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LA MONETA RACCONTA...


giuseppe ballauri

Risposte migliori

Ciao Alberto, ti ringrazio per le tue parole sempre gentili ed empatiche. Mi fa piacere che abbiamo una nonna Assunta in comune. Dalle mie parti è un nome piuttosto raro ( forse più diffuso nel Sud ), Nacque il 15 Agosto del 1898 e come vuoi chiamarla ? Per tutti era "Nonna Sunta". 

Ti ringrazio per gli Auguri, sia per la Salute, sia per le Feste. 

Comunque ci sentiamo ancora. Ciao, un abbraccio Beppe 

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48 minuti fa, giuseppe ballauri dice:

CICCI' ED IL REGALO DI NATALE

PREMESSA:

Ciccì era cambiato. Quell'uomo elegante, con i baffetti da sparviero, i capelli neri ed impomatati con la Brillantina Linetti, era improvvisamente invecchiato e sembrava un clochard. Barba di una settimana, capelli arruffati e quel sentore di Acqua di Colonia sostituiti da effluvi di sudore non proprio gradevoli. Nel quartiere tutti sapevano il motivo e cercavano di aiutarlo perchè era veramente una brava persona: chi lo invitava a pranzo, chi gli lavava la biancheria, chi cercava di distogliere quegli occhi fissi e lontani con battute spiritose.

La luce si era spenta qualche mese prima, quando aveva trovato l'anziana Netina, governante, nonna e mamma adottiva, riversa sul letto, con il rosario in mano e gli occhi cerulei e spenti rivolti al cielo.

 

L'arrivo di Rosita, che aveva affittato l'alloggio della povera Netina, ebbe lo stesso effetto della mitica “Bocca di Rosa” nel paesino di Sant'Ilario. Era lo stereotipo della vera spagnola: capelli lunghi e scuri, formosa e piena di vita, dotata anche di una simpatia debordante. Naturalmente tutte le donne del vicinato diventarono sue nemiche irriducibili e le voci, dapprima sussurri, divennero un fiume in piena. L'attività ufficiale di Rosita era quella di cuoca in una trattoria della zona, quella a tempo perso sarta, quella notturna era avere un certo movimento di uomini nella sua abitazione... Fumava con eleganza e assiduamente sigarette americane “Astor” e quindi era sovente nella nostra Tabaccheria, allietando con la propria “verve” i vari clienti che, con la scusa di dover compilare la schedina del Totocalcio, erano ormai diventati stanziali e aspettavano sempre la sua apparizione.

Mia mamma comprese che la Rosita si stava “allargando” perchè sovente portava dei piatti prelibati e chiamava mio padre “Baffetto”. Risultato: piatti prelibati nell'immondizia e mio padre relegato nel retrobottega non appena la Rosita usciva di casa.

Per Ciccì, la Rosita fu il miglior ricostituente. Ritornò più vivo e splendente di prima. Si era innamorato pazzamente. Nonostante i vari tentativi di “farlo ragionare”, niente da fare, Ciccì era un caso disperato, in quanto aveva deciso di fidanzarsi con Rosita. Il periodo era favorevole, mancava poco al Natale...quindi era inevitabile una puntata nell'Orificeria di “Rotella” per comperare un anello. “Rotella” era un numismatico, chiamato così perchè se gli portavi un orologio da riparare, lo guardava con la lente, lo scuoteva e invariabilmente diceva: “ Si è rotta una rotella!” Mio padre gli aveva spiegato il “caso umano” e gli aveva riferito che Ciccì ultimamente collezionava marenghi e quindi...tutto era pronto. Primo vassoio con anelli con diamante, secondo vassoio anelli con zirconi. Ciccì era completamente nel pallone. Quelli con diamante troppo cari, quelli con zirconi troppo da poveracci. “Rotella” tirò su il sopracciglio e fece un cenno a mio padre: “Poca roba, qualche moneta, qualche MARENGO (alzando la voce)...vieni nel retro! “ Ciccì abboccò come una trota all'amo. Nel vassoio vi era un florilegio di marenghi, tra i quali uno molto bello di Carlo Felice. Nella mente di Ciccì qualcosa si sbloccò. Comperò il Carlo Felice e poi...essendo quasi in bolletta, l'anello con lo zircone!

