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La datazione dell'Aes Grave


caiuspliniussecundus

Risposte migliori

Per rispondere agli amici Numa, Lorenzo e Raistlin, ho buttato giù due righe sul tema altamente dibattuto dagli studiosi della datazione dell’aes grave (e di conseguenza, di tutto l’assetto delle prime monete repubblicane). Rimando innanzitutto allo schema proposto nei manuali.

http://manuali.lamoneta.it/MoneteRepubblicane/cronologia.htm

Riassumendo, i principali testi datano l’aes grave così:

Turlow-Vecchi:

-280-245 per la maggior parte delle serie (Apollo, ruota, Roma con elmo frigio)

-240-225 per la serie Giano / prora, la più cospicua

Crawford:

-280-225, periodo in cui si snodano la maggior parte delle emissioni (Apollo, roma, ruota ecc)

-225-211 fase finale dell’aes grave: serie Giano/prora

-211 coniazione del denario di valore 10 assi e riduzione sestantale dell’asse

La mia domanda è: cosa c’era prima del 280 per il sig Crawford? ancora l’aes rude a peso?? Difficile pensarlo, per dare un’idea di quello che accadeva in quel periodo: definitiva vittoria nelle guerre sannitiche prima, e guerra contro Pirro poi, tutto questo senza una moneta propria? Storicamente difficile.

Fateci caso, secondo la teoria ribassista degli anglosassoni, l’Aes grave risulta la moneta di riferimento nel corso della I guerra punica. E’ vero che alla serie della prora è associato il didramma giano/Giove fulminante, ma voi vi immaginate pagare lo stipendio ai marinai e ai soldati, qualcosa come 150.000 uomini, con i sacchi di aes grave?? Vi sembra storicamente possibile ?? La prima guerra punica è stata la prima guerra mondiale combattuta in Europa, è durata decenni, ha coinvolto qualche milione di persone a Roma e succhiato tutte le sue risorse. Come può questo sforzo essere stato effettuato con uno strumento finanziario così debole?? Non può, secondo me. Per la prima guerra punica bisogna pensare al denario come mezzo finanziario (e quindi l’aes grave già in pensione da tempo, sostituito dall’asse di riduzione sestantale). Il denario è stato coniato in quantità enormi, Se aggiungiamo i denari anonimi con simboli e quelli con lettere, arriviamo ad un susseguirsi di emissioni molto vasto, compatibile con lo sforzo economico richiesto dalla grande guerra in corso. Si dirà, sostenendo la teoria degli anglosassoni, che c’era il didrammma: ma , signori, il didramma è una moneta rara, rara ora come allora, da sola non può avere sostenuto il peso di un conflitto, e si ritorna ancora con i soldati pagati con l’aes grave, del peso di 280 grammi, la moneta degli antenati.

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Quale esempio, la misteriosa emissione Minerva Toro TV 43

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La teoria tradizionale, cui afferisce gran parte della scuola italiana, si orienta verso una datazione più antica dell’aes grave. Innanzitutto non bisogna tralasciare la tradizione antiquaria, che è tutta per una datazione alta. Per smentire dati scritti (come quello di Plinio) e le teorie storicamente accettate, sarebbe opportuno portare delle prove, ma queste prove i sostenitori delle teorie ribassiste non le hanno mai prodotte: al più si tratta di congetture o, come ha fatto Crawford, di grandi costruzioni teoriche, degli schemi complessi in cui inserire ogni moneta come un mattone in un muro. Lo studio comparato dei contenuti dei ripostigli, l’asso nella manica del Crawford, si è rivelato un’arma a doppio taglio: il ritrovamento di Morgantina è interpretabile sia in favore della teoria media (denario al 211) sia in favore della la teoria tradizionalista. Infatti un ripostiglio può fornire solo una data post quem si può escudere la nascita di una moneta, non ante quem. E ditemi voi se, conoscendo la pigra movimentazione delle monete nell’antichità, è possibile che lo stesso anno della creazione del denario qualcuno avesse già sotterrato un ripostiglio di denari quinari e vittoriati in una terra lontana come la Sicilia, a Morgantina. Ciò sarebbe possibile solo se il denario e le sue frazioni, come sostiene Plinio, era già da 50 anni la moneta di riferimento del Mediterraneo.

