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Tito e l' eruzione del Vesuvio


Legio II Italica

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Nel leggere un recente post apparso nella sezione Monete Imperiali Romane , mi e' sorta spontanea la curiosita' di sapere se e quali misure di soccorso siano state prese da Tito nei giorni successivi alla devastante eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei , Ercolano e Stabia . L' unica fonte vicina ai fatti e' quella di Svetonio che scrisse le Vite dei dodici Cesari ; quando il Vesuvio erutto' era un bambino di nove anni per cui qualcosa forse ricordo' direttamente della catastrofe , quindi leggendo la Vita di Tito , tomo VIII , 3-5 , veniamo a sapere che :
"Durante il suo principato accaddero alcune sciagure fortuite e dolorose , come l' eruzione del monte Vesuvio in Campania , un incendio della durata di tre giorni a Roma e ancora una epidemia piu' grave di tutte le precedenti . In tante e tali calamita' dimostro' non solo la sollecitudine propria di un principe , ma anche un singolare affetto paterno , sia quando consolava la popolazione con i suoi editti , sia quando portava tutti gli aiuti che erano in suo potere . Trasse a sorte tra i consolari coloro che dovevano incaricarsi della restaurazione della Campania ; per la riedificazione delle citta' distrutte uso' i beni di quelli che erano periti nell' eruzione del Vesuvio senza lasciare eredi ........" 
Svetonio purtroppo non e' molto espansivo nel raccontare realmente lo stato delle tre citta' distrutte , ma probabilmente cio' non rientrava nello scopo dell' opera . Altra testimonianza più rilevante su ciò che accadde in quei giorni è data da Plinio il Giovane che si trovava in quei giorni a Miseno con la sua famiglia e che trent' anni dopo descrisse l' evento all' amico Tacito :
« Si elevava una nube , ma chi guardava da lontano non riusciva a precisare da quale montagna : nessun' altra pianta meglio del pino ne potrebbe riprodurre la forma . Infatti slanciatosi in su in modo da suggerire l' idea di un altissimo tronco , si allargava poi in quelli che si potrebbero chiamare dei rami »
In questa lettera Plinio il Giovane riferì anche le testimonianze sulla morte dello zio Plinio il Vecchio . Lo zio si era diretto ad Ercolano per andare ad aiutare la famiglia dell' amico Cesio Basso : egli provò a raggiungere la località vesuviana via mare , ma dovette cambiare rotta a causa del ritiro improvviso delle acque , per cui si diresse verso Stabia dove approdò , facendosi ospitare da Pomponiano . Tuttavia, anche questa cittadina venne colpita dalle ceneri e lapilli del vulcano e , soffocato dai vapori tossici , Plinio il Vecchio vi trovò la morte .
In una seconda lettera a Tacito descrisse ciò che accadde a Miseno . Egli racconta delle scosse di terremoto avvenute giorni prima , e la notte dell' eruzione , le scosse : «crebbero talmente da far sembrare che ogni cosa [...] si rovesciasse . Inoltre , pareva che il mare si ripiegasse su se stesso , quasi respinto dal tremare della terra così che la spiaggia s' era allargata e molti animali marini giacevano sulle sabbie rimaste in secco».
Plinio il Giovane, suo nipote, ce lo rappresenta come un uomo dedito allo studio ed alla lettura, intento ad osservare i fenomeni naturali ed a prendere continuamente appunti, dedicando poco tempo al sonno ed alle distrazioni.
Il racconto della sua morte , contenuto in una lettera del nipote Plinio il Giovane , ha contribuito all' immagine di Plinio come protomartire della scienza sperimentale , anche se , sempre secondo il resoconto del nipote , si espose al pericolo anche per recare soccorso ad alcuni cittadini in fuga dall' eruzione . Il presunto teschio di Plinio il Vecchio è conservato nella sala Flajani del Museo storico nazionale dell' arte sanitaria a Roma .

Altre poche notizie in Cassio Dione .

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Impressionanti le testimonianze di Plinio , specialmente quella relativa al ritiro del mare che mise in secco sulla spiaggia allargatasi a spese del mare , pesci morenti , al quale effetto segui' sicuramente quello che oggi chiamiamo uno tsumani .

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Quando percorri il tratto di autostrada che passa alle pendici del Vesuvio non puoi far altro che ammirarlo nella sua maestosita,anche in cuor tuo pensi speriamo che si faccia i fatti suoi.Adesso leggendo cio che hai scritto credo che si viaggera' ai limiti della velocita'.Pero' per chi lo visita è sempre una bella emozione e noti che il popolo che vive ai suoi piedi non sembra per niente preoccuparsi.