Rosita non prese molto bene il regalino, il fidanzamento andò a monte e Ciccì ritornò in depressione.

 

EPILOGO: Poco tempo dopo Ciccì, che era molto scaramantico, disse a mio papà che la moneta gli portava sfortuna e che se la voleva, gliela la cedeva al prezzo di costo. Conservava i marenghi a mollo in un vasetto di ceramica con fiori di plastica. Era un'altarino con alle spalle l'effige della Madonna, talismano adatto ( diceva lui) a tenere alla larga i ladri.

E' cosi che la moneta è finita nella raccolta di famiglia.

La Rosita sparì improvvisamente nottetempo. Qualcuno disse che aveva fatto innamorare un imprenditore che la portò con lui in una villa sul Lago di Como, altri che aveva perso la testa per un saltimbanco del Circo che sostò qualche giorno nel nostro Paese.

Sicuramente lasciò molti rimpianti in quelle persone che mai avevano pensato di trovare “il Paradiso al primo piano” e grandi sospiri di sollievo “delle cagnette a cui aveva sottratto l'osso “.

( Grande Faber un modesto tributo nel ventennale della tua morte, da chi ti ha amato e ti considera il più grande poeta dei nostri giorni )

Questa è la moneta:

Buon Anno a Tutti!

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Complimenti veramente, una storia vera e che racconta come non mai una moneta ! 

Era da tempo che non leggevo un post cosi’ !

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Buonasera, Beppe @giuseppe ballauri, ci hai regalato un altro bel racconto, un'altro spaccato del tuo vissuto e delle tue monete, provo a partecipare anche io a questa bella e interessante discussione, come in tutti i racconti, c'è un imprescindibile intreccio tra realtà, fantasia e emozioni. Il tutto inizia nel marzo 1796 - due mesi prima che Ferdinando cominciasse a scrivere il suo Diario - Napoleone intraprese la campagna d'Italia. Il regno di Napoli - oscillante tra velleitari propositi di offesa e disperali rimedi di difesa - si arma, provvede alla leva, raduna volontari. Ferdinando si reca in Terra di Lavoro ed in Abruzzo ad ispezionare, talvolta con la moglie, gli accantonamenti delle truppe ed i preparativi bellici; ma nello stesso tempo cerca la pace con Napoleone. Quando questa sarà faticosamente conclusa, il sovrano potrà occuparsi quasi esclusivamente della caccia e della pesca, di S. Leucio e di altri svaghi, tutte cose del resto alle quali non rinunzia neppure nei momenti più gravi. E potrà anche recarsi in Puglia per il matrimonio del primogenito Francesco, percorrendo in largo ed in lungo per qualche mese quella contrada. Ma l'occupazione francese di Roma torna a turbare la tranquillità del Re; finché si arriva alla breve ed ingloriosa campagna di Roma del 1798, alla facile rotta dell'armata napoletana, alla fuga dello stesso Ferdinando da Roma a Napoli e poi da Napoli a Palermo. Ed è proprio qui che entra in scena una moneta d'argento da 20 grana, era in una delle tasche della sella del cavallo di Ferdinando IV, in tutto quel trambusto era rimasta dimenticata lì per quasi 2 anni, ma eccola cadere sulla banchina del porto e scivolare tra i piedi degli affaccendati inservienti che in fretta e furia caricavano sulla nave gli effetti personali e i bagagli del Sovrano. 

Uno scugnizzo la vede luccicare e quasi non credendo ai suoi occhi si china e la raccoglie facendola sparire tra le sue logore vesti, non senza essersi guardato intorno per vedere e capire chi l'avesse persa o la reclamasse.

Solo a tarda sera la metterà orgogliosamente tra le mani della mamma sapendo che servirà a sfamare lui e i suoi 7 fratellini.. ? 

In questo modo la moneta passerà di mano in mano per quasi due secoli fino ad arrivare dimenticata in un vecchio cassetto di un vecchio mobile da un vecchio rigattiere,  per poi saltare fuori al momento di un restauro del mobile, altro passaggio di mano fino ad arrivare negli anni 90 del XXI secolo su una bancarella di un mercatino numismatico a Napoli e da lì magicamente nella Collezione Litra68. 

