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G. E. Rizzo (tetradramma di Aitna)


Cromio di Aitna

Risposte migliori

Tra le tante volte che mi è capitato di sfogliare il volume "Saggi preliminari su l'arte della moneta nella Sicilia greca" di Giulio Emanuele Rizzo (ristampa anastatica dell'edizione del 1938, pubblicata nel 1980 da Arnaldo Forni Editore), mi ha sempre incuriosito alla fine della prefazione - a pagina 6 - la presenza di una foto che raffigura al dritto un tetradramma di Aitna.

 

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Come si evince dalla foto che ho allegato, tratta dal volume in questione, il sileno presenta una barba perfettamente integra rispetto all'esemplare di Bruxelles.

Partendo dal presupposto che tutt'oggi l'unico tetradramma di Aitna con testa di sileno conosciuto ufficialmente, è l'esemplare acquistato da Lucien de Hirsch nel 1882, deduco quindi che il pezzo presentato da Rizzo, seppur in maniera parziale (solo il dritto) è un falso.

 

Personalmente reputo il pezzo più affascinante rispetto agli altri falsi tetradrammi di Aitna che sono apparsi nel corso degli anni. Molto prababilmente sono stato ingannato dalla foto in bianco e nero, che rende forse più suggestiva l'immagine, ma nel complesso posso affermare che la moneta mi è piaciuta, così come deve essere piaciuta a Rizzo che l'ha pubblicata.

 

Dopo queste brevi osservazioni personali, chiedo agli utenti del forum i loro pareri, e se conoscono la storia di questa moneta, che io per ovvie ragioni ho definito un "falso".

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Questa in bianco e nero non potrebbe essere tratta da un calco? I calchi venivano spesso ritoccati e "migliorati" e apparivano pertanto più gradevoli rispetto alla moneta da cui erano stati tratti.

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Caro Cromio

 

mi sembra veramente molto interessante ciò che hai postato, e sebbene provenga ragionevolmente da un calco, come sottolineato da Aemilianus, mi pare chiaro che i due pezzi derivino dalla medesima impronta/conio pur essendo distinti. 

 

Ho messo dapprima a confronto i due pezzi affiancandoli, poi nella seconda fotografia ho cerchiato alcuni evidenti punti in comune tra i due esemplari che, al netto delle ombre, non sembrano lasciare scampo...

 

Sebbene anche il pezzo "ufficiale" di  de Hirsch sia stato a più riprese criticato quanto ad autenticità, a torto o a ragione, aspetterei a definire, anche come falso, quest'altro "fratello" misconosciuto... 

 

Incredibile che sia passato così nel silenzio, almeno per quanto mi riguarda non ne ero a conoscenza...

 

 

Il mistero si infittisce... :shok:

 

Cordialmente,

Enrico

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Modificato da vitellio
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Se devo essere sincero pure io all'inizio avevo pensato all'utilizzo di un calco ricavato dall'originale, ma non riesco a capire come il Rizzo, o chi per lui, ne sia entrato in possesso, anche perchè in base alle mie conoscenze personali ( seppur limitate) non mi risulta che dal tetradramma di Aitna custodito a Bruxelles siano stati fatti dei calchi.

Modificato da Cromio di Aitna
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Per essere più corretti, in una discussione aperta tempo fa da Acraf sul tetradramma di Aitna, leggevo che l'unica copia autorizzata della moneta fu eseguita nel 1942, ma copia e conii furono depositati dallo stesso medaglista nel medagliere di Bruxelles.

Modificato da Cromio di Aitna
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Onestamente non sapevo dell'esistenza di questo calco, che mostra differenze rispetto all'originale di Bruxelles.

Posso chiedere di scansionare la pagina del Rizzo che ne parla e se è stato riportato anche il rovescio....

Almeno per capire se accenna a una sua provenienza....

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Sul forum qualcuno aveva postato - diversi anni fa - un tetra di aitna spacciandolo per autentico e arrabbiandosi quando glielo abbiamo bocciato

Concordo con Acraf: controlliamo cosa eventualmente dice il Rizzo in merito a questo pezzo. Sarebbe il colmo se si scoprisse un fratello del Sileno di Bruxelles magari della Pennisi :) ...

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Ovviamente già al tempo del Rizzo esistevano delle copie false, che però erano generalmente di modesta fattura.

