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Mausoleo e Ponte di Adriano


Legio II Italica

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Il Mausoleo di Adriano con il suo Ponte , indissolubilmente legato al Mausoleo , e’ forse il monumento antico di Roma piu’ carico di Storia e di eventi legati all’ Urbe , grazie anche alla vicinanza fisica e storica con la Basilica di San Pietro al quale e’ stato , ed e’ , per tanti secoli unito tramite un “Passetto” e per infiniti fatti accaduti . Prima Tomba di Imperatori , poi fortezza , poi prigione di Stato , poi residenza forzata di Papi e residenza di famiglie nobili romane , luogo di assedi e di difese , luogo di “svaghi” , luogo di punizioni e di supplizi capitali , infine Museo nazionale ; insomma ha attraversato i secoli cambiando piu’ volte funzione , ma personalmente a me piace ricordarlo nella sua veste storica , classica , di epoca romana .

Dalla Storia Augusta , Vita di Adriano , Tomo XIX :

“……..Al proprio nome intitolo’ un Ponte ( il Ponte Aelio di accesso al suo Mausoleo ) e la tomba che si fece costruire sulle rive del Tevere……”

Dalla Storia Augusta , Vita di Adriano , Tomo XXVII :

“Dopo la sua morte fu ampliamente criticato . Il Senato voleva annullare i suoi atti e non gli avrebbe concesso neppure il titolo di “Divino” se non fosse intervenuto Antonino che alla fine riusci’ a fargli innalzare presso Pozzuoli un Tempio in luogo della Tomba e istitui’ in suo onore delle gare quinquennali , un ordine di Flamini , un sodalizio religioso e tutte le altre forme di culto convenienti ad un Dio . Questo come si e’ detto e’ secondo molti il motivo per cui ad Antonino fu conferito l’ appellativo di Pio”

Solo dopo , al tempo di Antonino , dopo aver convinto il Senato e ultimati i lavori di rifinitura del Mausoleo , riusci’ a portare le spoglie di Adriano a Roma e tumularlo cosi’ nel suo Mausoleo .
Questi i versi incompleti composti dallo stesso Adriano poco prima di morire e che volle fossero incisi e posti nella camera del suo sepolcro :

« Animula vagula blandula Hospes comesque corporis Quae nunc abibis in loca Pallidula rigida nudula Nec ut soles dabis iocos... »

« Piccola anima smarrita e soave , compagna e ospite del corpo , ora t'appresti a scendere in luoghi incolori , ardui e spogli , ove non avrai più gli svaghi consueti… »

Adriano morì nella sua residenza di Baia , si pensa di edema polmonare , a 62 anni come il predecessore Traiano . Anche Cassio Dione Cocceiano riporta in un brano della sua "Storia Romana" un passo relativo alla sua morte :

« Dopo la morte di Adriano gli fu eretto un enorme monumento equestre che lo rappresentava su di una quadriga . Era così grande che un uomo di alta statura avrebbe potuto camminare in un occhio dei cavalli, ma, a causa dell'altezza esagerata del basamento, i passanti avevano l'impressione che i cavalli ed Adriano fossero molto piccoli. »

Da questa testimonianza di Cassio Dione sembrerebbe di capire che la sommita’ del Mausoleo non fosse ornata di questa quadriga , ma che fosse invece un monumento eretto a parte in altra zona di Roma ; forse per errore molte ricostruzioni teoriche del monumento sono disegnate con la quadriga in cima al Mausoleo , pero’ considerate le grandi dimensioni descritte da Dione , con il conseguente enorme peso , se vere , sarebbe impensabile che fosse posta cosi’ in alto per le difficolta’ tecniche relative , inoltre il suo peso forse non sarebbe stato sorretto dalla cupola ; torna allora piu’ probabile la presenza in alto sul Mausoleo della famosa Pigna affiancata dai due pavoni , in bronzo forse dorato , che ora ornano il cortile del Belvedere in Vaticano .
La costruzione del Mausoleo venne eseguita sulla sponda destra del Tevere , dalla parte opposta e piu’ avanti rispetto al Mausoleo di Augusto , di cui Adriano grosso modo ne copio’la struttura ; questo occupo’ parte degli Horti Domitiae che si estendevano sul lato destro del Tevere , da Via di Porta Castello fino al fiume , all’ altezza del Palazzo di Giustizia e Ponte Umberto ; dove la famiglia imperiale dei Domitii possedeva una vasta proprieta’ chiamata da Tacito : Horti Neronis . Il Mausoleo fu terminato , ma non le rifiniture , forse nel 136 , mentre il ponte di accesso fu terminato con certezza nel 134 , perche’ abbiamo una testimonianza scultorea , come riportava l’incisione della lapide marmorea inserita sopra l’ arcata centrale , delle tre sopra il Tevere , trascritta nell’ VIII secolo , prima che purtroppo la lapide si perdesse nel 1375 , dall’ Anonimo di Einsiedeln , che cosi’ riportava :

