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IGNORED

Stato laico e feste cristiane


legioprimigenia

Risposte migliori

  • 4 settimane dopo...

Non credo che per essere considerato cattolico sia necessario seguire scrupolosamente ogni singolo dettame religioso di matrice cattolica.

Pensate soltanto ai divorziati che vorrebbero comunicarsi.

Essere in contraddizione non significa essere laici.

 

E secondo me non significa neanche essere ipocriti.

Peraltro viviamo ormai in una epoca dove le singole scelte prescindono dal tutto.

Anzi, per molti, il tutto non esiste: solo singoli fatti privi di ogni collegamento.

L'obbligo di "completezza" non è più sentito come tale.

 

Provate a fermare la gente all'uscita della messa e chiedete a ciascuno come si calcola la data della Pasqua.

 

O chiedete loro quale sia la natura del Cristo.

 

Basta questo per negare loro la qualifica di cattolici o considerarli scismatici o eretici ?

 

Probabilmente no.

 

Ci vuole un poco di rispetto da tutti per tutti (e considerate che io non sono un praticante).

 

Ma è solo una opinione come tante.

Il cattolicesimo è una religione piuttosto rigida e dottrinale, non è una religione "a la carte", così come non lo sono le altre 2 grandi fedi monoteistiche, se non accetti anche uno solo dei suoi dogmi non puoi dirti cattolico, te lo può confermare qualsiasi sacerdote che ti chiederà di intraprendere un percorso sprituale per dipanare i tuoi dubbi e ricondurti sulla retta via, in caso contrario semplicemente non potrai considerarti cattolico, ma un simpatizzante della figura di Cristo che ne condivide alcuni principi, o una persona che si avvicina al vangelo.

Non si è ne eretici e ancor meno scismatici, quello è già un livello superiore, perchè significa conoscere profondamente la dottrina cattolica e aver deciso dopo approfondita analisi di non poter accettare un dogma o un sacramento. Secondo me in Itaia dal 60 all'80% di persone che si professa cattolico semplicemente non lo è, non conosce neanche i principi fondamentali e si ritiene tale per tradizione ed una generica simpatia verso la figura di Cristo e la chiesa.

Per rendere il lavoro più facile però abbiamo la cosidetta "Professione delle fede".

Credo in un solo Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.

Credo in un solo Signore Gesù Cristo unigenito figlio di Dio nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre. Per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto e il terzo giorno è resuscitato secondo le Scritture ed è salito al Cielo e siede alle destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti ed il suo Regno non avrà fine.

Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti.

Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.

Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati e aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen

 

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"Per rendere il lavoro più facile però abbiamo la cosidetta "Professione delle fede".

 

Che però, se viene recitata a memoria, senza neanche soffermarsi sul suo significato, un po' come accadeva quando la messa era in latino e i nostri antenati pronunciavano a memoria parole di cui neanche capivano il significato....essa diviene una "formula" puramente esteriore, senza alcuna vera valenza effettiva e consapevole di professione di fede.

 

Un'altra di quelle "formule" che alla mia generazione sono state imposte come "lavaggio del cervello", senza che a nessuno degli indottrinatori fosse venuto neanche per un momento in testa la possibilità di considerare che qualcuno avrebbe anche potuto non voler professare alcuna fede, e che i più recitavano con la stessa consapevolezza che poteva avere un giradischi incantato.

 

Non credo proprio che basti ripetere a memoria una formula per considerare acquisita la "professione di fede".

 

M

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Io direi che se uno va in chiesa e recita la professione di fede cattolica, anche a memoria, non è lontano dall'avere fede (o almeno prova a cercarla). Sono un pò critico sull'imposizione delle "formule": diciamo per prima cosa che non esistono "formule" più o meno rituali nel Cristianesimo, ma tutto quello che si dice nella Messa è proveniente dalle Scritture e dalla Tradizione di eventi accaduti (per chi crede, ovviamente); poi se qualcuno si sente "imposto" resta un problema personale.  Che magari cerca di risolverlo in qualche modo; per esempio allontanandosi dalla cattolicità, oppure approfondendo per conto suo, andando alla ricerca di elementi convincenti della veridicità della Rivelazione, oppure trovando quelli che , a suo intelletto, ne sconfessano la verità,

Ognuno ha il suo cammino; non mi sento di biasimare i genitori che hanno dato un indirizzo di fede cattolita al proprio figlio (il battesimo) e  iniziato un percorso di fede con la comunione/cresima. Sono d'accordo con chi dice "sono solo cose esteriori", è vero, ma sta a chi le riceve di approfondire e cercare la via, non esiste la fede "regalata", perchè uno si convince più per le ragioni che ha trovato lui stesso, invece che delle motivazioni dategli dagli altri.

