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Identificazione tarì


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Buongiorno, non riesco a identificare con esattezza questo tarì. Pesa 0,85 g. e ha un diametro di circa 14 mm. La leggenda dovrebbe essere: “Ruggiero il re” al dritto e “Protettore di Cristianità” al rovescio. Ho trovato due monete che le somigliano parecchio (entrambe coniate da Ruggero II) ma rispetto a questa presentano alcune differenze importanti (talvolta la presenza di una stella che in quella della foto sembra mancare). Grazie in anticipo a chiunque vorrà e potrà aiutarmi.

 

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Invio foto della moneta che ho trovato su internet che mi pare più simile a quella oggetto di identificazione (a sinistra quella di dubbia identificazione, a destra quella trovata on-line). Ci sono tuttavia alcune evidenti differenze, prima su tutte  l’asseanza della stella. Potrebbe essersi “cancellata” con il tempo e l’usura? Nella parte usurata la moneta si presenta completamente liscia al tatto. Cosa ne pensate? Grazie a chiunque vorrà rispondere.

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Buonasera, allego immagine di altra moneta simile trovata su internet. Presenta tuttavia evidenti differenze con quella che cerco di identificare: due cerchi concentrici e non tre; la presenza della R e di due punti (uno sulla R e una su quella specie di W).

Non riesco a venirne a capo...

Grazie.

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Buonasera, continuando nell’approfondimento di questa moneta mi sono imbattuto nel testo di Domenico Spinelli del 1844 sulla monetazione cufica del Regno delle Due Sicilie. Ho individuato la descrizione di tre esemplari che mi sembrano molto simili a quello oggetto di identificazione e che di seguito riporto. Nel testo il peso di ciascuna moneta, in oro, è indicato in 20 acini, corrispondenti a circa 0,89 grammi e l’aspetto è descritto come molto sottile, quasi “lamellare”. Quella che tento di identificare, in oro anch’essa, pesa 0,85 g. e si presenta sottile come quelle descritte dallo Spinelli. Le monete sono attribuite a Ruggero Gran Duca di Sicilia, primo Re del Regno delle Due Sicilie.

Devo dire che l’argomento “cufiche” mi sta particolarmente affascinando.

Secondo voi la moneta oggetto di identificazione potrebbe essere una di quelle descritte dallo Spinelli?

Mi piacerebbe sentire il parere di qualcuno che abbia l’esperienza che a me manca.

Tratte da “Monete cufiche battute da principi Longobardi Normanni e Svevi nel Regno delle Due Sicilie” (1844) di Domenico Spinelli

Tav. V n. 16 “Ruggero il Re” “Protettore della Cristianità”.

Tav. V n. 18 “Per ordine del forte coll’aiuto di Dio” “Ruggero il Re”.

Tav. VI n. 21 “Ruggero il Re” “Protettore della Cristianità”.

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Il 19/12/2018 alle 13:04, allek dice:

Buongiorno, non riesco a identificare con esattezza questo tarì. Pesa 0,85 g. e ha un diametro di circa 14 mm. La leggenda dovrebbe essere: “Ruggiero il re” al dritto e “Protettore di Cristianità” al rovescio. Ho trovato due monete che le somigliano parecchio (entrambe coniate da Ruggero II) ma rispetto a questa presentano alcune differenze importanti (talvolta la presenza di una stella che in quella della foto sembra mancare). Grazie in anticipo a chiunque vorrà e potrà aiutarmi.

 

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A prima vista mi è sembrata una moneta di Ruggero II battuta a Salerno, ma poi guardandola bene mancano alcune cose come per esempio la R di Ruggero. Il tarì di cui parlo è come quello che hai mostrato al post n.3. Certo le foto non aiutano, potrebbe essere un tarì battuto da qualche emiro in Africa settentrionale oppure anche un falso recente degli anni 80 del 900. C'è stato un periodo tra gli anni 80 e 90 del 900 che un falsario operante a Salerno, aveva fabbricato moltissimi coni di monete longobarde e normanne di tutte le zecche meridionali. Se c'è uno in Italia che possa classificare correttamente la tua moneta è Giulio Bernardi, numismatico in Trieste.

