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IGNORED

Denari della Carisia


apollonia

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Salve

Mio esemplare proveniente dall’asta Varesi 51, n. 162.

Carisia Varesi 51 n. 162.jpg

CARISIA – T. Carisius (46 a. C.)

Denario (Ag: 4,07 g, tondello ovoidale 16-19 mm, h 6) Zecca di Roma. D/ MONETA, testa di Giunone Moneta a d. R/ T. CARISIVS, arnesi per battere moneta in corona d’alloro. B. Carisia 1; Sydenham 982; Sear Imperators 70; Crawford 464/2.

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

 

 

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@apollonia interessante la raffigurazione degli arnesi per battere moneta; essendo ignorante in materia di repubblicane non ne sapevo l'esistenza. Motivo della loro rappresentazione? (ostentazione del privilegio concesso di battere moneta?)

ps: non sapevo collezionassi anche altro oltre le monete di Alessandro Magno e affini :) 

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@matteo

 

Il denario fa parte delle emissioni con i nomi dei magistrati monetari (republic coinage by gens) e Tito Carisio padre, monetiere di Giulio Cesare, lo aveva battuto in qualità di addetto ai lavori, anzi, responsabile della produzione monetaria. Nella manifestazione ‘Ticinum Papia tra l’incudine e il martello’ del 2007 ( http://ppp.unipv.it/mostramonete/Pagine/sez2.htm ) sono state esposte nel Salone Teresiano della Biblioteca universitaria di Pavia varie monete storiche tra cui questo denario che era come l’emblema della mostra. Per questo motivo, come ho avuto l’occasione nell’asta Varesi del 2008, l’ho acquistato. Ho altri denari del genere riposti nell’album in una cassetta di sicurezza e sto raccogliendo le foto e la documentazione che ho in archivio per completarne l’attribuzione. Naturalmente sono ben lieto se qualche esperto rileva eventuali inesattezze e imprecisioni nelle mie didascalie. E’ fuori di dubbio infine che, se del caso, anche gli apprezzamenti di una moneta fanno piacere.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

Modificato da apollonia
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Altro esemplare (3,50 g; 17-19 mm) acquistato anni fa nel negozio online della Tkalec.

Carisia Tkalec Shop.jpg

Aggiungo che la tipologia di questo e del precedente denario fa riferimento direttamente all’incarico ufficiale del monetiere Tito Carisio: il diritto allude alla posizione della zecca, che era adiacente al tempio di Giunone Moneta, e il rovescio raffigura gli attrezzi usati dai lavoranti della zecca per coniare le monete.

Questa emissione serviva a soddisfare la necessità di ’cash’ per pagare i veterani del quadruplo trionfo di Cesare.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Esemplare di qualità eccezionale (non mio!) battuto alla Triton XIX, lot 400.

Carisia qualità extra Triton XIX 10100400.jpg

The Coining of Money

Moneyer issues of Imperatorial Rome. T. Carisius. 46 BC. AR Denarius (19mm, 4.18 g, 2h). Rome mint. Head of Juno Moneta right, hair tied in bun behind, wearing earring and necklace; MONETΛ to left / Implements for coining money: anvil die with garlanded punch die above, tongs and hammer on either side; T CARISIVS above; all within laurel wreath. Crawford 464/2; CRI 70; Sydenham 982b; Carisia 1b; RBW 1614. Near EF, toned, trace deposits. Exceptional for issue.


A temple to Juno Moneta (an epithet perhaps meaning “the advisor”) was dedicated on the Capitoline Hill in 344 BC, and the manufacture of coinage at that spot led to the adoption of Juno’s epithet to refer to “mints” and “money.”

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Per riportare altri dati raccolti su questo denario, posto l’esemplare della CNG 141, lot 174 con la relativa descrizione.

 

CNG 141 lot 174 Carisia Vulcan cap 141174.jpg

 

T. Carisius. 46 BC. AR Denarius (17mm, 3.61 g). Head of Juno right / Minting implements, all within wreath: wreathed cap of Vulcan above moneyer’s anvil between tongs and hammer. Crawford 464/2; Sydenham 982; CRI 70; Carisia 1a. Good VF, toned, obverse slightly off center and weakly struck.

