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Gli eredi di Alessandro in estremo oriente


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Ciao a tutti,

spero che qualcuno sia interessato a questo argomento che ho "scoperto" solamente ieri e che devo dire mi affascina moltissimo, ma di cui nel contempo non so praticamente nulla: la monetazione, la cultura e la storia del regno greco-battriano e quella del suo "spin-off" regno greco-indiano.

Per il momento non posso far di meglio che mettere i link della pagina di wikipedia, cosa che più volte ho io stesso criticato, ma ho già ordinato The Indo-Greeks ed. 2003 di A.K.Narain e ho intenzione di andare a procurarmi in università il testo, irreperibile su internet, che mi pare di aver capito sia il "Price" dell'argomento:

http://www.persee.fr/doc/topoi_1161-9473_1994_num_4_1_1516

http://www.persee.fr/doc/numi_0484-8942_1994_num_6_36_2013_t1_0338_0000_2

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Regno_greco-battriano

https://it.wikipedia.org/wiki/Regno_indo-greco

 

Nei miei studi universitari non ho quasi mai sentito parlare di queste due realtà se non come centri di cultura nei quali l'influenza greco-macedone si mantenne a livelli elevatissimi andandosi però nel contempo a fondere con elementi linguistici, culturali, religiosi e ultimo, ma non ultimo numismatici locali. E ho visto la foto di qualche statua o oggetto in vetro che sarebbero potuti uscire tranquillamente da uno dei più raffinati laboratori artigianali di Alessandria d'Egitto o dell'Asia Minore.

La moneta che mi ha colpito è questa:

post-43481-0-39096100-1447924737_thumb.j

http://www.acsearch.info/search.html?id=248620

Presenta anche altre varianti al dritto, ma a ogni modo si tratta di una dracma del re Menandro del regno Indo-Greco (ca 155-130 a.C.). Questo signore, grande conquistatore e produttore di monete, era di religione buddista e fu il primo a usare la doppia legenda: greca al dritto e in lingua locale al rovescio (credo Kharosthi). Ma quanto scritto è lo stesso: Basileos Soteros Menandrou e MAHARAJA TRATASA MENADRASA= di re Menandro Salvatore.

In questa moneta ci sono molti elementi che mi hanno colpito e che mostrano chiaramente come Menandro si sentisse o almeno volesse presentarsi come erede del mondo Greco-Macedone.

Il ritratto al dritto è simile a quello di molti sovrani seleucidi se escludiamo il busto, ma anche in caso contrario gli esempi non mancano:

post-43481-0-35720800-1447925722.jpg

http://www.acsearch.info/search.html?id=1370581

Il diadema è e rimane ancora il simbolo per eccellenza della regalità.

Ma è soprattutto il rovescio che mi ha colpito: per la scritta in lingua locale, per la presenza di un monogramma, e soprattutto per l'iconografia rappresentata. E' Atena Alkidemos (protettrice del popolo), l'Atena venerata a Pella e simbolo della regalità Macedone.

post-43481-0-41633700-1447925932.jpg

http://www.acsearch.info/search.html?id=1465643

 

 

 

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Bella discussione, mi era sfuggita anche a me questa parte della storia.

 

Bellissime monete  :D

 

Vorrei solo fare un appunto sull'eredità.

 

Alessandro morì nel 323 a.C. lasciando il suo regno senza un vero e proprio successore. Emersero così due figure: quella  del fratellastro di Alessandro, figlio illegittimo di Filippo ovvero Filippo Arrideo e il figlio non ancora nato di Alessandro e in grembo alla moglie Rossane ovvero Alessandro IV. 

 

Sappiamo per certo date le fonti storiche, in particolare in  Biblioteca Storica di Diodoro Siculo, vediamo la discendenza di Alessandro scomparire.

 

Filippo Arrideo viene ucciso dalla stessa moglie Olimpiade nel 317 a.C. mentre Alessandro IV venne ucciso da Cassandro nel 311 a.C per dichiararsi reggente in Macedonia e Grecia.

 

Mi sono permesso di ritornare indietro per far capire anche a coloro che non conoscessero la storia

 

 

Per quanto riguarda invece la discendenza di Menandro, leggendo ho visto che prima del regno greco-siriano esisteva quello greco-battriano, dove Diodoto, satrapo Seleucide, governatore di Battria  si ribellò ad Antioco II nel 255 a.C.

 

Ricordiamo che in quegli anni, più precisamente dal 260 a.C al 253 a.C ci fu la II guerra Siriaca, che vedeva schierati Antioco II contro Tolemeo II Filadelfo, quindi potremmo anche pensare di formulare l'ipotesi che Diodoto I abbia trovato la forza di potersi ribellare ad Antioco II essendo impegnato sull'altro fronte. 

 

Quindi questo porterebbe alla formazione del regno greco battriano, e in seguito solo nel 180 a.C. alla formazione del regno indo-greco con il quale abbiamo come  governatore Apollodoto I, che si distaccò dal regno battriano.

 

 

post-42203-0-02761600-1447941133_thumb.j

Regno greco battriano

 

 

post-42203-0-86649000-1447941199_thumb.j

Regno indo-greco

 

 

 

@@Caio153 correggimi se sbaglio  :D

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Non sbagli affatto... Hai fatto un riassunto storico essenziale e corretto.? Quando parlavo di eredi di Alessandro mi riferivo non a parenti di sangue, ma a tutti i sovrani ellenistici, che consideravano sé stessi eredi politici e morali di Alessandro e del regno macedone in genere... Il senso che spero avrà questa discussione è quello di fare emergere come a una distanza spaziale e anche temporale non da poco i sovrani di questi regni misti greco\iranico\indiani sentano ancora come esigenza importante quella di ricollegarsi a tali illustri esempi e li fondano con un substrato culturale e religioso locale.

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Buona serata al forum ed a Rubino e Caio in particolare, potrà forse essere di un qualche interesse la rilettiura " sulla Piazzetta" di una specie di ipotetico viaggio, sul tipo di quelli che propongono gli operatori turistici, è un viaggio di 21 giorni e si svolge nel territorio dei Parti; ma comprende anche una visitina all'Asia  di Alessandro 3°; dei suoi successori e tocca anche  paesi come la Bactria; importantissimo scacchiere se si pensa che il Re dell'epoca: Bresso, satrapo poi traditore ed uccisore di Dario 3° ne comandava il fianco destro, di primaria importanza negli scontri campali...senza farla troppo lunga dategli un'occhiatina e non vi scoraggiate dai primi due giorni di viaggio dove si parla di geografia e del popolo  che siamo andati a visitare, d'altro canto, quando si va in gita il primo giorno è quello del trasferimento e di fatto il più noioso.

P.S. "La numismatica" bontà sua ha voluto raccogliere queste note di viaggio in un libricino dato che personalmente non avevo le possibilità economiche per pubblicarlo personalmente; è su Amazzon e non costa poi molto; ma se vi interessa la versione su dischetto; basta chiederla e sarò ben felice di farvela avere; buona serata a Voi tutti da Nonno cesare

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Buona serata al forum ed a Rubino e Caio in particolare, potrà forse essere di un qualche interesse la rilettiura " sulla Piazzetta" di una specie di ipotetico viaggio, sul tipo di quelli che propongono gli operatori turistici, è un viaggio di 21 giorni e si svolge nel territorio dei Parti; ma comprende anche una visitina all'Asia  di Alessandro 3°; dei suoi successori e tocca anche  paesi come la Bactria; importantissimo scacchiere se si pensa che il Re dell'epoca: Bresso, satrapo poi traditore ed uccisore di Dario 3° ne comandava il fianco destro, di primaria importanza negli scontri campali...senza farla troppo lunga dategli un'occhiatina e non vi scoraggiate dai primi due giorni di viaggio dove si parla di geografia e del popolo  che siamo andati a visitare, d'altro canto, quando si va in gita il primo giorno è quello del trasferimento e di fatto il più noioso.

P.S. "La numismatica" bontà sua ha voluto raccogliere queste note di viaggio in un libricino dato che personalmente non avevo le possibilità economiche per pubblicarlo personalmente; è su Amazzon e non costa poi molto; ma se vi interessa la versione su dischetto; basta chiederla e sarò ben felice di farvela avere; buona serata a Voi tutti da Nonno cesare

Grazie per il tuo contributo. Se potessi mettere il nome del libro o un link sarebbe gradito.

Un'unica piccola nota da pignolino quale sono: il satrapo era Besso, Bresso è un comune in provincia di Milano... ;)

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Tornando al filo del mio discorso vediamo come Atena Alkidemos sia un simbolo di regalità macedonica:

Con Tolomeo I:

post-43481-0-10665900-1447971444_thumb.j

http://www.acsearch.info/search.html?id=2177435

E il suo contemporaneo Seleuco I:

post-43481-0-23920700-1447973827.jpg

http://www.wildwinds.com/coins/greece/seleucia/seleukos_I/SC_017-2.jpg

Con Pirro in Sicilia, che fu per ben due volte sovrano di Macedonia ed era tra l'altro cugino di secondo grado di Alessandro III:

post-43481-0-62666800-1447971536.jpg   post-43481-0-02067900-1447971884.jpg

http://www.acsearch.info/search.html?id=2212322    http://www.acsearch.info/search.html?id=122243

Con Antigono Gonata già visto sopra, sia versione dracma che tetra:

post-43481-0-42183700-1447971615_thumb.j

http://www.acsearch.info/search.html?id=2304953

post-43481-0-59206700-1447971685_thumb.j

http://www.acsearch.info/search.html?id=2232877

Con Filippo V nel nobile argento e nel più vile bronzo: qui la stella macedone a 8 punte sullo scudo....

post-43481-0-96474500-1447971779_thumb.j   post-43481-0-02011400-1447971990.jpg

http://www.acsearch.info/search.html?id=2375243        http://www.acsearch.info/search.html?id=1082592

Sulla monetazione autonoma di Pella, dove la dea aveva il suo culto...

post-43481-0-16772100-1447972085.jpg

http://www.acsearch.info/search.html?id=688516

E infine la chicca dell'usurpatore seleucide Acheo... da notare la variatio dello scudo, che non è l'egida propria dell'Alkidemos, ma presenta il simbolo dell'ancora tipicamente seleucide...

post-43481-0-78609900-1447972268.jpg

http://www.acsearch.info/search.html?id=1995261

Per tornare al nostro Menandro, l'inizio del suo regno e della sua monetazione si colloca tra il 165-155 e quindi pochi anni dopo la fine della monarchia antigonide con Perseo nel 168 a Pidna... e Menandro è il primo sovrano tra quelli greco-battraiani e indo-greci ad adottare l'iconografia dell'Atena Alkidemos... che sia un caso? O forse voleva presentarsi come il vero erede dei re macedoni?