IMP –CAESAR- DIVI TRAIANI PARTHICI- FILIUS -DIVI NERVAE -NEPOS -TRAIANUS HADRIANUS AUGUSTUS -PONTIF MAXIM- TRIBUNIC POTEST XVIII- CONS III- P P- FECIT

Superfluo tradurla ; il ponte e’ riportato anche su un medaglioncino o forse sesterzio datato tra il 134 e il 136 nel quale si vedono i tre archi centrali , tutt’ora esistenti , piu due archi di accesso piu’ piccoli per ogni lato del ponte e , sopra il ponte ad ornamento , otto colonne sormontate da altrettante statue ; i tre archi centrali originali antichi , piu’ i due di ogni lato distrutti durante la costruzione dei muraglioni e dei passeggi pedonali , che furono sostituiti da un solo arco moderno , uno per ogni lato di accesso al ponte , tutto questo corrisponde alla struttura del ponte raffigurato nella moneta ( sotto le foto ) , tranne appunto le modifiche apportate al Ponte dopo l’Unita’ d’Italia .
Nella seconda meta’ del IV secolo davanti l’ ingresso del ponte , quello dalla parte opposta al Mausoleo , dalle fonti storiche e dagli antichi disegni , quando ancora era in piedi , sappiamo che fu eretto un grande arco in onore degli Imperatori Graziano , Valentiniano e Teodosio a ricordo delle loro vittorie sui Barbari , del quale arco non rimane , benche’ minima , alcuna traccia .
Terminate che furono le rifiniture delle due costruzioni da Antonino , vennero trasportare al Mausoleo le ceneri di Adriano che giacevano ancora a Pozzuoli nella Villa di Cicerone . Adriano in effeti fu cremato , non inumato , l’ urna con le ceneri sembra fosse deposta nel sarcofago di rosso porfido che in seguito Papa Innocenzo II fece trasportare al Laterano e che fu distrutto nel 1360 da un incendio , pero’ dall’ incendio pare si salvasse il solo coperchio che Papa Albani trasporto’ in Vaticano per trasformarlo in fonte battesimale ed quello che si vede ancora oggi nella prima cappella di sinistra entrando in Basilica in San Pietro .
Una testimonianza diretta di un testimone oculare di come fosse in origine costruito il Mausoleo ci giunge dal lontano passato , al tempo della Guerra Gotica , durata 18 anni dal 535 al 553 , di cui ne’ e’ l’ autore , il testimone e’ Procopio di Cesarea , al tempo al seguito dell’ esercito di Belisario in Italia . Al tempo degli inizi della guerra gotica , nella prima meta’ del VI secolo , il Mausoleo era ancora integro , come struttura , in tutto il suo splendore e magnificenza , al quale forse erano state tolte solo le parti in bronzo ; questa la preziosa testimonianza diretta di Procopio che lo vide di persona , tratto da : La guerra gotica , Libro I , Tomo XXII :

“ Intanto un altro attacco dei Goti contro la Porta Aurelia ebbe luogo nel modo seguente . A un tiro di pietra dalle mura (di Aureliano) trovasi fuori della Porta Aurelia la Tomba di Adriano , imperatore dei Romani ; opera cospicua poiche’ e’ costruita di marmo Pario (marmo bianco a grana finissima) e le pietre sono tra loro connesse senza altro di mezzo . Ha quattro lati eguali , larghi ciascuno circa un tiro di pietra (circa 75 metri , forse piu’) e alti piu’ che le mura della Citta’ . In cima ai lati vi stanno mirabili statue di marmo di uomini a cavallo . Questo sepolcro gli antichi (poiche’ pareva come una fortezza per la citta’) congiunsero con le mura cingendolo di due muraglie che vanno ad esso partendosi dalla cinta , talche’ ha l’ apparenza di un alta torre posta a difesa di quella Porta . Era dunque questa una assai adatta fortezza a custodia della quale Belisario aveva posto Costantino “

A seguito dell’ assedio dei Goti al Mausoleo , presidiato dai Romani , che tentavano la scalata delle mura tramite lunghe scale , Procopio cosi’ prosegue :

“Per un poco i Romani furono sgomenti non avendo speranza di trovar difesa che li salvasse ; ma poscia di comune avviso spezzarono la massima parte delle statue che erano assai grandi e sollevate con ambo le mani quelle grandissime pietre , scagliandole sul capo dei nemici e quelli cosi’ colpiti ritiraronsi……..e cosi’ la Porta Aurelia fu messa al sicuro” .

