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Fiorini e "Fiorini diversi"


Risposte migliori

Buon Giorno,

A volte accade di focalizzare la propria attenzione su particolari apparentemente secondari, trascurati fino a quel punto, che utilizzati come elementi di riferimento sembrano aggiungere informazioni utili a chiarire situazioni complesse e sostanzialmente prive di soluzione.

Le implicazioni conseguenti sembrerebbero mettere in discussione alcune classificazioni e cronologie considerate certe.

Si proverà a valutare il progredire delle coniazioni studiando nello specifico i Fiorini coniati a Firenze nei primi due decenni del 1300, è certamente una ipotesi di lavoro complessa.

Non sono da trascurare i possibili risvolti, con ricadute economiche e commerciali, di una eventuale maggiore precisione nel definire il Fiorino di Firenze coniato nella Zecca rispetto a Fiorini “diversi”.

La diffusione di Fiorini "diversamente buoni" non è sottovalutare perché evidenziata da quanto periodicamente appare nelle aste; riguardo a queste "monete", perché in ultima analisi tali sono, è doveroso fare alcune precisazioni e posizionarle nei rispettivi ambiti: oltre alle monete ufficiali della Zecca di Firenze quelle altrettanto ufficiali (forse ancora più ufficiali) di Opizzino Spinola (peraltro non individuate) e di chi come lui aveva ottenuto il diritto di zecca per coniare Fiorini "uguali" a quelli della Repubblica, una ulteriore ipotesi che non mi sento di escludere potrebbe essere quella della coniazione "in proprio" di Fiorini da parte di qualcuno nel rispetto delle caratteristiche di peso e purezza del fino per risparmiare i costi "della zecca" (non avrebbero giustificazione altrimenti i provvedimenti legislativi del Comune di Firenze al riguardo).

Il tutto ovviamente riferito a "Fiorini" corretti dal punto di vista metrologico e chimico, non stiamo parlando di falsi prodotti per frodare e lucrare sul minore intrinseco ma di monete tra loro perfettamente equivalenti come mezzi di pagamento appunto in ragione della loro correttezza. Il fatto che venissero usati e non rimossi dalla circolazione ne certifica la bontà.

Per distinguere tra queste monete e rintracciare i caratteri comuni ai diversi gruppi ci si può affidare solo a un confronto stilistico che non sempre risulta agevole e definitivo.

Presumo che gli incisori ufficiali della Zecca che hanno operato in questo periodo assommino a poche unità; il cambio delle serie e il cambio degli incisori dovrebbero essere strettamente legati. I coni, ma anche i punzoni impiegati per realizzarli erano soggetti a vincoli molto stringenti, da una moneta si possono dedurre informazioni sia in merito ai punzoni impiegati per realizzare il conio, sia, in modo indiretto, sul modo di procedere dell'incisore e riconoscerne la "mano". Si tratta di informazioni diverse e complementari a quelle documentali alle quali possono fornire supporto, oppure al contrario, possono contribuire a metterle in discussione. L’opera dell’incisore, per quanto ci è possibile dedurre dai risultati del suo lavoro, aveva caratteristiche di “ripetitività creativa “ vincolato a una immagine simbolica cristallizzata, per questo anche scomponendo le raffigurazioni nelle singole componenti elementari ciascuno dei particolari conserva un richiamo alla sua origine nella zecca del Comune di Firenze.

Allargando la prospettiva temporale, non penso che tutti i Fiorini targati FLORENTIA siano usciti dalla Zecca, probabilmente molti Fiorini della serie XX (ma non solo) hanno una diversa origine.

Quando due Fiorini che appartengono a semestri contigui o comunque tra loro prossimi, manifestano la totale assenza di componenti elementari comuni, mi chiedo come possa essere possibile.

