppi per essere esibito e ucciso, la sua fama era già notevole: si era diffusa in tutta la Gallia ed era arrivata a Roma ancor prima di lui. L’imperatore Claudio volse questa situazione a proprio vantaggio. Fece esporre in pubblico Carataco ammanettato insieme alla sua famiglia ma invece di giustiziarlo, come di norma, lo perdonò e liberò, il che rese Claudio ancora più celebre. Carataco rimase a Roma, in tranquillo ritiro e, per quanto sappiamo, morì alcuni anni dopo a Roma. Ma la sua fama gli sopravvisse e, all’inizio del II secolo d.C., accrebbe ulteriormente grazie allo storico romano Tacito che diede un resoconto emozionante del discorso di Carataco mentre si trovava in catene davanti a Claudio e ai cittadini di Roma. Anche se Tacito lo riportò molti anni dopo, forse tutto o solo in parte, questo discorso ha risuonato nel corso dei secoli e fece di Carataco un personaggio leggendario fino ad oggi. Ricordato nella tradizione gallese medievale e nelle leggende gallesi, a Carataco venne attribuita l’introduzione del cristianesimo in Gran Bretagna e venne persino indicato come padre di papa Lino. È apparso nella commedia di John Fletcher Bonduca (1613), nell’opera Carattaco di J.C. Bach (1767), nella cantata Caractacus di Elgar (1898) e, più recentemente, in vari romanzi e nel dramma televisivo Claudius the God. 2. Per otto anni Carataco fu l’uomo più ricercato nell’Impero romano, alla guida delle tribù gallesi in una guerriglia contro le forze di Claudio. Dati i suoi due millenni di fama internazionale – come primo noto combattente per la libertà della Gran Bretagna e membro più conosciuto della più antica famosa famiglia reale britannica (suo padre era Cunobelino di Colchester, “Old King Cole”, immortalato come Cymbeline da Shakespeare) – non sorprende che la prima moneta d’oro di Carataco portata alla luce abbia colpito i numismatici. David R. Sear, autore di Roman Coins and their Values (Spink 2000-2014) e tra le autorità più note nel mondo sulla numismatica antica, afferma: «Questo deve sicuramente essere classificato tra le scoperte numismatiche più emozionanti del XXI secolo, se non di tutti i tempi». Dopo quarant’anni di ricerca, perché è stata trovata una sola moneta d’oro di Carataco? Il dottor Philip de Jersey, autore di Celtic Coinage in Britain (Shire 1996) e Coin Hoards in Iron Age Britain (Spink 2014), afferma: «Il semplice fatto che sia unica, dopo tutti quegli anni di ricerche e migliaia di reperti ritrovati, deve indicare che si trattava di una moneta rara e insolita fin dal momento in cui è stata coniata». 3. Carataco potrebbe essere discendente di Cassivellauno, comandante della coalizione britannica contro Cesare nel 54 a.C., rappresentato qui con l’elmo alato (ABC 2472). Il dottor John Sills, autore di Divided Kingdoms: the Iron Age gold coinage of Southern England (Chris Rudd 2017), è d’accordo. Dice: «L’unicità dello statere di Carataco deve significare che pochissimi esemplari furono coniati all’origine». Egli suggerisce che sia stata «battuta all’inizio del suo regno per cementare la sua autorità come nuovo sovrano di una dinastia straniera». Gli stateri di Carataco potrebbero essere stati donati all’aristocrazia locale perché servissero a identificare e consolidare lo status del nuovo sovrano ma sembra che non siano entrati in circolazione. Due grandi tesoretti, ritrovati a Bentworth e Chawton («Coin News», dicembre 2013 e aprile 2016), arrivano fino alle coniazioni in oro di Epaticco e potrebbero essere collegati all’invasione Claudiana; se stateri di Carataco fossero entrati in circolazione dovrebbero essere presenti in questi repertori, ma non lo sono». Ci può essere un’altra ragione per la grande rarità degli stateri d’oro di Carataco: dei pochi che furono coniati, la maggior parte furono probabilmente riconvertiti in lingotti subito dopo l’invasione di Claudio. Perché? Perché chi si fosse trovato in possesso di una di quelle monete sarebbe stato subito identificato come anti-romano e, peggio ancora, come simpatizzante dei ribelli. John Sills dice: «Probabilmente non era saggio per nessuno possedere una moneta d’oro del leader della resistenza dopo l’invasione romana. Sarebbe stato pericoloso essere scoperti dai romani con una coniazione di Carataco». Non è ironico che una moneta d’oro celtica che nessuno voleva possedere duemila anni fa sia ora la moneta d’oro che i collezionisti celtici più desiderano nella loro collezione? 