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Il monetiere è M. Iunius Brutus. Il suo prestigioso lignaggio gioca un ruolo fondamentale nella scelta dei tipi, onde affermare la diretta discendenza da L. Iunius Brutus, divenuto primo console nel 509 in seguito al corretto adempimento di un oracolo delfico (Cic., Brutus 53), benché in effetti questi non avesse avuto discendenti, e (da parte di madre, una Servilia) da Servilius Ahala, l'uomo che salvò la Res Publica grazie all'uccisione dell'aspirante tiranno Spurius Maelius (Plut. Brut, I; Cic., Cat. I. 1; Liv. IV,13-14). Si notano nei due ritratti analogie fisionomiche, che fanno escludere un prototipo statuario o in bronzo e si possono spiegare solo se derivate da quelle imagines majorum di cera (secondo Cicerone, Servilius teneva nell'atrio il busto in cera di Ahala), che subivano nel tempo tali alterazioni da eliminare ogni elemento individuale. Ne risultava alla fine un tipo adattabile a diversi individui, così da eliminare ogni controversia intorno alla pretesa rassomiglianza del tipo (Alteri). Esiste inoltre una certa rassomiglianza tra il ritratto di Bruto console e il ritratto di Bruto cesaricida (sui denarî del 42); probabilmente gli incisori si sono ispirati anche alle fattezze del preteso discendente. Il denario fu coniato con certezza nel 54 a Roma (ma Cerutti propone 55 o 59), mentre Bruto rivestiva il ruolo di IIIVIR monetalis, quindi era una emissione ufficiale. Il passo di Plutarco, secondo cui nel 44 venivano recapitati a Bruto biglietti anonimi recanti "Tu non sei un vero Bruto" o "Oh se Bruto fosse vivo!" o ancora "Bruto tu dormi", sembra richiamare questa moneta. La storia di Gaio Servilio Ahala è ricollegabile alla vicenda di Spurio Melio, cittadino di rango equestre, che durante un periodo di instabilità dovuta ad una grave carestia, fece diverse elargizioni pubbliche di frumento, pur essendo solo un privatus, certamente allo scopo di farsi nominare console a furor di popolo. Purtroppo per lui i comizi elessero altri due consoli e rimasto tagliato fuori Spurio Melio si mise a reclutare armati al fine di restaurare la monarchia. Per far fronte alla minaccia il Senato nominò Cincinnato dittatore che si scelse come magister equitum Servilio Ahala. Questi venne mandato da Melio per informarlo che doveva presentarsi al dictator per rispondere alle accuse che gli venivano rivolte. Melio tentò di fuggire ma Servilio Ahala lo raggiunse e lo trafisse. Messo al corrente dei fatti pare che Cincinnato abbia esclamato "Gloria a te Gaio Servilio, che hai liberato la Repubblica".

Modificato da L. Licinio Lucullo
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