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Alessandro VII - Una piastra particolare


Giov60

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Fabio Chigi nacque a Siena il 13 febbraio 1599 e qui trascorse la sua giovinezza formandosi quel gusto erudito e artistico che impronteranno i suoi interessi di uomo di cultura, la sua bibliofilia e il suo splendido mecenatismo da pontefice. Si trasferì nel dicembre 1626, compiuti gli studi giuridici, a Roma per iniziarvi la carriera curiale. Fu eletto Papa nel 1655 con il nome di Alessandro VII. Debole di salute sin dalla giovinezza e sofferente di “mal della pietra” (per cui venne anche operato mentre era nunzio a Colonia), si aggravò nel corso del 1666 e morì il 22 maggio 1667. Alessandro VII incoraggiò l'architettura e le arti in genere, divenendo uno dei pontefici più attivi nel compiere il rinnovamento della città di Roma, e a lui si devono molte delle opere in stile barocco della città eterna; l'opera più imponente realizzata da Alessandro VII fu il colonnato di San Pietro, commissionato a Gian Lorenzo Bernini.

Durante il suo Pontificato canonizzò Tommaso da Villanova (1 novembre 1658: Tommaso di Villanova [1486-1555], arcivescovo eremitano di Valencia) e Francesco di Sales (19 aprile 1665: [1567-1622], vescovo di Ginevra, fondatore dell'Ordine della Visitazione di Santa Maria).

 

 

                                Guidi_Alexander_VII.jpg

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La piastra di cui desidero parlare è quella coniata per la canonizzazione di S. Tommaso da Villanova.

D/: ALEX·VII·PONT·MAX Stemma Chigi sormontato da triregno e grandi chiavi decussate parzialmente nascoste. In alto a s., San Pietro benedicente di fronte, appoggiato sullo stemma tiene un libro nella s. Sotto, nel giro a s., ROMÆ.
R/: DISPERSIT·DEDIT·PAVPERIBVS·I·E·M·I·S·S. San Tommaso di Villanova volto a sinistra porge ad un mendicante, che si appoggia ad una gruccia, alcune monete.

La composizione del diritto è singolare nella monetazione papale, alquanto originale la presenza di una figura con lo stemma del pontefice; anche la forma dello scudo asimmetrico e tendente a sinistra, generalmente usato per le armette. Seppure non datata si fa convenzionalmente risalire la coniazione, effettuata in Castel Sant’Angelo, al 1658, anno della Canonizzazione. Le abbreviazioni I E M I S S stanno per IVSTITIA EIVS MANET IN SæCVLA SæCVLORVM.

Due sono i conii del D/ e due di R/, ben distinguibili tra loro. Il primo conio di D/ è con ogni probabilità quello che rappresenta S. Pietro  senza nimbo (cioè senza aureola!). E’ il tipo meno raro (R). Il primo conio di R/ rappresenta il Santo mentre fa elemosina ad un povero, tuttavia senza che si vedano le monete.

L’esemplare rappresentato è in alta conservazione sebbene siano presenti alcune debolezze caratteristiche della tipologia. Il metallo è brillante con minimi accenni a screpolature, e presenta una bella patina iridescente; sono presenti alcune minuscole porosità dovute ad una cattiva mescola dell’argento. Il peso è eccedente quello della piastra di tale periodo (g 32,11 vs. un peso teorico di 31,99 g e un titolo d’argento 0,917). Il volto di S. Pietro è assieme alla mano sinistra del Santo il punto di maggior rilievo e presenta una evidente debolezza che tende a cancellarne i lineamenti. E’ stato recentemente esitato in asta Nomisma ma proviene dalla Vendita Varesi 16 del 22 ottobre 1992, lotto 206. In entrambi i casi la conservazione è stata giudicata inferiore a quanto pare doveroso attribuirle (SPL, mentre la moneta è in SPL/FDC ed è non circolata) ed il motivo è stato verosimilmente proprio il volto di S. Pietro.
E’ stata coniata con conii rotanti e sono ben evidenti, specie al R/, le linee di trascinamento principali e secondarie.
Nel complesso la piastra presenta bassi rilievi eccettuati i pochi punti sporgenti che hanno causato le debolezze.

