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IGNORED

Moneta romana


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1 ora fa, Arka dice:

@Legio II Italica Per rispondere alla Tua domanda consiglio di andare a leggere la voce Magna Grecia sulla Treccani.

Arka

Come ho spiegato nelle mie precedenti risposte e in ultimo nella n° 21 , rimango con le mie convinzioni , pur rispettando le altrui .

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Il 11/3/2018 alle 08:09, Legio II Italica dice:

Salve @Gallienus , discussione molto interessante .                                                                  

Vorrei porti una domanda rispetto alla quale ti chiederei dei chiarimenti vista la tua competenza in materia : sappiamo che secondo i Greci antichi la terminologia Italia era risevata alla sola parte terminale dello stivale che oggi corrisponde alla Calabria dove sorsero molte ed importanti colonie greche ; ora non considerando , come dici , la Sicilia periferica come parte della Magna Grecia , sebbene qui nacquero molte colonie greche tra cui Naxos la piu' antica colonia greca in Sicilia , ebbene secondo il tuo punto di vista tutto cio' mi fa sorgere dei grossi problemi : con il tuo ragionamento non mi spiego allora perche' le colonie greche stabilitesi a Paestum , Cuma , Naeapolis , Ischia , Elea (Velia) , sono considerate coma sorte in Magna Grecia pur non essendo state fondate in Calabria ( antica Italia ) .

Quindi se le colonie greche della Sicilia come supponi non fanno parte della Magna Grecia , allo stesso modo le colonie nate fuori della Calabria ( antica Italia ) non dovrebbero anche loro far parte della Magna Grecia , cosa invece accettata da tutti ; come ti spieghi questa discrepanza ? 

Grazie se vorrai rispondere  

Per comprendere questo argomento bisogna esaminare le fonti letterarie, o meglio i lacerti che ne rimangono. La distinzione tra Magna Grecia e Sicilia era, per quanto ne possiamo sapere oggi sulla base delle testimonianze note, attiva almeno nel V secolo a.C., quando Antioco V di Siracusa, padre della storiografia coloniale occidentale, scrisse due opere: la peri Italìas, dove narrava la storia della zona corrispondente allo stivale dal regno del mitico re fondatore Italos fino alla colonizzazione achea e, in minima parte, locrese di questa zona; la peri Sikelias dove lo storico narrava la storia della Sicilia dalla mitica fondazione del re Kokalos alla colonizzazione da parte di plurime città della Grecia continentale. Quindi, almeno a partire dal V secolo a.C. la prima fonte per noi disponibile sull'argomento evidenzia che i Greci avevano ben chiara la distinzione tra Italia e Sikelia; Antioco viene poi ripreso come fonte da Tucidide (uno che sul controllo dell'accuratezza delle fonti non la mandava a dire, salvo qualche intemperanza qua e là) e successivamente confluisce nella tradizione tarda. Quello che importa sottolineare è che già in quest'epoca era ben chiara, operativa e largamente condivisa la distinzione tra due entità diverse. Ulteriore riprova della diversità storica, culturale e politica dei due contesti è il fatto che la Sicilia venne per lungo tempo considerata provincia indipendente anche in epoca romana, segno che certe tradizioni erano dure a morire. 

Quanto al concetto di Megale Hellas esso nacque all'interno delle cerchie aristocratiche pitagoriche che tra epoca tardoarcaica e classica andavano conquistando terreno a discapito dei popoli indigeni presenti in loco (da qui il concetto accrescitivo del termine, che non a caso non viene mai registrato dagli autori della Grecia continentale); al momento della nascita indicava quindi la zona sotto il controllo delle colonie achee, sostanzialmente identificabile con l'odierna Calabria. Mentre le fortune dei Pitagorici furono di breve durata, diversa fu la sorte del concetto di Megale Hellas, che sulla scia dei revival della filosofia pitagorica (che ebbe una discreta fortuna a Roma) venne ripreso e "allargato" sostanzialmente a tutta la grecità di Sicilia (e in Strabone anche alla Sicilia). Da qui l'errore di molti di accorpare Megale Hellas e Sikelia, che al momento della loro nascita risultano chiaramente due entità separate. 

Purtroppo non sono più tanto fresco su questi argomenti, dato che il mio settore di ricerca è lontano per geografia e cronologia; spero comunque di essere stato abbastanza chiaro e rimando alla consultazione del volume di Musti già indicato per ulteriori chiarimenti. 

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Spero di riuscire a rispondere alla domanda. Per quanto riguarda le fonti antiche, non vi è alcun dubbio che esse percepissero Magna Grecia e Sicilia come due entità separate. Il primo a operare la distinzione (nel senso del primo a noi noto, per ovvi problemi di trasmissione delle fonti più antiche) è Antioco di Siracusa, padre della storiografia greca occidentale e vissuto nel V secolo a.C. Egli scrisse due opere: un peri Sikelias nel quale narrava le origini mitiche e storiche della sua terra natia a partire dal mitico re Kokalos fino alla colonizzazione greca; e un peri Italias nel quale parlava delle origini mitiche e storiche dell'area grossomodo individuale come Calabria e Basilicata, nel quale parlava della storia di questa terra dal mitico re eponimo Italos fino alla colonizzazione, prevalentemente di matrice achea, dell'area. Sicilia e Grecia erano quindi due entità distinte e separate agli occhi dei Greci d'Occidente stessi; Antioco fu fonte per la guerra del Peloponneso (e sappiamo che il metodo tucidideo era rigoroso riguardo alla scelta delle fonti) e di numerosi altri storici e antiquari successivi. 

Come nasce il concetto di Megale Hellas? Esso nasce all'interno delle cerchie aristocratiche sostenitrici della dottrina pitagorica che, tra fine VI e inizi V secolo a.C., divennero la forza motrice delle rispettive poleis, conquistando vasti territori a spese degli "indigeni" (il famoso impero sibarita dei 25 popoli ecc...). Il concetto accrescitivo è legato a questo momento di eccezionale fioritura della compagine greca, di breve durata per le varie rivolte che cacciarono i pitagorici e instaurarono la democrazia. Tuttavia la dottrina pitagorica fece fortuna a più riprese nei periodi successivi ed ebbe grande influenza nella Roma tardo-repubblicana; il concetto di Magna Grecia torna dunque in auge tra gli autori di questo periodo ma non in forma ristretta come alla sua prima apparizione, bensì allargata a includere i territori grecanimi tout court che coincidentalmente erano nel frattempo entrati nel mirino di Roma (ma non la Sicilia). L'errore di considerare la Sicilia parte integrante della Magna Grecia potrebbe in buona fede derivare dalla lettura di Strabone, che è l'unica fonte antica a estendere il concetto di Megale Hellas anche all'isola; proprio perché hapax di fronte a una miriade di altre descrizioni che chiaramente suddividono i due territori, il brano straboniano ha suscitato fiumi di inchiostro e rivalità accademiche possenti; tra le teorie "cool" dell'epoca dei miei esami vi era quella della derivazione da Timeo di Tauromenion (odierna Taormina), che avrebbe incluso la Sicilia in un momento di fervore patriottico. 

Rimando al libro già suggerito per ulteriori chiarimenti, dal momento che sono una fan della Grecia (quella vera! Altro che gli spiantati colonizzatori!) e di altre cronologie storiche. 

  • Grazie 1
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