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Quando percorri il tratto di autostrada che passa alle pendici del Vesuvio non puoi far altro che ammirarlo nella sua maestosita,anche in cuor tuo pensi speriamo che si faccia i fatti suoi.Adesso leggendo cio che hai scritto credo che si viaggera' ai limiti della velocita'.Pero' per chi lo visita è sempre una bella emozione e noti che il popolo che vive ai suoi piedi non sembra per niente preoccuparsi.

 

Bisogna dire che oggi il Vesuvio e' costantemente sotto controllo dei vulcanologi . Purtroppo e' anche risaputo che la camera magmatica sotto il vulcano e' immensa e attiva e un giorno lontano la pressione interna fara' saltare il tappo che attualmente chiude la bocca del Vesuvio e come un tappo di spumante saltera' , allora saranno .......dolori . 

Meglio l' Etna che e' un gigante quasi innocuo perché non esplosivo , ma piu' effusivo .    

 

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Bisogna dire che oggi il Vesuvio e' costantemente sotto controllo dei vulcanologi . Purtroppo e' anche risaputo che la camera magmatica sotto il vulcano e' immensa e attiva e un giorno lontano la pressione interna fara' saltare il tappo che attualmente chiude la bocca del Vesuvio e come un tappo di spumante saltera' , allora saranno .......dolori . 

Meglio l' Etna che e' un gigante quasi innocuo perché non esplosivo , ma piu' effusivo .    

 

Ciao,

metto il link di questo interessante articolo di Giovanni Guadagno:  Il viaggio di Plinio il Vecchio verso la morte, in Rivista di Studi Pompeiani, VI, 1993-4, pp. 63-76. Il primo è l'indice del volume.

http://www.amicidipompei.com/riviste/1255512398.pdf

https://books.google.it/books?id=wRvBjnz_i7YC&pg=PA63&lpg=PA63&dq=Il+viaggio+di+Plinio+il+Vecchio+verso+la+morte&source=bl&ots=_ZMlUX6rtL&sig=2fRznjRvmF-eySLQrdlmG9J-evM&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiS5NH4_4rMAhUBOBQKHTABBy4Q6AEIHTAA#v=onepage&q=Il%20viaggio%20di%20Plinio%20il%20Vecchio%20verso%20la%20morte&f=false

Viene approfondito molto bene il "rapporto" fatale tra Plinio e il Vesuvio.

Per quanto riguarda invece Tito, voglio evidenziare un'epigrafe che ha in realtà un'importanza storica notevole, per quanto sembri totalmente folkloristica... incisa nella latrina della "casa della Gemma" di Ercolano recita così:

 

Apollinaris medicus Titi imp(eratoris) / hic bene cacavit. CIL IV, 10619.

 

post-43481-0-03965000-1460530706_thumb.j

 

https://sites.google.com/site/ad79eruption/herculaneum-1/insula-oi/house-of-the-gem

 

La questione è ben sviscerata dal Guadagno nella nota 45 del testo da me citato:

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Davide

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  • 2 settimane dopo...

Interessante anche il ricordo del tremendo sisma del 5 febbraio del 62 che colpi tutta la zona di Pompei e dintorni , avvenuto diciassette anni prima dell’ eruzione del Vesuvio . Seneca nella sua opera “Questioni Naturali” ci ha tramandato il ricordo dei gravissimi danni causati a Pompei dal terremoto , con vittime e crolli di edifici e con il conseguente abbandono della citta’ da parte di molte famiglie nobili .

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@@Legio ti pongo una domanda che mi incuriosisce, prima dell'eruzione del Vesuvio i romani non avevano nessuna conoscenza della pericolosita' dei vulcani? Altrimenti nei giorni prima  con segnali evidenti di una probabile eruzione si sarebbero allontanati ,forse  nell'antichita' fenomi del genere non erano tenuti in considerazione.

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@@Legio ti pongo una domanda che mi incuriosisce, prima dell'eruzione del Vesuvio i romani non avevano nessuna conoscenza della pericolosita' dei vulcani? Altrimenti nei giorni prima  con segnali evidenti di una probabile eruzione si sarebbero allontanati ,forse  nell'antichita' fenomi del genere non erano tenuti in considerazione.

 

Salve @@Liamred00 , hai sbagliato il mio nickname che arrivera' invece a Legio .

