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A chi conviene tenere alte le quotazioni?


Mr. Coin

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Salve a tutti. Vorrei porre l'attenzione e chiedere pareri su un aspetto che magari si finisce per trascurare ed invece mi sembra fondamentale, cioè quello delle quotazioni delle monete, ovvero il prezzo che il mercato attribuisce ad una data moneta, in una data conservazione, che è poi quello ottenibile normalmente da chi quella moneta la pone in vendita. Ebbene, la mia sensazione, seppure in pochi anni di collezione, è che tali quotazioni siano assolutamente convenzionali e, seppur legate alla domanda ed all'offerta, abbastanza "drogate". In pratica, nella maggior parte dei casi si acquista tirando fuori anche cifre abbastanza importanti perché si sa che successivamente sarà possibile riprendersi almeno l'80-90% della spesa fatta, se ci si ripensa. In conseguenza di questo, il mondo dei collezionisti numismatici mi sembra popolato da molte persone che spendono cifre periodiche abbastanza alte fino ad avere migliaia di euro in monete, riprendibili sì ma di fatto spesi eccome, in un panorama di prezzi che alimentano questi sacrifici ma che, se fanno spendere molto alcune persone, allontanano in molte altre la possibilità di avvicinarsi alla numismatica, che di fatto sta tornando ad essere un hobby per ricchi. Mi chiedo: per quanto sia difficile da realizzare, prezzi più bassi non favorirebbero la soddisfazione dei collezionisti e l'avvicinarsi di nuovi?

Spero con questo di non provocare né offendere nessuno ma semplicemente di stimolare una discussione il più possibile di interesse (e retrospezione) generale.

Modificato da Mr. Coin
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Boh, come hai detto tu dipende dalla domanda e dall'offerta. Non penso che i prezzi possano essere regolati diversamente. O per lo meno, non vedo perché l'eventuale commerciante dovrebbe vendere a meno ciò che potrebbe essere venduto ad un dato prezzo. 

Comunque, da quel poco che vedo io, il tuo discorso vale per le monete importanti e/o in alta conservazione. Al contrario, monete più "umili" e/o meno conservate hanno subito grossi cali di prezzo nel corso degli anni, discorso, questo, valido spesso anche per pezzi rari. 

Modificato da Afranio_Burro
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Quindi vorresti che da domani si rivedessero tutti i prezzi dei tondelli, facendoli diventare più bassi o al limite contenuti...:blink:

Mi sembra abbastanza utopico...

E poi ci sono appassionati che hanno comprato a 100, e dopo rivenduto a 300, o acquistato comunque a prezzo e poi si è visto rivalutare il suo tondello, non lo darei come scontato ciò che asserisci.

In più colui che acquista oggi lo fa sicuramente con cognizione di causa, gente sprovveduta non esiste più, oggi basta un clic e hai il mondo a disposizione.

Ai convegni vedo giovani e meno giovani che prima di acquistare guardano i passaggi della moneta di interesse sul telefonino, e poi ci pensavano e ripensavano..

Io non la vedrei cosi disastrosa la situazione, anzi vedo una crescita della domanda per alcune aree e incremento del valore per le stesse.

Eros

p.s. Beato colui che fortunatamente crede ancora...

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A mio modestissimo parere mi sembra poco plausibile che vi sia una specie di "cartello" che tenga i prezzi artificiosamente alti, questo perché i commercianti sono tanti e tanti ormai sono i canali alternativi di compravendita, anche direttamente tra collezionisti, senza passare da un commerciante ufficiale. Quindi se il prezzo di certe monete è quello che è dipende dal rapporto di domanda e offerta che c'è attualmente. Se poi, nonostante tutto, ci siano degli attori in grado di condizionare il mercato e volutamente di far crescere i prezzi di certe monetazioni piuttosto che di altre, questo non lo so, non me ne intendo.

Ascoltando certe opinioni sul mercato dell'arte, mi è parso di capire che le gallerie o non so chi, se vogliono, sono talvolta in grado di sostenere e fare aumentare i prezzi di certi pittori, indipendentemente dal mercato, o per meglio dire condizionando fortemente il mercato. Ma non sono un esperto, e non so sinceramente se sia vero e quali meccanismi ci siano alla base

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Pochi ma con grandi disponibilità che conducono il gioco , gli altri a cercare Monete di minor conservazione ma che probabilmente non si rivaluteranno, rimane però sempre la moneta da studio che prediligo, con poco o nullo valore commerciale, ma con tante informazioni insite, la numismatica progredirà anche per loro ...

