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Racconti dell'età dell'oro


petronius arbiter

Risposte migliori

Racconti dell'età dell'oro, è un piccolo film rumeno del 2009, un film in quattro episodi che raccontano leggende metropolitane dell'era di Ceausescu, conosciuta anche come "Età dell'Oro", secondo la propaganda di regime.

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Vi dico subito che il film non c'entra nulla con l'argomento della discussione :D solo mi piaceva il titolo, e così, come altre volte (Who's that girl?, Il Re ed Io), ho pensato di prenderlo in prestito.

L'età dell'oro di cui intendo raccontare, è lontana, nel tempo e nello spazio, dalla Romania di Ceausescu...e molto più divertente ;)

O almeno spero :rolleyes:

petronius :)

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In un giorno d'inverno

"Era un pomeriggio di pioggia quando il signor Marshall arrivò nel mio ufficio al Forte, molto bagnato. Ero sorpreso di vederlo, in fondo erano soltanto un paio di giorni che lo avevo mandato a Coloma con una squadra. Ma egli mi disse che aveva alcune importanti e interessanti novità, che voleva parlare con me di nascosto, e mi ha chiesto di andare con lui in un posto dove non saremmo stati disturbati, e dove altri non potessero ascoltare quello che aveva da dirmi.

Sono andato con lui nella mia stanza privata, e mi ha chiesto di chiudere la porta, ma io gli ho detto che nessuno era in casa, tranne l'impiegato, che era nel suo ufficio in una parte diversa della casa.

Così, ho dimenticato di chiudere a chiave la porta, ed è accaduto che la porta è stata aperta dall'impiegato proprio nel momento in cui Marshall ha preso uno straccio dalla tasca, e mi ha mostrato il metallo giallo: ne aveva circa due once, ma è difficile descrivere quanto sia stato veloce a rimetterlo in tasca.

L'impiegato era a venuto a trovarmi per affari, e si scusò per avermi interrotto, e appena ci ha lasciato Marshall mi ha detto, 'ora vuoi chiudere la porta? Non ti ho detto che non possiamo avere ascoltatori?' Gli ho detto che non doveva aver paura di questo, perché non era l'abitudine di questo signore, ma non riuscivo a convincerlo che non aveva bisogno di essere sospettoso.

Poi il signor M. ha cominciato a mostrarmi questo metallo, che consisteva in piccoli pezzi e campioni, alcuni dei quali valevano appena un paio di dollari, mi ha detto che aveva espresso il suo parere ai lavoratori della segheria, che avrebbe potuto essere oro; ma quelli avevano riso di lui e lo avevano chiamato pazzo, e non credevano affatto a una cosa del genere.

Dopo aver testato il metallo con acqua forte, che ho trovato nella mia farmacia, aver fatto altri esperimenti, e letto il lungo articolo 'oro' nell'Encyclopedia Americana, ho dichiarato che si trattava di ORO della migliore qualità, di almeno 23 carati."

Così John Sutter ricorderà, molti anni più tardi, il giorno in cui il suo dipendente, James W. Marshall, gli mostrò l'oro trovato in un canale presso la segheria che stava costruendo per lui sul South Fork, affluente meridionale dell'American River, nei pressi di Coloma, California.

Quel 24 gennaio 1848 era un freddo e piovoso giorno d'inverno....inizia qui la nostra storia oo)

petronius :)

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quando Petronius inizia così una discussione c'è da aspettarsi il racconto di un pezzo di storia importante, qui iniziamo con la corsa all'oro in America ma dove andremo a finire?

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quando Petronius inizia così una discussione c'è da aspettarsi il racconto di un pezzo di storia importante, qui iniziamo con la corsa all'oro in America ma dove andremo a finire?

Forse alla fine della circolazione aurea dopo la Grande Depressione.

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Il 7/2/2013 alle 23:08, stf dice:

Nel 1848 inizia la corsa all'oro in California. E l'anno dopo inizia la coniazione delle celebri Double Eagle. Mi sa che è qui che vuoi arrivare. :blum:

Lì ci sono già arrivato ;)

James B. Longacre e la "Double Eagle"

Il 7/2/2013 alle 23:10, karnescim dice:

quando Petronius inizia così una discussione c'è da aspettarsi il racconto di un pezzo di storia importante, qui iniziamo con la corsa all'oro in America ma dove andremo a finire?

Il 8/2/2013 alle 10:35, stf dice:

Forse alla fine della circolazione aurea dopo la Grande Depressione.

Troppo per un'unica discussione...qui, mi accontento di arrivare allo scoppio della Guerra Civile :ph34r:

petronius oo)

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Il 7/2/2013 alle 22:23, petronius arbiter dice:

Quel 24 gennaio 1848 era un freddo e piovoso giorno d'inverno....inizia qui la nostra storia oo)

In realtà, la data del primo ritrovamento è incerta, anche se oggi la maggioranza degli storici concorda con il 24 gennaio, un lunedì.