La teoria tradizionale è saldamente ancorata ai fatti storici, ed è così riassumibile:

- 335 prima coniazione dell’aes grave serie Giano/ prora per la presa del porto di Anzio. Contestualmente emissione dei didrammi d’argento ROMANO

- 312 serie della ruota, commemorativa della costruzione della via Appia

- 268 riduzione sestantale dell’asse ed emissione del denario.

L’emissione del denario sarebbe la preparazione allo sforzo bellico contro cartagine, che sarebbe inizato 5 anni dopo.

Infine vorrei chiudere questa piccola sintesi ricordando il parere del Catalli (La monetazione romana repubblicana, IPZS 2001, Roma),:

“Le produzioni di moneta fusa non possono non avere interessato gli ultimi decenni del IV secolo aC per molteplici ragioni di ordine storico e politico…Luceria è colonia romana nel 315 e la sua serie fusa con leggenda a caratteri latini è senza dubbio espressione dello stanziamento coloniale romano…prendendo a modello l’analoga monetazione già prodotta a Roma” (pag 105).

poco oltre…. “non appare quindi peregrino datare alcune serie fuse nellìultimo ventennio del IV secolo. La serie bifronte/mercurio e Apollo/apollo potrebbero ben appartenere a questi anni. La forte suggestione della presenza del tipo della ruota in connessione con la via Appia nel 312 aC mette in dipendenza i due avvenimenti dando alla serie un valore commemorativo” (sempre pag 105).

A questo punto, se anche una mente come Catalli è per la teoria tradizionalista, come può uno con un nik come il mio, dare torto a Plinio????? Eppure la cronologia messa a punto da Crawford è presa da tutti come vangelo, nessuno ormai la mette in dubbio. Basta prendere in mano un catalogo d’asta (anche italiano) : le date sono quelle della pur lodevole teoria dello studioso Oxfordiano.

A questo punto, in attesa che una scoperta archeologica getti maggior luce su questo argomento, sentiamo i vostri pareri.

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un raro dupondio TV 69

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E adesso rifatevi gli occhi con questa cascata di assi librali (Giano bifronte/prora navis), fotografata al medagliere dei Musei Capitolini di Roma (scusate per la qualità scadente dell'immagine)

Caius

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La verità,caro Caius, è che è proprio la mancanza di un lavoro di facile consultazione (un bel manuale completo anche di piccole parti introduttive, come quello di Sydenham ad esempio) a far sì che la teoria di Crawford (che anche io non condivido) continui ad imporsi. Ecco quindi spiegato l'arcano.Aldilà degli articoli specialistici (alcuni dei quali sono ulteriormente innovativi anche rispetto al testo di Catalli che,in alcuni ambienti accademici, è ritenuto oramai superato) e che sono cmq di difficle lettura e non divulgativi,è quasi impossibile infatti rintracciare volumi che faccano suonare "l'altra campana". Il lavoro della Breglia è quasi introvabile, il Catalli et simili (Belloni, De Caro, Panvini Rosati) sono narrativi e mal si prestano ad una lettura immediata (es. a questa moneta corrisponde tal anno), il Sydnahm, il Mommsen, ecc sono oramai desueti e vanno ben al massimo come esempi di antiquariato librario.

La verità è che bisognerebbe mettersi lì a fare un lavoro comparativo con il Crawford datatndo ogni singola moneta e esplicando le proprie teorie sul punto. E questo sino ad ora nessuno (dilettante, professionista, academico) lo ha mai voluto fare.

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La mia domanda è: cosa c’era prima del 280 per il sig Crawford? ancora l’aes rude a peso?? Difficile pensarlo, per dare un’idea di quello che accadeva in quel periodo: definitiva vittoria nelle guerre sannitiche prima, e guerra contro Pirro poi, tutto questo senza una moneta propria? Storicamente difficile.