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credo che la numismatica sia principalmente studio e approfondimento, una scienza che ci permette di capire la storia e i costumi di una data epoca tramite dei pezzi di metallo con alto valore intrinseco e indubbio fascino.

Ma inutile negare che i tondelli rari , magari pre-decimali, ed in alta conservazione rivestono spesso enorme valore storico e sono particolarmente costosi. questo è però comprensibile, anche dal punto di vista del puro amatore di "cose belle e rare". Sinceramente comprendo meno il significato di pagare un dato tondello savoia fior di migliaia di euro solo perchè  la X è particolarmente rara. mi sa molto di collezione figurine per ricchi, onestamente. Posso capirne il valore, in questo senso,  SOLO se è un investimento, cioè solo se lo storico del mercato mi fa capire senza dubbio che se oggi il tal vitt III o UMB I lo pago 1000, tra 10 anni vale almeno 1020. diversamente il valore numismatico, di studio come mi sembra lo intenda una persona che sicuramente mastica numismatica da anni e con competenza come  @dabbene, viene meno.

d'altra parte, le leggi del mercato sembrano dimostrare (vedi un riferimento come il Gigante 2019 ): tondelli rari e costosi sono sempre più quotati, monete bassa conservazione o magari in FDC ma di "fascia meda", (magari però si badi, non da 100 euro....) in generale in calo o alla meglio stabili. specchio dei tempi..

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18 minuti fa, dabbene dice:

Pochi ma con grandi disponibilità che conducono il gioco , gli altri a cercare Monete di minor conservazione ma che probabilmente non si rivaluteranno, rimane però sempre la moneta da studio che prediligo, con poco o nullo valore commerciale, ma con tante informazioni insite, la numismatica progredirà anche per loro ...

Trovo interessante quando dici che ci sono "pochi ma con grandi disponibilità che conducono il gioco". Non c'è nessun intento polemico, sono davvero solo curioso di capire. Intendi che ci sono delle persone che, aldilà dell'interesse collezionistico, giocano a rialzare i prezzi per speculare? Perché, se fosse così, come tutte le bolle anche questa è destinata a scoppiare e i prezzi di certe monetazioni ad abbassarsi

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4 minuti fa, dabbene dice:

Ora il mercato tenete presente su certe monete non e’ più nazionale ma internazionale e questo e’ già un aspetto da considerare

ecco cosa importantissima. capire cosa apprezzano, piuttosto che cosa capiscono, gli stranieri delle nostre monetazioni. Sicuramente stravedono per le antiche, e mi sembra anche papali, di cui molti storicamente (inglesi, tedeschi ,americani....) sono competenti forse anche più della media dei connazionali, ma le moderne? sono curioso..

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Secondo me classiche sicuramente, papali pure , ma certamente apprezzano anche la grande storia e i grandi pezzi dei grandi Signori italiani, Medici, Este, Sforza, Visconti ....la bellezza e’ bellezza in tutto il mondo e noi l’abbiamo anche in tante grandi monete

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La legge della domanda e dell'offerta indubbiamente si può applicare in un mercato numismatico, ma affermare che i prezzi siano "naturalmente stabiliti" poiché vige la suddetta legge mi pare pressapochistico. Bisogna analizzare di che bene si parla, se sono presenti costi di produzione, prodotti complementari, quanto pesa il reddito dell'acquirente e l'elasticità della domanda. Se si parla di monete antiche/medievali (comunque non recenti), possono essere anche classificate dai numismatici come "comuni o non comuni" ma restano sempre un bene la cui disponibilità è limitata rispetto a molti altri beni acquistabili nella società, dunque la domanda è quale sarà l'elasticità della domanda? Indubbiamente poco elastica (e<1), ed è un fattore non da sottovalutare nel chiedersi se i prezzi siano corretti (naturali) o artificiosi. La curva di offerta: quanti sono i venditori? Non molti rispetto a molti altri beni acquistabili nella società, da considerare è l'autorevolezza necessaria di un venditore in campo numismatico, i costi annessi ad ottenere i tondelli nel mercato primario e ciò riduce il numero di venditori (oltre al fatto che essendo il bene scarso, come si è già detto, il numero di venditori cala) e ciò porta ad avvicinarsi ad un oligopolio. Anche quest'ultimo punto concorre a ridurre l'elasticità. La curva di offerta sarebbe non reattiva ai costi di produzione (non esistono) dunque la curva non trasla a sinistra o a destra nel grafico cartesiano in caso di contrazione o espansione dei costi di produzione e dunque tende a far rimanere pressoché stabili i prezzi. In definitiva, dire che la legge della domanda e dell'offerta agisce sempre e comunque e quindi i prezzi sono corretti non è esatto.

