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Benvenuto Cellini, incisore


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Dalla "Vita " di Benvenuto Cellini, scritta da lui medesimo, ho tratto i riferimenti alla sua attività di incisore di coni monetali.

Non mi è stato possibile fare un "copia e incolla" e chiedo quindi scusa per eventuali piccole imprecisioni nel copiare gli scritti.

XLV.

( Roma. Clemente VII)

“ Il Papa disse: - Io ti voglio dare un’altra impresa,la quale mi sarebbe cara e dittomi che arebbe caro di far le stampe de le sue monete e domandandomi se io n’aveva più fatte, e se me ne dava il cuore di farle, io dissi che benissimo me ne dava il cuore, e che io avevo veduto come le si facevano; ma che io no n’ avevo mai fatte.”

“a me impose che io facessi un modello d’un doppione largo d’oro innel quale voleva che fussi un Cristo ignudo con le mani legate, con lettere che dicessino ‘Ecce homo, e un rovescio dove fussi un papa e uno imperatore, che dirizzassino d’accordo una croce, la quale mostrassi di cadere, con lettere che dicessino ‘Unus spiritus et una fides erat in eis’ .

“così partitomi e con gran prestezza feci dua ferri; e stampato una moneta in oro, portato una domenica doppo desinare la moneta e ferri al Papa, quando la vidde, restato maravigliato e contento non tanto della bella opera che gli piaceva oltramodo, ancor più lo fè maravigliare la prestezza che io aveva usata. E per accrescere più satisfazione e maraviglia al Papa, avevo meco portato tutte le vecchie monete che s’erano fatte per l’addietro da quei valenti uomini che aveano servito papa Iulio e papa Lione; e veduto che le mie molto più satisfacevano, mi cavai di petto un moto proprio per il quale io domandavo quel detto uffizio del maestro delle stampe della zecca; il quale uffizio dava sei scudi d’oro di provisione il mese, sanza che i ferri poi erano pagati dal zecchiere che se ne dava tre al ducato.”

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XLVI:


“Attendevo con gran sollecitudine a finire l’opera mia e servire la zecca, che di nuovo mi commisse il Papa una moneta di valore di dua carlini, innella quale era il ritratto della testa di Sua Santità, e da rovescio un Cristo in sul mare il quale porgeva la mana a San Pietro, con lettere intorno che dicevano “Quare dubitasti”.


post-8209-0-14787400-1413827282_thumb.jp ex NAC



LI.


“Attendevo con grandissima sollecitudine a finire quell’opera d’oro a papa Clemente, la quale il ditto papa grandemente desiderava e mi faceva chiamare dua e tre volte a settimana, volendo vedere detta opera e sempre gli cresceva di piacere”.



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LIII


“Sollecitando la ditta opera e lavorando continuamente per la zecca, si cominciò a vedere per Roma alcune monete false istampate con le mie proprie stampe . Subito furno portate dal Papa; e datogli sospetto da me, il Papa disse a Jacopo Balducci zecchiere: - Fà diligenza grandissima di trovare il malfattore, perchè sappiamo che Benvenuto è uomo da bene -. Questo zecchiere traditore per esser mio nimico, disse:-Idio voglia , Beatissimo Padre,che vi riesca così qual voi dite; perchè noi abbiamo qualche riscontro-. A questo il Papa si volse al governatore di Roma, e disse che lui facessi un poco di diligenza di trovare questo malfattore.


In questi dì il Papa mandò per me; di poi con destri ragionamenti entrò in su le monete e bene a proposito mi disse:- Benvenuto darebbet’egli il cuore di far monete false?- Alla qual cosa io risposi, che le crederrei far meglio di tutti quanti gli uomini, che a tal vil cosa attendevano; perchè quelli che attendono a tal poltronerie non sono uomini che sappin guadagnare, né sono uomini di grande ingegno; e se io col mio poco ingegno guadagnavo tanto che mi avanzava, perchè quando io mettevo ferri per la zecca, ogni mattina inanzi che io desinassi mi toccava guadagnare tre scudi il manco; ( che così era stato sempre l’usanza del pagare i ferri delle monete, e quello sciocco del zecchiere mi voleva male, perchè e’ gli arebbe voluti avere a miglior mercato); a me mi bastava assai questo che io guadagnavo con la grazia di Dio e del mondo; che a far monete false non mi sarebbe tocco a guadagnar tanto.