 

Saluti 

Alberto 

 

 

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Ciao Alberto,

bella storia! Sono contento che qualcuno apra i cassettini della memoria e lasci raccontare la moneta. Spero che il tuo esempio sarà seguito da molti e sarà un piacere leggere le varie storie. 

Ciao e Buon Anno

Beppe 

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Straordinario Giuseppe, grazie! per restituire quella dimensione umana alla moneta, di quante storie umane è impregnata, occorre che ce lo ricordiamo sempre. La moneta, con tutte le sue sfaccettature, anche tecniche, secondo me è un pretesto per parlare di Storia, di storie di uomini, e tu devi essere un uomo davvero in gamba se mi permetti...Sinceri auguri per la tua salute, Un abbraccio, a rileggersi! :bandit:

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Buonasera a tutti, stasera a raccontarsi è una minuscola monetina d'argento Collezione  Litra68. Intanto riporto ciò che sono riuscito a trovare sul web per catalogarla. NazioneSvedese Livonia (Occupazione di Riga) 

reCarlo XI ( 1660-1697 )
Genere Moneta a circolazione standard
Anni1660-1665
Valore1 Schilling (Solidus / Silins) = 1/48 Thaler (1/48)

 

Monogramma incoronato circondato dalla leggenda.

Scritte:
CAROLVS · DEO · G · REX · S ·
CR

Traduzione:
Carolus Dei Gratia Rex Sveciae
Carl, con la grazia di Dio, re di Svezia

Ma chi era Carlo XI?

 

Carlo XI (V) di Svezia (Stoccolma, 4 dicembre 1655[1] – Stoccolma, 5 aprile 1697 fu re di Svezia dal 1660 fino alla sua morte. Era l'unico figlio di Carlo X Gustavo di Svezia e di Edvige Eleonora di Holstein-Gottorp.

Suo padre morì quando Carlo aveva appena cinque anni e pertanto egli venne educato dai suoi tutori sino alla sua incoronazione all'età di diciassette anni. Poco dopo, egli venne forzato ad una spedizione militare per assicurare i domini recentemente acquisiti in Danimarca nella Guerra di Scania. Dopo aver respinto l'offensiva danese, egli tornò a Stoccolma e si dedicò a risanare la situazione politica, economica e finanziaria dello stato, assicurando pace alla Svezia per i successivi vent'anni del suo regno. I cambiamenti nell'ambito della finanza, del commercio, della marina nazionale e degli armamenti di terra, nella procedura giudiziaria, nel governo della chiesa e dell'educazione furono i punti cardine della sua politica.

La Livonia Svedese, che costituiva la parte meridionale dell'Estonia e la parte settentrionale della Lettonia, rappresentò la conquista di quasi tutta quella che era la Livonia posseduta dalla Confederazione Polacco-Lituana, conquista che fu completata nel 1629.

Anche se la Livonia e la città di Riga erano sotto controllo svedese, il territorio non fu formalmente ceduto fino al Trattato di Oliva del 1660, con cui la parte minore della regione, mantenuta dalla Confederazione Polacco-Lituana, fu chiamata Inflantia.

L'Impero svedese cedette la Livonia all'Impero russo con il Trattato di Nystad nel 1721.

Per capire come la moneta sia giunta a me è necessario riportare anche.. 

 

Cristina di Svezia, o Cristina Alessandra Maria, dopo la conversione al Cattolicesimo, (Stoccolma, 18 dicembre 1626 – Roma, 19 aprile 1689), è stata regina di Svezia dal 1632, ma con pieni poteri solo dal 1650, fino all'abdicazione avvenuta nel 1654.

Figlia di re Gustavo II Adolfo di Svezia e della regina Maria Eleonora del Brandeburgo, succedette sul trono all'età di sei anni dopo la prematura scomparsa del genitore. Educata dal potente Alto Cancelliere di Svezia Axel Oxenstierna e figlia di uno dei massimi difensori del protestantesimo durante la Guerra dei trent'anni, suscitò grande scandalo quando nel 1654, nel pieno di una profondissima crisi religiosa, si convertì al cattolicesimo e abdicò in favore del cugino Carlo Gustavo che divenne re Carlo X. Temendo le reazioni e le vendette dei protestanti lasciò subito la Svezia per trascorrere il resto della sua esistenza in vari Paesi d'Europa stabilendosi poi definitivamente a Roma dove si occupò di opere caritatevoli, di arte, musica e teatro in un movimento culturale che, dopo la sua morte, portò alla fondazione dell'Accademia dell'Arcadia nel 1690.