La sostituzione complessiva di tutti i punzoni per realizzare una moneta isolata stilisticamente, preceduta e seguita da altre ben caratterizzate, in un ambiente conservatore, già “sindacalizzato” dove tutto era codificato e doveva restare immutato, non mi convince. (improbabile che un esterno potesse entrare a “scompigliare” le gerarchie delle maestranze)

Come possibile esempio di Fiorino “isolato” propongo il seguente passato in un’asta del 2006

B 0933 Hess Divo 305.pdf

Altre volte a non convincere sono alcune varianti classificate che hanno gli stessi limiti. Da un’asta on line (la lettera A mi ricorda Genova)

B 0946 Del Campe.pdf

Penso sia opportuno tentare di fare chiarezza anche ai fini della classificazione e della cronologia delle emissioni.

Cordialità

Modificato da ghezzi60
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Supporter

Sì, molto interessante, come sempre, grazie.

Saluti Marfir.

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Buon Giorno,

Ritengo onesto, prima di proseguire, chiarire il motivo per il quale ho scelto, in particolare, la prima delle due monete che sono state allegate per dare inizio a questa discussione oltre che evidenziare il limite di questo modo di affrontare la questione. Il Libro della Zecca e tutte le opere che sono state fondate sul suo studio, hanno per il periodo che stiamo considerando un limite fondamentale e credo insuperabile, dovuto al metodo stesso con il quale si sono redatte le registrazioni, ricostruite a posteriori, pur non avendo dubbi sulla buona fede del Villani e dei suoi collaboratori, di fronte ad una evidenza riscontrabile su un Fiorino, in particolare quanto più ci si allontana a ritroso nel tempo dal 1317 anno di istituzione del registro in esame, in caso di discrepanze tra quanto registrato e quanto evidenziato dalle monete, una volta esclusi possibili errori di valutazione e travisamenti tendo a dare maggiore importanza al documento “moneta”. Il segno Ampolla nella classificazione del CNF precede di sette semestri il segno Guastada, non penso ci sia modo di distinguerli (non ne sono capace), i Signori della Zecca per l’oro sono diversi, mi risulta incomprensibile il motivo per il quale si sia ripetuto lo stesso Segno, quando lo scopo sarebbe stato quello di distinguere le varie emissioni. Rispetto al fatto che non conosca un Fiorino “canonico” che possa corrispondere a quanto descritto nel LdZ è principalmente un grave limite al metodo non certamente una prova a sostegno del fatto che non esiste o sia stato male interpretato il segno. Il segno Guastada è su un Fiorino con caratteristiche stilistiche chiare che lo collocano oltre ogni ragionevole dubbio nel semestre di pertinenza.

Chiaramente ogni valutazione è personale.

Consideriamo solo le “monete” non le riproduzioni (non sempre è agevole distinguere)

Gli esemplari dei quali ho allegato le immagini fanno parte di quelli che ho definito “Fiorini Diversi” per i quali ho individuato alcune categorie principali:

segni di Zecca noti per i quali non ho ancora visto un Fiorino “Canonico”(faccio riferimento alla prima moneta, della quale ho visto solo due esemplari anomali, è il limite maggiore di questo modalità di studio, non conoscere non esclude che possa esistere)

variante significativa di un segno di Zecca noto (seconda immagine, in questo caso una diversa forma del segno, anche in questo caso non conosco abbastanza)

variante di segno di Zecca noto, classificata o meno (si tratta di varianti nella punteggiatura o nella forma delle lettere delle legende)

monete con segni di zecca sconosciuti.

Anche tra i Fiorini “canonici” possiamo individuare alcune categorie problematiche

Segni di Zecca sconosciuti su Fiorini con caratteristiche stilistiche definite. In genere è possibile “localizzarli” dal punto di vista cronologico.

Segni di Zecca noti di Fiorini classificati in modo più o meno generico per i quali è possibile definire una classificazione migliore (potrebbe essere possibile collocare alcuni segni in cronologie definite con scarti di pochi semestri)

Eventuali varianti di segni di zecca noti (non cambiano l’impianto della cronologia, sono una possibile indicazione indiretta dei volumi prodotti)

ogni categoria implica ai fini della classificazione effetti diversi.

