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Archeologo


zeus750

Risposte migliori

A volte contemplando la collezione ( modesta) che mio bisnonno aveva penso a quanto deve essere appassionante il lavoro dell archeologo che prima ti fa scoprire pezzi poi li devi catalogare e scoprirne tutti i segreti che nasconde.

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Comunque si è appassionante, ma il lavoro dell'archeologo a mio parere non è cosa per tutti,anzitutto se non hai una grande passione e un grande spirito di adattamento vedrai che su uno scavo non ti sentirai a tuo agio. Diciamo che non è tutto oro quello che luccica, ho visto gente al terzo anno  di archeologia, pentirsi dopo aver affrontato una campagna di scavo.  E' un discorso ampio e dipende moltissimo dalla persona, più che dal lavoro stesso  :)

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Comunque si è appassionante, ma il lavoro dell'archeologo a mio parere non è cosa per tutti,anzitutto se non hai una grande passione e un grande spirito di adattamento vedrai che su uno scavo non ti sentirai a tuo agio. Diciamo che non è tutto oro quello che luccica, ho visto gente al terzo anno  di archeologia, pentirsi dopo aver affrontato una campagna di scavo.  E' un discorso ampio e dipende moltissimo dalla persona, più che dal lavoro stesso   :)

 

E' esattamente così. Occorre passione perchè di guadagno ce ne è molto poco, soprattutto in Italia.

Ma bisogna dismettere l'idea che l'Archeologia è solo scavo. Anzi, lo scavo è una parte minimale e neanche la più importante. :D

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Lui parlava di ritrovamenti e quindi ho dato questa spiegazione, però che quella fase non sia la più importante e che sia una fase minimale sono poco d'accordo, per diverse motivazioni, se non ci fosse lo scavo e quindi il ritrovamento noi non avremmo nulla da studiare e quindi nulla da scoprire su un passato a noi sconosciuto, inoltre molto è importante la metodologia di scavo.

Ad esempio  gli scavi del XIX secolo in territori come Delfi, Acropoli di Atene,Olimpia, Epidauro, e il tempio di Heraion (Era) a Samo  sono sorprendenti per le dimensioni e per le ricchezze monumentali eppure peccano per la mancanza di attenzione data all'epoca per i particolari più minuti dello scavo. 

Questo discorso è espandibile anche fuori dalla Grecia vera e propria come Paestum, Selinunte o Pergamo (Turchia).

 

Anche perché c'è da considerare che all'epoca l'interesse era rivolto solitamente solo verso i templi, nonostante oggi i templi occupano ancora una parte privilegiata, l'interesse ora si è spostato anche nei confronti degli abitati. Così facendo C.A. Moberg ha stabilito una distinzione fondamentale  con i così detti siti "aperti" e siti "chiusi", dove i primi corrispondono in particolare agli abitati, mentre i siti chiusi si riferiscono maggiormente a luoghi di sepoltura e a luoghi sacri. Scusate ragazzi mi fermo senò mi dilungo troppo 

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Il discorso è lungo e complesso.

Bisognerebbe cominciare con la definizione: "L'archeologia è ricostruzione storica attraverso il dato materiale".

Quindi l'Archeologo è innanzitutto uno storico. Soltanto che non utilizza sono le fonti scritte, ma anche e soprattutto beni materiali.

L'Archeologo deve "scrivere" una storia. Questo è il suo obiettivo ultimo.

Non è interessato all'oggetto in sè, nè ai monumenti in sè. Ovviamente li apprezza, ma quando lo fa è fuori dalla sua professione di Archeologo.

Non è quindi uno storico dell'arte, nè un antiquario, nè un cercatore di tesori. E' molto diverso e molto di più.

Tutti possono scavare e usare una pala per recuperare oggetti. Pochi sanno interpretarli. Pochissimi farne una pubblicazione. Quasi nessuno inserli in un contesto e farne una storia organica.(sul mondo italico, l'ultimo è stato Sambon negli anni Sessanta).

 

Quanto allo scavo è un problema odierno che si unisce a questioni economiche.

Il fatto è che si è scavato troppo e si è scavato male. Quanti dati sono andati persi? Quanti magazzini hanno materiale non inventariato?

Quante cose non sono state pubblicate? Quanti scavi finiscono nel nulla? Quanti siti sono in stato di abbandono? Tanti, troppi.