196896[/snapback]

Interessantissima discussione che val la pena di approfondire.

Recentemente nel libro "Archeologia della moneta" di F.Barello ho letto che si ipotizza che una serie di lingotti di bronzo " Aes signatum" dal peso di ca. 5 libbre, alcuni con il tipo de Pegaso con la leggenda Romanom furono utilizzate come distribuzione del bottino nelle campagne militari in Italia meridionale contro Pirro.

lele

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Un'immagine del l' Aes Signatum con il pegaso e la leggenda Romanom si può trovare nell'interessante discussione "Una gita a .." sempre in monete romane repubblicane , nella 3° foto si vedono due magnifici esemplari di Aes signatum uno dei quali è proprio quello a cui mi riferisco.

lele

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... Il lavoro della Breglia è quasi introvabile, il Catalli et simili (Belloni, De Caro, Panvini Rosati) sono narrativi e mal si prestano ad una lettura immediata (es. a questa moneta corrisponde tal anno), il Sydnahm, il Mommsen, ecc sono oramai desueti e vanno ben al massimo come esempi di antiquariato librario.

La verità è che bisognerebbe mettersi lì a fare un lavoro comparativo con il Crawford datatndo ogni singola moneta e esplicando le proprie teorie sul punto. E questo sino ad ora nessuno (dilettante, professionista, academico) lo ha mai voluto fare.

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Di Belloni ho letto soltanto il libro La moneta romana – società politica cultura. Sicuramente come dici tu è di tipo narrativo, ma come l’autore specifica nella sua prefazione, piuttosto di dare una data incerta lui preferiva non darla. Infatti leggendo il libro quando viene specificata una data precisa e subito seguita da una chiara spiegazione per il quale tale data viene indicata. Per questa tipologia di monete penso che datare con precisione ogni moneta si per il momento non fattibile, e pertanto come dice plinius dobbiamo rimanere in attesa che una scoperta archeologica getti maggior luce su questo argomento.

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Secondo me un lavoro ancora validissimo per molte ragioni è quello del Grueber (1910), the coinage of the roman republic. Anche se ormai sono di una nuova fazione della quale non tenete conto nei vostri commenti...quella di Fusi Rossetti..vi consiglio di leggere con attenzione i seguenti articoli:

- A. Fusi Rossetti, l'introduzione dei nomi gentilizi nella monetazione di roma repubblicana, in rivista italiana di numismatica n. 89, 1987.

- Ibidem, le zecche militari romane nel III secolo a.C., in rivista Ita. di Numis., n. 91, 1989.

mooolto interessanti...e se il denario fosse stato introdotto subito dopo la I punica approfittando della nuova ricchezza (bottini di guerra, danni ,risarcimenti ecc)...i tipi ricordano anche la vittoria...

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Desidero aggiungere quanto dice il Frey (1947) riguardo questo argomento, sperando si possa trovare qualche ulteriore notizia. Ricomincio da zero.

"Aes" o più propriamente chiamato "Asse". Parola latina, di probabile origine ariana, formata da rame puro e da una mistura di stagno e rame. Più tardi questo termine fu utilizzato a Roma quale parola generica per qualsiasi varietà di moneta. I più vecchi tipi di Aes erano chiamati Aes Rude o Aes Infectum (cioè rame non battuto). Esso non rappresentava l'unità monetaria ma il suo peso era la base di tutti gli scambi.

