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IGNORED

L.Porcius Licinus


stefano108

Risposte migliori

Salve, giorni fà ho comperato per pochi euro questo denario repubblicano 118 A.C.

Per ogni moneta che acquisto mi piace leggere tutte le informazioni possibili.

In questo caso però, la storia dei Porcius è molto confusa e sinceramente non ho ancora capito a quale membro della famiglia si riferisce la moneta. Potete aiutarmi? grazie.

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Ciao stefano108

se non lo hai già letto ti riporto il testo di forumancientcoins, magari potrebbe esserti utile

La moneta fa parte di un gruppo di cinque battute verosimilmente nel 118 a. C. dalla zecca di Narbona, colonia romana dedotta poco tempo prima. Secondo Crawford, l'attribuzione di questo gruppo di monete alla zecca di Narbona si ricollega al fatto che L. Licinius Crassus, uno dei monetieri, ebbe sicuramente un ruolo di responsabilità in quella colonia e che tutte le monete del gruppo presentano unità di stile e singolarità rispetto alle emissioni romane coeve. Sul rovescio di tutte le monete del gruppo sono presenti i nomi di Lucius Licinius (L. LIC.) e di Gneus Domitius (CN. DOM.) mentre sul diritto sono menzionati i nomi dei seguenti cinque personaggi:

  • M. Aurelius Scaurus (M. AVRELI) - Crawford 282/1 v. link,
  • Cosconius (L. COSCO M. F.) - Crawford 282/2 v. link,
  • C. Poblicius Malleolus (C. MALLE. C. F.) - Crawford 282/3 v. link
  • L. Pomponius (L. POMPONI CNF) - Crawford 282/4 v. link
  • L. Porcius Licinius (L. PORCI LICI) - Crawford 282/5 v. link,

La singolarità di queste emissioni risiede nel fatto che nessuno dei personaggi menzionati dichiara esplicitamente la propria funzione, così come ipotizzata dal Crawford:

  • L. Licinius e Cn. Domitius, "IIviri coloniae deducendae";
  • tutti gli altri, compreso l'Aurelio Scauro della moneta in esame, "Curatores denariorum flandorum".

L. Licinius Crassus diventerà poi console nel 95; Cn. Domitius Ahenobarbus è probabilmente il monetiere di un altro denario, battuto a Roma nel 116 o nel 115 e sarà poi console nel 96. Gli altri associati di queste emissioni non ebbero invece un importante cursus honorum; ciò nonostante è possibile in qualche modo tracciare la presenza loro o di loro congiunti nel contesto della nobiltà romana.
asterisco.jpg o X (presente in alcune emissioni), costituiscono il segno del valore (1 denario = x assi).

Secondo alcuni il guerriero barbaro rappresentato sul rovescio nell'atto di guidare la biga sarebbe da identificare con il re gallo Bituitus, catturato dal padre di Cn. Domitius Ahenobarbus; Crawford, pur interpretando il personaggio come un guerriero barbaro [lo testimonierebbero le armi indossate tra cui il carnyx (tromba gallica) e lo scudo con il tipico disegno a reticolo], non lo identifica come Bituitus.

Modificato da Fidelio
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Ca...spiterina, non mi sarei mai aspettato tanto! Credo che proprio grazie a questo genere di informazioni che

continuerò a collezionare monete antiche.

Grazie ancora.

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Ca...spiterina, non mi sarei mai aspettato tanto! Credo che proprio grazie a questo genere di informazioni che continuerò a collezionare monete antiche. Grazie ancora.

Di nulla, ho semplicemente dato il mio contributo al forum :)

attendiamo l'ulteriore parere di @L.Licinio Lucullo che ti aveva già risposto.

E' secondo me una interessante moneta come tante altre, perchè si trova in contesti storici particolari!

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Aggiungo solo che Enobarbo è, più probabilmente, il padre del console del 96, a sua volta console del 122 e figlio dell’omonimo console del 162 che, appena eletto, si recò nella Gallia Transalpina per muovere guerra agli Allobrogi, colpevoli di aver dato asilo a Tutomotulo, re dei Salluvi, nemici dei Romani, che avevano devastato il territorio degli Edui, alleati di Roma. Questo Enobarbo (il console del 122) nel 121, con l'assistenza del generale Quinto Fabio Massimo Allobrogico, sconfisse una coalizione di Allobrogi e Arverni, comandata dal re Bituitus (o Vituitus), presso l'oppidum di Vindalium, alla confluenza del Sulga e del Rodano. Dopo questa vittoria la pacificazione del territorio proseguì senza più resistenza. Nel 118 creò la colonia di Narbo Martius (Narbo è il nome locale del fiume e Martius deriva dalla dedica a Marte), che divenne presto il centro principale della provincia della Gallia Narbonense. Per collegare più facilmente la nuova colonia con l'Italia, Gneo Domizio Enobarbo ordinò la costruzione di una strada che prese il suo nome, la Via Domizia, che collega le Alpi alla valle del Rodano, arrivando fino ai Pirenei. Questa via, costruita inizialmente per scopi militari, fornì un forte stimolo per lo sviluppo dell'economia, e agevolò gli scambi commerciali della provincia con Roma e la Spagna. Rientrato a Roma divenne censore nel 115 con Lucio Cecilio Metello Diademato; morì intorno al 104, lasciando due figli, Gneo appunto (console nel 96) e Lucio (console nel 94).

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