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IGNORED

Vendita all'asta a San Marino di una collezione


oedema

Risposte migliori

Buon giorno,

vorrei sapere se è possibile, in base alle leggi italiane, mettere all'asta a San Marino una importante collezione di monete della Campania (più di 1.300 monete).

Specifico che la collezione è stata notificata alla Soprintendenza delle belle arti e, pertanto, é vendibile solo intera e non in maniera frammentaria.

Vi saluto e vi ringrazio.

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Io le consiglierei di contattare qualche museo o fondazione bancaria della sua zona che possa acquisire la collezione e renderla fruibile al pubblico. Metterla in asta in unico blocco penso che faccia fatica a trovare acquirenti, immaginando che abbia un importante valore economico.

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inutile dire che... il prezzo che l'istituto bancario o il museo (a patto di trovarlo, mooooolto difficile di questi tempi) sarà disposto a pagare sarà decisamente più contenuto del valore di quelle monete in una ordinaria asta pezzo per pezzo.

Modificato da BiondoFlavio82
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Io le consiglierei di contattare qualche museo o fondazione bancaria della sua zona che possa acquisire la collezione e renderla fruibile al pubblico. Metterla in asta in unico blocco penso che faccia fatica a trovare acquirenti, immaginando che abbia un importante valore economico.

Il Banco di Napoli acquistò in blocco il 30 aprile del 1992 dalla Chritie's di Roma un'importante collezione di medaglie del Regno delle Due Sicilie pagando 2 miliardi di Lit.

Magari qualche casa d'aste o noto studioso ( :) ) potrebbe far da tramite e fare acquistare in blocco una simile collezione ad un istituto bancario campano. Sarebbe una bella iniziativa.

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Concordo con l'intervento di BiondoFlavio 82, ma c'è scritto che la collezione deve essere venduta in blocco se ho capito bene, quindi all'asta la vedo un po' complicata.

Modificato da simonesrt
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Il Banco di Napoli acquistò in blocco il 30 aprile del 1992 dalla Chritie's di Roma un'importante collezione di medaglie del Regno delle Due Sicilie pagando 2 miliardi di Lit.

Magari qualche casa d'aste o noto studioso ( :) ) potrebbe far da tramite e fare acquistare in blocco una simile collezione ad un istituto bancario campano. Sarebbe una bella iniziativa.

Ottima idea. Spero che qualcuno segua il tuo consiglio.

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Il Banco di Napoli acquistò in blocco il 30 aprile del 1992 dalla Chritie's di Roma un'importante collezione di

Adesso le banche sono una realtà ben diversa da quel che erano fino a pochissimi anni fa e, per fortuna, devono rendere conto delle loro spese e dei loro bilanci, devono avere più idonee riserve e inoltre la loro capitalizzazione è una frazione di quel che fu e forse finalmente faranno le "banche" come si deve, e non altro come gli investitori o addirittura gli speculatori e anche se l'acquisto di una collezione di monete del loro territorio potrebbe essere cosa bella e forse persino nel loro oggetto sociale, temo che ora abbiano parecchio le mani legate e ben altre preoccupazioni.

Modificato da vickydog
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Adesso le banche sono cosa ben diversa da quel che erano fino a pochi anni fa, e per fortuna devono rendere conto molto di più ai correntisti delle loro spese e dei loro bilanci.

Senza voler difendere le banche, che per certi versi sono indifendibili, penso che debbano essere degli istituti privati ad intervenire in queste situazioni, in quanto sappiamo che il pubblico ha poche risorse. Se una banca acquista una collezione di monete o quadri o altro ad un prezzo equo non penso sia uno scandalo. Io in banca ci ho lavorato anni e non sono certo queste le spese che hanno affossato i bilanci, sono ben altre (per amor di patria non entriamo nello specifico).

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Buon giorno,

vorrei sapere se è possibile, in base alle leggi italiane, mettere all'asta a San Marino una importante collezione di monete della Campania (più di 1.300 monete).

Specifico che la collezione è stata notificata alla Soprintendenza delle belle arti e, pertanto, é vendibile solo intera e non in maniera frammentaria.

Vi saluto e vi ringrazio.

confermo quanto scritto da varesi...non è possibile, almeno legalmente...

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Adesso le banche sono una realtà ben diversa da quel che erano fino a pochissimi anni fa e, per fortuna, devono rendere conto delle loro spese e dei loro bilanci, devono avere più idonee riserve e inoltre la loro capitalizzazione è una frazione di quel che fu e forse finalmente faranno le "banche" come si deve, e non altro come gli investitori o addirittura gli speculatori e anche se l'acquisto di una collezione di monete del loro territorio potrebbe essere cosa bella e forse persino nel loro oggetto sociale, temo che ora abbiano parecchio le mani legate e ben altre preoccupazioni.

se le banche investissero in Numismatica e più in generale in antiquariatro,anzicchè in" titoli spazzatura"o in titoli in cui non si porta a casa niente di guadagni e ci si rimette soltanto ,beh farebbero una cosa molto utile per i loro investitori ,e per l'immagine delle stesse banche oltre che per i profitti.

