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Inviato

Ciao a tutti, oggi vi vorrei mostrare una delle ultime aggiunte alla mia collezione di Modena.

Si tratta di un sesino coniato da Francesco I d’Este negli ultimi anni della sua reggenza. Questo sesino è però diverso dalla più comune tipologia con busto al dritto e aquila nel rovescio. Si tratta infatti della più rara tipologia con al dritto il busto del duca rivolto a destra (con monogramma ET sotto al busto) ed al rovescio la scritta MUTIN SESIN entro cartella ornata. 

Questi sesini furono coniati per diversificarli dai precedenti, che furono banditi da diversi stati italiani per la lega calante con la quale venivano coniati. Si può inoltre dedurre che questa tipologia di sesino sia stata l'ultima coniata da Francesco I per via di 2 principali fattori: 

- il monogramma ET presente sotto il busto del duca sta a rappresentare il nome dello zecchiere Elia Teseo, ultimo a coniare sotto Francesco I e zecchiere anche durante la reggenza del successore Alfonso IV;

- il rovescio con la scritta MVTIN SESIN entro cartella ornata è lo stesso utilizzato nei sesini di Alfonso IV, che con ogni probabilità ha riutilizzato gli stessi conii del predecessore.

Dopo questa lunga prefazione  voglio chiedere un parere ai conoscitori di questa zecca. Cosa ne pensate del fatto che su alcuni cataloghi, come per esempio il MIR, questo sesino e la sua versione più comune vengano messi con la stessa rarità R? Non sarebbe forse più opportuno parlare almeno di NC per la versione con aquila e magari R2 per quella con scritta? In 3 anni di collezionismo di questa zecca ho visto solo un esemplare (questo che ho comprato) e anche cercando su internet sono riuscito a trovarne solamente 3, contro le decine, se non centinaia di sesino con aquila.

inoltre mi risulta difficile dare un grado di conservazione a questa moneta, che presenta ottimi rilievi in alcuni punti ma anche alcune debolezze di conio e punti di usura, un qBB potrebbe essere giusto?

grazie e scusate per il lungo post.

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Inviato (modificato)
14 ore fa, Cioso dice:

Dopo questa lunga prefazione  voglio chiedere un parere ai conoscitori di questa zecca. Cosa ne pensate del fatto che su alcuni cataloghi, come per esempio il MIR, questo sesino e la sua versione più comune vengano messi con la stessa rarità R? Non sarebbe forse più opportuno parlare almeno di NC per la versione con aquila e magari R2 per quella con scritta? In 3 anni di collezionismo di questa zecca ho visto solo un esemplare (questo che ho comprato) e anche cercando su internet sono riuscito a trovarne solamente 3, contro le decine, se non centinaia di sesino con aquila.

inoltre mi risulta difficile dare un grado di conservazione a questa moneta, che presenta ottimi rilievi in alcuni punti ma anche alcune debolezze di conio e punti di usura, un qBB potrebbe essere giusto?

grazie e scusate per il lungo post.

 

Ciao e complimenti per l'acquisto.

La moneta è sicuramente in ottime condizioni; presenta un metallo sano, senza incrostazioni o punti di corrosione ma presenta anche i tipici difetti di questa emissione, ovvero: mancanze nella leggibilità di alcune parti della legenda (vedi il verso) e tondelli preparati con cura non proprio impeccabile... Nel complesso, considerata la tipologia, io gli attribuirei un BB (anche se a me queste classificazioni, per le monete  pre800 proprio non piacciono...).

Il discorso sulla rarità è invece, a mio parere, decisamente più complesso. Ferma restando la correttezza della collocazione cronologica che dai al sesino in oggetto; i sesini con l'aquila non possono essere chiusi in un unico contenitore perchè proprio all'interno di questa categoria si nascondono le maggiori rarità...

Per essere un poco più concreto provo ad illustrare le tipologie con una rapida carrellata di esemplari (che non ha la pretesa di essere esaustiva):

1° periodo (Josefo Teseo) busto giovanile del duca rivolto a destra con sigle IT, a mio parere classificabile come R2

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1° periodo (Josefo Teseo) sesino senza sigle; busto giovanile. Punzone del busto utilizzato per il due bolognini con sigle IT a mio parere classificabile almeno R3

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3° periodo (Josefo Teseo) sesino con sigle IT e testa del duca rivolto a destra. A mio parere classificabile R

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4° periodo (Gian Francesco Manfredi) sesino con sigle GFM; inedito sino al 2017, di questa tipologia ad oggi conosco quattro esemplari. Penso sia classificabile almeno R4

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4° periodo (Gian Francesco Manfredi) sesino senza sigle; assegnabile a questo periodo per evidenti analogie stilistiche. In questo gruppo si possono inserire numerose varianti ulteriormente suddivisibili. Penso sia classificabile come C

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4° periodo (Gian Francesco Manfredi) sesino senza sigle e testa rivolta a sinistra, da me inserito nella serie databile 1650 di cui fa parte anche "quel" giorgino che tu ben conosci. Penso sia classificabile almeno R3.

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6° periodo (Elia Teseo) con sigle ET in nesso e verso con scritta MVTIN / SESIN: il tuo sesino...

In effetti io non ritengo questa tipologia particolarmente rara.  Non capita frequentemente nelle vendite all'incanto ma questo è un destino comune a molti piccoli nominali anche se rari o rarissimi. Nel corso del mio studio sulle emissioni di moneta a basso valore liberatorio (sesini, bolognini, muraiole e giorgini) a nome di Francesco I d'Este ne ho potuto analizzare numerosi esemplari e otto sono ancora in mio possesso. Io la classificherei fra NC e R, non oltre...ma è solo il mio parere...

A questo punto mi fremo

un saluto

Mario

 

Modificato da mariov60
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Inviato

Ti ringrazio per i tuoi sempre interessantissimi interventi @mariov60 
In effetti all'interno della stessa tipologia si nascondono tante diverse varianti, che a loro volta hanno le loro diverse rarità.
Non pensavo fosse così semplice invece reperire la tipologia con scritta, probabilmente essendo i sesini meno attraenti rispetto ai tagli più grandi vengono proposti meno spesso anche nelle vendite online.
Grazie ancora.

Francesco.

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