La confusione nasce anche dal fatto che Sutter voleva tenere nascosta la scoperta, cosa che gli riuscì solo per poche settimane. Egli temeva, a ragione come vedremo, che la diffusione della notizia, avrebbe sconvolto la vita tranquilla che lui e la sua gente avevano trovato lì.

John Augustus Sutter, di cui vediamo una foto scattata nel 1878, era nato nel 1803 nel Baden-Württemberg, in Germania, come Johann Suter. Da giovane si era trasferito in Svizzera, nel cantone di Berna, si era sposato, aveva avuto cinque figli, e avviato un'attività commerciale. Ma il fallimento di quest'ultima nel 1834 lo costrinse a fuggire dal paese per sottrarsi al processo per debiti, lasciò così moglie e figli e si imbarcò per gli Stati Uniti dove, una volta arrivato, americanizzò il suo nome in John Sutter.

Giunto in California, comprò una nave e avviò un fiorente commercio con l'Alaska e le Hawaii, e nel 1843 ottenne dal governatore messicano (la California faceva ancora parte del Messico) il permesso di colonizzare la zona nord-orientale del territorio. In quella zona egli stabilì così la colonia di Nova Helvetia, dominata da un grande e munito forte di sua proprietà, quello stesso dove Marshall gli comunicherà la sua scoperta. In pochi anni il territorio della colonia si estese in modo esponenziale, e insieme alla sua ricchezza e ai suoi possedimenti, Sutter vide crescere anche il proprio prestigio politico.

Era all'apice della potenza quando la scoperta dell'oro, nel luogo in cui stava costruendo una segheria, sconvolse i suoi piani.... :mellow:

petronius :)

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A diffondere la notizia della scoperta fu un commerciante Mormone (come Mormone era anche Marshall), Samuel Brannan (foto) che portò la notizia a San Francisco, da dove immediatamente partirono i primi cercatori.

Sam Brannan pensò bene di installare un emporio lungo la strada per Coloma, e con ciò fece fortuna: vendeva alimenti e attrezzi a prezzi esorbitanti che i cercatori d'oro, ansiosi di andare alla ricerca e all'avventura, pagavano senza battere ciglio. Presto anche gli albergatori, i proprietari di spacci e di saloon, presero la buona abitudine di alzare notevolmente i prezzi, e così San Francisco diventò la città più cara d'America.

Dei tre protagonisti della scoperta dell'oro, Sutter, Marshall e Brannan, quest'ultimo fu l'unico a guadagnarci. Senza averne mai scavato un grammo, Brannan divenne il primo milionario della "febbre dell'oro", e fece anche carriera politica, diventando senatore della California nel 1853.

petronius oo)

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Dei tre protagonisti della scoperta, resta da dare qualche cenno della vita di Marshall (e concludere quella di Sutter).

Nato nel 1810 nel New Jersey, James Wilson Marshall, che vediamo in una foto scattata negli ultimi anni della sua vita, era giunto in California nel 1845, proveniente dall'Oregon. Qui aveva conosciuto Sutter, ed era stato assunto come capo-cantiere nella sua costruenda segheria.

Dopo la scoperta dell'oro, paradossalmente, si trovò senza lavoro, in quanto la costruzione della segheria fu abbandonata perchè tutti gli uomini validi si erano precipitati a cercare l'oro. Naturalmente ci provò anche lui, ma dopo la scoperta iniziale non ebbe molta fortuna, e così lasciò Coloma, per tornarvi nel 1857 e impiantarvi un vigneto, che inizialmente ebbe successo, ma poi fallì, strozzato dalle tasse e dalla concorrenza. Entrò quindi in società in una minera d'oro nei pressi di Kelsey, in California, ma la miniera non produsse praticamente nulla, e Marshall vi perse anche i suoi ultimi risparmi.

Finito in bancarotta, nel 1872 ottenne una piccola pensione, in riconoscimento del ruolo svolto in un'epoca importante della storia della California, ma gli venne poi revocata nel 1878. Morì nel 1885, il 10 agosto, lasciando appena i soldi sufficienti per pagare le spese del suo funerale :(

Quanto a John Sutter, la scoperta dell'oro non portò fortuna nemmeno a lui. Le sue proprietà vennero invase, il suo bestiame rubato per saziare i nuovi arrivati e tutti i suoi dipendenti lo abbandonarono per partecipare anch'essi alla corsa all'oro.

Tentò più volte, negli anni successivi, di appellarsi alla legge per farsi riconoscere il monopolio delle sue proprietà; purtroppo, tutto fu reso più difficile dal fatto che la California era stata da poco ceduta agli Stati Uniti, mentre Sutter aveva ottenuto le concessioni dalle autorità messicane.

