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Editoriale Giornale della Numismatica 10.9.2015


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Salve a tutti,

 

nel recente editoriale del Giornale della Numismatica (10.9.2015), il dott. Roberto Ganganelli ha rilevato, tra l'altro, quanto segue, con riferimento all'evoluzione del collezionismo di monete in Italia:

 

"E’ evidente che il collezionismo diffuso di un tempo non esiste più e che gli appassionati ancora sulla breccia hanno modificato budget e obiettivi. Colpa della crisi economica, certo, ma colpa anche di una crisi culturale che sta sia portando alcuni collezionisti “di lungo corso” ad allontanarsi dal settore che tanti potenziali, nuovi appassionati, nemmeno a tentare di avvicinarsi alla raccolta di monete, medaglie e banconote".

 

Ora, a me pare che la sopra riportata affermazione (che, lo confesso, mi ha piuttosto colpito) non trovi molti riscontri nella realtà.

 

Per brevità, mi limito a due esempi che dovrebbero contribuire a confutare l'osservazione del Direttore (ben sapendo, peraltro, che il campione potrebbe essere poco rappresentativo):

1) nell'ultima asta nomisma (n. 52), dei 2192 lotti offerti ne sono stati aggiudicati 1576, pari a circa il 72%, per importi singoli assai diversificati e per una somma complessiva (che non ho calcolato ma di certo) non irrilevante; dei restanti 616 lotti non aggiudicati, poi, è verosimile che una quota apprezzabile sia stata venduta nel dopo asta;

2) nella penultima asta Inasta (n. 59), del 1558 lotti presentati, ne sono stati aggiudicati 837, pari a circa il 54%; anche in questo caso, prezzi per tutte le tasche (sia da "collezionisti di lungo corso", che da "potenziali, nuovi appassionati", per citare l'editoriale), importo complessivo non trascurabile, presumibili vendite post-asta.

 

Poiché, tuttavia, non possiedo neanche lontanamente nè la competenza, nè l'esperienza, del dott. Ganganelli, mi piacerebbe conoscere l'opinione degli altri utenti del Forum sulla questione.

 

Ringrazio sin d'ora chi vorrà intervenire. Buona serata. 

 

 

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Venduti in Italia o all'estero?

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L'avevo letto anch'io e pensavo di proporlo qui come riflessione, mi hai anticipato....meglio, e ' un argomento aperto che si presta a opinioni differenziate, certamente c'è il collezionismo italico e quello straniero, molte aste di nome giocano anche sull'estero, io credo che il collezionismo per pezzi importanti tenga ancora ma segni il passo per pezzi comuni, di non grandi conservazioni, insomma che paghi il molto raro e la grande conservazione.

E che poi alla lunga questo clima da terrorismo sul povero collezionista di monete alla lunga abbia creato dubbi, disagi e insicurezze e che qualcuno di conseguenza abbia ridotto o si sia fermato.....creando un rallentamento più ancora della crisi economica che indubbiamente c'è e che condiziona i beni voluttuari, parere personale....ma credo che Ganganelli più che altro abbia voluto offrire alla comunità uno spunto di riflessione che è giusto raccogliere anche qui....siamo un forum numismatico non per nulla ....

Modificato da dabbene
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Per me non si possono prendere le aste come "metro " del collezionismo numismatico.  Io colleziono monete dell'età di 14 anni e, tranne che su e Bay,  non ho mai comprato monete in asta.  Meglio sarebbe vedere affluenza nei convegni e volume d'affari negli stessi.  Le aste solitamente riguardano budget di disponibilità medio alti! 

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Come dimostrato dagli interventi precedenti il mio, penso che le considerazioni da fare siano tante per un problema complesso come questo... Di certo, però, sono d' accordo sul fatto che la crisi econimica e SOPRATTUTTO quella culturale stiano avendo un peso sul mondo del collezionismo (così come sulla società in generale, se volessimo ampliare il discorso). Onestamente, sono contento che il Direttore abbia dato importanza all' aspetto del decadimento culturale generalizzato..

