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Il Museo di Siracusa vende alcuni papiri per autofinanziamento


aemilianus253

Risposte migliori

Come vedete, questo articolo non c'entra niente con la numismatica. L'ho inserito quasi come una provocazione. È triste che un museo debba cedere parte delle proprie collezioni per stringenti necessità economiche, ma non troverei niente di male se tutto ciò facesse parte di una strategia di autofinanziamento per importanti progetti, mostre, pubblicazioni o eventi importanti in genere. Ci arrivo: a quando la vendita di parte delle collezioni numismatiche o archeologiche (preciso: solo le cose ritenute non strategiche ed importanti) da parte dei nostri musei? So che molti non saranno d'accordo con me e lo capisco, ma è meglio lasciare che tutto prenda polvere o addirittura si rovini negli scantinati? Tutto ciò farebbe la gioia di molteplici collezionisti, ne creerebbe di nuovi, probabilmente,  e darebbe una bella botta a tombaroli, ladruncoli e maneggioni vari. Che ne pensate? 

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10 minuti fa, aemilianus253 dice:

Tutto ciò farebbe la gioia di molteplici collezionisti

Tutto ciò, farebbe la gioia di pochi e ricchi magnati che, per il solo fatto di avere ingenti risorse economiche, si accaparrerebbero sicuramente i pezzi migliori, levandoli si da polverosi scantinati, ma al solo scopo di implementare collezioni private che solo in pochi fortunati avrebbero poi l'opportunità di goderne.

La storia, l'archeologia e perchè no, la numismatica sono patrimonio di tutti.

Mio personalissimo parere.

Cordialmente

PB

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Potrebbe intervenire  un facoltoso imprenditore locale o piu di uno e salvare i papiri dalla vendita.Iniziativa non nuova ma gia successa dalle mie parti :Museo Paestum sala del Tuffatore recuperata con uno sponsor. DUE eccellenze che si incontrano, due tra le espressioni più significative della piana pestana che collaborano per rilanciare il patrimonio archeologico. Al Museo di Paestum lunedì partono i lavori di ristrutturazione della sala "Mario Napoli" che ospita la tomba del Tuffatore, il capolavoro della pittura funeraria greca del V secolo avanti Cristo. Li finanzia uno sponsor d'eccezione,

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12 minuti fa, PriamoB dice:

Tutto ciò, farebbe la gioia di pochi e ricchi magnati che, per il solo fatto di avere ingenti risorse economiche, si accaparrerebbero sicuramente i pezzi migliori, levandoli si da polverosi scantinati, ma al solo scopo di implementare collezioni private che solo in pochi fortunati avrebbero poi l'opportunità di goderne.

La storia, l'archeologia e perchè no, la numismatica sono patrimonio di tutti.

Mio personalissimo parere.

Cordialmente

PB

D'accordo sul fatto che il materiale dei musei debba essere "patrimonio di tutti", tuttavia bisognerebbe che quel materiale fosse, se non esposto, quantomeno pubblicato, per poterlo considerare tale. Se rimane inscatolato in magazzino, tanto vale venderlo, con la possibilità almeno di vederlo online o in qualche listino e di poterlo così "studiare".

Purtroppo temo che nessun museo potrà mai esporre e pubblicare tutto il materiale numismatico a sua disposizione. Diciamoci la verità: le monete occupano lo spazio che potrebbe essere occupato da reperti più "appariscenti" e le pubblicazioni costano...In assenza di fondi da destinare alla pubblicazione, ai fini della numismatica, intesa come scienza, che sia forse la vendita di queste "rimanenze museali" la soluzione migliore?:unknw:

Modificato da Matteo91
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Awards

Supporter

Si ipotizza una vendita di materiale classificato e studiato, una provocazione che date molte teste italiche provoca scandalo.

Magari le stesse teste che se ne fregano degli scatoloni, dei furti, delle carenze museali.

Proprio fessi gli inglesi....