 

saluti

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"Sono un pò critico sull'imposizione delle "formule": diciamo per prima cosa che non esistono "formule" più o meno rituali nel Cristianesimo, ma tutto quello che si dice nella Messa è proveniente dalle Scritture e dalla Tradizione di eventi accaduti (per chi crede, ovviamente);"
 
Che cosa sono le liturgie, le preghiere, i riti.... se non "formule"?
 
Il fatto che discendano dalle Scritture o dalla Tradizione non è che ne cambi la natura.
 
Ma ci rendiamo conto che fino al 1965 la messa era celebrata in latino e la stragrande maggioranza di persone che vi partecpavano ripeteva frasi di cui non sapeva neppure il significato?...spesso persino storpiandome il suono con espressioni dei loro dialetti?
 
Quale consapevolezza potevano avere queste persone, che ripetevano a memoria frasi in una sorta di nenia e in una lingua a loro persino ignota e della quale non conoscevano neppure il significato...se non per approssimazione?
 
"Ognuno ha il suo cammino; non mi sento di biasimare i genitori che hanno dato un indirizzo di fede cattolita al proprio figlio (il battesimo) e iniziato un percorso di fede con la comunione/cresima".

 

Personalmente ritengo che la ricerca della fede sia un atto che richiede una sufficiente maturità della persona e vada compiuto in piena autonomia e senza alcun condizionamento, segnatamente quando il condizionamento è una sorta di "lavaggio del cervello" che ti viene imposto senza che tu possa fare ancora nulla per impedirlo.

 

M.

Modificato da bizerba62
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E no, bisogna riconoscersi in ogni singola parola professata, altrimenti tanto vale cantare fra martino campanaro.

Ma concordo con te, sempre secondo me per l'80% dei cattolici italiani è solo una filastrocca di cui non conoscono bene neanche il significato, giusto qualche vago ricordo del catechismo, e magari considerano quel vescovo che ha detto che si può anche evitare di fare il presepe un eretico e pericoloso relativista, quando loro nella realtà non sono neanche cattolici praticaneti e neanche sanno che il presepe è solo una tradizionale rappresentazione della natività che ha origine nel medioevo che nulla ha a che fare ne coi vangeli ne con la dottrina cattolica tanto che a Napoli quest'anno nei presepi c'erano anche i marò.

Ricordo quando al corso prematrimoniale il prete chiese se credavamo la Chiesa come una, santa, cattolica e apostolica e di scrivere cosa significasse secondo noi su un foglio, calò un gelo imbarazzante, e non vi dico cosa scrissero le 15 coppie, alcuni non sapevano neanche cosa significasse cattolica, io che mi ero dichiarato non cattolico fin dall'inizio ne sapevo più di molti di loro.
Il prete alla fine piuttosto duramente chiese ad ogni coppia se erano davvero certi di volersi sposare in chiesa e ricordò che almeno uno dei due doveva essere cattolico, altrimenti sarebbe stata solo una farsa, mi ricordo le parole "non vi sto chiedendo se siete battezzati e cresimati ma se siete cattolici" calò nuovamente il gelo, l'abito bianco, i fiori e le foto in chiesa per i più erano molto più importanti del sacramento e quel corso lo facevano solo perchè altrimenti il prete non ci fa sposare in chiesa.

Modificato da donax
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Ecco, appunto.....a proposito di buoni "cattolici"......se ci fosse invece un effettivo controllo da parte dei Sacerdoti celebranti sugli aspiranti nubendi ed il loro "cattolicesimo".....forse quasi nessuno potrebbe più sposarsi in chiesa.

 

Questo perché un bambino di 9/10  anni non è giudicato idoneo per fare quasi nulla ma può fare tranquillamente la Comunione e fare professione di fede.

