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Sensazioni metallo


Guest simo88

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Guest simo88

Ciao a tutti, vorrei raccontarvi un mio disagio, ho posseduto diversi sesterzi e qualche dupondio "anche importanti" però la sensazione del metallo non mi da quell'emozione di quando ho una moneta d'oro tra le mani. Denari non ne ho mai avuti. Vorrei un vostro parere.

Modificato da simo88
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siamo ad un livello talmente soggettivo che non so quali risposte potrai avere.... forse l'alto peso specifico dell'oro unito al colore e alla lucentezza fanno presa su di te

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Ciao @simo88, forse collezionare monete antiche "del popolo" , cariche di storia oltre che di vite vissute da uomini che furono i veri motori dell' economia dell' Impero , in vile bronzo o rame , ti soddisfano poco ? allora forse potresti collezionare lingottini in oro e argento .

Sesterzi , Dupondi e Assi sono le migliori espressioni artistiche nell' arte romana del conio .

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Pienamente d'accordo con @Legio II Italica.

Forse @simo88 tu hai solamente un debole per l'oro in quanto tale (come metallo), altrimenti dovresti apprezzare (e molto) anche tutte le altre monete romane non in oro. 

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Guest simo88

Grazie a tutti per le risposte. Voglio precisare che ho rispetto per le monete in bronzo e per qualsiasi altra moneta, però non mi danno quell'emozione che sto cercando. Lingotti d'oro li ho avuti ma penso che non li comprerò mai piu' non trasmettono niente... forse all'inizio ti senti un po "figo" nel possederli ma poi svanisce tutto... ho avuto anche tantissimi oggetti in passato di alto valore "di tutti i tipi" però dopo qualche periodo li ho rivenduti tutti e come se svanisse la "felicità" di possederli e non trasmettono alla fine niente... invece per le monete d'oro imperiali e diverso, anche per la loro storia numismatica che c'è dietro. Sicuramente provero a prendere un denario poi vi saprò dire... 

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  • 2 settimane dopo...
Il 5/5/2017 at 11:27, simo88 dice:

Ciao a tutti, vorrei raccontarvi un mio disagio, ho posseduto diversi sesterzi e qualche dupondio "anche importanti" però la sensazione del metallo non mi da quell'emozione di quando ho una moneta d'oro tra le mani. Denari non ne ho mai avuti. Vorrei un vostro parere.

Caro Simo88,

Non posso che concordare con la bellezza dei grandi moduli bronzei, che per dimensioni e peso danno una particolarissima sensazione...oltre che per il fascino delle coniazioni, a volte artisticamente insuperabili da altri nominali.

Tuttavia collezione diverse tipologie di monete romane e non ti nascondo di essere molto attratto dai nominali in oro: hanno un fascino storico anche loro, hanno il pregio (difetto, se pensiamo a quanto belle possono essere le patine?) di rimanere quasi inalterati rispetto a come li hanno visti e toccati gli ultimi proprietari "storici" e spesso hanno coni artisticamente validi (anche se per avere la stessa dimensione dei sesterzi e dupondi dovresti cercare i rarissimi multipli).

Scrivo quasi inalterati perchè ogni tanto si incontra (più difficile averli) una sfumatura come la "Boscoreale" di alcuni aurei.

Scrivo quasi inalterati, pensando ai "pericoli" che questo comporta nell'acquisto, data la relativa facilità (e convenienza da aprte dei falsari, viste le alte quotazioni) nel contraffarli rispetto a monete che dovrebbero avere patine ed altri segni di invecchiamento.

Inoltre, storicamente, è con essi che si facevano donativi ai soldati al momento dell'ascesa al potere, che si stipulavano trattati di pace e, dettaglio molto affascinante, spesso (in particolare in "era" solido) venivano coniati seguendo gli spostamenti dell'imperatore e della sua corte (che ne garantiva peso e purezza)

Non erano monete di scambio quotidiano, erano forme di tesaurizzazione già all'epoca (un po' come le sterline oggi. Erano a volte il capitale della vita di un soldato, di un funzionario della corte e con loro viaggiavano e da loro venivano nascosti in momenti di pericolo, come altri hoard di metallo meno nobile) ed il loro controvalore in nominali argentei e bronzei poteva variare da un periodo ad un altro: a tale proposito, ti consiglio un interessantissimo testo di Filippo Carlà "L'oro nella tarda antichità. Aspetti economici e sociali" che mi ha fatto vedere con occhi storicamente diversi questi abbaglianti tondelli.

 

Un affettuoso saluto a tutti

 

 

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