Modificato da Ambronummus
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Non c'è una scienza esatta o modelli economici applicabili alla numismatica antica dove la disponibilità di un bene è limitata, non influenzabile o modificabile ed anzi in diminuzione per determinate categorie e conservazioni. Cosa diversa è invece la numismatica moderna, le monete da investimento in metalli preziosi che invece sono soggette alle leggi dei mercati.

Ad esempio il medesimo aureo romano raro e in conservazione splendida a fronte di una stima cautelativa a catalogo di 8.000 euro puo' essere venduto nella medesima asta a 10.000 euro come a 30.000 in dipendenza da fattori non controllabili come l'intestardirsi o meno di due facoltosi collezionisti sulla medesima moneta. Tutta la numismatica antica è influenzata da fattori umorali e sociali che esistono in altri campi del mercato dell'arte e non sono facilmente modellizzabili.

 

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Che l'economia non sia una scienza esatta sono d'accordo, che non siano applicabili modelli economici alla numismatica è falso, la matematica è apllicabile a qualsiasi fenomeno numerico astrattibile e oltretutto la motivazione "la disponibilità di un bene è limitata" non è un assunto di inapplicabilità del da me citato modello.

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Non mi pare si stesse parlando unicamente di monete da investimento, comunque sia ho parlato della legge della domanda e dell'offerta nella sua validità globale nella numismatica, senza voler valutare i sottocampi specifici delle monete.

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29 minuti fa, Ambronummus dice:

che non siano applicabili modelli economici alla numismatica è falso, la matematica è apllicabile a qualsiasi fenomeno numerico astrattibile

Solo che la numismatica non è un fenomeno numerico astrattibile.

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14 ore fa, Mr. Coin dice:

Salve a tutti. Vorrei porre l'attenzione e chiedere pareri su un aspetto che magari si finisce per trascurare ed invece mi sembra fondamentale, cioè quello delle quotazioni delle monete, ovvero il prezzo che il mercato attribuisce ad una data moneta, in una data conservazione, che è poi quello ottenibile normalmente da chi quella moneta la pone in vendita. Ebbene, la mia sensazione, seppure in pochi anni di collezione, è che tali quotazioni siano assolutamente convenzionali e, seppur legate alla domanda ed all'offerta, abbastanza "drogate". In pratica, nella maggior parte dei casi si acquista tirando fuori anche cifre abbastanza importanti perché si sa che successivamente sarà possibile riprendersi almeno l'80-90% della spesa fatta, se ci si ripensa. In conseguenza di questo, il mondo dei collezionisti numismatici mi sembra popolato da molte persone che spendono cifre periodiche abbastanza alte fino ad avere migliaia di euro in monete, riprendibili sì ma di fatto spesi eccome, in un panorama di prezzi che alimentano questi sacrifici ma che, se fanno spendere molto alcune persone, allontanano in molte altre la possibilità di avvicinarsi alla numismatica, che di fatto sta tornando ad essere un hobby per ricchi. Mi chiedo: per quanto sia difficile da realizzare, prezzi più bassi non favorirebbero la soddisfazione dei collezionisti e l'avvicinarsi di nuovi?

Spero con questo di non provocare né offendere nessuno ma semplicemente di stimolare una discussione il più possibile di interesse (e retrospezione) generale.

Secondo me tu non tieni conto che ,nella maggior parte dei casi,le monete che vengono messe sul mercato sono state precedentemente pagate.

Inoltre vi è da dire che una delle leggi della vendita è:un oggetto vale quanto rende.

Continuo col dire che quando si acquistano monete da €   100 si può ragionare così:non mi interessa se poi ,quando vado a rivendere la o le monete,ci vado a perdere(ciò ,se effettivamente accade,e purtroppo accade,rovina il mercato).

Ma quando si va avanti con la collezione e si devono acquisire pezzi rari allora bisogna spendere anche €  1000 e molto di più ancora e quindi non si può fare il ragionamento di quando si acquistano le monete da €   100,si entra nella mentalità dell'investire denaro che poi deve rendere.

Ogni collezionista dovrebbe sapere come far fruttare al meglio le proprie monete(o i propri oggetti che colleziona) o la propria collezione.

Bisogna anche tener presente che stiamo parlando di pezzi di storia oltre che di arte a cui va dato molto rispetto.

L'ideale sarebbe scambiare,ma è difficile.

Salutoni

odjob 

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5 ore fa, dabbene dice:

Ora il mercato tenete presente su certe monete non e’ più nazionale ma internazionale e questo e’ già un aspetto da considerare

...e' proprio per questo concetto che le monete in eccelsa conservazione o estremamente rare sono , stanno e continueranno a salire di valore ( e purtroppo sono sempre di piu' quelle che finiscono al di fuori del nostro paese!!!)

