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IGNORED

Finalmente a Pavia...


adelchi

Risposte migliori

  • 2 settimane dopo...

Ciao Simo,no non sara' esposto poiche' non siamo in alcun modo collegati con gli organizzatori della mostra.

Il nostro e' semplicemente un "capriccio"scaturito dall'entusiasmo provocato dalla mostra in questione.

Personalmente lo considero la nostra locandina privata:).

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  • 3 settimane dopo...
Inviato (modificato)

Buonasera a tutti,vorrei illustrarvi alcuni dei particolari che compongono il San Michele longobardo nato dalla collaborazione tra due appassionati dell'alto medioevo.

Cominciamo dall'alto,la scritta,in caratteri greci cita:SAN MICHELE ,in nesso,ARCANGELO,di seguito:OMEGA TAXIARCA che tradotto ,a grandi linee,dovrebbe voler dire,massimo condottiero delle schiere celesti.

La scritta,grossomodo,ricalca la tipica intestazione delle icone dedicate all'Arcangelo.

Veniamo alla lancia,qui cominciano le peculiarita' ,infatti si tratta di una lancia ad alette,molto usata tra tardo antico e alto medioevo soprattutto dai popoli germanici.

Il volto e' rappresentato in maniera "classica" con capigliatura resa a riccioli "lumachine" trattenuti dalla tenia azzurra ,attributo tipico di San Michele.

Al collo del Condottiero Celeste abbiamo posto un collare aureo rigido,alla maniera delle elites militari germaniche che componevano la guardia imperiale,piu' o meno come quelle che appaiono nel mosaico di San Vitale a Ravenna e sul missorium di Teodosio

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Scendendo piu'in basso,sulla spalla sinistra del Santo ,a trattenere il mantello,notiamo una fibula a "staffa", ornamento tipicamente maschile della cultura materiale longobarda,in basso un esempio dalla necropoli di Santo Stefano a Cividale del Friuli.

Continua...

 

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Modificato da adelchi
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7 ore fa, Tinia Numismatica dice:

Congratulazioni vivissime agli esecutori....unico appunto, il manico della spada disassato, per il resto un grande lavoro. 

@Tinia Numismatica mi fai morire :),non ti sfugge nulla e nulla perdoni...giustamente.

In effetti hai perfettamente ragione,nel progetto iniziale la spatha doveva essere portata alla cintura,ma poi ci siamo resi conto che avrebbe interferito con gli altri oggetti presenti in quel punto e abbiamo preferito spostarla piu' in alto( cambiando cosi anche tutto il senso dell'iconografia Michaelica,a favore di un Santo piu pacifico,non avendo la panoplia disposta in assetto da battaglia),purtroppo durante questa operazione ci siamo concentrati un po' troppo sui dettagli,placca in almandini,elsa con pomolo ad anelli ecc perdendo di vista la visione d'insieme della sphata stessa,quando ce ne siamo resi conto gli stucchi dorati in rilievo erano gia stati fissati e sarebbe stato un problema modificarli solo per dare naturalezza all'immagine dell'arma.

D'altronde la pittura bizantina permetteva qualche "difetto"naturalistico e prospettico.:blush:

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Proseguiamo...la corazza :in evidenza abbiamo la classica armatura raffigurata nelle icone dei Santi guerrieri,molto stilizzata e poco naturalistica,al di sotto di questa abbiamo invece voluto rappresentare una lorica ,difesa usuale tra basso impero e primo medioevo,molto realisticamente eseguita.

Davanti a questa c'e' in primo piano la mano destra dell'Angelo che regge la lancia,all'anulare e' presente un anello sigillare decorato a globetti sul modello degli anelli di Trezzo d'Adda.