La monetina in questione faceva parte del contenuto della borsa portamonete di una cortigiana di Carlo X che negli anni 60 del 1600 era andata in visita alla ex Regina Cristina a Roma portando i saluti del Sovrano suo Cugino. Giunta sul posto, aiutata a portare i bagagli da un inserviente gliene fece dono (era d'argento) insieme ad altre monete. Da lì la monetina è passata di mano in mano, una volta si guardava più al metallo e al peso che al tipo di moneta, infatti è risaputo che in alcune epoche circolavano monete di più tipi nello stesso posto, da Roma poi la monetina è andata in lungo ed in largo per l'Italia arrivando ai giorni nostri e a me. (non vorrei annoiarvi troppo e poi un po' di mistero non guasta).. ? 

Buona notte 

Alberto 

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Supporter

Carissimi @giuseppe ballauri, @Litra68 e @ART

ho letto con coinvolgimento le  storie che avete condiviso con noi. 

Certamente le vostre monete raccontano, ma voi sapete Ascoltarle (la A maiuscola e' voluta) e con i vostri scritti dare loro nuova vita.

Le mie monete non hanno nulla di interessante da raccontare, ma leggendo le vostre parole appassionate, la voglia di raccontare è venuta a me.

Questa e' la storia di Mino e oggi è il suo compleanno.

Buon anno a tutti e buona lettura (spero!).

Stilicho

 

LA STORIA DI MINO

Ciao, mi chiamo Centesimino, ma per chi mi conosce sono Mino.  E questa è la mia storia.

Ricordo bene quando nacqui, dopo una lunga ed estenuante attesa. La definisco tale perché per noi monete non vale la regola della gestazione di nove mesi come per gli esseri umani.

Dunque, era il primo gennaio del 2002 e in Italia vi era un grande fermento. Sappiamo bene come vanno le cose qui da noi: tutte le novità sono accolte sempre con accese e snervanti discussioni. E questo fatto non fece eccezione.

Io ero l’ultimo di otto fratelli, il più piccolo della coniata. Avevo una bella maglietta di colore ramato con un grosso “1” sul davanti e un bel castello turrito sul dietro. Ne andavo fiero:  Ma che bel castello marcondirondirondello! ”, cantavo felice. Ma poi scoprii che un altro mio fratello (il primogenito, quindi, giocoforza, il più autorevole) aveva un grande “1” sulla maglietta. E la sua era anche tutta bella luccicante, di colore oro e argento. Guardai meglio: sulla mia, rispetto alla sua, c’era scritto “cent”….. “Vuoi vedere che sono fake?”, come dicono i giovani d’oggi. Fortunatamente però scoprii che non era così. È che ero il più piccolo e dovevo pagarne lo scotto. E basta.

Il mio primo giretto lo feci nel portafoglio di un giovane di belle speranze, un euroconvinto della prima ora. Costui decise di mettermi subito alla prova. Entrammo in un bar, l’unico aperto in quel paesone di provincia di 7000 anime,  in quel giorno speciale di Capodanno. Ordinò un caffè. Lo bevve velocemente (già lo voleva ristretto, figuratevi…), neanche lo assaporò come faceva di solito, dopo averne aspirato l’aroma caldo e avvolgente.  Infatti, già pregustava  il momento in cui avrebbe dovuto pagare. Facevano 0.83 centesimi. Sentii lui che, con fare incerto, frugava nel taschino del portafogli mettendomi in agitazione. Con movimenti impacciati mi mise sul palmo della mano insieme ad altri miei fratelli e mi consegnò al barista che, dopo aver contato come fa un bambino che impara le operazioni, salutò con ampio e compiacente sorriso. “Benvenuto al mondo”, mi dissi.