 

 

 

 

 

Modificato da Caio153
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Questo É il libro di Cesare: http://www.amazon.it/Viaggio-nel-Regno-dei-Parti/dp/1515343715

La discussione in piazzetta ha lo stesso titolo :)

Seguo la discussione, ma non ho contributi da apportare. Leggo con molto interesse ;)

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Questo É il libro di Cesare: http://www.amazon.it/Viaggio-nel-Regno-dei-Parti/dp/1515343715

La discussione in piazzetta ha lo stesso titolo :)

Seguo la discussione, ma non ho contributi da apportare. Leggo con molto interesse ;)

Beh, anch'io mi sto avventurando solo ora in questo nuovo mondo... ogni contributo, commento e riflessione è sempre ben accetta, tanto più che mi pare che tu sia piuttosto ferrato sulla componente indiana...

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Caio buon giorno...pensa che gli errori di ortografia sono sempre stati il mio forte...quando poi si batte sulla tastiera con allegra velocità, puoi immaginare; spero comunque  che gli abitanti di Bresso non me ne vogliano, buona giornata a te ed al forum da nonno cesare

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Ci mancherebbe... ho dato un'occhiata ai contenuti del tuo libro e devo dire che il rapporto qualità/prezzo mi pare decisamente ottimo. Benchè si tocchino solo marginalmente le aree trattate in questa discussione, da appassionato di storia lo trovo molto interessante. Quindi l'ho messo nel mio carrello di amazon e appena trovo un altro libro, e non credo ci vorrà molto...., lo acquisto certamente... almeno non pago le spese di spedizione che sarebbero forse più alte del costo del libro in sè ;). Grazie per la segnalazione :good: e buona giornata anche a te!

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Proseguo la discussione postando un altro esemplare di notevole interesse.

post-43481-0-81779800-1448153031_thumb.j

http://www.acsearch.info/search.html?id=1995048

Si tratta di un tetradramma di Apollodoto I, sovrano indo-greco databile in un periodo compreso tra il 180 e il 160.

Questo tetradramma  appare unico per tre motivi: 1: appartiene all'unica sua emissione di tetradrammi; 2: è l'unico tipo col suo ritratto; 3: è l'unico tipo monolingue, mentre tutte le altre monete sono bilingui ( greco-karotshi). Salvo una serie di emidramme di tipo attico dell'inizio del suo regno (Bop. Serie 2),sarebbe l'unico tipo di moneta tonda, mentre le altre sono quadrate.

post-43481-0-10814400-1448153051.jpg

http://www.wildwinds.com/coins/greece/baktria/kings/apollodotos_I/t.html

post-43481-0-22600400-1448153041_thumb.j

http://www.acsearch.info/search.html?id=1248174

Tutto questo dimostra come Apollodoto si adattò  alle preferenze economiche delle persone che vivevano a sud dell'Hindu Kush. Non solo abbandonò rapidamente tondelli rotondi, ma adottò per il suo conio lo standard di peso indiano, in cui la dramma d'argento era di circa 2,45 grammi.

La moneta in questione mostra un alto livello qualitativo e di realismo e può forse essere ritenuta un medaglione connesso alla sua ascesa al trono.

Pare dunque che inizialmente tale sovrano abbia mostrato gusti numismatici decisamente greci, per poi adeguarsi progressivamente alle aspettative dei propri sudditi. Nel proprio ritratto si presenta simile a un sovrano macedone con la kausia, tipico cappello appunto macedone, che vediamo ad esempio su una moneta di Filippo II.

post-43481-0-25370100-1448153060.jpg

http://www.acsearch.info/search.html?id=1370352

Ma evidentemente la cosa più impressionante è il rovescio di questa moneta, che ci appare come la fotocopia di quello dei tetradrammi di Lisimaco.

Da notare come questi ultimi presentino al dritto l'immagine di Alessandro divinizzato... dunque nella moneta di Apollodoto il richiamo a quest ultimo, vuoi come come divino protettore, vuoi come divino antenato mi pare decisamente evidente.

post-43481-0-94258300-1448153071.jpg

 

Modificato da Caio153
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Ciao @@Caio153 :)

 

Credo che quanto tu stia scrivendo sia condivisibilissimo: probabilmente la figura di Alessandro Magno era ancora ben impressa come modello di riferimento anche a distanza di più di un secolo e questo potrebbe anche emerge dalle monete che hai condiviso fin'ora come esempio. Di certo i sovrani indo-greci portarono avanti la cultura ellenistica.

Anche storici più tardi come Apollodoro di Artemita e Strabone paragonano le conquiste del Regno indo-greco rispetto a quelle di Alessandro Magno (sempre stando a quanto riportato su wikipedia).

 

La moneta in questione mostra un alto livello qualitativo e di realismo e può forse essere ritenuta un medaglione connesso alla sua ascesa al trono.

Pare dunque che inizialmente tale sovrano abbia mostrato gusti numismatici decisamente greci, per poi adeguarsi progressivamente alle aspettative dei propri sudditi. Nel proprio ritratto si presenta simile a un sovrano macedone con la kausia, tipico cappello appunto macedone, che vediamo ad esempio su una moneta di Filippo II.

 

Effettivamente questa moneta potrebbe non essere stata destinata alla circolazione tra la popolazione. Credo che gli indiani non avrebbero accettato facilmente monete così diverse da quelle a cui erano abituati e così diverse dalla loro cultura (come infatti hai evidenziato mostrando le altre monete emesse da questo sovrano che hanno caratteristiche prettamente indiane). Chissà se Alessandro era ben conosciuto anche alla popolazione indiana...

 

Attendiamo altri sviluppi :D

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Buona sera al forum ...mi sembra di aver letto da qualche parte che la Bactria era una satrapia tanto importante dall'Impero Persiano da essere governata da un satrapo appartenete o molto vicino alla famiglia reale, da qui si comprende la posizione di Besso (non Bresso) nella disposizione dell'esercito di dario 3°; Alessandro 3° forse conscio di tale importanza per non trovarsi di fronte a sgradite future sorprese, i Bactriani erano un popolo bellicoso e fiero, pensò bene di farne un punto di riferimento Greco nel cuore dell'Impero e si dice che offrì a ca 10.000 greci la possibilità di dividersi il territorio...a capo mi pare di ricordare che ci fosse un tal Diodoto che poi, ca il 250 A.Ch. si rese indipendente dal potere dei Seleucidi aprendo con l'esempio la stada ai Parti di Arsace. da quanto sopra chiaro è che le prime monete di questo periodo siano improntate allo stile Greco; l'apertura verso la monetazione indiana dev'essere avvenuta successivamente quando i Parti si sono spinti verso il territorio bactriano e la popolazione sospinta anche dalle invasioni barbare del Nord deve aver trovato sfogo verso l'India.

P.S. Alessandro doveva essere ben conosciuto dagli indiani visto che aveva avuto un approccio non proprio idilliaco con Poro ( da non confondersi con Porro, ricercata e prelibata verdura) e con  Chandragupta Maurya alias" Sandrokottos"  più tardi,come risulta da un trattato di pace del 305 A.Ch.  il Greco Megastene rimase alla corte Indiana come ambasciatore di Seleuco ed a lui dobbiamo le prime conoscenza sul territorio indiano.

Grazie per l'opportunità e buona domenica a tutti da nonno cesare

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Ciao @@Caio153 :)

 

Credo che quanto tu stia scrivendo sia condivisibilissimo: probabilmente la figura di Alessandro Magno era ancora ben impressa come modello di riferimento anche a distanza di più di un secolo e questo potrebbe anche emerge dalle monete che hai condiviso fin'ora come esempio. Di certo i sovrani indo-greci portarono avanti la cultura ellenistica.

Anche storici più tardi come Apollodoro di Artemita e Strabone paragonano le conquiste del Regno indo-greco rispetto a quelle di Alessandro Magno (sempre stando a quanto riportato su wikipedia).

 

 

Effettivamente questa moneta potrebbe non essere stata destinata alla circolazione tra la popolazione. Credo che gli indiani non avrebbero accettato facilmente monete così diverse da quelle a cui erano abituati e così diverse dalla loro cultura (come infatti hai evidenziato mostrando le altre monete emesse da questo sovrano che hanno caratteristiche prettamente indiane). Chissà se Alessandro era ben conosciuto anche alla popolazione indiana...

 

Attendiamo altri sviluppi :D

 

 

Buona sera al forum ...mi sembra di aver letto da qualche parte che la Bactria era una satrapia tanto importante dall'Impero Persiano da essere governata da un satrapo appartenete o molto vicino alla famiglia reale, da qui si comprende la posizione di Besso (non Bresso) nella disposizione dell'esercito di dario 3°; Alessandro 3° forse conscio di tale importanza per non trovarsi di fronte a sgradite future sorprese, i Bactriani erano un popolo bellicoso e fiero, pensò bene di farne un punto di riferimento Greco nel cuore dell'Impero e si dice che offrì a ca 10.000 greci la possibilità di dividersi il territorio...a capo mi pare di ricordare che ci fosse un tal Diodoto che poi, ca il 250 A.Ch. si rese indipendente dal potere dei Seleucidi aprendo con l'esempio la stada ai Parti di Arsace. da quanto sopra chiaro è che le prime monete di questo periodo siano improntate allo stile Greco; l'apertura verso la monetazione indiana dev'essere avvenuta successivamente quando i Parti si sono spinti verso il territorio bactriano e la popolazione sospinta anche dalle invasioni barbare del Nord deve aver trovato sfogo verso l'India.

P.S. Alessandro doveva essere ben conosciuto dagli indiani visto che aveva avuto un approccio non proprio idilliaco con Poro ( da non confondersi con Porro, ricercata e prelibata verdura) e con  Chandragupta Maurya alias" Sandrokottos"  più tardi,come risulta da un trattato di pace del 305 A.Ch.  il Greco Megastene rimase alla corte Indiana come ambasciatore di Seleuco ed a lui dobbiamo le prime conoscenza sul territorio indiano.

Grazie per l'opportunità e buona domenica a tutti da nonno cesare

Ciao a entrambi,

mi fa davvero piacere questa discussione a più voci...

Hai citato wikipedia... in effetti al momento le mie fonti si limitano a quello, a quanto scritto nella descrizione delle monete e poco altro, per quanto interpretato criticamente in base alle mie conoscienze... attendo per questo con ansia di avere tra le mani dei libri che trattino specificamente questi argomenti e dunque di affrontare la cosa in maniera più sistematica...