Da questa testimonianza diretta di Procopio salta subito all’occhio la mancanza di qualsiasi cenno di Procopio su cosa fosse presente in cima al Mausoleo , Quadriga di Adriano , oppure la Pigna con i Pavoni , o altra scultura , da cio’ si puo’ supporre che alla sua epoca ogni scultura in bronzo fosse gia’ stata tolta , forse in attesa di fusione per altri usi , probabile che la Pigna o altro che fosse , si salvasse da questa triste fine per motivi a noi ignoti .
Una conferma su quanto Procopio ci ha tramandato tramite la sua opera , ci giunge dall’ archeologia : quando nel rinascimento furono costruiti i bastioni che ora circondano il tamburo centrale , largo circa 65 metri , e forse alto in origine 22 metri o piu’ , statua esclusa , unico residuo architettonico spoglio dei suoi marmi , dell’ antico Mausoleo , furono travati durante gli scavi per le fondamenta dei bastioni , svariati pezzi e tronconi di statue , le stesse che furono gettate in testa ai Goti assalitori .
Essendo il tamburo interno l’ unico residuo murario dell’ epoca romana , la disposizione interna e’ rimasta pero’ sconosciuta fino al 1825 quando venne rinvenuta sul lato del monumento rivolto verso il Tevere la porta di ingresso che tramite un lungo corridoio arriva ad una grande sala dove forse si trovava la statua di Adriano , sulla destra della sala inizia una rampa di accesso a salire , a spirale , larga tre metri e alta quasi nove metri che sfocia nella camera centrale a forma di croce greca , qui si trovava la camera centrale funebre di Adriano e Sabina e nei quattro lati della croce greca la sale funebri di tutti gli altri imperatori succeduti ad Adriano e familiari , fino a Commodo , ma sappiamo dalla Storia Augusta che anche Settimio Severo e forse Caracalla furono sepolti in questo Mausoleo , mentre Geta venne sepolto nel Mausoleo sulla Via Appia che Severo in vita si era fatto costruire per se , simile al Septizonium . Tutte le sale erano decorate di iscrizioni , ma tutte queste storiche iscrizioni marmoree nel corso dei secoli , specialmente nel XVI secolo , furono asportate e segate per decorare le varie cappelle della Basilica in Vaticano . Sopra la porta di ingresso del Mausoleo c’era anche qui’ una grande lapide in marmo che probabilmente riportava la storia della costruzione del Mausoleo , anche questa tolta e lavorata per ornare la cappella Gregoriana in San Pietro .
Il Mausoleo ha preso il suo nome attuale di Castel Sant’ Angelo nell’ anno 590 . In quell'anno Roma era afflitta da una grave pestilenza, per allontanare la quale venne organizzata una solenne processione penitenziale cui partecipò lo stesso papa Gregorio I . Quando la processione giunse in prossimità della Mole Adriana, il papa ebbe la visione dell'arcangelo Michele che rinfoderava la sua spada . La visione venne interpretata come un segno celeste preannunciante l'imminente fine dell'epidemia, cosa che effettivamente avvenne. Da allora i romani cominciarono a chiamare Castel S. Angelo la Mole Adriana e a ricordo del prodigio nel XIII secolo posero sullo spalto più alto del Castello un angelo in atto di rinfoderare la spada . Ancora oggi nel Museo Capitolino è conservata una pietra circolare con impronte dei piedi che secondo la tradizione sarebbero quelle lasciate dall'Arcangelo quando si fermò per annunciare la fine della peste .
Non e’ certo se fu Aureliano , oppure nel 403 l'imperatore d'Occidente Onorio ad includere l'edificio nelle Mura aureliane : da quel momento l'edificio perse la sua funzione originaria di sepolcro diventando un fortilizio, baluardo avanzato oltre il Tevere a difesa di Roma .
Fu allora che il mausoleo venne indicato per la prima volta con l'appellativo di castellum. Salvò la zona del Vaticano dal sacco dei Visigoti di Alarico del 410 e dei Vandali di Genserico del 455.
Fu Teodorico che inizio’ ad adibire il Mausoleo a prigione di Stato . Qui termina la nostra storia del Mausoleo di Adriano in epoca romana .