Cominciò così la mia avventura. Non fu facile. Passavo rapidamente da una mano ad un portafogli, da una cassa ad una tasca. Dopo un iniziale entusiasmo mi resi amaramente conto (a differenza dei miei fratelli più grandi) di non essere ben accetto. Gli italiani, abituati alle mie antenate Lire (tutte belle corpose e dai grandi tagli, ) cominciarono a guardarmi con sguardo sospettoso. Sentivo tutti dire che erano già stufi di questi piccolini che riempivano solo le tasche e i portafogli di inutile  ferraglia.

Con il tempo scoprii però che la mia famiglia era in realtà molto più grande di quanto pensassi. Infatti, avevo tanti cugini in giro per l’Europa. Avevano tutti la mia stessa maglietta (quella con l’”1”, per intenderci), ma con dietro un disegno diverso. Ma io andavo fiero del mio castello, solido, incrollabile, proprio come mi sentivo io. Era un po’ un paradosso: un castello enorme per un soldino piccolo.

In Europa viaggiavo liberamente, non occorrevano controlli doganali o permessi di soggiorno.

In Europa, anzi,  le cose andavano meglio: mi maneggiavano con più disinvoltura, senza grossi impacci. In Germania erano tutti felici di avermi tra le mani. Nei loro portafogli, a differenza di quelli degli Italiani, scoprii che c’era anche il fior fiore della nobiltà, ovvero i pezzi grossi, tutti vestiti in livree eleganti e colorate.

Una volta, nel mio viaggiare, finii in Grecia. Anche i greci erano un po' come gli italiani (forse addirittura peggio). Anzi, loro erano proprio arrabbiati (per usare un eufemismo). La nobiltà era decaduta, loro si erano impoveriti e minacciavano di uscire dall’euro. Che ne sarebbe stato di loro? Che ne sarebbe stato di noi? Poi fortunatamente (?) intervenne la Germania e tutto si risolse. Della Grecia, guarda caso,  non si parlò più.

Per ovvi motivi ho viaggiato spesso in Italia. È il mio paese, qui sono nato. Ma proprio qui per me la vita è diventata assai complicata. Ormai nessuno ci vuole più, noi piccolini. Non si tratta più di essere stufi. Ormai siamo considerati un vero e proprio impiccio.  Anche in nostri fratelli “2” se la passano male,  esattamente come noi. A stento vengono accettati i “5”, ma loro per ora sono ancora fortunati e la svangano. Tutti i prezzi vengono ormai arrotondati (ovviamente verso l’alto). Quando qualcuno ci presenta ad un commerciante per pagare qualcosa veniamo sistematicamente accolti con una smorfia di disgusto. Anche le banche non ci vogliono più: i cassieri hanno i capelli dritti quando ci vedono arrivare tutti insieme (hai voglia a contarci!). Talvolta facciamo bella vista in una boccia di vetro con su scritto “offerte per i poveri”. Ma cosa se ne faranno i poveri di noi piccolini….mah….

Ora si sa, la natalità in Europa è in calo e con le nuove disposizioni stabilite dai soloni della politica da oggi in poi non si conieranno più nuovi fratelli “1” e “2”. Noi siamo già troppi e di troppo. Piccoli e pure rompi-balle (altro eufemismo). Che ne sarà di noi?

Inoltre,  in Italia ci sono alcuni politici che ci vorrebbero addirittura cacciare fuori tutti: non solo  noi piccoli, ma anche  i più grandi e i nobili pezzi grossi. Come finirà? Mala tempora currunt

Ma torniamo alla mia storia.

Ieri mi trovavo  su una strada affollata del centro di una piccola cittadina, in una gelida e piovosa giornata di inverno, da solo. Volevo parlare con qualcuno, ma non potevo.  Tutti mi calpestavano o mi ignoravano, nessuno mi raccoglieva. La mia maglietta ramata con il suo bell’1 davanti era tutta sporca, un po’ logora in alcuni punti. Mi ha preso la disperazione, avrei voluto piangere. Davvero valgo così poco?

È passato il giorno ed è passata una lunga notte, durante la quale ho pensato e ripensato alla mia amara sorte. Che brutta fine mi si stava prospettando! Rischiavo di finire addirittura in un tombino o in una delle tante buche dell’asfalto causate dalla pioggia incessante o in un angolino sporco e buio.