Concordo con quanto scritto dal mio semiomonimo "Cesare Augusto" :D . A causa delle pressioni da sud dei Parti e da Nord di tribù seminomadi delle steppe il regno greco battriano collassò alla fine del II secolo a.C. lasciando ancora più isolato il regno indo-greco nel quale, mi pare, gli influssi ellenici nel corso del I secolo divengono sempre più flebili... non dimentichiamoci però che Alessandro era vissuto un secolo e mezzo prima dei Nostri Menandro I e Apollodoto I e le vicende di Poro e della battaglia dell'Idaspe del 326 dovevano essere un fatto quasi mitico:

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http://www.britishmuseum.org/research/collection_online/collection_object_details.aspx?objectId=1274497&partId=1&searchText=porus+alexander&page=1

 

Voglio sottolineare un punto molto interessante. Poro fu un grosso grattacapo per Alessandro, che lo sconfisse con estrema difficoltà. Tuttavia lo riconfermò come sovrano e anzi ne ampliò i domini. Si tratta di un capolavoro politico: da un lato aveva l'impossibilità di mantenere un controllo diretto su una regione così remota, dall'altro aveva di conseguenza la necessità di trovare un alleato/suddito fedele e affidabile. Chi meglio di un sovrano sconfitto, sia militarmente, sia moralmente dato che Alessandro si era erto di mille metri sopra Poro regalandogli un regno che non gli apparteneva più?

post-43481-0-05302100-1448226807_thumb.j

Franco Panvini Rosati, La moneta greca e romana, Roma, 2000.

 

Tornando all'argomento principale, la cosa che colpisce di più è come determinate iconografie (vedi Atena Alkidemos, vedi Atena Nikephoros lisimachea), compaiano all'improvviso a migliaia di chilometri di distanza dal loro luogo d'origine, divenendo parte integrante della propaganda locale.

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Buona sera al forum ed a te Matteo  i cui interessi attuali vedo che vertono sulla monetazione indiana; è argomento questo che fa parte dei miei programmi futuri e che ho tuttavia al momento accantonato per proseguire con la monetazione dei Sassanidi ovvero del secondo impero Persiano, come alcuno ama definirli e qui il confronto con la seconda Roma, quella di Bisanzio, per intenderci, si fa accattivante…in programma c’è poi l’India di cui continuo a raccogliere materiale  (Informazioni storiche e monete) e la Tracia o meglio la civiltà che coinvolge il Ponto Eusino (Mar Nero) in rapporto con la Grecia del Nord ( Macedonia in particolare) e le civiltà Celtiche  dell’area danubiana…ce n’è per campare almeno quanto Matusalemme a Dio piacendo; ma veniamo al punto: rovistando tra la documentazione in passato raccolta, ho riesumato la traduzione, invero molto libera, quasi degli appunti, scritta da  autore inglese quasi cent’anni fa.

Tratta della Bactria, dei contatti con l’India e delle prime invasioni dal Nord nel paese sino all’inizio della dominazione Musulmana.

Il fatto che il libro sia attempato più che un difetto penso sia invece un motivo di particolare interesse; molta acqua è passata sotto i ponti dal 1922, nuove conoscenze sono venute alla luce ed il confronto con quanto si sapeva all’epoca è affascinante.

Lo ripropongo con questo post nella segreta speranza che possa essere utile a te e ad altri lamonetiani che si interessano a questa monetazione, come Caio ad esempio, che saluto.

Dovete sorbirvela ragazzi, non è scritta su carta…velina…è non potete, invece di leggerla  farne l’uso che i maligni pensano

 A parte il finale goliardico buona serata a tutti da nonno cesare e …vai col post

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LE CONIAZIONI DEL NORDOVEST INDIANO PRIMA DELLA CONQUISTA MUSULMANA

 

R.B. HITEHEAD

 (Traduzione di Silvatici Cesare)

 

         E’ stato scritto, come regola generale, che le monete non possono considerarsi di importanza primaria nella valutazione storica; Il loro utilizzo sostanziale è nella verifica dei dettagli della contemporaneità; ma raramente fanno storia.

         Nei primi periodi di esistenza di una nazione, quando il ritrovamento di  una moneta assumerebbe  un grande valore, le monete sono poche e con scarsi dettagli; per contro, nel peroido finale, quando le iscrizioni sulla moneta sono complete e più significative, abbiamo a disposizione altre fonti ben più consistenti tanto che la moneta va ad occupare un ruolo secondario.

         D’altro canto non possiamo non accettare il messaggio che la moneta ci tramanda giacchè essa sempre riflette gli eventi del tempo,anche quando le riflessioni sono distorte la loro mendacia spesso ci offre informazioni di un qualche rilievo.

         A parte quanto sopra affermato, la moneta fa da supporto al materiale storico in molti altri modi indiretti; per esempio, giacchè in India non si ha notizia di monete d’Oro greche o della Scizia mentre sono abbondanti le auree coniazioni del Kushan, possiamo dedurne che l’Oro, sia diventato comune solo dopo la disfatta dei Greci, le monete inoltre hanno indirettamente fornito notevoli aiuti agli archeologi indicando loro il periodo in cui furono prodotti manufatti quali: statue  od iscrizioni prive di datazione, quando rinvenute assieme ad esse.

Si è così potuto accertare che le statue  Greco-Buddiste del miglior periodo della scuola di Gandhara erano contemporanee con quelle fatte scolpire dal Re del Kushan: Kanishka.; ancora, le monete ci si presentano come un continuità di serie  che illustra l’evoluzione del disegno artistico che le abbellisce e l’evolversi della scrittura su di esse incisa al momento in cui furono coniate.

Per queste ragioni la moneta è materiale che interessa anche: Artisti ed epigrafisti  e sono queste le considerazioni generali che accompagnano la Musa della Storia e della sua fedele ancella: La Numismatica

Torniamo adesso alla storia dell’India ed alla numismatica.

Questo studio tratta della coniazione di monete emesse dai primi invasori dell’India: Greci; Scizi, Parti; Kusciani ed Eftaliti oltre ai pezzi indigeni coniati dagli inizi e sino al tempo della conquista Musulmana, che sono stati rinvenuti nel Nord-Ovest dell’India ed in particolare nel Punjiab nelle cui province ho operato per diciassette anni come membro del Servizio Civile Indiano.

Mi propongo un secondo impegno in cui parlerò delle monete del Punjab emesse nel periodo che va dalla conquista Musulmana ai nostri giorni.

Il termine: “Indo-Greco” si riferisce, in linea di massima, alle monete coniate dagli invasori Greci dell’India e dai loro immediati successori con cui la cultura greca, come rilevato dalle monete, si proponeva ancora ad elevato livello; ho incluso anche  i coni della Battriana Greca, appena prima dell’invasione dell’India.

Secondo me si dovrebbe designare gli invasori Greci dell’India con l’epiteto: “Indo-Bactriani” similmente a quanto si fa in termini convenzionali con: “Indo-Scizi” “Indo- Parti”   e “ Grandi Kushans” in cui sono inclusi i migliori coni battuti da Vasu Deva.

         I Bactriani ed Indo-Bactriani si sovrappongono agli stessi nomi dei Re Greci che batterono moneta di entrambe i tipi.

         Mr. Stuart Poole, nella sua introduzione al catalogo delle monete Greche e dei Re Scizi, di Bactria ed India conservate nel British Museum, fa rilevare come siano pochi i settori, come la numismatica, che possono offrire tanto materiale di studio per la Storia, l’Archeologia e la Filologia.

         Questi documenti metallici sono i soli testimoni contemporanei di periodi che sarebbero stati altrimenti rimasti oscuri alla storia e poche e scarse sono le notizie che abbiamo dalla storia relativamente ai re della Bactria: Diodoto, Eutidemo, Demetrio ed Eukratide, sappiamo pure che Eliokle fu l’ultimo re.

         Eliokle  fu sopraffatto dall’irruzione di tribù selvagge provenienti dalle steppe dell’Asia centrale ed i Greci che si erano stanziati nel territorio indiano dell’Hindù-Kush videro completamente cancellata la civilizzazione che avevano  importato dall’Europa.

         I nomi di Menandro ed Apollodoto  sono appena menzionati negli annali classici; quelli di numerosi altri principi Indo-Bactriani si ritrovano solo sulle monete da loro emesse ed ancora quattordici anni fa la loro esistenza non era nota.

         Oggi sappiamo, grazie alle iscrizioni in Brahmi di Besnagar, nello stato di Gwalior, che parte della colonna su cui è riportato lo scritto, fu eretta da Heliodoro, figlio di Dione, soggetto al grande Re Antialkidas di Taxila; è  questa una delle importanti scoperte che sono state fatte di recente dal Dipartimento Archeologico dell’India.

         L’importanza storica della moneta non sarà qui limitata alle  sole coniazioni dei principi  Greci; ma allargata ai cosiddetti: Indo-Scizi; Indo- Parti e Grandi Kushan le cui notizie ci giungono, per lo più appunto dallo studio delle loro monete.

         I pezzi Indo- Parti         portano  il nome di Gondofares, noto alla tradizione cristiana come il Re sotto il cui regno fu martirizzato l’apostolo: Tommaso.

         Uno dei Re Kushiani fu Kanishka, famoso per aver convocato quattro grandi concili Buddisti attraverso la dottrina del Buddismo prese  e venne ufficialmente ad imporsi nel Nord del paese; al riguardo non si deve dimenticare l’importanza filologica delle monete Indo-Bactriane giacchè sono la chiave per l’interpretazione degli scritti Kharoshthi ovvero Pali- Bactriani.

         Prima della loro scoperta  gli editti incisi sulle colonne e le scritture su roccia non poterono essere decifrate dato che i caratteri della scrittura non erano noti; ma essendo riportata sulle monete Indo-Bactriane una dicitura bilingue, come nel caso della “Stele di Rosetta” attraverso questi pezzi fu possibile decifrare gli editti di Asoka.

         Sir Aurel Stein ha recentemente scoperto, nel Turkestan cinese, un gran numero di documenti scritti in Kharoshthi.

         Ulteriore interesse è dato dalla forma che queste monete hanno; molte sono quadrate od oblunghe e riportano la caratteristica di effigiare: divinità ed animali, come erano soliti fare gli artisti greco- orientali.

         Riportiamo di seguito un sintetico abbozzo storico delle varie dinastie, ordinate nel tempo.

Nell’estate del 334 A.Ch. Alessandro Magno attraversò l’Ellesponto ed alla testa di 30.000 fanti e 4.500 cavalieri aprì un varco nelle frontiere Persiane e  sconfisse Re Dario, in due decisive battaglie ad Isso ed Arbela.

         Alla morte di Dario, nel 330 A.Ch. scoppiò la rivolta dei governatori delle province dell’attuale Afganistan occidentale e la ribellione di questi satrapi orientali fece intendere ad Alessandro che la resistenza non era terminata con la morte del sovrano.

