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Il Miliario romano


Legio II Italica

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Da Strabone “Geographia

« I Romani posero ogni cura in tre cose soprattutto , che dai Greci furono trascurate , cioè nell'aprire le strade , nel costruire acquedotti e nel disporre nel sottosuolo le cloache »

 

Da quanto scritto dal geografo e storico greco possiamo aggiungere che queste tre cose , ma in massima parte tra le tre cose descritte da Strabone , furono le Strade a permettere la conquista , unite alla potenza delle Legioni e delle Istituzioni , permisero ai Romani la conquista del mondo antico
Tutta l’immensa rete stradale realizzata dai Romani rappresenta un'opera di ingegneria mai superata fino ai nostri giorni . Complessivamente furono lastricati o battuti per tutto l’Impero circa 100.000 chilometri di strade e possiamo affermare che la rete stradale romana e’ il più grande contributo materiale di Roma allo sviluppo della civiltà , seguito subito dopo dagli acquedotti . Le strade rappresentavano per Roma una arteria vitale , indispensabile per l'espansione e il controllo dell'Impero . I percorsi erano quasi sempre rettilinei , a volte ricalcavano antiche vie , comunque tutte erano percorse dagli eserciti , da commercianti , corrieri o semplici viandanti .
L'impero era attraversato da una perfetta ed efficiente rete stradale in massima parte lastricata , che manteneva quasi sempre una direzione per lo piu’ rettilinea , superava ostacoli spesso impervi , proseguendo su ponti , viadotti , attraverso sbancamenti ed anche lunghe gallerie .
Ma come facevano i Romani in generale a sapere nei loro spostamenti viari quanta strada avevano percorsa o quanta ne mancava fino al termine del viaggio ? esistevano lungo i tratti viari le “colonne miliarie” o pietre miliarie . Le distanze tra un luogo e l’ altro erano misurate in miglia romane nome che deriva da “milia passuum” cioe’ “mille passi” corrispondenti a circa 1480 metri ; quindi ogni 1480 metri era posta una colonna . Il “Miliarium” era il piu’ delle volte , ma anche diversamente , una colonna in pietra di forma cilindrica , costruita in materiale pietroso preso e tipico dai vari luoghi dove era disponibile il materiale ; era poggiata su una solida base in pietra rettangolare infissa nel terreno , era alta 150 centimetri con 50 di diametro , l’ altezza totale considerando la base raggiungeva quasi i 2 metri ; qui erano scolpite varie informazioni : in basso la distanza in miglia dal Foro di Roma , in alto il nome dell’ imperatore regnante durante la posa della colonna , i suoi titoli IMP , COS , TRP , PM , sintetica dedica , nome con dedica del magistrato o imperatore che avevano costruito o riparato la strada , con relative date ; insomma i Miliari sono dei veri e propri preziosi documenti storici , le loro iscrizioni raccontano momenti cristallizzati di storia romana , un po’ come una moneta .
Tutte le distanze in miglia registrate sui Miliari delle principali strade consolari in partenza da Roma , partivano dal Miliarium Aureum fino alla prima importante citta’ incontrata , da questa in poi il conteggio ricominciava fino all’ arrivo della successiva altra importante citta’ e cosi’ via ; il Miliarium Aureum fu posto da Augusto nel Foro vicino al Tempio di Saturno , qui erano riportate le maggiori citta’ dell’ Impero con le distanze da Roma , al tempo di Costantino cambio’ nome in Umbiculus Romae .
La “Pietra Miliare” degli antichi romani e’ stata un’ invenzione talmente importante che al giorno d’oggi dire o scrivere “Pietra Miliare” equivale a dire in senso figurato , un avvenimento, un'opera o un personaggio talmente importante da essere considerato un punto di riferimento o di svolta di un processo storico , scientifico , etnico , culturale od anche individuale .
Considerando che i Romani costruirono o ampliarono circa 100.000 chilometri di strade in tutto l’ Impero e calcolando una pietra miliare ogni 1,480 chilometri , dovrebbero avere eretto lungo tutte le strade circa 67.567 , tra colonne , cippi miliari e segnalazioni varie in pietra .

 

Un esempio (foto n°2) di dedica su una colonna miliare :

Testo sulla pietra miliare di Rablà (Alto Adige) , conservata al Museo Civico di Bolzano

 

Ti[berius] Claudius Caesar
Augustus German[icus]
Pont[ifex] max[imus] trib[unicia] pot[estate] VI
con[n]s[ul] desig[natus] III imp[erator] XI p[ater] p[atrie]
[vi]am Claudiam Augustam
quam Drusus pater Alpibus
bello patefactis derexserat
munit a flumine Pado at
[f]lumen Danuvium per [milia]
p[assuum] CC[CL]

“Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico, pontefice massimo, insignito della tribunicia potestas per la sesta volta, console designato per la quarta, imperatore per l'undicesima, padre della patria, la via Claudia Augusta, che il padre Druso, aperte le Alpi con la guerra, aveva tracciato, munì dal fiume Po al fiume Danubio per miglia CCCL”.