Dopo aver dilapidato ciò che restava del suo patrimonio in interminabili battaglie legali, a Sutter fu concessa soltanto la proprietà di una piccola parte dei suoi terreni.

John Augustus Sutter morì il 18 giugno 1880 alle 3 del pomeriggio, a Washington.

petronius oo)

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La scoperta dell'oro in California diede inizio alla prima grande Corsa all'Oro della storia.

Nel giro di 18 mesi arrivarono oltre 75.000 cercatori, provenienti all'inizio da ogni parte d'America, ma poi anche dall'Europa (Italia compresa) e alcuni dall'Australia, i temuti "Sidney Ducks", criminali incalliti anche secondo i generosi standard dell'epoca :bandit:

E' quella che gli storici chiameranno "The Age of Gold", l'Età dell'Oro, che si concluderà nel 1861 con lo scoppio della Guerra di Secessione, di cui sarà una delle concause.

Ma prima di iniziare un'analisi dettagliata del periodo, e delle sue monete (perchè di esse tratterà principalmente la discussione, anche se finora non se ne è vista alcuna :rolleyes:) dobbiamo tornare indietro di alcuni anni, per un necessario prologo :ph34r:

petronius :)

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In principio...

....gli Stati Uniti, a differenza del Messico e dell'America Latina, che spagnoli e portoghesi si erano divisi, avevano ben poche risorse minerarie, di ogni genere.

O meglio, c'erano, ma non erano ancora state scoperte. Ogni tanto, qualche cacciatore ritornava dai remoti territori dell'Ovest raccontando mirabolanti storie di pepite d'oro trovate nei torrenti, ma le distanze e l'inaccessibilità dei luoghi scoraggiavano qualsiasi spedizione più approfondita.

Questo fatto si rifletteva anche sulla produzione di monete, e nei loro primi anni di vita gli Stati Uniti dovettero affrontare non pochi problemi per quanto riguardava la circolazione monetaria. Vi fecero fronte utilizzando prevalentemente monete straniere, inglesi, francesi, brasiliane e, su tutte, il famoso "pezzo da otto" spagnolo, la moneta d'argento da cui deriverà il dollaro, che ebbe corso legale negli Stati Uniti fino al 1857.

Imponente fu anche l'uso di banconote, emesse da un'infinità di banche private, in un periodo in cui la moneta cartacea faticava ancora non poco ad imporsi nella vecchia Europa.

Anche quando fu istituita la prima Zecca federale, a Philadelphia nel 1792, i problemi dovuti alla scarsità di metalli, non solo oro e argento, ma anche rame, continuarono. Di fatto cesseranno solo a metà dell'800, con la scoperta dell'oro in California prima e dell'argento nel Nevada poi.

Fu dunque con grande soddisfazione che l'America salutò la prima importante scoperta dell'oro nel suo territorio...correva l'anno 1799.

petronius :)

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Un fermaporta assai prezioso

Una domenica di un mese non meglio precisato del 1799, il dodicenne Conrad Reed, in compagnia della sorella e di un fratello più piccoli, andò ad esplorare, come probabilmente faceva spesso, le rive del Little Meadow Creek, un torrente che scorreva non lontano dalla fattoria di suo padre, nella Contea di Cabarrus, North Carolina.

Dalla sua esplorazione, riportò a casa una grossa pietra, ma poichè nessuno in famiglia capiva bene di cosa si trattasse, decisero di usarla come fermaporta, che gliene serviva giusto uno, e lì rimase, all'ingresso della casa dei Reed, per alcuni anni.

Finalmente, nel 1802, al padre di Conrad, John Reed, venne il sospetto che quella grossa pietra potesse avere un qualche valore, la prese e la portò da un gioielliere di Fayetteville, che non ci mise molto a capire di cosa si trattava. Era ORO, e il povero John, che era del tutto all'oscuro del prezzo del prezioso metallo, chiese e ottenne, quasi vergognandese perchè gli sembrava troppo, 3 dollari e 50, per un blocco d'oro del peso di oltre 17 libbre (circa 8 chili) che valeva, allora, mille volte tanto.

Ma pare che, successivamente, Reed si sia reso conto di cosa aveva fatto, e abbia ottenuto dal gioielliere un migliaio di dollari, sempre pochi comunque.

Per il momento però, era soddisfatto dell'affare :wacko: e tornato a casa si diede a cercare altro oro. L'anno seguente trovò una pepita da 28 libbre (12-13 chili) la più grande mai scoperta nella regione, e nelle sue esplorazioni del torrente si rese conto che era tempestato di scaglie d'oro e pepite per oltre un miglio della sua lunghezza.

Nel frattempo, altre scoperte avevano fatto seguito a quelle della famiglia Reed, specialmente nella Contea di Mecklenburg, sempre nel North Carolina, e avevano dato l'avvio alla prima corsa all'oro americana.