A chi e’ commesse caldamente, furno alcuni de’ chierici di Camera, e’ quali, fatte quelle debite diligenze perchè a lor toccava, subito lo trovorno. Questo si era un istampatore della propria zecca, che si domandava Cèseri Macheroni, cittadin romano; e insieme seco fu preso un ovolatore di zecca.



E tornato alle mie faccende, ivi a pochi giorni quel Cèseri Macherone delle monete false fu impiccato in Banchi dinanzi alla porta della zecca. Il compagno fu mandato in galea.




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LX


Se vostra Santità gli togliessi la zecca, forse voi gli faresti venir voglia di finire il calice.- allora il Papa disse :- Anzi sarebbon due mali: l’uno che io sarei mal servito dalla zecca che m’importa tanto ; e l’altro che certissimo io non arei mai il calice.-. Questi dua detti milanesi, veduto il Papa mal volto inverso di me, all’ultimo possetton tanto che pure mi tolse la zecca e la dette a un certo giovan perugino, il quale si domandava Fagiuolo per soprannome. Venne quel Pompeo a dirmi da parte del Papa, come sua Santità mi aveva tolto la zecca, e che se io non finivo il calice mi torrebbe de l’altre cose . A questo io risposi :- Dite a Sua Santità che la zecca e’ l’ha tolta a sè e non a me , e quel medesimo gli verrebbe fatto di quell’altre cose; e che quando Sua Santità me la vorrà rendere, io in modo nessuno non la rivorrò.



LXX



Io me ne andai a casa mia, mettendomi a finire la medaglia, che di già avevo cominciata, della testa di Papa Clemente, la quale io facevo con un rovescio figurato una Pace. Questa si era una femminetta vestita con panni sottilissimi, soccinta, con una faccellina in mano, che ardeva un monte di armi legate insieme a guisa di un trofeo; e ivi era figurato una parete del tempio, innel quale era figurato il Furore con molte catene legato e all’intorno si era un motto di lettere, il quale diceva “Clauduntur belli portae”.


post-8209-0-71753600-1413827595_thumb.jp ex ArtCoinsRoma (fusione posteriore)


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LXXI

Pochi giorni appresso, avendo finito la mia medaglia, la stampai in oro e in argento e in ottone. Mostratala a messer Piero, subito m’introdusse dal Papa. Giunto alla presenza di Sua Santità, li porsi in mano le medaglie insieme con li conii d’acciaio: Presele, subito conosciuto la gran forza di arte che era in esse, disse:- Gli antichi non furno mai si ben serviti di medaglie-.

Ancora Sua Santità entrato in e’ ragionamenti delle medaglie, mi dimandava che modo io avevo tenuto a stamparlecosì mirabilmente, essendo così grande; il che lui non aveva mai veduto degli antichi, medaglie di tanta grandezza..................mi disse che le medaglie erano bellissime e che gli erano molto grate e che arebbe voluto fare un altro rovescio a sua fantasia, se tal medaglie si poteva istampare con dua rovesci. Io dissi che sì. Allora Sua Santità mi commesse che io facessi la storia di Mosè quando e’ percuote la pietra che e’ ne esce l’acqua con un motto sopra il qual dicessi “Ut bibat populus”

LXXII

Seguitando finì il rovescio afatto e portatolo su al Papa, lo trovai nel letto malissimo condizionato......volse veder le medaglie e e’ conii: e faccendosi dare occhiali e lumi, in modo alcuno non iscorgeva nulla. Si messe a brancolarle alquanto con le dita;.............. Da poi tre giorni il Papa morì.

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LXXV


( a Roma. Paolo III )



Mi venne a trovare quel Latino Iuvinale e mi commesse che io facessi le monete del Papa...............