         I piani iniziali del suo intervento prevedevano, con ogni probabilità, la sola umiliazione della Persia, tuttavia si fece gradatamente strada la possibilità di soggiogare l’intero Impero Persiano e di conquistare l’India sino a monte del Gange.

         Nel pensiero di Alessandro l’operazione maturò a tal punto sino ad assumere la consistenza di una vera e propria  acquisizione dei territori occupati piuttosto che di una mera escursione volta al saccheggio.

         Quando si impegnò nella conquista della Bactria e dell’India Alessandro aveva già formulato chiari piani che prevedevano l’occupazione permanente del territorio sotto il  suo futuro governo ed era questo il suo obbiettivo quando cercava la benevolenza dei popoli oggetto delle sue attenzioni.

         Nel 328 A.Ch. soffocò la ribellione dei Satrapi Persiani e portò l’esercito oltre le sponde dell’Oxus entro la Bactria; nella primavera successiva attraversò il Caucaso Indiano (Hindu Kush) ed impiegò il resto dell’anno (327 A.Ch)  per portare in suo potere varie città e fortezze che si trovavano nella valle  di Kabul terminando la sua conquista con la più importante di esse: la roccaforte di Aornos.

         Nella primavera del 326 A.Ch.  oltrepassò le rive dell’Indo ad Ohind e puntò decisamente  su Taxila ( oggi: Shahdheri) venti miglia a Nord-Ovest di Rawalpini, che era la capitale del Re Indiano, dove ricevette ospitalità.

         Da Taxila, Alessandro avanzò verso il fiume Hydaspes (Jhelum) sulle cui rive trovò una così forte resistenza da parte del Re Indiano: Poro che per passare il fiume, dovette ricorrere ad uno strattagemma.

         Seguì una battaglia campale tra Greci ed Indiani che vide la sconfitta di Poro, la sua sottomissione ed  a seguire, la fondazione delle città di Nikaia e Bukefala (Vale appena ricordare come “Nike” sia il nome greco della vittoria e” Bucefalo” il nome del cavallo di Alessandro Magno)

         In seguito, dopo la cattura della fortezza di Sangala e l’attraversamento del fiume Hyphasis (Beas) lo spirito dell’armata greca, stanca di lunghe marce e del permanente stato di guerra con la gente del luogo, si affievolì tanto da rifiutarsi di proseguire nell’impresa.

         Dice Gibbon: “ Qui sulla riva orientale dell’Hyphasis, al limite del deserto, l’eroe macedone si ferò e pianse”

         Fece erigere dodici grandi altari dedicati alle principali divinità greche, quindi condusse le sue truppe alle rive del fiume dove allestì una flotta che       dopo varie vicissitudini riuscì finalmente a raggiungere l’Oceano Indiano; correva l’anno 325 A.Ch.

La flotta greca costeggiò il Golfo Persico mentre Alessandro preferì ritirarsi via terra e dopo un lungo e tormentato viaggio tra il deserto ed il Mare Arabico giunse finalmente a Persepoli prima e Babilonia poi dove, poco dopo il suo arrivo, morì nel 323 A.Ch. fu allora che le più importanti e significative province del suo impero vennero affidate al governo dei suoi più stretti collaboratori.

Le provice dell’Est erano: Bactriana; Ariana ed India ovvero i paesi bagnati dalle acque dell’Oxus, Helmund ed Indo rispettivamente.

L’India comprendeva tre satrapie: Parapamisade ( Valle di Kabul), Punjab e Sind.

Dopo la comprensibile confusione che fece seguito alla morte di Alessandro, la figura emergente per il governo della Bactriana e dell’Ariana,  fu quella di Seleuco, satrapo di Babilonia; che non ebbe tuttavia successo nella spedizione che organizzò contro Chandagupta Maurya, Re dell’India, più noto ai Greci come.”Sandrokottos”

Dai trattati che ne seguirono, nel 205 A.Ch. La Vallata di Kabul, il Panjab e Sind entrarono a far parte dei domini di Chandagupta mentre la Bactriana divenne il lembo di terra più a Sud, tra le province di Seleuco.

I patti stipulati tra Greci ed Indi si concretizzarono con la residenza di Megastene, ambasciatore di Seleuco, presso la Corte Indiana; Greci e Romani debbono riconoscenza a  Megastene ed ai suoi successori soprattutto per le conoscenze acquisite sul territorio indiano.

Chiaro è che le acquisizioni di Alessandro in India, quali che fossero state, a vent’anni dalla sua morte,  si erano volatilizzate ed abbiamo ragione di credere che la sua rapida marcia attraverso il Punjab non abbia lasciato di lui, traccia alcuna.

Dei suoi dodici altari nulla è rimasto   e non sorprende considerando il fatto che negli ultimi duemila anni il Punjab ha subito grandi cambiamenti.

E’ estremamente dubbio il fatto che Alessandro abbia coniato moneta in India, tuttavia una seconda invasione Greca della valle di Kabul e dell’India può aver dato luogo a conseguenze di maggior durata.

Seleuco venne assassinato nel 280 A.Ch. ed il successore fu il figlio: Antioco Sotere.

Nel 261 A.Ch. Antioco 2° soprannominato “Theos” seguì il padre (Antioco Sotere) nella gerarchia e dette inizio ad ostilità nei confronti dell’Egitto.

Le province dell’Est dell’Impero Siriano, Bactria e Partia colsero l’opportunità per togliersi un giogo che era oramai divenuto poco più che formale; i dettagli della rivolta sono oscuri; ma il risultato finale fu una notevole riduzione dei territori colonizzati in Asia dai Greci.

La Bactria ebbe un notevole rafforzamento in potenza come risultato di cinque anni di pace ed il suo governatore: Diodoto si rese indipendente.

Più o meno nello stesso periodo un Parto di nome “Arsace”  costituì uno stato a sé e fece della Partia non solo una rivale della Bactria e della Siria; ma anche di Roma; tutto questo avveniva nel 250 A.Ch.

Diodoto emise monete con il suo nome e con l’immagine di “Zeus folgorante” designandosi “Sotere” il cui significato va ricercato in “Saggio o Protettore”   

Questo titolo, se ebbe un significato specifico, lo fu in riferimento alla Bactriana quale estremo fronte orientale del mondo ellenico nei confronti dei barbari dell’Asia Centrale.

Gli successe, con ogni probabilità, il figlio che portava lo stesso suo nome e questo secondo Diodoto pare sia caduto vittima di una cospirazione capeggiata da Eutidemo.

Eutidemo sembra effettivamente che sia entrato in contrasto per il potere con la famiglia di Diodoto e sotto di lui la Bactria raggiunse il massimo della prosperità.

Nel 209 A.Ch. questo principe fece fronte con successo all’invasione della Bactria da parte di  Antioco 3° Re della Siria; di poi spinse le armate Bactriane oltre il Kush Indiano sino alla Valle di Kabul

Non è certo se il figlio Demetrio abbia preso parte a queste operazioni militari, sembra invece probabile che il giovane Demetrio abbia avuto parte preminente nelle contrattazioni con Antioco al punto tale che grazie alla sua azione diplomatica i domini Greci si spinsero verso Est ben oltre i confini dell’India.

 Demetrio si deve ricollegare a questo preciso periodo se Chaucer, nella Storia della Cavalleria, lo riporta: “  Accolto da Emetreo: Re dell’India

Eutidemo compare su diverse monete come un uomo nel pieno della vita con volto austero e forte.

Al rovescio delle monete d’Oro ed Argento compare Ercole seduto mentre  sui pezzi di Rame  si vede un cavallo impennato, con ogni probabilità in riferimento alla capitale della Bactria: la città dei cavalli.

Demetrio è probabile che sia asceso la trono nel 190 A.Ch. e ci sono buone ragioni per ritenere che abbia esteso le conquiste greche al delta del fiume Indo; ma le monete qui emesse  sono da considerarsi della più alta rarità visto che non sono mai state trovate ad Est dell’Indo.

Le più belle monete di Demetrio costituiscono una serie in cui il Re è rappresentato con una testa di elefante come copricapo e queste monete, sia come stile che come peso sono squisitamente “Attiche”

 

Demetrio, come del resto Eutidemo adottarono, quale divinità protettrice: Eracle, l’Ercole dei Romani, il più celebrato eroe dell’antichità classica che rappresenta l’apoteosi tra forza bruta e valore; le sue armi sono la “Clava” , “L’arco e le frecce” ma gli attributi a lui più congeniali sono la mazza e la pelle di leone.

Fu un grande viaggiatore e si dice anche che abbia raggiunto l’India, impresa attribuita anche a Dioniso, il Dio della vegetazione che ha donato all’umanità il vino ed i piaceri dell’alcol.

Nei nuovi territori raggiunti dai Greci, alcuni eroi o divinità locali somigliano molto o possono essere identificate con Eracle, da qui l’appellativo di “Monete Indo Greche”

 Oscuri principi che furono, con tutta probabilità contemporanei di Diodoto ed Eutidemone, furono: Antimaco, Teo; Pantaleone ed Agatocle i quali  coniarono un rara e variegata serie di medaglioni d’Argento  sul rovescio dei quali portano inciso il loro nome; ma  sul dritto presentano la figura di: Alessandro, Diodoto, Eutidemone  od Antioco Nicatore.

 

 

 

 

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Chiaro è che ne rivendicavano la relazione ovvero ne riconoscevano la signoria; ma la storia non ci concede un minimo indizio su cui basare una qualche certezza su questa supposizione.

Queste monete presentano Giove in tre diversi atteggiamenti; il primo vede Zeus assiso in trono che tiene un’aquila nella mano destra del braccio teso; la seconda immagine, come divinità della vendetta, lo vede protetto da uno scudo ed armato di fulmine; Nella terza Giove si presenta in posizione eretta con, nella mano destra, una vittoria che regge due fiaccole accese.

Zeus, la maggiore delle divinità greche, padre e re degli dei e degli uomini era prima di tutto il Dio celeste e la sua rappresentazione artistica  è quella di un uomo maturo con i capelli ondulati e folta barba.

Gli attributi di Zeus sono lo scettro, l’aquila, il fulmine e talvolta la figura della vittoria, nella mano destra del braccio teso.

Re e regine compaiono sulle monete sempre con il diadema reale che era originariamente costituito da una banda bleu o bianca avvolta attorno alla tiara caratteristica della monarchia persiana e vecchio simbolo asiatico di regalità e che più tardi prese la forma di bianca fascia di seta, spesso impreziosita con perle.