I Romani conoscevano bene la pericolosita' dei vulcani ma come sai erano anche molto religiosi , pensavano che offrire cerimonie ed offerte agli dei della Terra li preservassero o almeno in parte dai disastri di eruzioni e terremoti ; molte volte scienza e religione non si incontrano .

E' in pratica lo stesso che avviene oggi , si e costruito vicino al Vesuvio pur sapendo che un giorno eruttera' nuovamente , la sola differenza e' che al giorno d' oggi le strumentazioni che monitorizzato il vulcano potrebbero fare presagire una eruzione dando l' allarme alla popolazione , ma inevitabilmente ci saranno come minimo danni alle costruzioni . L' ultima eruzione risale al 1944

Date storiche documentate delle eruzioni del Vesuvio dopo quella del 79 

Dopo l'eruzione del 79 che fu l'ultima delle eruzioni "pliniane" ed anche la prima dei tempi storici , il Vesuvio ha avuto innumerevoli eruzioni di svariati tipi , qui sotto cronologicamente elencate :

Eruzioni esplosive : 203, 472, 512, 685, 968, 999, 1680, 1682, 1685, 1689.

Eruzioni effusive :1717, 1725, 1728, 1730, 1751, 1752, 1755, 1771, 1776, 1785, 1805, 1810, 1812, 1813, 1817, 1820, 1831, 1855, 1858, 1867, 1868, 1871, 1884, 1891, 1895, 1899, 1929.

Eruzioni effusivo-esplosive : 1036, 1068, 1078, 1139, 1631, 1649, 1660, 1694, 1698, 1707, 1714, 1723, 1737, 1761, 1767, 1779, 1794, 1822, 1834, 1839, 1850, 1861, 1872, 1906, 1944.

Eruzioni dubbie : 787, 991, 993, 1007, 1305, 1500.

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Attenzione che quello che eruttò fu il Somma e non il Vesuvio così come lo vediamo e interpretiamo oggi, anzi il Vesuvio nacque proprio da quella eruzione. Al tempo Vesuvius o Vesbius veniva chiamato il Somma, i romani ignoravano assolutamente la pericolosità del luogo e fu abbandonata da molti cittadini solo per la frequenza dei fenomeni sismici.

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Non sembra esattamente come affermi ; e' vero che il complesso vulcanico sarebbe piu' esatto chiamarlo del Somma Vesuvio , pero' il Somma si dovrebbe essere estinto da almeno 25.000 anni , quindi non dovrebbe aver eruttato in epoche storiche documentate , infatti come risulta da Wikipedia : "L' accrescimento del Monte Somma , i cui prodotti consistono in una sovrapposizione di flussi lavici e depositi di spatter e scorie , è durato fino a circa 25.000 anni fa , quando una serie di eruzioni pliniane e sub-pliniane intervallate da periodi più o meno lunghi di quiescenza hanno provocato il collasso della struttura" 
Dal quale collasso del Somma si sarebbe poi formato il Vesuvio , ma questo non dimostra che cio' avvenne nel 79 .
Inoltre i Romani sapevano benissimo della pericolisita' del Vesuvio , infatti basta leggere Cassio Dione quando descrive l' eruzione del Vesuvio del 79 , sembra quasi di ascoltare una lezione di un vulcanologo odierno , condita pero' anche di fatti fantasiosi : Libro : LXVI , Tomi : 21 ,1 - 22 ,1 - 24 ,1 e 3

Modificato da Legio II Italica
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Error , valida precedente risposta .

Modificato da Legio II Italica
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Non sembra esattamente come affermi ; e' vero che il complesso vulcanico sarebbe piu' esatto chiamarlo del Somma Vesuvio , pero' il Somma si dovrebbe essere estinto da almeno 25.000 anni , quindi non dovrebbe aver eruttato in epoche storiche documentate , infatti come risulta da Wikipedia : "L' accrescimento del Monte Somma , i cui prodotti consistono in una sovrapposizione di flussi lavici e depositi di spatter e scorie , è durato fino a circa 25.000 anni fa , quando una serie di eruzioni pliniane e sub-pliniane intervallate da periodi più o meno lunghi di quiescenza hanno provocato il collasso della struttura"

Dal quale collasso del Somma si sarebbe poi formato il Vesuvio , ma questo non dimostra che cio' avvenne nel 79 .