Continua..

Cordialità

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Buon Giorno,

Tornando al tema di fondo, determinare una serie di criteri per separare in categorie distinte i Fiorini, sia pure limitatamente al breve periodo indicato, se può essere di facile realizzazione pratica una volta stabiliti alcuni elementari parametri, potrebbe legittimamente non essere condiviso.

Ogni singolo conio realizzato è un “unicum” con caratteristiche individuali evidenziabili, allo stesso tempo è costruito assemblando una molteplicità di componenti “standard” ciascuna parimenti caratterizzata, l’uso di questi elementi base nel corso di molti semestri marca in modo inconfondibile i coni e le monete prodotte. Anche le caratteristiche e la tecnica dell’artefice sono riconoscibili, allo stesso modo è possibile apprezzare il progressivo peggioramento della qualità dovuto alla riduzione della capacità lavorativa dell’operatore.

Non è possibile nonostante questa premessa escludere a priori la possibilità che per motivi sconosciuti siano stati realizzati Fiorini privi di “collegamenti” con quelli usuali, tali monete dovrebbero comunque essere state realizzate in modo “corretto” e non in modo approssimativo. Questa discriminazione è se possibile ancora più aleatoria in quanto si dovrebbe stabilire cosa sia importante e cosa no di quanto è rappresentato sulle monete. Conscio del fatto che ogni numismatico ha un suo personale criterio di interpretazione, proverò a chiarire il mio.

Alcuni elementi sono fondamentali, complessi da realizzare, potrebbero essere assimilati a una filigrana ante litteram tridimensionale, inoltre quella che potremmo definire come “fisionomia” del Santo è il risultato dell’impiego di punzoni e di una tecnica specifica personale di accostarli tra loro; anche negli errori pratici di esecuzione è possibile ravvisare uno schema. Ciascuno può trovare autonomamente i suoi riferimenti specifici.

Allego un riepilogo dei Fiorini per gli anni dal 1300 al 1317 ( con indicazione del numero di varianti censite nel CNF ) che assomma a 117 varianti per i 32 segni che sono collocati nei singoli semestri, per uno di questi segni non sono descritte monete ( avevo avanzato in questa discussione una possibile ipotesi http://www.lamoneta.it/topic/78075-proposta-per-la-classificazione-di-un-fiorino/) per alcuni semestri ( evidenziati in giallo ) non abbiamo alcuna notizia.

Nella Classificazione del CNF esistono anche ulteriori segni compatibili con il periodo che stiamo esaminando appartenenti alla V serie, sono classificati tra i Fiorini di Signori della Zecca Sconosciuti; si tratta di 6 diversi segni con le relative 22 varianti classificate.

Per finire, in aggiunta a alcune ulteriori varianti non classificate dei gruppi precedenti, tra i Fiorini di Signori della Zecca Sconosciuti, anche nella serie VII è sicuramente compreso almeno un segno riconducibile al periodo in esame e localizzabile con buona precisione temporale, un ultimo segno di incerta interpretazione sembrerebbe rimandare anche alla serie XX.

Nella tabella si segue l’ordine della classificazione del CNF.

Agli ulteriori Fiorini esterni allo schema allegato si farà specifico riferimento al momento opportuno.