Mi concedo a questo punto solo una riflessione in generale , considerando quanto dell’ antica Roma e’ stato nel corso dei secoli distrutto , non rimangono a noi moderni che poche e quasi insignificanti briciole di quell’immenso patrimonio dell’ umanita’ , perso per sempre , insieme a tante storie riportate su pietra , di cui non sapremo mai nulla ; la fine della civilta’ antica fu veramente una catastrofe universale per l’ umanita’ , perpetrata prima dal tempo inesorabile nel suo trascorrere , ma con amarezza , principalmente dai Romani stessi e dagli Italiani , ai danni di Roma e in minima parte da tutti quei popoli che nel corso di oltre XIV secoli di invasioni , si avvicendarono da conquistatori nella penisola ; solo nel Rinascimento con la riscoperta della civilta’ classica ci fu un rallentamento delle distruzioni , ma si tratto’ solo di un rallentamento , mai fermata completa ; furono fortunati quegli uomini che poterono ammirare quei capolavori di architettura , di satuaria e quant’ altro , prima della fine di quell’epoca storica .

Sotto una serie di fotografie e disegni , la cui interpretazione per non prolungare troppo la trattazione del post , e' inserita dentro le foto , per leggerla basta portare la frecceta del mouse dentro la fotografia ; le divido in due parti non entrando tutte nella prima pagina . Un saluto .

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Modificato da Legio II Italica
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Proprio come avevo sperato.

Anche se straconosciuto @@Legio II Italica hai fatto in modo che il monumento funebre di Adriano fosse meglio conoscibile sotto l'aspetto più interessante, cioè quello di epoca romana.

Bravo veramente e complimenti anche per la scelta del materiale fotografico, sempre ricco e appropriato.

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Grazie a tutti Voi .

Rientra nel mio modo di vedere la Storia e l' Archeologia romana , qui nel Forum , credo inutile , poi sono sempre pronto ad essere smentito , trattare di questi due argomenti in relazione a fatti o monumenti universalmente noti ; quando possibile , per conoscenza diretta o per reperibilita' di testi e fotografie , meglio provare ad approfondire argomenti secondari e forse meno conosciuti , per questo non ero propenso a trattare del Mausoleo di Adriano , ma invitato a farlo , ho limitato nel tempo l' argomento a me piu' congeniale , trovando alcuni spunti forse interessanti . Un saluto .

Claudio

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Grazie a tutti Voi .

Rientra nel mio modo di vedere la Storia e l' Archeologia romana , qui nel Forum , credo inutile , poi sono sempre pronto ad essere smentito , trattare di questi due argomenti in relazione a fatti o monumenti universalmente noti ; quando possibile , per conoscenza diretta o per reperibilita' di testi e fotografie , meglio provare ad approfondire argomenti secondari e forse meno conosciuti , per questo non ero propenso a trattare del Mausoleo di Adriano , ma invitato a farlo , ho limitato nel tempo l' argomento a me piu' congeniale , trovando alcuni spunti forse interessanti . Un saluto .

Claudio

Non averlo fatto ci avrebbe privato di una discussione bellissima, interessante ed emozionante, per me in particolare.

Vedere queste immagini e leggere ciò che hai scritto ha ravvivato il mio amore, e la mia nostalgia, per luoghi cari dove ho trascorso la mia infanzia e che hanno contribuito alla mia formazione culturale imprimendo in me l'amore per la Storia e per l'Arte.

Grazie Legio, ti sono molto grata e spero di poter ricambiare la tua gentilezza in futuro.

Giò :give_rose: :give_rose: :)

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Non averlo fatto ci avrebbe privato di una discussione bellissima, interessante ed emozionante, per me in particolare.

Vedere queste immagini e leggere ciò che hai scritto ha ravvivato il mio amore, e la mia nostalgia, per luoghi cari dove ho trascorso la mia infanzia e che hanno contribuito alla mia formazione culturale imprimendo in me l'amore per la Storia e per l'Arte.

Grazie Legio, ti sono molto grata e spero di poter ricambiare la tua gentilezza in futuro.

Giò :give_rose: :give_rose: :)

Ciao @@Giovanna , ho piacere di averti rievocato attimi felici della tua infanzia e agli altri amici fornito qualche informazione forse meno nota ; con questo , ma ne sono felice , mi hai subito smentito :rolleyes: :D Ciao .

