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Costante II XX Nummi per Napoli?


eliodoro

Risposte migliori

Ciao a tutti, vi presento la mia prima bizantina:

un XX Nummi di Costante II per Napoli.

Prima un pò di storia ( fonte:: http://www.accademianuovaitalia.it)

Lo storico tedesco Ralph-Johannes Lilie così riassume questo strano episodio nella sua importante opera «Bisanzio. La seconda Roma» (titolo originale: «Byzanz. Das zweite Rom», Berlin, Siedler Verlag, 2003; traduzione italiana di Giorgio Montinari, Roma, Newton & Compton Editori, 2005, pp. 97-99):

"In questo periodo [cioè verso il 662] si ebbe una delle azioni più bizzarre dell'ormai trentenne Costante II. Nell'estate del 662 egli riunì l'esercito e, passando per Tessalonica, marciò su Atene,, dove fece una breve sosta, per procedere poi verso occidente e approdare infine in Italia. Qui assediò, senza successo, la longobarda Benevento e si diresse poi verso Roma, dove fece un ingresso trionfale in quanto primo imperatore d'Oriente a recarsi in visita nell'antica capitale, dopo la divisione dell'impero nel 395! Lo scalpore fu corrispondente all'entità del fatto. Ma l'imperatore si trattenne per poco anche nella Città Eterna. Dopo aver estorto un contributo consistente a Roma  (si dice che abbia portato addirittura con sé i tetti di rame delle chiese), voltò le spalle alla città e al papa e si recò in Sicilia,  dove dichiarò sua capotale Siracusa e dove, nel 668, fu assassinato  da un membro della sua corte. La motivazione di tutto questo è sconosciuta.

Ma cosa voleva Costante in Italia? Molti sono stati gli interrogativi sulla questione, ma non esiste ancora una risposta definitiva. Forse aveva intenzione di liberare dai Longobardi l'Italia? In realtà si impegnò appena contro di loro, . Già l'assedio di Benevento rese evidente la debolezza delle truppe bizantine e Benevento era soltanto un piccolo principato dell'Italia meridionale. Se l'esercito imperiale non aveva conseguito la vittoria in questo caso, come poteva pensare di prevalere sul re longobardo nel Nord Italia e di riconquistare i territori lì situati? Ma Costante non tentò neanche  un'impresa del genere, ma si diresse velocemente verso la Sicilia, che pareva più sicura. Voleva, come si è supposto, predisporre un catenaccio contro la penetrazione araba nel Mediterraneo occidentale?  Ma la forza di Bisanzio era concentrata in Oriente, le sue province occidentali  (il Nord Africa, la Sicilia, la Sardegna e alcune altre isole) erano, al confronto, più piccole e deboli militarmente.  Inoltre Costate non aveva alcun motivo per fornire il suo sostegno ai Visigoti e ai Franchi, per non parlare del fatto che questi due popoli non rientravano, già da lungo tempo, nella sfera d'interesse di Bisanzio.

Forse le motivazioni dell'imperatore sono da ricercare piuttosto nell'ambito privato. Sembra che Costante godesse di scarsa popolarità a Costantinopoli. I suoi insuccessi contro gli Arabi, come la sua politica in campo religioso, gli garantirono la simpatia di pochi amici. Gli ortodossi avevano espresso tutto il loro odio per l'imperatore per la crudele punizione inflitta a massimo e ai suoi seguaci, con la loro conseguente morte , come per la morte di papa Martino I durante l'esilio in Crimea. L'uccisione, imputata al suo volere, dell'amato fratello minore Teodosio nel 660, incrementò ancor di più l'astio contro Costante. A Costantinopoli. Potrebbe essere quindi che egli vagheggiasse di ricominciare una nuova vita in Occidente e ritenesse, negando totalmente la realtà, di incontrare maggior favore in Sicilia che a Costantinopoli.

