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IGNORED

Conio per tetradramma ateniese


fedafa

Risposte migliori

Sicuramente già lo avrete visto ma navigando nel web mi sono imbattuto in questa immagine di un conio di un tetradramma di Atene conservato presso il museo della capitale greca.

post-1880-0-21518500-1413446155_thumb.jp

qui la fonte dell'immagine:

http://www.archeo.it/staging.php/mediagallery/fotogallery/1508

In considerazione del fatto che raramente si ha la possibilità di vedere un conio (almeno per la monetazione seguita dal sottoscritto :P) spero di fare cosa gradita.

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@@fedafa

Grazie fedafa. Certo che ci hai fatto una cosa gradita, graditissima direi. :) In questo modo possiamo anche capire meglio come facessero a tutti gli effetti la "battitura".

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Molto interessante. Grazie per averlo condiviso.

Effettivamente sembra più un punzone che un conio e ciò spiega la presenza in incuso di un'area quadrangolare, che compare su una faccia.

Dovrebbe, per la precisione, essere il conio di martello.

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@@altegiovanni

Non ho assolutamente idea del ritrovamento. Cercavo una cosa sul web ed ho trovato questo. Essendo esposto al museo di Atene credo ( spero) sia coevo ed originale :).

@@Littore

Credo invece che si tratti della "pila" o conio di incudine. La sua forma caratteristica (quadrata) la ritroviamo sulle monete battute.

Ma qui lascio il campo agli esperti di questa monetazione.

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Normalmente come tipologia di moneta il tetradramma di Atene presenta ad D/ (incudine) Athena, mentre al R/ (martello) la civetta.

Riporto la scansione di un disegno del Finetti ("Numismatica e tecnologia..."), dove la forma del "tipo a" sembrerebbe corrispondere al conio di cui sopra.

post-7579-0-16903500-1413485337_thumb.jp

Sarebbe veramente utile potere avere delle immagini con angolazioni diverse del conio (si potrebbe in alternativa pensare ad un uso del conio con civetta al D?).

Ciao

Skuby

Modificato da skubydu
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Supporter

Io credo si tratti di un conio di martello nonostante si restringa verso l’alto, come il 'punch' di questo schema

post-703-0-10749800-1413544958_thumb.jpg

apollonia

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Supporter

Sempre del Museo Numismatico di Atene i conii del decadramma di Atene per coniare dei falsi (primi del XX sec.).

post-703-0-68707500-1413545657_thumb.jpg

apollonia

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Io penso che, per la morfologia che lo rende adatto ad essere incastrato in un blocco di legno in modo stabile e poco adatto, invece, a ricevere colpi di martello in un punto molto più sottile del resto della massa, sia più un conio di incudine.

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Personalmente ritengo che per alcune tipologie monetali, per le quali sono stati coniati un gran numero di esemplari (o nel caso di imitative), possa esserci la possibilità, che a volte i conii venissero usati anche invertiti, e questo potrebbe esserne la dimostrazione.

skuby

Modificato da skubydu
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Supporter

Possibilità da non escludere. Tuttavia qui leggo nella descrizione ‘A sinistra c’è un conio di rovescio di un tetradramma di Atene’.

post-703-0-42190900-1413554302_thumb.jpg

E il conio di martello ha una forma simile a quella del conio del Museo di Atene.

La figura è tratta dal sito http://www.classicalcoins.com/page103.html

apollonia

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potrebbe essere il disegno dello stesso punzone.

La particolare forma, mi fa cmq pensare a difficoltà nell essere colpito da un martello. Sé è stato fatto con questa particolare forma è per un motivo ben preciso, più per essere incastrato.

trovandomi spesso a rompere legna con cunei e mazza, so la difficoltà a colpire il cuneo nella parte stretta. se consideriamo, quanti colpi tiravano mediamente con un conio, penso alle svariate volte che si schiacciavano le dita! :-)

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Supporter

potrebbe essere il disegno dello stesso punzone.

Sembra proprio lui.

Se un 'reverse die' con la civetta era montato nell'anvil (incudine), ci doveva essere ovviamente un 'obverse die' con la testa di Atena di foggia adatta ad essere battuto con l'hammer (martello). Bisognerebbe trovarlo!

apollonia

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Aggiungo a questa veramente interessante discussione una considerazione.

Spesso pensiamo ad un mondo antico, molto lontano da noi, in realtà il passato è più vicino a noi di quanto pensiamo. Gli antichi erano molto molto pratici e diretti.

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Supporter

Tornando al tetradramma di Atene ma dalle nostre parti, volevo segnalare la pagina 7 de ‘I falsi numismatici’ di Luigi Manfredini (‘La Numismatica’ Brescia, 1981).

post-703-0-73569000-1413562241_thumb.jpg

Scrive il Manfredini: “Per tutte le monete greche derivate dai conii descritti in queste pagine, vale l’osservazione che esse sono false (e così gli esemplari gemelli) in quanto sono uscite dai conii riprodotti, e possono essere in circolazione fin dal secolo scorso, periodo a cui risalgono dette matrici.