The identification of the obverse bust as Juno is questionable since she is not wearing the usual stephane of the Queen of the Olympians and wife of Jupiter. Although accompanied by one of her ancient titles moneta, from moneo (warn, advise or council), it is eminently probable that by this time Moneta was a minor personification in her own right. The same personification can be seen on the reverse of Domitian’s Moneta August aes issue of AD 84, which celebrates the reopening of the mint after the fire of AD 81.

 

In questa didascalia l’oggetto sopra gli attrezzi per la coniazione è identificato con il berretto di Vulcano ornato d’alloro, mentre in altre viene considerato come un attrezzo (conio di martello). In qualche didascalia la frase ‘wreathed cap of Vulcan’ è seguita da ‘resembling reverse die’. In effetti la ghirlanda d’alloro è più indicata per un berretto che per un conio.

La nota seguente alla didascalia fa notare come l’identificazione del busto al diritto come Giunone sia discutibile in quanto non indossa la stephane della regina dell’Olimpo e moglie di Zeus. Accenna anche a una moneta di Domiziano celebrativa della riapertura della zecca di Roma dopo l’incendio dell’81 d. C.

Infine volevo aggiungere che il monetiere Titus Carisius, della cui famiglia non si hanno molte notizie, faceva parte del triumvirato monetario del 46 a. C. con Manius Cordus Rufus e Caius Considius Paetus. Nella sua iconografia monetale, Tito Carisio esalta le origini di Cesare e partecipa alla celebrazione dei quattro trionfi conseguiti tra l’agosto e il settembre del 46 a. C., uno per ciascuna campagna militare che Cesare aveva portato a termine con successo: quella di Gallia, quella in Egitto, quella nel Ponto contro Farnace II e quella in Africa.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Salve a tutti.

Questa emissione della gens Carisia è una delle più belle e significative per quel che concerne la testimonianza visiva in epoca romana della coniazione di monete. Mi ha colpito, leggendo la discussione, il dibattito intorno all'attribuzione iconografica di D/ e R/, per questo mi piacerebbe poter esporre la mia opinione in merito.

Partiamo dal D/. Ho letto, giustamente, che il ritratto femminile qui raffigurato potrebbe non coincidere con quello di Giunone Moneta, presso il cui tempio sorgeva all'epoca la zecca. Questa identificazione era, da un lato, suffragata dall'epiteto MONETA che si legge dietro la testa femminile, ma, d'altro canto, si è riscontrata la mancanza del diadema, caratteristico attributo per identificare la pettinatura classica portata da questa dea: in effetti, l'obiezione non è priva di fondamento (fig. 1).

d.jpgr.jpg

Fig. 1: Denario di L. Plaetorius L. f. Caestianus (Crawford 396/1b) del 74 a.C.

Se osserviamo questo denario ci rendiamo conto che, effettivamente, anche Giunone Moneta indossava il solito diadema sulla parte frontale dell'acconciatura. Ma se questa non è Giunone Moneta, di chi è il profilo femminile sul denario della Carisia? Potrebbe essere il profilo di Venere, anche in ragione del legame del monetiere Carisio con Cesare (e tutti noi conosciamo il tipo di rapporto che intercorre tra la figura storica di Cesare e quella mitica di Venere, capostipite divina della gens Iulia). Somiglianze stilistiche le noto con il busto di un denario di Postumius Albinus del 48 a.C., quindi quasi coevo di quello oggetto di questa discussione (fig. 2). In questo caso il busto viene esplicato come personificazione della Pietas, anche se non c'è alcun segno distintivo, a parte la legenda, che possa far pensare a ciò. Quindi, ci sono due strade da considerare: la prima, che i due busti, essendo simili e senza particolari attributi, apparendo su monete quasi coeve ed entrambe legate al mondo cesariano, possano essere attribuiti a Venere, in onore di Cesare. La seconda ipotesi è quella "classica" che va per la maggiore (e che sinceramente mi sento di appoggiare anche io), ovvero che, in virtù delle legende PIETAS e MONETA, i busti siano rispettivamente la personificazione della Pietas e quello di Giunone Moneta. Io resto però del parere che questi profili, non avendo attributi, sono contrassegnati dalle legende che li accompagnano, e quindi, nel caso del denario della Carisia, siamo di fronte alla raffigurazione di Giunone Moneta (il che permetterebbe anche un collegamento logico con la rappresentazione degli strumenti sul R/), come negli altri casi da me qui presentati sono le personificazioni della Pietas e della Libertas.