Scendendo ulteriormente ,lo sguardo cade su quello che e' il punto focale dell'intera composizione:la cintura a cinque pezzi longobarda,vero manufatto simbolo della cultura di questo popolo proveniente dal bacino dell'Elba, essa era considerata la sede della forza e dell'onore del proprietario tanto che alla sua morte, alcuni elementi della cintura venivano ereditati dai figli ,come ad acquisire le prerogative del defunto (status ,reputazione,valore ecc.) A conferma di cio' notiamo elementi della stessa cintura "spalmati"in sepolture,chiaramente imparentate,di generazioni consequenziali (ad es.Necropoli di Collegno To.).

Inoltre nella mitologia nordica e' attestato il mito della cintura magica di thor grazie alla quale egli poteva impugnare Mijolnir il martello attributo peculiare del Dio del tuono.

Piccola digressione,e' interessante notare che Mijolnir vuol dire "il frantumatore" e che "muller"in tedesco,"mugnaio" in italiano,"molener" in bresciano,"murne'"in pavese ecc... hanno la stessa radice.

Alla cintura,naturalmente,venivano appese le principali armi da offesa,in questo caso vediamo,alla sinistra di chi guarda,uno scramasax ,il lungo pugnale ad un taglio tipico delle popolazioni germaniche.nelle schede descrittive questo genere di arma viene spesso descritto come "corta sciabola da cavaliere" mentre a mio avviso e' abbastanza pacifico che si tratti di un 'arma assimilabile al gladio romano ,cioe' una spada corta adatta alla fanteria da usare nei combattimenti ravvicinati a terra,tanto e' vero che spesso veniva indossata alla destra in associazione con la spatha ,portata invece alla sinistra.

Lo scramasax qui rappresentato ha come modello quello rinvenuto nella" tomba del cavaliere" di Castel Trosino,la sepoltura era,probabilmente,quella del capo fara che condusse I suoi longobardi dalla Pannonia fin nelle Marche,infatti il suo corredo era composto da elementi di altissimo pregio e ancora influenzato dalle culture nomadiche dell'est europa.

Continua...

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Supporter

Buona giornata

Rinnovo i complimenti, bravi.

Credo che se anche non siete collegati alla mostra pavese, il vostro "lavoro" (frutto peraltro di ricerca e passione), ci starebbe proprio bene. Chiedete .....

saluti

luciano

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Proseguendo , il Santo con la mano sinistra sostiene una spatha anzi "la"spatha,visto che e' la stessa che appare nella locandina della mostra pavese:Screenshot_2017-07-08-12-50-19.thumb.jpeg.c30326ac723cebc229a9a6f1cf84e7d4.jpeg

Si tratta di una spatha con pomo dell'elsa ad anelli,una tipologia diffusa in tutt'Europa durante tutto l'alto medioevo,il significato di tale decorazione ad anelli intrecciati non e' ben chiaro,forse un simbolo di alleanza ,ma e' solo un 'ipotesi. Intorno al fodero si possono notare le cinghie facenti parte del sistema di sospensione .

Al polso compare un bracciale aureo ispirato da un reperto vichingo 

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La cui guisa serpentiforme ben si confa' ad un sincretismo pagano -cristiano non sconosciuto ai longobardi.

Sicuramente avrete notato il ciondolo attaccato all'armilla.

Si tratta proprio del martello di Thor,nella foggia in cui I popoli nordici  generalmente modellavano Mjiolnir.

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L'assioma San Michele-Thor non e' peregrino,infatti e' assodato che I longobardi al loro arrivo in Italia associarono o meglio,omologarono,l'Archangelo e il Dio del tuono.

A testimonianza del permanere di substrati pagani anche in eta tardolongobarda abbiamo l'ambone da Novara,un frammento lapideo facente parte dell'arredo liturgico di una chiesa altomedioevale.

Su di esso e' rappresentato Thor con tutti i suoi attributi,martello,folta chioma,guanti e la cintura della forza (raffigurata come cintura multipla).

Probabilmente, in questo caso,l'idea era quella di rappresentare un Santo guerriero dedito alla distruzione degli idoli,ma la cosa e' tutta da verificare.

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Continua...