Quella in foto invece, non è una delle pepite dei Reed, di cui naturalmente non rimane traccia, ma la replica, esposta nel Musero Mineralogico dell'Università di Harvard a Cambridge, Massachusetts, della famosa Welcome Nugget, un blocco d'oro del peso di ben 2.217 once (69 chili :shok:) scoperto nel 1858 in Australia e ritenuto dai contemporanei "superiore in purezza e valore a ogni pezzo d'oro mai trovato".

Questo non gli evitò di fare la fine di una qualsiasi piccola pepita, fuso nel 1859 e utilizzato per coniare sterline della regina Vittoria...chissà mai che non ne abbiate qualcuna in collezione :search:

petronius oo)

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In Gold we trust

Ben prima che in Dio, il cui motto comparirà per la prima volta su una moneta soltanto nel 1864, gli americani mostrarono di confidare nell'oro. Le quattro lettere che compongono la magica parola GOLD furono infatti impresse su una moneta già nel 1830.

Due anni prima era stato scoperto l'oro in Georgia, scoperta che andava ad aggiungersi a quella del North Carolina di inizio secolo. Per gli abitanti dei due Stati si poneva però il problema di cosa farne di quest'oro. La cosa migliore sarebbe stato trasformarlo in monete, ma per questo dovevano rivolgersi all'unica Zecca allora presente sul territorio degli Stati Uniti, quella di Philadelphia.

Spedire l'oro nella Città dell'Amore Fraterno, con i mezzi dell'epoca, non era però una cosa semplice. Oltre che costosa, la spedizione si esponeva a mille rischi...indiani, banditi, avversità atmosferiche. Non erano molti quelli che si azzardavano, la maggioranza preferiva scambiare direttamente il suo oro sul posto, così com'era, in polvere o in pepite, a peso.

Ma nemmeno questo era semplice, continue erano le discussioni, perchè lo stesso oro poteva essere valutato in un modo da alcuni, e diversamente da altri, per non dire dell'affidabilità delle bilance :rolleyes:

Così, i georgiani e gli abitanti della Carolina incominciarono a chiedere a gran voce al Congresso degli Stati Uniti l'apertura di una Zecca federale là dove era più necessaria, cioè dove l'oro veniva estratto.

Il Congresso alla fine lì accontentò, ma tra un ritardo e l'altro le due Zecche di Charlotte (North Carolina) e Dahlonega (Georgia) entrarono in funzione soltanto nel 1838, quando ormai da un pezzo gli intraprendenti abitanti dei due Stati avevano incominciato a fare da soli ;)

I primi furono quelli della Georgia.

Il 24 luglio 1830 il Georgia Journal di Milledgeville (allora capitale dello Stato) informava che tale Templeton Reid aveva aperto una Zecca in città, e aveva già pronti da fornire circa 1.500 dollari in monete d'oro da 2,50, 5 e 10 dollari.

Templeton Reid era quello che definiremmo un tuttofare: nel tempo era stato gioielliere, armaiolo, orologiaio, e chissà cos'altro. Nell'estate del 1830 la sua attenzione si era infine rivolta alla coniazione di monete.

Dopo l'annuncio del 24 luglio, già alla fine del mese decise di trasferirsi nel paesino di Gainesville, per essere più vicino al luogo di estrazione dell'oro, e lì coniò ancora qualche centinaio di monete, tra l'agosto e l'ottobre 1830.

Dopodichè, così come era repentinamente cominciata, la passione per le monete sembrò spegnersi in lui, e per quasi vent'anni decise di dedicarsi ad altro. In realtà, la coniazione era per lui un semplice affare economico, e forse aveva trovato qualcosa di più remunerativo da fare.

Le sue monete sono piuttosto primitive, su un lato riportano il nome dello Stato e la parola ORO (Georgia Gold) e, quasi sempre, la data. Sull'altro il suo nome, abbreviato nelle monete più piccole, e il valore.

Reid fu criticato perchè le sue monete erano di peso leggermente inferiore a quello delle emissioni ufficiali di Philadelphia (cosa che potrebbe averlo scoraggiato dal continuare) ma, d'altra parte, erano di oro puro, quindi a un titolo maggiore, e di conseguenza con un valore intrinseco lievemente superiore al facciale :)

petronius oo)

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Se a questo punto vi state chiedendo come mai Reid non sia stato immediatamente arrestato, preciso subito che quello che faceva era pienamente legale...o almeno non era espressamente vietato :rolleyes:

Nella Costituzione degli Stati Uniti, era scritto a chiare lettere che il Governo Federale era autorizzato a battere moneta, mentre questa facoltà era negata ai singoli Stati e ai Territori degli Stati Uniti.