Inoltre i Romani sapevano benissimo della pericolisita' del Vesuvio , infatti basta leggere Cassio Dione quando descrive l' eruzione del Vesuvio del 79 , sembra quasi di ascoltare una lezione di un vulcanologo odierno , condita pero' anche di fatti fantasiosi : Libro : LXVI , Tomi : 21 ,1 - 22 ,1 - 24 ,1 e 3

Quello che io riporto è quanto ho letto nella pubblicazione di Alberto Angela sui fatti di Pompei. Riguardo la pericolosità del Vesuvio questo non ha a che vedere con quanto riportato da Dione nel senso che come lavorassero che vulcani lo sapevano che quello invece fosse un vulcano in procinto di eruttare lo ignoravano completamente soprattutto considerando che la cima era piana ed erano presenti viticolture sulla sommità.

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Dalla cronologia di eruzioni messa da Legio II Italica si nota questo passare di piu di 70 anni dall'ultima eruzione,cio' potrebbe supporre che in un futuro si potrebbe avere un eruzione devastante, anzi un susseguirsi di eruzioni per colmare l'arco di tempo di inattivita'.Cosa nè pensate?

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Dalla cronologia di eruzioni messa da Legio II Italica si nota questo passare di piu di 70 anni dall'ultima eruzione,cio' potrebbe supporre che in un futuro si potrebbe avere un eruzione devastante, anzi un susseguirsi di eruzioni per colmare l'arco di tempo di inattivita'.Cosa nè pensate?

 

Ciao , il problema non e' tanto il passare del tempo da una eruzione all' altra , quanto piuttosto il Tappo che si e' formato sulla bocca del vulcano a seguito dell' eruzione del 1944 ; questo Tappo non permette lo sfogo naturale della pressione all' interno della camera magmatica attiva , posta sotto la superfice del vulcano . Il rischio e' che un giorno la pressione interna raggiunga un punto tale che non potendo sfogare dalla bocca del vulcano , generi una grande esplosione catastrofica o una serie di terremoti dalle conseguenze non prevedibili . Insomma la zona e' a forte rischio , per questo e' costantemente monitorata con strumentazione scientifica , pronta a dare l' allarme in caso di superamento di determinati valori .

 

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  • 1 anno dopo...

Salve a tutti,bellissima discussione,proprio oggi è uscito un bellissimo articolo su la stampa che riprende proprio questa discussione, e tratta soprattutto di un altro dei tesori ora mai quasi dimenticato e non valorizzato dal nostro paese,che rabbia...scusate lo sfogo..http://www.lastampa.it/2017/08/25/cultura/il-cranio-di-plinio-il-vecchio-perso-nei-meandri-della-burocrazia-6iJUlwKE2eLDlFpksFtGPO/pagina.html

Modificato da Polluce
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Grazie @Polluce di questo bell' articolo , conosco la storia di questo teschio anche se l' attribuzione a Plinio e' ancora da dimostrare scientificamente , magari lo fosse veramente , sarebbe l' unico reperto corporeo di un famosissimo antico romano .

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9 minuti fa, Legio II Italica dice:

Grazie @Polluce di questo bell' articolo , conosco la storia di questo teschio anche se l' attribuzione a Plinio e' ancora da dimostrare scientificamente , magari lo fosse veramente , sarebbe l' unico reperto corporeo di un famosissimo antico romano .

L'attribuzione con certezza ancora non c'è anche se appunto da come scrive l articolo,la nuova ricerca che si vuole fare sulla dentatura dello scheletro potrebbe portare ad una certezza completa,anche se di prove ne sono state rinvenute molte,come I gioielli e le onorificenze militari  auree ritrovate sullo scheletro..

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Buona notte, tutto veramente molto interessante, ho visto di recente un documentario del National geographic in cui si narra la vicenda in questione ma anziché trattare l'argomento con al centro dell'azione Plinio che viene anzi menzionato marginalmente , il doc. Ricostruisce le ultime ore di vita dell'anonimo soldato il cui scheletro è fotografato  all'inizio nell' articolo de "il giornale " e a cui viene attribuita la probabile gestione ed il coordinamento delle operazioni di salvataggio (ad onor del vero il tutto molto romanzato e basato solo su ipotesi e supposizioni dei documentaristi), ne parla anche la dott.Claudia Perassi (la quale non gli riconosce un ruolo così importante) nel suo bellissimo lavoro "soldi,acquisti,spese a Pompei e nell'area vesuviana" https://www.google.it/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://monetaoro.unicatt.it/allegati/i-prezzi-a-pompei.pdf&ved=0ahUKEwjUgISzyvjVAhVBGsAKHU59CUYQFggcMAA&usg=AFQjCNEDC-R2lR6eQCyRp0yY473yu55Iqw che consiglio di leggere. A seguire la foto dello scheletro del soldato di Plinio, la sua collocazione al di fuori dei fornici vicino al molo e la descrizione delle monete che aveva con sé. Di nuovo Buona notte a tutti.

