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IGNORED

25 Lire V.E. III 23.03.1902


nik.sala

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Supporter

Gran bel pezzo! complimenti per l'acquisizione :good:

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Awards

Non vorrei sbagliarmi ma siamo di fronte ad un biglietto sicuramente quasi unico e da almeno 20 K se non più. Un sogno irrealizzabile per molti!

Se sei arrivato al punto di acquistare questa banconota significa che sei alla fine della raccolta e avrai dei pezzi in collezione da far invidia a tutti qui sul forum. Complimenti vivissimi per la nuova acquisizione. Ora facci vedere anche gli altri tuoi pezzi, non tenerli solo per te?.

Condivido con voi un articolo che ho appena finito di leggere:

https://www.ilgiornaledellanumismatica.it/belle-e-fragili-le-25-lire-del-re-numismatico/

  • Grazie 1
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? Si potrà scrivere “cazzo” sul forum? Intendo nella sua accezione esclamativa, di meraviglia, stupore, apprezzamento e - perché no - invidia.

Complimenti vivissimi. Ti va ci raccontarci come/dove/quando l’hai avuta?

  • Haha 1
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5 ore fa, Acqvavitus dice:

Non vorrei sbagliarmi ma siamo di fronte ad un biglietto sicuramente quasi unico e da almeno 20 K se non più. Un sogno irrealizzabile per molti!

Se sei arrivato al punto di acquistare questa banconota significa che sei alla fine della raccolta e avrai dei pezzi in collezione da far invidia a tutti qui sul forum. Complimenti vivissimi per la nuova acquisizione. Ora facci vedere anche gli altri tuoi pezzi, non tenerli solo per te?.

Condivido con voi un articolo che ho appena finito di leggere:

https://www.ilgiornaledellanumismatica.it/belle-e-fragili-le-25-lire-del-re-numismatico/

Ciao a tutti, intanto complimenti per l'acquisto stratosferico.. e anche un po' di invidia!! :D

Ho letto l'articolo segnalato da Acqvavitus, in cui si ripropone la teoria dell'olio di noce come causa della fragilità dell'inchiostro di questa splendida 25 lire. A questo proposito, posto le testuali parole di Crapanzano, che smentiscono questa teoria:

"Nel 1991, in occasione del Convegno di Senigallia, abbiamo organizzato una vendita all'asta di cartamoneta. Un'asta memorabile, in cui vennero presentate, assieme a molte banconote rare, anche numerosi esemplari unici. Basti ricordare che il totale delle vendite superò i 600 milioni, cifra astronomica per l'epoca. Per ordinare la grande massa di biglietti - articolati in oltre 1200 lotti - mi avvalsi della collaborazione di alcuni amici, esperti appassionati del settore. Del gruppo dei collaboratori facevano parte, tra gli altri, Ermelindo Giulianini e il professor Libero Mancini, che fu il primo a svolgere approfondite ricerche sulla cartamoneta italiana e a pubblicare, nel 1966, un catalogo organico. Tutti i cataloghi pubblicati negli anni successivi, attinsero a piene mani dalle sue ricerche, taluni senza nemmeno citare la fonte. In particolare, un catalogo allora assai diffuso, non solo copiò molte informazioni, ma riprodusse persino alcune banconote, mascherando il plagio con l'alterazione dei numeri di serie. Amareggiato per l'indifferenza alla sue rimostranze, difficilmente dimostrabili sul piano legale, Mancini escogitò lo stratagemma di inserire, nelle successive edizioni, alcuni errori. Così, quando il diffuso catalogo copiò i suoi dati (errori compresi) egli ebbe modo di citare in giudizio l'editore per plagio. E dopo alcune udienze, Mancini riuscì a ottenere il risarcimento di otto milioni che, per l'epoca, rappresentavano una discreta somma. Mentre mi accingevo a redigere il catalogo dell'asta di Senigallia, ricco di informazioni e biglietti inediti, Mancini mi suggerì di usare lo stesso stratagemma. Uno stratagemma che potremmo definire: "mistificare per demistificare", efficacemente utilizzato anche da quegli studenti che, alcuni anni or sono, fabbricarono delle false sculture di Modigliani, per smascherare la saccente ignoranza di illustri critici d'arte. Fu così che mi venne in mente d'inventare la storia dell'olio di noce, una storia tanto verosimile, quanto fantastica, che decisi di riproporre anche nel catalogo Soldi d'Italia. Come aveva previsto Mancini, di questa storia si sono appropriati alcuni sedicenti cultori della cartamoneta che non hanno nemmeno citato la fonte del plagio. Ribadisco quindi che il 25 lire con l'effige di Vittorio Emanuele III non venne stampato con olio di noce, ma con una base tannica ricavata dalle noci di galla. Con lo stesso composto, il Poligrafico aveva già stampato i biglietti da 10 lire di Umberto dal 1883 al 1888, che pure presentavano lo stesso difetto, causato più dallo scarso potere assorbente della carta, che non dalla qualità del materiale da stampa. Infatti, come i collezionisti ben sanno, bastava piegare quei biglietti profondamente, per fare scomparire parte della stampa. Il difetto era però meno evidente nei biglietti da 10 lire di piccolo formato, che venivano piegati raramente, mentre si accentuò nelle 25 lire che, a causa della grande dimensione, subivano ripetutamente l'onta della piega. In conclusione, è assolutamente certo che: a) il direttore del Poligrafico non decise alcun cambiamento nei metodi di stampa, ne tantomeno l'utilizzo dell'olio di noce. b) Vittorio Emanuele III non manifestò mai alcuna insoddisfazione sulla qualità della stampa c) il direttore del Poligrafico non venne mai rimproverato ne tantomeno rimosso d) sulla questione nulla venne mai messo a tacere, perché non vi era nulla da celare. e) di questa questione non esiste alcune traccia storica, se non nella fantasia della mia mente Con buona pace di chi ha riportato questa panzana, senza nemmeno citare la fonte. Guido Crapanzano"

Olio di noce o di galla che sia, maneggiala il meno possibile e abbine gran cura, fallo x chi come me probabilmente non ne possiederà mai una ?

Modificato da Orodicarta
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Ciao @nik.sala, dopo questa pioggia di like e di commenti, ci attendiamo una tua risposta, siamo curiosi di sapere qualche particolare che ti ha spinto ad affrontare questo importante acquisto. E' raro vedere qui sul Forum banconote di codesta rarità e valore economico, e come si dice "la curiosità è numismatica" :D quindi.... raccontaci:clapping:

Un saluto.

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Inviato (modificato)

Carissimi tutti,

Vi ringrazio molto.

Scusate ma il tempo è sempre tiranno con me : impegni lavorativi e non solo non mi danno l’opportunità di essere sempre sul pezzo, inoltre molti di Voi hanno davvero una capacità rara di far trasparire una passione che ha radici antiche in ognuno di Noi, io questa capacità non la sento mia.

Sono rimasto però estasiato ad esempio da questa discussione :

 

Davvero di rara profondità e passione. Qua sul forum ho interagito con il sempre eccezionale @petronius arbiter che è di una disponibilità e squisitezza davvero rare; il buon @nikita_ con cui condivido, oltre alla passione dei nummi cartacei, anche quella storico-bibliografica. Su questo forum, come dice lo stesso indirizzo internet, l’attenzione è rivolta verso il conio numismatico, che a me invece non trasmette nulla. La cartamoneta italiana, invece, mi ha da sempre affascinato.

Cominciai nel 1997, il resto di un 10mila lire Volta per dei ghiaccioli all’oratorio furono 5 pezzi Montessori consecutivi in Fds e 2 pezzi Marconi circolati...fu l’inizio della mia fine ?