 

Così il famoso falsario greco Costantin Christodoulos, attivo nei primi decenni del XX secolo aveva creato questo modesta copia:

 

post-7204-0-72464100-1444498567.png

 

Un altro vecchio falso, censito da IBSCC vol. 23, 1/2, 1998, p. 5, peso 17,75 g:

 

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Quindi interessa l'origine di quel calco riportato dal Rizzo.

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Sul forum qualcuno aveva postato - diversi anni fa - un tetra di aitna spacciandolo per autentico e arrabbiandosi quando glielo abbiamo bocciato

Concordo con Acraf: controlliamo cosa eventualmente dice il Rizzo in merito a questo pezzo. Sarebbe il colmo se si scoprisse un fratello del Sileno di Bruxelles magari della Pennisi :) ...

 

Mi domando se sia possibile risalire all'immagine di questo tetra di aitna da voi bocciato, per confrontarlo eventualmente con l'immagine da me postata.

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Mistero risolto!

 

A pag 61  dei Saggi Preliminari... Rizzo conferma che il tetra di Aitna è unico ma afferma che l'opera è talmente bella che egli desidera "restituire graficamente la compiuta bellezza dell'opera d'arte  (citando la  figura a pag 6  che sarebbe il tetra con la barba completa). Dicendo di essersi ispirato ad una delle litre di Aitna (riprodotta in Tav. I n.4 del citato saggio) ove figurava la testa del Sileno con la barba completa.

 

Di piu' il Rizzo non dice ma è evidente che questa moneta gli interessava talmente tanto sotto il profilo artistico che ne aveva riprodotto - graficamente  (immagino quindi solo con il disegno piuttosto che con il gesso o addirittura creando appositamente un conio) - l'immagine completa senza le cesure indotte dal decentramento del pezzo originale che tagliava un pezzo di barba. Quindi nessun secondo esemplare (e forse nemmeno nessuna copia essendo quello riprodotto a pag. 6 del suo libro credo semplicemente un disegno che perfeziona e completa l'unico esemplare originale a disposizione..

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Ecco, mi sembrava.... Per questo avevo chiesto la scansione della pagina, non avendo sottomano il libro di Rizzo.

Mi aveva colpito il particolare della barba, molto più lunga rispetto alle modeste copie false, e simile a certe litre.

 

La discussione più esaustiva sul tetradramma di Aitna la ritrovate qui (e sono 4 pagine....), compresa la riproduzione di un falso a cui accennava Numa.

 

http://www.lamoneta.it/topic/78828-il-tetradramma-di-aitna/

Modificato da acraf
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io ricordo una discussione sul forum in cui un forumista postò una foto di tante monete greche d'argento trovate a casa di sua zia (?) e una di queste monete mi sembra di ricordare che fosse la moneta di Bruxelles sopra raffigurata col sileno.

 

purtroppo non so rintracciare la discussione.

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Mistero risolto!

 

A pag 61  dei Saggi Preliminari... Rizzo conferma che il tetra di Aitna è unico ma afferma che l'opera è talmente bella che egli desidera "restituire graficamente la compiuta bellezza dell'opera d'arte  (citando la  figura a pag 6  che sarebbe il tetra con la barba completa). Dicendo di essersi ispirato ad una delle litre di Aitna (riprodotta in Tav. I n.4 del citato saggio) ove figurava la testa del Sileno con la barba completa.

 

Di piu' il Rizzo non dice ma è evidente che questa moneta gli interessava talmente tanto sotto il profilo artistico che ne aveva riprodotto - graficamente  (immagino quindi solo con il disegno piuttosto che con il gesso o addirittura creando appositamente un conio) - l'immagine completa senza le cesure indotte dal decentramento del pezzo originale che tagliava un pezzo di barba. Quindi nessun secondo esemplare (e forse nemmeno nessuna copia essendo quello riprodotto a pag. 6 del suo libro credo semplicemente un disegno che perfeziona e completa l'unico esemplare originale a disposizione..

 

Bene ha fatto Numa a consultare il testo, a questo punto sembra proprio svanire il mito del secondo esemplare.

 

Mi rimane solo un dubbio : quella fotografia difficilmente mi sembra possa passare per un semplice disegno... piuttosto un ottimo calco, completato e rifinito in maniera esemplare...quasi pronto per farne un conio...