Mentre Demetrio era impegnato nel territorio del Kush Indiano, un suo rivale, di nome Eukratide ne insidiò il potere in Bactria; tutto questo avveniva nell’anno 175 prima dell’era cristiana.

Alla fine Eukratide ebbe la meglio su Demetrio che venne probabilmente  ucciso o comunque deposto nel 160 A.Ch.

L’estensione del dominio greco nel sud del Kush Indiano si riflette nelle coniazioni di  Demetrio che rimane il primo dei re Greco-Bactriani  che fece battere moneta sul peso standard indiano e con iscrizione, in aggiunta alla leggenda greca, in vernacolo indiano ( oggi chiamato: Kharoshthi) l’una leggenda è la translitterazione dell’altra.

Esistono una o due monete bilingue di Rame, molto rare,coniate da Demetrio nella caratteristica forma indiana quadrata e nella mia collezione possiedo un tetradracma non ancora reso di pubblico dominio.

Le monete di Eukratide ritrovate appartengono per lo più sia nello stile greco puro, ricorrente nella Bactria, ma si presentano anche  nella forma bilingue, emessa per circolare nelle zone del Kush Indiano.

 

Le prime coniazioni di Eukratide portano l’immagine di Apollo.

Apollo era una delle più importanti divinità greche, Dio del Sole e della luce, dispensatore di oracoli e profezie, protettore dei musici e dei poeti oltre che ideale di giovinezza e beltà; i suoi attributi sono l’arco, le frecce ed il trepode che sostiene la ciotola per bruciare l’incenso.

Le monete più belle coniate da  Eukratide sono degli splendidi tetradracmi con l’immagine trionfante dei Dioscuri, i divini gemelli, figli di Zeus.

La loro principale funzione era quella di proteggere i viandanti, in particolare i marinai, le loro stelle appaiono infatti sopra la prora della nave e sono un sicuro segno d’aiuto per il marinaio.

Sulle monete compaiono a cavallo oppure appiedati e portano la palma della vittoria e la lancia.

L’abito che li contraddistingue è la clamide ed il “Pilos”; la clamide si presenta come un mantello mosso dal vento posto sull’armatura del cavaliere; un leggero mantello stretto al collo mentre il “Pilos” è una specie di copricapo conico confezionato con feltro o di cuoio indossato dagli artigiani e dai pescatori.

Una settantina d’anni fa creò sensazione, nel mondo numismatico, la scoperta di una moneta da venti stateri d’oro che riportava questa tipologia.

Questa magnifica moneta fu acquistata per il “French National Collection” e la si può ammirare nella “Biblioteca Nazionale” E’ la più grande moneta d’oro sopravvissuta al tempo passato: è ancora unica ed è assurta a simbolo del potere e della potenza della Bactria.

Lo storico romano Giustino ci informa che Eukratide fu ucciso, di ritorno dall’India, nel 150 A.Ch. per mano del suo stesso figlio.

Non ci è noto il nome del parricida  anche se alcuni identificano l’uccisore con Heliocle mentre altri ritengono si tratti di Apollodoto

Può essere che la scomparsa di un uomo forte, sia stata seguita dal proporsi di molti principi appartenenti alle casate rivali degli Eukratidi e di Eutidemo che si combattevano costantemente tra loro portando con la guerra civile, la monarchia  Bactriana alla rovina.

Heliocle ed Antialkidas sono gli ultimi regnanti che coniarono monete sul tipo e con gli standards Attici.

 

 

Si può ragionevolmente supporre che con loro abbia avuto termine l’autorità greca nella Bactria il cui potere si limitò da questo momento, alla valle di Kabul sino a Nord Ovest del Punjab.

La Bactria fu invasa da tribù nomadi note come “Saka Scyzie” tanto che i Greci del Sud ed il Kush Indiano vennero completamente tagliati fuori e di loro non si sentì più parlare.

Il lato positivo di tutta questa vicenda è che, casualmente sono state riportate alla luce due figure altrimenti non note: Apollodoto e Menandro.

 

 

 

 

Da sempre ho asserito che le iscrizioni riportate sulla colonna di Basnagar,  siano le sole, a noi note, che contengono il nome dei re della Bactria e della Bactria Indiana.

Gli scavi di Balkh dovrebbero fornirci preziose conoscenze; ma a tutt’oggi non sono accessibili agli studiosi europei.

 

Abbiamo ragione di credere che i Sakas siano stati l’involontaria avanguardia spinta verso le frontiere della Bactria dalla pressione di altre oscure orde di popolazioni mongole chiaramente destinate a sostituire sia i Greci che gli stessi Sakas nell’Agfanistan e nel Nord dell’India.

Desidererei brevemente  riprendere gli sviluppi di queste vicende; ma non prima di aver dedicato ancora qualche parola al declino delle fortune dei Greci.

La morte di Eukratide fu, nel giro di breve stagione, seguita dalla perdita del potere dei Greci in Bactria ed Heliocle viene considerato l’ultimo Re greco di Bactria ed India tuttavia la monetazione locale presenta un Re di nome Antialkidas che coniò monete con i tipi: Bactriano ed IndoBactriano e che fu con ogni probabilità posteriore ad Heliocle.

Dopo Heliocle ed Antialkidas il dominio dei Greci pare confinato al solo Kush Indiano, per il resto  suddiviso in tanti piccoli staterelli in perenne conflitto gli uni con gli altri.

Sir Alexander Cunningham afferma che tra la morte di Heliocle e la fine del dominio greco in India, sotto l’ultimo re Greco: Hermaios, non passarono più di trent’anni mentre Mr. Vincent Smith valuta questo lasso di tempo in centootto anni, l’ultima e forse la più valida opinione è quella del Prof. E.J. Rapson che pone la fine di Eukratide nel 150 A.Ch. e la disfatta di Hermaios nel 20 A.D.

Ho inserito, nel periodo, i regni di venticinque principi Greci i cui nomi, con l’eccezione di Apollodoto e Menandro, sono noti solamente attraverso le monete da loro coniate che ovviamente oltre alla tipologia ed il peso, riportano tutte la dicitura bilingue Indo – Bactriana.

La lenta progressiva degradazione del disegno e dell’abilità esecutiva unite alla carenza dei ritrovamenti, oltre a minori dettagli quali la scarsità di monete per ciascun Re, costituiscono la sola evidenza che la devastazione del tempo ha risparmiato alle difficoltà del moderno ricercatore per ricostruire il periodo storico.

Menandro ( Melinda nella scrittura buddista) è il solo Re greco della Bactria dopo Eukratide come ci ricordano tutte le informazioni contemporanee e con ogni probabilità regnò a Segala, la moderna città di Sialkot, nel Punjab dal 160 A.Ch. al 130 A.Ch. e pare avesse riunito sotto il  potere dei Greci l’intera India.

Operò la riconquista del regno indiano di Demetrio: Nord Ovest del Punjab; Valle di Kabul e Sind  portò inoltre le armi greche, con fulminee spedizioni, nella Valle del Gange sino a Patna.

La sua conversione al buddismo è questione controversa; ma non c’è dubbio che questa religione abbia esercitato gran fascino sui primi invasori dell’India, emblematico il caso dell’Imperatore del Kushan: Kaniska.

La morte di Menandro fu seguita da una furiosa lotta per il potere.

Più o meno nello stesso periodo i principi Indù debbono aver scacciato i Greci di Menandro fuori dai territori occupati del Punjab.

Il graduale declino terminò con la caduta dell’ultimo re Greco: Hermaios.

Le monete di Apollodoto, come del resto ci si poteva spettare dal suo nome, sono pienamente rivolte al culto di Apollo anche se sulle monete d’Argento  compare l’immagine di Atena Protettrice ed il fulmine.

Era Atena una delle principali divinità Greche che impersonificava il comportamento nel modo di vivere, nell’operosità e nella strategia della guerra; il suo nome in poesia, era: Pallade

Come divinità protettrice di Atene era vista come l’eminenza del genio artistico Greco, della letteratura e delle scienze.

Il suo attributo particolare è l’egida, una pelle di capra contenente un piatto su cui poggia la testa di Medusa mentre il suo simbolo è la civetta.

Le monete d’oro Greche della Bactria sono estremamente scarse e quelle Indo  Bactriane sono assolutamente sconosciute; ho menzionato in precedenza un unico pezzo da venti stateri di Eukratide, il solo altro pezzo d’oro di Eukratide a me noto si trova nel gabinetto di Mr. E.T. Newell, presidente dell’American Numismatic Society.

Le monete d’Argento Indo –Bactriane che il suolo ci ha restituito, sono costituite da Dracme e Tetradracme ,più piccole delle corrispondenti denominazioni Bactriane che erano coniate sul metro Attico.

Di solito i tetradracmi sono rari; per esempio quando scrissi il “ Punjab Museum Catalogue” nel 1914 conoscevo un solo tetradracma Indiano di Heliocle, uno di Strato e Agatocle, tre di Archebios, uno di Aminta e quattro di Antialkidas.

Relativamente più abbondanti erano quelli di: Menandro, Hippostrato ed

Hermaios.

La Dracma è più comune; Polixeno ci è noto attraverso una moneta di argento ed una di rame ( Entrambe al Punjab Museum), Telephos da una moneta di Argento e da una mezza piastra di Rame; Apollophane da una dozzina di Argenti; altri diversi Principi sono più rari.

Non c’è ragione per credere che altri nomi non possano comparire in futuro.

Una o due dracme sono state coniate quadrate; ma i tetradracmi sono immancabilmente rotondi.

 Le monete in Rame sono quasi sempre quadrate o rettangolari.

I titoli regali che di solito compaiono sulle monete sono: “Sotere”  per protettore; “Dikaios” per giusto; “Aniketos” per invincibile e ”Nikephoro” per vittorioso.

Circa la lingua Kharoshthi mi sembra giusto segnalare che: “Basileos” viene traslato in “ Maharajasa”; “Dikaiou”  in “ Dhramikasa” e “ Nikephorous” in “Jayadharasa” in queste tre parole si riconoscono facilmente  il famigliare: “Maharaja”, “Dharma” (dritto) e “Jai” (Vittoria).

Il monogramma Greco che si trova sulle monete si riferisce al nome del magistrato locale sotto la cui autorità venne coniata la moneta ovvero, più spesso alla zecca di emissione.

Sappiamo che Hermaios fu l’ultimo dei Re Indo-Bactriani giacchè esiste una serie di monete che portano due nomi, quello di Hermaios in Greco e “Kujula Kadphises” in Kharoshthi.

Questa deduzione è confermata dalla scomparsa del nome di Hermaios dalle monete, al cui posto compare invece il nome del conquistatore del Kushan: Kujula Kadphises, senza alterazione alcuna nel tipo della leggenda Greca anche se i moderni ricercatori non sono d’accordo sul fatto che Kujula Kadphises sia necessariamente  il barbaro che successe ad Hermaios.