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Modificato da margheludo
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Ciao @margheludoe grazie per l' articolo molto interessante .

Voglio solo esprimere un parere personale sulla figura stante del soldato , anzi molto probabilmente un Ufficiale .

A parte ammirarne a distanza di due millenni l' abnegazione nel cercare di salvare vite umane dalla catastrofe dell' eruzione , un altro pensiero mi induce a ritenere che costui fosse , non dico Plinio in persona magari fosse riconosciuto tale ! , un Ufficiale avvezzo a dare ordini e ad essere eseguiti , infatti la presenza della spada ancora nel fodero farebbe pensare che tutta la scena di salvataggio dei rifugiati pompeiani nel Porto , in attesa di salire sulle barche di salvataggio , si svolgesse in un clima di relativa calma e di ordine , nonostante la scena infernale dell' eruzione , merito della professionalita' del militare .

Gli andrebbe assegnata una medaglia postuma al valore civile .

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Faccio seguito alla precedente mia risposta in merito al corpo del soldato .

Analizzando la posa prona con entrambe le braccia piegate in avanti , in cui l' Ufficiale mori' e tale fu ritrovato dopo quasi 2000 anni , farebbe pensare che fosse stato improvvissamente colpito alle spalle da un proietto vulcanico che morendo lo fece cadere istantaneamente in avanti , rimanendo poi ricoperto dalla cenere vulcanica .

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Se fosse solo un ufficiale,come mai nel ritrovamento cone descritto nel articolo della stampa si fa nota di..

SCHELETRI E ORI  

Fu l’ingegnere napoletano Gennaro Matrone che, ai primi del ‘900, condusse scavi alla foce del Sarno dai quali vennero alla luce 73 scheletri. Il manto lavico che avvolgeva i corpi non rese difficile identificarli come un gruppo di pompeiani che, in attesa dei soccorsi, erano stati uccisi da un’ondata di venefici vapori fuoriusciti dal vulcano. Si sarebbe trattato, probabilmente, di un miscuglio di anidride carbonica e acido solfidrico. Alcuni di questi corpi portavano con sé piccole borse di monete, ma nulla di più. 

Tra gli scheletri rinvenuti ve n’era, invece, uno isolato dagli altri, che indossava numerosi e ricchi gioielli d’oro. Bracciali a forma di serpente, armille, una collana d’oro composta da ben 75 maglie, anelli, tra cui uno con due teste di leone affrontate e un gladio dall’elsa d’avorio preziosamente ornata da alcune conchiglie d’oro.  

Matrone, fin da subito, ventilò alle autorità che potesse trattarsi dello scheletro di Plinio, ma non fu preso sul serio e gli fu concessa libertà di disporre a suo piacimento dei gioielli rinvenuti. Purtroppo, data la mancanza di leggi di tutela, i reperti di maggior valore furono venduti da Matrone forse ai Rotschild, o ad altri ricchi collezionisti stranieri....

L’attribuzione, propagandata in un opuscolo dallo stesso Matrone, venne poco tempo dopo confutata dall’archeologo Giuseppe Cosenza il quale considerava poco credibile che un ammiraglio romano potesse mostrarsi addobbato come “una ballerina da avanspettacolo”.  

Tuttavia, in tempi più recenti, gli studi archeologici hanno identificato nel tipo di ornamenti aurei indossati dallo scheletro, e soprattutto nel suo gladio tempestato di conchiglie dorate, proprio gli emblemi di onorificenze e alte cariche militari - in special modo marittime - in uso fin dall’epoca di Augusto. L’anello con le teste di leone era, peraltro, uno “chevalier” tipico della classe equestre, il ceto dal quale proveniva, appunto, Plinio.  

Ciò che appare molto verosimile è che Plinio, prima di intervenire in soccorso della popolazione, avesse indossato le insegne della sua autorità per meglio gestire l’operazione, per infondere fiducia nei cittadini e farsi meglio obbedire dai suoi uomini, forse anche essere più riconoscibile nella cinerea oscurità che avvolgeva le spiagge durante l’eruzione. @Legio II Italica @margheludo solo per cercare di capire come un ufficiale possa portare cariche indosso come queste che porterebbero a pensare a piu alte cariche..? Per cercare di capire visto l affascinante discorso

Modificato da Polluce
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Ciao @Polluce, ti spiego perché quel corpo e' difficile che possa appartenere a Plinio il Vecchio :

La testimonianza più rilevante su ciò che accadde in quei giorni è data da Plinio il Giovene , nipote del Vecchio , che si trovava in quei giorni a Miseno con la sua famiglia . Circa trent' anni dopo Plinio il Giovane descrisse l' evento dell' eruzione all'amico Tacito , lo storico .