L'archeologia non può fossilizzarsi sullo scavo, oggi. Carandini lo definiva l'esperimento irripetibile, dove se si sbaglia, non si può tornare indietro. Bisogna scavare solo se estremamente necessario. E con le tecnologie di oggi, sarà sempre meno necessario.

Quando saranno inventariati, schedati, pubblicati tutti i dati finora scavati allora si potrà riprendere.

Fino ad allora gli archeologi dovranno rassegnarsi a tenere la testa chinata sui libri in biblioteche e su materiale nei musei e nei laboratorii, più che all'aria aperta.

E' meglio che sia consapevole chi intende iniziarsi in questa professione.

Modificato da MAP
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Questo è un discorso che si prolunga soprattutto se facciamo riferimento qui in Italia, ad esempio se vi trovate a camminare per Pompei potrete ammirare, quasi per caso, migliaia di resti gettati nei magazzini oppure  se andate ad Ercolano potrete ammirare anzitutto la villa dei papiri chiusa da anni e in seguito numerosi resti archeologici gettati come spazzatura  oppure lo stesso museo archeologico dove finalmente ( si dice) riapriranno la parte relativa all'Egitto.

Sai che quello che vedi esposto al museo Archeologico di Napoli non è neanche 1 / 3 del materiale che c'è all'interno? se si potrebbe fare un giro, cosa non possibile per motivi di sicurezza, nel sottotetto, ci sono aree con casseforti blindate, la stessa collezione di numismatica ( fonte avuta da una persona che lavora all'interno di quella sezione ) ha esposto solo ciò che realmente poco conta rispetto a ciò che hanno di sopra, di inestimabile valore. L'accesso lì è consentito solo agli addetti, e agli studiosi.

 

Credo che come succede qui ( ho nominato Napoli essendo Partenopeo ) succeda anche un pò in tutta Italia, quindi possiamo presumere di avere un patrimonio nascosto e molte persone neanche lo sanno. 

 

Per quanto riguarda lo scavo, potrei nominare anche le prospezioni sistematiche sul terreno, che consentono di stabilire delle monografie regionali estremamente precise senza ricorrere allo scavo che è molto più costoso e lungo. 

 

Poi dipende sempre da cosa vuoi cercare, abbiamo moltissimi reperti non ancora studiati su determinate aree ma poco e niente su altre, quindi per me lo scavo archeologico è sempre un punto necessario per scoprire altro su altre popolazioni, ad esempio andando in sud America, in particolare in Perù, per me sono ancora troppo i punti interrogativi. Ogni cosa che viene ritrovata, è giusto che venga ritrovata, serve in un certo senso ad arricchire  il patrimonio nazionale e anche i musei, ciò non toglie che  in contemporanea alle ricerche si continua lo studio, in modo che i nuovi reperti saranno lo studio dei ragazzi del domani. 

 

Per quanto riguarda la professione di storico d'arte e archeologo, potrai notare che gli esami almeno alla triennale riguardano praticamente le stesse materie, e non sono d'accordo che l'archeologo apprezza soltanto l'oggetto in sè visto che con gli stessi oggetti e monumenti scrive la storia stessa, senò il lavoro dell'archeologo su cosa si basa? scrivere una storia? ok, ma con quali elementi? Solo le fonti scritte? Sappiamo della guerra del Peloponneso  grazie a ciò che ci racconta Tucidide, o magari ci rivolgiamo a Senofonte, ma con tutta la buona fede, avrei preferito trovare anche qualcosa di più, magari qualche resto che indicasse la vera storia. Cosa banale ad esempio, facciamo un passo indietro : Seconda guerra Persiana, secondo Erodoto i  Persiani avevano un esercito imponente ( 1.700.000 uomini ) sarà vero? diversi riscontri di censimenti, dimostrerebbero che all'epoca non era così tanta la popolazione in grado di poter combattere. Un'altro esempio :  le varie leggende pervenuteci che riguardano il Monte Taigeto e Sparta, dove si dice che venissero abbandonati i bambini deformi, dopo vari ritrovamenti siamo riusciti a scoprire solo resti di uomini adulti in particolare se ricordo bene solo una trentina di corpi risalenti sicuramente a qualche guerra o magari erano deii traditori, forse  sono corpi della stessa guerra del Peloponneso chissà.

