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Massimiano: la nostalgia del potere.


gpittini

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DE GREGE EPICURI

M.Aurelius Valerius Maximianus era un compaesano dalmata di Diocleziano, e fu uno dei suoi primi e più stretti collaboratori. Inviato dall'imperatore a stroncare la rivolta dei Bagaudi, popolazione gallica semi-cristianizzata che aveva eletto Amandus come proprio capo (ai Bagaudi ed alle loro diffuse scorrerie contro gli occupanti romani ed i possidenti bisognerebbe dedicare una discussione specifica).

Massimiano li sconfisse e nel 286 fu nominato Augusto.

Le vicende della tetrarchia sono di una complessità snervante, e sarebbe molto noioso riassumerle in modo compiuto. Diciamo che nel 305 Diocleziano abdicò come previsto, e costrinse il riluttante Massimiamo ad imitarlo. Ma il meccanismo delle successioni "per chiamata" andò in pezzi già nel 306, quando si ripresentò in modo dirompente il principio dinastico: prima Costantino pretese di succedere al padre Costanzo Cloro, poi Massenzio al padre Massimiano. Non solo: Massenzio invitò il padre a riprendere la porpora, e questi si affrettò a farlo, dando inizio nel 306 al suo "secondo regno". La confusione regnò sovrana nell'impero, ed i conflitti divamparono.

Ma verso la fine del 307 padre e figlio litigarono e Massimiano fuggì in Gallia, chiedendo protezione ...a Costantino, niente meno. Dopo l'incontro di Carnuntum e la mediazione di Diocleziano, Massimiano nel 308 abdicò di nuovo. Ma nel 310 ci ripensò ed iniziò il suo 3° Regno. Assediato a Marsiglia da Costantino, dopo la conquista della città fu messo a morte, o forse si suicidò.

Insomma, una figura tragica, che non seppe mai rinunciare al potere e finì per morirne. Ad illustrazione di tutto questo vi mostro tre monete, due di Massimiano vivente ed una post-mortem.

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La prima (che avete già visto) appartiene al Primo Regno ed è stata coniata a Lugdunum. Al D:, ritratto con elmo radiato e crestato, IMP C MAXIMIANUS PF AUG. Al R. VIRTUTI AUGG, Ercole mentre strozza il leone nemeo. Occorre ricordare la particolare simbologia religiosa messa in auge durante la tetrarchia: Diocleziano aveva come protettore Giove, mentre Massimiano aveva Ercole (ed era detto Erculeo, così come il suo cesare Costanzo Cloro). E' la C566, RIC V-2 439.

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Modificato da gpittini
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La seconda è del Secondo Regno (estate 307), e la condizione di "augusto anziano" è testimoniata dal titolo SEN (senator), assunto dopo la prima abdicazione; la moneta è molto deteriorata, ma interessante per questo. La titolatura al D suona: IMP MAXIMIANUS SEN AUG. Al R, tempio esastilo con divinità al centro. Zecca di Cartagine (PKA in esergo). E' la RIC VI, Cartagine, 59.

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L'ultima è un follis post-mortem, coniato da Massenzio per ricordare il padre: il ritratto velato al D è infatti quello di Massimiano, con legenda: IMP MAXENTIUS DIVO MAXIMIANO PATRI. Al rov., tempio esastilo con cupola, ed aquila sul fastigio; porte chiuse al centro del tempio. AETERNA MEMORIA, MOSTS. E' la RIC VI, Ostia n. 26. Coniata fra il 309 ed il 312.

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L'ultima è un follis post-mortem, coniato da Massenzio per ricordare il padre: il ritratto velato al D è infatti quello di Massimiano, con legenda: IMP MAXENTIUS DIVO MAXIMIANO PATRI. Al rov., tempio esastilo con cupola, ed aquila sul fastigio; porte chiuse al centro del tempio. AETERNA MEMORIA, MOSTS. E' la RIC VI, Ostia n. 26. Coniata fra il 309 ed il 312.

La porta è aperta.

Modificato da Massenzio
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E' eccezionale quel IMP MAXIMIANVS SEN AVG, il il SEN che in termini moderni si può tradurre con "augusto emerito". ma forse, meglio, come "senatore a vita". Cioè con un significato allo stesso tempo di passo indietro e di rivendicazione imperiale. Il SEN AVG mi sembra, insomma, un capolavoro di diplomazia: da una parte con Diocleziano, dall'altra con se stesso.

Sono d'accordo con @@gpittini sui bagaudi: meriterebbero una discussione a parte. Ma pongo subito un quesito: in Britannia esistevano organizzazioni (perché di tale si tratta) analoghe?

Modificato da cancun175
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DE GREGE EPICURI

@@Massenzio: hai ragione, è aperta; o per meglio dire, socchiusa.

@@cancun175: quanto ai Bagaudi, a me risultano documentazioni per la fine del III secolo in Gallia (soprattutto regione della Loira) e per fine IV-V secolo in Gallia e Hispania. Sembra si trattasse di popolazioni agricole, ancora sostanzialmente celtiche e pochissimo romanizzate, che si ribellarono a soprusi dell'esercito romano ed alla oppressione dei latifondisti. Si armarono (in modo un po' primitivo) e fecero scorrerie in molte zone; repressi da Massimiano nel 286, come poi lo saranno da Ezio nel V secolo.La cosa strana (appresa ad un corso di Cristianesimo Antico nel 2010) è che nei secoli successivi furono "artificialmente" cristianizzati,mentre in realtà non lo erano; e nell'XI secolo furono considerati martiri cristiani; in alcuni casi, anzi, soldati romani cristiani "martirizzati" per il loro rifiuto di combattere e di uccidere, un po' come certi martiri (autentici) dell'Africa ai tempi di Diocleziano. La vicenda (anche cronachistica) è molto complicata. Pare comunque che esistesse un "Castrum Bagaudarum" a 12 Km da Parigi.

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