Ma, per motivi che gli storici non riescono tuttora bene a spiegarsi, non si faceva cenno alla cartamoneta, nè alle coniazioni da parte dei privati. In questo vuoto legislativo si infilarono le migliaia di banche che inondarono il paese di cartamoneta (spesso, cartastraccia <_<) e, seppure in numero molto minore, diversi soggetti privati che, come Reid, supplirono all'assenza dello Stato.

Del resto le loro monete replicavano gli stessi valori di quelle ufficiali (e a volte li precorrevano, come nel caso del dollaro d'oro, che vedremo) e il peso e il contenuto di fino potevano essere addirittura superiori. Sebbene prive di valore legale, venivano dunque accettate di buon grado, anche se in aree limitate, e il Governo stava a guardare.

La coniazione ai privati fu interdetta soltanto nel 1864, e nel frattempo alla Georgia si erano aggiunti il North Carolina e, dopo la scoperta dell'oro, la California, e poi lo Utah, l'Oregon e il Colorado.

Quanto a Templeton Reid, lo ritroviamo nel 1849, poco dopo l'inizio della corsa all'oro in California, quando avrebbe coniato due monete misteriose :ph34r: marcate California Gold 1849.

Misteriose, perchè pare che Reid non sia mai stato in California, e che la coniazione sia avvenuta invece a Columbus, Georgia, dove egli nel frattempo si era trasferito. E poi perchè, in tutto, si conoscono soltanto tre esemplari, e dunque non possono essere state fatte per la circolazione come le altre.

Dei tre esemplari, due sono da 10 dollari, uno è custodito presso lo Smithsonian, dell'altro non si sa nulla.

Va ancora peggio con la terza moneta, dall'inusuale valore di 25 dollari. L'unico esemplare fu rubato dalla collezione della Zecca nel 1858, e mai più ritrovato :P

Infine, quando a Dahlonega, nel 1838, venne aperta la Zecca della Georgia, la gran parte dei possessori delle monete di Templeton Reid le portarono lì, per fonderle e averne in cambio emissioni regolari in oro. Il che ha fatto sì che i pochi esemplari sopravvissuti siano oggi di estrema rarità.

petronius :)

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I Bechtler

La famiglia Bechtler, padre, figlio e nipote, occupa un posto importante nella storia della monetazione americana. Furono loro i primi a coniare la moneta d'oro da 1 dollaro, nel 1831, diciotto anni prima dell'inizio delle coniazioni ufficiali della Zecca :clapping:

I Bechtler, originari del Baden, in Germania, arrivarono nella primavera del 1830 a Rutherfordton, North Carolina, importante centro per il commercio dell'oro, e il loro patriarca, Christopher, o Alt Christoph (Christoph il Vecchio) si rese ben presto indispendabile agli abitanti della cittadina quale unico gioielliere e orologiaio.

Christoph era un vecchio mistico e superstizioso, chiuso in se stesso, che raramente indulgeva in lunghe conversazioni.

Suo figlio Augustus, invece, era esattamente l'opposto, sempre allegro e amichevole con tutti.

Suo nipote, infine, anche lui Christopher, era la pecora nera della famiglia. Dedito al fumo e al bere, passava gran parte del tempo nelle taverne, e le sue monete contenevano una quantità d'oro inferiore al valore nominale.

L'onestà di Alt Christoph e di Augustus, invece, non venne mai messa in discussione...morirono poveri, ma rispettati da tutti :rolleyes:

Conoscendo l'abilità del vecchio Christoph, dopo aver inutilmente inviato una petizione al Congresso, i suoi concittadini si rivolsero a lui per avere aiuto.

Così, nel luglio 1831, Christoph Bechtler si mise a coniare quarter e half eagles (2,50 e 5 dollari) e, alla fine dell'anno, creò una moneta del tutto nuova, il dollaro d'oro :) La prima coniazione ufficiale di questo nominale da parte della Zecca sarebbe avvenuta soltanto 18 anni più tardi, nel 1849.

Il dollaro d'oro aveva un peso di 30 grani (1,943 grammi), successivamente ridotto a 28 e poi a 27 grani.

Le monete dei Bechtler sono di soli tre nominali, ma coprono un'ampia varietà di pesi e dimensioni. Queste variazioni sono dovute al fatto che a volte l'oro conteneva anche metalli estranei, e per conformarsi esattamente al gold standard, cioè al contenuto di fino previsto per quella moneta, era necessario aumentarne il peso.

Come già le monete di Reid, anche queste hanno un design molto semplice, come potete vedere dal pezzo da 1 dollaro allegato. Salvo un'eccezione, di cui parleremo nel prossimo post, su di esse non è incisa alcuna data.

petronius :)

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L'eccezione della data è una half eagle, una moneta da 5 dollari su cui è scritto a chiare lettere AUGUST 1, 1834.