Cominciai a fare le stampe degli scudi innelle quali io feci un mezzo San Pagolo, con un motto di lettere che diceva “Vas electionis”. Questa moneta piacque molto più di quelle di quelli che avean fatto a mia concorrenza di modo che il Papa disse che altri più non gli parlassi più di monete, perchè voleva che io fossui quello che le facessi e no altri.. Io desideravo avere il moto proprio dell’uffizio dello stampatore di zecca. A questo il Papa si lasciò consigliare dicendo che prima bisognava che avessi la grazia dell’omicidio.


post-8209-0-30098700-1413827806_thumb.jp ex NAC


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LXXX

( a Firenze. Alessandro de Medici)

............dicendo a Sua Eccellenzia che io ero paratissimo a tutto quello che io fussi buono a servire Sua Eccellenzia: Il quale subito m’impose che io facessi le stampe delle sue monete: e la prima che io feci si fu una moneta di quaranta soldi, con la testa di Sua Eccellenzia da una banda e dall’altra un San Cosimo e un San Damiano. Queste furono monete d’argento e piacquono tanto che il Duca ardiva di dire che quelle erano le più belle monete di Cristianità. Così diceva tutto Firenze e ogniuno che le vedeva.........

post-8209-0-00736400-1413827954_thumb.jp ex ArtCoinsRoma

.........Di nuovo feci le stampe per il giulio, quale era San Giovanni in profilo assedere con un libro in mano, che a me non parve mai aver fatto opera così bella ; e dall’altra banda era l’arme del ditto Duca Lessandro.

post-8209-0-37361300-1413906191_thumb.jppost-8209-0-82084600-1413906207_thumb.jp

A presso a questa io feci la stampa per i mezzi giuli, innella quale io vi feci una testa in faccia di un San Giovannino. Questa fu la prima moneta con la testa in faccia in tanta sottigliezza di argento, che mai mi facessi; e questa tale dificultà non apparisce se none agli occhi di quelli che sono eccellenti in cotal professione.

post-8209-0-29705700-1413828046_thumb.jp ex NAC

Appresso a questa io feci le stampe per li scudi d’oro, innella quale era una croce da una banda con certi piccoli cherubini e dall’altra banda si era l’arme di Sua Eccellenza

post-8209-0-65845800-1413828129_thumb.pn ex NAC

Modificato da Ospite
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LXXXI

Accadde che Ottaviano de’ Medici, il quale pareva che governasse ogni cosa, volendo favorire contra la voglia del Duca il maestro vecchio di zecca che si chiamava Bastiano Cennini, uomo all’anticaccia e di poco sapere, aveva fatto mescolare nelle stampe degli scudi quei sua goffi ferri con i mia; per la qual cosa io me ne dolsi col Duca; il quale veduto il vero, lo ebbe molto per male e mi disse : - Va , dillo a Ottaviano de’ Medici e mostragnene-, onde io subito andai e mostratogli la ingiuria che era fatto alle mie belle monete, lui mi disse asinescamente:-Così ci piace di fare-: Al quale io risposi che così non era dovere e non piaceva a me.

post-8209-0-43038100-1413828293_thumb.jp ex Rauch

Relativamente a questo inserimento vedere la nota al termine.

Ritornatomene dal Duca gli narrai tutto quello che noi avevamo dispiacevolmente discorso, Ottaviano de’Medici e io; per la qual cosa io pregavo Sua Eccellenzia che non lasciassi far torto alle belle monete che io gli avevo fatto...

.....dissi al Duca:- Signore, state di buona voglia, che io vi farò molto più bella medaglia che io non feci a Papa Clemente; ché la ragion vuole che io faccia meglio, essendo quella la prima che io facessi mai; e messer Lorenzo qui mi darà qualche bellissimo rovescio.

