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Antico tentativo di divisione? - Dupondio d'Orange


cliff

Risposte migliori

A proposito di dupondi, mezzi assi e frazioni varie che spesso si vedono con gli assi di Nimes guardate questo strano asse d'Orange (già di suo abbastanza raro) che presenza segni inequivocabili (sembrerebbero antichi anche) di un tentativo di bisezione lungo il diametro in mezzo alle teste di Ottaviano e Agrippa sul dritto. Si è detto molto sulle motivazioni per queste divisioni dei dupondi, le due principali teorie sono quella delle necessità di moneta spicciola per le esigenze dei numerosi accampamenti militari lungo la valle del Reno e quella dell'utilizzo come offerte votive.

Ad ogni modo sono curiosi questi solchi circolari profondi nella zona centrale e l'incisione lineare che dal centro va verso l'esterno. Chissà quali erano gli strumenti utilizzati in antico (tenaglie? picche?) per ottenere questi solchi ed arrivare a dividere poi il dupondio il linea retta lungo il diametro tra le due teste. In questo caso il lavoro non è stato portato a compimento, forse i mezzi o la tecnica non erano ottimali e l'operaio alla fine non se l'è sentita di terminare la bisezione.

29mm e 17.6 gr

post-2689-0-96529600-1372196218_thumb.jp

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Modificato da cliff
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Ciao,

mi limito a fornire alcuni confronti e a proporre spunti di discussione.

Ho trovato una quarantina di assi Nemausus-Nimes per confronto (sulla tecnologia utilizzata per separare le due parti della moneta). Quelli di Orange sono più rari...

Comunque basta andare su

http://www.cgb.fr/navigation.html

e ricercare, appunto,

Nemausus coupè

Non emergono dati eclatanti. Alcuni pezzi hanno sulla superficie residui di incisioni lunghe e abbastanza superficiali

post-3754-0-59574200-1372228737_thumb.jp

anche parziali e laddove non ci sono la frattura è più irregolare.

post-3754-0-08653600-1372228824_thumb.jp

Talvolta la linea di frattura è estremamente irregolare

post-3754-0-19788400-1372228915_thumb.jp

La tecnica migliore per tagliare una moneta a mio parere è l'incisione con lima di un profondo solco e successiva flessione, cosa che però dovrebbe risultare visibile.

L'uso di tenaglie per bloccare la moneta e colpirla dovrebbe incidere la moneta a livello parziale e superficiale ma dovrebbe lasciare un solco superficiale bifacciale. (cosa che mi pare non si noti)

L'uso di tenaglie o scalpelli per dividere le due parti dovrebbe lasciare una sezione slabbrata ma lineare come decorso.

Ancora un'osservazione: seppure la frattura sia limitatamente controllata la tendenza è quella a lasciare integra la testa di Augusto o Agrippa (dipende dal lato).

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Tornando all'esemplare proposto, non ho trovato alcun confronto preciso che presenti gli esiti di forature e successiva incisione, nè omolaterale nè tantomeno bifacciale.

Inoltre le due linee che passano per i circoli non si sovrappongono, cosa auspicabile se il fine fosse quello di sezionare la moneta.

Ultima osservazione: le forature dovrebbero esser state eseguite a bassa velocità di rotazione, altrimenti sui bordi si noterebbero delle bave metalliche sollevate. Potrebbe essere, oltre alla presenza di ossdiazione, indice di recenziosità dell'atto.

Ciao

Illyricum

:)

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Alcuni link di discussioni sul Forum inerenti questo argomento:

http://www.lamoneta.it/topic/21530-mezzi-assi-di-nimes/

http://www.lamoneta.it/topic/15061-mezza-moneta/

Link esterno:

http://as-de-nimes.pagesperso-orange.fr/

in quest'ultimo andata su "les monnaise coupèes" ;)

Diffusione:

- Châtelet (Haute Marne) : 4.9% de bronzes coupés
- Port Haliguen (Morbihan) : 6.2 % de bronzes coupés (dont 24% de dupondii nîmois)
- Villeneuve au chatelôt (Aube) : 7,9% coupées (dont 18.8% de dupondii nîmois)
- Camp militaire de Haltern (Germanie) : 30% de bronzes coupés (dont 35% de dupondii nîmois).
- Camp militaire de Oberhausen (Germanie) : 30% de bronzes coupés (dont 58% de dupondii nîmois).
Produzione:
Il est difficile de savoir si les coupes ont été effectuées par des particuliers ou par des officines d'état. Par ailleurs la technique utilisée est souvent la même : Les flans sont dans un premier temps marqués au droit à l'aide d'un coup de burin.
Les flans sont ensuite cassés avec une pince ou plus certainement un marteau. Ce procédé génère souvent une cassure caractéristique du flan. Celle-ci ne se fait bien souvent pas sur toute la longueur de la monnaie. On distingue également, au niveau de la séparation, une partie lisse qui résulte du coup de burin et une partie irrégulière engendrée par l'arrachage en force du métal. Il est très probable que les flans aient été chauffés avant d'être marqués et cassés. On lira The celator vol.10 N°9, "The broken coins of colonia Augusta Nemausus", septembre 1996, P.6 à 11, dans lequel Marvin Tameanko reproduit divers tests de découpe, sur de vrai flan, afin d'appréhender la méthode utilisée.
secondo questo testo
Non è chiaro se venissero prodotti da persone o da atelier; il dritto viene marcato con un colpo di scalpello (burin). Poi veniva utilizzata una pinza o un martello per applicare una forza atta al disctacco delle due parti. E' probabile che la moneta fosse stata oggetto di riscaldamento preventivo. Il riferimento a Celator riporta un articolo dove Tameanko ha riprodotto la tecnologia di fabbricazione.
(non parlo il francese, se ci fosse qualche inesattezza vi prego segnalarmelo e portare pazienza... apprezzando la buona volontà :D )
Ciao
Illyricum
:)
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Voi dite quello che volete ma a me sta storia della moneta spicciola non va a genio per niente.

I romani, pragmatici come erano, che si mettono a dividere le monete per dimezzarne il valore...mah. Che ci voleva a coniarne altre?

Secondo me, dietro, c'è qualcosa di votivo, qualcosa legato alle personalità di Augusto e Agrippa, che come ha bene evidenziato Illy, si tendeva a lasciarle intatte.

Che facciamo, mandiamo in giro monete con il solo Agrippa? Quasi fosse lui l'attuale imperatore? Mmmm. No, a me non convince.

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Voi dite quello che volete ma a me sta storia della moneta spicciola non va a genio per niente.

I romani, pragmatici come erano, che si mettono a dividere le monete per dimezzarne il valore...mah. Che ci voleva a coniarne altre?

Secondo me, dietro, c'è qualcosa di votivo, qualcosa legato alle personalità di Augusto e Agrippa, che come ha bene evidenziato Illy, si tendeva a lasciarle intatte.

Che facciamo, mandiamo in giro monete con il solo Agrippa? Quasi fosse lui l'attuale imperatore? Mmmm. No, a me non convince.

ciao, e se fossero connesse ad una monetazione di emergenza?

skuby

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Beh, direi che proprio in nome del pragmatismo appare più semplice, nella necessità di una circolazione locale basata su valori di entità ridotta, spezzare le monete circolanti (basta uno scalpello ed un martello) che mettere in piedi un atelier monetario (per il quale servono tutt'altre attrezzature, una organizzazione più complessa e soprattutto professionalità specifiche e non particolarmente diffuse). Specie se ci si trova sul limes renano.

Non é nemmeno detto che siano i romani gli autori delle "spezzature", che potrebbero essere opera delle popolazioni locali che vivevano attorno ai campi, cosi' come non é certo che siano romani gli autori delle varie emissioni bronzee galloromane (sui tre grammi di peso) col ritratto di Augusto, le Germanus Indutilli, ecc.

Non scordiamoci che le popolazioni locali erano abituate ai potin, che continuano a circolare ancora fino sotto Tiberio, con la funzione di spiccioli.

Quanto alla spezzatura lungo la verticale tra i due ritratti (che é la più diffusa, ma non certo esclusiva) potrebbe essere attribuibile ad una forma di "rispetto" per la figura rappresentata (non cosi' per i poveri coccodrilli di Nimes) ma anche al fatto che quella linea offre un punto di riferimento immediato e quasi naturale per posizionare lo scalpello, e/o, infine, molto pragmaticamente, che lungo quella linea la moneta é più sottile, e si fa dunque meno fatica a spezzarla in due.