 

@@MAP è piacevole scambiare pensieri con te  ^_^

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Ho ormai adottato il metodo @@bizerba62 per rispondere :lol:

 

Questo è un discorso che si prolunga soprattutto se facciamo riferimento qui in Italia, ad esempio se vi trovate a camminare per Pompei potrete ammirare, quasi per caso, migliaia di resti gettati nei magazzini oppure  se andate ad Ercolano potrete ammirare anzitutto la villa dei papiri chiusa da anni e in seguito numerosi resti archeologici gettati come spazzatura  oppure lo stesso museo archeologico dove finalmente ( si dice) riapriranno la parte relativa all'Egitto.

Sai che quello che vedi esposto al museo Archeologico di Napoli non è neanche 1 / 3 del materiale che c'è all'interno? se si potrebbe fare un giro, cosa non possibile per motivi di sicurezza, nel sottotetto, ci sono aree con casseforti blindate, la stessa collezione di numismatica ( fonte avuta da una persona che lavora all'interno di quella sezione ) ha esposto solo ciò che realmente poco conta rispetto a ciò che hanno di sopra, di inestimabile valore. L'accesso lì è consentito solo agli addetti, e agli studiosi.

 

E' vero. Ne sono più che consapevole. Purtroppo neanche il British Museum espone tutto. Sarebbe impossibile in Italia. Una maggiore fruibilità sarebbe comunque gradita.

 

Credo che come succede qui ( ho nominato Napoli essendo Partenopeo ) succeda anche un pò in tutta Italia, quindi possiamo presumere di avere un patrimonio nascosto e molte persone neanche lo sanno. 

 

Vedi sopra.

 

 

Per quanto riguarda lo scavo, potrei nominare anche le prospezioni sistematiche sul terreno, che consentono di stabilire delle monografie regionali estremamente precise senza ricorrere allo scavo che è molto più costoso e lungo. 

 

Esatto, ma c'è anche tanto altro. Se l'obiettivo è riportare alla luce, allora bisogna considerare anche la spesa per manutenerlo.

Sarebbe come comprare una Ferrari e non avere i soldi per l'assicurazione. E per assicurazione si intendono(spese convegni e pubblicazioni materiali e planimetria).

 

 

Poi dipende sempre da cosa vuoi cercare, abbiamo moltissimi reperti non ancora studiati su determinate aree ma poco e niente su altre, quindi per me lo scavo archeologico è sempre un punto necessario per scoprire altro su altre popolazioni, ad esempio andando in sud America, in particolare in Perù, per me sono ancora troppo i punti interrogativi. Ogni cosa che viene ritrovata, è giusto che venga ritrovata, serve in un certo senso ad arricchire  il patrimonio nazionale e anche i musei, ciò non toglie che  in contemporanea alle ricerche si continua lo studio, in modo che i nuovi reperti saranno lo studio dei ragazzi del domani. 

 

Qui cominciamo a non essere più d'accordo.

La domanda è sempre la stessa. Si scava per cosa? Per conoscere o recuperare materiale?

Se la risposta è la prima, come ogni archeologo del XXI secolo risponderebbe, allora bisogna arrivare alla conclusione che il rapporto fra lo scavato e il pubblicato è fortemente il difetto per il secondo. Scavato troppo. Scavato male.

 

 

 

Per quanto riguarda la professione di storico d'arte e archeologo, potrai notare che gli esami almeno alla triennale riguardano praticamente le stesse materie, e non sono d'accordo che l'archeologo apprezza soltanto l'oggetto in sè visto che con gli stessi oggetti e monumenti scrive la storia stessa, senò il lavoro dell'archeologo su cosa si basa? scrivere una storia? ok, ma con quali elementi? Solo le fonti scritte? Sappiamo della guerra del Peloponneso  grazie a ciò che ci racconta Tucidide, o magari ci rivolgiamo a Senofonte, ma con tutta la buona fede, avrei preferito trovare anche qualcosa di più, magari qualche resto che indicasse la vera storia. Cosa banale ad esempio, facciamo un passo indietro : Seconda guerra Persiana, secondo Erodoto i  Persiani avevano un esercito imponente ( 1.700.000 uomini ) sarà vero? diversi riscontri di censimenti, dimostrerebbero che all'epoca non era così tanta la popolazione in grado di poter combattere. Un'altro esempio :  le varie leggende pervenuteci che riguardano il Monte Taigeto e Sparta, dove si dice che venissero abbandonati i bambini deformi, dopo vari ritrovamenti siamo riusciti a scoprire solo resti di uomini adulti in particolare se ricordo bene solo una trentina di corpi risalenti sicuramente a qualche guerra o magari erano deii traditori, forse  sono corpi della stessa guerra del Peloponneso chissà.