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"in Italia o all'estero?"

Gli italiani comprano anche all'estero, mi pare"

"Le aste solitamente riguardano budget di disponibilità medio alti!"

Non guardi quelle di deamoneta ?

"Meglio sarebbe vedere affluenza nei convegni e volume d'affari negli stessi."

Boh, io al convegno di Torino vedo sempre gli stessi prezzi(alti) , le stesse facce e le stesse monete.

Prima di internet il mercato era agonizzante, se non morto. Poi si è risvegliato. Che non ci siano molti soldi in giro è indubbio ma per le belle monete ci sono eccome....

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Sicuramente la crisi economica ha influenzato, e il numero dei collezionisti medi si é abbassato. Ma sono cmq d'accordo con chi ha scritto l'articolo.. C'è una profonda crisi culturale

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Secondo me il collezionismo si orienta sempre di più verso la qualità.

 

Questa, infatti, non conosce crisi al contrario delle monete in media - medio/bassa che non hanno più il pubblico "generico" che forse avevano una volta.

 

Certamente la crisi culturale è un dato di fatto. Un esempio? Gli appassionati di Vittorio Emanuele III dovrebbero sentirsi molto coinvolti dalla famosa storia della "Nota 56" scoperta da @@elledi. Ma quanti in realtà se ne interessano? Quanti addirittura non sanno neppure di cosa si tratti? 

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Certamente la crisi culturale è un dato di fatto. Un esempio? Gli appassionati di Vittorio Emanuele III dovrebbero sentirsi molto coinvolti dalla famosa storia della "Nota 56" scoperta da @@elledi. Ma quanti in realtà se ne interessano? Quanti addirittura non sanno neppure di cosa si tratti? 

 

Purtroppo l'ignoranza è molto più diffusa, e a un livello terra-terra. In fondo, quello della "Nota 56" è un ambito specialistico, ma proprio ieri pomeriggio, vagando tra i programmi televisivi, mi sono imbattuto in Geo, su RAI3, mentre avevano appena lanciato un quiz telefonico:

 

"Il nome della nostra vecchia moneta, la lira, da cosa deriva?"

 

Risposta 1: dalla libbra d'argento

Risposta 2: dallo strumento musicale chiamato lira.

 

Il 66% (sessantaseipercento) di coloro che hanno risposto hanno detto lo strumento musicale, e uno dei conduttori del programma ha riconosciuto che anche lui sarebbe stato in difficoltà nel rispondere...altro che preoccuparsi di quelli che non conoscono la "Nota 56" :rolleyes:

 

petronius :)

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Purtroppo l'ignoranza è molto più diffusa, e a un livello terra-terra. In fondo, quello della "Nota 56" è un ambito specialistico, ma proprio ieri pomeriggio, vagando tra i programmi televisivi, mi sono imbattuto in Geo, su RAI3, mentre avevano appena lanciato un quiz telefonico:

 

"Il nome della nostra vecchia moneta, la lira, da cosa deriva?"

 

Risposta 1: dalla libbra d'argento

Risposta 2: dallo strumento musicale chiamato lira.

 

Il 66% (sessantaseipercento) di coloro che hanno risposto hanno detto lo strumento musicale, e uno dei conduttori del programma ha riconosciuto che anche lui sarebbe stato in difficoltà nel rispondere...altro che preoccuparsi di quelli che non conoscono la "Nota 56" :rolleyes:

 

petronius :)

 

e, se non altro, il nostro è un mondo di nicchia... tutto sommato, l' ignoranza numismatica non è un dramma....