 

Se lasciassero al libero arbitrio delle persone mature la scelta di decidere se e quale confessione religiosa abbracciare, avremo dei Cattolici molto migliori e motivati.

 

M.

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Libero arbitrio ? Servo arbitrio ?

Professione di fede ? Dogmi ?

 

Concetti importantissimi, ma ripeto chi conosce il loro significato (escludendo i foristi che vedo abbastanza preparati in materia) ?

Oggi, come ieri, sono ben pochi coloro che possiedono una preparazione adeguata.

Quindi cosa succede ?

 

Bisognerebbe aprire una parentesi su questo argomento.

Ormai sono anni che in altre sedi continuo ad affermare l'inutilità di tutte le formule e riti religiosi se non accompagnati da una sincera fede (vedi sincero convincimento in ciò che si sta facendo). Infatti in questi casi i riti, le preghiere e quant'altro si voglia aggiungere, non hanno un significato reale e diventano semplici USI religiosi, o meglio si può parlare di Ritualismo.

E allora il Signore Nostro Dio vedendo il nostro comportamento (l'onniscienza è un attributo della divinità, per i credenti) ritualistico potrà mai considerarci uomini giusti e pii, meritevoli di salvezza?

 

Quindi il cattolico per essere tale deve conoscere la propria religione, ed oggi non ci sono più scuse sul non saper leggere od altro, ma soprattutto deve avere fede, cioè credere realmente in ciò che fa, non accontentandosi di una adesione formale.

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"Sono un pò critico sull'imposizione delle "formule": diciamo per prima cosa che non esistono "formule" più o meno rituali nel Cristianesimo, ma tutto quello che si dice nella Messa è proveniente dalle Scritture e dalla Tradizione di eventi accaduti (per chi crede, ovviamente);"

 

Che cosa sono le liturgie, le preghiere, i riti.... se non "formule"?

 

Il fatto che discendano dalle Scritture o dalla Tradizione non è che ne cambi la natura.

 

Ma ci rendiamo conto che fino al 1965 la messa era celebrata in latino e la stragrande maggioranza di persone che vi partecpavano ripeteva frasi di cui non sapeva neppure il significato?...spesso persino storpiandome il suono con espressioni dei loro dialetti?

 

Quale consapevolezza potevano avere queste persone, che ripetevano a memoria frasi in una sorta di nenia e in una lingua a loro persino ignota e della quale non conoscevano neppure il significato...se non per approssimazione?

 

"Ognuno ha il suo cammino; non mi sento di biasimare i genitori che hanno dato un indirizzo di fede cattolita al proprio figlio (il battesimo) e iniziato un percorso di fede con la comunione/cresima".

 

Personalmente ritengo che la ricerca della fede sia un atto che richiede una sufficiente maturità della persona e vada compiuto in piena autonomia e senza alcun condizionamento, segnatamente quando il condizionamento è una sorta di "lavaggio del cervello" che ti viene imposto senza che tu possa fare ancora nulla per impedirlo.

 

M.

Questo comparare i riti religiosi a "formule" non mi sembra né corretto nè decoroso. Ciò sembra, a parte non conoscerne il significato, ma sminuire la devozione che si manifesta attraverso la preghiera a simbolismo magico.

Riguardo al fatto che per essere cristiani, alcuni hanno affermato che bisogna conoscere profondamente i dogmi , può valer e per altre religioni/credenze, ma non per il Cristiano  che viene esortato ad essere come un bambino per entrare nel  regno dei cieli. Che significa? Che non serve essere dotti e sapienti, nè pii, nè giusti,ma  avere fede. Fede ? Credere l'impossibile, credere senza vedere, credere nel fioco di luce nelle tenebre. E' vero, nel Vangelo è scritto che credere in Cristo è follia per i Greci, eresia per gli Ebrei, stoltezza per i pagani., già ai tempi degli Apostoli, derisi e sbeffeggiati dai sapienti del tempo. Credere in un Crocifisso ? Ci sono maghi che fanno magie più interessanti, dissero a Pietro i Greci che lui tentava di convertire...Essere Cistiano non è entrare in un club esclusivo, dove bisogna "essere motivati" e sapere bene il regolamento. No , non è un dare e avere, non ci si salva peché si è consapevoli di quello che si recita; questo perchè la fede non sia vanto, poiché la salvezza viene solo dalla fede in Cristo; se non si crede in Lui,nella sua Resurrezione, non serve a nulla sapere le Scritture a memoria. Lo dice Gesù stesso "in verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l'accoglie un bambino, non entrerà in esso"

Lo so è difficile da capire, ma sappiate che recitare preghiere anche senza sapere cosa si dice, serve, serve molto.