L'Aes Grave (bronzo pesante) era anche chiamato Aes Libralis (cioè peso di bronzo) e fu la prima unità monetaria romana. La base era l'Asse, che nella forma più antica (etrusca) era il peso di un "Oscan" - peso latino di 12 once, derivato da uno standard originariamente portato in Italia dai Phocaeans (popolo turco proveninte dall'Anatolia). Era di forma lenticolare e al dritto mostrava il ritratto di Giano bifronte e la figura 1 come indicazione del suo valore. Il rovescio era rappresentato dalla prua di una galea, che probabilmente indicava la potenza marittima di Roma, che fu molto sviluppata dai Decemviri (452 -450 a.C.), che è il periodo che usualmente viene considerato per queste monete. Le migliori e successive autorità in fatto di monete, le pongono nel secolo dopo.(continua)

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(continua)

197028[/snapback]

La divisione dell'Asse era la seguente:

Deunx o Iabus ................................... 11 once

Dextans o Decunx .............................. 10 "

Dodrans o Dodras .............................. 9 "

Bes o Bessis ...................................... 8 "

Septunx ............................................ 7 "

Semis, Semissis o Sexcuncs ............... 6 "

Quincunx, Quicunx o Cingus ............... 5 "

Triens, Triente o Trias ........................ 4 "

Quadrans, Quadrant o Teruncia ........... 3 "

Sextans, Sextante o Sextas ................ 2 "

Sescunx ............................................ 1 1/2 "

Uncia ................................................. 1 "

Semuncia .......................................... 1/2 "

I multipli erano il Dupondio, il Tripondio e il Decussis.

L'Asse era ridotto in peso secondo questo schema:

Librale primitivo ........ 450 a.C. ............. 12 Once

Semilibrale ............... 338 a.C. ............. 6 "

Sextantale ............... 268 a.C. ............. 2 "

Unciale ..................... 217 a.C. ............. 1 Oncia

Semi-Unciale ............. 89 a.C. ............. 1 1/2 "

Aes Rude. Il nome deriva dalle primitive e senza forma alcuna monete di bronzo usate dai Romani come monete prima dell'Aes Signatum

Aes Signatum. Il secondo tipo di Aes così chiamato per la rude stampigliatura o per le marche sopra rinvenute, che indicavano il peso ed il loro valore approssimativo. Erano oblunghe di forma quadrata o ovale. Si suppone che avessero iniziato sotto il regno di Servio Tullio (578-535 a.C), ma più facilmente nel V° e IV° secolo a.C.

Modificato da roth37
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Supporter

Grazie plinius per le interessantissime considerazioni. :)

Personalmente sono anch'io per la teoria tradizionalistica per i tuoi stessi motivi.

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Interessante la sintesi di Plinius sulla datazione del denario.

Problema di ancora (pare incredibile) difficilissimo in quadramento, al pari della metrologia sottostante i primi fusi (libbra romana gr. 327 o latina gr. 273 ?).

Molto difficile ancora oggi sciogliere con sicurezza anbedue i quesiti.

Il dibattito oggi prosegue piu' che sui libri, sugli Atti dei numerosi convegni dedicati in tutto o in parte a questo tema (ottimi i contributi dell'Istituto Italiano di Numismatica, realta' statale misconosciuta e molto accademica che pero' pubblica dei contributi mirabili sulla nmismatica antica e medioevale).

Segnalo un pezzo quadrilatero (aes signatum) molto piu' raro del tipo con il pegaso e l'aquila e deglia latri tipi conosciuti, che riporta da un lato l'elefante e dall'altro una scrofa (illustrato nel manuale di Lamonetapedia dedicato alla moneta fusa). E' forse possibile legare il tipo alla discesa di Annibale in Italia o alla guerra contro Pirro ? Naturalmente un'accostamento tipologico lascia il tempo che trova e non ha la forza di un'evidenza archeologica precisamente riscontrabile e documentata.

numa numa

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Supporter

Ho un dubbio. La nascita del denario è sempre associata alla riduzione sestantale: ci sono evidenze storiche o archeologiche per questa associazione? :huh:

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Staff

Caius la tua teoria è molto verosimile e logica e concordo pienamente sul discorso del sostentamento dell'esercito, ma ho un dubbio che mi gira nella testa... nel periodo antecedente alla prima guerra punica quanto argento aveva a disposizione Roma?