 

ciò che mi preoccupa è l' ignoranza in altri settori... mi chiedo solo se la crisi culturale sia veramente più forte rispetto al passato o se non ci troviamo piuttosto di fronte agli effetti dei mezzi moderni di comunicazione che permettono a chiunque, ma proprio a chiunque, di avere una voce e, quel che è peggio, un seguito... insomma, l' ignoranza è veramente aumentata o semplicemente ci ritroviamo a contatto con idee/discorsi/opinioni che, un tempo, sarebbero rimaste confinate alla briscola e al baretto? forse entrambe le cose..

Modificato da Afranio_Burro
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Ciao.

 

Sul rapporto cultura - collezionismo non riesco tuttora ad avere le idee chiare.

 

In questo momento sto leggendo un libro del Prof. Adriano Savio dal titolo "Monete Romane" che trovo molto interessante e ben scritto.

 

Tuttavia, ho dovuto rileggere più volte una considerazione svolta dall'Autore nella parte introduttiva del libro (pag. 36), che lì per lì mi ha fatto un tantino "sobbalzare" dalla sedia e che Vi propongo di seguito:

 

...."opere anche famose di economia antica hanno pressoché ignorato i fatti monetari, forse perché il collegamento fra numismatica e collezionismo l'ha squalificata di fronte agli studiosi "seri", forse perché l'approccio del passato alla materia l'ha mantenuta negli àmbiti di cui si diceva".

 

Chiaramente, la considerazione del Prof. Savio che mi ha sorpreso è quella che ho sottolineato e che sembra rivestire di valenze negative il rapporto numismatica-collezionismo, tanto da squalificare la prima agli occhi degli studiosi "seri" proprio a causa di tale relazione.

 

Per la verità, un tale assunto troverebbe conforto anche in qualche opinione espressa a proposito di "mitiche" Personalità della numismatica, vissute nel precedente secolo o addirittura nell'800, che da taluni vengono descritte come figure di spicco della cultura numismatica del loro tempo mentre altri, al contrario, li addìtano come soggetti quasi privi di scrupoli, dediti prevalentemente a curare i propri interessi commerciali connessi alla numismatica.

 

So bene di toccare tasti "politicamente scorretti" e poco condivisi su un Forum in gran parte frequentato da collezionisti (fra i quali, sia detto per inciso, mi aggiungo io stesso come ultima ruota del carro), ma la sensazione che non basti collezionare monete per dirsi persone "di cultura" (non uso intenzionalmente il termine "intellettuali" perché è un termine che mi ha sempre fatto ribrezzo...) , mi attraversa spesso la mente....... :crazy:.

 

Che dite.

 

Saluti. :hi:

M.

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...la sensazione che non basti collezionare monete per dirsi persone "di cultura"...mi attraversa spesso la mente....... :crazy:

 

Si legge di continuo nel forum che il collezionismo fine a se stesso, o per puri scopi speculativi, non basta, che "prima di comprare una moneta si deve comprare il libro che la studia" e, aggiungo io, non solo il libro specialistico di numismatica, ma anche quelli che del periodo prescelto studiano la storia in generale, la storia economica, l'arte, la letteratura, ecc.

 

Solo così, con una molteplicità di studi, il collezionista potrà definirsi anche persona "di cultura", ma su questo mi pare che, almeno a parole, siamo tutti d'accordo. O, lancio una provocazione, chi non è d'accordo si astiene dal dirlo perché "politicamente scorretto?"

 

petronius oo)

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Quesito interessante bizerba ma poi, alla fine, che cosa è il collezionismo se non un mero accumulo materiale di beni portato avanti da idee del tutto personali! C'è  chi studiando ha imparato a collezionare;, c'è  chi collezionando ha imparato a studiare,  c'è  chi colleziona ma non studia,  c'è  chi considera il collezionismo una "mania " da aiuto psicologico, chi solo un mezzo per speculare. Poi gli archeologici , molti,  considerano i collezionisti rovina del patrimonio culturale.  Beh.. c'è n'è  per tutti i gusti come ce n'è sempre stato.  La crisi economica ha inciso sul ceto medio! I facoltosi prima compravano e continuano  tutt'ora a farlo. Vorrei solo che si capisse che collezionare monete è anche solo collezionare monete correnti di poco valore.  Se da queste ne derivano nozioni di geografia e storia ed una corrispondente  crescita culturale ben venga tutto questo ,  se non dovesse derivarne nulla pazienza! non facciamone un dramma del resto ognuno nella propria libertà cambia idea come più gli   aggrada e sposta la propria voglia di cultura verso altri lidi. 

