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L'aes grave di Volterra


g.aulisio

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La monetazione sicuramente attribuita alla zecca di Volterra si articola in tre serie di aes grave (dal dupondio all'oncia le prime due, dal dupondio al semis la rimanente) caratterizzate tutte dalla presenza al dritto di una testa giovanile gianiforme -forse Culsans, divinità collegata alle porte- con uno strano copricapo (che ricorda un po', in maniera stilizzata, quello indossato dall'augure dell'omonima serie attribuita dubitativamente alla Val di Chiana) e dalla legenda retrograda velaθri (il nome etrusco di Volterra) al rovescio.

La prima serie é priva di segni distintivi di emissione, e presenta al rovescio i soli segni del valore, circondati dalla legenda.

Il peso medio dell'asse (calcolato sui 234 esemplari dei vari nominali recensiti dal Catalli nel 1975) é di circa 144 grammi, per quanto si riscontri una discreta variabilità tra i pesi dell'asse ricostruito sulla base dei diversi nominali, basti pensare che se il peso medio degli assi si aggira attorno ai 136 gr., il peso dell'asse ricavato sulla base dei quadranti risulterebbe essere di ca 129 gr., e quello basato sul peso reale delle once conosciute arriverebe addirittura a 156 gr.

Un quadrante della prima serie (su ACSearch di questa serie sono presenti solo un paio di quadranti ed un sestante):

146730.jpg

La seconda serie (che sembrerebbe estremamente più comune stando alla quantità di esemplari presenti sul mercato) é caratterizzata dalla presenza di una clava al rovescio.

Il peso medio dell'asse ricostruito sui 360 esemplari (tutti i nominali) conosciuti dal Catalli é di 157 grammi (in realtà il peso medio degli assi é di 136 gr., come quello degli assi della prima serie, ma anche qui si sentono gli effetti di alcuni nominali minori, soprattutto l'oncia sulla base del quale il peso dell'asse ricavato arriva a 192 gr..

E qui magari sarebbe il caso di aprire una parentesi metodologica sul calcolo dei pesi medi dell'aes grave, tenuto conto dell'estrema variabilità ponderale e dell'effetto leva che le piccole variazioni di peso dei nominali minori si trovano ad avere nel computo totale: per rimanere agli esempi appena esposti le once del primo tipo, da cui si ricaverebbe un asse di 156 gr. hanno un peso medio di 13 gr. (con una variabilità tra i 19,50 ed gli 8,67 gr), quelle del secondo tipo (che danno un asse di ben 192 gr.) hanno un peso medio più elevato di solo tre grammi , con un intervallo comparabile (21,40 - 9,23 gr.). Ma passiamo oltre dato che il discorso sarebbe piuttosto lungo e tenderebbe a mettere in discussione il valore stesso delle medie come elemento di riferimento ponderale...

Un dupondio della seconda serie:

129681.jpg

La terza serie infine, che come detto sopra si compone di tre soli nominali (dupondio, asse e semisse), si caratterizza per la presenza di un delfino al rovescio.

Il peso dell'asse ricavato (41 esemplari, tutti i nominali) é di 132 gr., che corrisponde a quello medio degli assi.

Un semis della terza serie:

129852.jpg

L'Haeberlin riteneva che le tre serie fossero basate su un asse teorico di ca 152 gr., comune anche ad alcune serie della ruota, ipotizzando quindi l'utilizzo di un metro locale, etrusco, per le emissioni.

Crawford (1985) sembra situarle nel periodo della prima guerra punica.

Thomsen, Hackens e Marchetti (pur con sfumature diverse) le mettono invece in relazione con la riduzione semilibrale dell'aes grave romano, datandole agli inizi della II guerra punica (Thomsen agli anni immediatamente precedenti).

Alcuni ritrovamenti in tomba sembrerebbero dare una datazione di prima metà del III sec., se non addirittura di primo quarto.

Infine Rutter, nella sua sintesi, spara un salomonico "III sec. a.C.".