Per mia fortuna però oggi, su quella strada è passato un bambino. Quando io sono nato lui non esisteva ancora, pensate. Andava a scuola,  spensierato come si può ancora fare a quella età, con passo svelto e deciso, ma con lo sguardo vivido e attento. Ad un tratto un flebile raggio di sole di quel livido mattino mi ha colpito. Il bambino mi ha visto, piccolo e solo sull’asfalto sporco e bagnato. Mi ha raccolto con le sue dita sottili e calde, mi ha girato e rigirato sul palmo della sua mano e  poi, con un rapido e deciso  movimento, mi ha messo in tasca.

Ora ho smesso finalmente di girare; me ne sto al calduccio, in questa bella casetta di legno e velluto rosso, accanto ai miei cugini “1” d’Europa, i coscritti del 2002. Non sento più lamentele, imprecazioni, proteste. Non mi sento più solo. Ma soprattutto sento su di me lo guardo attento e amorevole del mio nuovo amico.

È iniziata una nuova avventura, una nuova vita.

 

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Modificato da Stilicho
ho corretto un errore di battitura
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Grazie Stilicho, il tuo racconto è fantastico, scritto veramente bene e ti trasmette tante emozioni. Complimenti e Ti prego di scrivere un altro racconto. Sarà un piacere leggerti... se arriviamo ad un certo numero potremmo scrivere un libro ?

PS: mi piace il tuo nick Stilicho, perchè rimanda a alla figura di Stilicone, probabilmente l 'ultimo grande Generale dell'Impero Romano. Abito ad una decina di KM da Pollentia ( ora Pollenzo ) dove il Generale sbaragliò i Visigoti nel 402. Voci non confermate dicono che in questa grande pianura, arando i campi siano stati trovati numerosi reperti della Battaglia. Naturalmente non è mai stata organizzata una campagna di scavi ( almeno non risulta dai documenti ufficiali ). 

Ciao Beppe e Buon 2020! 

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35 minuti fa, giuseppe ballauri dice:

Grazie Stilicho, il tuo racconto è fantastico, scritto veramente bene e ti trasmette tante emozioni. Complimenti e Ti prego di scrivere un altro racconto. Sarà un piacere leggerti... se arriviamo ad un certo numero potremmo scrivere un libro ?

PS: mi piace il tuo nick Stilicho, perchè rimanda a alla figura di Stilicone, probabilmente l 'ultimo grande Generale dell'Impero Romano. Abito ad una decina di KM da Pollentia ( ora Pollenzo ) dove il Generale sbaragliò i Visigoti nel 402. Voci non confermate dicono che in questa grande pianura, arando i campi siano stati trovati numerosi reperti della Battaglia. Naturalmente non è mai stata organizzata una campagna di scavi ( almeno non risulta dai documenti ufficiali ). 

Ciao Beppe e Buon 2020! 

Ciao @giuseppe ballauri

il tuo riscontro mi giunge particolarmente gradito, anche perché ho avuto modo, leggendoti, di apprezzare le tue qualità di scrittore capace di esprimere e suscitare sensazioni ed emozioni. Quanto ad un altro racconto….beh, dipende sempre dalla ispirazione del momento. Io, nella mia vita, ho scritto solo due racconti (questo il secondo, per l'appunto), però questo non preclude il fatto che trovi l'idea per un terzo. Non c'è due senza tre, no? Vedremo, dai! Quanto all'idea di raccogliere i racconti in un piccolo libro devo dire che la trovo davvero interessante e da tenere in seria considerazione. Spero vivamente che anche altri amici del forum trovino lo spunto per scrivere qualcosa. 

Quanto al mio nick name, hai ragione. Rimanda proprio alla figura di Stilicone, un personaggio che mi ha sempre affascinato, per la sua anima un po' barbara e un po' romana,  per il suo essere una sorta di "Visconte dimezzato" ante-litteram, al tramonto dell'Impero Romano d'Occidente.

In effetti, quella di Pollenzo fu una grande battaglia e una grande vittoria di Stilicone e penso che quelle voci sui reperti possano essere vere. 

Ciao e Buon Anno.