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1 ora fa, dareios it dice:

A prima vista mi è sembrata una moneta di Ruggero II battuta a Salerno, ma poi guardandola bene mancano alcune cose come per esempio la R di Ruggero. Il tarì di cui parlo è come quello che hai mostrato al post n.3. Certo le foto non aiutano, potrebbe essere un tarì battuto da qualche emiro in Africa settentrionale oppure anche un falso recente degli anni 80 del 900. C'è stato un periodo tra gli anni 80 e 90 del 900 che un falsario operante a Salerno, aveva fabbricato moltissimi coni di monete longobarde e normanne di tutte le zecche meridionali. Se c'è uno in Italia che possa classificare correttamente la tua moneta è Giulio Bernardi, numismatico in Trieste.

Grazie per il suo contributo. La moneta effettivamente presenta alcune differenze rispetto a quelle più simili che ho trovato. Tuttavia, in queste settimane di “studio”, ho potuto verificare che non in tutti i tarì battuti da Ruggero è presente la R. Il dubbio del falso è venuto anche a me a dire il vero, ma è sorto solo perché non sono ancora riuscito a trovare censita la moneta esattamente corrispondente. Ci sono altri elementi che possono essere presi in esame per capire se si tratta di un falso, posto che peso, diametro e spessore sembrano coincidere con il tipo di monetazione?

Consideri, inoltre, che alcuni caratteri (forse non visibili in foto) risultano molto sbiaditi ma certamente presenti (mi riferisco a quella specie di C al contrario alla base di una delle due facce della moneta).

Un vero rebus per me, che forse solo la visione diretta da parte di un esperto di questa monetazione (e la ringrazio per il nominativo suggeritomi) potrà risolvere, nel bene o nel male.

Saluti.

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Supporter

La moneta è quasi identica alle emissioni di tarì di Ruggero II per Salerno del 1130-1140. 

Come catalogo utilizzo il D'Andrea-Contreras, che comunque da i riferimenti allo Spinelli. 

Le monete cui si può far riferimento sono il D'andrea-Contreras 145, 146, 147 e 148, il primo corrispondente allo Spinelli 18, il secondo al 16, il terzo al 21, mentre il quarto non pare riportato dallo Spinelli. 

Si tratta di monete R5, conosciute in pochi esemplari. Nella moneta oggetto del topic, a differenza delle monete presenti in letteratura, non sono presenti né le lettere latine ne le stelle. Per cui non sembra possibile riconoscerla in nessuna delle monete di riferimento. Tuttavia, la moneta ha lo stesso dritto dela 145, equivalente allo Spinelli 18. 

Le ipotesi sono 2. 

1. Falso 

2. nuovo tipo anch'esso R5.

A mio avviso può  benissimo essere un nuovo tipo. Mi sembra coerente con lo stile e si può  inquadrare coerentemente all'interno delle emissioni salernitane come tipo intermedio tra le prime emissioni di Salerno (Spinelli 18 D'andrea 145), con le quali la moneta condivide perfettamente il dritto ma non il rovescio che presenta la scritta "per ordine del potente attraverso il Dio.  Nelle successive emissioni (D'Andrea 146-147-148) nel dritto compare la stella o il monogramma Rx, mentre il rovescio ha la scritta "protettore della cristianità" o con stelle o con la R. 

la moneta potrebbe essere posta come nuovo tipo tra queste emissioni. 

Purtroppo non sono in grado di garantire l'autenticità, per cui la moneta deve essere fatta visionare da un esperto. 

 

Modificato da azaad
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Il 6/1/2019 alle 20:52, azaad dice:

La moneta è quasi identica alle emissioni di tarì di Ruggero II per Salerno del 1130-1140. 