Egli chiese alla mogie e ai figli di raggiungerlo, ma questi furono fermati dall'opposizione dei governatori della capotale. Così Costante fu tagliato fuori in modo definitivo. Non si ostinò a fare ritorno a Costantinopoli, ma continuò il suo soggiorno in Sicilia. Anche se fosse vissuto più a lungo non avrebbe più potuto esercitare alcuna influenza sul corso politico dell'impero. Il temporaneo spostamento della residenza imperiale in Occidente rimase un episodio senza conseguenze.»

 

costante II xx nummi dir.jpg

xx nummi costante II rovescio.jpg

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Riguardo l'arrivo a Roma; ( Fonte :sempre http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/storia-e-identita/storia-antica-e-di-roma/2930-costante-ii-in-italia)

"Campidoglio, le terme, l'Anfiteatro di Tito, il Pantheon, il tempio di Venere e di Roma, le colonne degli imperatori, il foro della Pace, il teatro di Pompeo, l'Odeon, lo stadio di Domiziano e, specialmente, il foro di Traiano. Dopo trecento e sei anni di una storia piena di avvenimenti, in parte spaventosi, un imperatore romano stava nuovamente innanzi a quei monumenti: la sua barbara ignoranza avrà appena conosciuto qualcuno di quei nomi di cui s'era impadronita la leggenda, poiché gli studiosi di antichità della città di allora, se anche qualcuno di essi lo avrà accompagnato, erano incapaci di illustrarli con la parola erudita di Cassiodoro.  I tre secoli, Roma s'era trasformata come una crisalide. Il tempio di Giove era rovinato da molto tempo; abbandonate e cadute erano le terme; le fontane non gettavano più una goccia d'acqua; l'erba cresceva folta nell'anfiteatro e le sue mura crollavano. Una piccola parte del palazzo imperiale  serviva di dimora, rovinato il resto; il foro della Pace e tutti gli altri fori, seminati di ruderi o deserti;  solo la colonna del foro di Traiano, come quella di Marc'Aurelio, si ergeva maestosamente tranquilla tra templi vacillanti e biblioteche vuote, dove qua e là, contro la caduta e l'oblio, lottava ancora qualche statua annerita di qualche genio greco o romano.  Circo e teatri, da molto tempo curvati sotto il peso dell'età, erano in piena decadenza; il gran tempio di Venere e di Roma, che solo recentemente era stato scoperchiato del suo tetto, era precipitato a metà.  E dovunque si posava lo sguardo tra i monumenti cadenti per vecchiaia, si vedevano chiese fatte coi materiali di quelli, o conventi che si addossavano ad essi, oppure infine  templi cambiati in chiese. Dovunque, Roma era sopravvissuta alla trasformazione ed alla trasposizione dei suoi monumenti,  vedendosi ora templi mutati in basiliche, e marmi e colonne e architravi divelti dagli edifici per ornare chiese vicine o lontane.

Una duplice Roma perciò si mostrava agli occhi di Costante:  una antica ed una nuova, come accade ancora oggi.  E, come oggi, l'anfiteatro di Tito era il centro dell'antica Roma. (…)

È difficile che l'imperatore greco meditasse mestamente sulle sorti della capitale del mondo; e piuttosto, quando con vacua e rapida curiosità faceva correre lo sguardo sui ruderi di Roma, roba sua, trovava che restavano ancora degli oggetti per appagare la sua cupidigia. Parecchie statue, di bronzo, si ergevano ancora nelle vie e nelle piazze, come le aveva già viste Procopio, e può darsi che i bizantini, i quali andavano in giro frugando,  le cercassero avidamente anche nei templi chiusi. Il pontefice mostrava al suo ospite il Pantheon, dono imperiale fatto alla Chiesa; Costante ne vide il tetto di bronzo dorato sfavillare sotto i raggi del sole , e, senza che lo trattenesse il rispetto alla Vergine e a tutti quanti i martiri,  ordinò che sul suo naviglio si caricassero quelle tegole preziosissime.  A malincuore risparmiò i quadrelli dorati che ricoprivano il tetto di S. Pietro, poiché impediva di strapparli la santità della basilica oppure il timore di far sollevare i romani. Dodici giorni soli dimorò Costante a Roma, e tanto bastò perché la città  fosse derubata de' suo ultimi tesori antichi di bronzo, fino ai più piccoli avanzi. La splendida statua equestre di marco Aurelio, in bronzo dorato,  sfuggì solo come per miracolo all'avidità del predone bizantino. (…)