Parlando di reperimento di materie prime a me risultano alcuni giacimenti in Etruria e zone limitrofe e poco altro... dopo la prima guerra punica però fu annessa la Sardegna, assai più ricca di tale metallo... per non parlare della Spagna nella seconda...

Sottolineo che non ho approfondito molto la questione e forse forse sarebbe importante farlo.

Stabilire la sostenibilità di un sistema monetario in base alla materia prima necessaria non è cosa trascurabile, si potrebbero trovare sia conferme che smentite... in qualsiasi caso "riscontri".

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Awards

E' stato recentemente pubblicato un quaderno di studio sull' AES Grave ove l'autore, Leonardo Corradi, a seguito di una rilettura di Livio, propone la seguente cronologia di introduzione per i vari nominali:

Aes Grave 423aC

riduzione semilibrale 357

riduzione trientale 352

riduzione quadrantale 347

riduzione sestantale 338

riduzione sottosestantale 268

riduzione semiunciale 89aC

Credo siano le date piu' "antiche" proposte finore per l'aes grave e le sue riduzioni

Leonardo Corradi " Dissertazioen sull Aes Grave fuso e coniato di Roma e relative riduzioni" (Nummus et Historia VII) Formia, Circolo Numismatico Mario Rasile 2003, pp.70 tavv.32

numa numa

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Quello che ho epsresso e' solo un'ipotesi di datazione, proposta dall'autore, (tra l'altro abbastanza trasgressiva rispetto all'ortodossia numismatica vigente che vede un'introduzione dell'aes grave, e anche del denario, molto piu' tardi).

Ad oggi non e' possibile determinare con sicurezza la data di introduzione del denario, problema ancora molto aperto e difficilmente superabile in mancanza di nuova evidenza archeologica e/o documentale

numa numa

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Ringrazio Numa numa per avere riportato l'interessantissima dissertazione del Corradi sull'Aes Grave (stavo per farlo io). Le date del Corradi sono basate unicamente sul passo di Plinio e su considerazioni di natura storica del tutto mancanti di prove archeologiche. pertanto non penso che la sua teoria vada presa come attendibile. Il merito che riconosco all'autore è di condividere l'idea che si tratti di una monetazione molto antica, come la tradizione antiquaria ci ha insegnato.

Tuttavia questo dimostra che, in assenza di prove archeologiche, si può dire tutto e il contrario di tutto.

Caius

(Comunque la riduzione sestantale dell'asse va messa assieme con la nascita del denario, questo è uno dei pochi pilastri delal teoria riconosciuti da tutti. )

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Nella foto un quadrante della serie della prora

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E se la riduzione sestantale fosse avvenuta prima dell'introduzione del denario?...quando c'era più bisogno di bronzo...e i vari comandanti militari coniavano monete a proprio nome...per pagare le truppe...ecco perchè molte monete rep. con giano sestantali sono decentrati e di scarso stile...che ne dite :)

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... nel periodo antecedente alla prima guerra punica quanto argento aveva a disposizione Roma? 

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Su due piedi direi tendenzialmente niente argento prima della Prima Punica.

Ma la situazione cambia significativamente fra la prima e la seconda, migliora ulteriormente dopo la seconda e in maniera impressionante a seguito della terza.

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Gerone di Siracusa finanziò la prima guerra punica con ingentissimi quantitativi d'argento. E' dubbio se lo fornì sotto forma di lingotti o barre o in forma di argento monetato. Temo la prima ipotesi sia più probabile.

Caius

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Ringrazio Lucio per l'interessante segnalazione dell'articolo di Laura Ambrosini sul"Donario fittile con elefanti e cerbero dal Santuario di Portonaccio a Veio"

L'autrice afferma che in base all'iconografia ritrovata e alle testimonianze l'elefante a Roma fosse prticamente sconosciuto prima del 275aC, ovvero prima delle famose battaglie di Asculum nel 279 (quella della "vittoria di Pirro") e di Benevento nel 275 a seguito della quale decise di tornare in Epiro.