1035857__76901.1460402429.750.370[1].jpg

Fig. 2: Denario di D. Postumius Albinus Bruti f. del 48 a.C. (Crawford 450/2).

Infine, vorrei notare che lo stesso busto, ma con la legenda LIBERTAS compare anche al D/ di un altro denario di Bruto (fig. 3).

image00826[1].jpg

Fig. 3: Denario di M. Giunio Bruto del 42 a.C. (Crawford 433/1).

Venendo al R/, credo di poter affermare con una certa sicurezza che quello che fino ad oggi è stato interpretato come conio di martello sia in realtà il pileo laureato, attributo di Vulcano, divinità che attendeva ai compiti del fabbro, e che quindi si occupava della lavorazione dei metalli (fig. 4). Era quindi collegato anche alla lavorazione delle monete.

image00807[1].jpg

Fig. 4: Denario serrato di Lucio Aurelio Cotta del 105 a.C. (Crawford 314/1c). Da notare il busto di Vulcano con pileo laureato e tenaglie dietro la testa.  

Invece, quello che trovo spesso descritto come incudine per la coniazione di monete potrebbe essere, secondo il mio modesto parere, il conio vero e proprio (fig. 5). In questo modo il quadretto degli strumenti risulta più chiaro: il pileo indica il nume tutelare dei lavoratori di metalli e per questo occupa anche una posizione che sovrasta tutti gli strumenti. Sotto la sua tutela sono posti: le tenaglie, con cui era retto il tondello da battere, il conio ed il martello con cui si eseguiva l'operazione meccanica della coniazione.

repubdie[1].jpg

h2005-coindie_lrg[1].jpg

Fig. 5: Due conii per la battitura delle monete di epoca repubblicana.

image037[1].jpg

In quest'altra figura (tavola 2 del libro di Laura Breglia, "Numismatica antica: storia e metodologia", Milano 1967) si vedono bene anche conii romani di forma quadrata, più simili a quello rappresentato sul denario della Carisia.

 

 

 

Modificato da Caio Ottavio
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Buona giornata

 

Ringrazio Caio Ottavio per aver alimentato la discussione su questo denario con le argomentazioni a sostegno della sua ipotesi circa l’attribuzione iconografica del diritto e del rovescio. Sulla base della documentazione da lui prodotta e da quella che ho potuto raccogliere, espongo l’idea che mi sono fatto, premettendo che la mia conoscenza della monetazione romana è piuttosto limitata.

Dall’esame del diritto dei denari di Postumius Albinus e di M. Giunio Bruto, si può desumere che il busto della figura femminile raffigurata sia una sorta di modello che serve a personificare sia la Pietas nel primo caso sia la Libertas nel secondo caso, sulla base del nome retrostante. Quindi Carisio potrebbe aver preso un’immagine simile come modello (quindi senza diadema) per la personificazione di Giunone Moneta sul suo denario. Invece Lucius Plaetorius Cestianus ha voluto rappresentare sul suo denario Giunone in persona, la dea della triade Giove-Giunone-Minerva del tempio sul Campidoglio per intenderci, quindi con il diadema simbolo della massima divinità femminile della religione romana. Non so se possa avere qualche significato in questo contesto la sigla S . C (Senatus Consulto) sotto il mento di Giunone diademata, ma non del ‘modello’ sulla Carisia. Comunque sia, la conclusione che sul denario della Carisia è raffigurata Giunone Moneta è in accordo con quella di Caio Ottavio.

Quanto al rovescio, avevo già notato al post # 8 come la ghirlanda d’alloro fosse più indicata per il berretto di Vulcano che per un conio di martello e condivido appieno la penultima frase con cui Caio Ottavio conclude il suo intervento: In questo modo il quadretto degli strumenti risulta più chiaro: il pileo indica il nume tutelare dei lavoratori di metalli e per questo occupa anche una posizione che sovrasta tutti gli strumenti. Invece l’ultima frase Sotto la sua tutela sono posti: le tenaglie, con cui era retto il tondello da battere, il conio ed il martello con cui si eseguiva l'operazione meccanica della coniazione. mi trova d’accordo con ‘tenaglie’ e ‘martello’, ma non con ‘conio’.

 

Vedo di spiegare perché, a mio avviso, sotto il berretto è raffigurata l’incudine. L’incudine è il blocco d’importanza fondamentale nella coniazione, e i tre piedini in basso ben visibili nella foto danno proprio l’idea di questo.