 

 

Modificato da legioprimigenia
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"Se da queste ne derivano nozioni di geografia e storia ed una corrispondente crescita culturale ben venga tutto questo , se non dovesse derivarne nulla pazienza! non facciamone un dramma del resto ognuno nella propria libertà cambia idea come più gli aggrada e sposta la propria voglia di cultura verso altri lidi."

 

Totalmente d'accordo.

 

Questa considerazione, tuttavia, ridimensiona notevolmente il ruolo "culturale" che solitamente si vuole attribuire, quasi fosse un corollario, al collezionismo numismatico.

 

Non vedrei pertanto, tornando all'Editoriale del Direttore Ganganelli, una necessaria correlazione fra "crisi culturale" del nostro tempo e "fuga" dal collezionismo numismatico, posto che fra questi due àmbiti, in alcuni casi potrebbe anche non esserci mai stato alcun punto di contatto.

 

M.

Modificato da bizerba62
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Io credo che il collezionismo numismatico rappresenti una occasione, una splendida opportunità verso la strada della conoscenza, del sapere, della storia, delle identità, splendida perché non necessariamente vincolante, si può essere ottimi raccoglitori, ottimi investitori, si può essere grandi studiosi con poche o nessuna monete.

Conosco persone che sono passate dalla storia al collezionismo numismatico, spesso succede l'incontrario l'incentivo all'approfondimento è proprio il documento storico monetale.

Credo che il decadimento culturale sia frutto di tante componenti, la crisi del collezionismo sempre che ci sia, è dettata anche da tanti fattori, legislazione, crisi economica, non sufficiente divulgazione della stessa, un mancato riconoscimento sociale del ruolo del collezionista, che è si variegato ma che tende sempre più verso lo studio e l'approfondimento, questo stesso forum ne è un po' anche la dimostrazione.

E quindi nel nostro piccolo divulghiamo la numismatica, la storia, il collezionismo, la conoscenza dell'identità, questo è quello che possiamo fare qui e negli ambiti che frequentiamo..... , certamente per quanto si è fatto la figura del collezionista numismatico penso che debba essere ancora da rivalutare e riconsiderare nella società....

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...."certamente per quanto si è fatto la figura del collezionista numismatico penso che debba essere ancora da rivalutare e riconsiderare nella società...."

 

Tutto dipende però dalla figura di "collezionista numismatico" a cui intendiamo riferirci.....perchè, se come immagino, intendiamo riferirci a quella figura "virtuosa" che fa cultura, allora ci sta che se ne auspichi la rivalutazione ed il riconoscimento.

 

Quando invece la figura di "collezionista numismatico" non produce cultura, ma altro, allora francamente tutta questa necessità di rivalutarne e riconsiderarne il ruolo nella società non ce lo vedo.

 

L'errore credo che sia quello di dare per scontato che al collezionismo numismatico debba per forza corrispondere sempre e comunque una forma culturale meritevole di riconoscimento, quando invece certe forme di collezionismo numismatico non hanno proprio nulla di culturale.

 

M.

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Mi permetto di fare alcune considerazioni: forse senza pertinenza coll'argomento, ma lascio giudicare chi leggerà...

 

Nei giorni scorsi mi sono recato in visita ad un importante museo italiano. I fatti attribuiscono a tale istituzione la proprietà di una importante raccolta numismatica, appartenuta ad una eminenza del settore.

 

Sapendo di quanto sia "difficile" esporre delle monete già non mi aspettavo molto, ma almeno dai proclami ufficiali ci sarebbe dovuta essere una intera sala dedicata ad esse.