La questione é piuttosto aperta. Nella relazione con la serie semilibrale romana, nella datazione, nell'eventuale combinazione delle due.

Personalmente ritengo anche che il lavoro pondometrico andrebbe aggiornato, soprattutto alla luce della quantità di materiale (per lo più assi e dupondi) della seconda serie non censito né dall'Haeberlin né dal Catalli che é apparso sul mercato negli ultimi anni. E magari andando un po' oltre il calcolo delle medie aritmetiche.

In ogni caso, questo é un multicolore sestante della prima serie (Culsans sembra quasi Arlecchino), di passaggio ieri mattina per Place de la Bourse:

post-3247-0-36664800-1381627894_thumb.jp

Modificato da g.aulisio
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Il rovescio:

post-3247-0-90543600-1381628026_thumb.jp

Pesa 33,73 gr. (per un asse che se calcolato solo su questo esemplare sarebbe quindi oltre i 200 gr. !)

Spero che @@vitellio non gli diagnostichi qualche brutta malattia nascosta ;) .

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Il rovescio:

attachicon.gifVelatri 83 R.jpg

Pesa 33,73 gr. (per un asse che se calcolato solo su questo esemplare sarebbe quindi oltre i 200 gr. !)

Spero che @@vitellio non gli diagnostichi qualche brutta malattia nascosta ;) .

Ciao Giorgio !

Complimenti per il post che hai fatto, ottimo, come sempre ottimi sono i tuoi interventi ! ( purtroppo ho finito i "mi piace"...)

Visto così il pezzo di Place de la Bours sembra sia stabile che autentico, che vuoi di più da una moneta? :yahoo:

Scherzi a parte non sembrano esserci, al momento, motivi di preoccupazione, solo ricordarti che il bronzo teme l''umidità... Ricordati comunque che un po' di BTA non fa mai male, ti toglie parecchie sorprese nel tempo.

Hai poi fatto l'intervento sull'altro?

Un salutone,

Enrico

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Hai poi fatto l'intervento sull'altro?

Ancora no. Anche perché a quel punto, già che ci sono, volevo procedere ad un intervento un po' più estensivo. Di conseguenza aspetto di avere un week-end "tranquillo".

Quando ho fatto ti faccio comunque sapere.

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  • 2 mesi dopo...

Il lavoro del Catalli a cui ci si riferisce é La zecca di Volterra in "Contributi introduttivi allo studio della monetazione etrusca. Atti del V convegno del Centro internazionale di Studi Numismatici, Napoli 20-24 Aprile 1975", Roma 1976, pp. 141-152.

Ulteriori lavori successivi ne hanno in ogni caso ampliato un po' il quadro, soprattutto per cio' che concerne i dati di rinvenimento.

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  • 5 mesi dopo...
Salve,

Proseguo nella mia scoperta della monetazione etrusca. Purtroppo non riesco a reperire questo testo:


HACKENS-MARCHETTI 1987: HACKENS Tony - MARCHETTI Patrick. Histoire économique de l'antiquité: bilans et contributions de savants belges présentés dans une réunion interuniversitaire á Anvers/Antwerpen, Universitaire Fakulteiten Sint-Ignatius. Parigi, 1987.


Ho letto che all'interno di questo testo ci sono importanti spunti di datazione relativi alle emissioni anche di Volterra; sapreste spiegarmi su che parametri si basano queste datazioni? Perchè ho visto che ci sono dissonanze importanti: Crawford le ritiene databili alla prima guerra punica, mentre altri (tra cui loro) alla riduzione semilibrale romana, e dunque allo scoppio della seconda guerra punica.