Questa la fine del dominio Greco in Bactria ed India dopo centocinquanta anni dalla costituzione del regno indipendente della Bactriana da parte di Diodoto, nel 250 A.Ch. ma nonostante la perdita del potere la cultura e la civilizzazione Greca si protrassero ancora per un secolo o più come dimostrano le monete Indo Scizie dei sovrani: Vonones, Moas, dei loro successori e di quello che fu il grande conquistatore del Kushan: Kujula Kadphises e della sua dinastia.

Mi piace a questo punto, inserire una qualche precisazione, a proposito di queste monete Greche; sono molto belle, interessanti e rare oltrechè di grande valore storico; possiedono tutte le qualità necessarie ad attrarre l’attenzione e stimolarne lo studio, credo che non sarei mai diventato un collezionista di queste monete  se nei primi anni della permanenza in Punjab non  mi fosse capitato di imbattermi in due monete Indo – Bactriane ritrovate nel distretto ov’ero stato chiamato ad operare.

Ritengo che sia possibile, per un collezionista particolarmente fortunato, che risieda nel Peshawar, poter acquistare un buon numero di specie diverse di monete di questo tipo, presso uno dei tanti bazar della zona.

Tuttavia il collezionista moderno, anche se ben introdotto nel territorio, penso che debba comunque ricorrere all’aiuto di un professionista locale, se desidera mettere assieme una buona collezione di queste monete si renderà  infatti presto conto di trovarsi di fronte ad una serie di coniazioni molto ampia.

Un vero peccato che un collezionista moderno non abbia la possibilità di recarsi a Kabul o nella valle di Kabul come avvenne felicemente all’americano Masson, morto circa novant’anni fa; attualmente l’Afganistan è praticamente inaccessibile agli europei e lo scavo di Balkh dovrà attendere tempi migliori.

Un nome a tutti ben noto, legato alla monetazione della Bactria, è quello di Sir Alexander Cunnigaham, in passato: Direttore Generale dell’Archeologia, in India; raccolse monete per oltre mezzo secolo e la sua ineguagliabile collezione è al British Museum.

Debbo adesso chiedere ai  lettori di seguirmi al tempo dell’ultimo re della Bactria: Heliokle ed alla fine della potenza Greca causata dall’invasione dei Saka Scizi.

Il termine “Scizio” viene usato indiscriminatamente per indicare le popolazioni nomadi dell’Asia Centrale, è oramai generalmente accertato che le orde ,che si susseguirono come conquistatrici, dalle steppe dell’Asia ai confini della Persia e dell’India, a partire dal quinto secolo A.Ch. furono nell’ordine: I  Sakas;  i Kushans ovvero “Grandi Yue-Chi” della storia cinese; gli ultimi Kushans o “Piccoli Yue-Chi” e gli Ephthaliti od “Unni Bianchi”

Le ultime forze propulsive di queste onde invasive dall’Asia furono le principali responsabili del deterioramento del territorio.

La caduta dei principi Greci in India fu solamente un incidente storico nell’irresistibile ondata migratoria di intere nazioni in armi che dopo aver travolto l’India devastò quasi interamente l’Europa e sotto la guida di Attila, Re degli Unni distrusse la civilizzazione europea.

L’India  fu nuovamente toccata da un simile sconvolgimento al tempo di Chingiz Khan e di Tamur ed all’invasione  Mughal di Babur  fece seguito la costituzione dell’Impero di Hindustan da parte dei Mongoli o Mughal.

Secondo i cinesi il ritiro dei Sakas dai paesi a Nord di Oxus fu dovuta ai Yue-Chi, ritirandosi al Sud e successivamente all’Est andarono ad occupare la regione che corrisponde, grosso modo, alle attuali province di Siestan, Sind e Punjiab.

Tutto questo ebbe ripercussioni nella Grecia Bactriana e significò la perdita di potere nel Punjab, riteniamo al periodo della  morte di Menandro; i Greci debbono  tuttavia  aver mantenuto il controllo della valle di Kabul sino al tempo di Hermaios.

Giova ricordare che le tribù Saka che occupavano Sakastene o Seistan costituirono in seguito distretti separati sotto diversi regnanti che sono alla base della formazione di tre distinte dinastie di Re i cui nomi compaiono sulle relative monete.

La prima, si pose ad Ovest del fiume Indo, ebbe origine da Vonone e continuò nei successori: Spalahores e Spalagadames

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La seconda che occupò entrambe le rive del fiume, ebbe come fondatore: Muaes o Moas e successivamente Azes.

 

 

La terza si pose nel Sind e ad Ovest dell’India Centrale, a quest’ultima  appartiene il grande satrapo Nahapana.

Non esistono evidenze storiche dirette che i Sakas abbiano occupato il Punjab tuttavia nel Nord Ovest e ad Hazara sono state ritrovate molte monete, ritenute: Indo – Scizie, di Moas; Azes ed Azilies

Questi principi coniarono molto in Argento e Rame utilizzando caratteri di entrambe le lingue; quelli Greci si riconoscono  facilmente.

Similmente alla monetazione fatta coniare dai Pricipi Indo – Bactriani l’Oro non compare, se si fa eccezione di un singolo, sottile pezzo, conservato nel museo di Lahore che riporta il nome di Athama.

Diversamente dalle monete Indo – Bactriane quelle Indo – Scizie non presentano mai il ritratto del principe.

Dalle monete si desume che Azes ebbe un generale indiano; Aspa Varma, figlio di Indra Varma, anch’egli al servizio al  più grande discendente di Azes: Gondophares.

 

 

Sir Alexander Cunnigham  ritiene che Gondophares sia stato il fondatore di una dinastia Saka a sé stante in successione a quella di Moas, Azes ed Azilises; ma  sembra più giusto assegnare questa dinastia agli Indo – Parti come indicano i ritratti ed i nomi dei Re.

Abdagases era nipote di Gondophares mentre altri membri della stessa linea furono: Orthagnes, Pakores e Sanabares.

Le monete di Gondophares si ritrovano in abbondanza su una vasta estensione di territorio da Peshawar a Delhi.

Il suo nome è derivato da “Gaspard”  uno dei tre saggi dell’Est e viene ricordato nella tradizione cristiana,  a proposito dell’ultimo periodo di vita dell’Apostolo Tommaso.

Gli atti apocrifi di Tommaso contengono certe affermazioni che , scoperte all’inizio del diciannovesimo secolo,  non siamo a tutt’oggi  in grado di accertare alla luce degli avvenimenti storici; la narrazione di Tommaso ci dice che,  contro la sua volontà e propensione, dovendo predicare a Gospel agli indiani, venne in contatto con un inviato di Gondophares, Re degli Indiani, che era stato inviato in Siria alla ricerca di un architetto che fosse capace di progettare il palazzo del suo sovrano.

 

 

Tommaso, accompagnato da questo emissario, raggiunse l’India via mare ed entrambe proseguirono verso la Corte del Re dove Tommaso, prima di cadere martirizzato, fece molte conversioni compreso lo stesso Gondophores e suo fratello Gad .

E’ straordinario che dopo tanti secoli l’esistenza di questo Re sia stata confermata dalla scoperta, in India, delle sue  monete; i primi esemplari furono trovati in Afganistan dall’esploratore americano Masson più o meno nel 1833.

Il nome di Gad, Gada o Guda, il fratello di Gondophares, secondo la tradizione cristiana, lo si ritrova su di un raro tipo di moneta di Orthagnes,  con leggenda Kharoshthi. non ancora decifrata.

Il regno di Gondophares si pone a metà del primo secolo dopo Cristo; in questo periodo vennero coniate molte monete in Rame di un Re anonimo che si faceva chiamare Re dei Re, il Grande Liberatore (Soter Megas)

Tutte portano, come simbolo, il “tridente” segno specifico di questo sovrano.

L’invasione dei condottieri, noti come: Indo-Scizi ed Indo-Parti precede quella del principe Kushan: Kujula Kadphises.

Sono convinto che la prima ondata di invasioni dall’Asia Centrale, quella dei Saka – Scizi abbia determinato la fine del potere Greco in Bactria e successivamente sul Punjab lasciando solo una traccia di sovranità Greca nella Valle di Kabul; entrambe furono poi spazzate via dalla calata dei Kushans.

La conquista  continuò sotto il secondo Kadphises, riportato sulle monete come Vima Kadphises che invase l’intero Punjiab ed il Nord Ovest dell’India.

 

 

 

Si estinse così il dominio dei Greci, Indo – Scizi ed Indo – Parti ed il Nord India cadde sotto il potere dei Kushans.

Si ritiene che i successori di Vima Kadphises siano stati: Kanishka, Huvishka e Vasu Deva.

Una iscrizione, recentemente scoperta a Mathura, trenta miglia a nord di Agra, conferma l’esistenza di un Re di nome Vasishka, tra Kanishka ed Huvishka; ma di questo Re ancora non sono state trovate monete, o meglio ancora sono da identificare.

Di Kujula Radphises e Vima Kadphises non rimangono altro che le loro emissioni e poche rare notizie dagli annali cinesi; possediamo invece molte iscrizioni dei loro successori: Kanishka, Huvishka e Vasu Deva alcune delle quali portano la data di un’era che è stata chiamata: Era Vikrana.

 

 

 

 

 

Doveroso  sottolineare che esistono una dozzina di diverse opinioni circa la data relativa a Kanishka ed alle origini della sua era; alcuni vecchi scritti pongono l’inizio del regno di Kanishka nel 78 D.Ch.Una fonte autorevole propone come data iniziale il 123 D.Ch. un altra, come data finale il 278 D.Ch. D’altro canto il Dr. Fleet ritiene che il gruppo di Kanishka preceda quello di Kadphises.

Il periodo in cui si snoda il regno dei tre sovrani: Kanishka, Huvishka e Vasu Deva con ogni probabilità si protrae per oltre un secolo e mezzo ed il potere dei Kushans, al suo apice, deve aver compreso i territori tra Kabul ed il Bengala

La tipologia delle monete Kushans si mantenne nel Kashmir sin oltre il sedicesimo secolo, una longevità che io credo sia superiore rispetto a tutte le monete coniate fuori del territorio cinese e le monete Kushan di Rame ed i tipi da essa derivati devono essere rimasti in circolazione ancora per molti secoli dopo la caduta di Vasu Deva.

E’ grazie alla fede buddista se la memoria di Kanishka  si è tramandata e la figura del Budda compare in una moneta d’Oro e non poche monete di Rame.

