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IGNORED

Siliqua di Pertarito?


calippi

Risposte migliori

Trovo in un’asta da poco conclusa un’insolita frazione di siliqua, di 0.25g, a nome di Pertarito.

 

picture.jpg

A prima apparenza tutto sembra regolare, anche se la scodellatura non e’ perfetta e il peso tende decisamente verso la parte alta della forchetta di ammissibilita’ dei pesi, facendo riferimento al volume di Murari e ad una prima ispezione del materiale reperibile nella rete.
Ad una osservazione piu’ fine emergono le seguenti caratteristiche

-        La PE R e’ in corona d’alloro, caratteristica invece di coni piu’ antichi, quelli a nome di Giustino, per esempio (mezze e quarti di siliqua) ;

-        Le caratteristiche stilistiche del PER non sono allineate a quelle delle frazioni di silique di Pertarito. Sono quindi mancanti i punti, frequentemente presenti nelle altre;

-        Sembra che il monogramma solo sia stato ribattuto, ma nulla emerge sulla parte convessa

Che ne dite? Rappresenta forse una moneta di transizione oppure emessa dai duchi in un momento di turbolenza e necessita’?

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Attendo l'apporto dei tanti esperti di periodo, segnalo solo che in parte il monogramma/ghirlanda mi ricorda quella pubblicata da Bazzini e che allego...

inoltre segnalo alcuni estratti della descrizione da asta:

 

Einseitige AR-1/2 Siliqua, posthum, um 700/725; 0,25 g. In Kranz: PE(ligiert)R. Arslan 24; Bernareggi vergl. S. 206; CNI IV, S. 456, 5; Grierson/Blackburn vergl. 331. R Etwas Belag, sehr schön
Die Stücke mit PER wurden unter Perctarit eingeführt, jedoch noch bis in das erste Viertel des 8. Jahrhunderts geprägt. Unser Stück ist eine dieser späteren Prägungen.

Wir haben das Nominal der Tradition folgend als Halbsiliqua bezeichnet, de facto ist aber nicht bekannt, um welches Nominal es sich handelt und in welchem Wertverhältnis diese Münzen zu den goldenen Tremisses standen.

 

si parla di "moneta postuma" ... "le monete di Pertarito si coniavano ancora nel primo quarto dell'ottavo secolo e questa è una di quelle"

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diciamo che mi aspetterei di vedere più nettamente le lettere in incuso.... come qua

 

LOMBARDS, Lombardy & Tuscany. nomine Perctarit. 672-688. AR Half Siliqua (13mm, 0.19 g, 12h). Class C. Struck circa 700-725. Large (PE) (Rx); three pellets to left, five pellets down center / Incuse of obverse. Cf. Bernareggi, Problemi, 37 (for type); cf. Arslan 27 and 30 (same); cf. MEC 1, 331 (same). Good VF, toned.


From the estate of Thomas Bentley Cederlind. Ex Gorny & Mosch 244 (13 October 2014), 807.

 

1.jpg

invece le ho trovate ma con un po' di fatica

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devo però ammettere che non sono così forte sulle silique di questo tipo, quindi non so dire se sia "ibrida" o nella norma, vorrei fossero altri a darci lumi... ma mi intriga, approfondirò la cosa certamente e comunque, adesso con un occhio più attento

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ho una sessantina di silique di Pertarito in archivio e devo dire che in effetti quando la ghirlanda è visibile, di norma c'è in un lato la testa, mentre quando la moneta presenta "l'incuso" allora la ghirlanda è principalmente resa con un cerchio continuo...

questa che hai segnalato tu @calippi è davvero un po' "ibrida" passami il termine... assomiglia vagamente alla CNG 225 lot 616 gr 0,25 From the Giamba Collection, ma con ghirlanda più lavorata, e alla moneta di Bazzini, ma senza testa

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esattamente Poemenius, sei riuscito a cogliere e rappresentare egregiamente il punto. Bravo!

In sintesi tutte le silique che ho ispezionato e simili a quella del Bazzini da te presentata hanno la corona d'alloro e la faccina sull'altro lato. La seconda tipologia che presenti, diciamo CNG, ha invece il rigonfiamento anulare liscio. Questa sta nel mezzo.

Entrambe le tipologie hanno dei pero' dei puntini nel campo del monogramma e quella incriminata invece no. Un'ibrida come dici?

 

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i problemi legati a questa emissione sono notevoli (tempi, modi, zecche, valori....), e ottimamente riassunti qua....

https://www.academia.edu/660904/Appunti_di_numismatica_longobarda._una_siliqua_di_Pertarito_apparentemente_inedita

sinceramente in merito ho ancora le idee abbastanza confuse, ma fortunatamente so di non essere solo.... ;)

 

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Giancarlone: bellissimo esemplare che conclude, in questo post, la rassegna della tipologie delle silique dette di Pertarito.

