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IGNORED

Contraffazione di un quattrino chiavarino


anto R

Risposte migliori

Buona sera a tutti, vi propongo una moneta da ciotola che trovo piuttosto interessante (e ostica da identificare correttamente :unknw: )

Si tratta di una moneta che, a prima vista, sembra un banale quattrino chiavarino bolognese. Ma se si fa più attenzione si nota che la legenda del D ha la prima O della parola che dovrebbe essere (se non fosse una contraffazione) BONONIA tra le impugnature delle chiavi e non sotto l'impugnatura di quella di dx. Inoltre al R le ultime tre lettere della legenda sono NVS e non NIVS di PETRONIVS come sarebbe normale. Le lettere N V S sono inoltre equidistanti e negli spazi non vi sono segni di lettere o punti che sono stati eliminati successivamente alla coniazione.

All'inizio della legenda (sempre al R) le lettere S P sono praticamente attaccate e seguite da uno spazio (senza simboli) e da quella che parrebbe essere una E.

Anche la figura del santo mi pare differente da quella canonica in quanto non è presente la mitria ma solamente l'aureola.

Premesso tutto ciò ho subito provato a ricondurre l'esemplare a varie zecche d'area italiana famose per la coniazione di contraffazioni papali (Castiglione delle Stiviere, Desana ecc..) ma senza alcun risultato, in quanto non ho trovato rovesci terminanti in NVS.

A questo punto ero del parere dell'attribuzione della moneta ad una zecca estera (ho trovato contraffazioni di papali coniate praticamente in mezza Europa) ma purtroppo mancandomi i testi di riferimento sono impossibilitato a muovermi in tale senso.

Qualcuno potrebbe gentilmente darmi delle dritte e/o dei riferimenti a testi specifici??

Grazie mille per l'attenzione,

anto R

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@@anto R

Perchè fai delle foto da 14 K potendone fare fino a 500?

Visto che il tuo problema è molto specifico e richiede un'attenta visualizzazione, cosa eseguibile con molta difficoltà dalle tue foto.

saluti

TIBERIVS

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Si tratta di una moneta di cui posseggo un esemplare identico ma con legenda più completa. In effetti la legenda del verso è: S.PETRO NINVS.

In base all'inclinazione del V di NINVS, alla posizione delle altre quattro lettere (nella tua della NI si intuiscono i piedi) e in base alla posizione della legenda del dritto, ritengo che entrambe le nostre monete provengano dalla stessa copia di conii e probabilmente dalla stessa ciotola (G.Valente di Varese).

Io a suo tempo (Bologna, autunno 2013) l'acquistai proprio per l'evidente errore nella disposizione della legenda ma a tutt'oggi non ho trovato nessuna corrispondenza con esemplari pubblicati (verificati: CNI vol X; Le monete di Bologna, Bellocchi; BdN online Bologna 1-2-3) anche se ho maturato la sensazione che non si tratti di un falso....ma è solo una sensazione.

Consapevole di non aver contribuito alla soluzione del mistero....anzi..

un saluto

Mario

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  • 3 mesi dopo...

@@mariov60

 

Per curiosità nell'esemplare in tuo possesso la prima N di NINVS è coricata? Perché oggi dalla "solita" ciotola ho pescato questa...

A ben vedere direi proprio di si....la prima N nel mio esemplare, nella stecca bassa, ha un piccolo difetto che la fa apparire come una N in posizione naturale ma è identica alla tua....che si legge meglio....quindi confermo N coricata o Z. 

A questo punto, mettendo insieme tutto il leggibile delle tre monete, la lettura è:

dritto: D E D O N O V (o DEDONON ?)

verso: S(?).PE....ZINVS (o NINVS ?)

la ricerca continua

ciao

Mario

Modificato da mariov60
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osservando le legende la prima cosa che salta all'occhio sono i caratteri. Niente a che vedere con gli originali che sono gotici e molto spessi, mentre qui al ditto non sono ne gotici ne spessi. Le contraffazioni della moneta spicciola ai tempi erano un'esclusiva dei ricchi e  dei nobili, in quanto solo loro potevano permettersi le operazioni su larga scala necessarie per rendere l'attivita' profittevole. Quindi la zecca andrebbbe  cercata tra quelle note che ai tempi si dedicavano assiduamente alle imitazioni/contraffazioni dei tipi piu' comuni. Poi era necessaria una rete trans-nazionale per spacciare tali contraffazioni, visto che in patria sarebbero risultate troppo difformi dagli originali ben conosciuti. Questo secondo me restringe ulteriormente il campo e ci puo ' portare anche fuori dai confini dell'Italia. Sempre che sia un falso/imitazione/contraffazione d'epoca. In caso contrario la vedo molto dura capire da dove viene.

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Awards

@@giulira lo stile dei caratteri è gotico per le emissioni del XV secolo, per quelle del secolo successivo (le più imitate, basti osservare il notevole numero di esemplari battuti a Desana o Castiglione delle Stiviere) è latino. Inoltre a mio parere la zecca truffaldina è da ricercare lontano ma non troppo, in quanto la moneta piccola era accettata quasi esclusivamente nei territori prossimi alla zona di emissione

 

Antonio

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@r-29 i miei due esemplari e quello di Mario provengono (come abbiamo detto precedentemente) dalla ciotola di Giacomo Valente di Varese, che nelle ciotole mette anche tardo-imperiali e medievali italiane tutto a 10 €....Se vuoi maggiori dettagli scrivimi pure in privato, così evitiamo di andare OT.

 

Antonio

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