Se l'affermazione dell'autrice corrisponde a verita' e' assai probabile che l'aes signatum con l'elefante e la scrofa abbia come data "post quem" proprio il 275

Ne discende che la datazione dei quadrilateri sia da farsi risalire al principio del III secolo (al limite fine IV), come tra l'altro proposto da Thurlow-Vecchi e condiviso anche dalla ricerca recente, piuttosto che al V secolo come sostenuto da alcuni.

Infine, l'ultima conseguenza logica che ci porta questo ragionamento e' che ritenendosi normalmente che l'aes signatum abbia preceduto l'Aes Grave, quest'ultimo non puo' avere avuto una datazione precedente al primo quarto del III secolo.

E'ovvio che questa logica e' basata sull'assunzione tipologica dell'aes signatum con l'elefante e la sua adozione come tipo monetale in relazione alla spedizione di Pirro. Ma e' in ogni caso difficile immaginare date molto antecedenti per l'introduzione della moneta di bronzo, soprattutto nei tipi e nei pesi delle prime serie romane. Monete importanti e molto piu' pesanti dei bronzi greci che circolavano all'epoca, testimonianza della grandezza di Roma che si andava formando, a partire dal III secolo appunto, difficilmente potrebbe immaginarsi molto prima..

numa numa

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La tradizione dei quadrilateri è antica e non risale certamente alla guerra contro Pirro. Per fortuna è stato possibile datare con certezza un ritrovamento sotto il santuario di Demetra a Bitalemi che data l'aes signatum al 540-570 aC. (tra l'altro in accordo con quanto affermato da Plinio) (vedi la varia bibliografia di Catalli). Poi tipologie diverse si sono susseguite nel tempo. L'aes signatum è testimoniato fino al III secolo, significa che le tradizioni erano dure a morire a Roma.

Inoltre non è neanche vero che l'aes grave abbia seguito l'aes signatum, in quanto lo scopo dell'aes signatum era diverso: probabilmente serviva come tesaurizzazione presso la stessa zecca o in depositi, per pagamenti di grossi debiti da parte dello stato, una specie di lingotto marcato, insomma. Ed in questa guisa è andato sicuramente avanti a lungo, indipendentemente da altre forme di moneta corrente che si erano diffuse nel fattempo, come l'aes grave e il didramma d'argento.

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Nella foto un aes signatum ancora/tripode TV 22.

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Attenzione, io mi riferivo ad un tipo di Aes Signatum ben preciso, ovvero i pezzi quadrilateri con rappresentazione da ambo i lati di cui il tipo con l'elefante e' un rappresentante. Di tali tipi di Aes Signatum se ne conoscono 11 e la loro migliore trattazione, finora, e' quella riportata dal danese Rudi Thomsen "Early Roman Coinage" 3vol. Copenhgen, 1957-67, che assegna la loro emissione tra la fine del IV e l'inizio del III secolo, e ritiene che le prime emissioni di assi librali siano contemporanee a questi pezzi quadrilateri.

Vi e' un'altra categoria di Aes signatum rappresentata da barre piu' rozze, con la rappresentazione di un ramo secco o della lisca di pesce, piu' pesanti dei quadrilateri con raffigurazioni, ai quali sicuramente sono precedenti ( AES Signatum definisce tutto quello che e' "AES" marcato da un simbolo, ma non assume ancora la configurazione di moneta come noi comunemente la intendiamo che verra' invece ad essere rappresentata dall'AES Grave). Questi pezzi di Aes signatum possono essere datati attorno al V secolo , o forse anche prima e quindi precedono di gran lunga la fase in cui venne introdotto l'Aes Grave.

Anche il Thomsen ritiene il quadrilatero con l'elefante e la scrofa da porre inevitabilmente in relazione alle guerre Pirriche, e quindi con la datazione che ne consegue.

Un pregio di quest'opera e' quello di ripercorrere l'excursus completo del dibattito che ha animato gli studiosi degli ultimi 150 anni, da Mommsen a Mattingly, dalla Cesano alla Breglia, da Babelon a Sydenham, etc. riportando per ogni loro opera il sunto critico della loro posizione sulla questione della data di introduzione del denario d'argento a Roma e delle connessioni con la monete di bronzo.