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Prima di proseguire anche a rischio di essere noioso qualche ulteriore nota: gli elementi che determinano una variante possono fare riferimento individualmente a ciascuna della facce oppure allo specifico accoppiamento diritto/rovescio, in genere in questo periodo risulta determinante il solo rovescio che riporta anche il segno del semestre; una variante di Fiorino conseguentemente non individua una coppia di coni ma collega, in prima battuta, un "generico" conio di diritto a un rovescio caratterizzato (dal segno e dalla punteggiatura). Ai fini della classificazione è sufficiente in molte situazioni. Esistono, almeno per quanto ho potuto appurare, più coni di rovescio per ciascuna variante, presumo ne venissero realizzati almeno due come prassi usuale, una conferma indiretta potrebbe essere trovata nella valutazione dell’operazione di affinamento dell’oro (che originava i lotti) e in un ipotetico quantitativo minimo che potesse giustificare economicamente l’avvio del processo. Una valutazione che mi sfugge riguarda il riciclo di Fiorini “sottopeso”, ritirati dalla circolazione, che non necessitava di affinamento e potrebbe avere avuto minori limitazioni rispetto ai quantitativi “minimi”, sempre ipotizzando non fossero “aggiunti” ai lotti di oro affinato. Di alcune varianti ho potuto vedere almeno cinque diversi coni, questo rimanderebbe a lotti di metallo “importanti”. Una analisi complessiva della moneta consente di superare situazioni come quelle riconducibili ai semestri del 1312 e 1313, caratterizzati da rovesci particolarmente rozzi, al fine di esprimere una valutazione di compatibilità con la coniazione nella Zecca.

Continua..

Cordialità

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  • 2 settimane dopo...
Supporter

A quando il prosieguo di questa interessantissima discussione? :rolleyes:

Saluti Marfir.

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Buona Sera,

Propongo una selezione di monete tratte da mcsearch con caratteristiche evidentemente poco allineate con quelle attese, in particolare pur ricalcando il modello non riescono a riprodurre in modo soddisfacente qualcuno (o più di qualcuno) dei particolari “complessi” ai quali si era fatto accenno. La qualità delle monete è variabile. Per alcuni esempi possiamo rintracciare una radice “comune”. Sono monete che hanno circolato, a dimostrazione del valore rappresentato dall’intrinseco, il valore aggiunto del conio da parte di una autorità emittente certa sembra essere un bonus la cui mancanza è superabile.

Gli esempi sono limitati al periodo in esame, non è comunque difficile rintracciare esempi simili per il periodo successivo, il “problema” perdura a lungo.

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Passato in asta Kunker 160 segno incudine

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Passato in asta Lanz 144 segno morso

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Passato in asta Bolaffi del 31-05-12 segno fiasca (sembrerebbe il riconio di un’altra moneta)

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Passato in asta Kunker segno fiasca

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continua

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Passato in asta Kunker 151 segno luna con stella inchiusa

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Passato in asta Kunker 186 segno luna con stella inchiusa

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Passato in asta Kunker 160 segno colomba con olivo nel becco

È necessario valutare attentamente la condizione di usura delle monete per escludere che questa sia stata creata ad arte al fine di mascherare oggetti artefatti.

Anche un Fiorino martoriato spunta prezzi largamente superiori al suo intrinseco.

Proviamo ora a scorrere la prima parte dell’elenco dei Fiorini, quella relativa ai Signori della Zecca sconosciuti. Sono elencati sei diversi segni, tutti indicati come appartenenti alla serie V, il CNF li attribuisce al periodo 1303-1310, analizzando le annotazioni relative alle singole varianti elencate, emerge un primo particolare riguardante il segno palma, le tre varianti fanno tutte riferimento alla Collezione Reale, si tratta di un segno già utilizzato in questi anni, il suo riutilizzo, prescindendo dalla mancata conoscenza del Signore della Zecca per l’oro, ripropone i dubbi sollevati per la coppia di segni ampolla/guastada. Ovviamente non ho mai avuto l’opportunità di vedere nessuna di queste varianti, lo stesso limite per il vaso di forma speciale, per il quale è descritta una singola variante, visto dall’autore del CNF in una collezione privata. Per gli alti segni elencati ho potuto visionare esemplari in vari stati di conservazione, il segno elmetto solo in bassa conservazione, per questo non sono in grado di fare ipotesi, gli altri anche in conservazione elevata. Focalizzando l’attenzione su uno dei punzoni del rovescio emerge come uno dei segni (aratro) presenti caratteristiche che non sono compatibili con i Fiorini di questa serie ma rimandino alla serie successiva, ne parleremo più avanti. Cominciamo a guardare i Fiorini più simili a quelli dell’anno 1300