Nel giorno della sua partenza l'imperatore volle assistere ancora una volta alla messa sulla tomba dell'apostolo; poi, accomiatatosi dal papa, veleggiò col suo bottino per Napoli. Ma né egli né Costantinopoli dovevano godere del saccheggio di Roma.  Nell'antica Siracusa - dove Costante aveva fissato la sua dimora nell'isola Ortigia, in cui accumulava il danaro spremuto, con balzelli, dalla Sicilia,  dalle Calabrie, dall'Africa e dalla Sardegna, e dove ammassava perfino gli arredi  d'altare delle chiese - quattro anni dopo era ucciso, mentre era nel bagno; uno schiavo gagliardo gli rompeva il cranio con un vaso di bronzo. I capolavori artistici di Roma, deposti nella città isolana, cadevano subito dopo nelle mani dei Saraceni, allorché essi conquistarono Siracusa.» ( Ferdinand Gregorovius, «Storia della città di Roma nel Medioevo» (titolo originale: «Geschichte  der Stadt Rom in Mittelalter», traduzione a cura di Luigi Trompeo, casa Editrice Fratelli Melita, 1988, vol., 2, pp. 179-85):

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Di storia bizantina non ne so niente, per cui, utilizzo questi meravigliosi scritti che ho ripreso integralmente.

Pertanto, risulta accertato il passaggio di Costante II per Napoli e di emissioni a suo nome. 

La moneta che posto è reduce da un trattamento del cancro del bronzo, pertanto ha vissuto giorni migliori.

D'altro canto è un R4 con al diritto busto  frontale imberbe di Costante II; ed al rovescio grandi XX sopra una croce ed unite all'estremità, in esergo sigla della zecca Ne

Non potevo non prenderla, credo.

Sauti Eliodoro

 

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10 ore fa, eliodoro dice:

Di storia bizantina non ne so niente, per cui, utilizzo questi meravigliosi scritti che ho ripreso integralmente.

Pertanto, risulta accertato il passaggio di Costante II per Napoli e di emissioni a suo nome. 

La moneta che posto è reduce da un trattamento del cancro del bronzo, pertanto ha vissuto giorni migliori.

D'altro canto è un R4 con al diritto busto  frontale imberbe di Costante II; ed al rovescio grandi XX sopra una croce ed unite all'estremità, in esergo sigla della zecca Ne

Non potevo non prenderla, credo.

Sauti Eliodoro

 

Buonasera, complimenti @eliodoro, bella moneta, piena di Storia, interessanti le monete bizantine, anche se ne ho una sola, non disdegnerei qualche altro pezzo dovessi incontrare sulla mia strada, a volte ho trascurato queste monete che si pongono tra le romane e le medioevali/moderne. Ma le sto rivalutando.

Saluti 

Alberto 

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Ciao @eliodoro, complimenti vivissimi per una moneta bellissima ed importantissima, nonostante gli evidenti segni lasciati dall'attacco del cancro del bronzo. Hai fatto più che bene, secondo me, a metterla in collezione: anzi, abbine particolare cura perché si tratta di un vero e proprio "monumento" della storia (non solo numismatica) napoletana! 
Dal punto di vista numismatico, questa moneta è stata trattata inizialmente da Arthur Sambon.  Nel suo lavoro Le monete del Ducato napoletano, in RIN 1890, a p. 447, egli già datava queste emissioni tra il 661 ed il 662 e le collegava all'avvento di Costante II a Napoli per la sua guerra contro i Longobardi dell'Italia meridionale. Inoltre, metteva in relazione l'emissione di queste monete con l'ascesa, in quegli stessi anni, del primo duca bizantino di Napoli, Basilio, rimasto in carica fino al 666. In un secondo momento, nella sua celebre opera Recueil des monnaies médiévales du Sud de l'Italie avant la domination des Normands (Paris 1919), a p. 69 il Sambon affermava che i duchi di Napoli, ben presto abbandonati a loro stessi a causa della partenza dell'imperatore dalla città, conferirono a queste monete un carattere quasi autonomo, eliminando ogni traccia dell'eventuale legenda che recavano al D/ e che conteneva il nome imperiale. All'interno di questo libro, la tua moneta è descritta a p. 70, n° 161. Ti allego, per completezza, anche il disegno che vi appare.  