Questione, come gia' sostenevo ancora molto aperta e che, quasi incredibilmente dopo quasi due secoli di ricerche ancora sfugge ad un inquadramento definitivo,

anche se qualche progresso nel definire dei punti fermi di datazione (almeno relativa) in questi anni sono stati fatti.

numa numa

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  • 3 anni dopo...

Riprendo quest'interessante e infinita discussione per riportare all'attenzione alcuni elementi che andrebbero analizzati a mio parere.

Il passo di Plinio costituisce una testimonianza fondamentale, ma non è esente da critiche.

Risparmio di riportarlo tutto, citando solo i passi che possono interessare.

Argentum signatum anno urbis 465, Q. Ogulnio C. Fabio coss., quinque annis ante primum Punicum bellum. et placuit denarium pro x libris aeris valere, quinarium pro V, sestertium pro dupondio ac semisse.

Librale autem pondus aeris imminutum est bello punico primo, cum inpensis res p. non sufficeret, costitutumque, ut asses sestantario pondere ferirentur.

Le due frasi trattano di argomenti simili, ma sembrano prese da due fonti differenti.

La prima appare molto precisa, dà ben TRE RIFERIMENTI per la datazione del denario che lo collocano al 269 a.C.

Non si può dubitare che Plinio voglia indicare proprio quella data per l'introduzione del denario.

Ci dice inoltre che in quel periodo 1 denario dovesse valere 10 assi librali.

La seconda frase è molto più generica, parla di riduzione sestantare da datare al periodo della prima guerra punica, ma senza fornire riferimenti storici precisi.

Io mi domando. Se l'introduzione del denario fosse stata contemporanea esattamente all'anno 269 a.C. alla riduzione sestantale dell'asse, come mai il rigo prima Plinio tratta del valore di 1 denario con 10 assi librali.

Pur ammettendo un fonte differente, l'enciclopedista avrebbe notato questa contraddizione.

Non sarebbe più logico slegare le due riforme, ponendole una al 269 precisamente ed una all'interno o meglio la fine della prima guerra punica.

Cosa impedirebbe ciò?

Il fatto che Plinio indichi al momento dell'introduzione del denario la valenza con 10 assi librali, può essere spiegata col fatto che egli non abbia avurto conoscenza nè fonti di successive riduzioni ufficiali, fino a quella sestantale della prima guerra punica.

Inoltre, la colonia di Brindisi, creata intorno al 265/260 a.C. attesta l'emissione di monete di peso trientale che ancora in quel momento dovevano essere in vigore.

Riprendendo il passo pliniano sembra chiaro il riferimento cronologico, datato al 217 a.C. dell'emissione di assi onciali e della ritariffazione del denario, in questo caso dettagliatamente spiegata dall'enciclopedista.

In base a queste considerazioni e all'evidenze materiali, si potrebbe ipotizzare questa cronologia a partire dalla serie della prua(post serie latina)

338 a.C. serie della prua basata su un asse destantale di 272, 89 gr.

314-275 a.C. Asse di riduzione semilibrale come attestato dalle colonie di Luceria e Venosa che utilizzano tale riduzione.

A seguito della battaglia di Malaventum vi fu una nuova riduzione su peso trientale fino al 260 a.C. circa, comprendendo la produzione di Brindisi.

269 a.C. Introduzione del denario.

260/255 Riduzione quadrantale, seguita nel 241 a.C. ,verso la conclusione del conflitto da quella sestantale.

217 a.C, Riduzione onciale e ritariffazione del denario a 1/84 di libra e 1 denario = 16 assi onciali.

89 a.C. Riduzione semionciale.

Che ne pensate? Ci sono evidenze che contraddicono tale ipotesi?

E poi quali sono i dati che attestano l'assoluta contemporaneità tra la riduzione sestantale e l'introduzione del denario?

Vincenzo

Modificato da Vincenzo
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