Era accaduto che nell'estate di quell'anno il Congresso stesse dibattendo una legge per ridurre il contenuto d'oro nelle monete federali. Le half eagles, ad esempio, passeranno da 8,75 a 8,359 grammi, e il titolo dell'oro da .9617 a .900.

Uno degli articoli della legge in discussione prevedeva che tutte le monete d'oro federali dovessero essere marcate con la data di applicazione della normativa.

Questo articolo, poi, sarà lasciato cadere, ma il vecchio Bechtler, per stare tranquillo, aveva provveduto comunque sulle sue half eagles ;)

petronius :)

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Col tempo, la regione dell'oro ebbe finalmente una propria Zecca, anzi due, una a Charlotte, North Carolina, l'altra a Dahlonega, Georgia. Entrambe iniziarono la produzione, esclusivamente di monete d'oro, nel 1838, e anche se non si può dire che siano state un successo, riuscirono ad avere un giro d'affari sufficiente a convincere Christoph il Vecchio ad abbandonare l'attività di zecchiere.

Più che abbandonarla, in realtà la passò a suo figlio Augustus, nell'agosto del 1840. Questi, per prima cosa, trasferì l'officina all'interno della città di Rutherfordton, all'angolo tra la Sesta e North Washington Streets (se passate da quelle parti :rolleyes:), mentre suo padre aveva sempre operato nella fattoria di famiglia, circa tre miglia e mezzo a nord della città.

Augustus si mise a produrre dollari d'oro a partire dal 1842, e continuò a coniarne in gran numero fino alla sua morte, nel luglio del 1846.

Ne vediamo uno nel quale, rispetto a quello visto in precedenza, si nota, oltre ad altri piccoli particolari (l'iniziale di Augustus al posto di quella del padre, il valore scritto in numeri anzichè in lettere) la fondamentale differenza di peso, 27 grani anziché 30.

petronius :)

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Dopo la morte di Augustus, l'attività passò nelle mani di suo figlio, che si chiamava Christoper, come il nonno.

Abbiamo già accennato a certe cattive abitudini di Christopher Jr., ciononostante egli continuò a coniare monete da 1 e 5 dollari fino alla fine del 1849, o forse l'inizio del 1850. A quel punto le monete da 1 dollaro dei Bechtler erano entrate in competizione con quelle ufficiali (coniate per la prima volta a Philadelphia proprio nel 1849) e sembra che Christopher Jr. abbia deciso di abbandonare l'attività per dedicarsi prevalentemente all'antica professione di famiglia, quella di gioielliere.

Ma le monete dei Bechtler continuarono a circolare ancora a lungo, fianco a fianco con quelle federali. Sebbene, in ultima analisi, non si potessero considerare altro che "gettoni" (non avevano corso legale, e i Bechtler non avevano alcuna autorizzazione particolare per coniarle), in virtù della bontà del loro peso e del titolo dell'oro, ricevevano la stessa considerazione delle monete federali, e le banche locali continuarono ad accettarle per molti anni ancora al valore facciale.

Durante la Guerra Civile furono accuratamente tesaurizzate, e molti contratti richiedevano espressamente il pagamento in monete d'oro dei Bechtler piuttosto che in banconote della Confederazione ;)

Dai registri di Christoph il Vecchio si rileva che egli, dal 1831 al 1840, coniò monete d'oro per un corrispettivo di 2.241.850,50 dollari. Anche suo figlio e suo nipote ne coniarono importanti quantità, ma tutte queste monete sono oggi di grande rarità, perché, come già avvenuto per quelle di Templeton Reid, all'apertura delle Zecche di Charlotte e Dahlonega molti possessori le portarono lì per fonderle e convertirle in monete federali, e altrettanto facevano le banche quando le ritiravano dai loro clienti.

Degli esemplari sopravvissuti, molti mostrano i segni di una lunga vita in circolazione :)

petronius oo)

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Sognando la California

La California dove Sutter e Marshall avevano scoperto l'oro non era ancora entrata a far parte formalmente degli Stati Uniti.

Il trattato di Guadalupe Hidalgo tra Messico e Stati Uniti viene firmato ai primi di febbraio del 1848, e sarà ratificato dal Senato nell'agosto di quell'anno. In base al trattato, il Messico ottiene 15 milioni di dollari e l'annullamento di ogni pretesa nei suoi confronti da parte dei cittadini americani.

In cambio cede agli Stati Uniti i diritti sull'Alta California, il New Mexico e la regione di Santa Fè.

Dopo la ratifica del trattato, tutti in California aspettavano con ansia di sapere quale quale forma di governo gli Stati uniti avrebbero assegnato ai nuovi territori. Ma da Washington non sembravano avere alcuna fretta a decidere, così già alla fine del 1848 incominciano le riunioni di gruppi di residenti per decidere del proprio futuro politico. Nel settembre 1849, 48 delegati riuniti a Monterey redigono una Costituzione, sul modello di quelle dello Iowa e dello stato di New York, luoghi d'origine di molti di essi.