 

Ebbene, la realtà dei fatti spesse volte supera l'immaginazione. E così, ho visitato un corridoio poco illuminato con una "selezione" casuale di monete, alcune mal catalogate, ed in generale in cui i pezzi di pregio latitavano.

 

Allora mi sono chiesto: dove è finita la famosa raccolta?

 

Da ciò che ho letto sui manifesti buona parte degli oltre 10.000 pezzi sono in fase di nuova catalogazione. Ma questo accadeva nel 2006. Ovvero dieci anni or sono.

 

Che chiave di lettura assegnare a questo? Ben sapendo che collezioni più importanti sono da anni chissà dove, io mi domando: è possibile che ci sia così poco interesse da parte dei più verso la moneta? Mi sono sentito dire che la numismatica è un ambito di nicchia, specialistico, ma io mi domando: non teniamo in mano noi tutti monete e monetine ogni giorno? Non si parla quotidianamente di economia e moneta?

 

Evidentemente tutto questo attaccamento alle "cose vecchie", alla moneta non più in corso è mal visto dai più e dunque come può essere considerato chi colleziona moneta? Come può essere visto dalla gente e dalle istituzioni se non come un "animale raro"? 

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L'errore credo che sia quello di dare per scontato che al collezionismo numismatico debba per forza corrispondere sempre e comunque una forma culturale meritevole di riconoscimento, quando invece certe forme di collezionismo numismatico non hanno proprio nulla di culturale.

 

M.

 

Concordo. C'è da dire che, a mio parere, ci sono alcuni settori della numismatica (quella antica, ad esempio) che non possono, o meglio non dovrebbero, rinunciare alla componente culturale (è impossibile, secondo me, collezionare monete di un certo imperatore o di una certa polis senza conoscerne la storia e gli aspetto sociali-culturali-economici); allo stesso tempo ci sono settori (ad esempio, gli euro), per i quali c' è relativamente poco da sapere e ciò che conta, per il collezionista, è il semplice possesso della moneta. Forse, il mondo del collezionismo numismatico è troppo vasto e variegato per poter dare un giudizio netto del tipo " il collezionismo DEVE essere necessariamente culturale". Bisognerebbe forse concentrarsi, più che sull' oggetto (la moneta), sul soggetto (il collezionista): il numismatico DEVE essere prima di tutto studioso. Però il collezionare, di per sé, non obbliga a conoscere.. Posso infatti comprare di tutto solo per il piacere di soddisfare gli occhi. Ma in quel caso non sono un numismatico, sono solo un accumulatore.

Modificato da Afranio_Burro
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"il numismatico DEVE essere prima di tutto studioso."

 

Questo, personalmente, lo condivido. Ma non mi pare che sia però una cosa scontata.

 

Due banali esempi:

 

1. Un amico commerciante da anni "gestisce" (non è probabilmente il verbo adatto ma non me ne viene in mente un altro..) la collezione numismatica regionale di un facoltoso collezionista.

 

Il suddetto "numismatico" sa di avere una collezione pressoché completa ma non ha esatta contezza di ciò che ancora gli manchi.

 

Per questo, il "gestore della collezione" ogni tanto informa diligentemente il "numismatico" che le monete x o y, ancora mancanti in collezione, sono comparse nell'asta Alfa o nel listino Beta.

 

In questi casi il "numismatico" incarica il "gestore" di procurargli le monete mancanti, partecipando per suo conto all'asta o contattando la ditta del listino.

 

In caso di partecipazione all'asta, il "gestore della collezione" chiede al "numismatico" quale sarà il limite da non superare nelle offerte e la risposta del "numismatico" è...."fai tu"!.

 

Recentemente il "numismatico" ha chiamato il "gestore" per dirgli di aver visto nell'asta Gamma una moneta che riteneva ancora mancante in collezione ed il "gestore" gli ha risposto..."no, quella moneta lei ce l'ha già".