grazie in anticipo,

Magdi

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Salve,
Proseguo nella mia scoperta della monetazione etrusca. Purtroppo non riesco a reperire questo testo:
HACKENS-MARCHETTI 1987: HACKENS Tony - MARCHETTI Patrick. Histoire économique de l'antiquité: bilans et contributions de savants belges présentés dans une réunion interuniversitaire á Anvers/Antwerpen, Universitaire Fakulteiten Sint-Ignatius. Parigi, 1987.
Ho letto che all'interno di questo testo ci sono importanti spunti di datazione relativi alle emissioni anche di Volterra; sapreste spiegarmi su che parametri si basano queste datazioni? Perchè ho visto che ci sono dissonanze importanti: Crawford le ritiene databili alla prima guerra punica, mentre altri (tra cui loro) alla riduzione semilibrale romana, e dunque allo scoppio della seconda guerra punica.
grazie in anticipo,
Magdi

La biblioteca Tabacco di Torino ne ha una copia ammessa al prestito:

Potresti provare a chiedere un prestito intebibliotecario ad una biblioteca pubblica della tua città.

Nico

Modificato da TARAS
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La biblioteca Tabacco di Torino ne ha una copia ammessa al prestito:

Potresti provare a chiedere un prestito intebibliotecario ad una biblioteca pubblica della tua città.

Nico

il sistema si è incasinato col copia-incolla del link, e non riesco a modificarlo, comunque basta cliccare sul testo sottolineato in blu per accedere alla pagina web con la collocazione.

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La biblioteca Tabacco di Torino ne ha una copia ammessa al prestito:

Potresti provare a chiedere un prestito intebibliotecario ad una biblioteca pubblica della tua città.

Nico

Grazie mille, il problema è che io abito a Pisa, e mi servirebbe una copia vicina a casa. Proverò a sentire alla Biblioteca Nazionale di Firenze; per adesso non l'ho trovata in nessun'altra biblioteca.

A presto, Magdi

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Grazie mille, il problema è che io abito a Pisa, e mi servirebbe una copia vicina a casa. Proverò a sentire alla Biblioteca Nazionale di Firenze; per adesso non l'ho trovata in nessun'altra biblioteca.

A presto, Magdi

Magdi, spesso sono riuscito a consultare volumi molto lontani da casa, senza dovermi allontanare dalla mia città. Basta chiedere il "prestito interbibliotecario", le biblioteche si spediscono il volume, tu paghi solo pochi euro di costi di spedizione, più le eventuali fotocopie che ti servissero.

Ciao

Nico

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@@magdi

fammi sapere se sei interessato all'acquisto,altrimenti lo compro io....

poi ci aggiorniamo sugli articoli di tuo interesse,che interessano anche a me..

ciao

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  • 2 anni dopo...

Ciao a tutti,

Vi metto qui il link per un articolo monografico che ho recentemente pubblicato su una rivista locale... Vi sarei veramente molto grato se leggendolo vorrete indicarmi eventuali annotazioni in merito al contenuto.

La Monetazione di Velathri. Storia e Monete di Volterra etrusca

Un caro saluto a tutti,

Magdi

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  • 5 settimane dopo...

Secondo Campana, la prima serie (cui egli attribuisce peso medio g 146,58) e la seconda (g 147,16) rispecchiano la riduzione semilibrale della libbra etrusca leggera di g 286,5 mentre la terza (g 132,26) non riporta a uno specifico standard, ma forse semplicemente a una ulteriore lieve riduzione dello stesso piede precedente.

Secondo Panvini Rosati, le tre serie sono basate su un asse di 151 g seppur tradizionalmente datate 230-220 (dopo la sottomissione a Roma), questi sono forse i più antichi aera grava e risalgono alla fine del IV secolo - inizi del III; come giustamente nota Aulisio, alcuni ritrovamenti sembrerebbero dare una datazione di prima metà del III secolo, se non addirittura di primo quarto

Modificato da L. Licinio Lucullo
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Vorrei evitare di cancellarlo, perchè su Academia.edu la visibilità di un articolo è data molto dal numero di visualizzazioni... cancellandolo le perderei... siccome il contenuto è pubblicato su di una rivista locale, affinchè abbia visibilità tra i numismatici Academia è fondamentale e le visualizzazioni sono importanti...

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  • 1 anno dopo...

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