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continua

post-11718-0-02262300-1369862508_thumb.j

Piedi foglia di fico

Se proviamo a fare un confronto emerge una buona compatibilità (almeno una certa familiarità)che consentirebbe di assegnarli al periodo privo di dati successivo ai segni bordone e treccia (o anche ai semestri immediatamente precedenti parimenti privi di informazioni)in effetti le affinità vanno oltre il punzone relativo al piede sinistro e si estendono a altri particolari dei diritti e dei rovesci dei Fiorini.

Mi scuso per aver trascurato la discussione, la vita reale definisce scadenze e impone priorità inderogabili.

cordialità

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Supporter

Non si deve scusare di niente, la leggo sempre con molto interesse.

Sicuramente l'avrà già visto perché è passato nell'ultima asta Varesi, ma questo Fiorino non potrebbe essere quello che chiarisce i due simboli Ampolla e Guastada?

Sicuramente dico una inesattezza.

Allego foto.

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Buona sera

ho visto le immagini del Fiorino dell'asta Varesi

esemplare superbo senza incertezze, i miei dubbi riguardano l'altra moneta

presenta molti particolari poco conformi a quanto ci si aspetterebbe:

al diritto alcune lettere della legenda, la forma della base del giglio e la forma dei fiori.

al rovescio ancora le lettere, la forma e la disposizione dei piedi e delle ciocche sia dei capelli che di pelo sulle spalle, le braccia sono in posizione inusuale (i gomiti sotto la cintura).

allego l'immagine di un Fiorino (dignitoso) del secondo semestre del 1300 segno bordone; ci sono maggiori affinità tra questo Fiorino e quello dell'asta Varesi che non tra ciascuno di questi e la moneta in esame che si dovrebbe posizionare a metà tra i due.

ogni tentativo di fare ordine nella cronologia delle emissioni nei periodi privi di documentazione cartacea, è destinato a naufragare se non si fa chiarezza su cosa è stato coniato nella Zecca di Firenze e cosa ha una origine diversa.

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cordialità

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Supporter

Grazie, è un bel rompicapo.

Saluti Marfir.

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Supporter

Metti

C.N.I. IV: A.A V.V. Corpus Nummorum Italicorum, vol. IV, Toscana Zecche Minori. Roma 1940.

I dati sono a caso ma la sequenza é questa, il titolo va corsivo ;)

Cioe'?
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Inviato (modificato)

Buon Giorno

Aggiungo qualche appunto per continuare,

Il segno aratro ( nave ? ), compreso nella classificazione del CNF nella stessa serie dei Fiorini precedenti, si presenta anche a una analisi superficiale diverso dagli altri, confrontando i particolari con quelli di altri periodi troviamo corrispondenze con i Fiorini successivi al segno giglio piccolo del primo semestre 1310. Se continuiamo a focalizzare l’attenzione sul piede sinistro del Santo notiamo che la forma cambia in modo deciso, scompare il “piede con la fossetta” (in alcuni fiorini con segno giglio piccolo il punzone del piede sembra danneggiato) e compare un piede più rozzo con quattro dita a punta. Non è l’unico punzone caratteristico ma è il più evidente.

Per comprendere appieno le osservazioni riguardanti le monete che verranno illustrate si devono prendere nella dovuta considerazione una serie di indizi che sono anche lo specchio del probabile declino delle capacità lavorative dell’incisore.

Trattandosi di indizi, le conclusioni sono una interpretazione personale che potrebbe legittimamente non essere condivisa.