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Le cose invece sembrano cambiare con gli studi più recenti. Philip Grierson, nel suo Catalogue of the Byzantine Coins in the Dumbarton Oaks Collection and in the Whittemore Collection, Vol. II, parte 2, Washington 1993 (seconda edizione, da ora in poi abbreviato in DOC II/2), a p. 500, n° 186.1 e 186.2, assegna a Costante II per la zecca di Napoli solamente i mezzi follis del tipo Pannuti-Riccio, p. 2, n° 2, dove l'imperatore è raffigurato con una lunga barba. Gli altri tipi, dove il ritratto imperiale è imberbe o ha solo qualche accenno di barba (tipo CNI XIX, tav. I, n° 2-3), sono invece assegnati a Costantino IV (668-685) e si trovano classificati in: DOC II/2, p. 563, n° 79 bis; Pannuti-Riccio, p. 2, n° 1 (che lo attribuisce erroneamente a Costante II) e Sear, p. 211, n° 1231 (che già nel 1974 lo dava correttamente a Costantino IV, seguendo ciò che veniva pubblicato nella prima edizione del DOC II/2 risalente al 1968). Di seguito, ti mostro l'immagine di un altro esemplare simile apparso presso CNG 84, lotto 1626: 
34278759_sb12311.jpg.e76a7f27dc149b37e9311f26288f8b12.jpg
Quindi, la tua moneta andrebbe assegnata a Costantino IV e non a Costante II. Descrivendola (tra parentesi quadre inserisco le lettere che non si leggono sulla tua moneta, almeno stando alla foto che non è proprio messa a fuoco): 
D/ [C] O C - [O]. Bust facing, beardless, wearing chlamys and crown with cross. In right hand, globus cruciger.
R/ XX. In exergue, N:Greek_epsilon:.
I riferimenti bibliografici li trovi citati sopra. Spero di esserti stato d'aiuto e di aver fatto un po' di chiarezza in una monetazione che non è sempre facile da seguire ed analizzare. ^_^


 

Modificato da Caio Ottavio
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Mi unisco agli apprezzamenti di @Caio Ottavio sull'importante acquisizione, le monete del Ducato di Napoli sono piuttosto rare e difficili a trovarsi in commercio, al contempo sono pezzi fondamentali di una storia napoletana in gran parte sconosciuta o ignorata eppure di enorme estensione, praticamente dalla riconquista Giustinianea all'annessione nel Regno di Sicilia di Ruggero II, oltre seicento anni di storia di cui si sa molto poco e le cui monete sono tra le pochissime vestigia rimaste, dei piccoli preziosi monumenti... per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento a tutto tondo, dal punto di vista archeologico, storico, economico e numismatico suggerisco la seguente opera scaricabile qui:

https://www.academia.edu/1372659/Naples_from_Roman_Town_to_City-State_an_archaeological_perspective

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1 ora fa, Caio Ottavio dice:

Ciao @eliodoro, complimenti vivissimi per una moneta bellissima ed importantissima, nonostante gli evidenti segni lasciati dall'attacco del cancro del bronzo. Hai fatto più che bene, secondo me, a metterla in collezione: anzi, abbine particolare cura perché si tratta di un vero e proprio "monumento" della storia (non solo numismatica) napoletana! 
Dal punto di vista numismatico, questa moneta è stata trattata inizialmente da Arthur Sambon.  Nel suo lavoro Le monete del Ducato napoletano, in RIN 1890, a p. 447, egli già datava queste emissioni tra il 661 ed il 662 e le collegava all'avvento di Costante II a Napoli per la sua guerra contro i Longobardi dell'Italia meridionale. Inoltre, metteva in relazione l'emissione di queste monete con l'ascesa, in quegli stessi anni, del primo duca bizantino di Napoli, Basilio, rimasto in carica fino al 666. In un secondo momento, nella sua celebre opera Recueil des monnaies médiévales du Sud de l'Italie avant la domination des Normands (Paris 1919), a p. 69 il Sambon affermava che i duchi di Napoli, ben presto abbandonati a loro stessi a causa della partenza dell'imperatore dalla città, conferirono a queste monete un carattere quasi autonomo, eliminando ogni traccia dell'eventuale legenda che recavano al D/ e che conteneva il nome imperiale. All'interno di questo libro, la tua moneta è descritta a p. 70, n° 161. Ti allego, per completezza, anche il disegno che vi appare.  