Oggidì sono pochi coloro che acquistano azioni ,e sono coloro che si illudono di poter trarre profitti dal giocare in borsa.....nulla di più sbagliato.

Abbiamo molti che vogliono comandare nelle banche e pochi cassieri,fateci caso e né gli uni e né gli altri possono volgere al meglio le sorti delle banche poiché i vertici devono convertire gli investimenti proprio nell'antiquariato e la Numismatica ne è un piccolo settore.Una volta presa questa strada si avrà bisogno di professionisti ed intenditori di antiquariato che investano con abilità ,intuito,scaltrezza e buonsenso per conto delle banche e per conto dei clienti delle banche

--salutoni

-odjob

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Senza voler difendere le banche, che per certi versi sono indifendibili, penso che debbano essere degli istituti privati ad intervenire in queste situazioni, in quanto sappiamo che il pubblico ha poche risorse. Se una banca acquista una collezione di monete o quadri o altro ad un prezzo equo non penso sia uno scandalo. Io in banca ci ho lavorato anni e non sono certo queste le spese che hanno affossato i bilanci, sono ben altre (per amor di patria non entriamo nello specifico).

Forse dici le Fondazioni, che possono anche essere bancarie, ma che sono una cosa diversa (persona giuridica, bilanci, oggetto sociale...). Modificato da vickydog
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Forse dici le Fondazioni, che possono anche essere bancarie, ma che sono una cosa diversa (persona giuridica, bilanci, oggetto sociale...).

Infatti mi riferivo a quelle. Quando parlo di istituti privato mi riferisco a fondazioni bancarie o musei privati o qualcuno comunque che possa sopperire alle mancanze del pubblico. In ogni caso penso che la prima mossa del possessore della collezione sia quella di farla valutare per avere un'idea del valore.

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Vendere una collezione in un unico blocco ad un'asta, e non per trattativa privata, ha senso solo se la collezione puo' essere appetibile per diversi acquirenti potenziali posto che l'acquirente finale possa avere poi la possibilità di sembrarla. Cosi' ad esempio è accaduto per la collezione Huntigton, una delle maggiori collezioni arrivate sul mercato (se non la maggiore) negli ultimi 50 anni, sia per numero di pezzi che per valore. L'asta fu organizzata da Sotheby's che produsse un eccellente catalogo non descrivendo i singoli pezzi ma commentando le varie parti di cui era formata la collezione, riportando le note storiche sul proprietario e la formazione della collezione e corredandola con delle foto che a confronto quelle di noti cataloghi sembrano fatte da dilettanti (mai vista una qualità cosi alta) . L'asta fu regolarmente battuta e chi si aggiudico' l'unico lotto fu una cordata di mercanti che poi misero in vendita in numerose aste di diverse case la collezione (anzi alcune parti sono battute tuttora) .

In questo caso pero' se la collezione è notificata questo lavoro non puo' essere fatto e quindi non vedo francamente l'utilità di ricorrere ad una casa d'aste (nessun mercante potrebbe disporre delle monete per rivenderle liberamente), meglio certamente una trattativa privata con banche, fondazioni o chi possa garantire un futuro alla collezione.

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Un collezionista che vende non sempre lo fa per necessità di danaro, ma spesso è costretto a farlo per altri motivi.

La cosa più importante è che le collezioni vadano a veri collezionisti appassionati che le possano studiare e le possano tramandare integre ad un proprio erede (uno solo).

La condivisione patrimoniale con altri ne diminuisce enormemente la fruibilità personale ed altrui.

Sarebbe bello però poterle esporre e far si che tutti gli appassionati le possano osservare ed ammirare.

Il collezionista egoista non è degno di essere considerato un amante della cultura, è solo e rimarrà sempre uno sterile ignorante (cioé colui che ignora gli altri e gode di poter vedere lui solo i preziosi oggetti).

Si tratta, in ogni caso, di importanti frammenti della nostra storia e della nostra cultura.

Gli Stati più ricchi (ad esempio gli USA), anche se hanno poche tradizioni culturali proprie, collezionano ed apprezzano ogni "segno" del passato di altre nazioni con tradizioni millenarie.

Purtroppo in Italia i musei, le fondazioni e le altre istituzioni pubbliche e private non hanno la capacità economica e forse anche la "cultura del bello".