Messo Carisia Varesi 51 n. 162.jpg

 

Nell’incudine è incorporato il conio di incudine, quello del diritto -faccia principale- della moneta e il più ‘longevo’, e immaginandolo al centro del piano alla sommità del blocco, si vede a occhio che il rapporto dimensionale con il martello è rispettato. Non lo sarebbe invece se al centro fosse raffigurato il conio di martello. Questo bronzo che raffigura Efesto all’opera rende meglio l’idea.

 

3262164.m.jpg

Ionia, Magnesia on the Maeander. Otacilia Severa. Augusta, A.D. 244-249. Æ (29 mm, 9.57 g, 6 h). Tychikos, grammateus. M ΩTAKI CEYHPA CE, diademed and draped bust of Otacilia Severa right / E(ΠI) (ΓP) TYX-I-K(OY) B (NE) MAΓ(NH)-TΩN, Hephaistos seated right, raising hammer to strike object (a coin die?) held with tongs against anvil before him. Schultz 481 (V2/R6), and p. 119 (this coin cited as dies V?/R?); SNG von Aulock 7924 (same dies); Waddington 1759 (same dies).

 

Infine, nei denari repubblicani romani in cui gli attrezzi della coniatura sono raffigurati singolarmente come i tre della Scribonia con il pozzo sul rovescio che ho in collezione, la terna è costituita da martello, tenaglie e incudine.

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

 

PS. Le due immagini sottostanti non c'entrano nulla con la discussione ma non sono riuscito ad eliminarle.

 

Carisia Varesi 60 n. 140.jpg

Carisia Varesi 60 n. 140.jpg

Modificato da apollonia
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Su questo denario di sostituzione battuto alla Lanz 125 (2005) l’incudine (Ambross) con i tre piedini alla base si vede bene.

Denario Moneta di Traiano 266787.m.jpg

RöMISCHE MüNZEN
KAISERREICH
TRAIANUS (98 - 117)
RESTITUTIONSPRäGUNGEN
No.: 735
Schätzpreis-Estimate: EUR 2500.-
d=20 mm
Denar, 107. MONETA. Drapierte Büste der Juno Moneta rechts. Rs: IMP CAES TRAIAN AVG GER DAC P P REST. Lorbeerkranz, darin Münzwerkzeuge: Amboß zwischen Zange auf der linken und Hammer auf der rechten Seite, darüber Münzstempel; im Feld rechts CARISIVS. RIC 805. BMC 688 und Taf. 23, 5 (Vs. stempelgleich). Bab. II, S. 573, 10. 3,28g. äußerst selten. Sehr schön.

Zum republikanischen Vorbild für diese numismatisch und kulturgeschichtlich sehr interessante Restitutionsprägung vgl. den Denar des T. Carisius von 46 v.Chr. unter Los Nr. 618.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

 

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Questo è l’esemplare conservato al British Museum

British Museum. AN00636971_001_l.jpg

RIC II Trajan 805

objects: 4

Data: AD 98 - AD 117

Nominale: Denario (peso 3,41 g, asse h 6)

Zecca: Roma

Dritto: MONETA: Bust of Juno Moneta, draped, wearing earring and necklace, right; hair rolled and knotted at back, one lock falling down neck

Rovescio: IMP CAES TRAIAN AVG GER DAC P P REST CARISIVS: Anvil, between tongs and hammer; above, cap of Vulcan; the whole in laurel wreath

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Un'istantanea del lavoro svolto all'interno di una zecca si ritrova anche su questa moneta coniata a Poseidonia quando aveva già preso il nome latino di Paestum.