Nicola, alias Stilicho

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Buongiorno a tutti, piccolo brek tra una portata e l'altra, ne approfitto per rinnovare tanti auguri di buon Anno nuovo a tutti. @Stilicho, bellissimo racconto, complimenti, ti faccio vedere i resti e i ritrovamenti stradali.. ?

Purtroppo ci vorrebbero centinaia di vassoi.. 

Saluti 

Alberto 

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Ciao Alberto, cominciato bene il 2020? 

Ne hai trovati di centesimi sulla strada! Attenzione a non camminare curvo con gli occhi rivolti all'asfalto! I piloni della luce sono bastardi...compaiono improvvisamente e il colpo di testa alla Ronaldo è inevitabile!!! ?

Ciao Beppe 

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35 minuti fa, Litra68 dice:

Buongiorno a tutti, piccolo brek tra una portata e l'altra, ne approfitto per rinnovare tanti auguri di buon Anno nuovo a tutti. @Stilicho, bellissimo racconto, complimenti, ti faccio vedere i resti e i ritrovamenti stradali.. ?

Purtroppo ci vorrebbero centinaia di vassoi.. 

Saluti 

Alberto 

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Ciao @Litra68, quanti  Centesimino che vedo!

Grazie per l'apprezzamento, davvero! E grazie per gli auguri, che ricambio. 

Stilicho

Modificato da Stilicho
Correzione
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@Stilicho , il tuo racconto con la moneta "vivente" mi ricorda quelle scritte da me con protagoniste le banconote (qui ai post #1, #6 e #12, per chi volesse dare un'occhiata  https://www.lamoneta.it/topic/166568-strane-banconote/ ), di cui il secondo è diventato il prologo di una storia più lunga che ho scritto, dove ci sono anche le monete... e dei centesimi che protestano per il disprezzo nei loro confronti da parte di molti.

Comunque io li adoro, mi sono utilissimi per le macchinette del caffè a lavoro, che prendono anche gli 1 e i 2 :D

P.S.

14 ore fa, Stilicho dice:

La nobiltà era decaduta, loro si erano impoveriti e minacciavano di uscire dall’euro.

Questo in realtà non se lo sognavano nemmeno perchè sapevano benissimo che fine avrebbero fatto tornando alla dracma in simili condizioni. Si tenevano stretti i loro centesimi ?

Modificato da ART
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41 minuti fa, ART dice:

il tuo racconto con la moneta "vivente" mi ricorda quelle scritte da me con protagoniste le banconote

Complimenti ART, mi ero perso i tuoi racconti ed adesso che hai postato il link, li ho letto tutti di un fiato! Bellissime storie. Mi piace quando qualcuno apre i cassetti della memoria o della fantasia e scrive di monete/banconote che non sono solo pezzi di metallo o carta bellissimi ed in FDC, ma hanno la loro storia e la raccontano. 

Ciao Beppe 

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58 minuti fa, ART dice:

@Stilicho , il tuo racconto con la moneta "vivente" mi ricorda quelle scritte da me con protagoniste le banconote (qui ai post #1, #5 e #12, per chi volesse dare un'occhiata  https://www.lamoneta.it/topic/166568-strane-banconote/ ), di cui il secondo è diventato il prologo di una storia più lunga che ho scritto, dove ci sono anche le monete... e dei centesimi che protestano per il disprezzo nei loro confronti da parte di molti.

Comunque io li adoro, mi sono utilissimi per le macchinette del caffè a lavoro, che prendono anche gli 1 e i 2 :D

P.S.

Questo in realtà non se lo sognavano nemmeno perchè sapevano benissimo che fine avrebbero fatto tornando alla dracma in simili condizioni. Si tenevano stretti i loro centesimi ?

Ciao @ART

ho letto con molto interesse i tuoi racconti contenuti nella discussione che hai allegato e che sinceramente mi ero perso:pardon:. MI sono piaciuti molto, in particolare quello che parla dell'amore tra Christy e Megan che ho trovato assai originale. Mi ha molto colpito anche quello del dialogo tra le due banconote, in particolare per il ritmo serrato, quasi da scena teatrale come qualcuno ha sottolineato. Quanto allo stile di scrittura, complimenti davvero! Da come leggo ti piace scrivere e devo dire che ti riesce bene. 