Spesso le collezioni non hanno un grande valore economico, ma malgrado ciò non vengono assolutamente prese in considerazione, nemmeno per semplice curiosità.

Purtroppo le vicende di cronaca di questi ultimi anni confermano che, in generale, i valori morali hanno raggiunto un livello da "basso impero" e che solo il Dio danaro ha valore.

Modificato da oedema
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La cosa più importante è che le collezioni vadano a veri collezionisti appassionati che le possano studiare e le possano tramandare integre ad un proprio erede (uno solo).

La condivisione patrimoniale con altri ne diminuisce enormemente la fruibilità personale ed altrui.

Sarebbe bello però poterle esporre e far si che tutti gli appassionati le possano osservare ed ammirare.

Il collezionista egoista non è degno di essere considerato un amante della cultura, è solo e rimarrà sempre uno sterile ignorante (cioé colui che ignora gli altri e gode di poter vedere lui solo i preziosi oggetti).

Si tratta, in ogni caso, di importanti frammenti della nostra storia e della nostra cultura.

Gli Stati più ricchi (ad esempio gli USA), anche se hanno poche tradizioni culturali proprie, collezionano ed apprezzano ogni "segno" del passato di altre nazioni con tradizioni millenarie.

Purtroppo in Italia i musei, le fondazioni e le altre istituzioni pubbliche e private non hanno la capacità economica e forse anche la "cultura del bello".

Spesso le collezioni non hanno un grande valore economico, ma malgrado ciò non vengono assolutamente prese in considerazione, nemmeno per semplice curiosità.

Purtroppo le vicende di cronaca di questi ultimi anni confermano che, in generale, i valori morali hanno raggiunto un livello da "basso impero" e che solo il Dio danaro ha valore.

In realtà è sempre stato così..., oggi dà più fastidio perché un tempo "magnavano e facevano magnà", oggi magnano e basta. E la stuazione non cambierà mai! Potrei postare qualche decina di esempi che precedono e che seguono le ultime elezioni regionali (febbraio scorso), ma mi astengo per non sfociare nel politico!

Ogni popolo è governato dagli amministratori che si sceglie, e che quindi merita!

Modificato da BiondoFlavio82
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Penso in ogni caso, per tornare al tema della discussione, che il primo passo da fare sia avere una quantificazione economica del valore della collezione. Con questo dato in mano sarebbe sicuramente più facile interpellare istituzioni sia pubbliche che private, nonché privati collezionisti per proporre un acquisto in blocco della collezione. Anche se siamo in un momento economicamente difficile, penso che si possa trovare una degna destinazione alla collezione.

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Salve,

qualcuno può dirci di più circa l'art. 21 del codice dei beni culturali, che prevede la possibilità di essere autorizzati a smembrare una collezione notificata?

Può essere una strada da percorrere per il proprietario della collezione?

Saluti

Modificato da andrearosi
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La strada è percorribile; non sono al corrente di precedenti ed a mio modesto avviso difficilmente si potrebbe ottenere un parere diverso da quello iniziale.

Anche nel caso che il Ministero concedesse l'autorizzazione a smembrare la collezione, le singole monete non potrebbero comunque essere vendute all'estero o ad acquirenti stranieri.

Però sarebbe un passo in avanti verso un miglior realizzo economico.

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  • 1 mese dopo...

Buongiorno,

riprendo la discussione per sapere se ci sono novità sulla strada da percorrere per la vendita della collezione notificata.

Ritengo l'argomento di grande interesse e non vorrei che cadesse nel dimenticatoio senza una conclusione.

La notifica di una collezione omogenea e di interesse è un atto di grande civiltà da parte del collezionista (sempre che non sia stata ....imposta.....Non certo questo il caso in oggetto) ma, in cosa si traduce materialmente? Nell'azzerare o quasi il valore commerciale della stessa!!!! Chi comprerebbe una collezione di 1300 pezzi, anche di proprio interesse, con la prospettiva di non poterla "amalgamare" con la propria collezione, sapendo poi che, a sua volta, avrebbe grandissime difficoltà nella rivendita!

Risposta: nessuno, a meno che la collezione non fosse svenduta a prezzi molto (ma molto) inferiori a quelli correnti dei singoli pezzi.

Quindi la notifica è un atto di grande civiltà che, ancora una volta, si "ritorce" a danno del collezionista onesto (non perché gli altri non lo siano) o, comunque, particolarmente sensibile verso la collettività.

A meno che la notifica sia un atto "prodromico" alla donazione della collezione ad un museo ovvero alla vendita ad una banca od altro istituto ma, di questi tempi........

Buona domenica,

Matteo

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