Possiamo parlare dei difetti della chiesa e criticarne il comportamento, ma non possiamo sminuire i fondamenti della Cristianità, a mero formulario.

Certo ognuno ha il suo vissuto di esperienze, per carità ci stiamo confrontando pacatamente. ma non mi pare che la Chiesa allontani nessuno che Le si voglia accostare. Non vuole, nè può farlo, tradirebbe il messaggio di Gesù.

saluti

Modificato da Saturno
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"Quindi il cattolico per essere tale deve conoscere la propria religione, ed oggi non ci sono più scuse sul non saper leggere od altro, ma soprattutto deve avere fede, cioè credere realmente in ciò che fa, non accontentandosi di una adesione formale."
 
Beh, se il Cattolico, per essere tale, deve conoscere la propria religione, allora i veri Cattolici sono meno dei soci iscritti ai circoli del Bridge.
 
"ma soprattutto deve avere fede....."
 
Beh, questo mi sembra il minimo..... :pardon:
 
"Questo comparare i riti religiosi a "formule" non mi sembra né corretto nè decoroso. Ciò sembra, a parte non conoscerne il significato, ma sminuire la devozione che si manifesta attraverso la preghiera a simbolismo magico.
 
Perché né corretto né decoroso?....non c'è nulla di male in una "formula"...magari bisognerebbe chiedersi, a proposito di serietà, com'è che fino a 50 anni fa il 90 % della gente ripeteva delle cantilene senza neanche capirne il significato....
 
Per quanto attiene ai simbolismi magici e alla devozione, queste sono caratteristiche di tutte le religioni e dei culti...non è certo una prerogativa dei soli Cattolici.
 
"Credere l'impossibile, credere senza vedere, credere nel fioco di luce nelle tenebre."

Insomma....azzerare totalmente il proprio cervello e confidare nella....Provvidenza.
 
Vabbè....è naturale che chi crede dica queste cose.....  :pardon:
 
"Lo so è difficile da capire, ma sappiate che recitare preghiere anche senza sapere cosa si dice, serve, serve molto."
 
Vabbè...però capire almeno il significato di quanto si sta recitando......è il "minimo sindacale" per chiunque abbia un briciolo di consapevolezza in quello che sta facendo ed è ciò che normalmente differenzia un automa da un essere pensante.
 
La fede va bene....ma sostenere che non sia neanche importante capire quello che si legge, significa elevare l'ignoranza della gente a valore della Cristianità e mi sembra, di questi tempi, pretendere un po' troppo. 
 
"Possiamo parlare dei difetti della chiesa e criticarne il comportamento, ma non possiamo sminuire i fondamenti della Cristianità, a mero formulario"

 

Anche i cerimoniali e le liturgie, come le gerarchie ecclesiastiche, sono aspetti esteriori.

 

Il testo della messa è approvato dalla CEI ed è periodicamente modificato ed aggiornato come fosse un Codice o un Manuale.

 

La religione, che lo si voglia o no, è da sempre inquadrata in ben precisi recinti burocratici e formali e non ha nulla a che spartire con la religiosità, che un sentimento naturale dell'uomo e che non necessità di chiese, filastrocche, sermoni, sensi di colpa, indulgenze e benedizioni ma che, per gli onesti e puri di spirito si alimenta con la semplice contemplazione della natura e con il rispetto di leggi elementari e valide dovunque.

 

M.

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"Quindi il cattolico per essere tale deve conoscere la propria religione, ed oggi non ci sono più scuse sul non saper leggere od altro, ma soprattutto deve avere fede, cioè credere realmente in ciò che fa, non accontentandosi di una adesione formale."

 

Beh, se il Cattolico, per essere tale, deve conoscere la propria religione, allora i veri Cattolici sono meno dei soci iscritti ai circoli del Bridge.