 

 

 

 

Modificato da luigi78
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Personalmente opterei per un asta di reperti non eccezionalmente di interesse archeologico e di manufatti che i musei posseggono già in diversi esemplari e di miglior conservazione, si farebbe un po' di spazio nei magazzini, si finanzierebbero altre interessanti iniziative, si darebbe la possibilità a chiunque di avere un frammento di storia da poter apprezzare e per ultimo credo che potrebbe essere una buona soluzione per combattere il mercato nero dell'archeologia.... 

Mio personale parere... 

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Naturalmente, lo davo per scontato, lo si potrebbe fare attraverso regolari aste pubbliche. Non capisco perché a goderne sarebbero solo pochi danarosi. Avete idea di quante migliaia di oggetti secondari (non voglio definirli "inutili" per non urtare altrui sensibilità), in primis monete vi siano nei depositi dei nostri musei? 

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22 minuti fa, aemilianus253 dice:

Naturalmente, lo davo per scontato, lo si potrebbe fare attraverso regolari aste pubbliche. Non capisco perché a goderne sarebbero solo pochi danarosi. Avete idea di quante migliaia di oggetti secondari (non voglio definirli "inutili" per non urtare altrui sensibilità), in primis monete vi siano nei depositi dei nostri musei? 

Il problema non è tanto la quantità di reperti che prendono polvere nei magazzini dei musei ma il fatto che prenderanno polvere a vita... 

E se è vero che il patrimonio archeologico è di proprietà del popolo italiano allora personalmente "voglio "poterlo ammirare nei nostri musei tutte le volte che voglio...

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19 minuti fa, gennydbmoney dice:

E se è vero che il patrimonio archeologico è di proprietà del popolo italiano allora personalmente "voglio "poterlo ammirare nei nostri musei tutte le volte che voglio...

Ineccepibile.

42 minuti fa, aemilianus253 dice:

lo si potrebbe fare attraverso regolari aste pubbliche

Quindi essendo aste pubbliche potrebbe partecipare chiunque, cittadini italiani e non. Così che, il russo, americano, arabo di turno, tanto per citarne alcuni una volta acquistato lo piazza in una dacia sul mar Nero piuttosto che in una villa in costa Azzurra, con buonapace di tutti coloro che avrebbero voluto ammirarlo.

Se proprio si volesse arrivare a tanto, andrebbero fissati dei paletti tipo:

obbligo della tracciabilità, ossia rendere sempre noti e registrare i successivi eventuali passaggi di proprietà, in maniera tale che lo stato sappia in qualsiasi momento dove si trova il reperto

obbligo della fruibilità, in maniera che uno studioso possa sempre esaminare il reperto qualora ne abbia esigenza

obbligo della visibilità, ossia riconsegnare temporaneamente il reperto per mostre ed esposizioni

obbligo della conservazione, garantendo le dovute accortezze per una sua perfetta custodia

obbligo della rivendita, ossia il riconoscimento del diritto di prelazione allo stato per l’eventuale riacquisto del bene, al prezzo di vendita con gli interessi di legge

Comunque io rimango sempre del stesso parere. " Noi non vendiamo il nostro Paese" come scriveva Gianni Rodari nel 1960 in " Filastrocche in cileo e terra"

PB

 

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10 minuti fa, PriamoB dice:

Ineccepibile.

Quindi essendo aste pubbliche potrebbe partecipare chiunque, cittadini italiani e non. Così che, il russo, americano, arabo di turno, tanto per citarne alcuni una volta acquistato lo piazza in una dacia sul mar Nero piuttosto che in una villa in costa Azzurra, con buonapace di tutti coloro che avrebbero voluto ammirarlo.