Alex VII.jpg

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Un altro esemplare particolarmente bello di questa piastra tipo 1 (D1/R1) è stato esitato in asta Varesi 69 ANPB (lotto 1537; stima € 5000, realizzo € 7800+diritti). In questo caso l’esemplare appariva sottopeso (g 31,71) e con ampia decentratura ed un bordo terminante sul margine della lastra da cui erano poi tagliati i tondelli con torchietti per fustellare. Tuttavia esso era valorizzato da una magnifica patina bruna che rendeva leggibile il volto di S. Pietro in un bel gioco di chiaro-scuri.

 

ANPB e NAC image01537.jpg

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Probabilmente per ovviare ai problemi ed errori dei primi conii di D/ e di R/ furono approntati altri 2 conii: D2 e R2. Il nuovo D/ presenta S. Pietro nimbato ed appare più armonico. Il R/ mostra anche le monete che cadono dalla mano di S. Tommaso (assenti nel conio R1). Ne mostro un esemplare magnifico esitato in asta Nomisma 43: tuttavia i fondi non apparivano brillanti forse a causa di alcune piccole irregolarità diffuse e della tecnica di coniazione (conii rotanti); il R/ presentava un’abrasione sopra la testa del mendicante. Anch'esso fu esitato ad un prezzo importante (lotto 1181, stima € 5000, realizzo € 7900).

 

Nomisma-43.jpg

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Ciao Giovanni, 

questa è una delle piastre papali che preferisco in assoluto! Assolutamente non convenzionale come iconografia, risalta per la sua particolarità. Se la prima piatra da te postata è tua, davvero complimenti: moneta suntuosa!

A memoria mi ricordo un esemplare di conservazione eccezionale passato alla NAC 30 nel 2005 (lotto 562), che mi rimase in presso per la sua bellezza. Lo posto, anche se le immagini a dimensioni ridotte, non consentono di apprezzarlo in pieno...

villanova NAC 30 lot 562.jpg

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Mi accorgo solo ora guardando in serie tutte le foto che l'esemplare da me postato è lo stesso della asta Varesi 69 ANPB... Ecco così gli abbiamo allungato il pedigree! 

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Se c'è qualcosa di tuo caro Giov60 tra queste piastre sinceri complimenti. Non posso che concordare con la bellezza di una piastra atipica per la scelta di " movimento " del dritto in particolare e di mettere nello stesso spazio stemma e santo. Contribuisco assai modestamente con la mia. Saluti.

IMG_20151102_111956.JPG

IMG_20151102_112015.JPG

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Staff

Bellissimo post

Bravi tutti 

GRAZIE! 

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8 ore fa, sixtus78 dice:

Se c'è qualcosa di tuo caro Giov60 tra queste piastre sinceri complimenti. Non posso che concordare con la bellezza di una piastra atipica per la scelta di " movimento " del dritto in particolare e di mettere nello stesso spazio stemma e santo. Contribuisco assai modestamente con la mia. Saluti.

[foto]

Caro Gionata,

le belle foto del tuo gradevole esemplare, rendono opportuno qualche ulteriore commento. La descrizione di due conii di D/ e due di R/ in sequenza, era una semplificazione, forse eccessiva. Il CNI riporta 5 varianti che indicherebbero 5 D/ e 4 R/. Poi dimentica di specificare la nimbatura di S. Pietro e sbaglia ad attribuire la foto delle tavole (come si vede sotto, la descrizione riporta S. Pietro senza nimbo ma l'esemplare - a fianco - è nimbato). L'esemplare che tu proponi parrebbe corrispondere al N. 12 (supposta la nimbatura) per via dei trifogli anziché punti al D/ e R/; tuttavia per l'esemplare 11 viene indicata la variante con la stella con 6 + 6 raggi, presente anche nel tuo caso, invece nel 12 tale specifica manca. Gli esemplari dei miei post #2 (Varesi-Nomisma) e #3 (NAC-Varesi) corrisponderebbero al N. 10 e quello al #4 (Nomisma) al tipo 11 (sempre supposta la nimbatura).
Avendo inoltre passato in rassegna un certo numero di esemplari, mi pare di poter induttivamente affermare che il tipo senza nimbo presenta un solo conio di di D/ ed uno di R/, mentre gli altri molteplici conii sono da ascrivere al tipo col nimbo e l'elemosina visibile.