 

"ma soprattutto deve avere fede....."

 

Beh, questo mi sembra il minimo..... :pardon:

 

"Questo comparare i riti religiosi a "formule" non mi sembra né corretto nè decoroso. Ciò sembra, a parte non conoscerne il significato, ma sminuire la devozione che si manifesta attraverso la preghiera a simbolismo magico.

 

Perché né corretto né decoroso?....non c'è nulla di male in una "formula"...magari bisognerebbe chiedersi, a proposito di serietà, com'è che fino a 50 anni fa il 90 % della gente ripeteva delle cantilene senza neanche capirne il significato....

 

Per quanto attiene ai simbolismi magici e alla devozione, queste sono caratteristiche di tutte le religioni e dei culti...non è certo una prerogativa dei soli Cattolici.

 

"Credere l'impossibile, credere senza vedere, credere nel fioco di luce nelle tenebre."

Insomma....azzerare totalmente il proprio cervello e confidare nella....Provvidenza.

 

Vabbè....è naturale che chi crede dica queste cose.....  :pardon:

 

"Lo so è difficile da capire, ma sappiate che recitare preghiere anche senza sapere cosa si dice, serve, serve molto."

 

Vabbè...però capire almeno il significato di quanto si sta recitando......è il "minimo sindacale" per chiunque abbia un briciolo di consapevolezza in quello che sta facendo ed è ciò che normalmente differenzia un automa da un essere pensante.

 

La fede va bene....ma sostenere che non sia neanche importante capire quello che si legge, significa elevare l'ignoranza della gente a valore della Cristianità e mi sembra, di questi tempi, pretendere un po' troppo. 

 

"Possiamo parlare dei difetti della chiesa e criticarne il comportamento, ma non possiamo sminuire i fondamenti della Cristianità, a mero formulario"

 

Anche i cerimoniali e le liturgie, come le gerarchie ecclesiastiche, sono aspetti esteriori.

 

Il testo della messa è approvato dalla CEI ed è periodicamente modificato ed aggiornato come fosse un Codice o un Manuale.

 

La religione, che lo si voglia o no, è da sempre inquadrata in ben precisi recinti burocratici e formali e non ha nulla a che spartire con la religiosità, che un sentimento naturale dell'uomo e che non necessità di chiese, filastrocche, sermoni, sensi di colpa, indulgenze e benedizioni ma che, per gli onesti e puri di spirito si alimenta con la semplice contemplazione della natura e con il rispetto di leggi elementari e valide dovunque.

 

M.

e vabbè, e vabbè, resta con le tue convinzioni. nessuno te le vuole scalfire.Hai le leggi elementari (quali...)

Volevo solo aprire un attimo l'orizzonte del discorso, evidentemente non ci si vuole confrontare

 

saluti

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"e vabbè, e vabbè, resta con le tue convinzioni. nessuno te le vuole scalfire.Hai le leggi elementari (quali...)

 

Le leggi elementari sono quelle Universali...cioè sono quelle Leggi che dovrebbero essere valide ovunque: il rispetto reciproco, la tolleranza, la libertà di pensiero, l'altruismo, il neminem laedere. ecc, ecc,

 

"Volevo solo aprire un attimo l'orizzonte del discorso, evidentemente non ci si vuole confrontare"

 

Non so con quali argomenti contassi di "aprire un attimo l'orizzonte del discorso"...se gli argomenti sono quelli di credere a prescindere, anche senza vedere e senza capire, mi pare più che altro che non ci sarebbero stati gli spazi per un qualunque confronto su basi dialettiche.

 

Saluti.

M.

Modificato da bizerba62
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Esci dalla razionalità e potrai confrontarti  anche senza vedere e senza capire!  Questo significa avere fede!  Ma abbandona la razionalità della scienza e della fisica perché Dio non è  né scienza e né fisica ma è  colui che sovrasta  la scienza e la fisica. 

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"Esci dalla razionalità e potrai confrontarti anche senza vedere e senza capire!"

 

Esco senza problemi dalla "razionalità", ma abbiate pazienza...confrontarmi senza vedere e senza capire a me risulta impossibile per... forma mentis...salvo andare avanti a colpi di slogans e frasi più o meno fatte....ma così non è confrontarsi...è piuttosto pretendere che l'interlocutore capisca ed accetti concetti che una Parte dà per scontati e per presupposti, ma che per l'Altra possono non esserlo.

