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La Monetazione Vandalica.


Risposte migliori

Buona sera a tutti.

E' con vero orgoglio che a nome dell'Associazione Numismatici della Sardegna ho il piacere di comunicarVi che questa mattina, in occasione della Mostra Mercato in corso di svolgimento a Musei (CI) il socio Giuseppe Lulliri (mariesu sul Forum) ha presentato in anteprima la sua nuova fatica letteraria dal titolo:

"La Monetazione Vandalica" - Le monete della Sardegna vandalica; le monete di Goda:: 960 monete descritte e fotografate.

Il Volume, che consta di oltre 100 pagine, presenta un'elegante veste editoriale con copertine rigide in formato A4 e riporta l'accurata descrizione di 960 monete riprodotte a colori; il tutto preceduto da un'ampia trattazione del periodo storico e del sistema monetario vandalo.

All'interno del libro si reperisce un inserto mobile nel quale l'Autore riporta il prezziario 2013 delle monete descritte.

Un'opera destinata a divenire un "must" nella letteratura numismatica del settore.

Giuseppe sarà presente a Musei anche domani, per tutto il giorno,; chi volesse acquistarne una copia con dedica personalizzata dell'Autore può quindi ancora approfittarne.

Io ed altri ne abbiamo già approfittato quest'oggi.....!!

Di seguito pubblico una foto scattata al tavolo dell'Associazione Numismatici della Sardegna, con il libri di Giuseppe in bella evidenza,

Saluti.

Michele

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I Vandali, un popolo affascinante...

Le cui monete tra l'altro son di gran moda, visto che questo è il secondo volume sull'argomento che esce qui da noi quest'anno, dopo quello di Ladich.

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  • 1 mese dopo...

Chiedo scusa se entro in questo forum dal quale mi ero ritirato (con soddisfazione di molti) ma mi trovo di fronte a una situazione di emergenza numismatica.

Lulliri e la sua collezione, che per quanto riguarda la Sardegna vandala si aggira sul migliaio di monete, ritrovate casualmente in superficie, regolarmente denunciate alla sovrintendenza di Cagliari e da questa lasciate nelle sue mani in qualità di custode.

Non posso che celebrare ambedue i fatti: che Lulliri, imbattutosi in un migliaio di monete vandale (un tesoretto straordinario, poiché i ripostigli vandali sono scarsissimi, e che, come vi illustrerò, ha un valore numismatico eccezionale) lo abbia denunciato alla Sovrintendenza; che la Sovrintendenza, invece di confiscarlo e metterlo in qualche cassetto sperduto, lo abbia lasciato nelle mani di colui che lo ha trovato e denunciato, in qualità di custode/curatore.

Magari siffatto comportamento fosse la regola generale!

Ciò premesso, la collezione Lulliri è stata oggetto di una prima pubblicazione nel 1996 (Giuseppe Lulliri e Maria Bonaria Urban, Le monete vandaliche della Sardegna, Carlo Delino Editore), di un articolo assai poco interessante di Biamonti (Giuliana Biamonti, Monete vandaliche e bizantine provenienti dalla Sardegna Sud-Occidentale: la collezione Lulliri, Quaderni della Soprintendenza Archeologica per le Province di Cagliari e di Oristano, 1996), e di questa recente pubblicazione finanziata dallo stesso Lulliri.

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Imbattersi con un migliaio di monete vandale gironzolando per la campagna è dimostrazione di un fondello davvero straordinario. Mi congratulo con Lulliri per la sua fortuna. Trovare una Sovrintendenza che agisce nel modo più intelligente, anziché repressivo, è fortuna nella fortuna. Pubblicare l'oggetto di cotanta fortuna per farne partecipi i numismatici, è doveroso, non meritorio.

Pubblicazione del 1996.

Meriti: molti e indiscutibili. Ha portato alla ribalta una monetazione molto interessante e prima sconosciuta e disattesa: la monetazione vandala della Sardegna. Ha dato a conoscere dei tipi prima sconosciuti, quale la "vittoria" in nome di Guntamundo (precedentemente si conosceva solo in nome di Trasamundo). Ha fatto conoscere l'esistenza di nummi coniati da Goda, governatore vandalo della Sardegna, che si autoproclamò re dell'Isola.

Demeriti: attribuzione errate, come quelle dei solidi ai vandali, che mai coniarono dei solidi; dei nummi bizantini attribuiti alla zecca sarda; e, soprattutto, dell'asse repubblicano Sardus Pater ai vandali, che invece è un asse repubblicano.

