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IGNORED

"Samperini" (= 12 denari provisini)


Risposte migliori

Salve a tutti

Vi invio l'immagine (da mcsearch.info) di un Samperino coniato a Roma durante gli ultimissimi anni del XIII secolo.

Come potete notare l'iconografia è totalmente diversa dai tipi "senatoriali" precedenti-successivi e mette in evidenza messaggi di origine religiosa.

Mi chiedevo quali fossero state le ragioni per iniziare tale tipo di produzione monetaria (che non ebbe grande fortuna, in verità).

Ogni parere sarà il benvenuto.

Saluti

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salve

ho letto da qualche parte che potrebbero essere stati ispirati dalla posa delle statue dei santi nella loggia delle benedizioni in laterano credo da parte di bonifacio VIII

tanto che nel secondo tipo i santi appaiono in piedi su capitello

Modificato da scacchi
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Awards

Giusto. Bene, almeno ora abbiamo una delle motivazioni iniziali :). Potrebbe esserci altro? Oppure tutto si risolve con una coniazione celebrativa?

Grazie, grande Mirco

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Come sempre i quesiti posti da adolfos sono interessanti ed allo stesso tempo intriganti.

Confermo quanto detto da scacchi, infatti sul testo Santi e monete di V. G. Moneta a pag.91 in nota 27 leggiamo "Sui samperini i due apostoli, rappresentati con i piedi sopra un capitello, sono ispirati alle statue collocate da Bonifacio VIII nella loggia della Benedizione del Laterano", facendo riferimento al lavoro della Travaini "La Croce dalle origini agli inizi del secolo XVI" in La Croce dalle origini agli inizi del secolo XVI (catalogo della mostra) pag. 123.

A questo aggiungerei un appunto dal Martinori in cui leggiamo: Al provisino, cioè alla moneta piccola seguì molto tempo dopo, circa il 1252, un'altra moneta autonoma più perfetta, sulla quale il senatore forestiero (Brancaleone) volle mettere il suo nome, e che chiamossi grosso romanino, per l'effige di Roma che vi si volle impressa. Il papa nemmeno allora protestò; la città era libera dei propri destini, il papa, assente, a Lione con i cardinali e la corte. Brancaleone, istigato dai romani che pativano per quell'assenza, intimò ad Innocenzo IV di fare ritorno in Roma, e, dopo circa nove anni, la città rivide fra le sue mura la corte papale ma per poco tempo. Una prima protesta per la coniazione di alcuni grossi romanini col nome di Carlo d'Angiò la troviamo in una lettera di Martino IV, protesta che lasciò le cose come si trovavano. Bonifacio VIII volle anch' egli reagire, e mentre trionfava nei suoi maneggi politici si fece nominare senatore e fece coniare una moneta d' argento (il sampietrino) ove sostituì alla figura di Roma ed al simbolico leone, quelle dei principi degli Apostoli; ma non soppresse le monete senatorie.

Da cui mi pare di dedurre che fu la volontà di Bonifacio VIII quella di togliere sulla moneta romana il nome del senatore emittente, preferendo una moneta anonima con raffigurati i santi patroni, ad una con il leone e la figura di Roma, forse simboli di troppa autonomia rispetto al potere papale (?). Se ho detto castronerie invoco a mia difesa che sono febbricitante.

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@@fedafa

Ma con te non c'è gusto :D (a parte quello che diceva il buon Martinori) Ho finito la mia quota di "mi piace". A domani......

Siamo vicini, comunque.

Ciaooo

La storia è la base principale per risolvere le problematiche........ ;)

Modificato da adolfos
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E comunque questi samperini non furono poi così sfortunati ... nei resoconti delle decime si incontrano con una certa frequenza.

Sicuramente hanno avuto il loro successo.

Basta considerare le varianti riportate e descritte nel CNI (dal n°128 al n°155) per comprendere i diversi conii utilizzati per far fronte ad una notevole mole di monete battute.

A tal riguardo, correggendo il nominale di mezzo grosso samperino dato a questa moneta dal Serafini e poi ripresa sul CNI, vi è una nota del Muntoni (66 pag. 201) un cui viene scritto:

Il Samperino è chiamato nei documenti d'epoca grosso samperino in quanto valeva 12 denari provisini. Non ritengo perciò giustificata la decisione del Serafini, adottata poi dal CNI, di denominarlo mezzo grosso samperino perchè esso pesava e valeva la metà del grosso romanino, tanto più che questa affermazione non è esatta. Il samperino pesava infatti g. 1,60 (peso degli esemplari meglio conservati) mentre i romanini pesavano circa g. 3,40 ed erano di lega alquanto migliore e pertanto il samperino valeva meno di mezzo grosso romanino e poco più di un terzo: nel 1302 il romanino era valutato a 32 denari provisini.

Questo potrebbe in qualche modo giustificare il successo della moneta, in quanto andò a sopperire, con il suo valore di 12 provisini, alla mancanza di un nominale che facilitasse le piccole transazioni.