La California diventa uno Stato "libero" da cui la schiavitù sarebbe stata bandita. Il 13 novembre 1849 la struttura di governo viene ratificata da un voto popolare, e mentre all'Est il Congresso litiga sul se e come riconoscere il nuovo "stato libero", i californiani vanno avanti a trovare oro e fare soldi ;)

Infine, il 9 settembre 1850, il Presidente Fillmore proclama la California 31° Stato dell'Unione.

petronius :)

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I ragazzi del '49

Il 1849 fu l'anno di massima affluenza dei cercatori d'oro in California.

Chiamati The Forty-Niners (49er's, quelli del '49) arrivarono dagli Stati Uniti e da ogni parte del globo. Dalle rotte commerciali ormai consolidate del Pacifico giunsero australiani, neozelandesi, hawaiani e un'infinità di cinesi. E giunsero da ogni parte d'Europa, Italia compresa.

Per gli statunitensi, il viaggio era particolarmente complicato, specie se compiuto via mare. Dalla costa est alla California, doppiando Capo Horn, erano 17.000 miglia, il che significava un viaggio di almeno cinque mesi, salvo imprevisti. Un'alternativa più breve era quella di andare in nave fino a Panama, attraversare l'istmo a piedi o a cavallo (il canale era di là da venire) e imbarcarsi su un'altra nave diretta in California. Ma sulla rotta del Pacifico, da Panama all'America del Nord, fino al 1850 non c'era alcun servizio regolare di navigazione, e gli aspiranti cercatori potevano restare bloccati per settimane o mesi.

Per chi non aveva soldi per pagarsi un passaggio in nave, o aveva grossi carichi da portare, l'unica alternativa era la via di terra, attraversando pianure, valichi e fiumi. Nel 1849 si calcola che da 25.000 a 30.000 uomini, donne e bambini abbiano seguito questo percorso.

Lo facevano per cercar fortuna in breve tempo, ma anche perchè le notizie che ricevevano disegnavano la California come la terra più ricca del mondo. In effetti l'oro non mancava, ma non era semplice riuscire a prenderlo, a meno che non si trovasse sotto forma di pepite o pagliuzze nei letti dei fiumi. Questo tipo di giacimento fu quello più diffuso, ma non durò a lungo.

Nel giro di pochi anni i fiumi si erano esauriti, e dal momento che, per il resto, la maggior parte dell'oro giaceva nei fianchi delle montagne, a metri di profondità, solo chi poteva permettersi l'attrezzatura adatta, molto costosa, riusciva a raccoglierlo. Ci furono così anche lotte per la conquista delle terre su cui scavare, che non mancavano, ma non tutte nascondevano oro e non tutti arrivarono in tempo per aggiudicarsele.

Non tutti, poi, andavano in California per cercare l'oro. O meglio, lo cercavano sì, ma nelle tasche degli altri :rolleyes: Debitori, disperati, sbandati, speculatori, affaristi, trafficanti, usurai e strozzini si avventuravano in quelle terre ancora selvagge con l'unica prospettiva di far soldi. Non cercavano concessioni da scavare, non arrivavano in California con pale e picconi, né vestiti alla meglio e neppure con la lunga barba incolta. Non cercavano l'oro, cercavano chi cercava l'oro al fine di vendergli qualsiasi cosa, anche ciò di cui non aveva bisogno.

Come il Sam Brannan di cui abbiamo parlato in precedenza, furono spesso i soli a fare fortuna.

petronius oo)

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I Left My Heart In San Francisco

Dove nascevano grosse proprietà di scavi, nascevano le città. Cumuli di tende e misere baracche venivano issati in pochi giorni e altrettanto velocemente abbandonati quando la terra non era più in grado di dare i suoi frutti.

Ma non sempre andava così, e tre furono gli insediamenti permanenti ad essere maggiormente beneficiati dalla corsa all'oro.

Il più importante si chiamava Yerba Buena ed era un piccolo e sonnolento villaggio che gli americani, dopo averlo strappato ai messicani, avevano ribattezzato San Francisco. In breve divenne il porto più importante della California, strappando il primato a San Diego e Monterey, e gli abitanti passarono dai 400 del 1845 ai 25.000 del 1849, e ai 56.000 del 1860, quando ormai la corsa all'oro era terminata.

Nell'interno, due città più piccole e più recenti raccolsero i maggiori profitti del boom.

John Sutter aveva sognato una città chiamata "Sutterville" che lo avrebbe reso ricco. Invece, occupanti abusivi e uomini d'affari invasero la sua proprietà sul fiume Sacramento, e nacque la città che dal fiume prese nome, e che diventerà poi la capitale dello Stato, come è ancora oggi.

