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IGNORED

chi mi presta almeno 2.600.000$?..per una monetina


mnemo

Risposte migliori

Mitico 5 dollari oro 1822 mezza Aquila. Il solo esemplare sul mercato oltre ai pochissimi nei musei. Fantastico!!

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Magnifico

Sarà ben rara ... ma diciamo, è brutta. Chi ha inciso il conio non ha mai visto da vicino una donna non dico bella ma nemmeno normale, e nemmeno un bel disegno di un'aquila.

Non so perché sia così rara , ma credo non meritasse la coniazione di molti pezzi.

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Sarà ben rara ... ma diciamo, è brutta. Chi ha inciso il conio non ha mai visto da vicino una donna non dico bella ma nemmeno normale, e nemmeno un bel disegno di un'aquila.

Non so perché sia così rara , ma credo non meritasse la coniazione di molti pezzi.

Il pezzo per la sua rarità ed eccezionalità è per me magnifico. Non entro nel merito del conio perché "non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace".

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Come al solito, petronius ci dà una spiegazione terrific e completa di ciò che questa moneta è e perché è così ricercato.

 

Aggiungo solo—e lei ha ragione su la California oro colpisce (1848-su) essendo il prime davvero grande infusioni d'oro nell'economia degli USA—che notevoli quantità di oro che esce l'americano sud-est ha condotto ad un aumento nella monetazione di oro degli Stati Uniti dalle zecche di recente apertura (1838) di Charlotte e Dahlonega.

 

Il punto di interruzione in numismatica americana oro è 1834. Niente più vecchio di quello è almeno un po' di magia. Il 1822 metà-aquila, naturalmente, ha un sacco di esso—proprio come il costante menzione del nome Eliasberg qui vorrei suggerire.

 

:)  v.

 

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As usual, petronius gives us a terrific and comprehensive explanation of what this coin is and why it is so sought after.

 

I add only—and you are correct about the California gold strikes (1848-on) being the first really large infusions of gold into the U.S. economy—that significant quantities of gold coming out of the American southeast did lead to an increase in U.S. gold coinage from the newly-opened (1838) mints of Charlotte and Dahlonega.

 

The break-point in American gold coin collecting is 1834. Anything older than that is at least a little magic. The 1822 half-eagle, of course, has plenty of it—just as the constant mention of the name Eliasberg here would suggest.

 

:)  v.

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Aggiungo qualche informazione sulla moneta in asta, e sulla collezione da cui proviene.

 

L'ultimo passaggio sul mercato di questi 5 dollari, ci fu nel 1982, in ottobre, nell'asta Bowers & Ruddy della collezione di Louis Eliasberg, messa in vendita dagli eredi. Eliasberg, lo ricordo, è stato il più grande collezionista numismatico americano di sempre, l'unico che sia riuscito ad assemblare una collezione con TUTTE le monete del suo paese, e dunque non poteva mancare nemmeno questo esemplare unico.

Il realizzo, allora, fu di 687.500 dollari. Con un calcolatore di inflazione, scopriamo che questa cifra corrisponderebbe a poco più di 1.700.000 dollari di oggi, poiché l'asta parte da 2.600.000, cifra che sicuramente sarà superata, è indubbio che gli acquirenti dell'epoca hanno fatto un grosso affare.

Questo incremento di valore, è in parte sicuramente dovuto anche al fatto che la moneta, nel 1982, era valutata in conservazione VF-30/XF-40, mentre oggi sfoggia un bel AU-50 :rolleyes:

Si può anche pensar male, ma si deve prendere atto che il metro di giudizio, almeno per quanto riguarda gli americani e le loro monete, è cambiato rispetto a 20-30 anni fa, e differenze anche marcate, come in questo caso, non sono affatto inusuali, e si riscontrano su molte monete di pregio.

 

La moneta, come tutte le altre dell'asta, viene dalla collezione Pogue.

A. Mack Pogue e suo figlio D. Brent Pogue, texani, nell'arco di oltre 35 anni, hanno messo insieme una collezione di monete statunitensi tra le più prestigiose di sempre, composta di sole 650 monete con un valore facciale di 969,14 dollari, ma al quale corrisponde una stima di oltre 200 milioni, una cifra che, se realizzata, farebbe di questa collezione la più ricca di tutti i tempi.