 

Sotto alcuni esempi di Colonne e cippi miliari , dentro le foto alcune note

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Modificato da Legio II Italica
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Chi nella propria Regione o locali Musei ha notizie di colonne o cippi miliari , le pubblichi . Ad esempio come la Colonna miliaria eretta nella strada romana direttamente scolpita nella roccia , che partendo da Aosta raggiungeva la Gallia .

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Ciao

visto che hai postato una foto della strada romana in Valle D'Aosta e precisamente a Donnaz e visto che io abito vicino ad Aosta, ti posto un po' di foto di quel miliario e dei suoi dintorni, la strada in quel tratto è molto importante oltre che per il cippo, ma soprattutto per la tagliata di roccia che è stato necessario fare per la vicinanza della Dora Baltea che in quel periodo scorreva li vicino. Ti posto anche le foto di altri due cippi uno al museo di Aosta e l'altro reimpiegato come colonna  della cripta romanica della chiesa di S. Orso ad Aosta. Questo quello che conosco qui in valle.

Silvio

 

PS ti posto dopo un altro cippo ma le specifiche te le indico dopo.

Nelle foto n° 4637 e 4638 si può notare un pezzo della tagliata, che se vi interessa posso postare altre e più dettagliate foto.

 

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Ciao quelle che vi posto ora sono le foto scansionate degli altri due altri cippi che abbiamo in valle, tratti dal bellissimo volume di Antonina Maria Cavallaro e Gerold Walser dal titolo ISCRIZIONI DI AUGUSTA PRAETORIA edito da Musumeci Editore. IL primo come si nota è quello della Cripta di S. Orso e il secondo quello trovato nel comune di Sarre.

Silvio

Modificato da mazzarello silvio
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Dimenticato di inserire le foto eccole

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Supporter

e quello di Sarre

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Supporter

Ciao

quello che posto ora è al museo di Burdur in Turchia nei pressi di Sagalassos.

Silvio

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Esistono nella monetazione emessa da Filippo I , oro , argento e bronzo , degli esemplari emessi in occasione del Millenario di Roma dalla titolatura al rovescio : Saeculares Augg , con al centro una Colonna con scritto COS III ; questa Colonna raffigurata nelle monete potrebbe forse rappresentare il Miliarium Aurem del Foro sopra descritto , la cui base e’ ancora visibile tra i ruderi del Foro .

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  • 7 anni dopo...

Buona Giornata

Riprendo questa discussione perché con degli Amici stiamo portando avanti studi e osservazioni sui cippi lungo la strada che collegava Abellinum, un'antica città dell'Italia meridionale che sorgeva nel territorio dell'odierna Atripalda (AV), all’ager Campanus, Municipium di Nuvla (città nuova), ossia alla Nolana Colonia Felix Augusta, l’attuale Nola (NA).

Lungo tale strada, attuale Via Nazionale di Torrette di Mercogliano (SS 7 bis), già Via Campanina, già Via Domizia o Via Napoletana, fu rinvenuto, negli anni ‘50 del ‘900, il IV cippo miliare da Abellinum verso l'ager Campanus, esposto nell’ex Carcere Borbonico nella sala 27 della sezione Irpinia.

 

Chiedo agli amici lamonetiani, se hanno notizie per approfondire il discorso su tale tipologia di cippi e se desiderano, di commentare anche il post su facebook Il cippo di Torrette di Mercogliano (AV) di Angelo Cutolo.

 

Segue descrizione del cippo miliare di Torrette di Mercogliano (AV), IV cippo miliare da Abellinum verso l’ager Campanus.

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Lungo la Via Nazionale di Torrette di Mercogliano (SS 7 bis), l’antica Via Campanina, già Via Domizia o Via Napoletana, in corrispondenza nella proprietà Di Nardo, fu rinvenuto, negli anni ‘50 del ‘900, il IV cippo miliare da Abellinum verso l’ager Campanus, il cui ritrovamento è stato di grande utilità per una corretta ricostruzione topografica della zona.

Tale cippo è infatti una pietra miliare atta a scandire le distanze lungo le vie pubbliche romane in miglia romane (1 miglio romano = 1478,50 m) dal punto di partenza della strada oppure dalla città più vicina.

I miliari riportano un'iscrizione redatta in uno stile particolare, con abbreviazioni e sigle; sono in genere caratterizzati dall'indicazione della distanza in miglia romane, da sola o con la scritta m(ilia) p(assum) dal punto di partenza. Inoltre nella quasi totalità dei miliari sono riportati il nome e le titolature del magistrato o dell'imperatore che fece costruire o restaurare la strada, talvolta seguiti da verbi come fecit, munivit, refecit, stravit. Quando questi dati mancano e compare solo una dedica si può ipotizzare uno scopo celebrativo e onorario del monumento.