Sacramento fu il principale centro commerciale per le miniere del nord, e la sua importanza economica crebbe enormemente quando fu scelta come capolinea per cavalieri del Pony Express e poi come deposito della prima ferrovia californiana.

Più a sud, un ranch alla confluenza dei fiumi San Joaquin e Calaveras diede vita a un primo insediamento chiamato Tuleberg, e poi ribattezzato Stockton. Porta di accesso alle miniere del sud, anche Stockton crebbe rapidamente.

petronius :)

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Il 12/2/2013 alle 22:54, petronius arbiter dice:

San Francisco...in breve divenne il porto più importante della California, strappando il primato a San Diego e Monterey

Ma quello che San Francisco non aveva, e non avrebbe avuto fino al 1854, era una Zecca, e i californiani si trovarono ben presto alle prese con lo stesso problema, ma su scala molto più grande, che già avevano avuto in Georgia e North Carolina.

Il 9 settembre 1848, il governatore militare della California, colonnello Richard B. Mason, aveva inviato al Segretario alla Guerra, William L. Marcy, 230 once d'oro, affinchè le consegnasse alla Zecca di Philadelphia, che ne avrebbe dovuto testare la bontà.

Opportunamente istruito, il direttore della Zecca, Robert M. Patterson, fece coniare con quell'oro 1.389 quarter eagles (2,50 dollari) contromarcate CAL. al rovescio, sopra la testa dell'aquila, per celebrare l'importante scoperta. In ragione di ciò, molti numismatici considerano questa la prima moneta commemorativa americana.

Apparentemente, la parola CAL. è stata punzonata quando le monete erano ancora nella pressa, al fine di prevenire qualsasi appiattimento sul lato opposto della moneta. Tutte le monete sono state impresse con lo stesso punzone, ma la posizione del punzone a volte varia e almeno una moneta mostra di essere stata punzonata ben tre volte.

Com'era logico attendersi, vista la rarità e l'importanza di queste monete, più d'uno ha pensato bene di creare dei falsi, imprimendo la parola CAL. su normali quarter eagles di Philadelphia del 1848, ma pare che finora nessuno sia riuscito a riprodurre esattamente la punzonatura :rolleyes:

Una CAL. quarter eagle in conservazione MS-68 è stata venduta in asta Heritage nel gennaio 2006 per 402.500 dollari ma, se vi accontentate di una conservazione inferiore, ve ne bastano meno di 100.000 per mettere in collezione una di queste rarità :D

petronius :)

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Uno spettacolo in tre atti

Come già era avvenuto in Georgia e North Carolina, la mancanza di una Zecca ufficiale sul posto non poteva avere che uno sbocco...la coniazione da parte dei privati.

Il periodo che va dal 1848 al 1861 è una vera e propria Età dell'Oro per le Zecche private, prima in California e poi in Oregon, Utah e Colorado.

Le coniazioni di queste Zecche, raggruppate oggi dai numismatici sotto il nome di Private and Territorial Gold, per quanto riguarda la California danno vita a uno spettacolo che, concordemente con i maggiori studiosi americani, possiamo suddividere in tre atti.

Il primo atto inizia nell'inverno del 1848-1849 e continua fino all'aprile del 1850.

Numerosi in questo anno e mezzo, sono i privati e le imprese che coniano monete da 5 e 10 dollari, così come un buon numero di lingotti d'oro per la circolazione. Questo primo atto, termina quando la gente scopre che diverse di queste emissioni contengono in realtà meno oro di quanto dichiarato.

Le autorità locali allora, emanano una direttiva tesa a reprimere le emissioni da parte dei privati, d'ora in poi limitate a lingotti del peso di almeno 4 once, e a pezzi più piccoli di cui sia garantito il rimborso in monete degli Stati Uniti.

Ma si tratta di una normativa difficilmente applicabile, che diventa lettera morta nel maggio 1850, quando un'altra ondata di emissioni private entra in commercio.

Qui inizia il secondo atto, che durerà fino al marzo del 1851, portato a termine dalle voci che anche le nuove emissioni sono al disotto del valore dichiarato. Per i restanti mesi del 1851, non ci saranno nuove coniazioni.

L'atto terzo e finale delle coniazioni private in California, inizia nel gennaio 1852 e continua fin oltre il 1856.

Sebbene nuovi fabbricanti di monete entrino in campo e incidano il loro nome su emissioni che vanno fino a 50 dollari, il più interessante avvenimento del terzo atto va ricercato nei gradini più bassi della scala monetaria, nell'entrata in commercio delle fractional gold coins, monete da 25 e 50 cents, più un'emissione correlata di dollari.

Degli attori principali dei tre atti di questo spettacolo, daremo conto nei prossimi post, sempre cercando di inquadrarli in un discorso storico più generale ;)

petronius :)

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