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Siamo sicuri che l'Euro convenga all'Italia?


caiuspliniussecundus

Risposte migliori

Di questi tempi di crisi si sentono pareri fuori dal coro, come questi:

Io francamente non so cosa pensare... non mi dispiacerebbe sentire il parere di qualche esperto di economia a riguardo, e so che sul forum ce ne sono parecchi .

Caius

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E' un concetto, che ho espresso mille volte ed è basato su studi economici. La svalutazione della moneta viene citata come strumento, per aumentare le esportazioni. Ma per aumentare le esportazioni, bisogna anche aumentare la produzione... Ora, per aumentare la produzione, occorrono materie prime e l'Italia le importa. Dato il sicuro deprezzamento della moneta nazionale, le importazioni costerebbero di più. Le nostre aziende sarebbero in grado di acquistarle? L'aumento del petrolio deprimerebbe i settori industriale e dei trasporti (inclusi quelli pubblici) l'aumento dei prezzi dei medicinali, in un paese che sta invecchiando, sarebbe una tragedia. Prestiti e mutui vedrebbero aumentare i tassi di interesse. L'inflazione crescerebbe, sia se ci fosse veramente un aumento delle esportazioni, sia per il maggior costo delle importazioni (inflazione da costi). Il potere d'acquisto degli italiani diminuirebbe (o qualcuno crede che anche stipendi e salari aumenterebbero?). Questo deprimerebbe anche il mercato interno, ma ciò non comporterebbe una diminuzione dei prezzi, in presenza di materie prime più costose. Si creerebbe una situazione di stagflation, impossibile da sostenere.

L'Italia non può pensare di competere nelle esportazioni con paesi quali Cina, Giappone, Germania; dovrebbe puntare sulla qualità, sull'innovazione, sulla fanatasia e la genialità. Sembra che il nostro popolo non sia stato in grado di assorbire i pregi di altre nazioni, ma abbia dismesso i propri...

Poi, sono pronto ad un accordo con chi vorrebbe uscire dall'Euro. Se la rata del mio mutuo dovesse diminuire, sono pronto a versare loro la differenza, se dovesse aumentare, la differenza me la pagherebbero loro. Se il mio reddito reale (al netto dei prezzi) aumentasse, girerei loro la differenza, in caso contrario, me lo integrerebbero loro (troviamo anche un modo sensato di calcolarlo perchè le cifre ISTAT mi fanno ridere). Se vado a fare le vacanze in un paese, che resta nell'Euro, la differenza di prezzo me la pagano loro. Se perdo il lavoro, mi pagano loro lo stipendio. Chi accetta?

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PS. I piani di chi vuole più Europa? Non avere un'Europa monca, che frena lo sviluppo. Difficile che qucluno voglia finanziare le nostre penali per contratti capestro, le olimpiadi altrui, gli sprechi, le boutades di immagine.

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Supporter

Sono molto lontano dall'essere un'economista; sono un semplice ricercatore, e so abbastanza bene cosa vuol dire ricerca e sviluppo, lavorando in tale settore.

Cito @@luke_idk, col quale concordo pienamente

L'Italia non può pensare di competere nelle esportazioni con paesi quali Cina, Giappone, Germania; dovrebbe puntgare sulla qualità, sull'innovazione, sulla fanatasia e la genialità. pienamente,

L'idea di uscire dall'Euro e svalutare la moneta è un discorso che poteva andare bene negli anni '70, quando L'italia poteva essere competitiva con una moneta debole ed esportare in europa e nel mondo di allora. In questo momento per quanto noi possiamo svalutare la moneta, diminuire il costi del lavoro, avremo sempre una concorrenza non superabile da parte di India, Cina, Brasile e altre nazioni. A meno di ridurre i lavoratori alla fame non si può più pensare di fare impresa facendo bulloni in Italia, perchè i bulloni, che sono una cosa stupidissima da fare, li possono fare ad in decimo dei costi italiani in tanti posti nel mondo. Vogliamo competere veramente con Cina e India sui prezzi? paghiamo i lavoratori 150 euro al mese! si può fare? no credo....