I demeriti sono gravi, ma i meriti sono talmente eclatanti da surclassare i demeriti. Il volumetto, inoltre, è corredato da pregevoli tavole fotografiche che aggiungono non poco pregio all'opera.

Articolo di Biamonte.

Meglio stenderci sopra un pietoso velo.

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Caro Antwala

Non posso che felicitarmi per la tua (ri)comparsa sul Forum. Avremmo molto bisogno della tua competenza soprattutto per la parte bizantina e le monetazioni barbariche.

In merito a quanto ci esponi sarebbe interessante sentire il contraddittorio da Lulliri

Non ho ancora Buto modo di consultare il nuovo libro di Lulliri : l'asse Sardus Pater e' davvero attribuito alle emissioni vandaliche. ?

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Pubblicazione del 2013.

Cominciamo dal titolo: La monetazione vandalica. E' corretto dire vandala, non vandalica; così come si dice monetazione bizantina (non bizantinica), monetazione visigota (non visigotica), monetazione romana (non romanica). Ma questo è solamente fare le pulci, qualcosa di molto veniale.

Il libro inizia con una rassegna bibliografica, il che non sta per niente male: porre le fonti all'inizio anziché alla fine. Ben 12 pagine di bibliografia + altre 4 di cronisti antichi. Magnifico, se non fosse che il 90% della bibliografia non è inerente, mancano quasi tutti gli articoli sulla monetazione vandala scritti negli ultimi 10 anni (il buon Asolati ha scritto cose ottime, ma è del tutto disatteso, tranne che per un vecchio articolo del '94); Ladich è anche ignorato: eppure ha scritto le due migliori visioni d'insieme che abbiamo sulla monetazione vandala (l'inserto del 2001 su CN e il suo recente catalogo del 2013 pubblicato dall'editrice Diana).

Segue con una breve cronistoria del Regno vandalo. Non l'ho letta (ero a casa di un amico che possiede il libro in questione e quindi avevo più interesse di andare a vedere ciò che è sostanziale) ma do per scontato che ci siano scritte le cose giuste e necessarie.

Quindi viene un testo sul sistema monetale vandalo, costituito essenzialmente da "copia e incolla" di gran parte di un interessante articolo di Castrizio (niente di male a riportare quanto di buono scritto da altri), ma senza mai virgolettare il testo e facendolo apparire come redazione propria (ogni commento è superfluo).

Poi ci sta una parte sulla Sardegna vandalica, che non ho letto.

Finalmente inizia il catalogo.

Vi sono alcuni nummi imperiali (zecca di Roma, e alcuni altri bizantini dati per vandali. Ma sono nummi di difficile leggibilità e l'errore è veniale.

Si riprende il tema (che m'interessava moltissimo) delle vittorie in nome di Guntamundo che nel 1996 erano 6 e ora è solamente una. Che fine hanno fatto le altre? Ma soprattutto mancano immagini leggibili, poiché quelle poste nella tavole al fondo del libro (formato A4) sono sfocate, nella dimensione originale e soprattutto fatte con lo scanner e non fotografate e a bassa risoluzione: insomma, ci si vede poco o niente! Peccato, perché è un tema davvero interessante.

Poi ci sta una magnifica bomba inedita: le vittorie in nome di Ilderico, ben 102 che sono inedite, in quanto di questo sovrano si conoscevano solamente i nummi con la croce. Una meraviglia, una goduria! Lo sarebbe se ce ne fosse una, non dico molto, solamente una!, della quale fosse stata pubblicata un'immagine leggibile. Inutile chiederla all'Autore: non le dà: bisogna credergli sulla parola. Personalmente credo che abbia ragione, che davvero nel migliaio di nummi vandali raccolti gironzolando nella campagna sarda abbia trovato alcune vittorie in nome di Ilderico, e gli credo perché forse, da altra fonte, ne ho trovata anch'io una (l'immagine, non la moneta, ma a me interessa avere la documentazione che da tempo ho perso interessa a collezionare monete).

Quindi tornano le monete di Goda, questa volta lette correttamente (in quanto nell'edizione del 1996 la lettura era errata, VBE GVDA invece di GVDA REX).

