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banconote cinesi "strane"


vanadio

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ciao a tutti :)

in un mercatino ho visto una serie di banconote cinesi che mi hanno colpito per la loro "stranezza", alla fine le ho lasciate lì perché non ero nemmeno certo al 100% che fossero banconote.. cmq la stranezza risiedeva nel fatto che presentavano la scritta "bank of china" e il valore facciale, ma poi su uno dei lati specificavano con una lunga scritta in inglese impressa sopra, che il biglietto era destinato al "foreign trade" o "foreign commerce" (qualcosa del genere, non ricordo la dicitura esatta), specificando che il valore facciale equivaleva ad altrettanti yuan renminbi (cosa da cui ho capito che dovrebbero essere emissioni della cina popolare e non di taiwan..). ne sapete qualcosa? se si rivelassero interessanti magari ripasso al mercatino, forse le trovo ancora lì ;)

grazie a tutti!

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Da come li descrivi dovrebbero essere Foreign Exchange Certificates, banconote riservate agli stranieri che si recavano in Cina (Repubblica Popolare, hai visto giusto).

Maggiori informazioni le trovi qui

http://www.chinaexpat.com/2007/03/23/chinas-foreign-exchange-certificates-ten-years-gone-by.html/

Mentre qui, da PFX1 a PFX9 ci sono delle foto

http://banknoteworld.com/china?start=50

Sono comuni, e il valore numismatico è minimo, da 50 centesimi a un paio di euro.

Se poi non dovessero essere quelle, ci risentiamo ;)

petronius :)

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sì sì sono proprio loro!! grazie :)) non sapevo che anche la cina popolare avesse quell'usanza.. ho una banconota da 10 won nordcoreani per i visitatori stranieri occidentali (in corea del nord credo che usino così tuttora, e distinguono tra visitatori di paesi occidentali - biglietti blu - e visitatori di paesi comunisti - biglietti rossi). ripasso appena possibile al mercatino e vedo se stanno ancora lì, sono decisamente interessanti ;)

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Da come li descrivi dovrebbero essere Foreign Exchange Certificates, banconote riservate agli stranieri che si recavano in Cina (Repubblica Popolare, hai visto giusto).

Maggiori informazioni le trovi qui

http://www.chinaexpat.com/2007/03/23/chinas-foreign-exchange-certificates-ten-years-gone-by.html/

Mentre qui, da PFX1 a PFX9 ci sono delle foto

http://banknoteworld.com/china?start=50

Sono comuni, e il valore numismatico è minimo, da 50 centesimi a un paio di euro.

Se poi non dovessero essere quelle, ci risentiamo ;)

petronius :)

Interessante, non le conoscevo!

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  • 6 years later...

Laciate che vi spieghi meglio come funzionava.

Dopo il disastro dei tempi di Mao la Cina cominciò ad aprirsi un po' agli stranieri, ma come anche ai paesi del blocco URSS & c. si presentava un grosso problema: non si poteva certo permettere a un porco capitalista di girare dove gli pare e compare liberamente nei negozi, lordando cassetti e casse con la sua valuta e corrompendo i negozianti. Quindi sulla scia degli amici sovietici (amici fino al 1960, quando  Chruščëv dichiarò che Mao era un "avventurista", un "deviazionista" e nientemeno che un nazionalista) venne ideato il sistema dei Foreign Excange Certificate (FEC): agli stranieri era vietato usare il Renminbi, quindi all'ingresso nel paese dovevano cambiare tutti i loro infidi ma pregiati soldi imperialisti in FEC, che potevano usare solo nei "Negozi dell'amicizia" riservati esclusivamente agli stranieri e in certi hotel. In quei particolari negozi si vendevano "beni di lusso" che consistevano di solito in whisky Johnnie Walker Red Label, sigarette Marlboro e alcuni costosi drappi di seta. Lo stesso andazzo valeva per mangiare: si poteva farlo solo in hotel.

Si venne ben presto a creare una situazione in cui i turisti, stufi delle limitate opzioni disponibili, se ne avevano la possibilità cercavano di cambiare i loro FEC in Renminbi per usarli nei normali negozi e ristoranti cinesi, anche se era illegale. E i cinesi non vedevano l'ora di mettere le mani su un po' di FEC per poter assaporare l'ebbrezza di ubriacarsi con alcolici occidentali e fare due tiri con sigarette occidentali. Di conseguenza in giro ci voleva davvero poco perchè un vile cinese traditor di patria passasse furtivamente accanto a uno sporco imperialista bisbigliogli "Cambi FEC?": se l'affare andava in porto, con qualche accorgimento si potevano finalmente fare acquisti liberi in giro. Sempre che il negoziante o ristoratore fosse d'accordo: c'era chi se ne fregava delle limitazioni governative e chi invitava ad andarsene solo a varcare l'ingresso.

Edited by ART
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Il 27/10/2019 alle 19:20, ART dice:

ai paesi del blocco URSS & c. si presentava un grosso problema: non si poteva certo permettere a un porco capitalista di girare dove gli pare e compare liberamente nei negozi, lordando cassetti e casse con la sua valuta e corrompendo i negozianti.

Beh, dai, mi sembra che hai semplificato un tantino! In realtà penso che il problema maggiore fosse che nella maggior parte dei casi le valute dei paesi capitalisti avevano un potere d'acquisto centinaia di volte superiore al renminbi e quindi i Foreign Exchange Certificates servivano per far pagare agli stranieri un prezzo maggiore per merci che altrimenti sarebbero state praticamente gratis. E' un po' quello che succede ancora oggi in Myanmar, ad esempio, ma anche a Cuba (almeno fino a poco tempo fa), è un modo per salvaguardare l'economia interna e per massimizzare dal turismo.

Ricordo quando andai con la famiglia (avevo 15 anni..) in vacanza in Ungheria (era il 1987) e mio padre cambiò 150.000 lire ricevendo una montagna di fiorini. Noi ridevamo della montagna di carta ma i locali saltavano sulle sedie quando, al ristorante, mio padre apriva il portafoglio e si intravedeva la mazzetta di banconote!

 

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34 minuti fa, Orodicarta dice:

Beh, dai, mi sembra che hai semplificato un tantino! In realtà penso che il problema maggiore fosse che nella maggior parte dei casi le valute dei paesi capitalisti avevano un potere d'acquisto centinaia di volte superiore al renminbi e quindi i Foreign Exchange Certificates servivano per far pagare agli stranieri un prezzo maggiore per merci che altrimenti sarebbero state praticamente gratis. E' un po' quello che succede ancora oggi in Myanmar, ad esempio, ma anche a Cuba (almeno fino a poco tempo fa), è un modo per salvaguardare l'economia interna e per massimizzare dal turismo.

Ho voluto dare un taglio un po' ironico a quel post ma il motivo principale era certamente quello citato da te. Però in parte era davvero anche finalizzato al controllo degli spostamenti dei turisti, un po' come avviene ancora oggi in Corea del nord.

Edited by ART
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