LXXXVIII

Giunto che io fui a Roma...cominciai la medaglia del Duca; e avevo di già fatto in pochi giorni la testa in acciaio, la più bella opera che mai io avessi fatto in quel genere.......Feci intendere a Firenze che dicessino a Lorenzino che mi mandassi il rovescio della medaglia. Nicolò da Monte Agusto a chi io l’avevo scritto, mi scrisse così, dicendomi che n’aveva domandato quel pazzo malinconico filosafo di Lorenzino; il quale gli aveva detto che giorno e notte non pensava ad altro, e che egli lo farebbe più presto ch’egli avessi possuto; però mi disse che io non ponessi speranza al suo rovescio e che io ne facessi uno da per me, di mia pura invenzione.

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XCVI

( Ospite di Pietro Bembo )

Dipoi entro con modestissimi ragionamenti mostrandomi che arebbe aùto desiderio che io lo ritraessi;................ e la prima giornata io lavorai dua ore continue e bozzai quella virtuosa testa di tanta bona grazia, che Sua Signoria ne restò istupefatta......all’ultimo io mi risolsi a farla il meglio che io sapevo col tempo che la meritava. E perchè egli portava la barba corta alla veniziana mi dette di gran fatiche a fare una testa che mi sadisfacessi............e mi richiese che io facessi un rovescio a quella medaglia, almanco; e questo fu un caval Pegaseo in mezzo a una ghirlanda di mirto.

post-8209-0-88831700-1413828585_thumb.jp ex NAC

medaglia che alcuni, in malafede, attribuiscono al Cellini basandosi erroneamente sulla descrizione citata.

La barba non è qui "corta alla veniziana" e manca la ghirlanda di mirto intorno al Pegaso.

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Nota

ho inserito lo scudo d'oro con i diamanti di cui molti rifiutano l'attribuzione al Cellini essendomi sembrato doveroso mostrare anche la moneta per la quale, probabilmente, Cellini ebbe a lamentarsi con Alessandro.

Ottaviano che volle favorire Bastiano Cennini "aveva fatto mescolare nelle stampe degli scudi quei sua goffi ferri con i mia".

Non scrive: aveva sostituito ma fatto mescolare.

In teoria lo scudo con i diamanti potrebbe essere : a) del Cennini. b) una faccia del Cennini e l'altra del Cellini. c) del Cellini.

Se qualche esperto ha certezze al riguardo sarò lieto di leggerle.

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Premetto che non sono un esperto del Cellini, ma mi dispiace vedere scendere una discussione di questo tipo che poteva stare tranquillamente anche nella sezione monete moderne.

Intanto un plauso a chi l'ha condotta @@rorey36, non mi stancherò mai di dire di stare vicini a " questi attori " del forum, che creano spunti interessanti, intanto avendo l'idea, poi argomentandola, poi illustrandola e ci vuole oltre il tempo, la passione, tanta....

Ultima riflessione sosteniamo questi spunti....non fermiamoci al BB+ o BB-, per quanto interessanti e utili dal punto di vista commerciale, ma la moneta vediamola in cosa ci rappresenta, in cosa dice, nel messaggio che vuole dare agli utilizzatori, ma anche agli altri regnanti....

E quindi giusto parlare di incisori, di iconografie, di Cellini, che col suo Trattato d'oreficeria diventa il primo teorico rinascimentale delle nuove tecniche monetali.

Il Trattato d' oreficeria di Benvenuto Cellini lo potete leggere anche su A. Cairola " Le monete del Rinascimento ", è poi un omaggio dell'artista verso l'uomo che diventa un modello da estrinsecare artisticamente.

Quindi arte e monetazione che si ispirano e si compenetrano, l'uomo che torna all'attenzione nell'iconografia, il gusto del bello, del messaggio che si vuole dare.

E davanti a tali bellezze iconografiche che possiamo guardare e vedere......un BB+ o un BB- scompare di fronte a tale altezza artistica e di prospettiva.....

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Supporter

Bel lavoro @@rorey36, se vuoi ti posso inserire la scansione della foto del Giulio di Alessandro de Medici, o preferisci inserire solo monete passate in asta?

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Bel lavoro @@rorey36, se vuoi ti posso inserire la scansione della foto del Giulio di Alessandro de Medici, o preferisci inserire solo monete passate in asta?

Ho messo quel che ho trovato. Va tutto bene se serve a migliorare il lavoretto.

