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IGNORED

Denario di L. Servius Rufus


L. Licinio Lucullo

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Il monetiere, Lucio Servio Rufo, non è altrimenti noto.

Tradizionalmente si ritiene che le sue emissioni commemorino Sergio Sulpicio Rufo, cui sarebbe da attribuire il ritratto al D/ del denario Cr. 515/2, tribunus militum consularis potestate nel 377, quando contribuì a togliere l’assedio a Tusculum, rappresentata al R/ dell’aureo Cr. 515/1. Su questa base Babelon attribuisce le due emissioni alla gens Sulpicia.

Belloni tuttavia osserva la debolezza di queste argomentazioni. In primo luogo, il tribunus militum del 377 si chiamava appunto Sergio e non Servio. Inoltre, per il monetiere Servius è il nomen, non il praenomen, e quindi appartiene alla gens Servia. È vero comunque vero che Servius, come praenomen, fu ampiamente usato dalla gens Sulpicia; potrebbe ipotizzarsene un collegamento familiare fra le due gentes, ma allo stato non ce n’è riscontro.

Considerata la notevole somiglianza, il ritratto potrebbe riferirsi a Bruto e, conseguentemente, la moneta sarebbe un'espressione di simpatia politica verso il cesaricida. La mancata identificazione del ritratto si spiegherebbe con il fatto che Bruto era morto da poco (nell'ottobre del 42) e sarebbe stato quindi un rischioso affronto verso i triumviri vittoriosi esaltarne la causa. L'emissione rifletterebbe pertanto il dissenso silenzioso presente in Senato; proprio nel 41 del resto Fulvia, moglie di Antonio, e suo fratello Lucio combattevano Ottaviano nella guerra di Perugia, con un mandato estorto dal Senato. Questa moneta non fu peraltro un evento isolato: sempre nel 41 altri due denarî presentarono ritratti privi di identificazione: uno, coniato dal monetiere C. Numonius Vaala, raffigurante Cesare; l'altro, dal monetiere M. Arrius Secundus, raffigurante Ottaviano

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