 

Numismatica Ars Classica NAC AG,       

Auction 27, del 12 Maggio 2004,  lotto n. 41

 Greek Coins, Poseidonia, No.: 41, Estimate: CHF 500, d=19 mm
Poseidonia with the Roman name of Paestum. Semis early first century, æ 4.28 g. Q· LAR·PR Scales weighting ear of corn; in exergue, Pæ. Rev. SPDDS·S Two workmen in the act of coining; in field l., MIL. In exergue, S. SNG Copenhagen 1372. M. Crawford, Studies Price, Paestum and Rome. The Form and Function of a Subsidiary Coinage, 25/1. Historia Numorum 1238.
Rare. Dark green patina, extremely fine / good very fine
Crawford, who aptly describes the late coinage of Paestum as frivolous and chaotic (a pretty good description of social and political life in the provinces during the early imperial period, for which see the graffiti of Pompeii and Apuleius’ Golden Ass), interprets the inscriptions as Q. Laur(entius ?) praetor sua pecunia dono dedit Senatus sententia milia (or miliens): "The praetor Q. Laur. out of his own money and by consent of the Senate (of Paestum) gave as a present (to his fellowcitizens) thousands (of this coin)". To what end is suggested by the obverse; to buy a measure of subsidised wheat.

zecca paestum.jpg

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Esemplare del Museo di Berlino

Traianus: Restitution, 112-114 n. Chr. - Collection Münzkabinett Berlin

 

Traianus Restitution 112 114 d. C. Esemplare Museo di Berlino vs_opt.jpg

Obverse: MONETA. Drapierte Büste der Iuno Moneta in der Brustansicht mit Halsband nach r.

Reverse: IMP CAES TRAIAN AVG GER DAC P [P REST] [Imperator Caesar Traianus Augustus Germanicus Dacicus Pater Patriae Restituit]. Amboß, Zange, Hammer und Kappe des Vulcanus umgeben von einem Lorbeerkranz. Im r. F. CARISIVS.

Material: Silber; Weight: 2,91 g; Diameter: 20 mm; Die-axis: 7 h

 

E’ lo stesso conio dell’esemplare Lanz al post # 11. Però, mentre Lanz identifica erroneamente l’oggetto sopra l’incudine con un conio (darüber Münzstempel), l’attribuzione museale è corretta (Kappe des Vulcanus umgeben). Nessun dubbio che ciò che sta sotto il Kappe è l’Ambross, cioè l’incudine.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Nella collezione dell’ANS vi sono due esemplari del RIC II Trajan 805.

Il primo è illustrato da una foto con il rovescio ruotato di 180°.

 

aEsemplare Traiano restituzione  ANS 1.JPG

Obverse: MONETA  Bust of Juno Moneta, draped, wearing earring and necklace, right; hair rolled and knotted at back, one lock falling down neck.

Reverse: IMP CAES TRAIAN AVG GER DAC P P REST CARISIVS Anvil between tongs and hammer; above, cap of Vulcan; the whole in laurel wreath.

Axis 6, Diameter 18.5 mm, Weight 3.33 g

 

Sopra l’incudine (veramente sotto nella foto presentata) giustamente il cap of Vulcan.

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Il secondo esemplare presenta una particolarissima patina di verde malachite a macchie più o meno estese, localizzate in prevalenza sulla dea ma anche su qualche lettera delle legenda.

 

bEsemplare Traiano restituzione ANS 2.JPG

Obverse: Bust of Juno Moneta, draped, wearing earring and necklace, right; hair rolled and knotted at back, one lock falling down neck.

Reverse: Anvil, between tongs and hammer; above, cap of Vulcan; the whole in laurel wreath.

Axis 6, Diameter 20.0 mm, Weight 3.13 g

 

Sopra l’incudine giustamente il cap of Vulcan.

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Altro tipo di denario dello stesso monetiere: mio esemplare proveniente dall’asta Varesi 60, n. 140.

Carisia Varesi 2 Vittoria Biga.jpg

CARISIA – T. Carisius (46 a. C.)

Denario (Ag: 3,92 g, tondello ovoidale 16-20 mm). Zecca di Roma. D/ Busto drappeggiato della Vittoria a d., con diadema di perle. R/ Vittoria sulla biga al galoppo a d., T. CARISI in esergo. B. Carisia 2; Sydenham 986; Sear Imperators 72; RBW 1617; Crawford 464/4.

Ex Viscontea 4 al n. 53.

Vedi anche foto sotto al PS nel post # 10.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

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Questo della NAC 83, lot 425 è uno dei migliori esemplari passati nelle aste. Peccato per i due sbreghi sul diritto.

Carisia 2 Vittoria Biga NAC 1680801l.jpg

The Collection of Roman Republican Coins of a Student and his Mentor Part III 
T. Carisius. Denarius 46, AR 3.70 g. Bust of Victory r. Rev. Victory in prancing biga r., holding reins and wreath; in exergue, T·CARIS. Babelon Carisia 2. Sydenham 986. Sear Imperators 72. RBW 1617. Crawford 464/4. Beautiful iridescent tone, two scratches on obverse field, otherwise extremely fine.
Ex Crédit de la Bourse sale 20 April 1995, 1134.