Se proprio si volesse arrivare a tanto, andrebbero fissati dei paletti tipo:

obbligo della tracciabilità, ossia rendere sempre noti e registrare i successivi eventuali passaggi di proprietà, in maniera tale che lo stato sappia in qualsiasi momento dove si trova il reperto

obbligo della fruibilità, in maniera che uno studioso possa sempre esaminare il reperto qualora ne abbia esigenza

obbligo della visibilità, ossia riconsegnare temporaneamente il reperto per mostre ed esposizioni

obbligo della conservazione, garantendo le dovute accortezze per una sua perfetta custodia

obbligo della rivendita, ossia il riconoscimento del diritto di prelazione allo stato per l’eventuale riacquisto del bene, al prezzo di vendita con gli interessi di legge

Comunque io rimango sempre del stesso parere. " Noi non vendiamo il nostro Paese" come scriveva Gianni Rodari nel 1960 in " Filastrocche in cileo e terra"

PB

 

sono d'accordo per i "paletti"se si tratta di reperti di un certo interesse ma limitiamoci a quelle montagne di monete del IV secolo riconosciute in migliaia di esemplari,cocci di vasellame,fibule ed altro,non sono un esperto in tal senso ne tanto meno un archeologo,anche se da bambino sognavo di diventarlo,ma bene o male sappiamo tutti che alcuni reperti sono noti in migliaia di esemplari,e allora perchè non venderli piuttosto che lasciarli a marcire nei depositi dei musei?quando poi c'è sempre qualcuno che ci fa la cresta,vedi la collezione di Vittorio Emanuele III del museo nazionale romano o la collezione Bovi del museo Filangieri di Napoli giusto per citarne qualcuno....

anch'io sono per non vendere il nostro paese ma poi a questo ci pensa la nostra classe politica...

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2 ore fa, PriamoB dice:

Tutto ciò, farebbe la gioia di pochi e ricchi magnati che, per il solo fatto di avere ingenti risorse economiche, si accaparrerebbero sicuramente i pezzi migliori, levandoli si da polverosi scantinati, ma al solo scopo di implementare collezioni private che solo in pochi fortunati avrebbero poi l'opportunità di goderne.

La storia, l'archeologia e perchè no, la numismatica sono patrimonio di tutti.

Mio personalissimo parere.

Cordialmente

PB

Quindi tu non collezioni ?

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19 minuti fa, Alberto Varesi dice:

Quindi tu non collezioni ?

Colleziono, leggo, studio, ma soprattutto ho le mie idee, che seppur non condivise, andrebbero, uso il condizionale, accettate.

Cordialmente

PB

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Supporter

Ripeto gli inglesi sono fessi e noi siamo maestri nel gestire il nostro patrimonio.

La mia non è un'idea ma un dato.

Nel caso non fosse chiaro, il British non permetterebbe la vendita del "Toro Farnese" ma permette la vendita di materiale che una volta catalogato non desta interesse.

I musei americani con tranquillità vendono i loro doppioni e comprano con il ricavato altro materiale.

In Italia qualcuno magari entrerebbe in residenze private storiche e sequestrerebbe tutto.

 

 

 

Modificato da luigi78
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Non possiamo pensare di poter stoccare e rendere visibile in luoghi pubblici tutto ciò che il sottosuolo ci ha restituito e che ancora ci deve restituire... infatti, a volte,  si decide di non scavare per mancanza di denaro e spazio....

se un oggetto, presente in multiplo, è stato documentato , studiato e repertoriato, perché è così pazzesco pensare che possa essere venduto? Ovviamente con i dovuti accorgimenti?? Chi più di un collezionista può valorizzare ciò che ha comprato con tanto interesse e passione ?

perche poi accanirsi sui miliardari? Guardiamo le collezioni disperse in passato.... da nobili, magnati, scienziati ecc... erano i ricchi di un tempo...

Anche loro non sono eterni, e quando se ne vanno le collezioni tornano sul mercato... e magari vengono comprate da istituzioni ( o singolarmente come il sesterzio del porto traiano)..

Modificato da skubydu
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se ho letto bene questi papiri erano stati acquistati 10 anni fa quindi non fanno parte della storia d'Italia. certo dispiace a tutti doversi separare dai pezzi della propria collezione, lo stato evidentemente ha ritenuto più importante, con la cifra che sarebbe servita, mantenere un paio di migranti per un anno.