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Una considerazione che mi sorge avendo visto piu' volte il Mausoleo di persona e confrontandolo con gli antichi disegni e stampe dei secoli passati , e' quella che mi induce a pensare ad uno sprofondamento lento ma costante nel terreno del Mausoleo , credo che il muro di cinta quadrato descritto da Procopio o almeno le sue fondamenta , giaccia oggi al di sotto del livello del Tevere e sopra alle quali furono costruiti gli attuali bastioni che circondano il tamburo .

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Una considerazione che mi sorge avendo visto piu' volte il Mausoleo di persona e confrontandolo con gli antichi disegni e stampe dei secoli passati , e' quella che mi induce a pensare ad uno sprofondamento lento ma costante nel terreno del Mausoleo , credo che il muro di cinta quadrato descritto da Procopio o almeno le sue fondamenta , giaccia oggi al di sotto del livello del Tevere e sopra alle quali furono costruiti gli attuali bastioni che circondano il tamburo .

Pensi che possa esserci pericolo quindi per la nostra Mole Adriana?

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No , non credo proprio , forse e' la stessa situazione che esiste per il Palazzo di Giustizia li' vicino , anch'esso mi sembra di aver letto , abbassatosi un po' rispetto al passato , ma avendo sotto le fondamenta una platea di cemento armato , non penso succeda nulla ; d' altra parte questi due colossi poggiano su terreno alluvionale del Tevere .
Sapevi che sotto le fondamenta del Palazzo do Giustizia , durante i lavori di scavo per le fondazioni vennero alla luce diversi reperti archeologici ? tra i quali alcuni sarcofagi con relativo corredo funerario . In uno di questi fu rinvenuta , accanto allo scheletro di una giovanne donna , Crepereia Tryphaena , una bambola d'avorio di pregevole fattura e snodabile nelle articolazioni , che fu trasferita nell'Antiquarium comunale . Ora è conservata nei caveaux dei Musei Capitolini di Roma .

Notizie dalla rete :

CREPEREIA TRYPHAENA LA PICCOLA BAMBOLA IN AVORIO DI DUEMILA ANNI FA, SNODABILE ESATTAMENTE COME LA BARBIE DEI NOSTRI GIORNI. FU RINVENUTA DURANTE LA COSTRUZIONE DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA, NEL 1889, NELLA TOMBA DI UNA GIOVINETTA MORTA PRIMA DELLE NOZZE.


Chi ama Roma non può non amare la storia della giovane Crepereia Tryphaena e della sua deliziosa bambola, una specie di Barbie di duemila anni fa, snodabile esattamente come la sofisticatissima microcreatura platinata della Mattel dei nostri tempi.
E’ il 10 maggio 1889 quando, durante i lavori per la costruzione del Palazzo di Giustizia a Roma, architetto Calderini, nell’area dell’attuale via Ulpiano, viene alla luce il sarcofago di una giovane donna morta prematuramente all’età di soli18 anni. C’è inciso un nome, quello di Crepereia Tryphaena. Gli esperti collocano il reperto tombale intorno al 170Crepereia Tryphaena d.C., età degli Antonini.
Alla vista degli scopritori del reperto, il teschio appare stranamente coperto da una folta e lunga capigliatura ondeggiante sull'acqua. In realtà si trattava delle foglie e dei rami di una pianta acquatica che aveva messo le radici sul cranio, dando l’impressione di una specie di strana capigliatura. Insieme allo scheletro, orecchini, spille, anelli e una corona di mirto con un fermaglio d'argento al centro, a testimonianza che la defunta apparteneva ad una famiglia aristocratica., Tre anelli, dalle dimensioni sorprendentemente ridotte, erano stati infilati nelle falangi superiori dell'anulare e del mignolo della mano sinistra; di particolare interesse è quello, ricavato nel cammeo, dove e' inciso un nome: Filetus, probabilmente il promesso sposo della giovinetta.
Crepereia era stata sepolta adorna dei suoi gioielli.
Il sarcofago era stato ritrovato, affiancato a quello di Crepereio Euhodo, con i sigilli ancora intatti, ma pieno d'acqua "penetratavi stilla a stilla attraverso le commessure del battente"; fu quindi necessario provvedere a vuotarne la cassa prima del trasferimento nella sede museale e a "raccogliere diligentemente quanto vi fosse per avventura serbato"

I due sarcofagi di Crepereia Tryphaena e di Crepereio Euhodo furono esposti dal momento della scoperta fino al 1928 nella sala " dei sarcofagi " nel Museo del Palazzo dei Conservatori. Successivamente, con la creazione nel 1929 dell' Antiquarium Comunale al Celio, il museo destinato a documentare i vari aspetti della civiltà romana antica si provvide a sistemarvi entrambe le tombe. Nel 1939 dopo lo sgombero e il parziale crollo dell'Antiquarium i due sarcofagi e il corredo tornarono nei depositi dei Musei Capitolini e furono esposti solo per brevi periodi in talune occasioni, a Torino e a Roma.