L’incisione a bulino dei conii è stata eseguita su bronzo precedentemente inserito in un tondo di ferro per evitare la deformazione durante la fase di coniazione.”

(da “La Numismatica”, 2-1975, p. 35).

apollonia

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Mi ha molto colpito la forma del conio di Atene con la civetta. La sua forma terminale a quadrato bene spiega la rappresentazione della civetta, che ha appunto un contorno squadrato, in incuso.

Ho sempre ritenuto che la civetta venisse coniato dalla parte del martello (rovescio), ma in effetti mi ha colpito la presenta dell'estremità opposta (che doveva ricevere il colpo di martello), più sottile. Può essere che tale conio venisse "incamiciato" entro un supporto di legno (o altro materiale), per facilitare la presa in mano, lasciando però sopravanzare l'estremità che deve ricevere il colpo di martello.

Il motivo per cui tale estremità sia piuttosto ristretta forse va spiegato con la necessità di imprimere un buon colpo di martello su una superficie sufficientemente ristretta.

Se tale estremità fosse più larga, è possibile rischiare di imprimere il colpo di martello non esattamente al centro, con conseguente maggiore probabilità di scivolamenti di conio, particolarmente sfavorevoli in presenza di un incuso.

Le dita che dovrebbero stringere tale conio erano relativamente protette dal fatto che stringevano appunto un supporto a manico (di legno o di altro materiale) e l'occhio dveva mirare solo all'estremità appunto relativamente ristretta.

Naturalmente servirebbe la pratica per capire meglio l'effettiva tecnica di coniazione nella zecca ateniese.

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  • 5 settimane dopo...

Ritengo l'ipotesi di acraf molto interessante ne parlerò con i colleghi carpentieri e i battilastra per sentire cosa ne pensano.

Modificato da Silla
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  • 3 mesi dopo...
  • 5 anni dopo...
Il 18/10/2014 alle 14:58, acraf dice:

Mi ha molto colpito la forma del conio di Atene con la civetta. La sua forma terminale a quadrato bene spiega la rappresentazione della civetta, che ha appunto un contorno squadrato, in incuso.

Ho sempre ritenuto che la civetta venisse coniato dalla parte del martello (rovescio), ma in effetti mi ha colpito la presenta dell'estremità opposta (che doveva ricevere il colpo di martello), più sottile. Può essere che tale conio venisse "incamiciato" entro un supporto di legno (o altro materiale), per facilitare la presa in mano, lasciando però sopravanzare l'estremità che deve ricevere il colpo di martello.

Il motivo per cui tale estremità sia piuttosto ristretta forse va spiegato con la necessità di imprimere un buon colpo di martello su una superficie sufficientemente ristretta.

Se tale estremità fosse più larga, è possibile rischiare di imprimere il colpo di martello non esattamente al centro, con conseguente maggiore probabilità di scivolamenti di conio, particolarmente sfavorevoli in presenza di un incuso.

Le dita che dovrebbero stringere tale conio erano relativamente protette dal fatto che stringevano appunto un supporto a manico (di legno o di altro materiale) e l'occhio dveva mirare solo all'estremità appunto relativamente ristretta.

Naturalmente servirebbe la pratica per capire meglio l'effettiva tecnica di coniazione nella zecca ateniese.

Penso che l'apice rastremato risponda a un principio fisico e alla necessità che il punzone riceva tutta l'energia trasmessa dalla testa del martello.

Per quanto riguarda il modo di tenere il punzone mi sembra di ricordare un'immagine in cui era tenuto con delle pinze, in modo da salvare le mani dello schiavo, forse per motivi economici più che umanitari. Non riesco purtroppo a risalire all'immagine.

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@okt forse l'immagine che ricordavi è questa:

post-37078-0-89288500-1467555223.jpg

Una zecca al lavoro è raffigurata su questa moneta di Paestum:

Numismatica Ars Classica NAC AG,       

Auction 27, del 12 Maggio 2004,  lotto n. 41

  Greek Coins, Poseidonia, No.: 41, Estimate: CHF 500, d=19 mm
Poseidonia with the Roman name of Paestum. Semis early first century, æ 4.28 g. Q· LAR·PR Scales weighting ear of corn; in exergue, Pæ. Rev. SPDDS·S Two workmen in the act of coining; in field l., MIL. In exergue, S. SNG Copenhagen 1372. M. Crawford, Studies Price, Paestum and Rome. The Form and Function of a Subsidiary Coinage, 25/1. Historia Numorum 1238.
Rare. Dark green patina, extremely fine / good very fine
Crawford, who aptly describes the late coinage of Paestum as frivolous and chaotic (a pretty good description of social and political life in the provinces during the early imperial period, for which see the graffiti of Pompeii and Apuleius’ Golden Ass), interprets the inscriptions as Q. Laur(entius ?) praetor sua pecunia dono dedit Senatus sententia milia (or miliens): "The praetor Q. Laur. out of his own money and by consent of the Senate (of Paestum) gave as a present (to his fellowcitizens) thousands (of this coin)". To what end is suggested by the obverse; to buy a measure of subsidised wheat.

post-37078-0-28865800-1467555211.jpg

Modificato da King John
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