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Le cose invece sembrano cambiare con gli studi più recenti. Philip Grierson, nel suo Catalogue of the Byzantine Coins in the Dumbarton Oaks Collection and in the Whittemore Collection, Vol. II, parte 2, Washington 1993 (seconda edizione, da ora in poi abbreviato in DOC II/2), a p. 500, n° 186.1 e 186.2, assegna a Costante II per la zecca di Napoli solamente i mezzi follis del tipo Pannuti-Riccio, p. 2, n° 2, dove l'imperatore è raffigurato con una lunga barba. Gli altri tipi, dove il ritratto imperiale è imberbe o ha solo qualche accenno di barba (tipo CNI XIX, tav. I, n° 2-3), sono invece assegnati a Costantino IV (668-685) e si trovano classificati in: DOC II/2, p. 563, n° 79 bis; Pannuti-Riccio, p. 2, n° 1 (che lo attribuisce erroneamente a Costante II) e Sear, p. 211, n° 1231 (che già nel 1974 lo dava correttamente a Costantino IV, seguendo ciò che veniva pubblicato nella prima edizione del DOC II/2 risalente al 1968). Di seguito, ti mostro l'immagine di un altro esemplare simile apparso presso CNG 84, lotto 1626: 
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Quindi, la tua moneta andrebbe assegnata a Costantino IV e non a Costante II. Descrivendola (tra parentesi quadre inserisco le lettere che non si leggono sulla tua moneta, almeno stando alla foto che non è proprio messa a fuoco): 
D/ [C] O C - [O]. Bust facing, beardless, wearing chlamys and crown with cross. In right hand, globus cruciger.
R/ XX. In exergue, N:Greek_epsilon:.
I riferimenti bibliografici li trovi citati sopra. Spero di esserti stato d'aiuto e di aver fatto un po' di chiarezza in una monetazione che non è sempre facile da seguire ed analizzare. ^_^


 

Grazie Raffaele, intervento molto interessante e, al solito, ben argomentato. Ben venga Costantino Iv. Aggiungo nuove foto. Grazie @talpa stasera leggo il. Testo che hai consigliato

IMG_20190922_092217.jpg

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Il 25/9/2019 alle 19:36, eliodoro dice:

Ne approfitto, posto il xx nummi di napoli di costantino iv, passata in una recente asta. Che ne pensate del raffronto? 

Sono sempre più convinto che hai fatto bene a mettere questo esemplare in collezione: non sono monete che si vedono tutti i giorni. :good:
Ti ricordi per caso di quale asta si tratta oppure potresti indicare il link? 
Per arricchire la discussione di immagini (vista la rarità della moneta non fa mai male), mostro la foto di un altro esemplare esitato nell' ottobre 1994 nella seconda parte della celebre asta 52 di NAC & Spink Taisei di Zurigo (p. 19, n° 1131 del catalogo, data in conservazione qBB. Peccato non sia indicato il peso).   
const.thumb.jpg.94f4ab4720a04330f3d79c27adc459ab.jpg
Noto una certa affinità di conio tra questa ex NAC - Spink Taisei con quella più volte postata che indico qui di seguito per un confronto: probabilmente, si potrebbe ipotizzare che entrambe le monete provengano dalla stessa coppia di conii. 
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Modificato da Caio Ottavio
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12 ore fa, Caio Ottavio dice:

Sono sempre più convinto che hai fatto bene a mettere questo esemplare in collezione: non sono monete che si vedono tutti i giorni. :good:
Ti ricordi per caso di quale asta si tratta oppure potresti indicare il link? 
Per arricchire la discussione di immagini (vista la rarità della moneta non fa mai male), mostro la foto di un altro esemplare esitato nell' ottobre 1994 nella seconda parte della celebre asta 52 di NAC & Spink Taisei di Zurigo (p. 19, n° 1131 del catalogo, data in conservazione qBB. Peccato non sia indicato il peso).   
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Noto una certa affinità di conio tra questa ex NAC - Spink Taisei con quella più volte postata che indico qui di seguito per un confronto: probabilmente, si potrebbe ipotizzare che entrambe le monete provengano dalla stessa coppia di conii. 
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Ciao Raffaele, 

Asta n. 35 Stephen Album Rare Coins:

Seppur la ritrattistica bizantina sia molto poco probante per l'attribuzione di una moneta  ad un Imperatore, sembrerebbero tre diversi busti . Vediamo pure Cosa ne pensa Alain @poemenius, che è tornato credo ( spero!) 

Gli studiosi stranieri sulla monetazione bizantina di Napoli, non mi sembra siano particolarmente attendibili.

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Il tema é complesso. Ma forse meno di quello dei busri romani. 

Non voglio banalizzare, ma scrivendo in poche righe.... I busti certi di costante II sono barbuti con lunga barba

I bronzi di Giustiniano II, plausibilmente suoi, sono spesso ritagliati e non tondi

Gli altri come quelli postati sono probabilmente di Costantino iv

Che vi siano diverse emissioni con piccole variazioni stilistiche mi pare possibile, ma difficile é metterle in ordine perché non è detto seguissero le variazioni orientali, e se si, con quale ritardo

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30 minuti fa, Poemenius dice:

Il tema é complesso. Ma forse meno di quello dei busri romani. 

Non voglio banalizzare, ma scrivendo in poche righe.... I busti certi di costante II sono barbuti con lunga barba

I bronzi di Giustiniano II, plausibilmente suoi, sono spesso ritagliati e non tondi

Gli altri come quelli postati sono probabilmente di Costantino iv

Che vi siano diverse emissioni con piccole variazioni stilistiche mi pare possibile, ma difficile é metterle in ordine perché non è detto seguissero le variazioni orientali, e se si, con quale ritardo

Ciao @Poemenius, mi fa piacere rileggerti. ? Grazie per aver fatto il punto della situazione, con il quale mi ritrovo pienamente perché rispecchia in sintesi le nostre attuali conoscenze sulla monetazione bizantina napoletana (basandosi anche su quanto scritto in DOC). 

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Io credo che le due monetazioni sulle quali c'è ancora molto da dire sono appunto quella bizantina e quella longobarda. Molto si è scritto ma molte cose restano da chiarire.

Ben ritrovato a @Poemenius

Modificato da Liutprand
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5 ore fa, eliodoro dice:

Discussione molto interessante,  faccio la parte dell'avvocato del diavolo; è sufficiente attribuire una moneta per la presenza della barba o attribuire una moneta ad una zecca per la presenza di una stella? 

detta così sembra una cosa da alchimisti… la verità è che basta in alcuni casi e non basta in altri… quindi non si può appiattire, dipende da una letteratura che ci sta dietro che può essere più o meno esaustiva...

l'analisi comparativa sullo stile, è poi oggetto del tuo post successivo… questa è una pratica da perseguire con estrema attenzione, raramente e solo quando ragionevolmente si può fare….

diversamente è solo un bizzarro gioco che porta a conclusioni aberranti… soprattutto se condotto senza motivo tra zecche differenti

come ho scritto su un articolo che uscirà a breve….

" È evidente che se questo metodo fosse di per sé sufficiente, nulla ci impedirebbe di riclassificare il dodecanummium in Fig 3 a sinistra, la cui coniazione avvenne certamente intorno al 618-630[1] ad Alessandria, spostandone la produzione durante il regno di Giustiniano I (527-565) e presso la zecca di Antiochia.


[1] Foss 2008, pp. 92-94.