Grazie per l'apprezzamento.

Cordialmente

RR

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Supporter

Ok, ecco la scansione del Giulio

Saluti Marfir

post-21285-0-71430400-1413903614_thumb.j

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  • 2 settimane dopo...
  • 3 settimane dopo...

Voglio riprendere questa discussione dall'inizio , là dove si dice:

“a me impose che io facessi un modello d’un doppione largo d’oro innel quale voleva che fussi un Cristo ignudo con le mani legate, con lettere che dicessino  ‘Ecce homo, e un rovescio dove fussi un papa e uno imperatore, che dirizzassino d’accordo una croce, la quale mostrassi di cadere, con lettere che dicessino ‘Unus spiritus et una fides erat in eis’ .

Di questa Doppia non ho trovato foto nè illustrazioni fino a ieri quando aprendo un sito ho trovato uno scritto e una tavola con dei disegni che adesso mostro:

post-8209-0-96899200-1416847438_thumb.pn

nel disegno in basso a destra c'è l'"Ecce homo" mentre al centro in alto ci sono "un papa e uno imperatore, che dirizzassino d’accordo una croce" ma la scritta "Unus ecc." figura sull'immagine in basso al centro dove ci sono, penso, "un papa e uno imperatore" che però non "dirizzassino" affatto.

Mi scuso per la qualità del disegno ma non sono riuscito a ingrandirlo senza che sfocasse nè a renderlo migliore.

Pare che della moneta rarissima si trovi un esemplare al monetiere del Kunsthistorische Museum di Vienna, che nell'800 ne fornì un calco in gesso, credo al monetiere di Firenze.

Modificato da Ospite
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Supporter

Buona serata

Bravo Roberto, bel racconto che mi ero perso annegato da altre discussioni.

Bravo

Luciano

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Supporter

Ho scoperto solo oggi questa discussione. Molto piacevole ed istruttiva!

partendo dal pressuposto che non conosco la monetazione contemporanea al Cellini sarebbe molto affascinante vedere le monete o le medaglie che circolavano poco prima o durante l'opera del Cellini, così da poter apprezzare le innovazioni introdotte dal Cellini nell'arte della moneta e della medaglia. 

Modificato da azaad
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Tratto dalla "Biblioteca di Archeologia e Storia dell'Arte" del MiBAC

Periodico di Numismatica e Sfragistica per la Storia dell'Arte in Italia (1868-1874)

Anno 1868 vol.1

Notizie e osservazioni sulle monete e medaglie di Benvenuto Cellini. D.G.Ciabatti ( pag.31 e segg. Estratto)

 

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Facciamo un altro passo indietro e torniamo al post n.5 là dove (LXXI) è scritto:

"

Ancora Sua Santità entrato in e’ ragionamenti delle medaglie, mi dimandava che modo io avevo tenuto a stamparlecosì mirabilmente, essendo così grande; il che lui non aveva mai veduto degli antichi, medaglie di tanta grandezza..................mi disse che le medaglie erano bellissime e che gli erano molto grate  e che arebbe voluto fare un altro rovescio a sua fantasia, se tal medaglie si poteva istampare con dua rovesci. Io dissi che sì. Allora Sua Santità mi commesse che io facessi la storia di Mosè quando e’ percuote la pietra che e’ ne esce l’acqua con un motto sopra il qual dicessi “Ut bibat populus”  "

 

Anche di questa medaglia non avevo finora trovato tracce.

Il D/ è lo stesso del post n.4 e il Rovescio è riprodotto in alto a destra della tavola al n.18.

 

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Lavoro affascinante.

Lancio l'idea a chi l'ha iniziato di svilupparlo ulteriormente e poi di pubblicarlo (mi offro come editore)

troppo buono.

(e non so nemmeno se tutti gli inserimenti sono autorizzati o c'è una riserva)..

comunque è una cosetta che faccio per puro divertimento e per far lavorare il cervello ( a scanso di Alzheimer) vista la mia veneranda ( si può dire "veneranda"?) età.

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  • 4 settimane dopo...

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