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Gli ori sopravvalutati di V. E. III


Mr. Coin

Risposte migliori

Salve a tutti. Da tempo mi chiedo se gli attuali valori di scambio delle monete in oro più comuni del re numismatico sono o meno "gonfiati" convenzionalmente rispetto alla loro reale reperibilità. Nulla da dire, ovviamente per i pezzi molto rari, ma vedere coppie 50-100 lire Littore-Prora vendute a minimo 700 euro mi sembra un po' esagerato, se raffrontato ai marenghi dei sovrani precedenti, che anche in fior di conio vengono scambiati con un plusvalore modesto rispetto all'intrinseco. Mi direte che quelle sono monete da borsa, molto più comuni, ed è senz'altro vero, ma, appunto, non mi sembra che ci sia alcuna difficoltà di reperibilità di tali "coppie". Ci sarebbero poi anche il fascetto ed il fascione, che anche in condizioni modeste (bb) valgono molte volte l'intrinseco. Eppure anche quelle sono monete abbastanza comuni, che all'epoca vennero cedute praticamente al costo dell'oro proprio per agevolarne la diffusione anche fra i non numismatici, e che appunto ora, sebbene siano molto difficili da trovare senza difetti, sono comunque reperibilissime in condizioni non perfette. Anche se in misura minore, mi appaiono comunque esagerate anche le valutazioni del 100 lire 1925 (che pure non sembra così raro) e del 20 lire Aquila Sabauda. Grazie a chiunque possa confermare o confutare i miei pareri. 

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E' doveroso fare alcune considerazioni.

1- il prezzo dell'oro ultimamente ha avuto un impennata

2- un conto è il Marengo del Regno da Vitt.em.II° ( compreso quando era Re di Sardegna - il Collo Lungo )  ad Umberto I°, un conto è

3- l'oro di Vitt.Em.III°

L'oro del punto 2 ( a parte certi millesimi ) è sempre stato considerato, in base alla tiratura " valore borsa" ( vedere le tirature notevoli )

Quello di Vitt.Em.III ha sempre avuto interesse numismatico ( tiratura media sui 20.000 pezzi con massimo il 20 L. 1912 con 59.000 pezzi ). Il 100 L. 1925 "Vetta d'Italia" ( tiratura 5000 ) è oltretutto una moneta che attira l'appassionato, così come i 20 L. "Araldica" ( millesimo più coniato 1905 - pezzi 8715 ).  Pertanto non possiamo paragonare il valore di queste monete ai marenghi dei precedenti sovrani.

Altra considerazione: di questi tempi conta molto la conservazione ( non sono d'accordo ma è così). Un comune marengo in conservazione FDC arriva anche a 400- 500 Euro (!) quindi il doppio del valore di borsa. Le monete d'oro di Vitt.Em.III, avendo già valore numismatico, in FDC si impennano...

Ciao Beppe   

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Giuseppe hai dato una risposta esauriente ed esaustiva all'amico che poneva il quesito, ma osservavo che lo stesso titolando il suo post ' Gli ori sopravvalutati di Vittorio Emanuele iii ' in realtà considera già che gli stessi siano sopravvalutati. Cosa che tu hai secondo me giustamente smentito col tuo intervento.

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13 ore fa, Devant81 dice:

Giuseppe hai dato una risposta esauriente ed esaustiva all'amico che poneva il quesito, ma osservavo che lo stesso titolando il suo post ' Gli ori sopravvalutati di Vittorio Emanuele iii ' in realtà considera già che gli stessi siano sopravvalutati. Cosa che tu hai secondo me giustamente smentito col tuo intervento.

Ho chiarito da subito che per me diversi ori di V.E. III (in particolari quelli che non hanno avuto tirature minime) sono sopravvalutati nel mercato, cioè vengono scambiati a cifre che per me, almeno apparentemente, non sembrano in linea con la loro reperibilità ed al rapporto esistente tra domanda e offerta. Qualcuno mi ha fatto notare che il Fdc aumenta di molto la valutazione. Ciò è senz'altro vero, ma nel caso dei marenghi da borsa non si arriva certo a dover pagare 400/500€ per un esemplare in perfette condizioni; ciò può avvenire solo in caso di date rare. In condizioni inferiori, il prezzo di mercato si discosta poco (o addirittura nulla) dal valore del fino. Tuttavia, come saprete bene, per V.E.III gli ori costano invece molto più dell'intrinseco anche in conservazioni medio-basse. Perdonate, ma la coppia 50/100 lire littore/aratrice non è comunissima? E allora perché deve costare così tanto? Lo stesso dicasi per fascetto, fascione e vetta d'Italia: sono così rare da giustificare la forte spesa necessaria per acquistarli anche in bb? Peraltro, anche la 20 lire aratrice, citata come quella emessa in tiratura maggiore, costa moltissimo anche se in condizioni imperfette. 