Tra l’altro capii quasi subito, qualche anno dopo, che se oltre che una passione voleva essere un investimento, la qualità dei pezzi doveva essere obbligatoriamente elevata, e così con calma e pazienza, cercando, affinando, monitorando, migliorando le mie capacità di giudizio ho cominciato a “creare” la mia collezione, divisa per decreti (tutti) cercando sempre il meglio del meglio, con tenacia, fatica, sudore, ma anche, alla fine di ogni conquista, immensa soddisfazione.

Come potete immaginare, questo pezzo va al di là di ogni immaginazione e difficoltà. Periziato splendido, e se andate a vedere il prezzo di aggiudicazione dell’asta Bolaffi del tempo, i valori non sono insignificanti ?

L’esemplare, salvo smentite, è il più alto finora conosciuto come qualità ?

Modificato da nik.sala
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1 ora fa, nik.sala dice:

Stavo per allegare altre tre foto, ma il peso non me lo permette. 

Perche invece all'apertura del mio 3D ci sono riuscito ???

Sicuramente le foto precedentemente allegate erano meno pesanti di quelle nuove 

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15 ore fa, nik.sala dice:

Stavo per allegare altre tre foto, ma il peso non me lo permette. 

Perche invece all'apertura del mio 3D ci sono riuscito ???

Con i tuoi soli 29 messaggi (ma perché non scrivi di più? :D) dovresti avere a disposizione 750kb per allegare immagini

https://www.lamoneta.it/gruppi_utente.html/

Invece, nel post di apertura, hai allegato ben 3 immagini da 1 Mb l'una, roba che nemmeno io :o Non so come sia stato possibile, forse una congiunzione astrale favorevole :lol: a quanto pare ora sei rientrato nei ranghi.

petronius :)

 

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Si, va bè, allora ci vuoi proprio male...:shok: 

La cosa che maggiormente mi sorprende, non è tanto la rarità delle tue banconote, ma lo stato di conservazione, fenomenali

Ancora complimenti.

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13 minuti fa, jaconico dice:

Dalla foto sembra FDS comunque 

Pensa che sui  cataloghi che ho io Crapanzano/Gigante, le loro quotazioni  (e che quotazioni) non vanno oltre lo SPL per questa tipologia di banconota...

Modificato da PriamoB
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4 minuti fa, PriamoB dice:

Pensa che sui  cataloghi che ho io Crapanzano/Gigante, le loro quotazioni  (e che quotazioni) non vanno oltre lo SPL per questa tipologia di banconota...

Si, sul crapanzano si ferma all’SPL

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Staff
14 minuti fa, Scudo1901 dice:

Nella perizia di Giulianini viene giudicato SUPERBO. A cosa equivale in termini di monete metalliche? Forse allo SPL?

Relativamente alla cartamoneta, il SUP è una conservazione tra SPL e FDS. Non si usa per le monete (ma secondo me sarebbe buono introdurlo) ma potrebbe essere usato in tutti quei casi che la moneta è superiore allo spl, con molta poca usura ma con una brillantezza del metallo non così accentuata (per capirci, non può essere assimilabile ad uno SPL/FDC).

Io sarei per introdurlo per le monete predecimali

Modificato da ilnumismatico
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Awards

9 minuti fa, Scudo1901 dice:

Nella perizia di Giulianini viene giudicato SUPERBO. A cosa equivale in termini di monete metalliche? Forse allo SPL?

Direi di si, se per le monete è  lo step che precede il FDC, per le banconote il SUP, è quello che precede il FDS.

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55 minuti fa, ilnumismatico dice:

Relativamente alla cartamoneta, il SUP è una conservazione tra SPL e FDS. Non si usa per le monete (ma secondo me sarebbe buono introdurlo) ma potrebbe essere usato in tutti quei casi che la moneta è superiore allo spl, con molta poca usura ma con una brillantezza del metallo non così accentuata (per capirci, non può essere assimilabile ad uno SPL/FDC).

Io sarei per introdurlo per le monete predecimali

Ops, scusami per la sovrapposizione, stavo scrivendo e non ho visto la tua risposta.

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