Il magnifico cofanetto scoperto vicino a Peshawar, pochi anni or sono, riporta l’effige di Kanishka e la Società Storica per il Punjia ha recentemente pubblicato la riproduzione fotografica di una statua del Re scoperta vicino a Mathura.

La coniazione dei Kushans è abbondante sia in Oro che in Rame, per l’Argento si conosce solamente una piccola moneta simile ad un conio di Rame; tutto questo è in contrasto con la monetazione Bactriana che è basata interamente sull’Oro.

Le monete di Vima Kadphises sono bilingue con la leggenda in Greco ben chiara e spesso… lunga.

Passato questo periodo scompare la forma Kharoshthi da tutte le monete con la sola eccezione di una medaglia, scoperta nel 1842, ed andata successivamente perduta; fu resa pubblica da Cunningam nel suo lavoro sulla monetazione del Gran Kushans..

Le monete di Kanishka riportano, di solito iscrizioni su entrambe i lati, in caratteri Greci, ben leggibili anche se i titoli reali sono espressi in Iraniano.

La moneta d’Oro  del Kushans si basa sull’aureo romano.

L’intera coniazione di Vima Kadphises è dedicata a Shiva, la terza persona della “Trinità Indù” tuttavia nella monetazione di Kanishka ed Huvishka compaiono i nomi e le immagini di una straordinaria galleria di Divinità: Dei, Dee ed eroi con nomi: Greci, Indiani ed Iraniani; l’intero panteon comprende più di trenta divinità tutte coniate sui soli aurei di  Kanishka ed Huvishka.

Come i vecchi Ateniesi anche i Kushans erano ansiosi di offrire la loro devozione a tutte le possibili divinità sino a dedicare una moneta anche al “Dio Sconosciuto”

Le monete d’Oro di Vasu Deva riportano generalmente Shiva, mentre su quelle in Rame compare da un lato il Re stante e sull’altro Shiva ed il suo bove Nandi oppure una dea seduta chiamata: Ardoksho.

A Vasu Deva successero oscuri principi noti come “ Gli ultimi Kushans” e nel periodo di questi regnanti la moneta appare più sciatta e le iscrizioni difficili da leggere e decifrare.

A questo punto è doveroso fare cenno alla prima  monetazione indigena e descrivere brevemente le forme esistenti  prima  dell’invasione musulmana.

Faremo riferimento, per lo più alla monetazione trovata nel Punjab e nelle sue vicinanze; ma non mancheremo di includere pezzi dei Sassanidi, Indo – Sassanidi ed Unni Bianchi quali sono stati spesso trovati  verso la frontiera del Nord - Ovest  e nel Kashmir.

Le prime monete apparse nel mondo antico  erano costituite da una lega naturale di Oro ed Argento ( Electrum);  i ritrovamenti di queste prime monete si attestano  in Lidia, risalgono al 700 A.Ch. e sono costituite da marchi o stampigliature eseguite su spessi globuli di Electrum.

Le monete indiane, che sono certamente più antiche delle coniazioni Greche, sono anch’esse costituite da pezzi appiattiti, di forma non bene determinata; ma nella maggior parte dei casi è grosso modo rettangolare e presentano uno standard di peso che si pone attorno ai 56 Grani; queste monete sono comuni in tutta l’India;

il modo con cui furono confezionate è immediatamente evidente, non appena si osservi la moneta.

L’Argento veniva prima ridotto in una lastra sottile come un “quarto di Dollaro” successivamente si realizzavano verghe larghe circa mezzo pollice da cui erano ottenuti pezzi, tutti più o meno dello stesso peso: circa 56 Grani; il peso definitivo veniva quindi ottenuto asportando piccoli pezzi dagli angoli.

I marchi del punzone che rimangono agli angoli del pezzo, impressi quando la striscia era ancora integra,  risultano incompleti a causa del taglio.

Si osservi come nonostante le monete, note come “Punch – marked” si presentino rozze, deformi e senza leggenda e per questo non assegnabili ad un particolare regno o località, pure tuttavia posseggono un fascino ed un interesse speciale, per la storia della numismatica,  come documento primigenio di coniazione indiana ed attraggono anche l’attenzione degli antropologi per i  segni che conservano: religiosi, mitologici, astronomici che nei secoli si sono susseguiti in India.

Il termine “Punch – marked” generalmente adottato sta a significare che i segni impressi sulla moneta non ricoprono ordinatamente la superficie; ma che sono stati applicati in maniera autonoma ed irregolare.

Spesso interferiscono gli uni con gli altri ed in qualche caso sono tanto numerosi da  risultare come una ammucchiata confusa.

Ad ognuno di questi marchi corrisponde il significato particolare di un qualche cambiavalute o di garanzia od ancora di una qualche località.

In ogni caso queste vaghe  attribuzioni  convenzionali non soddisfano  a sufficienza; dovremmo conoscere qualcosa in più sui primi stadi della loro origine quando cioè compaiono solo uno o due o tre punzonature per essere più specifici.

 

 

Poche volte ho veduto monete non completamente coperte da questi segni sembra tuttavia chiaro che la superficie della verga debba essere stata punzonata ed interamente ricoperta con i segni dell’autorità emittente o con i diversi punzoni prima ancora che la moneta fosse confezionata ed immessa nella circolazione.

Non ci sono difficoltà per distinguere il dritto dal rovescio poiché il primo riporta diversi segni mentre il rovescio è spesso liscio e raramente è contraddistinto da più di una punzonatura.

I caratteri delle punzonature che sono stati ritrovati su queste monete sono più di trecento, tutti diversi l’uno dall’altro; difficile dire dove queste monete possano essere state coniate; si riferiscono alle “Leggi di Manu” ed anche successivamente vengono definite: Antiche.

La storia di Jataka parla di queste monete come “correnti” al tempo di Budda, siamo nel sesto secolo A.Ch.

Se nelle prime monete Greche ritroviamo  la giovinezza della coniazione, nelle “Punch – marked” Indiane c’è l’infanzia dell’arte numismatica.

 

Una allusione alla monetazione Indiana la si ritrova già nell’invasione del Punjab da parte di Alessandro Magno infatti Quintus Curtius nel registrare l’incontro di Alessandro con Omphis, re di Taxila, dice che il Re donò ad Alessandro una corona d’Oro ed i suoi  amici aggiunsero otto talenti in monete d’Argento.

Dal momento che l’Oro era abbastanza disponibile è curioso che le  “Punch – marked” siano state coniate solo in Argento e/o Rame.

Sono convinto che la serie di monete in questione, nel peso e nelle dimensioni appena descritte, debbano essere state la valuta corrente, a quel tempo.

Le monete di Rame dovevano essere grosse, pezzi massicci, molto più rari delle monete coniate in Argento.

Il sistema monetario Indiano era particolarmente originale; differiva dal greco e dagli altri sistemi sia nell’unità di peso che nella distribuzione dei valori; l’unità di peso era costituita dal “Rati” il nero e scarlatto seme  dello “Abrus precatorius” la liquerizia indiana spesso chiamata anche “Grano rosso” di vite e questi semi sono ancor oggi utilizzati nelle botteghe orafe Indiane; un singolo seme pesa circa 1 ¾ di grano e l’intero sistema monetario Indiano si basa su questa unità.

Non vi sono dubbi sul fatto che il sistema sia un frutto del pensiero Hindù.

Oltre alle monete “Punch – marked” vi sono spesse monete di Taxila, in Rame che portano la figura di un elefante da un lato e dall’altro un leone che sono forse i prototipi delle monete quadrate Indo-Bactriane.

Sono state trovate monete con entrambe i lati impressi, ma anche molti pezzi rettangolari con il rovescio liscio che si ritiene siano più antiche delle precedenti e sono datate dal 350 A.Ch. esse differiscono dalla monetazione greca per il fatto che hanno forma quadrata e sono diverse nello standard di peso e nella tipologia; non presentano iscrizione e debbono essere viste come moneta corrente puramente indigena.

E’ spiacevole; ma non abbiamo certezza alcuna per poter dire che queste monete furono coniate la tempo del famoso Re Asoka dell’impero Mauryan, l’assenza di leggenda ne rende impossibile l’attribuzione.

Le prime monete d’Oro dell’India del nord  sono, con ogni probabilità,  uno o due piccoli pezzi coniati a Taxila e portano il particolare simbolo che Sir Alexander Cunningham ebbe a definire:” Marchio di Taxila”

Taxila si trova venti miglia a Nord Ovest di Rawalpindi nel Nord Ovest del Punjab ed il sito  è stato scavato con buoni risultati dal Direttore Generale di Archeologia dell’India: Sir John Marshall.

La città di Mathura (Muttra) si trova tra Delhi ed Agra, tredici miglia a Nord di quest’ultima città  e qui vennero alla luce molte monete antiche a cominciare dalle dracme di Menandro ed Apollodoto.

Le monete di Rame dei kushans sono abbondanti e non c’è dubbio che Mathura appartenga al loro dominio, Ptolemy la include infatti nella parte bassa del Punjab; le emissioni monetarie di Mathura includono sia monete dei Rajas Indiani che tipologie indigene che con ogni probabilità appartengono ai primi satrapi persiani che governarono la città.

I più antichi tra questi satrapi stranieri sembrano essere stati i fratelli: Hagana e Hagamasha, quest’ultimo fu con tutta probabilità seguito da Rajuvula il cui figlio fu Saudasa.

Rajuvula coniò dracme in Argento simili alle monete del principe Indo – Bactriano: Strato 2° oltre a monete in bronzo simili a  quelle dei rajahs; Mr. Vincent Smith pone Rajuvula e Saudasa al 125 – 100 A.Ch.

Le monete di Taxila e Mathura sono coniazioni locali; nessuna di loro porta il nome di Taxila o di Mathura; ma non ci sono dubbi che siano monete locali dato che sono state ritrovate solo in questi luoghi.

Altre monete antiche sono distinguibili dal nome della tribù che le emise e per questo passano sotto la dicitura di “Monete Tribali”

Sono ben note le monete tribali del Punjab e quelle di Odumbaras, Kunindas e Yaudheyas che coniarono sia in Argento che in Rame; le monete in Argento derivano dalle dracme Indo – Bactriane.

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I Yaudheyas sono una tra le tribù indiane antiche più famose e sono noti come guerrieri, il loro nome infatti deriva dal Sanskritto: Yudha che significa “Battaglia”

 

 

Il filologo Panini, che visse prima del tempo di Alessandro li menziona come uno dei popoli guerrieri del Punjab e dice che occuparono il paese che si trova su entrambe le rive del fiume Sutlej

Riassumendo le monete quadrate, originali nella forma, disegno e dimensione esistono in India da tempi precedenti all’invasione di Alessandro Magno del 326 A.Ch.