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3 minuti fa, Mr. Coin dice:

Ho chiarito da subito che per me diversi ori di V.E. III (in particolare quelli che non hanno avuto tirature minime) sono sopravvalutati nel mercato, cioè vengono scambiati a cifre che per me, almeno apparentemente, non sembrano in linea con la loro reperibilità ed al rapporto esistente tra domanda e offerta. La questione è stabilire quali lo sono realmente e quali no. Qualcuno mi ha fatto notare che il Fdc aumenta di molto la valutazione. Ciò è senz'altro vero, ma nel caso dei marenghi da borsa non si arriva certo a dover pagare 400/500€ per un esemplare in perfette condizioni; ciò può avvenire solo in caso di date rare. In condizioni inferiori, il prezzo di mercato si discosta poco (o addirittura nulla) dal valore del fino. Tuttavia, come saprete bene,  gli ori di V.E.III costano invece molto più dell'intrinseco anche in conservazioni medio-basse. Perdonate, ma la coppia 50/100 lire littore/aratrice non è comunissima? E allora perché deve costare così tanto? Lo stesso dicasi per fascetto, fascione e vetta d'Italia: sono così rare da giustificare la forte spesa necessaria per acquistarli anche in bb? Peraltro, anche la 20 lire aratrice, citata come quella emessa in tiratura maggiore, costa moltissimo anche se in condizioni imperfette. 

 

Modificato da Mr. Coin
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Staff

Stai cercando di dare una spiegazione (peraltro del tutto soggettiva) a quella che molto semplicemente è una realtà di mercato, punto.
La richiesta di queste monete consente al prezzo di attestarsi su questi valori. Così è... è così sarà fin quando la richiesta sarà minore, con conseguente ritocco del prezzo verso il basso

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Awards

2 ore fa, ilnumismatico dice:

Stai cercando di dare una spiegazione (peraltro del tutto soggettiva) a quella che molto semplicemente è una realtà di mercato, punto.
La richiesta di queste monete consente al prezzo di attestarsi su questi valori. Così è... è così sarà fin quando la richiesta sarà minore, con conseguente ritocco del prezzo verso il basso

Non sto dicendo che dovrebbero costare meno. Semplicemente sto cercando di capire se (sulla base dell'esperienza di collezionisti più "navigati") c'è una reale corrispondenza tra domanda e disponibilità sul mercato, tale da giustificare tali valori di scambio, oppure se è semplicemente un "cartello" che non conviene a nessuno. I prezzi attuali farebbero dedurre una offerta abbastanza inferiore rispetto alla domanda. 

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22 minuti fa, Mr. Coin dice:

Non sto dicendo che dovrebbero costare meno. Semplicemente sto cercando di capire se (sulla base dell'esperienza di collezionisti più "navigati") c'è una reale corrispondenza tra domanda e disponibilità sul mercato, tale da giustificare tali valori di scambio, oppure se è semplicemente un "cartello" che non conviene a nessuno. I prezzi attuali farebbero dedurre una offerta abbastanza inferiore rispetto alla domanda. 

Se il prezzo sale, mi sembra abbastanza evidente ed intuitivo, che la domanda superi l’offerta...

Modificato da Sirlad
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16 ore fa, Sirlad dice:

Se il prezzo sale, mi sembra abbastanza evidente ed intuitivo, che la domanda superi l’offerta...

Certo è una nozione di Economia basilare. Aggiungo che è un errore considerare la tiratura della moneta per arrivare alla valutazione della stessa. E' la disponibilità sul mercato e la conservazione che incidono sul prezzo. Esempio eclatante è il L. 5 1914 - Tiratura: 272.515 - prezzi che in FDC arrivano a 10.000 Euro. Invece: 5 L. 1937 "Famiglia" Tiratura: 100.000 - in fdc puoi comperarla a 150 Euro. 