Dunque il CNI non sembra particolarmente utile, se non "di massima" per riconoscere l'esistenza di molti conii.
La piastra in questione deve aver avuto pertanto una tiratura non trascurabile; data la rarità relativa del tipo nimbato (R2, cui corrispondono apparentemente numerosi conii) appare ben comprensibile come l'usura accentuata dei 2 conii del tipo I (non  nimbato) abbia determinato i difetti già descritti sui punti di maggior rilievo. Nel contempo l'affermazione precedente spiega la minor rarità (si fa per dire) dei tipi nimbati in conservazione tale da permettere il riconoscimento dei lineamenti del volto di S. Pietro.

Immagine1.jpg

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Il Muntoni descrive questa piastra al N. 7 e menziona, solo incidentalmente e senza particolari riguardi, la variante senza nimbo. Nell'asta Montenapoleone 4, in cui fu esitata la collezione Muntoni, veniva proposto in vendita un solo tipo di questa piastra, quello non nimbato, appiccagnolato e in bassa conservazione (non compare neppure la foto).

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Buongiorno a tutti,

che piastra spettacolare...

Complimenti per il post e per aver condiviso questo oggetto di incredibile bellezza.

Inarrivabile per me, ma è sempre un piacere leggere la storia e vedere queste immagini.

Buon we

Silver

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Nell'altro foro è presente la foto che ho avuto il piacere di scattare ad un esemplare in sublime conservazione, splendidamente patinato. È la variante con nimbo. Fateci un giro, merita...

 

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8 minuti fa, ilnumismatico dice:

Nell'altro foro è presente la foto che ho avuto il piacere di scattare ad un esemplare in sublime conservazione, splendidamente patinato. È la variante con nimbo. Fateci un giro, merita...

 

E' l'esemplare del #4, ex Nomisma 43. Purtroppo non mio ...

  • Grazie 1
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Bella discussione!!!

Mi piace quando le monete vengono presentate in questo modo:così facendo si invoglia il collezionista ad approfondire su ciò che ha se lo ha o su ciò che non ha,affinchè il mero collezionismo ed il "ciotolismo" lascino il posto alla passione ;) 

Salutoni

odjob

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  • 10 mesi dopo...
Il 17/3/2018 alle 09:20, Giov60 dice:

Avendo inoltre passato in rassegna un certo numero di esemplari, mi pare di poter induttivamente affermare che il tipo senza nimbo presenta un solo conio di di D/ ed uno di R/, mentre gli altri molteplici conii sono da ascrivere al tipo col nimbo e l'elemosina visibile.

Facendo ricerche sulla piastra con S. Tommaso mi sono imbattuto in questa discussione di quasi un anno fa, ed approfitto per una precisazione in merito al diritto "senza nimbo" citato da @Giov60

Nel dettaglio, mentre il conio del rovescio pare senza dubbio unico (elemosina non visibile), i diritti senza nimbo sono due, differenti per alcuni particolari minimi, nella disposizione della legenda e delle incisioni, che non ne determinano comunque una "variante".

Casualmente entrambi erano presenti nell'asta Negrini 43 (rispettivamente nell'immagine seguente sono i lotti 1593 e 1594) :

302329703_ConfrontodirittiNO-NIMBO.thumb.jpg.c5f4563d09764f3ef6b5a2907cc32c78.jpg

Statisticamente il diritto del primo conio è molto più difficile a trovarsi del secondo; probabilmente è solo un "conio di riserva" dell'altro, che a giudicare dalle monete giunte fino a noi pare avere lavorato fino ad esaurimento...

Ciao, RCAMIL.

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