 

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Poi per contro, le monete in medio-bassa conservazione, il procedimento e' inverso....con internet ed i vari portali c'e' ne sono sempre di piu' sul mercato, l' offerta forse e' persino piu' della domanda, e di conseguenza i prezzi si sono e continueranno a ridursi per determinate monetazioni

Tutto cio' purtroppo a discapito di coloro che ovviamente le hanno pagate di piu'( a volte molto) quando ancora le quotazioni di mercato non erano cosi' evidenti come ora che e' possibile rendersi conto molto bene della quantita' di materiale offerto 

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A chi conviene tenere alte le quotazioni?

Se la domanda é intesa in senso economico, direi a tutti, collezionisti compresi, o loro eventuali eredi.Controprova, pensate a come sono contenti adesso i filatelici...

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Awards

Scusate ma Mi sto incartando seguendo questa discussione...

 

ma cosa significa che una moneta deve rendere?

Se acquisto una cosa che mi piace o mi interessa questa deve per forza ‘rendere’ un domani?  E - se comprendo bene il ragionamento - se una moneta vale poco posso anche fregarmene se un domani renda o meno mentre se comincia a costicchiare allora deve per forza rendermi ?!? Boh

 

un appassionato può ‘ acquisire una moneta un quadro un cimelio unicamente perché piacciono o perché li ritiene importanti, o anche per prestigio

e per questo posso anche spendere una cifra elevata ma perché devo necessariamente pensare che un domani - vendendola - debba rifarci i soldi spesi piu’ Un congruo guadagno? 

Se mi interessa il guadagno guardero’ un Titolo in borsa ( immateriale - che non so nemmeno com’e fatto - ma li è l’eventuale guadagno l’unica cosa ad interessarmi ).

se invece compro un quadro, una moneta una bella macchina la soddisfazione per quel bene che mi interessa , mi piace,  o reputo importante, è gia’ quello che Dovrebbe soddisfarmi senza pensare ad un guadagno materiale domani ( che comunque ci sara’  se scelgo oggetti di qualità che con buona probabilità domani manterranno

o incrementeranno il loro valore).

Questo  aspetto pero’ deve comunque restare  secondario - una conseguenza - e non il motore della mia motivazione altrimenti da fervente appassionato mi trasformo in investitore o peggio speculatore...

Modificato da numa numa
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Pienamente d'accordo con numa numa, i discorsi sulla correttezza dei prezzi per la legge della ecc...ecc...in questo caso non stanno né in cielo né in terra come ho già detto.

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7 minuti fa, numa numa dice:

Scusate ma Mi sto incartando seguendo questa discussione...

 

ma cosa significa che una moneta deve rendere?

Se acquisto una cosa che mi piace o mi interessa questa deve per forza ‘rendere’ un domani?  E - se comprendo bene il ragionamento - se una moneta vale poco posso anche fregarmene se un domani renda mentre se comincia a costicchiare allora deve per forza rendermi ?!? Boh

 

un appassionato può ‘ acquisire una moneta un quadro un cimelio unicamente perché piacciono o perché li ritiene importanti, o anche per prestigio

e per questo posso anche spendere una cifra elevata ma perché devo necessariamente pensare che un domani - vendendola - debba rifarci i soldi spesi piu’ Un congruo guadagno? 

Se mi interessa il guadagno guardero’ un Titoli in borsa ( immateriale - non so nemmeno com’e fatto)

se invece compro un quadro, una moneta una bella macchina la soddisfazione per quel bene che mi interessa , mi piace o reputo importante, gia’ Dovrebbe soddisfarmi senza pensare ad un guadagno materiale domani ( che comunque ci sara’ Se metto bene i miei soldi in cose di qualità che con buona probabilità domani manterranno

o incrementeranno il loro valore).

Questo  aspetto peto’ deve comunque essere secondario - una conseguenza - e non i motore della mia motivazione altrimenti sarei un puro investitore e non un fervente appassionato ..

Purtroppo si vede solo in un'ottica l'acquisto dei tondelli oggi, e questo il dilemma...

Sembra che il semplice comprare per il solo e unico desiderio di conoscenza o di amore verso l'oggetto stesso si sia persa..

Basta quanto vale, basta quanto varrà, basta se si rivaluterà, basta se si perderà, se partiamo da questi presupposti e meglio non avvicinarsi proprio..

La numismatica ha sempre e solo costruito la sua storia e la vera passione su altro fortunatamente...

Eros 

 

 

 

 

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