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Inviato (modificato)

Riguardo i famosi "magnati russi" o di altri paesi, che difficilmente sarebbero interessati ad opere "minori" (non come interesse storico, ma dal punto di vista meramente artistico ed economico), se proprio non si volesse depauperare il patrimonio italico, basterebbe vincolare gli oggetti posti in vendita ed autorizzarne la circolazione solo in territorio italiano. Sarei tendenzialmente contrario, ma potrebbe essere una opzione realistica. 

Modificato da aemilianus253
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Scusate se vado contro corrente , ma pur nel dispiacere generale per una vendita di materiale antico , non ci vedo moralmente e legalmente nulla di scandoloso in quanto chi vende e' un Ente privato , non un Museo pubblico come normalmente intendiamo , e' come se ognuno di noi vendesse liberamente qualcosa di proprieta' , speriamo che almeno compri un facoltoso italiano . Conosco il Museo del Papiro ad Ortigia , ma vale una visita anche l' Istituto Internazionale del Papiro situato in Viale Teocrito a pochi metri dal Museo Regionale Archeologico Paolo Orsi , praticamente e' un laboratorio della lavorazione del Papiro , tipica pianta in Italia della sola Siracusa , oltre che naturalmente in Egitto .

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3 ore fa, luigi78 dice:

Si ipotizza una vendita di materiale classificato e studiato, una provocazione che date molte teste italiche provoca scandalo.

Magari le stesse teste che se ne fregano degli scatoloni, dei furti, delle carenze museali.

Proprio fessi gli inglesi....

 

 

 

 

Diciamolo chiaro pero', l'Italietta da questo punto di vista e' un paese del terzo mondo, incapace di valorizzare il suo patrimonio, che tollera corruzioni e ruberie di ogni genere, furti nei musei e musei con magazzini stracolmi di materiale che nessuno vedra' mai se non quelli che la ruberanno. E capace solo di scandalizzarsi ipocritamente per questa iniziativa.

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1 ora fa, Legio II Italica dice:

Scusate se vado contro corrente , ma pur nel dispiacere generale per una vendita di materiale antico , non ci vedo moralmente e legalmente nulla di scandoloso in quanto chi vende e' un Ente privato , non un Museo pubblico

Ciao.

Allora siamo in due ad andare contro corrente...

M.

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2 ore fa, PriamoB dice:

Colleziono, leggo, studio, ma soprattutto ho le mie idee, che seppur non condivise, andrebbero, uso il condizionale, accettate.

Cordialmente

PB

E io le accetto, non le condivido ma le accetto. 

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Il 9/4/2018 alle 18:57, carletto23 dice:

Diciamolo chiaro pero', l'Italietta da questo punto di vista e' un paese del terzo mondo, incapace di valorizzare il suo patrimonio, che tollera corruzioni e ruberie di ogni genere, furti nei musei e musei con magazzini stracolmi di materiale che nessuno vedra' mai se non quelli che la ruberanno. E capace solo di scandalizzarsi ipocritamente per questa iniziativa.

Sono d'accordo in pieno con te. Questa discussione è molto simile a quella che si fà periodicamente sulle case chiuse.

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Verranno comunque venduti ad enti pubblici e musei, quindi nessun magnate russo o di altra nazione. Sono cose che negli altri paesi del mondo accadono da 30 anni, siamo solo un po in ritardo...

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18 ore fa, providentiaoptimiprincipis dice:

Verranno comunque venduti ad enti pubblici e musei, quindi nessun magnate russo o di altra nazione. Sono cose che negli altri paesi del mondo accadono da 30 anni, siamo solo un po in ritardo...

Ecco, questa mi sembra già una mossa più intelligente, così magari i papiri andranno ad un museo in val D'Aosta dove possono essere goduti dai cittadini del luogo che probabilmente non avrebbero mai avuto l'occasione di andare a vederli a Siracusa... 

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