E qui casca l'asino! Da mettersi le mani nei capelli (io non posso perché dopo l'operazione ne sono rimasto piuttosto sprovvisto). I nummi di Giustiniano con la lettera A, poi imitati da una qualche zecca sarda, attribuiti a Goda e, cosa assolutamente risibile, nummi ostrogoti di Teodorico, quelli con il suo monogramma battuti in nome di Anastasio, attribuiti al vandalo Ilderico! La cosa è talmente risibile che non merita commento alcuno. Si commenta da solo.

Modificato da antvwaIa
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Benvenuto Antwala e spero vivamente che possa continuare con i suoi contributi.

Ringrazio per avere bene inquadrato la situazione e problematica legata alla vicenda Lulliri, che credo sia sconosciuta ai più e che mi sembra assai utile e interessante come esempio di una fattiva collaborazione tra privato (collezionista) e pubblico (Soprintendenza).

Ovviamente è anche importante evidenziare meriti e demeriti di una pubblicazione, specialmente se riguarda una monetazione ancora poco conosciuta come la vandalica in Sardegna.

Spero di riuscire a passare a Verona il sabato e ad acquistare questo volume, anche se riguarda monete fuori della mia competenza, e magari si potrà meglio valutare i suoi pregi (spero che siano stati emendati eventuali errori del 1996, quasi venti anni prima).

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La collezione di Lulliri è importantissima, straordinaria. Mi sto ripetendo ma vale la pena ripetersi.

Faccio parte di un gruppo di studio sulla monetazione vandala; praticamente dispongo di un corpus pressoché completo di tutto quanto pubblicato sul tema; ebbene: Lulliri in molti casi ha in collezione più esempi di quelli sino ad ora conosciuti in tutte le collezioni del mondo!

Per esempio: il nummo vandalo regio con la "stella a otto raggi in una ghirlanda di foglie", attribuibile a Guntamundo: nel corpus se ne conoscono appena 31 esempi e Lulliri ne ha ben 55! e così via.

Nulla di male se nel suo libro avesse pubblicato: a) immagini leggibili; b) pesi credibili. Invece le immagini sono fatte con uno scanner a bassa risoluzione e i pesi sono misurati con una bilancina meccanica che misura appena il decigrammo e che su bassi valori (sotto il gramo) è talmente imprecisa da essere del tutto inutilizzabile. Infatti i pesi indicati da Lulliri sono affatto incongruenti con quelli propri della monetazione vandala e nel caso di monete da lui vendute, avendo potuto rintracciare alcuni suoi acquirenti, ho constatato che i pesi da lui indicati erano errati. Non imprecisi: del tutto errati.

Vengo al dunque.

Lulliri è custode di una collezione straordinaria. E' giusto che privi i numismatici della conoscenza di quanto a sua disposizione?

La Sovrintendenza di Cagliari ha agito in modo intelligente lasciando tutte queste monete in sua mano. Secondo me sì, e questo modo di agire dovrebbe costituire un modello per le Sovrintendenze. Ma se Lulliri agisce come un proprietario geloso di queste monete che sue non sono, lui stesso sconfessa la scelta fatta dalla Sovrintendenza cagliaritana.

Sono uno studioso numismatico, non un collezionista. Lì ci sta un migliaio di monete vandale di grande interesse classificate e studiate in modo inadeguato: m'interessa conoscerle, averne dati ponderali precisi (misurati con una bilancia digitale al centigrammo) e fotografie in alta definizione, ma Lulliri si rifiuta di dare gli uni e le altre. Che fare? Rivolgermi direttamente alla Sovrintendenza cagliaritana? è proprio quello che non vorrei fare.

Alberto Trivero Rivera

Modificato da antvwaIa
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Il mio precedente post si era evidentemente incrociato con l'ultimo post di Antwala e mi scuso.

Vorrei solo evidenziare che personalmente preferisco una critica seria e magari ruvida a inutili giri di parole e pelosi complimenti a una pubblicazione, che invece può prestarsi ad alcune contestazioni.

Naturalmente non posso entrare nel merito non conoscendo ancora il libro nè sufficientemente bene la monetazione vandala (mi scuso per il mio precedente termine di "vandalica").

Piuttosto debbo rilevare che purtroppo e in generale si tende ancora a trascurare l'aspetto fotografico e talvolta perfino gli stessi dati ponderali e di diametro. Troppo spesso le immagini presenti in pubblicazioni, anche accademiche, sono veramente scadenti e questo è un vero peccato, specialmente se si è di fronte a inediti o a monete di difficile lettura.