4. Il fratello di Carataco, Togodumno, morì combattendo contro i Romani nel 43 d.C. Quarto di statere in oro (ABC 3008), trovato a Bourne End, Beds., nel 2013. Venduto da Chris Rudd nel 2014 per £ 10.200 (ingrandimenti). 5. Carataco e Claudio potrebbero essersi incontrati a Roma molto prima che Claudio invadesse la Gran Bretagna nel 43 d.C. Moneta d’argento (ABC 1376) e tetradramma d’argento (BMC 228). 6. Claudio ha trascorso solo 16 giorni in Gran Bretagna. Ma era così orgoglioso della “sua” conquista che ribattezzò suo figlio Britannico, rappresentato qui con Marte. Sesterzio, 51 d.C. circa, BMC 226. Aggiudicato da Numismatica Ars Classica NAC AG, asta 59 del 6 ottobre 2011, lotto 658, per CHF 125.000 (£ 104.000). Le notizie e le ipotesi attuali su Carataco, molte innescate dalla scoperta, lo scorso novembre, dell’unico statere battuto a suo nome, sono sorprendenti. Ad esempio, l’archeologo professor Michael Fulford ha recentemente scoperto un enorme fossato, lungo 1,5 miglia e profondo fino a 4,8 metri, che Carataco potrebbe aver scavato intorno alla sua capitale a Calleva (l’attuale Silchester, Hampshire) per difenderla dagli invasori romani («Current Archaeology» 356, novembre 2019). «Il ritrovamento di uno statere d’oro di Carataco è estremamente importante», afferma il professor Fulford, «in quanto aggiunge non solo un nuovo esemplare alla serie delle sue coniazioni, che altrimenti erano solo in argento, ma fornisce anche informazioni sulle risorse di colui che comandava all’epoca l’invasione romana della Gran Bretagna». 7. Quando Claudio invase la Gran Bretagna, Carataco scavò o ri-scavò un fossato difensivo intorno alla sua capitale, Calleva, che misurava 1,5 miglia di lunghezza e fino a 4,8 metri di profondità. Sala regale a Calleva, 10-45 d.C. Altre due affermazioni arrivano dalla Dottoressa Daphne Nash Briggs, esperta numismatica e autrice di Coinage in the Celtic World (Seaby 1987), e dall’archeologo Reverendo Professor Martin Henig, autore di The Heirs of King Verica: Culture & Politics in Roman Britain (Amberley 2002). Nel loro articolo di prossima pubblicazione, Caratacus, suggeriscono che il combattente britannico per la libertà potesse essere cresciuto a Roma, dove incontrò Claudio. Dicono: «Non è affatto inverosimile immaginare che Carataco abbia effettivamente parlato con Claudio, sia nel latino che aveva imparato un tempo a Roma, sia nella lingua celtica che Claudio aveva assorbito da bambino a Lione. Forse Claudio lo aveva conosciuto personalmente proprio come aveva conosciuto i figli di altri capi, tra cui Prasutago, che divenne sovrano delle tribù confederate degli Iceni e degli Atrebati, il gallo-britannico Cogidubno, e manteneva ancora un sentimento amichevole nei suoi confronti». La seconda ipotesi riguarda l’amica del poeta Marziale, Claudia Rufina, detta “testa rossa” (Epigrammi XI, 53), descritta dal poeta come «caeruleis… Britannis edita», ossia “nata dai britannici blu” e che era, come scrive Anthony Birley, «senza dubbio la figlia o la nipote di un beneficiario dello Stato romano nel periodo immediatamente successivo alla conquista» (The People of Roman Britain, Batsford 1970, pp. 15-16). Secondo gli autori, Rufina «avrebbe potuto essere la figlia di Carataco» (D. Nash Briggs e M. Henig, Caratacus, in «Association for Roman Archaeology News», autunno 2020). Quando ho detto al professor Henig che è stato trovato uno statere d’oro di Carataco, ha esclamato: «Sono elettrizzato. Questa è una delle monete celtiche più importanti trovate in questo secolo». 