Qui in Italia dovremmo puntare sulla qualità, la ricerca e lo sviluppo. In tantissimi campi i ricercatori e le aziende italiane sono ancora (per ora) all'avanguardia in campo internazionale. Non è un caso che i ricercatori italiani non hanno alcuna difficoltà a trovare lavoro all'estero dopo aver fatto un pò di gavetta qui in Italia. Il futuro sta nel costruire, ideare cose nuove che solo in Italia si possono produrre perchè nelle altre nazioni non sono ancora state ideate, e venderle a prezzi anche alti, che possano permettere il mantenimento della qualità di vita cui siamo abituati. Purtroppo la nostra classe dirigente è rimasta agli anni '70, e non sta riuscendo a dare una risposta reale alla crisi. Negli ultimi anni almeno una decina di miei stretti collaboratori sono emigrati all'estero, in cambio di stipendi da sogno per un ricercatore italiano (5.000 euro al mese), e questo nonostante volessero rimanere in Italia, dove purtroppo non era offerta alcuna possibilità di lavoro, indipendentemente dal merito. All'estero hanno rapidamente fatto carriera, ottenendo risultati di prestigio, diversi brevetti e hanno grandemente ripagato (i brevetti sono soldi) le istituzioni che li hanno accolti. Questi soldi sarebbero potuti essere italiani, e i brevetti applicati in industrie italiane. mentre qui si parla ancora di svalutare la lira.

Modificato da azaad
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"Siamo sicuri che l'euro convenga all'Italia?"

E' proprio la domanda che alcuni signori come ad esempio i famosi George Soros, John Paulson e Warren Buffet, e anche certe agenzie di cui spesso loro stessi sono azionisti, hanno tutto l'interesse a farci porre in questo periodo.

Perchè? Perchè loro hanno scommesso centinaia di milioni dei loro fondi d'investimento su un crollo dell'euro che purtroppo (per loro) non avviene.

"Accidenti! come facciamo? Rimane un'ultima speranza: cercare di convincere qualcuno, come gli italiani o i tedeschi, cioè gli abitanti di due dei tre stati-cardine dell'eurozona, che l'euro non gli conviene... vuoi vedere che magari alla fine saranno loro stessi a far crollare il sistema, salvando i nostri investimenti?"

Sarà un caso che i tabloid tedeschi come la Bild e altri soggetti fanno di tutto per cercare di convincerci che l'euro (e l'Europa intera) sono una gran fesseria e bisogna smontare tutto per tornare ai vecchi metodi che ci hanno portati sull'orlo del fallimento?

A molti, non solo ai Paulson di turno ma anche a soggetti con certi interessi politici, farebbe un gran comodo se pensassimo che staremmo meglio con una valuta debole in un'Italia in bilico, in un sistema europeo in frantumi, con svalutazioni continue e debito a tutto spiano. Tanto i fessi che se ne prederebbero sul groppone le conseguenze siamo noi.

Modificato da ART
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Dimenticavo di dire una cosa.

Tanto per capirci sulla competenza di certi soggetti, Bagnai è uno di quelli che da anni predica che per uscire dal guano "dobbiamo fare come l'Argentina". Ecco come sta messa l'Argentina:

http://www.investireoggi.it/economia/argentina-nella-morsa-della-inflazione-svalutazione-inevitabile/#commenti

Usciamo pure dall'Euro e "facciamo come l'Argentina", basta che poi mi mantengono Bagnai e i suoi amici professoroni di 'sta mxxxxxa rolleyes.gif

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Pensare che stiamo seduti su un tesoro e lo mandiamo in vacca mentre sognamo di fare concorrenza ai cinesi...

Quando l'Italia faceva le svalutazioni competitive era per esportare tessuti e sedie, e non c'erano né Cina né Ikea a farci concorrenza. Per non parlare di quando i cinesi cominceranno a esportare prodotti ad alta intensità di tecnologia... lo stanno già facendo.

Per venirne fuori basterebbe puntare un obiettivo semplice e perseguirlo con coerenza. Ovvero preservare e sviluppare quello che tutto il mondo si aspetta dall'Italia: clima, paesaggio, cibo, ospitalità, cultura, storia, qualità della vita. Possibile che continuiamo a ignorare un fatto banale: che di forse una dozzina in tutto di città-mito che esistono sulla terra, almeno quattro stanno in Italia?

Poi senti in televisione un giovane invasato che sbraita gridando al sacrilegio per la sola ipotesi che dal patrimonio culturale si possa anche tirare fuori un vantaggio economico... e ti vengono i brividi freddi lungo la schiena mentre guardi in faccia il declino.

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