 

Se rileggi il mio messaggio, scoprirai che ho scritto la medesima cosa. :D

L'archeologia si basa sull'utilizzo dei beni materiali per ricostruire la Storia e non solo sulle fonti scritte.

 

 

@@MAP è piacevole scambiare pensieri con te   ^_^

 

Anche per me.

 

 

Saluti. Maria A.

Modificato da MAP
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No ragazzi io non sono archeologo, ci vuole ancora un pochino di tempo per terminare gli studi  :D

Modificato da Rubino
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:D

No ragazzi io sono archeologo, ci vuole ancora un pochino di tempo per terminare gli studi  :D

 

Io invece terminati da troppo tempo...purtroppo gli anni passano anche per gli archeologi :D !!!

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@@William123000

Certo che si può, come ogni mestiere, se vorresti potresti anche metterti  a lavorare l'alabastro.

 

Il discorso è che comunque  non devi prima di tutto farne una questione di soldi, perché se intendi rimanere qui o comunque anche in altri paesi di soldi ne vedrai pochi.

 

All'inizio non sarà per niente rose e fiori anzi dovrai solo dimostrare quel che vali e abbassare la testa cercando di apprendere il più possibile, perché c'è davvero tanto da apprendere.

 

Dipende anche da molte altre cose che differenziano anche gli archeologi stessi, quanto sei bravo, dove hai studiato, con quanto riesci a laurearti, in cosa vuoi specializzarti (ad esempio in Egitto, Grecia ecc) e soprattutto con cosa finisci gli studi (specialistica, dottorato ecc).

 

Pensa, la figura dell'archeologo è stata riconosciuta l'anno scorso qui in Italia, prima se ti accadeva qualcosa durante qualche operazione si veniva retribuiti come un semplice operaio.

 

Fai conto che è una gara, e ci sono poche persone che possono partecipare quindi le restanti faranno altro. Ho amici (laureati in storia e filosofia) che lavorano nei supermercati, di possibilità ne hanno avute, ma tutte fuori Italia e loro non vogliono abbandonare la "patria". 

 

Quindi se è una questione di sicurezza di lavorare e compenso per il lavoro, ci sono tanti altri lavori più richiesti, se invece è per una passione allora si fa la scelta giusta.

 

Come dice mio padre : bisognerebbe ritornare nelle campagne e coltivare la terra, si stava meglio quando si stava peggio :)

Modificato da Rubino
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il discorso è ampissimo, ma dico la mia....

purtroppo la modalità italiana non favorisce l'archeologia come studio, non solo per carenza di fondi, e non solo perché in passato l'attenzione era sull'opera d'arte e non sul contesto (maledetto approccio romantico :) ).

 

uno dei massimi problemi è l'approccio istituzionale (ovviamente a mio modesto parere)... in questo campo lo Stato si trasforma nel peggior "collezionista"

- possiede ogni cosa

- raramente sa esattamente cosa possiede

- non studia e non pubblica

- non presidia e troppo spesso "perde" ciò che era in attesa di essere studiato

- a volte rende difficoltoso lo studio di chi vorrebbe pubblicare, rendendo l'accesso ai materiali scomodo o peggio interdetto

- non preserva a dovere il suo patrimonio

 

I "beni culturali" sono stati trasformati dall'opinione pubblica in una "rottura di scatole" che blocca solo i lavori per "quattro cocci"

 

che dire quando si vedono migliaia di lucerne ad olio ammassate in un angolo di un magazzino...non studiate, non repertoriate, non esposte...praticamente ignote a chiunque...

 

per fortuna ci sono gli Archeologi con la loro passione, talmente grande da combattere ogni giorno con tutto questo una battaglia immane... a loro tutto il mio rispetto e un grande GRAZIE per tutto ciò che fanno con immane fatica

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