Non credo sia corretto, sorvolare o dimenticare la situazione contingente nella quale si trova in questi anni il Comune di Firenze; trovata una faticosa e dolorosa “soluzione di parte” al conflitto tra Guelfi Bianchi e Neri, è costretto a dover affrontare le “trame” ( più o meno giustificate ) di chi era stato esiliato e in tutti i modi cercava una rivalsa. Il Comune si trova prima intimidito e minacciato, successivamente assediato, anche se forse con poca convinzione ( comunque con scarsi risultati ) da Arrigo VII che ha da sbrogliare più di una matassa, i progetti dell’imperatore sono interrotti dalla sua morte per malaria. Certamente per il Comune era necessario affrontare altre priorità rispetto alla cura nel realizzare i Fiorini.

La prima moneta in esame presenta qualche errore di incisione al rovescio (doppia asta della croce, ciocca di capelli fluttuante appesa al nimbo oltre a incertezze nelle lettere e nelle frange del manto); anche il diritto evidenzia incertezze e imprecisioni.

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B 0363 Asta NAC 44

Se confrontiamo i due esempi, provenienti dalla stessa coppia di coni, a parte la poca cura e gli errori di incisione ci sono tracce di una ripresa del conio, evidente nelle frange sul lato sinistro del mantello che ha modificato lo spessore del bordo.

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B 0363

La necessità di utilizzare e di riciclare coni di bassa qualità e in condizioni non ottimali indica certamente una situazione critica alla quale si fa fronte con tutti i mezzi disponibili.

Modificato da ghezzi60
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Altro esempio dove è più evidente la ciocca di capelli sospesa.

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B 0361

Allego una immagine di Fiorino con segno caldaia ( primo semestre 1313 ) che è possibile utilizzare per un confronto.

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B 1105 Var.

È in condizioni dignitose, consente il confronto del piede, di alcune lettere e al diritto della campitura a losanghe dell’ “ala” di destra del giglio.

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Per confronto alcuni ulteriori esempi di Fiorini con il punzone del piede in comune

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B 1060 Asta M&M 22

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B 1093 Asta NAC 44

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B 1115 Asta Hess-Divo 1

La risoluzione di alcune immagini è modesta, dovrei riceverne di migliori, possono consentire comunque una prima valutazione.

Continua

cordialità

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  • 4 settimane dopo...

Buona Sera,

L’elenco dei Fiorini tra il secondo semestre del 1310 e il secondo semestre del 1313 compresi, presenta una lacuna in corrispondenza del primo semestre del 1312, privo di ogni registrazione e conseguentemente di ogni riferimento a monete, per i restanti sei semestri sono conservate le registrazioni e sono indicati i segni impressi sulle monete coniate (preciso, anche a rischio di essere noioso, che tutte le registrazioni sono “ex post” fino al 1317).

Passando in rassegna alcune immagini di Fiorini riconducibili ai primi due decenni del 1300, mi sono sorti alcuni dubbi riguardo a due segni compatibili stilisticamente con quelli degli anni indicati. Pur nel rispetto delle fonti, in ragione del confronto stilistico delle monete, mi ritrovo con almeno due segni diversi da quelli indicati nel Libro della Zecca che potrebbero essere compatibili con i Fiorini noti (a me) e collocati in questi semestri (in aggiunta al segno aratro ( nave ? ) visto in precedenza. I due segni in soprannumero sono noti, censiti nel CNF e potrebbero consentire una valutazione alternativa.

Trovano collocazione: il primo indicato come “monti” nella serie XX, di Signori della Zecca sconosciuti, segnalato con due varianti (B 0513 e B 0514 che si differenziano per la punteggiatura della legenda al rovescio); il secondo, compreso tra quelli della VII serie di Signori della Zecca sconosciuti, non ha un nome specifico, potrebbe ricordare un portale, segnalato con quattro varianti (da B 0395 a B 0398 che presentano varie differenze nelle legende sia al diritto che al rovescio).