Proviamo a immaginare la sorpresa degli esperti quando tra i reperti al fianco della fanciulla romana scoprirono la sagoma di una bambola, per di più una bambola speciale, un vero capolavoro nel suo genere. La bambola è alta ventitre centimetri circa, è in avorio anche se il passare dei secoli l’ha resa scura al punto tale da sembrare di legno d’ebano. Il viso è finemente scolpito e la ricca acconciatura, con i capelli raccolti in sei trecce e poi girati intorno al capo, ricorda quella di gran moda per le giovani spose all’epoca degli Antonini.
Le braccia si raccordano al corpo mediante perni mentre le gambe si innestano negli appositi alloggiamenti incavati all'interno del bacino grazie ad un accurato sistema ad incastro fissato ancora con perni accuratamente mimetizzati; analogo collegamento rende possibili l'articolazione del gomito e del ginocchio. Il lavoro risulta eseguito con una precisione ed una perizia artigianale tale da richiedere la padronanza di uno straordinario livello tecnico, particolarmente apprezzabile nelle mani e nelle unghie del balocco. Chissà quale segreto conservano i resti di questa giovinetta dell’antica Roma e della sua straordinaria bambola, destinate a percorrere insieme il difficile viaggio verso l’aldilà?

Il mirto e la bambola inducono a ritenere che la fanciulla sia morta prima di sposarsi. Infatti era usanza che la sposa donasse i giocattoli della sua infanzia a Venere alla Vigilia delle Nozze ma, se la padroncina moriva prima, gli oggetti l’avrebbero seguita nella tomba. Crepereia ha ispirato al poeta Giovanni Pascoli una poesia in lingua latina, dove rievoca la cerimonia funebre per la giovinetta morta poco prima del matrimonio e rivive l'amore del promesso sposo Fileto. In un passo dell'opera si legge: "...Venerique pupa nota negata est" "...riconosco la bambola promessa invano a Venere". Al momento del ritrovamento infatti il teschio era rivolto verso la bambola. Forse chi l’aveva seppellita voleva che la fanciulla vi si rispecchiasse, per sopravvivere nell'aldilà. Questo spiegherebbe perchè la bambola incarna le sembianze della defunta

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Modificato da Legio II Italica
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Mi lasci senza parole, ti leggerei per ore e molto più volentieri ti ascolterei, bellissima e commovente storia.

A volte nei Musei vedo oggetti raffinatissimi e mi chiedo come sia stato possibile realizzarli senza la nostra tecnologia moderna. La bambola resterà tra quei misteri nella mia mente.

Grazie Legio, oggi hai dato un sapore diverso alla mia giornata. :)

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Possibile che la bambola sia esposta a Palazzo Massimo nel Museo Nazionale Romano?

No. Modifico correggendo:

La mummia di Grottarossa è una mummia romana di una bambina di otto anni, risalente alla metà del II secolo d.C.
È conservata in una sala del piano interrato del Museo nazionale romano di Palazzo Massimo, in una teca a temperatura e umidità controllate, illuminata con luce attenuata e depurata delle radiazioni dannose, per garantirne la conservazione. La mummia è conosciuta con il nome di "mummia di Grottarossa" perché fu ritrovata, il 5 febbraio 1964, appunto a Grottarossa (a nord di Roma), all'undicesimo chilometro della via Cassia, all'interno di un sarcofago assieme al suo corredo funerario, anch'esso esposto nel museo, corredo tra cui è presente anche una bambola.

Modificato da Veridio
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Si @@Veridio , esatto , e' la seconda scoperta che e' conservata al Museo Nazionale Romano , nel seminterrato , ma in una sala a parte , dove si trova anche la raccolta numismatica .