Il fatto che gli spezzati si rinvengano dispersi e non (o almeno non solo) in contesti votivi mi spingerebbe a credere che si tratti piuttosto di circolante.

Personalmente non sono a conoscenza di rinvenimenti in depositi votivi. Ma anche qualora ve ne fossero non sarebbe un dato conclusivo, vista proprio la diffusione dei ritrovamenti isolati: che una moneta finisca in un deposito votivo é piuttosto normale, che un deposito votivo venga smembrato e gli oggetti, demonetizzati, che lo compongono si ritrasformino in moneta e comincino a circolare, mi sembra, un po' meno.

Vero é che in quel periodo in Gallia la situazione era abbastanza confusa...

Modificato da g.aulisio
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ciao, e se fossero connesse ad una monetazione di emergenza?

skuby

Ciao skuby.

Una monetazione di emergenza la vedrei come un processo immediato, una cosa accaduta in un breve tempo...che non ha dato modo di far coniare altre monete ma che non appena è stato possibile lo è stato fatto.

Episodi del genere fanno sì che la "moneta" in questione sia rarissima, quanto meno difficile da trovare e da vedere, cosa indubbiamente contraria di al caso in questione nel quale spessissimo troviamo queste "monete".

Non dimentichiamo che sono riusciti a coniare moneta a spasso per l'Europa inseguiti dai nemici questi (vedi Bruto)...avevano almeno 5 zecche aperte in quel periodo...insomma, mi sembra che la coniazione di emergenza sia una forzatura...e soprattutto, cosa ha avuto Nimes di così gravoso? Non conosco la storia della Colonia ma da quel che vedo in pochi secondi di lettura della storia ha avuto una vita tranquilla sin dalla sua annessione a Roma fino al terzo secolo...(e se sapete qualcosa di più, ditelo... :D)

E poi, perché proprio una moneta col doppio ritratto la troviamo divisa a mezzo? Perché non trovarne anche altre di altri luoghi magari? Perché non adottare questa soluzione su ampia scala?

Queste sono le domande che mi portano all'oggetto votivo...e se ci metti anche la moneta con lo zampino di maiale che ho postato pochi giorni fa, la cosa mi si rende ancor più facile da digerire... :D

Mirko :)

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Scartabellando in libreria cercando un'altra cosa (come capita sempre...) mi é caduto l'occhio su di un interessante articolo di Daphne Nash, incluso in Scripta Nummaria Romana, volume dedicato a Sutherland e pubblicato da Spink nel 1978: "Plus ça change: currency in Central Gaul from Julius Caesar to Nero". Ovviamente si parla anche degli spezzati.

Volendo fare una rozzissima sintesi rispetto alla questione di cui parliamo, la studiosa inglese ipotizza che gli spezzati venissero prodotti dai legionari romani accantonati sul limes, che ricevevano tale numerario per il pagamento del soldo. Tale numerario, che sarebbe stato ben adatto alla bisogna in un contesto economico "mediterraneo", risultava di valore eccessivamente elevato nel contesto economico del limes, dove il valore dei beni era estremamente più basso, soprattutto in relazione al circolante locale. Di conseguenza l'adattamento, tramite la spezzatura, e la messa in circolazione, in un contesto in cui l'unica presenza dell'autorità romana é rappresentata dalla presenza del campo stesso (quest'ultima considerazione la aggiungo io).

Quindi in qualche modo il tirarsi fuori dagli impicci, da parte dello spiccio legionario, a fronte di una disposizione standardizzata, ma non adeguata al contesto operativo, presa dall'amministrazione "centrale".

La situazione sarebbe durata poco dato che ben presto l'immissione sul mercato della massa monetale portata dalle legioni avrebbe fatto lievitare i prezzi.

Consiglio comunque di andarsi a leggere l'articolo che é molto ampio e che, si sia d'accordo o meno con le ipotesi della Nash, offre un quadro esauriente e molti spunti di riflessione.

Modificato da g.aulisio
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