 

Notare che la Vittoria sul diritto (ma probabilmente anche sul rovescio) è diademata e alata.

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Aggiornamento del denario di Carisio con gli attrezzi per la coniazione.

Dall’analisi di un campione di oltre 100 esemplari passati nelle aste in rete, ho visto che l’oggetto sul rovescio del denario viene attribuito nel 40% dei casi al berretto di Vulcano (con tanto di ghirlanda d’alloro) e nel 40% dei casi al conio di martello inghirlandato, mentre nel restante 20% dei casi il perito non si pronuncia in merito.

Nei denari di restituzione di Traiano conservati in vari musei che ho descritto, l’attribuzione al berretto di Vulcano è concorde e viene ribadita da questo passo tratto da Description historique et chronologique des monnaies de la République romaine vulgairement appelées monnaies consulaires _ Babelon, Ernest, 1854-1924:

Babelon denario Traiano e Carisio.jpg

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

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Terzo tipo di denario di Carisio in collezione proveniente da InAsta 24, lotto 266.

Carisia  InAsta B. 4 foto.jpg

CARISIA – T. Carisius (46 a. C.). Denario (Ag: 3,63 g, tondello ovoidale 15-19 mm, h 6) Zecca di Roma. D/ ROMA, testa di Roma con elmo attico a d. R/ In corona d’alloro (T. CA)RISI, cornucopia e globo tra scettro e timone. B. 4; Syd. 984; Cr. 464/3a.

Sul rovescio si è formata come una cornice nera di 1-2 mm di larghezza dovuta all’ossidazione localizzata dell’argento a solfuro.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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@apollonia, credo che il berretto di Vulcano difficilmente possa essere scambiato per il conio di martello, non sarebbe scomodo e scivoloso da impugnare con la sua forma conica ? inoltre a dare una martellata su di una superficie curva si corre il rischio che il martello scivoli sul fianco del conio se non perfettamente colpito al centro.  trovo strano che nessuno abbia preso in considerazione questi problemi.

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3 ore fa, dux-sab dice:

@apollonia, credo che il berretto di Vulcano difficilmente possa essere scambiato per il conio di martello, non sarebbe scomodo e scivoloso da impugnare con la sua forma conica ? inoltre a dare una martellata su di una superficie curva si corre il rischio che il martello scivoli sul fianco del conio se non perfettamente colpito al centro.  trovo strano che nessuno abbia preso in considerazione questi problemi.

Credo perchè alcuni conii avevano una forma pseudoconica, con la base più larga della sommità.

imgres.jpg                    images.jpg

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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@dux-sab

Per tua informazione, nella dozzina di esemplari del denario con gli attrezzi della coniazione conservati del British Museum, l'oggetto sopra il conio d'incudine è identificato come  'garlanded punch die', cioè conio di martello (punzone) inghirlandato.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

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Sul sito della Macquarie University di Sydney in Australia c’è questo denario con gli attrezzi per la coniazione:

Denario Carisia Università di Sydney.JPG

RRC 464/2
Obverse: Head of Juno Moneta right; behind, MONETA downwards. Border of dots.
Reverse: Anvil die with garlanded punch die above; on left, tongs; on right, hammer; above T·CARISIVS. Laurel-wreath as border.

Come si legge nella didascalia, l’oggetto tra le tenaglie e il martello non è identificato come incudine ma come conio di incudine, cioè il conio fisso inserito nell’incudine. Come si vede dallo schema di coniazione, conio d’incudine e conio di martello hanno la stessa superficie di impatto e le rispettive dimensioni sono confrontabili.

images.png

In questo quadro non è fuori luogo identificare l’oggetto sotto il martello come un conio di martello invece di berretto di Vulcano, in onore del quale rimane la ghirlanda a ornamento del conio stesso.

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

 

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Può essere più semplicemente una sorta di fusione simbolica tra berretto inghirlandato del dio Vulcano e il conio di martello, nel senso che il conio di martello, che ha una forma leggermente diversa e meno convessa, viene trasfigurato per essere visto ANCHE come berretto e quindi attributo del dio Vulcano....

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