I tipi Greci ed Indiani  si influenzarono  vicendevolmente l’un l’altro come si vede dall’adozione della forma quadrata e dallo standard di peso oltre che dall’adozione sulle dracme indiane del disegno e dell’arte Greca.

Non ci sono dubbi sul fatto che l’impero dei Kushan sia durato sino al terzo secolo dopo Cristo; ma la storia di questo periodo è ancora avvolta dal mistero.

Sappiamo che nell’ultimo periodo un principe di nome Gupta regnò in Bihar e la capitale di questo regno era nelle vicinanze di Patna; nel 320 salì al trono suo nipote: Chandragupta 1° riconosciuto come il reale fondatore delle fortune di questa famiglia.

Questo signore dette origine ad una “Era” particolare nota come: Era Gupta e le monete emesse dai suoi successori portano l’iscrizione e fanno data, dall’inizio di questa era, uso che continuò in alcune parti del Nord e dell’Ovest dell’India sino al tredicesimo secolo.

Dopo un breve regno Chandragupta lasciò la corona al figlio: Samudragupta che è passato alla storia come un terribile conquistatore; dopo aver sottomesso i principi dell’India superiore, rivolse le sue armate contro il vicino Sud e suggellò il raggiungimento del potere supremo con la celebrazione del “ asvamedha” ovvero: sacrificio del cavallo.

Dopo un lungo e prosperoso regno, durante il quale la frontiera meridionale raggiunse il fiume: Narbada, Samudragupta  lasciò il trono a Chandragupta 2° correva l’anno Domini 375.

 

 

L’impero dei Gupta raggiunse il massimo splendore proprio sotto questo governante.

Attaccò, sconfisse ed uccise il satrapo Rudrasimha, re di Kathiawar ed annientò la dinastia straniera Saka Scizia dei satrapi dell’Ovest che aveva regnato per quattro secoli.

 

 

 

Il Punjab non fu parte integrale dell’impero Gupta; ma non vi sono dubbi sul fatto che l’influenza Gupta si estese sin quasi a Lahore e  solo sei anni fa fu scoperta una moneta d’Oro Gupta ad Hissar, distretto della provincia del Punjab.

La monetazione Gupta  è essenzialmente d’Oro, derivata dalla monetazione aurea dei Kushans e dall’aureo Romano; le monete d’Argento e di Rame sono scarse e non compaiono prima di Chandragupta 2°

All’annessione di Gujarat e Kathiawar si fa appartenere una piccola moneta di convenienza in Argento dei satrapi dell’Ovest,  basata  ed  in  stretta imitazione della didramma Indo – Bactriana.

 

Nel 413 A.D. l’impero passò nelle mani di Camaragupta 1° figlio di Chandragupta 2;questo monarca passò la maggior parte del suo lungo regno ad imporre il potere dei Gupta; ma verso la fine del suo regnare fu molestato da un tentativo di  invasione da parte degli Unni Bianchi i quali vennero tuttavia respinti da suo figlio: Skandagupta; quest’ultimo salì al trono nel 455 e regnò sino al 480 A.D.

Le incursioni delle tribù nomadi che premevano sul Nord Ovest indebolirono sempre di più il potere dei Gupta ed alla sua morte l’impero si sfaldò si che la dinastia sopravvisse ancora per qualche altra generazione nelle sole province dell’Est.

Da sempre ho affermato che il potere dei Greci in India fu compromesso dalle invasioni delle orde asiatiche di: Scizi, Parti e Kushans; gli Unni apparvero sulla scena solo nel quinto secolo dopo Cristo.

Questa popolazione di barbari, nella loro migrazione verso Ovest si divise su due direttive, una verso la valle dell’Oxus e l’altra verso il Volga i primi  venivano indicati come: Ephthalites, gli altri  come Unni Bianchi.

Le tribù dei   Ephthalites, tra il quinto ed il sesto secolo della nostra era hanno inciso non poco nella storia dell’India e della Persia.

Il nome: Ephthalites è un tentativo di riprodurre il nome originale della “stirpe” che fu spesso indicata  anche come Unni Bianchi giacchè i loro membri erano comparativamente di bell’aspetto; in India li chiamavano: Hunas.

Le informazioni che abbiamo circa gli Ephthalites  ci derivano dalle cronache cinesi le quali ci informano  del fatto che originariamente erano tribù del Grande Yue – Chi,  derivavano cioè dallo stesso ceppo dei Kushans ed abitavano a Nord della lunga Muraglia.

Agi inizi del quinto secolo dell’era cristiana iniziarono a spostarsi verso Owest e per il successivo secolo e mezzo rappresentarono una minaccia per la Persia, che invasero a più riprese, anche se mai ne operarono la conquista definitiva.

Gli Ephthalites distrussero i Sassanidi ed uccisero il loro Re Firoz nel 484 A.D. ed i Persiani non furono in grado di liberarsi della loro presenza sino al 557 A.D. quando Anurshirwan ( Khusru 2°) con l’aiuto dei Turchi, che per la prima volta fecero la loro comparsa nell’Asia Occidentale, riuscì a contenere il loro potere.

Gli Unni che invasero l’India sembra che appartenessero allo stesso ceppo di quelli che molestarono la Persia.

Il quartier generale dell’orda fu a Bamian ed a Balkh, l’antica capitale della Bactria e da queste città si mossero verso il Sud.

Skandagupta respinse l’invasione; ma la disfatta dei Persiani, nel 484 A.D. stimolò gli Unni che alla fine del quinto secolo, alla guida di Toramana, penetrarono nell’India Centrale, a Malwa e la tennero per qualche tempo.

Il figlio di Toramana: Mihirgul o Mihirakula ( 510 – 540 A.D.) pose la sua capitale  a Sakala (Sialkot) nel Punjab; ma la crudeltà di questo sovrano indusse i principi Indiani a coalizzarsi per sconfiggerlo, nel 528 A.D.

Mihirgul trovò rifugio nel Kashmir dove, dopo qualche anno, assunse nuovamente i pieni poteri, attaccò e distrusse il Regno di Gandhara perpretando un orribile massacro; morì nel 540 D.Ch. e poco dopo gli Ephthaliti dovettero cedere all’attacco dei Turchi.

Le nostre conoscenze sopra gli Unni Indiani ci derivano dalle monete, dalle rare iscrizioni e dal pellegrino cinese: Hwen Tsang che visse in India un secolo dopo la caduta di Mihirakula.

 

 

 

 

Gli Ephthaliti sono passati alla storia  per la loro ferocia e crudeltà e sono rappresentati come massacratori e torturatori.

La divinità principale di Mihirakula, che aveva acquisito la reputazione di feroce persecutore del Buddismo. come chiaramente indicato sulle  monete, era Shiva il Distruttore.

Gli scrittori Greci ci danno degli Ephtaliti una immagine meno truce e questa opinione fu probabilmente alla base dell’espressione  di Gibbon quando dice, a proposito degli Unni Bianchi “…un popolo forte e bellicoso che aveva sconfitto il Re Persiano e indirizzato le armi vittoriose  dal mare ai monti dell’India…”

         Il loro linguaggio non ci è noto; ma si crede che sia stato simile al Turco.

Gli Unni Bianchi furono più barbari dei Kushans e sembra abbiano fatto altro se non distruggere.

Gli Ephtaliti ripresero ed imitarono le monete dei popoli da loro sottomessi.

Con l’Argento che è molto più scarso del Rame, erano coniate larghe monete sul tipo Sassanide e la ritrattistica è un esempio classico di orrore artistico.

Molti dei pezzi coniati dagli Unni Bianchi sono anonimi; ma si distinguono dal marchio caratteristico che Cunningham definì: Simbolo Ephtalite.

Dopo la caduta degli Unni Bianchi, a metà del sesto secolo gli “Ultimi Kushans” tornarono in possesso del Punjab per circa trecento anni come indicano tipi di monete vieppiù svilite, quasi illeggibili che sono ancora da confermare come derivate da quelle dei grandi Kushans e dei Sassanidi; un esempio è il “Gadhiya Paisa” o moneta dell’asino.

 

 

Nel nono secolo ritroviamo monete con nomi chiaramente distinguibili noti come: “Buoi e Cavalli” monete in Argento attribuibili alle dinastie dette: dei Re Hindù di Kabul.

Le monete presentano un bue coricato di lato ed un altro interamente adornato e cavalcato da un guerriero; il nome del sovrano è in caratteri Nagari e compare sopra il Bue.

I pezzi in rame sono invece  del  tipo: “Elefante e  Leone” entrambe gli animali rappresentano un disegno araldico.

Le monete di Samanta Deva sono estremamente comuni nel Punjab.

 

 

 

 

 

 

Queste tipologie continuarono anche dopo le conquiste dei Ghaznivis prima dell’undicesimo secolo e la tipologia dei “Buoi e Cavalli” venne perpetuata dai successivi conquistatori musulmani.

I Maharajas del Kashmir coniarono nel Rame copie degradate della moneta   Kushan che va dal sesto al sedicesimo secolo; meravigliosa è la continuità ripetitiva del tipo.

 

 

Nelle Province Unite dell’India Centrale si trovano imitazioni della moneta Sassanide, in Argento e Rame, senza tuttavia leggenda alcuna.

 

 

Esiste una coniazione comune con il cinghiale, reincarnazione di Vishnu;  porta la dicitura “Srimad Adi Varaha” ed è risaputo essere stata battuta da Bhoja Deva, Re di Kanauj nell’850 – 900 A.D.

Dal decimo secolo si assiste alla presenza di leghe metalliche a base Rame utilizzate  per la coniazione di monete del tipo“Buoi e Cavalli”  e furono prodotte dai Re Hindù di Kabul che furono coniate anche  dai Rajputs di Delhi, Ajmer e Kanauj.

Nell’India occidentale e meridionale si trovano monete medioevali dei regni di Vijayanagar e Mysore.

Siamo così arrivati alla conquista Islamica dell’India e con essa alla fine del periodo oscuro delle prime coniazioni Indiane.

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...Sian giunti (al) fine o sacro araldo squilla... ho sofferto ma sono riuscito a postare il tutto... buona serata a tutti da nonno cesare

Ricambio il tuo saluto e ti ringrazio per questo interessante contributo.

Metto qui un link per scaricare il catalogo delle monete greco-battriane e indo-greche del British Museum.

https://archive.org/details/coinsgreekandsc00poolgoog

e visto che ti stai interessando di Sassanidi ti propongo questo link con oltre una quarantina di pagine di bibliografia dedicata a essi e un link con un pò di libri leggermente datati...

http://www.sasanika.org/wp-content/uploads/eSasanika-20-daryaee-gariboldi.pdf

https://archive.org/search.php?query=sassanides

Ciao,

Davide

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