L'articolo suggerito da Poemenius chiarisce invece in modo esaustivo le diverse tipologie e pare citi, nella nota  25, la possibilita' di avere il solo monogramma e la corona d'alloro. Riprendo la nota "... La presenza o meno della corona potrebbe essere casuale, anche se, quanto meno per gli esemplari con il monogramma rilievo/incuso, sembrerebbero essere indice di una certa evoluzione, per la quale nei pezzi piu’ antichi si avrebbe la presenza della corona, poi abbandonata a vantaggio di un bordo liscio e molto rilevato. "

Che ne dite? pare ragionevole e darebbe una prima risposta al mio quesito.

 

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Buonasera a voi,

ringrazio l’amico @Poemenius per aver richiamato la mia attenzione su questa interessantissima discussione. Mi spiace molto non frequentare più il forum, ma credo sia meglio così... per tutti.

Devo innanzitutto chiarire che in realtà non sono certo un esperto di monetazione longobarda né, a maggior ragione, delle cd. “silique di Pertarido”. Me ne occupai marginalmente quasi quindici anni fa, quando si trattò di segnalare l’esemplare con busto/monogramma citato al post #2. Dopodiché non me ne sono mai più interessato.

Premesso ciò, a questo punto vorrei però provare a dare alcuni chiarimenti riguardo a quanto scrissi allora. La mia intenzione non era ovviamente quella di trovare la soluzione del busillis, ma di cercare di far notare alcune incongruenze in quelle che erano, fino a quel momento, le teorie che andavano per la maggiore. Quella che principalmente non mi tornava era l’idea di una successione cronologica di queste monete. Secondo la teoria canonica, che anche in seguito non mi pare sia stata messa in discussione da nessuno, le prime emissioni avrebbero avuto la doppia impronta busto/monogramma. Solo successivamente esse sarebbero state rimpiazzate da quelle ad una sola impronta, con monogramma rilievo/incuso. Non sto qui a rifare la storia degli studi riguardanti questi specifici pezzi, per la quale concedetemi di rimandare al mio articolino del 2003 (se no mi viene fuori un post di 12 pagine!!!). I testi fondamentali erano in primis quelli di Bernareggi del 1965/67, le cui tesi furono riprese in Id. 1983 e poi quanto rilevato da Grierson e Blackburn in MEC 1.

Per farla breve, confrontando diversi esemplari illustrati in letteratura (soprattutto quelli pubblicati nello studio di Bernareggi 1965/67), mi sembrava che con le ipotesi fatte da quei grandi studiosi (sulle cui conoscenze e capacità non devo e non voglio certo discutere) i problemi invece di diminuire  aumentassero. In primis  l’evoluzione stilistica del monogramma (da dritto a curvo) riguardava sia esemplari a due impronte che pezzi ad una impronta; inoltre anche nella resa formale del busto io scorgevo, almeno apparentemente, una evoluzione stilistica che fino ad allora mi sembrava non fosse stata sufficientemente  presa in considerazione. Anche la presenza o meno della corona mi sembrava non inquadrata correttamente. Essa si può infatti trovare su entrambe le tipologie di “silique” (si vedano per esempio i pezzi 17, 18 e 19 del Bernareggi 1965/67; nel mio articolo sono le figg. 6-8 di pag. 10) e lo stesso si può dire per il contorno lineare. Quindi anche da questo punto di vista non mi sembrava che quella fosse una differenza particolarmente significativa per valutare la recenziorità o, al contrario, l'anteriorità la di alcuni pezzi rispetto ad altri.

Rilevato ciò, dopo un confronto dei pesi, progressivamente calanti in entrambe le tipologie, facevo notare infine come almeno parte di queste incongruenze cadessero se si prendeva in considerazione l’ipotesi di emissioni multiple e contemporanee di “silique” a due e a una impronta. In pratica a me pareva plausibile pensare che le due tipologie non fossero state emesse una di seguito all’altra ma che invece a partire dal regno di Pertarido fossero state emessi contemporaneamente due distinti nominali (forse dal valore di 1/8 di siliqua uno e di 1/16 l’altro) distinguibili immediatamente per avere due impronte il maggiore, e una sola quello minore. All’evolversi del primo, in termini di resa formale delle immagini, delle lettere, della corona, oltre che del peso e dell’intrinseco, avrebbe corrisposto un’analoga evoluzione sul secondo. Tutto ciò è comunque “ampliamente sviscerato” (citazione) nel mio articolino e a devo ahimè rimandare ancora una volta.

Tornando ora al pezzo postato da @calippi , a me sembra che sia del tipo monogramma rilievo/incuso, con quest’ultimo di tipologia “araica”, cioè con la “P” dritta. La ghirlanda e il peso a mio parere ne potrebbero confermare l’attribuzione al tempo di Pertarido (c. 645-688). Riguardo alla presenza o meno dei globetti nella parte sinistra del blocco “PE”, essi variano da quattro a nessuno. In qualche caso al posto dei globetti c’è un piccolo tratto rettilineo. Nel 2003 proponevo di vedervi quello che rimaneva di una croce, proponendo di leggere complessivamente i due blocchi monogrammatici nel modo illustrato più sotto.

Vedete voi cosa pensare di tutto quanto detto.

Cordialmente, Teofrasto

 

Schermata 2016-10-31 alle 17.36.42.png

Modificato da teofrasto
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