Io sono da tempo un ex collezionista e sono pure io uno studioso (del periodo greco e romano, dal V al I secolo a.C.). Molto spesso mi sono occupato ad esempio di piccoli frazionali greci, in argento o in bronzo (del diametro anche di soli 10 mm). Quando li pubblico (su carta) cerco quanto possibile di riportare decenti immagini in formato 1:1 e ingrandito (anche 1:4), proprio per agevolare al massimo la lettura e quindi la stessa trasmissione di un messaggio. Inoltre sto sempre attento ai pesi (e ricordo casi di monete da ritrovamenti archeologici e pesati dalle Soprintendenze con valori che mi fanno sospettare l'impiego di una bilancia da fruttivendolo....).

Non pochi collezionisti hanno difficoltà a fotografare bene le proprie monete e abbastanza spesso ricorrono alla scansione. In proposito ricordo che allo stesso Museo Nazionale Romano manca un laboratorio fotografico interno e se si vuole avere una immagine di una loro moneta per studio, la scansionano con uno scanner, anche se piuttosto sofisticato (e talvolta i risultati sono abbastanza accettabili).....

Quando si ha in mano un materiale così particolare e interessante, è meglio ricorrere al sacrificio di utilizzare un fotografo professionista o almeno amatoriale ma con buone competenze tecniche e poi curare con la massima attenzione la resa tipografica. Altrimenti anche il migliore testo numismatico perde non poco del suo valore documentario.

Ma ancora più importante è la disponibilità a comunicare dati su monete, che sono comunque tutelate e vincolate. Fondamentale è il libero scambio di informazioni, osservando elementari regole di buona educazione e di rispetto (anche scientifico)....

Alberto Campana

Modificato da acraf
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Acraf: faccio un esempio della potenzialità dei dati insiti nella collezione detenuta da Lulliri, restando sull'esempio del nummo vandalo con la "stella s 8 raggi in ghirlanda".

Di questo nummo esistono apparentemente due tipologie principali: con ghirlanda a foglie lunghe e corte (apparentemente, poiché il numero di esempi conosciuti sino ad ora è talmente esiguo che sarebbe sciocco escludere che possano apparire esempi affatto diversi):

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Cosa rappresenta?

Se escludiamo levento astronomico, la stella è nel mondo romano tipica del nume imperiale. I vandali avevano fatto proprie molte usanze romane, adattandole ai loro canoni ma attenti anche alla tradizione locale, questo è ormai chiaro. La stella spesso appare nella monetazione imperiale per commemorare la morte di un imperatore o di unaugusta, in una sorta di sincretismo pagano-cristiano. La cometa e la stella furono il simbolo del nume di Cesare già 500 anni prima; poi lo furono di molti altri imperatori, così come delle loro mogli e madri. Il fatto che Elena fosse cristiana, non impedì che anche per lei venisse fatta una coniazione dello stesso tipo. Per non parlare poi della coniazione in onore del POP ROMANO dove la stella rappresenta probabilmente Costantino morto.

A favore di un uso funerario del disegno della stella a sei o a otto punte vi è unabbondante iconografia funeraria nordafricana del V e VI secolo, dove la stessa è presente con molta frequenza, sia come elemento decorativo, sia associata allo staurogramma o al cristogramma.

Si potrebbe dunque ipotizzare che Guntamundo con questa coniazione abbia voluto rendere un omaggio alla memoria di Unerico: se così fosse, la più antica delle due tipologie del nummo con la stella in ghirlanda, che sembra essere quella con la ghirlanda a foglie corte, potrebbe essere stata emessa immediatamente dopo lincoronazione stessa e il suo carattere celebrativo spiegherebbe il fatto che non sostituisse la vittoria, ma si affiancasse ad essa per un breve periodo.

Se questa ipotesi fosse giusta, questa tipologia di stella dovrebbe avere un peso medio analogo alle vittorie dellinizio del regno di Guntamundo, quelle di tipologia c le quali mediamente pesano circa 0,86 g.

In effetti, il lotto di stelle in ghirlanda trovato da Lulliri, secondo quanto riportato dallo stesso ha un peso medio di 0,88g; ma i 31 esemplari di origine diversa presenti nel nostro data-base pesano mediamente solo 0,63 g. Poiché i pesi forniti da Lulliri sono estremamente imprecisi e misurati con una bilancia impropria, gli stessi sono al momento da accantonare.