 

fig 3 a.jpg

fig 3 b.jpg

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15 minuti fa, Poemenius dice:

detta così sembra una cosa da alchimisti… la verità è che basta in alcuni casi e non basta in altri… quindi non si può appiattire, dipende da una letteratura che ci sta dietro che può essere più o meno esaustiva...

l'analisi comparativa sullo stile, è poi oggetto del tuo post successivo… questa è una pratica da perseguire con estrema attenzione, raramente e solo quando ragionevolmente si può fare….

diversamente è solo un bizzarro gioco che porta a conclusioni aberranti… soprattutto se condotto senza motivo tra zecche differenti

come ho scritto su un articolo che uscirà a breve….

" È evidente che se questo metodo fosse di per sé sufficiente, nulla ci impedirebbe di riclassificare il dodecanummium in Fig 3 a sinistra, la cui coniazione avvenne certamente intorno al 618-630[1] ad Alessandria, spostandone la produzione durante il regno di Giustiniano I (527-565) e presso la zecca di Antiochia.


[1] Foss 2008, pp. 92-94.

 

 

fig 3 a.jpg

fig 3 b.jpg

Il paradosso è appunto questo non sappiamo per Napoli, per mancanza di monete con legenda, a chi attribuire cosa. Il Sear attribuisce sulla base della presenza o meno della barba, il mezzo follis a Costante II o a Costantino IV. A Siracusa Costante viene rappresentato imberbe, per cui perché escludere che Napoli possa aver coniato il 

XX nummi con Costante Imberbe o con barba rada? 

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per esempio perché tra le possibilità c'è quella che l'avvio della monetazione a Napoli sia figlia dell'adventus dell'imperatore, avvenuto nella fase finale del suo regno quando ormai quella figura con barba era già sdoganata...

è quindi probabile che le monete imberbi tra quelle di costante e quelle di Giustiniano siano di Costantino IV

diversamente bisogna anticipare l'emissione napoletana, oppure bisognerebbe disporre di stratigrafie chiaramente pre Costantino IV (difficilissimo)

in mancanza, viso che in Italia la numismatica archeologica fatica ad imporsi su quella tipologica, possiamo solo andare a ragionare sui fatti…. apparentemente mi pare logico che le emissioni a Napoli siano iniziate verso la fine del regno ci Costante II le cui monete sono molto rare (con barba)

altrimenti dovrei postulare che alle monete relativamente comuni imberbi sia seguita una emissione rara con barba e dopo uno iato, l'emissione di Giustiniano II.

impossibile...no … ma l'economia del ragionamento mi pare meno stabile dell'altra...

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PS … tra l'altro, le emissioni a Siracusa iniziano molto prima….e questo è un dato… sull'avvio a Napoli non c'è certezza… quindi a mio avviso la monetazione di Siracusa non può in nessun caso essere messa a premessa maggiore di qualsivoglia sillogismo circa le emissioni di bronzi Napoletani...

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7 ore fa, Poemenius dice:

in favore di chi conosce meno, posto un Costante II barbuto per Napoli

saluti

costante II napoli 2,31 g 18 mm 6 h berlin 18244929.jpg

Quindi, riprendendo anche gli scritti di Alberto D'andrea, questa sarebbe la prima Bizantina coniata a Napoli (forse di zecca itinerante) intorno al 662, con Costante barbuto e maturo. Poi avremmo i xx nummi di Costantino Iv, con l'imperatore imberbe e tondello tondo; infine due tipologie di XX di Giustiniano II, di cui uno con legenda, e con tondelli quadrati dovuti ad un uso rozzo delle cesoie. Ci siamo? 

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7 ore fa, numa numa dice:

Eliodoro da che asta proviene il primo esemplare del tuo messaggio #9? 

Ciao Numa Numa, Asta 35/Day 1, lotto 566  Stephen Album Rare Coins, partiva da 280 dollari ha chiuso a 2400 se non ricordo male

https://www.sixbid.com/en/stephen-album-rare-coins/6366/ancient-roman-byzantine/5311113/byzantine-empire-constantine-iv-pogonatus?term=naples&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&auctionSessions=

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