Come catalogo utilizzo il D'Andrea-Contreras, che comunque da i riferimenti allo Spinelli. 

Le monete cui si può far riferimento sono il D'andrea-Contreras 145, 146, 147 e 148, il primo corrispondente allo Spinelli 18, il secondo al 16, il terzo al 21, mentre il quarto non pare riportato dallo Spinelli. 

Si tratta di monete R5, conosciute in pochi esemplari. Nella moneta oggetto del topic, a differenza delle monete presenti in letteratura, non sono presenti né le lettere latine ne le stelle. Per cui non sembra possibile riconoscerla in nessuna delle monete di riferimento. Tuttavia, la moneta ha lo stesso dritto dela 145, equivalente allo Spinelli 18. 

Le ipotesi sono 2. 

1. Falso 

2. nuovo tipo anch'esso R5.

A mio avviso può  benissimo essere un nuovo tipo. Mi sembra coerente con lo stile e si può  inquadrare coerentemente all'interno delle emissioni salernitane come tipo intermedio tra le prime emissioni di Salerno (Spinelli 18 D'andrea 145), con le quali la moneta condivide perfettamente il dritto ma non il rovescio che presenta la scritta "per ordine del potente attraverso il Dio.  Nelle successive emissioni (D'Andrea 146-147-148) nel dritto compare la stella o il monogramma Rx, mentre il rovescio ha la scritta "protettore della cristianità" o con stelle o con la R. 

la moneta potrebbe essere posta come nuovo tipo tra queste emissioni. 

Purtroppo non sono in grado di garantire l'autenticità, per cui la moneta deve essere fatta visionare da un esperto. 

 

Grazie per la sua cortese risposta e agli ulteriori spunti di studio che la stessa mi offre.

Proverò a procurarmi il catalogo D'Andrea-Contreras con il quale spero di riuscire ad approfondire ulteriormente l'argomento (anche se, a questo punto, ritengo indispensabile che la moneta sia visionata direttamente anche da un esperto).

Saluti.

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  • 2 mesi dopo...

Buongiorno a tutti.

Torno su questo mio post per aggiornare chi ha contribuito con i propri preziosi suggerimenti a identificare questa moneta (o quantomeno a provarci).

Ho consultato i testi dello Spinelli (già citato nei post precedenti), del Cappelli e il D’Andrea-Contreras. In tutti e tre ho trovato censite monete molto simili a quella oggetto di identificazione ma tutte caratterizzate dalla presenza di più o meno rilevanti differenze (la più simile sembra Cappelli 107, della quale nel testo c’è anche una foto, sia pure non eccellente).

La moneta è stata fatta esaminare anche a una persona esperta che ha concluso per la sua autenticità (e tanto ha fatto sulla base di un approfondito esame visivo della moneta).

Le legende sulla moneta si traducono in “Ruggero il re” e “Protettore di Cristianità” (da taluni anche tradotto in “Protettore del Cristianesimo”) e sono scritte in cufico (non in pseudo cufico, come inizialmente ipotizzato).

In considerazione delle forti analogie con le monete censite e del numero di varianti sino a oggi studiate, anche questa sarebbe da attribuire a Ruggero II e alla zecca di Salerno (al cui studio ora mi sono davvero appassionato) e rappresenterebbe una variante non nota che, quindi, andrebbe classificata come unica (o comunque della più elevata rarità).

L’utilizzo del condizionale tuttavia resta d’obbligo, e ciò soprattutto perché riporto l’opinione manifestatami da una persona che tratta sì la monetazione di Salerno ma che di quest’ultima non ne fa interesse “prioritario”. Purtroppo trovare esperti del settore in Puglia sembra impossibile.

La moneta è stata fotografata meglio (spero).

Ogni ulteriore suggerimento, ipotesi o commento sarà gradito.

Saluti.

 

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