 

 

Ricordo anche che una notevole ed approfondita discussione, non ancora terminata del tutto, è stata fatta sull'altro forum:

 

http://www.tuttonumismatica.com/topic/1608-il-tetradramma-di-aitna-con-testa-di-sileno-unicum-autentico/page-6

 

Cordialmente,

Enrico

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anche a me la foto ha dato la stessa impressione, piu' che un semplice disegno sembra qualcosa di più.

 

Purtroppo il volume in questione non è di mia proprietà, ma mi è capitato di consultarlo diverse volte nella biblioteca di archeologia della mia università, dove ho scattato le foto. Per quanto riguarda invece le foto presenti nel volume - se ricordo bene - furono fornite dal dott. Agostino Pennisi, Barone di Floristella, figlio del piu' noto don Salvatore.

Modificato da Cromio di Aitna
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Sono d'accordo ho usato il termine disegno ma intendevo tutto il processo: disegno / passaggio ad un modello per il calco ; completamento di un calco con tanto di barba piena presa da una litra probabilmente ; gesso finale e infine foto

Tra l'altro confrontandoli con l'unicum di Bruxelles il calco sembra essere non solo piu completo e centrato ma addirittura piu' fine nei dettagli!

Il Rizzo - che non nasceva come numismatico bensi come storico dell'arte - aveva una sensibilita' straordinaria e se questo calco e' uno dei suoi frutti possiamo ben apprezzare di quale livello

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Lo stesso Rizzo nella prefazione de "le monete greche della sicilia" afferma che per i suoi studi qualora non gli era stato possibile studiare le monete vere e proprie si avvaleva di calchi.. per cui quasi sicuramente quello è un calco

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Io possiedo il volume in questione ma riedito dalla Clio, devo dire è assente la foto del "rifacimento" mentre è presente la foto dell'originale. Però all'interno il volume è stracolmo di rifacimenti fatti dal Rizzo o fatti fare per suo conto di molte opere,ceramiche,disegni,etc.. quindi nulla di più facile,inoltre come già detto la sensibilità artistica del Rizzo era elevatissima,alcune sue opere potrebbero essere scambiate per originali se non si sapesse il contrario.

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Concordo con Numa. Il Rizzo aveva una particolare sensibilità verso l'arte sulle monete e possedeva una grande raccolta di calchi (chissà dove sia andata a finire...), grazie anche a una stretta corrispondenza con i principali musei, che volentieri gli forniva calchi dall'originale.

Quindi ritengo assai verosimile che abbia fatto creare un calco per ricostruire tutta la fisionomia della testa del diritto e per le ottime foto si avvaleva della collaborazione del grande collezionista Agostino Pennisi, che aveva anche una grande passione per la fotografia e sapeva fare ottime riprese da calchi....

E' interessante il fatto che nella nuova riedizione, postuma, del suo Saggio sia scomparsa quella immagine e sostituita da quella dell'originale. Scientificamente è più corretto....

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  • 7 anni dopo...

Non sono un numismatico, ma avendo fatto una ricerca storica sul nobile Salvatore Verga Catalano, di Vizzini, zio del celebre scrittore Giovanni Verga, sono venuto a conoscenza del fatto che questi era un fine collezionista di monete greco-sicule, oltre ad altri reperti litici di tipo preistorico. Ebbene nel 1876, il nobile vizzinese, offrì in dono a Ferdinand von Andrian, autore del primo saggio sulla preistoria della Sicilia, alcuni calchi di pregevoli strumenti preistorici, rinvenuti nei suoi possedimenti. La notizia potrebbe essere interessante in considerazione del fatto che il tetradramma di Aitna in questione, faceva parte della collezione del barone Salvatore Verga Catalano e che quest'ultimo aveva dimestichezza con i calchi. Alla morte del Verga-Catalano, nel 1883, tutta la sua collezione fu venduta all'estero, come sappiamo, dai nipoti Giovanni (il famoso scrittore) ed il fratello Mario, per ripianare ingenti debiti di famiglia. Appare assai inverosimile che Giulio E. Rizzo, dica di non conoscere i proprietari della celebre moneta, attribuendola ad un certo "Verga-Catalano". Quasi certamente lo ha fatto per salvaguardare la "privaci" dell'eminente romanziere, che anzi gli fornì il calco della moneta, eseguito prima della sua alienazione dallo zio Salvatore.