Ci sono monete che sono "ambite" per vari motivi, comperate a prezzi alti e che vengono tesaurizzate sparendo dalla circolazione per sempre o almeno per decenni. Questo vale per l'oro di Vitt.Em.III, da sempre considerato di "valore numismatico". Lo puoi capire dal fatto che è molto raro trovarlo in BB con tracce di circolazione, a differenza dei marenghi dei predecessori, usati come moneta di scambio.

Ciao Beppe

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3 ore fa, giuseppe ballauri dice:

Certo è una nozione di Economia basilare. Aggiungo che è un errore considerare la tiratura della moneta per arrivare alla valutazione della stessa. E' la disponibilità sul mercato e la conservazione che incidono sul prezzo. Esempio eclatante è il L. 5 1914 - Tiratura: 272.515 - prezzi che in FDC arrivano a 10.000 Euro. Invece: 5 L. 1937 "Famiglia" Tiratura: 100.000 - in fdc puoi comperarla a 150 Euro. 

Ci sono monete che sono "ambite" per vari motivi, comperate a prezzi alti e che vengono tesaurizzate sparendo dalla circolazione per sempre o almeno per decenni. Questo vale per l'oro di Vitt.Em.III, da sempre considerato di "valore numismatico". Lo puoi capire dal fatto che è molto raro trovarlo in BB con tracce di circolazione, a differenza dei marenghi dei predecessori, usati come moneta di scambio.

Ciao Beppe

Siamo sicuri che la legge della domanda e dell'offerta valga sempre in numismatica? Se non sbaglio, prima dell'avvento di Internet le quotazioni erano abbastanza più alte, perché pochi avevano modo di constatare la reale rarità delle varie tipologie. Comunque, anche ora che c'è internet occorre una certa esperienza, ed è proprio quella di qualcuno di voi che cerco, cioè un parere serio - e giustificato da anni di collezionismo - riguardo la sopravvalutazione di queste monete d'oro rispetto alla loro reale reperibilità, che appunto non coincide con la tiratura. 

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59 minuti fa, Mr. Coin dice:

Siamo sicuri che la legge della domanda e dell'offerta valga sempre in numismatica? Se non sbaglio, prima dell'avvento di Internet le quotazioni erano abbastanza più alte, perché pochi avevano modo di constatare la reale rarità delle varie tipologie. Comunque, anche ora che c'è internet occorre una certa esperienza, ed è proprio quella di qualcuno di voi che cerco, cioè un parere serio - e giustificato da anni di collezionismo - riguardo la sopravvalutazione di queste monete d'oro rispetto alla loro reale reperibilità, che appunto non coincide con la tiratura. 

mi riallaccio al tuo discorso del mercato sul web... se ci fosse stata questa bolla speculativa allora credo che grazie al web si sarebbe già sgonfiata.. cosa che invece è avvenuta per le monete in medio bassa conservazione in generale.. in questo caso il mercato sul web ha sicuramente incentivato e aumentato l'offerta delle medie basse conservazioni facendone calare il prezzo 

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Supporter

Proprio perché si parla di monete facilmente reperibili in qualsiasi asta, il prezzo è deciso esclusivamente dalla legge della domanda e dell'offerta.

Se la domanda di un bene diminuisce nell'arco di qualche anno il prezzo si abbassa inesorabilmente in qualche anno.

A titolo di esempio ricordo i 25 centesimi di V.E.III che ad inizio anni 2000 avevano un costo non trascurabile anche in bb (mi ricordo prezzi vicini ai 100 euro). Col calare della richiesta il costo si è dimezzato, se non di più, in pochi anni. 

Per le monete molto rare, al contrario, è possibile che chi ne possiede qualche pezzo possa influenzare in qualche modo il mercato.

Capisco i tuoi dubbi, il caso più eclatante è il caso delle coppiole da 50-100 lire del 31, oggettivamente comunissime e presenti in ogni asta. Evidentemente le coppiole vengono acquistate non appena offerte ad un prezzo inferiore ai 700 euro. Possiamo desumere che il numero di collezionisti che vende (fine collezione) è all'incirca uguale al numero di  nuovi appassionati che vogliono acquistare la coppiola.

Un esempio ancora più eclatante è il 20 lire littore, moneta estremamente comune, il cui valore sta lentamente scendendo solo per i pezzi in bassa conservazione. Io mi sarei aspettato da molto tempo un prezzo più simile a quello del coetaneo 20 franchi francese in Argento, che si trova a poche decine di euro in buona conservazione. Evidentemente sono ancora molto ricercate.

 

 

Modificato da azaad
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