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"Allora l'altro suo figlio comincio' a provocare I Longobardi dicendo che essi, con le loro gambe fasciate in basso da bende bianche,erano simili alle cavalle che hanno le zampe bianchicce fino al ginocchio"

E Alboino rispose:"Vieni al campo di Asfeld,e poi vedrai se le cavalle di cui parli sanno o no tirar calci :e la' ,disperse nell'erba come quelle di un somaro qualsiasi,troverai anche le ossa di tuo fratello".

Paolo diacono.

Historia Langobardorum.

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Veniamo al "serpente",lo abbiamo ,canonicamente,posizionato,sotto I piedi dell'Arcangelo ,nella consueta simbologia del bene che sottomette il male.

A ben guardare, notiamo pero',che lo stile del rettile e' stranamente medioevale ,quasi romanico,e la cosa e' voluta.

Infatti il nostro intento era quello di sovrapporre ulteriormente la figura di San Michele a quella di Thor.

Se noi consideriamo il "drago" dal punto di vista della mitologia norrena possiamo identificarlo con Jormungand,il serpente del mondo,che fu precipitato sul fondo dell'Oceano da Thor a causa della sua natura maligna,( altra similitudine con il Principe delle milizie Celesti che precipita Lucifero agli inferi )qui crebbe fino ad avvolgere il mondo quasi a causarne la fine (Ragnarok ),allora il Dio del tuono lo combatte' nuovamente fino ad ucciderlo,qui finiscono le similitudini poiche' nello scontro Thor muore avvelenato dal rettile figlio di Loki.

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Ma nel nostro quadro con che cosa l'Arcangelo uccide il Maligno? Con il tallone della lancia e qui ,perdonateci,abbiamo voluto fare un piccolo gioco di parole,infatti quello che noi in italiano chiamiamo tallone o puntale, in greco (e in gergo tecnico) viene definito sauroter,che significa "uccisore di lucertole",probabilmente perche' gli opliti nei momenti di calma o di noia lo usavano per infilzare lucertole o piccoli animali,quindi risulta appropriato e un po' ironico che San Michele utilizzi proprio tale strumento per immobilizzare il " Serpente".

Ancora un particolare : avvolto attorno all'asta,appena sopra il tallone,abbiamo raffigurato un serpentello o meglio una vipera,la vipera d'oro adorata dai Longobardi e stigmatizzata dai vescovi cattolici che ne condannavano il culto come riminescenza pagana,senza troppo successo se ancora oggi a Cocullo in Abruzzo viene celebrata la festa di S.Domenico con I Serpari,chiaramente di derivazione pagano-longobarda.

Oppure possiamo considerare tale serpentello come simbolo del male che non viene mai sconfitto del tutto e torna cosi a rinascere come controparte indispensabile al bene per esistere,in una sorta di yin e yang trasposto in forme "romanicheggianti".

Sperando di non avervi annoiati: saluti.

Adelchi

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  • 4 settimane dopo...

Buonasera a tutti,nell'attesa della mostra di Pavia abbiamo deciso di non restare con le mani in mano e vista la soddisfazione dataci dal nostro San Michele abbiamo deciso di proseguire nel percorso dell'iconografia altomedioevale.

L'idea iniziale sarebbe stata quella di creare una Madonna "barbarica",quindi con tutti gli annessi e I connessi,abbigliamento,gioielli,corredo,tipici di una dama longobarda o gota,prendendo come spunto una Madonna dipinta su tavola del centro Italia,ne e' ricco l'Abruzzo tanto per citare una regione,infatti queste "Regine"in trono hanno un che di barbarico che ben si presta all'uopo.

Ragionandoci sopra pero' il risultato ci sarebbe parso un po' tirato,stucchevole,forse il discorso e lo slancio dell'immagine filologicamente corretta dal punto dell'abbigliamento longobardo,si e' esaurito con la creazione del "nostro" Arcangelo.