« ... Si elevava una nube, ma chi guardava da lontano non riusciva a precisare da quale montagna [si seppe poi che era il Vesuvio] : nessun' altra pianta meglio del pino ne potrebbe riprodurre la forma . Infatti slanciatosi in su in modo da suggerire l' idea di un altissimo tronco , si apriva in diversi rami... »

In questa lettera Plinio il Giovane riferì anche le testimonianze sulla morte dello zio Plinio il Vecchio . Lo zio durante l' eruzione si era diretto ad Ercolano per andare ad aiutare la famiglia dell'amico Cesio Basso , li' residente : egli provò a raggiungere la località vesuviana via mare , ma dovette cambiare rotta a causa del ritiro improvviso delle acque , fatto che precede uno tsunami , per cui si diresse verso Stabia dove approdò , facendosi ospitare da un certo Pomponiano . Tuttavia, anche questa cittadina venne colpita dalle ceneri e lapilli del vulcano e soffocato dai vapori tossici , Plinio il Vecchio vi trovò la morte .

Ora Stabia si trova piu' a Sud del percorso e della foce del fiume Sarno , quindi quel corpo non dovrebbe appartenere a Plinio , a meno che il fiume Sarno non abbia modificato il suo percorso nel corso della storia ; tutto e' possibile . Ti allego la piantina della zona .

 

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48 minuti fa, Legio II Italica dice:

Ciao @Polluce, ti spiego perché quel corpo e' difficile che possa appartenere a Plinio il Vecchio :

La testimonianza più rilevante su ciò che accadde in quei giorni è data da Plinio il Giovene , nipote del Vecchio , che si trovava in quei giorni a Miseno con la sua famiglia . Circa trent' anni dopo Plinio il Giovane descrisse l' evento dell' eruzione all'amico Tacito , lo storico .

« ... Si elevava una nube, ma chi guardava da lontano non riusciva a precisare da quale montagna [si seppe poi che era il Vesuvio] : nessun' altra pianta meglio del pino ne potrebbe riprodurre la forma . Infatti slanciatosi in su in modo da suggerire l' idea di un altissimo tronco , si apriva in diversi rami... »

In questa lettera Plinio il Giovane riferì anche le testimonianze sulla morte dello zio Plinio il Vecchio . Lo zio durante l' eruzione si era diretto ad Ercolano per andare ad aiutare la famiglia dell'amico Cesio Basso , li' residente : egli provò a raggiungere la località vesuviana via mare , ma dovette cambiare rotta a causa del ritiro improvviso delle acque , fatto che precede uno tsunami , per cui si diresse verso Stabia dove approdò , facendosi ospitare da un certo Pomponiano . Tuttavia, anche questa cittadina venne colpita dalle ceneri e lapilli del vulcano e soffocato dai vapori tossici , Plinio il Vecchio vi trovò la morte .

Ora Stabia si trova piu' a Sud del percorso e della foce del fiume Sarno , quindi quel corpo non dovrebbe appartenere a Plinio , a meno che il fiume Sarno non abbia modificato il suo percorso nel corso della storia ; tutto e' possibile . Ti allego la piantina della zona .

 

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Grazie @Legio II Italica per la risposta,ma allora e possibile queste onorificenze trovate sullo scheletro appartenere ad un ufficiale ? Non sono onori molto grandi e preziosi per un ufficiale,chiedo solo per capire 

Modificato da Polluce
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Ciao @Polluce, difficile dare una risposta certa , potrebbe essere stato un alto Ufficiale di Marina , un Navarca , cioe' un comandante di Nave , oppure qualsiasi altro , tipo un alto Ufficiale di Legione , un Legato o un Tribuno , che per caso , necessita' o volonta' , si trovarono li' in piena eruzione .

Dalla storia romana sappiamo che anche semplici soldati si adornavano di onoreficenze militari ricevute , come dimostrazione del proprio status , tipo Collane , Bracciali , Armille , figuriamoci quindi un alto Ufficiale ; poi naturalmente indossarle o no in pubblico , dipendeva dai singoli gusti personali . 

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