Due righe riguardo alla lega della moneta. Il Pegolotti riporta che i romanini avevano una lega di argento pari a once 11 e denari 2 quindi in considerazione che l'argento puro doveva avere una lega di 12 once (12 once = 1000/1000) e che 24 denari equivalevano ad 1 oncia (24 denari = 1 oncia = 83,333/1000) possiamo calcolare la lega dei romanini:

11 oncie = 1000/12 x 11 = 916,667/1000

2 denari = 83,333/24 x 2 = 6,944/1000

Da cui si può dedurre che l'argento dei grossi romanini era pari a 923,611/1000 di fino.

Facendo lo stesso calcolo con i Santo Pietro di Roma, così definiti i samperini dal Pegolotti, ed indicati con un titolo di fino pari a once 10 e denari 15 otteniamo:

10 oncie = 1000/12x10 = 833,333/1000

15 denari = 83,333/24x15= 52,083/1000

Da cui il titolo della lega pari a 885,416/1000.

Effettivamente inferiore a quella dei grossi romanini.

Qualcuno potrebbe obiettare che era era più semplice, per evidenziare la differenza di titolo, fare la differenza tra il titolo della lega dei grossi romanini (once 11 e denari 2) con quella dei samperini (once 10 denari 15) da cui si deduce che tra le due leghe vi è una differenza di 11 denari che sono pari a 38,194/1000. Ho preferito utilizzare l'altro sistema per cercare di far comprendere ai neofiti come viene calcolato il titolo di fino in queste monete.

Utilizziamo allora questo secondo metodo a controprova del calcolo precedente, cioè sottraendo al titolo dei romanini quello dei samperini ed il risultato conferma il calcolo (923,611-885,416= 38,195/1000).

Anche se ho appena preso una tachipina, se sono stato poco chiaro o ci sono strafalcioni è colpa della febbre :P.

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E comunque questi samperini non furono poi così sfortunati ... nei resoconti delle decime si incontrano con una certa frequenza.

Mi permetto di non essere d'accordo con l'amico e Maestro Paleologo. Forse può avere avuto un discreto successo come moneta di conto ma garantisco che personalmente in trent'anni di modestissime ma articolate ricerche ne ho potuto esaminare de visu solamente tre esemplari :) .

Sarebbe interessante censire scavi, ritrovamenti occasionali e ripostigli ove è presente il nominale. Qundi tirare le somme.

@@fedafa

Ottima analisi tecnica :)

Saluti a tutti

Modificato da adolfos
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Eppure, nonostante la citazione postata da Fedafa, da qualche parte si continua a definirli mezzi grossi:

Mezzo grosso d’argento coniato a Roma dal Senato poco prima del giubileo del 1300 con i tipi degli apostoli s. Pietro e s. Paolo.

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Eppure, nonostante la citazione postata da Fedafa, da qualche parte si continua a definirli mezzi grossi:

Mezzo grosso d’argento coniato a Roma dal Senato poco prima del giubileo del 1300 con i tipi degli apostoli s. Pietro e s. Paolo.

Giusta osservazione, Liutprand.

E' comunque evidente che il suo peso non corrisponde alla metà del grosso nel suo periodo di riferimento e anche il suo intrinseco è leggermente inferiore. Màh...

saluti

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Buon giorno a tutti.

Mi permetto di scrivere quello che è il mio pensiero senza per questo pretendere che io dica il vero, chiaramente.

A mio avviso se cerchiamo motivazioni economiche riguardo la produzione del samperino andiamo fuori strada. Perchè dico questo? Semplicemente perchè non mi risulta che dopo l'emissione del grosso rinforzato da parte di Carlo I a Roma siano stati coniati grossi ma bensì solo mezzi grossi ,almeno fino al terzo decennio del XIV secolo. B. VIII stesso, divenuto Senatore a vita, farà coniare un mezzo grosso con stemma dei Caetani impresso. Non vedo dunque l'utilità di creare un'altra moneta di valore calante nello stesso periodo. Non dimentichiamo che B.VIII rappresentò l'ultimo irriducibile rappresentante della Teocrazia come istituzione di Universalismo. Non a caso organizzò a questo fine il Giubileo del 1300. Fino ad allora la monetazione romana, pur essendo sotto controllo papale, in iconografia mostrava solo messaggi propagandistici laici. Sempre a mio modesto parere la produzione del samperino altro non rappresenta che un timido tentativo di B. VIII per riaffermare con un messaggio religioso il potere papale. Cosa per atro che gli riuscì perfettamente con le emissioni della zecca pontificia di Pont-de-Sourges.

Questo è quanto.