 

In questi termini, qualunque confronto di opinioni è fisiologicamente impossibile per "disomogeneità" degli argomenti...mi sembra evidente. :pardon:

 

Faccio un esempio esplicativo: se stessimo discutendo sull'opportunità di scegliere tra la Monarchia o la Repubblica, ed io dessi per scontato e per presupposto, senza dimostrarlo ma come "dogma", che la Monarchia non si discute perché è la miglior forma di governo possibile, che dibattito potrebbe scaturire?

 

Saluti. :hi:

M.

Modificato da bizerba62
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Vorrei fare una precisazione : Dio è scienza ed onniscienza allo stato puro (per chi crede). Siamo noi che non conosciamo la "scienza" in modo completo e per questo affermiamo la separazione tra Dio e la scienza, come se ci fosse un conflitto od una contraddizione.

A conferma di ciò la Chiesa OGGI prima di accettare un evento miracoloso vuole accertarsi in modo molto accurato, fino ad essere rigorosa, laica e scettica a volte più della scienza stessa.

 

Poi tutti si è liberi di vivere la propria fede o il proprio ateismo o agnosticismo come si vuole.

Modificato da ARES III
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A mio modesto avviso si tende un po' troppo a polarizzare i due presunti "estremi" delle vie di approccio a possibili fenomeni che alcuni ascrivono alla sfera religiosa.

 

Riprendo e modifico (per fare prima) un mio post di un'altra discussione di poco tempo fa:

 

Inspiegabile non è sinonimo di irrazionale.

Irrazionale è ciò che è contrario alla ragione, dando per scontato che la ragione sia quella
manifestazione del pensiero che nasce da precise facoltà e caratteristiche umane, e mi riferisco a organi di senso, un sistema nervoso centrale di un certo tipo e via dicendo ( con tutti i limiti che attengono ad un organismo animale non certo "perfetto" o senza limiti).

E la ragione sarebbe quindi una capacità del pensiero molto ampia, ma limitata, provenendo da un essere vivente limitato

 
Ma irrazionale, cioè che supera o non è relativo alle capacità della ragione, non equivale a illogico e neanche a tout court inconoscibile.

Una verità di fede, come ad esempio, l'esistenza di un Dio creatore, trascende le capacità della ragione di esperirla, ma non quelle di comprenderla, nè tantomeno implica l'illogicità dell'affermazione (riferendosi ad un tipo di logica "classica" di tipo aristotelico), bensì il contrario.

Quindi l'atto di fede di credere in un Dio creatore, quale che sia, che non posso esperire con la sola ragione, si coniuga ed è sostenuto dall'utilizzo della ragione che me ne può far comprendere l'esistenza nei suoi termini logici di necessario inizio (In un universo dominato dalla seconda legge della termodinamica, la ragione suggerisce, e la logica indica come necessario, che l'Energia, che non nasce dal nulla, sia stata messa lì da qualcuno o qualcosa).

 
Oppure - in ambito specificamente cristiano - l'affermazione  che il Dio d'amore sia laTrinità, non posso comprenderla sensibilimente, ma la stessa ragione mi fa vedere la logica di una simile affermazione, visto che l'amore implica necessariamente una relazione fra più soggetti, e non è un'esperienza solitaria.

Poi certo, per vivere interiormente queste cose nel loro lato mistico e non puramente di "nozione acquisita", i fedeli si affidano non alle potenzialità della ragione, ma a quelle dell'anima che credono di avere, che dovrebbe avere a sua volta le capacità adatte per fare esperienze "di un altro tipo".

 

Visto che la ragione è limitata per sua natura, definire "irrazionali", intendendo con questo termine "illogogici" o "contraddittori", certi approcci religiosi è secondo me scorretto, è bisognerebbe chiamarli "extrarazionali", cioè semplicemente attinenti un campo diverso.

 

La fede non è fideismo, non è credere "per partito preso" o perchè " si deve" oppure perchè non si vuole affrontare una questione con la ragione. E' aprirsi alla possibilità di qualcosa che va oltre le nostre capacità.
 

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