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IGNORED

La consegna dei resti


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Inviato (modificato)

Laddove e allorquando saggiamente si decida di non usare la tesserina dello dimonio e di effettuare invece le transazioni in contanti, una o più banconote e/o monete vengono date al cassiere di turno, ricevendo spesso resto. Sembra proprio che la modalità di versamento fisico dei resti ai clienti vari da paese a paese, in una sorta di elemento folkloristico poco studiato. Ecco qualche nota, non necessariamente precisa, per iniziare.

- A quanto pare in UE viene generalmente posato nel contenitore ad hoc simile a un portacenere, quasi a voler evitare il contatto anche indiretto fra chi consegna e chi riceve.

- Suddetto comportamento è sconosciuto negli USA, in cui il resto viene sempre posto dalla mano del cassiere direttamente in quella del cliente. A volte capita che gli statunitensi di colore appena arrivati in visita da noi scambino la procedura europea per razzismo, pensando che il cassiere lo posi per evitare il contatto della sua mano con quella nera.

- In Giappone, paese dove la formalità e la ritualità sono importanti, la consegna del resto avviene secondo una procedura ben precisa: il cassiere lo porge dicendo sempre "Il suo resto di [tot] yen".

Modificato da ART

Inviato (modificato)

A proposito di bizzarre usanza riguardo al resto: di ritorno da alcuni giorni di ferie estive ,mi fermai in un affollato autogrill ,presi un prodotto in vendita e lo posai alla cassa con una banconota di importo superiore al dovuto ; la cassiera lo ritiro' batte' lo scontrino me lo diede e guardo' oltre come a dire " avanti il prossimo",li ebbi la conferma della teoria della relativita' : il tempo si dilato' ,io non proferii parola lei nemmeno ,sembrava di essere nelle scene culminanti di 2001 odissea nello spazio, dopo istanti durati un' eternita',in cui anche la cassiera comprese Einstein ,non riuscendo piu' a sostenere la parte disse : "oh ! Mi scusi ! Le devo dare il resto", tradotto "ti avevo scambiato per uno straniero e volevo "ciularti" ".

 Non sono un tipo particolarmente espressivo ( di solito ho solo due espressioni ,con il cappello o senza ),ma sono sicuro che lei mi intese perfettamente... avevo gli occhi come il Cristo di Rublev...

Della serie : il resto e' resto ,che te lo diano in mano o in un piattino l'importante e' averlo... e averlo giusto ;).

 

 

Modificato da adelchi
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Inviato (modificato)

Ottima testimonianza, @adelchi. Accorrete numerosi a parlare delle vostre esperienze coi resti: la scienza della RESTOLOGIA deve progredire.

Mi è capitato qualcosa di simile ma al contrario all'ultimo Festival dell'oriente, dove poco dopo la consegna dei prodotti che stavo comprando la cassiera-standista mi guarda un po' confusa e dice: "Mi aveva dato 10 € ?". Io che sono un fesso onesto ho risposto: "No, devo ancora pagare", e lei: "Aaah, mi scusi, io ormai vado in automatico". La cassiera-cyborg evidentemente era stanca, e io da bravo cittadino onesto non mi sono approfittato di lei.

Modificato da ART

  • 1 mese dopo...
Inviato

Questa tendenza a voler consegnare resti non dovuti pare più diffusa di quanto pensassi.

Sono andato a Milanofil 2019 e c'era uno stand che vendeva i 2 € commemorativi: una madre con due bambine ne scelgono qualcuna e poi la signora paga il conto con la tessera. Subito dopo lo standista prende un 5 € e dice tutto convinto alla donna: "Questo è il suo resto", alchè lei risponde con stupore: "Ma ho pagato col bancomat", e lo standista, sgranando gli occhi: "Ah, è vero!".