Allora cosa fare? In questi giorni mi e' arrivato il catalogo della mostra romana :Santa Maria Antiqua tra Roma e Bisanzio,una esposizione che tratta dei restauri dei palinsesti pittorici,di epoca e fattura bizantina, rinvenuti in Santa Maria Antiqua nel Foro romano, per lo piu' affreschi che coprono un arco temporale che va dal VI all' VIII sec. d.C. tra questi vi e' la raffigurazione,frammentaria,di una Maria Regina in trono con il Salvatore in grembo.

Va da se' che subito si e' in manifestato in noi il desiderio di vedere quest' affresco nella sua integrita' e cosi ecco il soggetto...

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Pero' (c'e' sempre un pero' ) perche' limitarsi ad una mera ricostruzione anastatica ? Perche' non metterci del nostro?

Sottinteso che questa opera fara' da controcanto al San Michele,abbiamo voluto vedere la cosa dal punto di vista degli "altri" I "Romaioi", i Romani intesi come Italici, come abitanti autoctoni dell'Italia,I "Romagnoli" per intenderci.

Infatti abbiamo anche deciso il titolo dell'opera::Greek_Eta: :Greek_Beta::Greek_Alpha:silissa ton Romaion, la Regina dei "Romani".

Diciamocela tutta :in quel periodo Roma non era piu' la Caput Mundi ,era ancora splendida ma oramai viveva sugli allori,il primato le era stato tolto da Ravenna ,in primis per via della sua maggiore difendibilita' e raggiungibilita' da parte di Bisanzio,poi perche' la citta' romagnola era ormai diventato palcoscenico per tutte le innovazioni artistiche e architettoniche.

Infatti il livello delle pitture di Santa Maria antiqua non e' eccelso,pur trattandosi di committenze papali o comunque del suo entourage,cio' denota una certa stagnazione se non decadenza nella qualita pittorica espressa nell'Urbe.

La misura della differenza ci e data dai mosaici ravennati punta di diamante di un' arte iconografica al top in quel momento in Italia.

Quindi nella nostra rappresentazione cercheremo di alzare un po' il livello qualitativo,senza raggiungere la cifra stilistica del maestro di Castelseprio,ma restando comunque agganciati alla qualita' elevata espressa nella"Felix Ravenna" di VI sec.

Cosi ecco quella che e' la prima bozza,la sinopia di un'opera d'arte (perdonatemi l'immodestia,ma d'altronde l'autore materiale e' un vero artista) colta sul nascere.

Grazie a tutti coloro che vorranno seguirci in questo percorso.

Saluti.

Adelchi.

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Ciao @monetiere ,grazie per il tuo intervento e per I complimenti,le vostre considerazioni mi sono sempre molto gradite.

Riguardo alla tua lecita perplessita', a proposito della mano che impugna l'asta,non si tratta di un errore ma della tipica postura dei santi militari raffigurati nelle icone,nella fattispecie,trattasi della maniera "cretese"una scuola pittorica che si differenzia nettamente da quella ,piu' famosa,della Russia.

Con stima.

Adelchi.

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Vado a memoria...molta dell'iconografia bizantina deriva,bene o male,dall'arte romana tardoantica. Tipica espressione di questo periodo erano I dittici eburnei,che il piu' delle volte raffiguravano consoli,senatori ecc,nell'atto di inaugurare giochi o manifestazioni ludiche,da loro offerte,proprio gettando del loro palco una "mappa",sorta di tessuto che simboleggiava il loro diritto a dare inizio alle gare.

Probabilmente questo gesto o comunque questa simbologia si e' fossilizzata nell'arte bizantina quale ostentazione di potere.

Abbi pazienza e correggimi pure se ho detto una castroneria:) .

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Scorrendo i messaggi di questa sezione mi sono emozionato: il San Michele è semplicemente meraviglioso e la Santa Vergine in trono non è da meno. 
Dovrò necessariamente venire alla mostra: pregusto già reperti di indicibile bellezza e abbondanti fette di torta Vigoni.

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