8. Cranio di un uomo di 25-35 anni rinvenuto nel fossato intorno a Calleva. È morto difendendo Calleva con Carataco quando le forze di Claudio attaccarono nel 43-44 d.C.? 9. Carataco raffigurato come barbaro seminudo. In realtà egli era probabilmente ricco, ben vestito, ben istruito (a Roma?), scriveva in latino, aveva schiavi, beveva del buon vino italiano in un calice d’argento e indossava le più moderne armature romane. Allo stesso modo commenti entusiastici sono stati fatti da altri studiosi solitamente riservati. Il professor Chris Gosden dell’Istituto di Archeologia di Oxford, sede del Celtic Coin Index, descrive lo statere di Carataco come «una moneta straordinaria». Il dottor Philip de Jersey, ex amministratore del Celtic Coin Index, dice: «Che moneta straordinaria! A differenza del primo statere d’oro di Volisios dei Catuvellauni, della cui esistenza era certo Derek Allen già nel 1944, non credo che nessuno di noi abbia mai pensato che potesse essere ritrovato questo statere di Carataco. Sembra piuttosto straordinaria, dopo così tanti decenni di rilevamento di reperti antichi in metallo – di quella che dopo tutto è una risorsa in diminuzione – l’apparizione di qualcosa di così inaspettato e, inoltre, appartenente a un sovrano che ha avuto un ruolo così importante nella storia britannica». Rainer Kretz, un esperto di monete dinastiche del Tamigi settentrionale e la prima persona a rendersi conto che l’abbreviazione Dubn (ABC 3008) può riferirsi al fratello di Carataco, Togodumno, afferma: «Essendo stato battuta da un sovrano che fino ad ora era conosciuto solo da tre monete in argento e tre minimi, questo rappresenta una scoperta davvero sensazionale. Chi, sinceramente, avrebbe mai puntato sul ritrovamento di uno statere di Carataco eppure, contro tutte le probabilità, eccolo!» E il dottor John Sills, un coautore di Ancient British Coins (Chris Rudd 2010), sostiene che è «la più importante moneta dell’età del ferro mai trovata in questo paese» («Coin News», luglio 2020, p.39). Dato il grande interesse che ha suscitato la scoperta dell’unico statere d’oro di Carataco e la notevole fama del principe che lo ha coniato, ci si attende che questa moneta possa raggiungere un prezzo record quando sarà battuta in asta il 15 novembre prossimo. Il professor Colin Haselgrove, che ha recentemente pubblicato un rapporto sugli scavi a Stanwick, nello Yorkshire, ex capitale della regina Cartimandua, che consegnò Carataco ai romani nel 51 d.C., afferma: «Questa potrebbe diventare la moneta più preziosa dell’età del ferro trovata fino ad oggi. A tutti piace un eroe britannico». Lo statere d’oro di Carataco, unico esemplare conosciuto, sarà venduto in asta a Norwich il 15 novembre 2020. Crediti fotografici: 1, 3a, 4, 5a © Chris Rudd. 2 Caractacus by William Blake © The British Museum, 3b Jane Bottomley © Chris Rudd. 5b, 6 © Numismatica Ars Classica NAC AG. 7 Reconstruction by Margaret Matthews, in Late Iron Age Calleva, Britannia Monograph Series No.32, Soc. PRS, 2018. 8 Photo Diana Pearl McNutt © University of Reading. 9 Caractacus marble statue, John Henry Foley, 1859, © City of London, Guildhall Art Gallery. https://www.panorama-numismatico.com/lo-statere-di-carataco/
  2. Un tesoro di monete celtiche scoperto nel 2010 grazie alla ricerca col metal detector e datato tra il 100 a.C. ed il 40 d.C. nel pieno delle campagne di conquiste romane della Britannia. E' conservato Ed ESPOSTO al St Neots Museum. In questo video la curatrice del museo ci porta alla scoperta della regione ed alla lettura delle raffigurazioni sulle monete che sono, come sempre, frutto della meravigliosa visione ed interpretazione celtoiva della realtà.
