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La notte in cui il piroscafo Umbria rischiò d'affondare


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19.03.1919   Il XXII Reparto d'Assalto col Comando di Gruppo (III Gruppo d'assalto al comando del Tenente Colonnello Raffaele Repetto) s'imbarca sul piroscafo “Umbria” a Venezia: destinazione il porto di Gallipoli nel Golfo di Taranto, tappa intermedia per poi proseguire fino in Libia.

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Il piroscafo Umbria in navigazione (da una cartolina dell'epoca).

20.03.1919   La navigazione procede tranquilla verso sud anche se il tempo volge al brutto e lungo la rotta sono segnalati campi di mine posti negli anni precedenti dalla Marina austro-ungarica.

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Una mina di questo tipo fu probabilmente la causa dell'esplosione che squarciò il proscafo Umbria.


21.03.1919   La navigazione, già difficile per il mare agitato, viene funestata da un incidente collegato al conflitto. Alle 21,20 il piroscafo urta una mina alla deriva che, esplodendo, provoca uno squarcio e l’allagamento della stiva. La nave è sul punto di capovolgersi per il panico diffusosi a bordo e per le condizioni del mare. Il pronto intervento degli ufficiali e il comportamento disciplinato delle Fiamme Nere, che si dispongono  in modo da bilanciare il peso dell’acqua imbarcata, evitano che il grave incidente si trasformi in una tragedia.

Si hanno 200 morti. Il XXII Reparto ha 2 morti e 18 feriti e ben 83 uomini scompaiono in mare, trascinati via dall’acqua entrata nella falla o gettatisi fuori bordo al momento dello scoppio. Il piroscafo prosegue a tutta velocità cambiando rotta, dirigendosi verso Mola di Bari e quindi verso Bari senza bisogno di soccorso. Durante il tragitto si procede alla cura dei feriti e al salvataggio di quelli rimasti nella stiva allagata.

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La foto delle stive allagate fatta da uno degli ufficiali del XXII Reparto Arditi ed il suo commento sul retro della stessa.

Per questa azione il Tenente Colonnello Repetto riceverà una medaglia d'argento al V.M. con la seguente motivazione:

"Comandante di truppe a bordo di un piroscafo che, urtato da una mina, corse serio pericolo di naufragio, con sereno spirito, fredda calma ed energico contegno seppe imporsi a tutti e ciò non solo al momento dell'urto, ma anche durante le lunghe susseguenti ore di navigazione sostenuta dalla nave squarciata per raggiungere il porto più prossimo, moltiplicandosi ovunque, tenne la più serena disciplina, riuscì a compiere il salvamento di alcuni militari bloccati nelle stive allagate ed infondendo in tutti calma, sicurezza e fiducia, fu non ultimo fattore della salvezza della nave."

E, sempre per questa vicenda, il Generale Ottavio Zoppi, comandante della I Divisione d'Assalto, il 30 dello stesso mese, giunto il XXII Reparto in terra libica, lo appellerà "Serenissimo" per la condotta tenuta. Il nome accompagnerà il Reparto anche a Fiume sino al suo scioglimento.

Modificato da El Chupacabra
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