 

P.S. se non è onestà questa........ :clapping:

 

2. Un altro amico commerciante mi raccontava ad un recente Convegno di annoverare fra i suoi clienti un "numismatico" facoltoso, che aveva già completato per ben due volte (salvo i due/tre pezzi "introvabili") la monetazione del Regno di V.E. III.

 

Adesso il cliente vorrebbe completarne una terza, sempre di V.E. III (forse invogliato a fare ciò dal proverbio "non c'è due senza tre"?.. Chissà.......).

 

Ebbene, questi saranno pure due "casi limite"...ma mi spiegate cosa c'entra la Cultura con i due esempi sopra riportati e per quale motivo queste figure di "collezionisti numismatici" dovrebbero essere rivalutare e riconsiderate dalla società? 

 

Saluti.

M.

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Vi racconto un episodio raccontatomi dal compianto Mario Traina. Un "numismatico" lo chiama dicendogli di aver individuato una serie di "falsi", poiché aveva visto una serie di monete dei Savoia coniate in Sicilia...accompagnando la "scoperta" con la frase "ma che c...c'entrano i Savoia con la Sicilia". Traina, come suo costume ruvido, gli rispose "pezzo di somaro vai a studiare la storia della Sicilia dal 1713 al 1720"! Non mi volle dire il nome del numismatico che, forse, di storia ne sapeva poco!

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IMHO Questo forum già di per sé rappresenta un'occasione di arricchimento culturale. Al di fuori una guerra.

Parlare poi di studiosi, numismatici e collezionisti che puntano al mero accumulo di materiale può essere corretto ma già chi accumula monete denota una sensibilità particolare alle materie umanistiche e non, alla storia in primis, all'economia, alla finanza, alla geografia etc. 

 

 

N.

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Leggendo i vari commenti,  mi chiedo perchè, spesso su questo forum , chi colleziona monete in € , è visto come  disinteressato alla storia, semplicemente un accomulatore, sicuramente più "frivolo" di un collezionista di medioevali o Romane;  mentre,  chi acquista monete antiche,  è sicuramente acculturato , nobile d' animo e un grande studioso a cui la società dovrebbe molto......

 

 

come dissi in un altro post...... per ogni moneta c'e' storia da studiare, ricercare e divulgare , che sia € , Scudo,  Sesterzio ecc...

 

Consiglio di non catalogare a priori e suddividere in maniera tanto netta i vari collezionisti.

 

Alla fine credo che un pò tutti siamo , accumulatori seriali, appassionati, chimici, investitori, storici, eccentrici amanti delle monete ......e del loro studio 

 

Un saluto a tutti  :hi:

Modificato da b8b8
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come dissi in un altro post...... per ogni moneta c'e' storia da studiare, ricercare e divulgare , che sia € , Scudo,  Sesterzio ecc...

 

Pur essendo d'accordo con questa affermazione, c'è una differenza sostanziale tra gli Euro e i Sesterzi. I primi, poiché a noi contemporanei, utilizzano linguaggi e simboli più immediati e a noi più vicini, e non rendono necessario uno studio approfondito per "decifrarli". I sesterzi spingono necessariamente il collezionista a studiare soggetti e iscrizioni lontani dal nostro quotidiano.

Si tratta ovviamente di una mia opinione e ciò non significa che un collezionista di euro non possa essere una persona di grande cultura!

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naturalmente, a scanso di equivoci, non intendevo dire che chi colleziona gli euro sia ignorante rispetto a chi colleziona altro. il mio non era un giudizio sulla persona. mi riferivo unicamente alla materia "euro" in sé che, converrete, è una monetazione assai meno complessa rispetto a quella antica. poi ci sono collezionisti di antiche che non sanno nemmeno scrivere in italiano, e collezionisti di euro che magari sono luminari della medicina o dotti accademici. volevo solamente fare un paragone che esemplificasse il mio concetto, tutto qui :)

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