Inviato

Quando ero ragazzo, per pagarmi gli studi universitari lavorai alcuni mesi presso una società che gestiva di pagamenti di ticket. Qui avevo scoperto che il mio superiore, uomo di rara spregevolezza, aveva sviluppato una vera e propria arte del raggiro per "arrotondare" che mi ricorda quella della cassiera di @adelchi. Aveva individuato le categorie di persone da colpire, che non erano - come uno si aspetterebbe - ragazzi e vecchiette, ma anzi uomini, dall'aspetto non elegante, perché a quanto pare erano quelli che meno probabilmente contavano il resto e avevano la tendenza a infilarlo direttamente in tasca o nel portafogli (quelli vestiti meglio secondo la sua raffinata indagine psicologica avevano invece la tendenza a contarlo).

A questo si aggiungeva il trucco, in caso di potenziale vittima, di dare il resto con numerose banconote di medio e piccolo taglio (erano ancora i tempi della lira) e nel momento della consegna del resto scambiare una battuta con il cliente per distrarlo. A quanto diceva, ormai era talmente abile che il tasso di successi superava il 50%: parliamo di resti di pezzi da 50 e 100mila lire, era sufficiente in una giornata che tentasse il furto due o tre volte all'ora (fatto tutt'altro che difficile, c'era spesso la coda allo sportello e si servivano centinaia di persone al giorno) perché si portasse a casa oltre 100mila lire al giorno "extra".

La cosa più inquetante era lo sguardo affabile e allegro con cui si rivolgeva alle sue vittime: io ero un ragazzino, avevo 19 anni, ma ne ero sconcertato: "è davvero così il mondo degli adulti?" mi dicevo... il fatto che fosse la mia prima esperienza nel mondo del lavoro e che lui fosse il mio capo non mi ha mai fatto avere il coraggio di dirgli qualcosa.

C'è da dire che anche i clienti tentavano spesso trucchi analoghi, il più famoso dei quali era "ma io avevo dato 50mila, non 10", per affrontare il quale mi era stato spiegato di non mettere mai via la banconota prima di aver dato il resto, ma che spesso i clienti più furbi riuscivano comunque a raggirare facendo confusione nella consegna delle banconote, dandone alcune che poi richiedevano per sostituirle e via dicendo. Almeno un paio di volte ci son rimasto fregato, e poi alla chiusura della cassa erano dolori perché se i conti non tornavano dovevo aggiungere il mancante di tasca mia... immaginate che gioia dopo 8 ore di lavoro dover lasciare la paga in cassa perché qualcuno mi aveva fregato con il resto!

Un ultimo episodio: un giorno un cliente americano mi aveva chiesto di pagare in dollari, sostenendo di avere una fretta tremenda e di non aver tempo di cambiare. Si trattava di una cifra consistente (circa 250mila lire) e mi disse di arrotondare pure il cambio - al quale poi avrei dovuto provvedere io - come pagamento per il disturbo. Così io, entusiasmato dalla prospettiva di guadagnare un piccolo extra, avevo accettato e fatto un bell'arrotondamento, che mi avrebbe lasciato un 20 o 30mila lire di margine. Salvo poi rendermi conto, passata la concitazione e l'euforia, che per errore avevo arrotondato il cambio a SUO vantaggio anziché a mio, cosicché poi in banca ricevetti 30mila lire IN MENO rispetto a quelle che avevo dovuto lasciare nella cassa...

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Inviato (modificato)
10 ore fa, Gallienus dice:

C'è da dire che anche i clienti tentavano spesso trucchi analoghi, il più famoso dei quali era "ma io avevo dato 50mila, non 10", per affrontare il quale mi era stato spiegato di non mettere mai via la banconota prima di aver dato il resto, ma che spesso i clienti più furbi riuscivano comunque a raggirare facendo confusione nella consegna delle banconote, dandone alcune che poi richiedevano per sostituirle e via dicendo.

Questa è un'arte molto antica. Ecco due interessanti spezzoni dal film "Paper Moon":

https://www.youtube.com/watch?v=iP5sGoCk3Gg

https://www.youtube.com/watch?v=vJcL2BYHH_w

Modificato da ART

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