Notizie prese da Wikipedia :



La mummia di Grottarossa è una mummia romana di una bambina di otto anni, risalente alla metà del II secolo d.C .
È conservata in una sala del piano interrato del Museo nazionale romano di Palazzo Massimo, in una teca a temperatura e umidità controllate, illuminata con luce attenuata e depurata delle radiazioni dannose, per garantirne la conservazione. La mummia è conosciuta con il nome di "mummia di Grottarossa" perché fu ritrovata, il 5 febbraio 1964, appunto a Grottarossa (a nord di Roma), all'undicesimo chilometro della via Cassia, all'interno di un sarcofago assieme al suo corredo funerario, anch'esso esposto nel museo .
Bambola snodabile trovata accanto alla mummia di Grottarossa.
La fanciulla romana era probabilmente originaria dell'Italia settentrionale o centrale . Il corpo fu mummificato, senza asportare cervello e le viscere (che si possono ancora osservare mediante indagini di tomografia computerizzata) e utilizzando bende di lino impregnate di sostanze odorose e resinose (una pratica diffusa in Egitto ma raramente attestata a Roma .
Dalle analisi effettuate risulta che la fanciulla avesse avuto diverse infezioni e soffrisse di carenze nutrizionali, ma a causarne la morte fu una fibrosi pleurica bilaterale. Nonostante la malnutrizione, la bambina non apparteneva a una famiglia povera, ma anzi, faceva parte di una famiglia romana, forse convertita al culto della dea egizia Iside , benestante e agiata .
Il corpo della bambina era avvolto, infatti, in una pregiata tunica di seta cinese ed era ornato da una collana in oro e zaffiri, inoltre aveva due orecchini di filo d'oro e un anello con castone aureo sul quale era incisa una vittoria alata. Un filo avvolgeva parte dell'anello per ridurne il diametro. Accanto al corpo fu trovata anche una bambola in avorio con braccia e gambe articolate . Completavano il corredo funerario alcuni vasetti di ambra rossa, piccoli amuleti ed un minuto busto femminile, sempre di ambra.
Il sarcofago che la racchiudeva, in marmo bianco, con mascheroni angolari, era decorato con scene di caccia al cervo ispirate all'episodio di Enea e Didone, descritto nel IV libro dell'Eneide .

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Modificato da Legio II Italica
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Per quanto riguarda la questione del muro di cinta,posso sicuramente affermare che fu demolito per ricavarne materiali.Era un alto muro in blocchi di marmo sormontato da una cornice con ghirlande e bucrani.Fu raffigurato in alcuni disegni fino alla fine del Quattrocento.Gli elementi marmorei furono,probabilmente riutilizzati(lo si vede da disegni e stampe)in un grande torrione circolare costruito da Alessandro VI intorno al 1500,posto proprio all'inizio di ponte Elio.Ad Alessandro VI,infatti,risalgono grandissimi lavori di rafforzamento del Castello.Purtroppo,però,con questi lavori,si chiusero alcune arcate del Ponte,determinando un pericolosissimo tappo al deflusso del flusso del Tevere.Dopo alcune piene disastrose,Urbano VIII decise di rimuovere il torrione di Alessandro VI(pregevolissimo) e diede al Castello l'aspetto che mantenne fino al 1890 circa,quando fu praticamente smantellato dall'ing.Canevari del Genio Civile che,per costruire i muraglioni,distrusse vandalicamente mezzo Ponte Elio(il più bel ponte romano del mondo) e moltissimi bastioni del Castello.

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Per quanto riguarda la questione del muro di cinta,posso sicuramente affermare che fu demolito per ricavarne materiali.Era un alto muro in blocchi di marmo sormontato da una cornice con ghirlande e bucrani.Fu raffigurato in alcuni disegni fino alla fine del Quattrocento.Gli elementi marmorei furono,probabilmente riutilizzati(lo si vede da disegni e stampe)in un grande torrione circolare costruito da Alessandro VI intorno al 1500,posto proprio all'inizio di ponte Elio.Ad Alessandro VI,infatti,risalgono grandissimi lavori di rafforzamento del Castello.Purtroppo,però,con questi lavori,si chiusero alcune arcate del Ponte,determinando un pericolosissimo tappo al deflusso del flusso del Tevere.Dopo alcune piene disastrose,Urbano VIII decise di rimuovere il torrione di Alessandro VI(pregevolissimo) e diede al Castello l'aspetto che mantenne fino al 1890 circa,quando fu praticamente smantellato dall'ing.Canevari del Genio Civile che,per costruire i muraglioni,distrusse vandalicamente mezzo Ponte Elio(il più bel ponte romano del mondo) e moltissimi bastioni del Castello.

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Secondo me queste bambole in avorio non hanno nulla da invidiare alle più recenti Barbie, anzi hanno il volto più elaborato. Che artigiani eccellenti. Forse c'erano proprio delle botteghe dedite a questi articoli per bambini, naturalmente per bimbi benestanti.

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Secondo me queste bambole in avorio non hanno nulla da invidiare alle più recenti Barbie, anzi hanno il volto più elaborato. Che artigiani eccellenti. Forse c'erano proprio delle botteghe dedite a questi articoli per bambini, naturalmente per bimbi benestanti.