Pur rimanendo nellambito della stella quale simbolo celebrativo del defunto, uninterpretazione alternativa è quella di riferirla al decennale della morte di Genserico, che fu celebrato nel gennaio del 487: in questo caso lemissione di questo nummo, in ambedue le tipologie, potrebbe essere immediatamente successivo alla riforma monetaria di Guntamundo e allora non vi sarebbe più incoerenza nel peso medio di entrambe, quale risulta essere a partire dai dati di fonti alternative a Lulliri.

Questo semplice esempio fa capire l'importanza di conoscere in modo affidabile quali siano i pesi effettivi e con precisione dei nummi in possesso di Lulliri. Se davvero si conferma un peso di circa 0,85-0,90 g, allora diventa logico pensare che questa emissione sia stata fatta da Guntamundo immediatamente dopo il suo insediamento per commemorare Unerico; se, invece, il peso risultasse dei nummi di Lulliri confermasse quello del data-base allora questa emissione commemorerebbe il decennale della morte di Genserico e andrebbe collocata successivamente alla riforma monetaria di Guntamundo (che, tra l'altro, porta il nummo da 0,90 a 0,62 g, cioè da 1/360 a 1/500 di libbra latina).

Mettere nella giusta casella temporale la "stella in ghirlanda" nelle sue due tipologie note, significa poter inquadrare e datare lo "staurogramma in ghirlanda", il "cristogramma in ghirlanda" e la "croce in ghirlanda".

Una persona che ha la fortuna di imbattersi fortuitamente in migliaia di monete (un migliaio sono solo quelle vandale!) e trova una Sovrintendenza saggia che glie le lascia in custodia, ha il dovere di essere ampiamente disponibile a comunicare agli studi i dati ponderali e immagini di qualità adeguata. Ripeto: è un suo dovere, non un suo diritto!

Alberto Trivero Rivera

Modificato da antvwaIa
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In merito a quanto ci esponi sarebbe interessante sentire il contraddittorio da Lulliri

Non ho ancora Buto modo di consultare il nuovo libro di Lulliri: l'asse Sardus Pater e' davvero attribuito alle emissioni vandaliche?

Nel testo del 2013 Lulliri non lo nomina più, ma in quello del 1996 lo attribuisce ai vandali della Sardegna, subito dopo aver accennato alle monete di Goda (pag. 83). Ora questo errore è emendato, in cambio attribuisce a Goda una parte dei nummi di Teodorico!

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Antwala...vedo che non perdi occasione! Giorno e notte a sputare veleno in tutte le direzioni, a quanto pare è la tua maggiore specialità, e devo dire che è quello che sai fare meglio. Le tue perfide e maligne insinuazioni sono a dir poco calunniose e infamanti, di questo tuo miserabile modo di agire prima o poi ne dovrai rendere conto nelle sedi opportune, non prima però di aver valutato seriamente se sia il caso che un personaggio come te, con gli handicap che tu stesso ti attribuisci, meriti così tanta attenzione.

In ogni caso, nei prossimi giorni risponderò per le rime alle tue squallide infamie anche in questo rispettabile forum, cosa che ho fatto ripetutamente nell'altro forum credendo, ingenuamente, di avere a che fare con una persona seria, mentre in realtà tu sei uno speculatore di professione, uno che per squallidi interessi di bottega ignora, fingendo, la verità, inveisce con crudeltà e cattiveria inaudita nei miei confronti.

A presto dunque...

Giuseppe Lulliri

Modificato da mariesu
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Giuseppe: non ho assolutamente nulla contro di te. Sei depositario e custode (non proprietario) di un enorme lotto di monete vandale che hanno un interesse numismatico rilevante, in quanto in esse vi sono, a tuo dire e ti credo, vittorie di Guntamundo e di Ilderico, ma anche una notevole quantità di nummi conosciuti, ma per i quali si dispone di poche informazione metriche.

Dare le necessarie informazioni numismatiche, non è un tuo diritto, ma un tuo dovere, proprio in quanto custode e non proprietario. Prima allegavi che volevi pubblicare il tuo libro e temevi che ti rubassero l'idea. Ora il libro è pubblicato, ma continui a negare informazioni precise (pesi e immagini).