L’iscrizione, ancora visibile, si riferisce al restauro della via: riporta i nomi di quattro imperatori: Flavio Claudio Iuliano detto l’Apostata, Valentiniano, Teodosio e Arcadio. Verosimilmente sotto i loro governi venne promossa e portata a termine la ristrutturazione dell’antica rete stradale che collegava Abellinum (attuale Atripalda) con la Campania Felix, meglio conosciuta come via Campanina e al cui quarto miglio era presente questo cippo. Ricorda alcuni restauri effettuati della strada: uno dell'epoca di Giuliano l’Apostata (355 - 363), i cui tratti epigrafici appaiono realizzati con maggior cura rispetto a quelli utilizzati per ricordare i successivi interventi eseguiti sotto gli imperatori Valentiniano Il (375 - 392), Teodosio (379 - 395) e Arcadio (395 - 408); Manca il nome della persona che si occupò del restauro, è tuttavia presente la tradizionale formula “bono/rei publicae/natus” (nato per il bene pubblico), con cui veniva di solito indicato chi commissionava o promuoveva un’opera pubblica.

Il cippo, datato alla seconda metà del IV sec. d.C., è un pezzo riadoperato di una statua: sono visibili tracce dell’originario panneggio. È di calcare locale; alto 149 cm con diametro minimo di 24 cm e diametro massimo di 30 cm.

L’iscrizione che si legge è:

D.N./Flavio/Claudio/luliano/Bono/R(ei)P(ublicae)/natus/DDD[NN]N/Valentiniano/Theodosio/et Arcadio/AUGGG/ Bono/R(ei)/llll

Le pietre miliari possono senz'altro essere considerate uno dei primi esempi di segnale stradale, precursore delle odierne indicazioni verticali e il loro ritrovamento è stato ed è prezioso per ricostruire o confermare percorsi stradali romani ed eventi.

Il cippo di località Torrette risulta di particolare interesse per il riferimento sia alla cura che ancora nel corso della tarda antichità veniva posta nei confronti di questo tratto stradale da parte dell’autorità pubblica sia al persistere dell’uso del sistema viario romano, che peraltro sembrerebbe restare immutato anche nel corso dell’età medievale quando la medesima arteria veniva indicata come Via Antiqua, Via Publica, Via Plana e Via Campanina.

 

 

Bibliografia

·        Iannacchini A. M., Topografia storica dell’Irpinia, vol. I, Napoli 1891, p.p. 24 – 25.

·        Flammia P. A. F., La viabilità romana in Irpinia in VICUM Anno XXIII – N. 4 (Fasc. XLIV) DIC. 2005, Rotostampa s.r.l. – Lioni (AV), 2005, p.p. 212 – 213; versione su www.academia.edu › 32747339 › La_viabilità_romana_in_Irpinia(PDF), p.p. 30 – 31.

·        Montefusco A., Lungo la Via Regia delle Puglie in La domenica de il Quotidiano del Sud, del 27 maggio 2018, Avellino, 2018, p.p. 20 – 21.

·        Picariello S., Scheda di catalogazione in Est Locus… l’Irpinia postunitaria, Ed. Mephite, Atripalda (AV), 2011, p.112.

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Nella cittadina di origine di mio padre , Cantiano (PU), è conservato nel museo archeologico una colonna miliare.

Ne diede per primo notizia il Mochi nel 1878 . Si trovava presso una casa colonica in Vocabolo Colmorello, oggi Colnovello, Cantiano lungo la strada consolare Flaminia.

Luogo di conservazione: Cantiano, Museo Civico.
Cippo cilindrico leggermente rastremato, in granito. Presenta resti di un collarino (alt. 5 cm.) al sommoscapo. Misure: alt. 121 cm; diametro superiore 31 cm, diametro inferiore 32 cm.; Ha due iscrizioni. Altezza lettere: iscrizione 1 : 4,5-6,5 cm iscrizione 2 : 5,0-11,5 cm
Testo: Iscrizione 1: [- - -] ++o [- - -]++ [- - -] +++ [C]XXXVIIII.
Iscrizione 2 : Dd nn (i.e. dominis nostris) C(aio) Fla(vio) Val(erio) Severo et M (!) Gal(erio) Val(erio) Ma= ximino nobb (i.e. Nobilissimis) [[ [Caess (i.e. Caesaribus duobus) - - -] ]] m(ilia) p(assum) / CXL.
Datazione: E' un miliario di Severo II e Massimino Daia (iscrizione 2), databile tra l'1 maggio del 305, quando Severo II e Massimino Daia divennero Cesari e l'agosto del 306, quando Severo II venne eletto Augusto. Sul retro del cippo si conservano i resti di una iscrizione (iscrizione 1), erasa presumibilmente in occasione della dedica a Severo e Massimino e pertanto databile ad epoca anteriore al 305.
L'iscrizione 2 del miliario è dedicata ai Cesari Severo II e Massimino Daia. L'incerta lettura della parte finale dell'iscrizione, dove un'erosione, presumibilmente effettuata in modo errato, ha cancellato non il nome di Massimino ma la titolatura dei Cesari, pone tuttavia qualche dubbio interpretativo, che lascia aperte altre possibili letture.


Bibliografia:  F.Uncini, Antiche Vie tra Umbria e Marche ,  Ed. Quattroemme, 1995.

http://www.federarcheo.it/cantiano-pu-miliare-di-cantiano/

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  • Grazie 1
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