Quanto ai soggetti, in effetti, noto alcune somiglianze con il mio racconto: abbiamo avuto la stessa ispirazione;).

Quanto ai distributori di bevande che accettano 1 e 2 centesimi, devo dire che sei fortunato: a me non e' mai capitato:unknw:

Infine, quanto hai detto a proposito della Grecia e' vero, ma a me e' venuto bene così:blush:.

Grazie aver risposto.

Buona serata e ancora Buon Anno da Stilicho

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Questa e’ una discussione che mi emoziona perché vedo qualcosa che ho cercato di trasmettere negli anni soprattutto qui su Lamoneta ma poi un po’ dovunque.

Dal primo post ho pensato che la moneta fosse indubbiamente un aspetto tecnico, economico, storico ma che dietro alle monete ci fossero e ci sono degli uomini.

E non può che essere così, le monete sono fatte da uomini, concepite da uomini, sono state utilizzate da uomini, sono studiate e collezionate da uomini e quindi l’uomo non può col suo io, con le sue emozioni, la sua passione, il suo partecipare e condividere, non essere considerato in numismatica ma anche su mezzi comunicativi come questo.

E sempre parlai qui di emozioni, di fatti, di storie reali connesse al mondo Numismatico, uno spazio delle riflessioni, nel 2012 divenne una raccolta semplice di tutti i post fatti fino a quel periodo che trovate sul web, nella nostra biblioteca o nella mia pagina di Accademia.edu, furono stampate anche un po’ di copie in cartaceo da regalare come sempre ho fatto con tutto per divulgare, seguirono post più impegnativi e fortunati che furono poi pubblicati anche in un mio libro, poi abbandonai un po’ perché sono passati 11 anni e ho scritto tanto, veramente tanto, molto amici oggi non sono più sul forum e hanno abbandonato o vengono qui poco, alcuni non gradiscono questi spazi emozionali e interiori, credo che sbaglino, comunque vi seguo, vi leggo e apprezzo quanto scrivete, tenete alto quanto l’uomo sia importante in ogni ambito della vita, non può che essere così, quindi lasciate correre le emozioni e scrivete, sognate, estrinsecate divulgando questo mondo bellissimo qui o dove riterrete opportuno  ! 

https://www.academia.edu/37481488/ONDE_NUMISMATICHE

?do=download&csrfKey=11cd733522c0742d060https://independent.academia.edu/MLimido

Qui, per chi interessato al genere, trovate oltre Onde Numismatiche, altro tipo la “ la fine e’ il mio inizio “ o “ lupo solitario e stella nascente “ ...d’altronde chi e’ qui da pochi anni non può averli letti o seguiti ...Lamoneta ormai e’ uno scrigno dove puoi trovare di tutto e che e’ giusto non dimenticare  e ogni tanto ricordare ...

Modificato da dabbene
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Ciao @giuseppe ballauri

con l'aggiunta degli scritti di ART devo dire che i racconti stanno aumentando!

L'idea del libriccino non e' poi così peregrina?

Buona serata da Stilicho

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11 ore fa, Stilicho dice:

Io, nella mia vita, ho scritto solo due racconti (questo il secondo, per l'appunto), però questo non preclude il fatto che trovi l'idea per un terzo. Non c'è due senza tre, no?

Il mio racconto sulle banconote coi dialoghi è stata probabilmente la scintilla che mi ha fatto scattare il pallino della scittura: tempo dopo sono stato colto da un'ispirazione improvvisa, una mattina qualunque a lavoro, e appena rientrato a casa ho cominciato a scrivere un'altra storia mentre ideavo anche un seguito per quello (dove la 50 circola in UE ed oltre, vedendo vari posti particolari e vivendo diverse avventure). In seguito altre ancora ne sono venute, su diversi argomenti. Ho scoperto che scrivere mi piace e che almeno per quanto mi riguarda "l'appetito vien mangiando": più scrivo più facilmente le trame cominciano quasi a stendersi da sole, come se i racconti si scrivessero da sè.

Quindi, che te ne pare di andare avanti con le avventure del tuo centesimo? L'Europa è grande, e l'euro non circola solo in eurozona...

Modificato da ART
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