Ho sempre celebrato i tuoi meriti numismatici, che ho nuovamente citato:

aver valorizzato la monetazione vandala della Sardegna, prima quasi sconosciuta e certamente negletta

aver riconosciuto su alcune vittorie il nome di Guntamundo, mentre si conoscevano solo quelle in nome di Trasamundo

aver riconosciuto su alcune vittorie il nome di Ilderico, quando pareva che avesse coniato solamente croci

aver riconosciuto i nummi di Godas e averne compresa l'importanza

Nessuno ti nega la primogenitura di questi successi numismatici: importanti e brillanti. Ma questo non ti esime dal dovere di renderne partecipi anche gli altri.

Quindi non ho detto né qui né altrove nessuna infamia nei tuoi confronti. Anzi!

Prima che tu pubblicassi il tuo libro ti ho offerto aiuto e qualunque dato potesse servirti. Prima che tu lo pubblicassi, ti misi in guardia su attribuzioni che hai fatto e che sono talmente assurde che comprometti la credibilità anche di quanto di buono - e di molto buono! - hai scritto. Dopo che hai pubblicato il tuo libro e che ascoltai giudizi tutt'altro che lusinghieri ti offri di scrivere un articolo sulle vittorie di Ilderico, offrendoti di pubblicarlo solamente con la tua firma.

Questo tu lo chiami comportamento infame?

Infamia è forse che ti dico che i nummi di Teodorico in nome di Anastasio sono di Teodorico e che a volerli attribuire a Ilderico, re dei vandali, ti rendi poco credibile? La stessa cosa avviene con i nummi di Giustiniano, quelli con la croce e le lettera alfa e omega e quelli con la A, tutti nummi ben noti e studiati. E' infamia dirti che sono attribuzioni assurde? E te lo dissi prima che pubblicassi il tuo libro, proprio per evitarti brutte figure.

Comunque tornando al tema dei nummi in tuo possesso (custodia), celebro come molto saggio il modo in cui ha agito la Sovrintendenza di Cagliari, contentandosi della tua corretta denuncia e lasciandoteli in deposito. Quindi non desidero che questa soluzione che apprezzo sia inficiata da dubbi circa la sua opportunità.

Ma visto che la collezione nelle tue mani è una collezione pubblica, e non privata, desidero ricevere documentazione specifica e di qualità adeguata su alcuni nummi che la compongono. Se non vi sarà altra via, non mi resta che rivolgermi alla stessa Sovrintendenza chiedendo a loro le notizie e le immagini di mio interesse.

O anche questo ti pare un comportamento infame?

Alberto Trivero Rivera

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Continuiamo a scrivere di numismatica e del libro di Lulliri, dei suoi pregi e difetti, anche perché non mi pare che segnalare errori (o presunti errori) di attribuzione di monete sia un gesto infame, perfido e maligno, come scrive Mariesu.
Ma prima vorrei precisare meglio, che forse non sono stato chiaro, il perché di questa discussione sul vostro forum, facendo un esempio non relativo alla monetazione vandala, che è pochissimo conosciuta e certamente molto specialistica e quindi poco comprensibile ai più.

Immaginate che ci sia una persona che appare scrivendo che si è imbattuto in un centinaio di sesterzi di Cesonia, per esempio, che è un'augusta per la quale si conosce solamente l'asse. E' naturale che chiediate di vederne un'immagine e di conoscerne il peso. E se colui che ha nelle sue mani quel centinaio di sesterzi inediti è il "custode" di una collezione pubblica, che dunque appartiene a tutti i cittadini, anche a me e a voi, si rifiutasse di fornire un'immagine leggibile di tale sesterzio, ma solamente un'immagine piccolissima e sfocata nella quale non si legge alcunché, non vi fastidiereste? Non vi riterreste ingiustamente privati di una conoscenza numismatica alla quale avete diritto?

Ovviamente c'è una soluzione molto semplice. Rivolgersi al proprietario della collezione, che nello specifico caso è la Sovrintendenza di Cagliari, spiegando che colui che l'ha in custodia non è disponibile a fornire informazioni sulla stessa e chiedendo di poterla visionare presso la Sovrintendenza stessa.
Sarebbe la strada maestra, e se non vi sarà altro strumento, la percorrerò. Ma non mi è gradita in quanto la soluzione adottata da quella Sovrintendenza, cioè affidare nelle mani dello scopritore questo grosso lotto di monete, una soluzione che non può che apparire estremamente gradita agli occhi di tutti i collezionisti, verrebbe ad essere messa in discussione e , anziché incoraggiare altre Sovrintendenze a fare la stessa, cosa, potrebbe produrre l'effetto contrario.