  3. Salve a tutti. Mi hanno regalato una moneta in condizioni pessime, irriconoscibile, di provenienza della zona di Paestum. Mi hanno però colpito le dimensioni: 21-22 mm. di diametro, 3-3,5 mm. di spessore, 11 gr. di peso. L'ho pulita come meglio potevo per cercare di capire cosa c'era al di sotto e la foto le potete vedere più in basso. Mi sembra di vedere da un lato Pegaso in volo verso sinistra e dall'altro il profilo di Atena con l'elmo Corinzio sempre verso sinistra. Il materiale non so che sia, ma dal colore potrebbe essere bronzo (la foto falsa un po' il colore originario, più giallino). Controllando in rete mi si sono aperte a questo punto due strade: 1) una Litra di Siracusa, ma allora non dovrebbe essere Pegaso bensì un Ippocampo (anche se a me sembra un cavallo alato); 2) uno Statere di Corinto, ma allora non dovrebbe essere bronzo bensì argento. Una volta concluso di che moneta si tratti mi incuriosice il valore, visto il gentile omaggio ricevuto.................... Che dire, agli esperti la parola. Grazie in anticipo.
  4. Rileggendo la discussione sull'Aquila di Giove che è ritornata dall'oblio di recente, ho letto del raro statere d'oro di Gneo Cornelio Lentulo Marcellino. Non avendo trovato un'immagine a colori nel catalogo https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G35/23, l'ho cercata nella sezione online del British Museum ed eccola in tutto il suo splendore. Ho fatto aggiungere la foto sul nostro catalogo. Un saluto a tutti
  5. Mi serve sapere cos'e' questo statere e se e' autentico per cortesia grazie dimensioni 23,5mm 16,5mm peso 10 11 grammi
  6. giuliodeflorio

    Statere di Corinto?

    Statere (argento), (8,2g, 21,1mm, 9h) Gli stateri di Corinto (Pegaso alato a sinistra/Testa di Athena a sinistra con elmo corinzio) si riconoscono per la presenza della lettera "koppa" sotto il cavallo e per alcune lettere sotto il mento di Atena. Nel caso che sto esaminando, questi elementi non sono presenti, sia perché la "koppa", se presente all'origine, è ormai abrasa, sia perché le lettere sotto il mento sono assenti, perché il conio è fuori centro. Dietro il collo di Athena è ben presente però la figurina di Artemide di corsa a destra che regge la torcia. La domanda è questa: la sola presenza di Artemide è di per sé sufficiente ad attribuire lo statere a Corinto e non ad una delle sue colonie? Non disponendo di testi specifici non sono in grado di rispondere alla domanda. Qualcuno mi può aiutare? Ringrazio dell'attenzione. Giulio De Florio
  7. Salve credo sia uno statere, ma non mi intendo di antiche monete greche per cui vorrei un vostro parere su questo esemplare; dritto testa di Atena, rovescio Civetta con ramo di ulivo a sinistra, apparentemente senza lettere nel campo destro; peso circa 9 grammi, diametro circa 21 millimetri, asse di conio ore 5; se si ruota la moneta si 180° usando come asse di rotazione l'asse del dritto questo risulta perfettamente allineato con la diagonale dell'incuso del rovescio. La moneta è molto alta; considerando la gibbosità centrale circa 3 mm. Il metallo appare in superficie di un colore giallo pallido, non argenteo . Intanto posto il rovescio, segue il dritto. Grazie Uriano
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