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Contiene acidi? Domanda per tecnici


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Buonasera,

avrei bisogno di sapere se il politene contiene acidi pericolosi se tenuti a contatto per lungo tempo con oggetti da collezione. Nel mio caso specifico si tratta di materiale cartaceo, quindi non esattamente monete... ma credo che poco influisca questo fattore, mi basta sapere se contiene delle sostanze pericolose. 

Spero veramente che qualcuno possa aiutarmi, ho un grande bisogno di questa informazione e non saprei a chi altro chiedere.

 

 

Grazie

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Ciao

Scusami per il ritardo

Il polietilene, identificato con la sigla PE, è il polimero più semplice. E' stabile e semplice da lavorare. A differenza del PVC (polivinilcloruro) o del PET non contiene composti del cloro o ftatalati.

E' un materiale termoplastico. Per la produzione in fogli viene lavorato per estrusione e quindi, normalmente, senza la mediazione di fluidificanti.

La stabilità chimica e la bassissima cessione per contatto lo rendono idoneo per la realizzazione di contenitori per alimenti e per la raccolta di campioni per analisi chimiche e microbiologiche.

In defiitiva penso che non dovresti avere problemi di cessione dal polietilene al materiale cartaceo....sarei meno certo della reale stabilità chimica e microbiologica del materiale cartaceo da conservare.....ma questo è un altro discorso....

ciao

Mario

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Ciao

Scusami per il ritardo

Il polietilene, identificato con la sigla PE, è il polimero più semplice. E' stabile e semplice da lavorare. A differenza del PVC (polivinilcloruro) o del PET non contiene composti del cloro o ftatalati.

E' un materiale termoplastico. Per la produzione in fogli viene lavorato per estrusione e quindi, normalmente, senza la mediazione di fluidificanti.

La stabilità chimica e la bassissima cessione per contatto lo rendono idoneo per la realizzazione di contenitori per alimenti e per la raccolta di campioni per analisi chimiche e microbiologiche.

In defiitiva penso che non dovresti avere problemi di cessione dal polietilene al materiale cartaceo....sarei meno certo della reale stabilità chimica e microbiologica del materiale cartaceo da conservare.....ma questo è un altro discorso....

ciao

Mario

Grazie mille Mario!!!!!!! Non devi affatto scusarti per il ritardo, anzi mi sei stato di grande aiuto davvero!!

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Ciao @@mariov60 ,

scusami se approfitto ancora della tua disponibilità ma volevo chiederti come si fa a riconoscere se il polietilene è stato trattato con fluidificanti (sempre se la cosa è pericolosa). Ti spiego, io utilizzo delle buste molto sottili per contenere fogli e materiale cartaceo, sono simili a quelle per alimenti. Hanno tuttavia un forte e intenso odore di plastica e per questo ho un po' l'ansia possano essere dannose per il materiale che inserisco (non sono scatole rigide)...

 

Grazie di nuovo per l'inestimabile aiuto!

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Ciao @@mariov60 ,

scusami se approfitto ancora della tua disponibilità ma volevo chiederti come si fa a riconoscere se il polietilene è stato trattato con fluidificanti (sempre se la cosa è pericolosa). Ti spiego, io utilizzo delle buste molto sottili per contenere fogli e materiale cartaceo, sono simili a quelle per alimenti. Hanno tuttavia un forte e intenso odore di plastica e per questo ho un po' l'ansia possano essere dannose per il materiale che inserisco (non sono scatole rigide)...

 

Grazie di nuovo per l'inestimabile aiuto!

Normalmente gli additivi utilizzati nella lavorazione delle materie plastiche sono finalizzati ad ottenere prestazioni particolari di scorrimento o a facilitarne il distacco dalle superfici di estrusione/stampaggio. Altri additivi possono essere utilizzati per colorare ed alcuni per rendere più "plastici" i materiali. Ovviamente, senza una scheda tecnica, non è facile capire a vista la reale composizione del materiale.

Nel mio caso specifico le diciture più semplici e "commerciali" sono: polietile vergine; polietilene per alimenti; con gli acronimi LD e HD per bassa e alta densità. Ma ribadisco che per una determinazione più attendibile si deve sempre far riferimento alla scheda tecnica, quindi:

- individuazione del produttore

- riconoscimento del codice prodotto

- ricerca della scheda tecnica con eventuali dichiarazioni accessorie (prove di cessione, idoneità al contatto, etc.)

 

Per finire vorrei però rassicurarti. Se hai buste o fogli in PE penso tu possa stare tranquillo. Io conservo le poche banconote che ho raccolto nella mia infanzia (anni 70) in buste di polipropilene (PP) e/o nelle normali buste per raccoglitori (tipo Favorit...per capirci...); sono lì, dmenticate da anni, senza nessun cambiamento di stato (in effetti...potevano solo migliorare....).

E ribadisco che sarà più importante indagare invece, nel caso di documenti antichi, la stabilità degli inchiostri e dei supporti cartacei e verificarne periodicamente la stabilità microbiogica oltre che, se possibile, gestire l'umidità dell'ambiente di conservazione.

un saluto

Mario

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