La "collezione Lulliri", per chiamarla con il nome del suo custode, per quanto riguarda le monete vandale è fantastica. Sommando quelle pubblicate nel libro del 1996 e quelle di quello del 2013, si parla di un migliaio di monete vandale! E' un numero enorme, pari esso solo al 50% di tutte le monete vandale pubblicate sino ad oggi in Italia e all'estero, sommando quelle apparse nella letteratura numismatica, nei listini d'asta, ne cataloghi dei Musei.

Il valore patrimoniale di questa collezione, che non è decontestualizzata, è enorme e il suo studio permetterebbe di chiarire alcune delle moltissime lacune ch vi sono nella conoscenza della monetazione vandala.

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Stante il valore della "collezione Lulliri", a me non pare importante chi ne pubblica il resoconto, ma che esso sia pubblicato in modo corretto.

Ora è stato pubblicato dallo stesso Lulliri, ma avendo avuto occasione di visionare il libro e ricevendo da altre persone segnalazioni e immagini tratte dallo stesso, vedo con rammarico che la collezione è presentata con immagini di qualità talmente scarsa, non solo perché piccole ma soprattutto perché fatte con lo scanner, da risultare pressoché illeggibili, almeno quando uno cerca di individuare le legende delle monete o di distinguerne la specifica tipologia.

In merito alle vittorie in nome di Ilderico, monetazione inedita, quando Lulliri pubblicò alcune foto (anch'esse illeggibili) in un forum e gli feci osservare che non si vedeva nessuna immagine sulla quale si potesse scorgere il nome di Ilderico, mi rispose che "se lo diceva lui era così, poiché era da trent'anni che studiava la monetazione vandala e che comunque i ritratti delle sue monete erano inequivocabilmente di Ilderico". Due argomenti ben poco numismatici: il primo per ovvie ragioni; il secondo perché i ritratti della monetazione enea vandala sono estremamente approssimativa, male eseguiti (anche perché si tratta di monetine di appena 7-10 mm di diametro!), e per i quali non ha molto senso verificare le rassomiglianze.

In quanto al fatto che le vittorie di Ilderico (ma lo stesso ragionamento vale anche per altre monete) andavano accettate sulla fiducia della parola in quanto il loro scopritore era da trent'anni che studiava la monetazione vandala, tale fatto vie contraddetto proprio dal libro testé pubblicato da Lulliri, in quanto in esso vi sono errori di catalogazione talmente grossolani che fa dubitare sulla corretta attribuzione anche delle vittorie di Ilderico o di altri inediti.

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Per esempio, qui ci stanno alcune immagini che mi hanno trasmesso estratte dal libro di Lulliri 2013:

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Il nummo n. 346, non è vandalo, ma di Giustiniano I.

Il nummo n. 369, non è vandalo, ma anch'esso di Giustiniano I (si tratta di un nummo molto raro)

Il nummo n. 371 (Lulliri ne ha riportati diversi nel suo libro), è ancora una volta un nummo di Giustiniano I, pure assai noto.

Il nummo n. 937 non è del re sardo Goda (Lulliri ne pubblica quasi un centinaio), ma sempre di Giustiniano I (A sta per 1, non per Autokratas)

Il nummo n. 498 non è del re vandalo Ilderico, ma del re ostrogoto Teodorico ed è in nome di Anastasio (Lulliri ne riporta 5 e celebra la sua grande "scoperta" del monogramma di Ilderico: a nulla è valso che, prima della pubblicazione del suo sito, anche uno storico abbia cercato di fargli comprendere che i vandali non anno mai coniato monete in nome dell'imperatore d'Oriente e che Teodorico invece lo faceva in quanto era stato formalmente investito del governo dell'Occidente da Zenone e poi da Anastasio e quindi coniava in loro nome: nulla da fare, Lulliri insistette che il monogramma di Ilderico era la "sua grande scoperta")

Il nummo n. 840 non è neppure un nummo, ma un dischetto inciso a bulino di epoca e scopo imprecisati (forse un sigillo apposto su un anello?): ce ne sono una decina che Lulliri senza fornire alcuna ragione dice essere "emissioni locali di necessità precedenti di poco il governatorato di Goda".

Ve ne sono molte altre di attribuzioni errate, ma queste sono le più eclatanti tra quelle che mi sono state segnalate.