Ora massacratemi :lol:

Ciaoooo

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"A mio avviso se cerchiamo motivazioni economiche riguardo la produzione del samperino andiamo fuori strada. Perchè dico questo? Semplicemente perchè non mi risulta che dopo l'emissione del grosso rinforzato da parte di Carlo I a Roma siano stati coniati grossi ma bensì solo mezzi grossi ,almeno fino al terzo decennio del XIV secolo. B. VIII stesso, divenuto Senatore a vita, farà coniare un mezzo grosso con stemma dei Caetani impresso. Non vedo dunque l'utilità di creare un'altra moneta di valore calante nello stesso periodo. Non dimentichiamo che B.VIII rappresentò l'ultimo irriducibile rappresentante della Teocrazia come istituzione di Universalismo. Non a caso organizzò a questo fine il Giubileo del 1300. Fino ad allora la monetazione romana, pur essendo sotto controllo papale, in iconografia mostrava solo messaggi propagandistici laici. Sempre a mio modesto parere la produzione del samperino altro non rappresenta che un timido tentativo di B. VIII per riaffermare con un messaggio religioso il potere papale. Cosa per atro che gli riuscì perfettamente con le emissioni della zecca pontificia di Pont-de-Sourges."

" Vi ci sapete mettere con i più piccoli, hè !!?? "

The little big man :clapping:

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  • 1 anno dopo...

Come sempre i quesiti posti da adolfos sono interessanti ed allo stesso tempo intriganti.

Confermo quanto detto da scacchi, infatti sul testo Santi e monete di V. G. Moneta a pag.91 in nota 27 leggiamo "Sui samperini i due apostoli, rappresentati con i piedi sopra un capitello, sono ispirati alle statue collocate da Bonifacio VIII nella loggia della Benedizione del Laterano", facendo riferimento al lavoro della Travaini "La Croce dalle origini agli inizi del secolo XVI" in La Croce dalle origini agli inizi del secolo XVI (catalogo della mostra) pag. 123.

Chiedo venia, ma inciampando per le mie ricerche su queste affascinanti monete mi sa che l'articolo della prof.ssa Travaini non è quello indicato ma questo:

Le monete del primo giubileo, in Anno 1300 il primo giubileo. Bonifacio VIII e il suo tempo, a cura di M. Righetti Tosti-Croce, Catalogo della mostra, Roma Palazzo Venezia marzo-luglio 2000, Milano 2000, pp. 121-125.

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@@fra crasellame

Che ricerche stai facendo, diavoletto? :rolleyes:

A parte gli scherzi, sarebbe ora di uscire dal torpore che avvinghia la monetazione senatoriale tutta :lazy: .

Sveglia popolo, che la guerra è finita da un bel pezzo!! :D

Cari saluti a tutti

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  • 7 mesi dopo...

Caro @@fra crasellame

forse era meglio chiedere anche nella sezione Pontificie. Chissà.

Come ti ho già detto in privato personalmente non conosco segnalazioni di ritrovamenti regolari. Poi ci sono "notizie" (poche) purtroppo non verificabili e che quindi non fanno testo.

Gli esemplari nelle collezioni pubbliche e quelli che ogni tanto si vedono nelle aste dovrebbero essere residuali di qualche consistente ripostiglio venuto in luce a Roma nel terzo  decennio del XIX secolo durante i lavori di demolizione degli edifici lungo Via dei Fori Imperiali (insieme ad altre tipologie come i provisini).

A mio parere il motivo per cui non si trovano testimonianze, a parte il breve periodo di conio del "samperino", è perchè non siamo di fronte a monete che circolavano in ambito internazionale. In pratica abbiamo lo stesso fenomeno che si riscontra nei grossi romanini. Evidentemente a Roma per le transazioni extra Urbe era usato un tipo diverso di nominale grosso :rolleyes:.

Spero di essere stato utile in qualche maniera e mi auguro anche che vi sia qualche utente più informato di me.

Cari saluti

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La butto li... Non potrebbe essere che si prendeva moneta buona per spacciare questi grossi dall'intrinseco minore? Avranno avuto pochi anni di emissione ed un'area circoscritta di circolazione, ma a vedere la collezione di Serafini si notano tante varianti.

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Awards

Aggiungo qualche considerazione pour parler...

Da notare la poca accuratezza nella resa dei santi, Una certa qual differenza coi romanini... E poi è curioso come siano girati i santi, avete notato?

San Paolo di 3/4 verso destra, San Pietro verso sinistra, esattamente come sui sigilli.

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Bonifacio VIII-Senato Romano, ca 1265-1303.

Samperino, 1,50 gr, 20 mm

San Pietro, ROMANI • PRICIP. (ROMANI PRINCIPES)

San Paolo, SENAT · P· QVE R?

Rif. Biblio: Munt. 66. CNI 128. Bere. 114.

post-1677-0-83096500-1425118678_thumb.jp

Ps: quale è il diritto e quale il rovescio?

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Awards

La butto li... Non potrebbe essere che si prendeva moneta buona per spacciare questi grossi dall'intrinseco minore? Avranno avuto pochi anni di emissione ed un'area circoscritta di circolazione, ma a vedere la collezione di Serafini si notano tante varianti.

 

In mancanza di indizi certi ogni ipotesi ragionevole ha una sua logica. :)

Potrebbe anche esserci stato un ritiro del nominale dal mercato per un riutilizzo del metallo prezioso.

Nel 1305 con Clemente V inizia "la cattività avignonese"........

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