Certamente erano degli artigiani provetti e specializzati in questi lavori artigianali , direi come un incisore di conii di monete , talmente sono belli i lineamenti del volto e dei capelli ; altro che Barbie moderne , semplici stampi inespressivi in plastica :angel:.......ma quelli erano altri tempi .

Modificato da Legio II Italica
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Ho avuto occasione di vedere la Bambina di Grottarossa durante la visita a Palazzo Massimo, è veramente emozionante poterla osservare da vicino, l'espressione del suo volto è serena ed è impressionante come si sia conservata attraverso i secoli.

Ciao e buona domenica a tutti, ci rileggiamo stasera da Roma. Giò

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Le foto postate dall'ottimo Legio,mi suggeriscono alcuni spunti.Per primo,vorrei ricordare lo scempio compiuto nel taglio del magnifico Ponte Elio,nel 1892,dopo che vennero rinvenuti altri archi laterali,magnificamente conservati in perfetta opera muraria.Venne anche rinvenuto il basolato originario...Si dimostrò il ponte in tutta la sua lunghezza e armonia,capace di far fronte alle piene del fiume,non ostacolandolo gravemente.Dal medioevo,invece,furono quasi obliterati gli archi laterali,cosicchè il ponte divenne una diga!

La foto del battistero vaticano mi riporta alla mente la storia della bellissima conca di porfido.Questa fu ridotta allo stato attuale dal Fontana,che ne tagliò un lato corto e vi aggiunse una cornice,sempre in porfido.Per sei secoli,questo stupendo manufatto fu il coperchio dell'imperatore germanico Ottone II,morto a Roma prima del 1000 e sepolto nel "Paradiso",il magnifico quadriportico della antica Basilica di S.Pietro...Ma,forse,in quel superbo sepolcro di porfido,fu sepolto lo stesso Adriano!Il porfido era pietra riservata per re e imperatori...Il mausoleo di Adriano fu cava di marmi privilegiata per i bisogni della vicinissima Basilica Vaticana...

E vogliamo parlare dei cavalli della Basilica di S.Marco?Provenienti da Costantinopoli,forse vi furono portati dall'imperatore Costante nel 655,il quale,dopo una visita a Roma,decise di fregarsi una quantità immane di statue e ornamenti di bronzo,che ancora ornavano l'Urbe(tra cui ilbronzo dorato della cupola del Pantheon).Questi cavalli non sembrano opera greca..ma romana e recano lettere latine sul bronzo.E da dove potevano provenire se non da Roma.Erano parte della famosa quadriga dell ' Hadrianeum?

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Ciao @@RobertoRomano , L' ingegneria romana classica in tutte le sue forme costruttive , le opere scultoree in marmi o in metalli , i materiali pregiati utilizzati , la semplice scienza costruttiva gigantesca ma essenziale nelle sue linee e prospettive , rimangono a distanza di secoli insuperate ; quella fu veramente un eta' dell'oro , pur nel rispetto di quanti in quell' epoca poco o nulla usufruirono di quella immensa ricchezza materiale .

Come ho espresso al termine del mio post iniziale , quello di cui noi moderni possiamo disporre visivamente e' una goccia nell'oceano rispetto a quanto Roma e l' Italia dell'eta' classica poterono mostrare ai nostri antenati , senza sapere che i degeneri discendenti avrebbero un giorno fatto scempio di quelle meraviglie .

Per i motivi illustrati precedentemente non credo che la quadriga ornasse l'Hadrianeum , piu' probabile che fosse ornato dalla Pigna , forse i cavalli portati dai Veneziani a San Marco durante il sacco del 1204 , potrebbero appartenere a qualche opera di Costantinopoli o presa dai Bizantini da Roma quando questa non era piu' la capitale del mondo romano .

Modificato da Legio II Italica
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La questione della Pigna bronzea è controversa...stette a S.Pietro per mille anni,ma si è incerti sulla provenienza.C'è chi ipotizza provenga dal Campo Marzio,ove,ancora adesso c'è un Rione Pigna.

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La questione della Pigna bronzea è controversa...stette a S.Pietro per mille anni,ma si è incerti sulla provenienza.C'è chi ipotizza provenga dal Campo Marzio,ove,ancora adesso c'è un Rione Pigna.

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Si , infatti potrebbe anche venire dallo "Stagno di Agrippa" , un piccolo lago ornato con fontana , attiguo alle sue Terme , purtroppo rimaniamo sempre nel campo delle ipotesi , ma e' bello discuterne .

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