Il primo segno richiamato, ha nel segno “monte” classificato come Fiorino della serie V (l’ultimo di questa serie nella classificazione del CNF, precede il segno “corna di cervo” della serie VI ) una sorta di labile corrispondenza, la rappresentazione del segno è sostanzialmente diversa.

Il CNF indica due varianti per il segno “monte” ( B 1060 e B 1061) per la prima fa riferimento al CNI per la seconda al Museo Archeologico di Firenze (confluito nel Monetiere di Firenze). Non ho visto monete o immagini di monete con questo segno (di qualità accettabile).

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Tratto dal CNF Vol. I pag 17

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Tratto dal CNF Vol. II pag 111

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Le varianti ( due ) dei Fiorini con il segno “monti” sono segnalate dal CNF la prima nella Collezione Reale, la seconda nel Museo S. Matteo di Pisa.

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Tratto dal CNF Vol. II pag 45

Il segno di zecca presenta, nell’esemplare al quale faccio riferimento, qualche problema di interpretazione, non è impresso con chiarezza a causa di uno schiacciamento di conio; dopo una valutazione ponderata e la visione di una moneta dove il segno risulta impresso in modo più chiaro, scartando un improbabile segno di derivazione egizia, penso di poter individuare nel segno “monti” il segno in questione. Ulteriore considerazione: la collocazione della moneta nella serie VI (almeno) e non nella V come il segno “monte”.

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B 0514

Analizzando il rovescio si possono apprezzare particolari che avvicinano la moneta a quelle del periodo in esame.

Vorrei evidenziare ancora il piede sinistro, non particolarmente definito, che lascia comunque intuire in modo preciso la forma delle “dita”.

È chiaramente una mia interpretazione che potrebbe trovare smentita nel confronto con un segno “monti” impresso in modo chiaro e che risultasse non compatibile con quanto si vede sulla moneta allegata.

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Il secondo segno è quello indicato come “porta” classificato come di tipo VI che precede il semestre privo di registrazioni

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Tratto dal CNF Vol. I pag 18

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Tratto dal CNF Vol. II pag 114

Il CNF classifica una singola variante, indica come riferimento per la moneta il CNI. (il segno è descritto nel registro di Zecca). Non ho mai avuto occasione di vedere questo segno.

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Anche in questo caso una “lontana corrispondenza” può essere trovata tra il segno in questione e quello indicato (con quattro varianti) che ricorda un portale. L’accostamento è dettato non tanto dal segno ma dalle caratteristiche di stile della moneta.

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Tratto dal CNF Vol. II pag 34

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Asta munzen & medaillen 22 lotto 1705 B 0396 ?

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B 0396 ? stesso conio del precedente schiacciatura in corrispondenza del viso

Il piede sinistro evidenzia il deterioramento del punzone, sono riconoscibili le dita, il danneggiamento si nota anche su Fiorini con segno caldaia oltre che su quelli con il segno “barca” / “aratro” precedentemente postati.

Dei segni dei semestri successivi a quelli in esame non ho riferimenti adeguati fino al segno trombe incrocicchiate ( ho deciso di usare il termine presente nel Libro di Zecca in luogo del termine legato all’araldica “decussate” ) dove il piede sinistro cambia ancora forma.

Qualcosa da affinare nella sequenza codificata delle emissioni dei primi quindici anni del 1300 è possibile ci sia, ho potuto vedere Fiorini che sembrerebbero confermare i miei dubbi. Un confronto effettuato su alcuni diritti suggerirebbe una sequenza dei segni leggermente diversa.

Avere l’autorizzazione di pubblicare immagini nella situazione attuale delle molteplici e contrastanti interpretazioni è forse più difficile che non trovare monete significative. Non credo sia da biasimare chi vuole evitare di farsi pubblicità, motivi a sostegno del suo atteggiamento di certo non mancano, purtroppo.

Cordialità

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