Mi spiace sinceramente che Lulliri non abbia fatto caso a coloro - sono più di uno - che prima ancora che pubblicasse il suo libro lo misero in guardia su queste attribuzioni errate.

Ovviamente, è possibile che anche tutti questi nummi siano stati coniati da una zecca sarda. Ma un nummo di Giustiniano, per di più di almeno un decennio posteriore alla fine del regno vandalo, resta pur sempre un nummo bizantino e non vandalo.

Non mi sembra che segnalare questo sia un gesto infame, perfido e maligno. E' una segnalazione di carattere numismatico, nella quale non vi è nulla di personale.

Segnalare che riportare pagine e pagine di testo come fosse "farina del proprio sacco" quando invece è il testo di un articolo di Castrizio, tutto ciò senza mai virgolettarlo né usare un diverso carattere, non è una canagliata, ma una segnalazione doverosa: non è una bella cosa presentare come proprio uno scritto che è di un altro Autore.

Purtroppo nel suo sito Lulliri ha alcuni amici che poco o nulla sanno di monetazione vandala, ma che lodano senza riserve il suo libro, scrivendo ad esempio "non so nulla di monetazione vandala, ma sono sicuro che è un ottimo testo", oppure "non conosco la bibliografia inerente i vandali, ma è certamente molto esaustiva", eccetera. E' proprio il caso di parafrasare un noto proverbio: "chi ti loda t'imbroda"!

Ecco perché, Lulliri, ti scrissi che a volte fanno più danno gli amici con le loro lodi acritiche, che i "non amici" con le loro critiche.

Mi sono definito nei tuoi confronti un "non amico" in quanto non ti conosco e la parola "amico" la riserbo a chi conosco, invece, già da molti anni e ci sono state ripetute occasioni per dimostrarci reciproca amicizia. Ma l'esserti "non amico" non significa che ti sono "nemico".

Prima ancora che tu scrivessi il tuo libro, ti inviai una valanga di dati utili, affinché tu potessi approfittarne (mi scrivesti che erano talmente tanti i dati che ti inviai che facevi fatica a starci dietro!). Misi a tua disposizione il data-base di cui dispongo (foto e dati di quasi 3.000 monete vandale debitamente catalogate). Mi offrii di aiutarti nella redazione del tuo libro. Questi sono stati i gesti della mia "non amicizia". Ma forse tu li consideri infami, perfidi e maligni. Mi spiace, ma non ci posso fare nulla.

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Tornando all'oggetto di questa discussione che ho postato su lamoneta (se gli Amministratori di questo forum ritengono che nella mia esposizione o nelle mie critiche sono stato offensivo, li prego di bannarla e me ne scuso anticipatamente), tu hai in custodia un migliaio di monete, frutto (come tu stesso hai scritto) di ritrovamento fortuito. Queste monete le hai denunciate alla Sovrintendenza, facendo un gesto ottimo e che non posso che celebrare, e questa, a sua volta, te le ha lasciate in custodia, contraccambiando con un gesto altrettanto ottimale. Questa collezione, quindi, è pubblica e, credo, qualunque studioso ha diritto di visionarla o riceverne informazioni specifiche e precise.

Lascio la parola ai foristi di questo forum che mi sta ospitando valutare se io sono nel giusto o sto sbagliando nel sostenere questo diritto di conoscere e ricevere informazioni adeguate per dettaglio e correttezza.

Per quanto mi riguarda, se da parte tua non vi sarà un'apertura e non metterai a disposizioni immagini con adeguata risoluzione di alcune vittorie in nome di Guntamundo e di Ilderico ove sia leggibile la legenda e non fornirai i pesi corretti e con 2 digitali dei nummi con la "stella in ghirlanda", non avrò altra alternativa che rivolgermi alla sovrintendenza cagliaritana chiedendo di ricevere tali informazioni (non essendo in condizioni di recarmi in Sardegna per visionare la collezione medesima). Ma ritengo che rivolgersi alla Sovrintendenza sia inopportuno per i motivi che ho già illustrato, e quindi tale soluzione sarà da me attuata solamente se non mi sarà data altra alternativa.

Alberto Trivero Rivera

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Quando si ha in mano un materiale così particolare e interessante, è meglio ricorrere al sacrificio di utilizzare un fotografo professionista

Alberto Campana

Per chi volesse sacrificarsi ovviamente sono a disposizione

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