 

La collezione sarà venduta in sette aste (questa è la quarta), e comprende le più grandi rarità della monetazione americana, tra le quali è doveroso segnalare almeno il dollaro 1804, presente con ben due esemplari, tra cui quello che sarebbe stato portato in dono al Sultano di Muscat, e con con i suoi 4.140.000 dollari realizzati nel 1999, detiene il record per questa moneta.  

 

Questo, mi porta ad alcune considerazioni sulla stima dei 5 dollari del 1822, che, secondo Stack's, è di ben 8 milioni di dollari. Non pretendo certo di competere con gli esperti della casa d'aste, ma a me questa cifra sembra esagerata, e non di poco.

La rarità non si discute, ma questa moneta non ha alle spalle la storia, e l'appeal, del già citato dollaro 1804 o del V-nickel del 1913. Due di queste monete, comparse in asta non molto tempo fa, hanno realizzato tra i 3,7 e i 3,8 milioni di dollari, e io penso che questa non si discosterà troppo da tale cifra, arrivando forse a superare i 4 milioni, ma non di molto.

 

Se c'è una moneta, in questa collezione, che può invece fare il botto, battendo il record del dollaro 1794 (che è, lo ricordo, di 10.016.000 dollari) è proprio il dollaro 1804 del Sultano, ed è per questo che io non partecipo all'asta dei 5 dollari, sto mettendo da parte i soldi per acquistare quello, quando comparirà :rofl:

 

A questo link, qualche informazione in più sulla Brent Pogue Collection

 

http://www.dailymail.co.uk/news/article-2993515/The-valuable-coins-world-Texas-property-developer-s-treasured-collection-early-years-American-republic-expected-fetch-220MILLION-auction.html

 

petronius oo)

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L'incisore di questa moneta era John Reich, un immigrato di origini bavaresi, per il ritratto della donna pare si sia ispirato alla sua amante :rolleyes:

 

Uuuuh ... non vgglio pensare alla moglie.

Puaret John Reich.

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Grazie Petronius per il link e queste informazioni molto interessanti. E' un settore che conosco solo per rudimenti di base quello della numismatica americana ma interessandomi di mercato non posso non considerarlo :)

Se comprendo bene questi Pogue hanno collezionato solo rarita' primarie: 650 monete e' in fondo molto poco per una grande collezione.
Non avevano pero la double eagle del 1933 una delle monete americane piu famose e costose mi pare di capire.

Un'altra considerazione da fare e' il valore straordinario che hanno raggiunto le monete rare americane ( e non solo): c'e' stato un processo di rivalutazione che ha accelerato negli anni.
Mi domando poi con tutta la crisi immobiliare americana come i Pogue siano riusciti ad svere cosi tanto successo ..

Infine hna domanda : la Stack's era fallita alcuni anni fa - le collezioni di Larry Stack's erano state vendute in asta in differenti vendite, la loro leggendaria biblioteca ceduta (da kolbe mi pare ma non ci giurerei). Da chi e' stata poi acquisita la Stack's che continua oggi ad operare floridamente? E i suoi ex patron sono ancora coinvolti ?

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Come li vuoi, in gettoni  d'oro rai o mediaset? A parte gli scherzi, è una cifra astronomica che, credo, solo in territorio americano hanno. Penso che se venisse proposta in territorio europeo, sarebbe di gran lungo ridimensionata. E' pur vero che gli americani sono molto patriottici, e questo porta a trattenere nel loro territorio tutto quello prettamente americano.

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Con questo disegno furono comunque coniate complessivamente poco meno di 1.800.000 monete, dal 1807 al 1834,

 

Un'ulteriore precisazione, rivolta in particolare a chi non ha molta dimestichezza con le monete americane. La quantità di 1.800.000 è riferita alle sole monete da 5 dollari, ma con lo stesso disegno, negli stessi anni, furono coniate anche le monete d'oro da 2,50 dollari e tutti i nominali d'argento (5, 10, 25 e 50 centesimi).

 

Si veda, per maggiori informazioni, il catalogo del forum:

 

http://usa-coins.collectorsonline.org/cat/US-FED

 

Infine hna domanda : la Stack's era fallita alcuni anni fa - le collezioni di Larry Stack's erano state vendute in asta in differenti vendite, la loro leggendaria biblioteca ceduta (da kolbe mi pare ma non ci giurerei). Da chi e' stata poi acquisita la Stack's che continua oggi ad operare floridamente? E i suoi ex patron sono ancora coinvolti ?