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La mia ricerca è riferita al personaggio Salvatore Verga Catalano, collezionista numismatico, morto il 17 luglio 1880, lasciando i suoi beni ai nipoti Giovanni e Mario Verga, figli del defunto fratello Giovanni Battista (1807-1863). Del resto anche G. E. Rizzo, nella nota 21 di pag. 75 del suo Saggi preliminari su l'arte della moneta nella Sicilia greca, afferma che il tetradramma di Aitna, era posseduto fino all'anno 1882, da un certo Verga Catalano di Catania. Quello che non torna è che Rizzo fa finta di non conoscere i  Verga Catalano, tra cui Giovanni Verga (già affermato scrittore, maggiore esponente del Verismo, nonchè senatore del Regno). Sembra piuttosto che per motivi di privaci, lo voglia tenere fuori dalla vicenda della vendita. Per quanto riguarda la provenienza del calco su cui ha lavorato lo stesso Rizzo, non è inverosimile che questo, ancor prima della vendita, fosse già nella disponibilità degli eredi, e donato al Rizzo, considerato che il defunto zio, Salvatore Verga Catalano (primo proprietario di tutti ibeni), era anche un ottimo riproduttore di calchi, come si evince dall'opera di Ferdinand Freiherrn von Andrian, Prahistorische Studien asu Sicilien, a pag. 69, a cui donò i calchi di alcuni strumenti preistorici.

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  • 2 settimane dopo...

Riprendo ora la discussione, avendo avuto un po’ di tempo per leggere l'articolo di Boehringer. Lodevole quanto scritto la  ma qualcosa non quadra.

Ricordiamo brevemente che Salinas, resosi conto che l opera di Torremuzza sulla antiche monete siciliane era abbondantemente superata e colma di errori, decise (supportato anche dall’amicizia di illustri collezionisti del tempo, tra i quali il barone Pennisi) di intraprendere il colossale lavoro di realizzare un opera che trattasse le monete delle Sicilia antica, suddivisa in zecche con monete in oro, argento e bronzo.

Il lavoro iniziò nel 1866, pubblicato a fascicoli, testo più tavole. Nel 1872, probabilmente per i nuovi incarichi lavorativi ricoperti da Salinas, probabilmente causa costi di produzione e la difficoltà di trovare bravi incisori per le tavole, il progetto venne abbandonato  incompleto (sia di testo che di tavole).

Gabbrici, morto Salinas, poté riprendere  mano su tutto il materiale che nel frattempo era giunto al Museo, come lascito dello stesso Salinas. In accordo con le istituzioni, decisero di ultimare l’opera nel 1922, almeno per quanto si poteva, considerano anche il fatto che delle lastre in rame con le monete (ora conservate al Museo) non erano ultimate, quindi inutilizzabili.  Gabbrici, avrebbe potuto, ma in modo molto signorile, volle lasciare il tutto come era, senza stravolgere il testo di Salinas.

Della sua opera ORIGINALE, Salinas pubblicò le tavole dalla 1  alla 19, allegandole ai vari fascicoli. Aveva pronte le tavole 21, 23, 26 e 32, ma non ne venne mai scritto il testo. Salinas, a pochi fortunati amici, ne inviò delle copie di queste 4 tavole, rarissime quindi da trovarsi in originale, a corredo del resto dell'opera.

Gabbrici, nel 1922 ristampò queste 4 tavole e le seguenti 22, 24, 28, 33 e 34, terminando anche la piccola parte del testo che chiudeva il periodo interrotto da Salinas.

 Boehringer afferma che la tavola 18 con il pezzo di Aitna sia stata pubblicata solo nel 1885 (indicando che L.Hirsch ne aveva parlato  in Numismatic Chronicle, ser. 3, Vol. 3, p. 171-6. n/a, London nel 1883, per la prima volta)… ciò merita sicuramente un approfondimento.

L'opera da me visionata reca la stampa del 1872 ed ho potuto verificare anche la presenza delle famose 4 tavole in più. Sarebbe quindi stato illogico da parte del Salinas (gran studioso con metodologie molto innovative e personali) far uscire una tavola dopo 13 anni avendo già abbandonato il progetto. E sicuramente Gabrici, l'avrebbe saputo e scritto nella revisione del 1921. A riprova, non esistono tavole prive della moneta con l’esemplare di Aitna.

Ritengo invece possibile, che la tavola in rame contenente l'Aitna, sia stata rettificata, inserendo la moneta appena prima di essere data alla stampa.

Tornerò in argomento..dopo aver letto i riferimenti di Hirsch e Head..

Modificato da skubydu
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