 

La casa d'aste si chiama oggi Stack's Bowers, dopo l'ingresso, nel 2011, di Q. David Bowers, famoso numismatico e studioso (possiedo diversi suoi libri) che ora è co-presidente, e che, a quanto pare, ha risolto i problemi economici del gruppo. Dopo il suo arrivo sono rientrati anche Harvey Stack e suo figlio Larry.

 

Maggiori informazioni a questi link:

 

http://www.stacksbowers.com/AboutUs/default.aspx#leadership

http://www.coinweek.com/featured-news/harvey-and-larry-stack-to-rejoin-stacks-bowers-galleries/

https://en.wikipedia.org/wiki/Q._David_Bowers

 

petronius :)

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Grazie

Conosco David Bowers di nome, e ' un'istituzione in america riguardo la numismatica ( anche se non sono familiare con questo settore e quindi non saprei valutarlo).

I pochi contatti che ho avuto (CNG a parte) cin case numismatiche americane come Heritage, Stack's in passato e Bowers & Merena mi hanno lasciato un po' un'impressione di estrema focalizzazione sul business con poco spazio per la persona, ma e' anche vero che occorre farsi conoscere e conoscere meglio i propri referenti e se i contatti sono solo sporadici questo non si puo' fare.

Aono contento che gli Stack's abbiano potuto trovare un nuovo ruolo in ambito numismatico che gli permetta di proseguire con l'attivita'...

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Non avevano pero la double eagle del 1933 una delle monete americane piu famose e costose mi pare di capire.

 

No, non l'avevano, o almeno non ufficialmente :rolleyes: (è opinione generalizzata che non tutte queste monete siano venute alla luce, Israel Switt dichiarò una volta di averne acquistate 25, e finora soltanto 20 sono quelle ritrovate).

 

Avrebbero poturo partecipare all'asta del 2002 per la moneta di Farouk, ma non l'hanno fatto. Credo però che la loro sia stata una scelta ben precisa, la loro collezione comprende solo monete dei primi anni degli Stati Uniti, dal 1792 agli anni 1830, quindi la Double Eagle del 1933 non sarebbe rientrata nel loro campo di interesse.

 

petronius :)

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Come li vuoi, in gettoni  d'oro rai o mediaset? A parte gli scherzi, è una cifra astronomica che, credo, solo in territorio americano hanno. Penso che se venisse proposta in territorio europeo, sarebbe di gran lungo ridimensionata. E' pur vero che gli americani sono molto patriottici, e questo porta a trattenere nel loro territorio tutto quello prettamente americano.

perché, il valore stimato (sempre da loro) l'hai visto? 8 milioni di dollarazzi! :D :D :D 

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...E' pur vero che gli americani sono molto patriottici, e questo porta a trattenere nel loro territorio tutto quello prettamente americano.

(Sorry about the English-only; computer change!)

 

The key to the high prices of American coins isn’t patriotism so much as it is democracy. The hobby has been practiced by a wide segment of the population since the 1850s, when the large cent was retired. Many, many folks began collecting those humble, small-denomination coins then (remembering that the series extended all the way back to the founding of the country’s coinage), and spurred by several subsequent episodes of wide-based coin craziness during the intervening 150+ years, the American coin hobby became like no other.

 

I would argue that will be less and less the case, however. China, India, the EZ/EU—all these places (and more) are showing signs of developing the sort of coin hobby that obtains in the U.S. That is, a market in which some several millions of relatively well-moneyed people are all chasing the same thing at the same time.

 

(It’s about more than just money and numbers, of course, there have to be stories about the coins.)

 

And one more thing, as an aside, because I very often read of Americans’ exaggerated interest in their own coinage….I remember being tickled by an article from a 1940s Australian newspaper, talking about the impact that visiting American servicemen were having on the local coin market, that also quoted a similar article from a contemporary British newspaper talking about the enthusiasm—and money—with which visiting Americans were chasing collectible (and other!) British and Commonwealth coinage.

 

Of course they would be chasing coins, not least because of the “Commemorative Half Dollar” craze they would have experienced—or at least witnessed—during the mid- to late-1930s.

 

It’s behavior I recognize from the 1960s, when a later and even more broad-based American coin craze recruited me into the fraternity (and sorority!) of coin collectors, and it’s a phenomenon I’ve recognized in the euro- and pre-euro collecting still going on now. (“I’ve recognized?” Well, yeah, me and about a zillion other people.)

 

:D v.

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